venerdì 9 gennaio 2015

DALL'ALTO DI UNA FREDDA TORRE Recensione

7-25 GENNAIO 2015



DALL’ALTO DI UNA FREDDA TORRE
ProgettoGoldstein/ArgotStudio/Uffici Teatrali
di Filippo Gili
regia Francesco Frangipane
con Massimiliano Benvenuto, Ermanno De Biagi, Michela Martini, Aglaia Mora, Matteo Quinzi, Barbara Ronchi
scenografia Francesco Ghisu
musica Jonis Bascir
luci Giuseppe Filipponio

"Dall'alto di una fredda torre" è uno spettacolo che predispone per il pubblico ad un'immersione totale nella storia più intima della famiglia Mori. La tragica vicenda che vede i due figli porsi dilemmi su scelte basilari, viene giocata in 14 quadri che prendono vita in varie parti della sala, a volte in quelle centrali, a volte negli angoli, a volte gli attor camminano rasentando il pubblico, e ancora, per una parte dello stesso uno o più attori potrebbero essere posti quasi sempre di spalle, o decentrati, o ancora vicinissimi. Questo allestimento, mi ha dato l'idea della volontà di significante diverso  a secondo dei punti di vista, al di là del significato stesso più comune. L'operazione di catarsi è così pienamente raggiunta, un po' perchè non si ha una visione fissa, ma si è portati a muovere il capo,gli occhi in direzione dell'azione del quadro, ma soprattutto perché l'intensità del testo e la bravura con cui viene recitato dagli interpreti, su tutti Barbara Ronchi nel ruolo di Michela, non lasciano indifferenti, anzi si esce dalla sala con una domanda...io al posto suo cosa farei?
Miriam Comito




Dopo il grande successo di Prima di andar vialo spettacolo che è diventato anche un film diretto da Michele Placido e appena presentato alla 32 edizione del TFF_Torino Film Festival, il duo Francesco Frangipane (regia) - Filippo Gili (autore) torna a firmare un nuovo lavoro che vuole proseguire questo intenso percorso drammaturgico e teatrale attraverso una seconda tappa in cui si continuano ad affrontare i grandi temi universali, ovvero la vita e la morte, il destino e il libero arbitrio, partendo da uno stesso contesto, la famiglia, ma addentrandosi per sentieri fin qui inesplorati.
In prima nazionale dal al 25 gennaio, al Teatro Argot Studio, debutta Dall’alto di una fredda torre, una produzione Progetto Goldstein in collaborazione con Argot Studio e Uffici Teatrali con Massimiliano Benvenuto, Ermanno De Biagi, Michela Martini, Aglaia Mora, Matteo Quinzi, Barbara Ronchi.
Una Tragedia in quattordici quadri. Una normalità familiare stravolta dalla malattia. Due genitori ignari del loro destino, due figli piegati dal peso di una scelta, due medici testimoni del dramma. E il pubblico, non più semplice spettatore, che accerchia lo spazio scenico quasi a invaderlo, quasi a condividerlo con i personaggi in una comunione di emozioni e stati d’animo.

Anche in questo caso quindi si vogliono affrontare grandi temi universali, focalizzandoli in un contesto più piccolo, La famiglia. Un microcosmo che ci permette, proprio grazie alla riconoscibilità di situazioni familiari quotidiane, di predisporre il pubblico ad un meccanismo automatico d’immedesimazione e di catarsi. Tutto ciò facilitato da un’idea di allestimento che continua a tenere il pubblico dentro la scena, che accompagna lo spettatore per mano dentro la storia stessa e lo induce a condividere le emozioni dei personaggi, tanto da farsi carico delle domande e dei dilemmi che travolgono i protagonisti”.                                                                                             (Francesco Frangipane)


“E’, per me, la naturale conseguenza di Prima di andar via: scritto molti anni dopo, ma come se si trovasse dietro la porta del primo. Perché se nel primo volevo raccontare la volontà di rivoltare un destino ‘millenario’, e farlo diventare il destino di un uomo e basta, in questa ‘fredda, alta torre’, si nega violentemente la qui ragionevolissima richiesta di farlo. L’assurdità della ragione di Francesco, il protagonista di Prima di andar via, contro il ‘buon senso’ della vita, si ripete in Elena. Che scende in battaglia, a proprie spese, contro la più basica morale umana: quella che nel nome tanto umano dell’amore, patisce, osteggia, e oltraggia il nome, altrettanto umano, forse ancor più umano, della morte. Il punto che accomuna questi miei due scritti non è argomentale, né concettuale: è propriamente fisico, propriamente ‘tragico’; ed è quello in cui l’amore per il destino, e il suo odio, diventano la stessa cosa”.                                                                        (Filippo Gili)






Teatro Argot Studio
Via Natale Del Grande, 27 | tel | fax 06/5898111 mobile 392 9281031
biglietti: 12 euro, 10 euro (ridotto) + tessera associativa (3 euro)
www.teatroargotstudio.com - info@teatroargotstudio.com
tutti i giorni ore 21:00 – domenica ore 17:30 - lunedì riposo

giovedì 8 gennaio 2015

CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL PROGETTO- CANTIERI CONTEMPORANEI

CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE
del PROGETTO

Cantieri contemporanei

in collaborazione con
Accademia d’arte drammatica “Silvio D’Amico”


Si è svolta questa mattina la conferenza stampa di presentazione del progetto “Cantieri contemporanei” a cura del Teatro Due Roma e di Roberta Azzarone, con il patrocinio dell’Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio D’Amico”.
Rompono il clima di crisi che si abbatte sul panorama teatrale e culturale italiano e romano  entusiamo, partecipazione collettiva, grinta e tanta buona volontà che accomunano i giovani protagonisti degli spettacoli in rassegna.

All’insegna del rinnovato impegno nella promozione della drammaturgia contemporanea, il Teatro Due Roma inaugura i suoi 30 anni di attività con una serie di progetti drammaturgici e teatrali come polo permanente di promozione, distribuzione e formazione di giovani realtà artistiche romane e italiane.

Il direttore artistico del teatro Marco Lucchesi ha anticipato i tre progetti in cantiere fino a Maggio:

  • 8/25 gennaio "Cantieri contemporanei" a cura del Teatro Due Roma con il patrocinio dell'Accademia nazionale d'arte drammatica Silvio D'Amico,
  • "A Roma, A Roma!" a cura di Francesca De Sanctis
  • “DOIT festival –Drammaturgie Oltre il Teatro” a cura di Angela Telesca e Cecilia Bernabei (bando di partecipazione online su www.doitfestival fino al 28febbraio 2015).


Cantieri contemporanei – Officina promozionale, con il patrocinio dell’Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio D’Amico”, è il progetto che apre la stagione 2015, dall’ 8 al 25 gennaio.
La rassegna accoglie quattro spettacoli proposti dagli ex allievi diplomati all’accademia: autori e registi e attori emergenti con testi inediti e ri-elaborazioni della drammaturgia tradizionale e contemporanea internazionale.
Progetti artistici nati, come spiegano gli ex allievi  “....in maniera spontanea dalla inevitabile unione tra le forze e la volontà che spinge a creare insieme, dall’ entusiasmo, da una chiacchierata, da un gioco, da un sogno, dalla comune esigenza di condividere con un pubblico...”.

La collaborazione con l’Accademia nasce dal desiderio e dall’esigenza di creare un ponte sempre più saldo tra la formazione artistica e l’inserimento nel mondo del lavoro, tra attività pedagogica ed esigenza d’ incontrare il pubblico.



Alla conferenza stampa sono intervenuti:

Marco Lucchesidirettore artistico del Teatro Due Roma
Luca Mascolo, attore in “Un signore in vestaglia domain si sveglierà presto”
Francesca Caprioli, regista di “Das Schloss”
Emiliano Russo, regista di “Assolutamente deliziose”
Roberta Azzarone – curatrice della rassegna e attrice in “Julien Zoluà”




Cantieri contemporanei

8 e 9 gennaio 2015
Un signore in vestaglia domain si sveglierà presto

scritto e diretto da
Massimo Odierna

con Luca Mascolo, Vincenzo D’Amato, Alessandro Meringolo,
Sara Putignano, Viviana
Altieri, Massimo Odierna,
Mariasilvia Greco

Ritratto di un’inquietudine generazionale e della sua leggerezza al confronto di grandi temi come l’amore, la morte ed il sesso.
Una storia “drammaturgicamente” inconclusa, come spesso è inconcludente, ma a tratti affascinante, l’essere giovani.





10 - 14 gennaio 2015
Das Schloss

da F. Kafka
drammaturgia e regia
Francesca Caprioli

con Gabriele Abis, Gabriele
Anagni, Simone Borrelli,
Laurence Mazzoni, Eleonora Pace, Paola Senatore,
Flavio Francucci

“E’ la vita che è diventata servizio, o il servizio che è diventato la vita?”
Un uomo che cerca disperatamente di capire le catene che lo legano ad un sistema che non comprende. Un sistema che lo guarda e non lo riguarda, che è fatto di immagini e non immagina, che produce segreti fatti di carta e uomini di ferro.




15 - 20 gennaio 2015
Assolutamente deliziose

di Claire Dowie
regia Emiliano Russo

con Flaminia Cuzzoli
e Ottavia Orticello

Due donne cresciute insieme  A e B si incontrano dopo molto tempo. Ricordi di infanzia, delle prime esperienze sessuali, rancori. Cosa implica nascere “bambine” in questo mondo con i suoi Microonde e l’irrigazione del colon? Un ti odio e ti amo senza esclusione di colpi.





21 - 25 gennaio 2015
Julien Zoluà

di Giulio Maria Corso

diretto e interpretato da
Roberta Azzarone, Michele Lisi,  Carlotta Mangione, Valerio D’Amore, Carmine Fabbricatore

All’ora del tè, Leone invita il suo servitore Julien a parlare da amico tra favole e sogni. Il matrimonio di Leone e Isabelle è alle strette, sarà il marito con le sue azioni a creare una spaccatura decisiva al triangolo.
Premio SIAE NUOVA DRAMMATURGIA UNDER 35.








Teatro Due Roma stabile d’essai
Vicolo dei due Macelli, 37
Per info e prenotazioni tel. 06/6788.2590

USCITA DI EMERGENZA Recensione



Teatro della Cometa
7 | 25 gennaio 2015



USCITA DI EMERGENZA
di
Manlio Santanelli

con
Vittorio Viviani e Gino Auriuso

regia
Enrico Maria Lamanna

Aiuto regia: Augusto Casella
Scene: Massimiliano Nocente
Costumi: Teresa Acone
Grafica: Overlook
Organizzazione: Maria Francesca Serpe

"Uscita di emergenza" è uno spettacolo affascinante in tutte le sue molteplici sfaccettature, partendo dalla scenografia che catapulta immediatamente lo spettatore in un ambiente apparentemente post atomico, ma che vuole, invece, suggerire uno stato d'animo personale dei due protagonisti, passando per il testo mutevole nella sua forma a volte facilmente afferrabile, altre fluidamente sfuggente,  come del resto è la vita. Si rimane con l'attenzione completamente catturata per tutta la durata dell'opera, grazie anche alla bravura dei due attori: Vittorio Viviani e Gino Ariuso che ci rendono i due personaggi interpretati rispettivamente Cirillo e Pacebbene, assolutamente vivi, e capaci di sorprendere ad ogni loro azione o discorso. Il parallelismo operato da Santanelli tra il fenomeno del bradisismo terrestre e quello umano è assolutamente calzante, a seconda dei tasti toccati, si aprono o si chiudono crepe nell'anima, si vedono scogli prima coperti dall'alta marea. I due personaggi non potrebbero essere più disparati tra loro, per età, esperienze di vita, carattere,  cultura ma qualcosa di misterioso li unisce: il mondo esterno che in qualche modo li ha delusi viene tenuto fuori, insieme alle gatte fameliche e terrorizzanti. Uno spettacolo simbolico con all'interno dello stesso più registi di lettura.
Miriam Comito




Bradisismo, precarietà, ricordi, paure, sospetti… sono alcuni degli “ingredienti” presenti nella commedia, o meglio ancora nella tragicommedia USCITA DI EMERGENZA scritta da Manlio Santanelli che vede in scena - al Teatro della Cometa dal 7 al 25 gennaio 2015 - Vittorio Viviani  e Gino Auriuso per la regia di Enrico Maria Lamanna.

Santanelli, autore, scrittore contemporaneo e partenopeo, si perché solo un napoletano doc, verace, poteva così efficacemente raccontare uno squarcio di vita di due amici-nemici (Pacebbene e Cirillo) rinchiusi in una “catapecchia pericolante” qual è la loro casa, in una Napoli soffocata dal fenomeno del bradisismo, dove i colori caldi e veraci del mare,del sole,delle strade, dei quartieri,del popolo, lasciano spazio all’intenso grigiore che regna tra le mura domestiche dove si ritrovano i due protagonisti. Loro hanno scelto volutamente l’ isolamento, la rottura, il distacco dal mondo esterno, mai uscire di casa se non per estrema necessità per poi rientrarci in fretta, come braccati da un cacciatore senza pietà nella propria tana disfatta, in rovina, vuota, triste… ma per loro unica certezza, unico luogo dove sentirsi protetti. In questa precarietà materiale e morale, Pacebbene e Cirillo si raccontano, si confrontano, sfidandosi come in un incontro di pugilato, sferrando tremendi colpi bassi che lacerano l’animo e la dignità. Non mancano, nel corso della commedia, momenti di comicità, spesso amara, come ama definirla l’autore. Tra l’ ex sacrestano Pacebbene e l’ex suggeritore teatraleCirillo non c’è un attimo di respiro, la loro vita, gli amori,la religione, le gioie, le donne, le sconfitte, le vittorie, il dramma quotidiano con cui sono costretti a vivere per scelta, sono immagini che scorrono veloci come in un vecchio caleidoscopio che proietta al pubblico due uomini segnati dagli eventi, con l’ anima piena di crepe generate dal “bradisismo" della vita.

Quella di Manlio Santanelli è una scrittura fitta di deliranti paradossi e di metafore iperboliche, eppure solidamente immediata, una scrittura dai confini aperti, dove è presente, da un lato, una deviazione, uno straniamento verso l’assurdo, dall’altro, un alto coefficiente di teatralità, evidente nella fortissima percettività corporea, una corporeità imperfetta, che caratterizza quasi tutti i suoi personaggi.
Il bradisismo, consistente in un periodico abbassamento o innalzamento del livello del suolo relativamente lento sulla scala dei tempi umani (normalmente è nell'ordine di 1 cm per anno) ma molto veloce rispetto ai tempi geologici. Esso non è avvertibile in se stesso, ma riconoscibile visivamente lungo la riva del mare, mostrando la progressiva emersione o sommersione di edifici, coste, territori.
In USCITA D’EMERGENZA il bradisismo dunque è metafora della vita, La terra che trema viene a configurarsi come metafora dell'instabilità dell'uomo, dell'infelicità. Siamo parte del paesaggio in cui viviamo e il paesaggio è parte di noi. I movimenti incerti della terra, scuotono le nostre certezze e difficilmente le ricostruzioni riescono a colmare i vuoti.

Teatro della Cometa - Via del Teatro Marcello, 4 – 00186 Orario prenotazioni e vendita biglietti: dal martedì al sabato, ore 10:00 -19:00 (lunedì riposto), domenica 14:30 – 17:00 - Telefono:06.6784380
Orari spettacolo : dal martedì al venerdì ore 21.00, sabato ore 17.00 e ore 21.00, domenica ore 17.00 - giovedì 15  ore 17.00
Costo biglietti: platea 25 euro, prima galleria 20 euro, seconda galleria 18 euro.
RIDUZIONI PER I LETTORI DELLE TESTATE MEDIA PARTNER DELLO SPETTACOLO:
PERSINSALA, SALTINARIA, GUFETTO
     

mercoledì 7 gennaio 2015

L'OPERA DA TRE SOLDI AL SIDECAR

L’OPERA DA TRE SOLDI
Di Bertold Brecht,  REGIA Massimiliano Caprara
In scena dal 15 Gennaio al 1 Febbraio 2015
Al SIDECAR – sale multimediali d’arti performative-Roma

NOTE DI REGIA
Brecht è il meno assimilabile degli autori occidentali degli ultimi cento anni. il suo carattere anti borghese, anti militaresco il suo fraternizzare continuo con qualunque causa si ponesse contro l’idea di potere,  ne fanno un personaggio evitato pur se teatralmente inevitabile ( ed anche non banalizabile, direi). Meglio quindi evitarlo: da qui le poche messe in scena , (spesso comunque riletture)  di testi come, appunto, l’Opera da tre soldi , rifacimento di un’opera di due secoli esatti anteriore e già a suo tempo decisamente polemica, the Beggar’s Opera di John Gay, che nelle mani di Brecht diventa un manifesto anti sistema ante litteram, in cui si afferma che il potere in quanto espressione del governo borghese e capitalista è sempre una espressione criminale e ha bisogno di strutturarsi attorno all’illegalità se non direttamente alla malavita. Con questo assunto e battute come “ cos’è la rapina di una banca in confronto alla sua fondazione...?!” è ben superfluo sottolineare l’inscalfibile attualità di questo testo e l’ intatta prorompenza del suo autore. Per questo esattamente non fu omologato come altri autori socialisti quali Bernard Show , che divenne un classico già in vita, oppure , tutto sommato, lo stesso Pinter, che pure rifiutò un Nobel, forse perché filtrato dai movimenti degli anni Sessanta e Settanta che ne istituzionalizzarono determinati contenuti. Con Brecht questo non accadde, e metterlo in scena è ancora chiaccherare con un collega attorno ad un bicchiere di vino o di birra parlando dei fatti che scorrono nelle cronache politiche, tra una battuta ed un’aria musicale. La musica, dunque. Il motivo per cui Brecht scelse il cabaret  fu proprio la gioia straniante che dà la musica ai fatti umani e il divertimento grottesco che provoca se cantata dalle sue maschere sociali ( tali sono quelle di Brecht in riferimento ai misteri popolari che occupavano le piazze di Mosca e Stalingrado già dagli anni 20), e sopratutto se composta da uno dei maggiori compositori del Novecento, Kurt Weill, annoverando tra gli spartiti di questo lavoro arie tra le più universalmente conosciute e reinterpretate. Un divertimento, dicevamo, che parla alla ragione non mira al coinvolgimento emotivo perché il pubblico sia testimone,( in quanto oggi è pubblico ma domani sarà elettore), e sappia trovare nel teatro , una palestra ove esercitare il giudizio e il senso critico ...ma solo a condizione di ritrovare il divertimento, appunto, quello spontaneo genuino e popolare dell’arte scenica. A questi  essenziali riferimenti ho improntato la regia dell’opera da tre soldi, non come uno dei suoi posteri ma essendo egli un mio contemporaneo, senza quindi imbastire nessuna operazione, né sovrapporre al suo punto di vista il mio ma anzi lasciandomi portare ove lui, con molta chiarezza indicava. Il risultato è la freschezza un pò goliardica un pò crudele di un’opera assolutamente necessaria  , immediata, e funzionale al divertimento netto, diretto cioè a quel senso popolare del teatro che sa di vero ed utile. E in tutto ciò non può esserci sfuggito ad entrambi la scritta che campeggiava nel teatro dei comici dell’arte italiani a Parigi “Ridendo castigat mores”

domenica 4 gennaio 2015

VOCI DI ROMA. PASSEGGIATE AL CENTRO STORICO Recensione

VOCI DI ROMA. PASSEGGIATE AL CENTRO STORICO
(Edizioni Interculturali Uno)


Palazzo Ferrajoli – Piazza Colonna 355 – Roma

"Voci di Roma. Passeggiate al centro storico." è un libro che va al di là delle guide turistiche tout-court, perché pur occupandosi di passeggiate nel centro della città eterna utilizza un approccio metodologicamente diverso da quest'ultime, ovvero, si esime da divagazioni letterarie e dal descrivere pedissequamente i monumenti più importanti per dare spazio, all'anima parlante della città. Gli undici itinerari descritti, non partono infatti dall'alto delle cupole ma dal basso dei vicoli e delle stradine romane, là dove la grande storia di Roma e la sua quotidianetà si intrecciano. Nel libro si ritrovano i detti, i proverbi romaneschi, perché, a scapito del "verba volant", le parole corrono da una generazione all'altra, e ci fanno ricordare anche la Roma scomparsa grazie agli sventramenti iniziati dopo il 1870 e andati avanti fino all'epoca fascista, ma che per fortuna hanno lasciato frammenti di muro, dove spesso si possono trovare piccole iscrizioni spesso indecifrabili, che assieme alla tradizione orale ci aiutano ad andare oltre il vedibile e ad ascoltare, il suono del passato, che ha comunque una stretta connessione con il presente, e a penetrare con gli occhi il muro stesso, per entrare dentro la sua storia, dentro il suo sentimento un sentimento collettivo. Le passeggiate proposte dagli autori sono 11 e sono di tipo circolare, il punto di partenza e di arrivo coincidono. Ogni passeggiata dura circa 2 ore.
Miriam Comto



Un libro originale come impostazione e prezioso come scoperta. Così il sociologo Franco Ferrarotti introduce il volume Voci di Roma di Roberto Spingardi e Maurizio Ortolani (Edizioni Interculturali Uno) che adesso, tradotto anche in inglese, troverà una sua collocazione all’estero o per gli stranieri di passaggio a Roma, anche se di turistico ha quasi nulla, toccando invece i contenuti storici attinenti alla Città eterna tramite storie ricche di aneddoti e cultura che ne determinano il sostrato artistico attraverso il suo passaggio nel tempo. Un volume che – benché uscito qualche mese fa - è stato presentato in anteprima nella suggestiva cornice di Palazzo Ferrajoli sabato 3 gennaio alle ore 18 nell’ambito di una serata tutta romanesca (cena tipica a seguire) appartenente all’iniziativa INVITO A PALAZZO. FESTE DI LUCI IN PIAZZA COLONNA promossa e organizzata dal Centro della Promozione del Libro, in collaborazione con Edizioni Interculturali, Eventing Roma, Studio Scopelliti-Ugolini e Altrevie.
Le undici passeggiate “indietro nel tempo” attraverso le loro leggende e verità e i differenti processi di contestualizzazione dei monumenti – in un tragitto che va da Marco Aurelio ai tipici nasoni, dalle cupole alle gattare, dal lotto pontificio a Santa Maria Maggiore e via dicendo – sono esercizi che stimolano e sviluppano una fantasia che interpreta Roma in una chiave insolita, valorizzati da una speciale attenzione sull’urbanistica interattiva, con tanto di piantina dedicata ad itinerari percorribili in non più di due ore. Il tutto scritto dagli autori, che in tale contesto introdurranno, leggeranno e commenteranno il lavoro nelle vesti di simpatici ciceroni, in un dialetto atto a recuperare le sfumature cancellate dal singolo ricordo ma che fanno tuttora parte di una tradizione popolare basata su una variegata memoria collettiva.
Dalla leggenda alla verità – o viceversa – la pubblicazione non vuole essere dunque una sorta di consumistica guida alternativa, ma un filo d’Arianna per seguire i cammini dei sogni e delle favole che animano anche i più oscuri angoli di questa città sparita nella quale si intersecano ilarità e superstizione, semplicità e furbizia, nonché il perenne scontro tra il popolo e il potere.


Roberto Spingardi 
Manager e giornalista, coniuga la passione per la scrittura e la comunicazione con il suo impegno in importanti aziende dei mercati globali.
Nel suo “catalogo” troviamo saggi dedicati al lavoro e all'impresa, tra cui Cosa farò da piccolo, ricordi lontani di una economia vicinaManagerialmenteUn Manager piccolo piccoloDivieto di sosta, l’Impresa nell’Italia che cambiaPer un nuovo sviluppo, il manager come risorsaEtica conviene.
Di diversa scrittura e riflessione sono opere di varie argomentazioni proposte secondo specifiche modalità narrative, tra le più recenti delle quali si segnalano Il nuovo spettatore, guida alla lettura dei mediaCara Cina Punto ComSai muoverti a Shangai?In che senso pardon?Sincera... mente. I volti della menzognaPNL, l'arte dell'interazioneEneagrammaNon è vero ma ci credoStress. Manuale di sopravvivenza.
Curiosa ed originale anche la produzione riservata a vari aspetti e segreti della città eterna: Rime per Roma Voci di Roma.

Maurizio Ortolani
Già manager di una grande azienda italiana, pubblicista, cultore di sociologia presso l'Università degli Studi di Roma La Sapienza, è autore di: G. Mosca, scritti sui sindacatiLa teoria della classe politica. I classici: G Mosca e V. ParetoI classici dell'economiaE intanto... facciamo le cornaL'impresa nell'Italia che cambiaVoci di Roma.

INVITO A PALAZZO. FESTE DI LUCI IN PIAZZA COLONNA 
Un’iniziativa con il patrocinio di Roma Capitale Municipio Roma I
Programma completo 
Sabato 3 Gennaio 2015
-    Ore 10.00 – 17.00: Visita nel Palazzo Ferrajoli ad inviti per i turisti e gli ospiti dei grandi alberghi della Capitale, con foto opportunity e foto selfie della Colonna Antonina (tutti i giorni con lo stesso orario)
-    Ore 18.00:  Presentazione del Libro “Voci di Roma – passeggiate al centro storico”, con musiche e letture romanesche,  intervengono gli autori Maurizio Ortolani e Roberto Spingardi, Edizioni Interculturali Uno
-    Segue ore 20.00: Cena Romanesca ad inviti e su prenotazione, info tel. 334 1096084 – edizioni interculturali@gmail.com