mercoledì 30 novembre 2011

ON'OFF

DAL 30 NOVEMBRE AL 4 DICEMBRE 
TEATRO VASCELLO


COMPAGNIA ENFI TEATRO
E
MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI
DIPARTIMENTO SPETTACOLO DAL VIVO

PRESENTANO

Onoff
Liberamente tratto dal libro di MASSIMO GAMBA
Vermicino l’Italia nel Pozzo

Diretto e interpretato da ELENA SBARDELLA

Lo spettacolo prende spunto dalla tragedia di Vermicino.
Giugno 1981, la prima lunga diretta nella storia della televisione diventa l’archetipo di una tragedia. Nella pietà per il dolore degli altri è forse mal celata la paura per la propria sorte. C’è chi opera, rischia la propria vita, chi guarda, chi vuole farsi guardare, ci sono tutti gli ingredienti di un tristissimo reality.
“On’off” parte da quella notte per spostarsi nei luoghi “consci e non” dell’intimità di ognuno di noi. Il lato privato della storia resta lontano da qui nel rispetto di chi già amava prima che tutto accadesse, di chi veramente amava.
Un “abito schermo” in uno spazio surreale, un linguaggio tessuto di immagini oniriche e racconti popolari che trasportano lo spettatore in un vortice a ritmo serrato.
“On’off” è fatto di presenze e assenze, dolori degli altri e privati, dentro e fuori il video in una danza di accensioni e spegnimenti. Eppure la bellezza, quell’intima e meravigliosa bellezza del mondo degli uomini, forse perduta, calpestata, ancora soffoca e muove il cuore della nostra unica e moltiplicata presenza scenica.

DAL 30 NOVEMBRE AL 4 DICEMBRE TEATRO VASCELLO
RASSEGNA ROMACITTÀTEATRO
VIA G. CARINI, 78 - MONTEVERDE VECCHIO - ROMA
INFO E PRENOTAZIONI tel. 06.5881021
TUTTE LE SERE ORE 21
DOMENICA 4 DICEMBRE ORE 18
INGRESSO: INTERO EURO 20 - RIDOTTO EURO 15

I NERVI DI ANTIGONE

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(piazza Giovanni da Triora 15, Roma)
dal 29 novembre al 4 dicembre
 la Compagnia della Luna
 presenta
 I NERVI DI ANTIGONE
 di Paola Ponti
 con Cristina Pellegrino
 regia Norma Martelli
 scene di Alfonso Giancotti
musiche gentilmente concesse dal M° Nicola Piovani


Una contrapposizione tra due Antigone: quella classica coraggiosa, forte, e quella moderna, incerta, ossessionata da una presenza, si danno il cambio sul palco. La prima recita fieramente la sua parte, quando è lasciata libera dalla seconda, che tortuosamente si insinua nel personaggio con le sue paturnie le sue manie di competizione con la sorella Lara. Lei è nata sana, mai nessuna malattia l'ha colpita...beh cosa c'è da lamentarsi, bisognerebbe essere contenti di avere una fibra così forte, ma si sa chi ha le spalle larghe non ha bisogno di nessuno, o meglio questo è quello che pensano gli altri, ma chi non ha bisogno di compagnia, di coccole, specialmente in tenera età? Ebbene queste vengono riservate sempre e comunque alla sorella debole, cagionevole di salute..chi è forte non ha bisogno di nessuno, pur se bambina, ed è proprio questo lo sbaglio di tanti genitori, messo in luce da "I nervi di Antigone" che mette a nudo, in modo ironico e divertente le difficoltà odierne del  vivere quotidiano nella paura del confronto con gli altri, quando siamo tutti esseri singoli e irripetibili.
Miriam Comito



                                                                                                                                                                                 





  

lunedì 28 novembre 2011

DUET FOR ONE

CHICKEN FACTORY PRESENTA
DUETFORONE-CS.bmp 
da un’opera di
TOM KEMPINSKI


DAL 22 NOVEMBRE AL 4 DICEMBRE
TEATRO SPAZIO UNO
vicolo dei panieri, 3 Roma

regia
MICHAEL MARGOTTA
con
AZZURRA ROCCHI
MARIANO APREA

traduzione MARIA TERESA PETRUZZI aiuto regia DINO SANTORO
costumi GIULIA BALDASSERONI  ERICA ELISA LONGO  MELINDA RAIMONDO  ARIANNA SARTINI
disegno luci MANUELE GUARNACCI musiche originali LUCA GUASTINI violino EMANUELE DE BIASE artwork PAUL HARBUTT


per prenotazioni



PRESENTAZIONE DUET FOR ONE
Stephanie Abrahams, celebre violinista sposata con il compositore David Liebermann, all’apice del suo successo scopre di essere affetta da sclerosi multipla. Malattia che la renderà progressivamente incapace di controllare i movimenti degli arti, e di temere, quindi, per le sue mani di violinista e per il futuro della sua carriera. Sotto consiglio del marito decide di incontrare il dottor Alfred Feldmann, un affermato psichiatra. Ed è proprio da questo particolare antecedente, che inizia la piece. Sei sedute serratissime, Stephanie ed il dottore. Sei estenuanti sfide tra due menti, una pronta all’autodistruzione e l’altra capace fino all’ultimo di assorbire qualsiasi tipo di aggressione psicologica senza perdere mai il proprio obiettivo. Salvare una vita.

NOTE DI REGIA
I temi principali di questa produzione sono in natura universali. Temi che tutti noi viviamo, relazionati con il nascere e morire e con la vita stessa.
E con il dare espressione ad una vita, quando invece generalmente molte persone vivono e muoiono senza conoscere il significato della loro esistenza.
Lo scopo è quello di creare un’atmosfera di scoperta lavorando con un metodo, a noi conosciuto, definito  momento a momento e basato sulle tecniche sviluppate quasi un secolo fa da Stanislavskij e da tutti quelli che trovarono una verità nel cuore del suo lavoro, relazionato pesantemente con gli aspetti psicologici della caratterizzazione e con l’aiutare gli attori a trovare un’immediatezza in queste rivelazioni che potrebbero gettare una luce negli angoli più oscuri delle loro vite.

Questa è la storia di un’artista che affronta una perdita di grande entità per la propria esistenza.
Un confronto con la ricerca e la crescita verso una maggiore qualità artistica della vita.
Il personaggio di Stephanie si imbatterà in una grande sfida, uscendone con la capacità acquisita di vivere senza ricadere nell’aiuto dei soliti ruoli, delle difese o delle sue vecchie paure.
Combatterà per diventare un essere umano, nel più puro significato del termine, tutto questo attraverso l’aiuto del personaggio di Feldmann.
Un esperto dottore che guiderà la consapevolezza di Stephanie da un comportamento autodistruttivo verso un rinnovato senso della vita.

La mia speranza è che possiamo creativamente condividere con il pubblico questo processo di integrazione che il personaggio di Stephanie vive in prima persona.
Tutti noi siamo delle storie in cammino dal nostro passato, ci relazioniamo con questo frenetico presente e ci proiettiamo verso il futuro.
Il lavoro è quello di disfare e riorganizzare noi stessi  in modo da poter vivere pienamente il mondo, ben centrati, e nello stesso tempo capaci di tendere le braccia agli altri e capire fino in fondo le bellezze e le ricchezze che loro ed il nostro ambiente ci possono offrire.

Possibilmente attraverso questa performance, questa esperienza, cercheremo di ricordare al nostro pubblico la sua capacità spirituale di occuparsi della propria identità.
Aiutando gli attori a trasformare loro stessi in nuove realtà, la mia speranza è che tutto questo ci insegnerà qualcosa su chi siamo e chi potremmo diventare.
Se non ora quando mai, nella storia, abbiamo avuto così tanto bisogno di fiducia nella padronanza individuale della propria esistenza?
MICHAEL MARGOTTA


domenica 27 novembre 2011

IL CANTO DI AMORE E DI MORTE DELL'ALFIERE CRISTOPH RILKE

In scena alla Torretta Valadier di Roma  dal 26 novembre al 4 dicembre 2011" Il canto di amore e morte dell'alfiere Cristoph Rilke" una performance teatrale della "danzattrice" Gabriela Corini, tratto dall'omonima opera di R. M. Rilke nella traduzione di M.T. Ferrari. Ciò che sorprende in questo spettacolo è l'estrema contemporaneità del testo, scritto da Rilke in una sola notte del 1889 e pubblicato nella stesura definitiva nel 1912 due anni prima dello scoppio della I Guerra Mondiale. Rilke venne a conoscenza che in una cronaca del 1665 il conte Johan Von Stauffemberg narrava la triste vicenda di Cristoph Rilke fratello di Otto Von Rilke signore di Langenau. Cristoph trovò la morte giovanissimo a  soli 18 anni nel 1663 in Ungheria combattendo contro i Turchi nella campagna di Raimondo Montecuccoli, Cristoph non aveva una sua motivazione per partecipare alla campagna lui voleva solo tornare a casa. L'interpretazione della Corini che passa agevolmente dalla narrazione della vicenda, all'interpretazione dei vari personaggi scorre fluida, in un ambientazione raccolta con il pubblico stretto intorno a lei rapito dal suo condurlo sempre più a fondo nella storia, fino ad arrivare all'acme tragicamente conclusivo.
IL CANTO DI AMORE E MORTE DELL'ALFIERE CRISTOPH RILKE
di R. M. Rilke
adattamento : Gabriela Corini
dalla traduzione di: Maria Teresa Ferrari
Torretta Valadier dal 26 novembre al 4 dicembre 2011
Piazzale di Ponte Milvio
Miriam Comito

sabato 26 novembre 2011

FESTA ARTISTI 7607: "STAND UP FOR YOUR RIGHTS"

Domenica 27 novembre
al ConteStaccio
(Via di Monte Testaccio 65/b a Roma)
dalle h 19.30 in poi

Elio Germano, Carmen Giardina, Neri Marcore', Cinzia Mascoli, Pivio, Paco Reconti,
Alessandro Riceci e Claudio Santamaria
invitano il pubblico romano alla

Festa di Artisti 7607: “Stand up for your rights”
 Gli artisti si uniscono per creare un'alternativa al Monopolio

Anche in Italia, come negli altri paesi europei, la libera concorrenza può portare ad un miglior funzionamento degli enti che raccolgono e distribuiscono i compensi derivati dallo sfruttamento dell'opera di attori e musicisti. ARTISTI 7607 raccoglie tra i suoi associati oltre mille artisti ed ha intrapreso la strada di auto-rappresentarsi nella raccolta e distribuzione dei compensi.
Dalle19.30 alle 21.00, aperitivo informativo e dalle 22.00 Performance e Live Music sul palco con Paolo Calabresi, Marco Cocci, Valentina Correani, Pietro De Silva, Elio Germano, Sandro Joyeux, Paola Minaccioni, Johnny Palomba, Edoardo Pesce, Claudio Santamaria, Paolo Sassanelli, Federico Scribani, Daniela Virgilio ...e tanti altri artisti amici sostenitori e ospiti a sorpresa

Ingresso a sottoscrizione 5 euro

info 
tel. 06 57289712

martedì 22 novembre 2011

SERATA OMICIDIO

In scena al Teatro de' Servi dal 22 novembre all'11 dicembre 2011 "Serata omicidio" è una divertente commedia tinta di giallo prodotta da Il gruppetto ( Emanuela D'Antoni, Giorgia Lo Grasso, Giuseppe Sorgi, Rosario Terranova) ensamble già conosciuto per aver partecipato a  trasmissioni televisive come Zelig off  e a Zelig,  nonchè calcato le scene del Teatro Parioli di Roma nella stagione 2009-2010 con "Il gruppetto volo 747". Qualcuno annuncia su internet non solo che commetterà un omicidio, ma anche l'ora esatta e il luogo in cui lo commetterà: l'appartamento in cui una giovane donna si è appena trasferita! A casa ella giovane donna, arrivano i personaggi più disparati, tutte donne più un uomo, ad un certo punto l'omicidio avverrà...a quel punto la vicenda si dipanerà grazie alle trovate comiche dei personaggi, tutti prigionieri di un clichè. Con una strizzatina d'occhio a Agata Christie, si metteranno in scena in modo comico e divertente i vari stereotipi dei romanzi e telefilm gialli.
SERATA OMICIDIO
di
Giuseppe Sorgi
Regia
Giuseppe Sorgi
con: Emanuela D'Antoni, Raffaella De Leo, Irma Carolina Di Monte, Andrea Garofalo, Shara Guandalini, Alessandra Ponti
Teatro De' Servi dal 22 novembre all'11 dicembre 2011
Via del Mortaro 22
http://www.teatroservi.it/
http://www.ilgruppetto.com/

Miriam Comito

domenica 20 novembre 2011

Oscuri abbracci

La  Compagnia del Contatto
Presenta  
 
Oscuri Abbracci
di Diego Curzola  
Regia
Gabriele Cometa  
Con
Gabriele Cometa,Benedetta Cimatti,Giuseppe Mancari,Valentina David,Pierpaolo Laconi,Adelina Magurno,Elisa Rivelli,Susanna Stefanizzi,Federica Dori,Chiara Calabrese.   
11-13  18-20  25-27 Novembre 2011 
Teatro Elettra  
Debutta venerdì  11 novembre 2011, all'Elettra Teatro in via Capo d'Africa 32, Oscuri Abbracci diretto da Gabriele Cometa, già regista di Tre Giri di Giostra, Edipo re, Stai Con Me, Dentro il tuo silenzio e A piedi nudi nel parco. 
Italia, 1505, causa un territorio conteso, si combatte una grande battaglia tra le più  illustri famiglie vampire. Solo due famiglie sopravvivono, eguali di potere: gli Obert di Volterra e i Roverisio di Venezia. Da quel dì ci fu tregua, in attesa che un’antica profezia si compia: un giorno colui che rimarrà umano tra i vampiri, bagnerà con il suo sangue la terra maledetta portando così la rinascita della famiglia oscura. Dopo più di 500 anni, tutti i tasselli tornano al loro posto: le due famiglie, l’umano tra i vampiri e i giorni della tradizione. Ora serve solo il sangue e il quadro è completo, o quasi: quale famiglia firmerà quel quadro, si saprà solo alla fine. Tradizione, lotte, stratagemmi e amore faranno da cornice. 

Non è facile rappresentare i non umani. "Oscuri abbracci" è uno spettacolo di impatto, basato essenzialmente sulla bravura degli attori, attenti a rimanere impassibili pur facendo trasparire i dissidi interni del proprio personaggio, in questo sono aiutati dalle lenti a contatto colorate dal rosso acceso, al blu profondo, passando per il ghiaccio e il giallo,che danno agli occhi un aspetto ferino.  Il tessuto narrativo è semplice due casate rivali di vampiri si fronteggiano per la  vittoria finale, quel che colpisce è la coordinazione di movimento tra i vari attori tra scatti improvvisi e chiusure in se stessi, tra movimenti estremamente veloci e lentissimi...tanto hanno tempo sono immortali.
Miriam Comito

 
Note di regia
“Oscuri Abbracci” è il secondo capitolo di una trilogia iniziata con “Tre Giri di Giostra”. Come in precedenza, a prevalere nello spettacolo è la figura femminile, un elemento fondamentale per l’eleganza e la bellezza della scena (non poteva essere altrimenti parlando di Vampiri). Se poi a ciò si aggiunge la parola Arte, data dall’ambientazione e da rimandi del testo a letteratura, danza e scultura, il risultato è completo. 
A portare lo spettatore nella storia, questa volta, è l’effetto cinematografico della voce fuori campo, chi ascolta è portato per mano all’interno della storia, capendo già dall’inizio che non è uno spettacolo che si vede tutti i giorni.
Ciò che caratterizza questo spettacolo, come quello precedente e non solo, è la mia ricerca della più completa naturalezza nella recitazione. Uno studio impegnativo che ho giocato sulla completa immobilità e freddezza,fisica ed emotiva, del vampiro e sull’emozioni interne. Uno studio difficile e molto interessante che ha portato gli attori a far trasparire le emozioni senza darle a vedere. 
Oscuri abbracci
Di Diego Curzola
Regia Gabriele Cometa
Con Gabriele Cometa,Benedetta Cimatti,Giuseppe Mancari,Valentina David,Pierpaolo Laconi,Adelina Magurno,Elisa Rivelli,Susanna Stefanizzi,Federica Dori,Chiara Calabrese.
Teatro Elettra
11-13  18-20  25-27 Novembre 2011
Via Capo d'Africa, 32
Ore 21.00
Biglietto: Unico 10.00 euro. 

giovedì 17 novembre 2011

CONSONANTìA

TEATRO AGORA’
dal 15 al 20 novembre 2011
La Compagnia Teatrale Consonantia
Presenta
AnnaChiara Tealdi
in
CONSONANTìA
ideato, scritto, diretto ed interpretato da
AnnaChiara Tealdi
In scena: Lorenzo Farina

Alla chitarra: Andrea Brandizzi e Carlo Testana
Scenografia: Cuqui Trujillo
Costumi: Norha Trujillo

Sarà in scena al Teatro Agorà (via della Penitenza, 33), dal 15 al 20 novembre 2011 lo spettacolo/concerto CONSONANTìA, scritto, diretto ed interpretato da AnnaChiara Tealdi. Teatro e musica si fondono sulle tavole del palcoscenico, unendo il fascino della parola recitata alla magia delle note e del canto, per portare in scena un viaggio che intreccia i ricordi con il presente e il futuro. Un percorso appassionante e appassionato in cui la parola sarà accompagnata dalla musica dal vivo con le chitarre di: Andrea Brandizzi e Carlo Testana.
I due protagonisti, condividono da tempo un percorso di vita e d’amore, improvvisamente interrotto dalla partenza di lui per gli Stati Uniti, alla ricerca del sogno americano. La promessa è quella di scriversi e rivedersi presto, ma lei prosegue il suo viaggio che la porterà…
Uno spettacolo avvolgente e coinvolgente in cui è inevitabile essere rapiti da brani dal grande potere evocativo, cantati dalla protagonista sulle note delle chitarre di Andrea Brandizzi e Carlo Testana: THE WAY WE WERE, QUANTO T'HO AMATO, TITANIC, AMARA TERRA, OVER THE RAINBOW, NEW YORK-NEW YORK , ANEMA E CORE, CHELLA LA', A' TAZZA E' CAFE', GUAGLIONE, SANTA LUCIA LUNTANA, MALAFEMMENA, ALLERIA, SMILE, THAT'S AMORE, MY WAY- A MODO MIO.

Ecco il trailer dello spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=SbxsKJCQye4

CONSONANTiA la nostra opera prima teatrale, nasce in un contesto totalmente evocativo, che vede la Musica dal vivo protagonista di un percorso dell'emigrazione da Napoli -Italia  verso gli Stati Uniti-New York, co-protagonista è il Viaggio inteso come cambiamento, opportunità, benessere e sogni realizzati. Un uomo e una donna,  (lui musicista, lei cantante). L'addio, la partenza, la solitudine il tradimento di lei, il perdono e la gioia di ritrovarsi. Il tutto in una splendida cornice evanescente di ricordi, lettere scritte, dialoghi frizzanti ed emozioni musicali che segnano le tappe salienti del loro percorso, uno spettacolo nel quale tutti si possono ritrovare a ricordare ciò che nel passato si lascia, ma non necessariamente si abbandona, poiché nel cambiamento  drammatico di lasciare la propria terra  si può con passione trovare una fecondità sconosciuta ed accettabile. CONSONANTìA è un percorso in uno scenario totalmente evocativo di una storia d'amore, di emigrazione e di tradimento, narrata su un sottofondo di poesia e musice eseguita dal vivo”.

AnnaChiara Tealdi e Andrea Brandizzi



CONSONANTìA è uno spettacolo ma anche un progetto artistico in continua evoluzione, creato e portato avanti da AnnaChiara Tealdi e Andrea Brandizzi, compagni sulla scena e nella vita, che portano in giro questo spettacolo in Europa e America, dove si esibiscono anche per il vasto pubblico degli italiani all’estero.


"Consonantìa" è più uno spettacolo musicale che teatrale, AnnaChiara Tealdi avvolge il pubblico con la sua voce calda, sfoderando un repertorio ben conosciuto di canzoni napoletane, i tre quarti dello spettacolo sono cantati, fa da sfondo una bella coreografia di pannelli con su scritti testi di canzoni e un video sull'emigrazione del nostro popolo negli Stati Uniti., di contrapposto il protagonista maschile Lorenzo Farina dovrebbe mettere più sentimento e espressività nella recitazione, per arrivare di più al pubblico e fare realmente da sponda alla Tealdo, fondamentali Andrea Brandizzi e Carlo Testana sia per le musiche che per il divertente siparietto.
Miriam Comito


 BIOGRAFIE

ANNACHIARA TEALDI nata ad Opera in provincia di Milano.
Sin da bambina studia pianoforte e  canto. Contemporaneamente frequenta i corsi di  studio scientifici per poi laurearsi in Biologia, mantenendo sempre a lato viva l'espressione artistica e continuando a perfezionarsi in canto e recitazione. Entra a far parte della compagnia teatrale “Alessandro Volta” di Milano. Recita per un giornale di fotoromanzi. Si concede due anni sabbatici che trascorre negli U.S.A. a Pittsburgh e a San Francisco, esibendosi in numerosi locali con il repertorio napoletano. Torna in Italia dove vive tra Milano, Vicenza e Roma, città nella quale vive attualmente.


ANDREA BRANDIZZI nato a Velletri nei Castelli Romani. Agli studi tecnici affianca un percorso artistico con la chitarra classica. Durante gli studi universitari per laurearsi in Fisica si occupa come  direttore tecnico del Festival Internazionale di Teatro Comico “Homo Ridens” a S. Giovanni V.no (Arezzo). Professore di Fisica alle scuole superiori, conduce laboratori musicali rivolti a studenti ed adulti.

Teatro Agorà - via della Penitenza, 33 Roma

Orario spettacoli: ore 21 – domenica ore 17,45
Biglietti: 13 euro più 2 euro di tessera - Prenotazioni: Tel: 06 68 74 167

 

I locali del teatro sono situati in via della Penitenza, 33 (nel cuore del quartiere Trastevere nei pressi del Carcere Giudiziario "Regina Coeli" e l'Orto Botanico).
Il posto è raggiungibile con i mezzi di trasporto ATAC n.23, 280, 271 e il bus elettrico 116

DI NOTTE NON C'E' NESSUNO

Piccolo Eliseo Patroni Griffi
lunedì  14 novembre 2011
Per i lunedì  di Artisti Riuniti,
con la direzione artistica di Piero Maccarinelli: 
Di notte che non c'è nessuno
di Luca De Bei
 (lettura scenica)
con David Sebasti, Azzurra Antonacci, Gabriele Granito

Nell’ambito dei Lunedì di Artisti Riuniti al Piccolo Eliseo, si terrà il 14 novembre alle 21,00, la lettura scenica di “Di notte che non c’è nessuno” di Luca De Bei, con David Sebasti, Azzurra Antonacci, Gabriele Granito.
In una notte d’estate lungo i binari in disuso di una ferrovia si ritrovano tre personaggi: una ragazza che vive di espedienti, un ragazzo che vende il suo corpo, un giovane avvocato che nelle fughe notturne in cerca di sesso si porta dietro il figlio di pochi mesi. In preda alle loro contraddizioni spesso tragicomiche, i personaggi sono uniti da un vuoto di valori e di ideali ma anche dal desiderio di un futuro diverso. Mentre le ore scorrono verso un’alba destinata a illuminare le loro vite mutate i tre ci riveleranno il loro bisogno dell’altro, un bisogno profondo di emozioni e sentimenti nel tentativo, disperato, di esistere.  
Luca De Bei:
Nasce a Padova da padre veneto e madre italoamericana. Cresce a Napoli. Si diploma alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova. Come autore e regista debutta nel 1990 a New York con Buio interno a Off Broadway. Tra i suoi testi: Un cielo senza nuvole, I cani davanti alla lepre (tradotto in tedesco dal Burgtheatre di Vienna e in inglese dal National Theatre di Londra), La spiaggia (con Maria Paiato), Cacciatori nella neve, Un cuore semplice (dal racconto di Flaubert e ancora con Maria Paiato), Le mattine dieci alle quattro. Nel 2001 vince il Premio Flaiano e nel 2002 il Premio Europeo per la Drammaturgia del Festival di Heidelberg. Con Le mattine dieci alle quattro vince il premio Golden Graal per la regia 2010. I suoi testi sono pubblicati in Germania dalla Drei Masken Verlag di Monaco. È anche sceneggiatore cinematografico e televisivo.
L’8 settembre 2011, Luca De Bei, ha vinto il premio LE MASCHERE 2011 come "Miglior Autore di Novità Italiana" con il testo Le Mattine dieci alle quattro, spettacolo, sempre da lui diretto che sarà in scena per il terzo anno consecutivo a Roma; dopo il successo riscosso al Sala Uno e al Teatro Della Cometa, lo spettacolo sarà in scena infatti al Teatro Roma  dal 31 gennaio al 19 febbraio 2012, e sarà poi a Milano al Teatro Elfo Puccini dal 15 al 20 di maggio 2012. 
"Di notte non c'è nessuno" è la terza opera di Luca De Bei, dopo "Le mattine dieci alle quattro e "Cellule " che ho la fortuna di vedere in teatro e di poter recensire. Mi piace il modo che ha questo autore di far esprimere attraverso le parole, e i gesti i personaggi, di rederli immediatamente familiari al pubblico, attraverso la sua scrittura intellegibile. In "Di notte non c'è nessuno" ancor prima di leggere l'intervista a De Bei qui sotto riportata nel comunicato stampa, avevo notato una maggior durezza d'animo nei personaggi rispetto a quelli di altre opere, una chiusura in se stessi iniziale, come se fossero, in effetti, le copie negative delle anime pure di "Le mattine dieci alle quattro", mi aveva colpito in particolare una frase che dice il personaggio interpretato da Azzurra Antonacci "Se volevo un bambino lo avei fatto" quindi una consapevolezza della propria mancanza di valori, applicabile a tutti e tre i personaggi, sia i popolani rimasti popolani: la giovane coppia (Gabriele Granito e Azzurra Antonacci) sia nell' avvocato (David Sebasti) popolano che ha salito qualche gradino della società, e qui sento necessariamente il bisogno di dire per ritrovarsi in un ambiente come quello del praticantato estremamente umiliante, o meglio dorato per chi lo vede da fuori, di piombo per chi lo vive internamente: quanti "parafangari", figure grige affollano non solo gli studi  legali ma sopratutto riempiono con le loro file più o meno ordinate gli uffici notifiche, quelli delle cancellerie etc. etc. 
Miriam Comito
Intervista a Luca De Bei:
Come nasce questo nuovo testo?
“Di notte che non c’è nessuno” è in realtà una ideale prosecuzione di “Le mattine dieci alle quattro” (premio Le Maschere del Teatro 2011 - Miglior spettacolo d’innovazione), o meglio è un suo completamento. È la faccia opposta della medaglia. Non è un caso che nel primo titolo ci fosse la parola “Mattina” e qui il suo opposto, la  “Notte”. Nel primo testo i tre personaggi si ergevano in qualche modo al di sopra del disagio sociale, erano anime “pure” che cercavano, e in qualche caso trovavano, il coraggio per andare avanti, per resistere, per credere nella forza dei sentimenti. Erano personaggi positivi, in cerca di valori. Infatti il tema portante, nonostante l’argomento “tematico” fosse quello delle morti sul lavoro, era una storia d’amore e anche di amicizia e solidarietà. Qui, in “Di notte che non c’è nessuno” i personaggi sono invece immersi nel disagio, ne fanno parte, addirittura ne sono i responsabili.
Chi sono i protagonisti della vicenda?
Il ragazzo e la ragazza sono dei delinquenti, anche se di piccolo calibro (ma mettono in atto il rapimento di un neonato), il terzo uomo, un avvocato, viene dalla borghesia e “scende” nell’inferno di una notte fatta di violenza e se ne rivela, sorprendentemente attratto e complice. In tutti e tre è palese un vuoto di valori, di ideali. E’ il “non esserci nessuno” del titolo. Le loro anime sono un pozzo vuoto, un gorgo che risucchia l’ambiente esterno, lo vuole possedere, fagocitare, digerire (come il serpente di cui parla il ragazzo, che si nutre solo di prede vive).
Il giovane avvocato rappresenta qui l’ipocrisia di una società che si fonda sulla menzogna, sull’apparenza. Nel corso della storia rischierà di pagar a caro prezzo la sua condotta, e il compromesso fatto per ottenere un lavoro di prestigio (anche se sarà in realtà sbeffeggiato dal suo “dominus”, il suocero). Proviene da una famiglia modesta e crede di poter realizzare un avanzamento sociale sposando la figlia di un noto avvocato. Pur di essere accettato nel mondo che agogna, accetta di diventare padre e di dare al suocero un nipote. La sua natura omosessuale lo spinge perciò a cercare sesso fuori dal nucleo familiare  con giovani ragazzi che si prostituiscono (è risaputo peraltro che la maggioranza dei clienti dei giovani prostituti sono proprio padri di famiglia). Ma questo personaggio è anche una vittima di un sistema che rende i neo-laureati in giurisprudenza schiavi degli studi di avvocatura, che il sottopongono a trattamenti umilianti per il praticantato necessario all’esame di abilitazione alla professione. È’  insomma,un personaggio che sia nel privato che nel pubblico, è sottoposto a pressioni e richieste che rischiamo di farlo “esplodere”.
C’è un filo conduttore che lega i suoi personaggi?
Nei miei testi i personaggi sono in genere ai margini della società: dimenticati, smarriti, manchevoli, orfani, impreparati. Per questo osservano dall’esterno le regole del vivere sociale, e ne possono mettere anche se spesso inconsapevolmente, alla berlina le ipocrisie, le falle, i soprusi. La famiglia non è, a mio avviso, mai stata un vero valore per la società occidentale contemporanea, ma solo un mezzo di controllo, di consumo, di demagogia politica e sociale. La famiglia dell’accezione patriarcale e contadina (ricca di valori e di insegnamenti per i giovani) ha lasciato il posto a un goffo simulacro di nucleo familiare. Eppure, nonostante all’interno delle famiglie avvengano la stragrande maggioranza di violenze fisiche e psicologiche, stupri, delitti, tutti i rappresentanti del consesso civile fanno a gara per elogiare il concetto di famiglia, approvano leggi per la sua tutela, disconoscono ogni altro tipo di unione, di legame, di nucleo familiare. Ritengo invece che l’amicizia, gli affetti, e in primo luogo la solidarietà e l’empatia siano la nostra unica possibilità per un riscatto, per un progresso reale e anche l’unica chance che abbiamo per salvare noi stessi e gli altri dalla catastrofe sociale e ambientale verso cui l’umanità intera (sette miliardi di individui, cifra appena raggiunta) si sta dirigendo con colpevole indifferenza.

Teatro Piccolo Eliseo - Via Nazionale Rome, Italy

Ore 20,45 - Biglietto unico 5 (cinque) euro


Ufficio stampa Teatro Eliseo: Benedetta Cappon 06 48872238 – uffstampa@teatroeliseo.it
Ufficio stampa Luca De Bei:  Maya Amenduni 3475828061 - mayaamenduni@gmail.com

Ufficio Stampa Artisti Riuniti :                                                                                                 Studio Martinotti     martinotti@lagenziarisorse.it                                                                              www.francescamartinotti.com

con la collaborazione di Daniela Tamburrino   (3288945264)                                                                                                             

lunedì 14 novembre 2011

PICU. Io sono l'eroe

Dal 15 al 20 Novembre 2011, Lungotevere degli Artigiani 12/14, Roma 
 Ore 21
 PrimaVera Produzione
presenta
 PICU. Io sono l’eroe.
 Un progetto di Arcangelo Iannace, Michele Bevilacqua, Francesco Spaziani
 con
Arcangelo Iannace

Dal 15 al 20 Novembre 2011 PrimaVera Produzione presenta, al teatroinscatola di Roma,  Picu. Io sono l’eroe.
Lo spettacolo teatrale (55’), interpretato da Arcangelo Iannace, è ideato e realizzato da Francesco Spaziani, Michele Bevilacqua e Arcangelo Iannace.
Picu è il richiamo che dà inizio ad una trasformazione, parola che dà il via ad un viaggio senza ritorno, dove chi lo compie è colui che chiude il ciclo: resiste, compie il viaggio liberatore e  torna vincitore.
Picu è un uomo ordinario, che per uscire dai limiti della quotidianità che lo ingabbia, inventa un modo, un gioco di bambino per rompere ed oltrepassare gli argini della sua camera da letto. Picu è la storia di una solitudine, di tante solitudini. La storia di un viaggio e di una ricerca ossessiva di qualcosa di più grande: urgenza alla quale non può rinunciare.
Picu è il segnale che dà il via alla chiamata, alla trasformazione verso qualcosa di diverso, migliore forse.
È un continuo affondare senza affondare, all’infinito. È un attacco alla speranza e alla salvezza. Tutto come in un sogno. Potrebbe essere una fiaba, ma non lo è.
Arcangelo Iannace, Michele Bevilacqua e Francesco Spaziani sono tre attori, registi e autori. I loro percorsi professionali si intrecciano più volte negli ultimi anni fino a decidere di formare una piccola factory di idee, esperimenti e progetti artistici.
PrimaVera Produzione nasce nella primavera 2011 e produce il cortometraggio Saggia questo al momento in post produzione, ed ora PICU. Io sono l’eroe, spettacolo che nasce dal desiderio di raccontare il fascino dell’inadeguatezza congenita dell’essere umano, restituendole dignità.
Dal 15 al 20 Novembre 2011 al teatroinscatola, Lungotevere degli Artigiani 12/14, Roma.
Costo biglietto 8 €. Tessera associativa 2 €.


UFFICIO STAMPA
Maria Crescenzi
392 0944816


teatroinscatola
347 6808868 - 340 5573255

Il lavoro dell'attrice sul produttore

Sycamore T Company
presenta

al  Colosseo Nuovo Teatro
Dall’8 al 20 novembre 2011


                                      (Prima Nazionale “Asti Teatro 32”  il 30.6.2010)




di Riccardo Leonelli

con
Francesco Branchetti
Veronica Gentili


Musiche Pino Cangialosi
Luci Giorgio Rossi
Scene Cristiano Paliotto
Costumi Sara Stefanelli


Regia
Riccardo Leonelli


In una società dove la meritocrazia è una parola molto adoperata ma poco attuata, dove nelle potenti stanze  vengono prese le grandi decisioni a tavolino, dove  il  “sapere” viene sostituito dal “piacere”, dove l’essere è sconfitto dall’apparire,  sta per arrivare al  Colosseo nuovo teatro un ritratto lucido, comico e spietato del mondo dello spettacolo: Il lavoro dell’attrice sul produttore, commedia, amara,  sottile, ironica e divertente.
In sei quadri diversi incontreremo sei coppie differenti interpretate sempre dagli stessi attori. Nel primo quadro troviamo l’ingenua alle prese con un personaggio scaltro che tenta in tutti i modi di farle capire che per lavorare è necessario essere molto disponibili. Nel secondo,  un’attrice molto maldestra cerca con ogni mezzo di sedurre il suo interlocutore, che si rivelerà, alla fine, disinteressato. Nel terzo un produttore cinico e senza scrupoli arriva quasi a violentare psicologicamente un’attrice di principi, ma forse troppo polemica e disillusa. Nel quarto la “bella senz’anima” alle prime armi si propone ad un produttore alla ricerca di coerenza, il quale, nonostante voglia favorire il talento, deve soccombere all’ennesima raccomandazione proveniente dall’alto. Nel quinto l’impresario tenta con ogni mezzo di sedurre una bellissima artista dell’Est Europa, cercando invano di ammaliarla con pseudo-conoscenze intellettualistiche che non fanno altro che peggiorare la situazione. Nel sesto quadro, infine, un’attrice intraprendente si offre a un produttore inamovibile, nel disperato tentativo di salvare una carriera necessariamente bisognosa di una svolta; il finale sorprenderà tutti, produttore compreso.

Note di regia
L’incomunicabilità fra attrice e produttore rivela un disagio concreto dei nostri giorni per tutti i lavoratori dello spettacolo e denuncia, al contempo, una situazione “anomala” in cui il lavoratore (l’attrice) deve rivolgersi al datore di lavoro diretto (il produttore), senza passare per il necessario tramite artistico (il regista). In questo spettacolo, che in particolare prende in esame il mondo della televisione, l’attrice è sintesi di tutti gli artisti dello spettacolo che vivono un precariato perenne in cui non è il merito artistico a premiare, ma le raccomandazioni, la politica, la furberia, il mobbing. Non si tratta solo di una lotta fra sessi – come il titolo potrebbe far pensare –, quanto di uno scontro esistenziale all'interno di una realtà che si rivela un’unica grande storia di amore-odio fra compromesso e potere, fra l’arte e la brutale svendita della stessa. È come se le esistenze dei vari personaggi fossero tutte riconducibili a un unico rapporto: complesso, conflittuale, ironico, tragico.
Il lavoro dell’attrice sul produttore vuole essere sì un’operazione di denuncia e di riflessione, che cerca di non scadere mai nella retorica o nell’ovvietà di alcuni meccanismi di potere, ma è anche – fortemente – commedia. Il gioco degli equivoci, dei doppi sensi, del ridicolo di certi personaggi che rasentano l’assurdo sostiene uno spettacolo vivace, ritmato, comico nella risibilità dei casi umani che si presentano quadro dopo quadro. L’aspirante attrice-velina che si presenta al produttore per “iniziare” come protagonista nella sua nuova fiction ne è la sintesi più attuale. È un testo che critica apertamente questa coatta assegnazione dei ruoli, ma la regia e l’interpretazione degli attori offrono il destro a una comicità irresistibile e inevitabile, che permette agli spettatori di seguire la crudezza degli eventi con necessaria leggerezza. Alcuni momenti possono ricordare le recenti intercettazioni telefoniche, altri la fortunata serie televisiva Boris, invitando sempre lo spettatore a riflettere su un sistema che ai più può sembrare descritto con tinte esagerate, ma che gli addetti ai lavori sanno essere esattamente così.
La pièce si avvale dell’interpretazione di Francesco Branchetti e Veronica Gentili: attori istrionici e profondi, in grado di attraversare momenti comici e tragici con costante efficacia e di ricreare dodici esistenze davvero reali. La scena, asettica ed essenziale, ricorda un ufficio post-fantozziano in cui si alternano le vicende tragi-comiche dei protagonisti; la fissità dello studio ci suggerisce che, pur trovandoci di fronte a coppie diverse, ogni storia, in fondo, è uguale a se stessa. Le musiche, sono state composte dal maestro Pino Cangialosi con grande sensibilità e accortezza, sì da accompagnare con ironia o drammaticità le brevi esistenze dei nostri.
Lo spettacolo ci mostra uno spaccato di vita: reale fino al midollo e, al contempo, pregno di assurdità quotidiane; ritmato, ricco di exploit comici ed emotivi, ma anche, se vissuto in prima persona, tremendo, vile, doloroso.                                                                         Riccardo Leonelli

In scena al Colosseo Nuovo  Teatro (via Capo d’Africa 29/A tel. 06/7004932 http://www.e-theatre.net/) dal giorno 8 al 20 novembre. Orario spettacoli dal martedì al sabato ore 22, domenica ore 16.30. lunedì riposo (giovedì 10  novembre  doppio spettacolo ore 16.30- ore 22, domenica 13 novembre riposo).
Biglietto intero € 10, ridotto € 8,00.

Ufficio stampa Valeria Buffoni
Tel.06/60654876-347/4871566
https://mail.google.com/mail/h/phaig6tywpqd/?&v=b&cs=wh&to=valebuf@yahoo.it


Link trailer sito Nuovo Teatro Colosseo:
 
http://www.e-theatre.it/play.php?vid=1744
http://www.e-theatre.it/play.php?vid=1745

giovedì 10 novembre 2011

Notte criminale: il nuovo punto di vista sul crimine

 NOTTE CRIMINALE: IL NUOVO PUNTO DI VISTA SUL CRIMINE

Mercoledì 9 novembre 2011. Si è presentato oggi Notte Criminale, il primo web magazine interamente dedicato alla criminalità italiana di ieri e di oggi. Il portale pronto a presentare fatti, storie, crimine e criminali in maniera inedita, insolita, singolare.
«Non vogliamo parlare della superficie di Avetrana, Cogne o altre storie. Diamo la notizia. Vogliamo riflettere e far riflettere, documenti alla mano e scaricabili dal sito a costo zero. Oggi più che mai – dichiara l’editore Alessandro Ambrosini - il crimine fa parte del quotidiano della gente e noi vogliamo scoprire per esempio qual è il ruolo che gioca la malavita dietro episodi che apparentemente sembrano violenza e basta. Senza trama».
Senza trama ma nella rete. E’ on line che il web magazine, infatti, trova la sua sede, redazione compresa. Il web, è la libertà di poter informare a fondo, veloce e lontano: «Notte Criminale è l’idea, la possibilità di rivoluzionare una cultura malata- ha dichiarato il direttore Marina AngeloUn piccolo contributo pronto a de-strutturare la cultura criminale. Conoscerne i particolari, approfondirne i dettagli, ricollegare fatti, persone, storie, aiuta a combatterla».
Un progetto ambizioso mirato a soddisfare un gap informativo: «Notte Criminale sarà una testata unica nel suo genere, un’assoluta novità nel panorama giornalistico italiano. - ha affermato l’avvocato-scrittore Gianluca Arrighi - Finalmente un web magazine giovane, libero e coraggioso. Sono sicuro che appassionerà milioni di lettori»
Ed il magistrato-scrittore Otello Lupacchini incalza: «Per la prima volta un web che racconta il mondo della criminalità nazionale e internazionale impiantata in Italia, dopo gli anni Novanta, attraverso un’informazione costante ed un linguaggio semplice, che, secondo i curatori farebbe di Notte Criminale un criminal-magazine alla portata di tutti. Gran bella sfida».
Ed è con coraggio che Notte Criminale ha catturato l’attenzione dei lettori più e meno appassionati presentando, in conferenza stampa, l’esclusiva intervista che Fabio Di Chio ha “strappato” al super pentito di camorra Carmine Schiavone, facendo centro. Come da linea editoriale, anche Carmine, il cugino di Sandokan, fondatore dei “Casalesi s.p.a.” accusato di concorso nell'omicidio di oltre 50 persone, condannato a 8 anni di arresti domiciliari scaduti nel 2001 grazie ai benefici riconosciuti ai pentiti, e pilastro del processo anticamorra Spartacus, racconta gli “andamenti del mercato criminale” di ieri e di oggi:
«La mafia più forte non è quella militarmente più attrezzata, ma quella più intelligente. Oggi il primato lo detiene la mafia cinese. Gli orientali sono rispettosi, quando si trovano su un territorio che non è sotto il loro controllo chiedono se possono lavorare al clan che comanda, chiaramente versando una percentuale sugli affari. La ‘ndrangheta, invece, in questo momento è la più ricca tra le mafie nostrane. Può muovere grandi somme di denaro e inoltre quando compra droga sui mercati sudamericani può permettersi di non pagare subito: tutti si fidano della parola data dai calabresi»
E guardando al passato ricorda: «Se penso a Casal di Principe negli anni della mia giovinezza – dice - ricordo che mio padre risolveva questioni personali, aiutava la gente, garantiva giustizia e sicurezza. Si viveva di onore. Col tempo le cose sono cambiate….Un tempo il camorrista non doveva vendere droga nella sua zona, se tirava cocaina doveva smaltirla altrove, doveva andare a divertirsi a una certa distanza dai luoghi che di solito frequentava. Non era bene farsi vedere sconvolti. Erano altre regole. Prima si rispettavano, oggi non esistono più».
Un onore che si acquisiva come un sacramento: «Quando si battezzava un membro dell’organizzazione, il rito prevedeva la puntura del dito della mano con uno spillo d’oro, d’argento o una spina d’arancio. La goccia di sangue bagnava l’immagine della Madonna “Maria Ss. Preziosa”, patrona di Casal di Principe, e poi l’immagine si bruciava a simboleggiare la pena e il tormento che avrebbero distrutto chi avesse tradito il giuramento di fedeltà».
E, dei suoi tempi, non manca di portarci dentro Gomorra: «L’affare dei rifiuti ha cambiato le cose. Marione era già stato fatto fuori in Portogallo. Poi scopro un traffico di fusti tossici e radioattivi provenienti dal Nord Italia e da Oltralpe e interrati nelle nostre campagne. Erano dei pazzi: alla nostra gente assicuravano la morte per leucemia o cancro. Cercarono di incastrarmi, facendomi capire che il mio tempo era finito e quindi dovevo prepararmi a morire ucciso o a finire i miei giorni in galera. Invece i piani sono falliti»