martedì 22 marzo 2016

CUTE Recensione

DOIT  DRAMMATURGIE OLTRE IL TEATRO

SPETTACOLO OSPITE



19 MARZO –  ore 21
20 MARZO – ore 17.30

CUTE
ideazione scenografica e coreografica Lisa Rosamilia
sonorizzazioni Giada Bernardini
tecnico alla scenografia Fabio Sabaino
Matroos Compagnia TeatroDanza - LAZIO

Premio Special Off Roma Fringe Festival 2015
Selezionato dalla stagione 2015/16 del Teatro Studio Uno per la rete dei teatri promossa dal DOIT Festival

CUTE è una vera e propria performance che va, in modo assoluto, al di là dello spettacolo teatrale, della pantomima, del balletto e anche del teatro-danza. CUTE è qualcosa di diverso dove la compagnia Matroos mette in scena qualcosa di veramente differente. Una tela, quindi materia viva e dietro un essere vivente. I due, anzi le due si fronteggiano, complici e nemiche allo stesso tempo. Perchè la pelle  si ci protegge, è il nostro organo più esteso, può essere molto fragile a volte, ma anche  dura  coriacea, e soprattutto costituisce la barriera tra interno e esterno, quante volte si sente dire "Quella persona non mi piace a pelle" oppure "Hai la pelle dura." Anni fa uscì un film "Senza pelle" di Alessandro D'Alatri con Kim Rossi Stuart nei panni di un ragazzo con problemi psichici, il titolo andava ad indicare la fragilità del protagonista  perchè senza schermo protettivo ovvero la pelle. 
La pelle però può essere anche, in senso metaforico una prigione da cui si vuole uscire, una trasformazione, un cambiamento, una rinascita. CUTE riesce a raccontare tutto questo attraverso la commistione di  linguaggi non verbali, mentre Lisa Rosamilia , pittrice, danzatrice, coreografa, impersona questo essere primitivo che cerca in tutti modi a lei conosciuti di uscire dal bozzolo, uscire al di fuori di una realtà già preordinata per andare verso un'ignota libertà a lei preclusa dalla presenza della tela che funge sia da protezione che da prigione, si odono le suggestioni sonore di Giada Bernardini, che segue i movimenti dell'essere che da dietro la tela, e che piano piano riuscirà mostrando anche il suo volto ferino nei suoi scomposti, ma al termine vincitori tentativi di liberarsi dalla barriera a passare oltre. Quello che la Compagnia Matroos fa è portare alla luce qualcosa di primitivo e materico, non ancora contaminato dalla società. lo spettacolo è veramente suggestivo e non può lasciare indifferenti.
Miriam Comito
  


Uno spettacolo originale, elegante, magnificamente concepito ed eseguito,
che costituisce, per chi ha la fortuna di assistervi, un'esperienza visivo uditiva di rara intensità, comunicando direttamente con l'inconscio individuale degli
 spettatori e delle spettatrici. Uno spettacolo da vedere e rivedere.
A. Paesano - Teatro.it

 La compagnia Matroos stimola felici convergenze di linguaggi, confermando
l'enorme potenziale della performance quale arte della contaminazione.
G. Sonno - Paper Street Rivista


Un quadro vivente, un racconto di immagini e metafore legate alle sensazioni e ai vissuti di una superficie cutanea, confine tra il mondo interiore e la realtà esterna.
Il corpo porta con sé segni, resti, cicatrici, tracce, impronte. La performance vuole narrare del segno tracciato sulla propria pelle, seppur invisibile, di incontri, parole, sensazioni.
La cute riveste e protegge, assorbe e rilascia, regola e partecipa, conosce attraverso il tatto, sente e comunica, esprime, respira, custodisce e conserva.
Sul tessuto di un’enorme tela, appaiono i movimenti interiori, le pieghe della pelle, ferite come solchi, a narrare le visioni, le emozioni, le trasformazioni, le separazioni e i ricordi, necessari a un ciclico ricambio di pelle.
La danza si muove in silenziosa comunicazione con un tessuto creato con materiali di riciclo assemblati in maniera pittorica. Gesti e inaspettate apparizioni di forme emergono dalla tela, in un continuo dialogo con la musica e le sonorizzazioni eseguite dal vivo.

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