giovedì 10 novembre 2011

Notte criminale: il nuovo punto di vista sul crimine

 NOTTE CRIMINALE: IL NUOVO PUNTO DI VISTA SUL CRIMINE

Mercoledì 9 novembre 2011. Si è presentato oggi Notte Criminale, il primo web magazine interamente dedicato alla criminalità italiana di ieri e di oggi. Il portale pronto a presentare fatti, storie, crimine e criminali in maniera inedita, insolita, singolare.
«Non vogliamo parlare della superficie di Avetrana, Cogne o altre storie. Diamo la notizia. Vogliamo riflettere e far riflettere, documenti alla mano e scaricabili dal sito a costo zero. Oggi più che mai – dichiara l’editore Alessandro Ambrosini - il crimine fa parte del quotidiano della gente e noi vogliamo scoprire per esempio qual è il ruolo che gioca la malavita dietro episodi che apparentemente sembrano violenza e basta. Senza trama».
Senza trama ma nella rete. E’ on line che il web magazine, infatti, trova la sua sede, redazione compresa. Il web, è la libertà di poter informare a fondo, veloce e lontano: «Notte Criminale è l’idea, la possibilità di rivoluzionare una cultura malata- ha dichiarato il direttore Marina AngeloUn piccolo contributo pronto a de-strutturare la cultura criminale. Conoscerne i particolari, approfondirne i dettagli, ricollegare fatti, persone, storie, aiuta a combatterla».
Un progetto ambizioso mirato a soddisfare un gap informativo: «Notte Criminale sarà una testata unica nel suo genere, un’assoluta novità nel panorama giornalistico italiano. - ha affermato l’avvocato-scrittore Gianluca Arrighi - Finalmente un web magazine giovane, libero e coraggioso. Sono sicuro che appassionerà milioni di lettori»
Ed il magistrato-scrittore Otello Lupacchini incalza: «Per la prima volta un web che racconta il mondo della criminalità nazionale e internazionale impiantata in Italia, dopo gli anni Novanta, attraverso un’informazione costante ed un linguaggio semplice, che, secondo i curatori farebbe di Notte Criminale un criminal-magazine alla portata di tutti. Gran bella sfida».
Ed è con coraggio che Notte Criminale ha catturato l’attenzione dei lettori più e meno appassionati presentando, in conferenza stampa, l’esclusiva intervista che Fabio Di Chio ha “strappato” al super pentito di camorra Carmine Schiavone, facendo centro. Come da linea editoriale, anche Carmine, il cugino di Sandokan, fondatore dei “Casalesi s.p.a.” accusato di concorso nell'omicidio di oltre 50 persone, condannato a 8 anni di arresti domiciliari scaduti nel 2001 grazie ai benefici riconosciuti ai pentiti, e pilastro del processo anticamorra Spartacus, racconta gli “andamenti del mercato criminale” di ieri e di oggi:
«La mafia più forte non è quella militarmente più attrezzata, ma quella più intelligente. Oggi il primato lo detiene la mafia cinese. Gli orientali sono rispettosi, quando si trovano su un territorio che non è sotto il loro controllo chiedono se possono lavorare al clan che comanda, chiaramente versando una percentuale sugli affari. La ‘ndrangheta, invece, in questo momento è la più ricca tra le mafie nostrane. Può muovere grandi somme di denaro e inoltre quando compra droga sui mercati sudamericani può permettersi di non pagare subito: tutti si fidano della parola data dai calabresi»
E guardando al passato ricorda: «Se penso a Casal di Principe negli anni della mia giovinezza – dice - ricordo che mio padre risolveva questioni personali, aiutava la gente, garantiva giustizia e sicurezza. Si viveva di onore. Col tempo le cose sono cambiate….Un tempo il camorrista non doveva vendere droga nella sua zona, se tirava cocaina doveva smaltirla altrove, doveva andare a divertirsi a una certa distanza dai luoghi che di solito frequentava. Non era bene farsi vedere sconvolti. Erano altre regole. Prima si rispettavano, oggi non esistono più».
Un onore che si acquisiva come un sacramento: «Quando si battezzava un membro dell’organizzazione, il rito prevedeva la puntura del dito della mano con uno spillo d’oro, d’argento o una spina d’arancio. La goccia di sangue bagnava l’immagine della Madonna “Maria Ss. Preziosa”, patrona di Casal di Principe, e poi l’immagine si bruciava a simboleggiare la pena e il tormento che avrebbero distrutto chi avesse tradito il giuramento di fedeltà».
E, dei suoi tempi, non manca di portarci dentro Gomorra: «L’affare dei rifiuti ha cambiato le cose. Marione era già stato fatto fuori in Portogallo. Poi scopro un traffico di fusti tossici e radioattivi provenienti dal Nord Italia e da Oltralpe e interrati nelle nostre campagne. Erano dei pazzi: alla nostra gente assicuravano la morte per leucemia o cancro. Cercarono di incastrarmi, facendomi capire che il mio tempo era finito e quindi dovevo prepararmi a morire ucciso o a finire i miei giorni in galera. Invece i piani sono falliti»

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