mercoledì 30 dicembre 2015

GRIDO D'AMORE EDITH PIAF Recensione

TEATRO DEI CONCIATORI
C.U.T. – Contemporary Urban Theatre - 100% TAGLIO CONTEMPORANEO

29 dicembre 2015 | 10 gennaio 2016

TEATRO E SOCIETA’ 
Presenta

GIANNI DE FEO
In

GRIDO D’AMORE
EDITH PIAF

Testo di Ennio Speranza
Alla fisarmonica Marcello Fiorini
Regia Gianni De Feo

Aiuto Regia Elisa Pavolini; Costumi Roberto Rinaldi; Scene Franco Grasso;
Arrangiamenti musicali Marcello Fiorini; Disegno Luci Flavio Mainella;
Foto e Grafica Manuela Giusto; Organizzazione e Pubbliche Relazioni Elisa Pavolini

Sarà in scena al Teatro dei Conciatori dal 29 dicembre al 10 gennaio, Gianni De Feo in GRIDO D’AMORE - EDITH PIAF.Testo di Ennio Speranza. Alla fisarmonica Marcello Fiorini. Regia Gianni De Feo.


Il testo di Ennio Speranza  "Grido d'amore- Edith Piaf" è pura poesia, ci immerge nel mondo variopinto della vita di Edith Giovanna Gassion dalla nascita leggendaria su un gradino di Rue de Belleville 72 con tanto di targa commemorativa, al cielo di zinco che il piccolo fiore ha dovuto subire in un quartiere ora alla moda grazie ai libri di Pennac, ma che conserva quel retrogusto della Parigi meno glamour, e che nel 1915 non doveva certo essere accogliente. Edith nasce da una famiglia di artisti ambulanti, la madre Line Marsa, cantante di strada è la figlia di Aicha amica della Goulue ballerina di can can e musa ispiratrice di Toulouse Lautrec, la piccola edith, constata l'incapacità della madre fu portata a vivere nel bordello tenuto dalla nonna materna, durante il quale fu colta da cecità temporanea durata ben quattro anni, poi inizia la vera vita vagabonda con il padre e in seguito con l'amica Simone Berteaut e l'incontro con il suo primo amore Louis Dupont da cui avrà la piccola Marcelle purtroppo morta di meningite all'età di due anni. L'incontro con Luis Leplèe le cambierà la vita,  lui proprietario del cabaret Le Gerny's sui Champs Elyseèes e che le darà il nome d'arte la Mo^me Piaf. Poi di nuovo la strada, dopo che l'impresario viene ucciso forse, non è mai stata fatta chiarezza su questo punto, da delle conoscenze di Edith. La strada quindi di nuovo che è sempre la che la accoglie,e poi nuove conoscenze il successo ormai raggiunto. La ricerca d'amore, la collera, il poco equilibrio, l'appetito sessuale, l'amore con il pugile Marcel Cerdan finito tragicamente per la morte di lui, salito su un aereo che non avrebbe dovuto prendere ma che prese perchè la Piaf lo implorò di andare subito da lei. La disperazione, la musica gli uomini, fino alla fine la malattia, l'ostinazione. Tutta questa vita straordinaria è raccontata nel testo di Speranza mettendola in parallelo con la vita di un clochard, poeta.  vagabondo ponendone in risalto le analogie che vanno puntualmente ad inserirsi nel solco della libertà, delle emozioni, dell'amore E Gianni De Feo lo fa in modo perfetto, entrando dentro l'anima dello spettatore. Per chi come me è stato al cimitero del Père Lachaise sa cosa vuol dire andare in quel luogo pieno di vita, dove si avverte una calma una gioia inesprimibili completamente con i consueti codici. Beh Gianni De Feo è riuscito a riportarmi a farmi rivivere quel pomeriggio di novembre di quest'anno,  a due settimane dall'attentato in cui andai a trovare rifugio in quel posto magico che è il cimitero del Père Lachaise. L'immedesimazione ha avuto atto il clochard si sente libero e vuole omaggiare la grande cantante francese con il dono di un fiore, un fiore semplice, come la margherita, che apre i suoi petali a raggiera, ma che racchiude in se un sole, come Edith Piaf nella sua semplicità apriva le braccia ed era in grado di dare alle cose più banali, un grado di lucentezza immenso, la grandiosità della semplicità. Alla fine dello spettacolo la margherita è stata "gettata" verso il pubblico, beh è finita sulle mie gambe che poggiarla sul mio orecchio. in una giornata fredda di fine dicembre la Margherita è arrivata a casa piegata con la corolla di petali non più intatta, il pensiero non poteva che corrermi a Edith e al suo corpo piegato dalla malattia negli ultimi anni, ma anche alla sua anima immortale e sempre vicina a noi. 
Miriam Comito



19 dicembre 1915. Belleville, quartiere popolare al Nord di Parigi. Nasce Edith Giovanna Gassion conosciuta solo qualche anno dopo e in tutto il mondo con il nome di Edith Piaf, il “passerotto”.

In occasione del centenario della nascita della grande artista francese, Gianni De Feo ripropone GRIDO D’AMORE - EDITH PIAF che vede il suo primo debutto al Teatro Belli di Roma già nel 2006. Ripreso negli anni successivi in tournée nazionale, tra cui Milano, Genova, Firenze, Napoli e poi il Teatro Gobetti di Torino nella programmazione dello Stabile, e in Svizzera, lo spettacolo ha suscitato grande consenso di critica emozionando il pubblico attraverso la storia appassionante e travagliata di una donna acuta ma al tempo stesso sregolata. Una donna che ha riversato nella voce la febbre di una vita difficile, spezzata da alti e bassi, colma di generosità, di allegria, di disperazione, di egocentrismo. In lei una fusione di impulsi e sensazioni: liberazione sessuale, alcool, droga, amori convulsi.  Una donna che ha avuto incontri, scontri, che è stata ispirata e che ha ispirato.

Jean Cocteau che scrisse per lei Le bel indifférent e le rimase amico per tutta la vita fino al punto di morire lo stesso giorno, di lei disse: “Non ho mai conosciuto una persona meno parsimoniosa con la propria anima. La sperperava, ne gettava l’oro dalle finestre”.

De Feo, accompagnato dal suono evocativo della fisarmonica di Marcello Fiorini, racconta e canta le canzoni della “chanteuse realiste” vestendo i panni di un poeta vagabondo, un clochard dei nostri tempi che, nel ripercorrere alcuni frammenti della propria vita, ripropone i passi dell’esistenza straordinaria di Edith Piaf, un’artista il cui sguardo e la cui voce hanno segnato un’epoca e sono entrati a far parte di un mito.

Un omaggio all’artista e a tutti quelli la cui anima vibra ancora nel cimitero del Père Lachaise, nel cuore di Parigi.

31 DICEMBRE SPETTACOLO CON CENONE DI CAPODANNO E BRINDISI


Così la critica:

“L’ottimo Gianni De Feo con Grido d’amore al Teatro Belli di Roma. Canta Padam padam, l’accordéoniste, Milord, le roi a fait battre tambour e al tempo stesso racconta Edith, racconta Parigi, un modo di esistere, l’estrema consapevolezza che la vita è tragica e leggera come il fumo di una Gauloise soffiata nella nebbia di una stazione ferroviaria francese.”
Left - Marcantonio Lucidi


“… Ci sono solamente un paio di ali sul palcoscenico per Grido d’amore, interessante per nulla scontato testo di Ennio Speranza, che intervalla frammenti della vita di Edith Giovanna Gassion, detta “il passerotto”, con canzoni più o meno celebri interpretate dal potente Gianni De Feo, anche regista della pièce… Un’ora abbondante di teatro-canzone, senza sbavature né eccessi… pioggia di applausi.”
Il Messaggero – Paola Polidoro


“… in scena, vestito con gli abiti di un dandy d’inizio secolo finito tra i clochard del lungosenna che pian piano quegli abiti se li toglie di dosso, come a denudarsi l’anima, c’è un attore-cantante straordinario che sembra uscito da una vecchia pellicola francese, un “beau garçon” dal fascino ambiguo che trasforma l’aneddotica e il repertorio di motivi più o meno celebri in puro batticuore, mito rivissuto. Una serata da non perdere.”
La Repubblica – Nico Garrone


“De Feo gioca e insieme idolatra la Piaf… Una dedica d’artista a tutti gli artisti.”
Il Messaggero – Rita Sala


“L’interprete ha saputo raccontare e cantare Edith Piaf in modo così magistrale da provocare dieci minuti di applausi alla fine dello spettacolo.”
Il Saviglianese, (Cuneo) – Vincenzo La Porta



TEATRO DEI CONCIATORI - Via dei conciatori, 5 – 00154 ROMA
Tel. 06.45448982 – 06.45470031 - info@teatrodeiconciatori.it - http://www.teatrodeiconciatori.it/
TIPOLOGIA BIGLIETTI: € 18,00  + tessera obbligatoria di 2 €
ORARIO SPETTACOLI: dal martedì al sabato ore 21,00 domenica ore 18,00
RIDUZIONI PER I LETTORI DI PERSINSALA, SALTINARIA, GUFETTO
           

Il Teatro ha il patrocinio gratuito del Municipio VIII (ex XI)


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