venerdì 23 settembre 2016

LE NOSTRE DONNE Recensione

EDOARDO SIRAVO | EMANUELE SALCE
e MANUELE MORGESE

LE NOSTRE DONNE
di Eric Assous

musiche originali di Patrizio Marrone
scene di Lorenzo Cutùli

regia LIVIO GALASSI



produzione Compagnia TEATROZETA
 


22 - 25 SETTEMBRE 2016




 LE NOSTRE DONNE testo del  2013 del drammaturgo francese di origine tunisina Eric Assous, (di cui è stata fatta anche uan trasposizione cinematografica nel 2015 con Daniel Auteil) è in scena fino a domenica 25 settembre alla Sala Umberto di Roma, per la regia di Livio Galassi e l'interpretazione di Edoardo Siravo, Emanuele Salce e Manuele Morgese. Nel proprio salotto Max (Edoardo Siravo), sta chiacchierando più o meno serenamente con l'amico di sempre: Paul (Emanuele Salce) i due sono amici da una vita, il loro è un rapporto molto forte, che li porta, per il bene reciproco a punzecchiarsi vicendevolmente, su cosa? Dato che le loro carriere lavorative sono appaganti, non resta che mettere il dito nella piaga matrimoniale, perchè la realtà dei rapporti di amicizia di lunga data è proprio questa: ci conosciamo da tanto tempo...mi posso permettere tutto, il testo di Assous è assolutamente realistico. I due amici stanno aspettando il terzo del gruppo, Simon (Manuele Morgese) che è in ritardo..arriverà portando una notizia sconvolgente. LE NOSTRE DONNE  è una commedia apparentemente noir, incentrata su due punti nevralgici. In primis l'amicizia trentennale maschile, con le sue luci e ombre, e in secondo luogo il rapporto con le proprie donne, compagne, figlie, amiche. Si perchè, anche se non compaiono materialmente in scena le donne sono presenti nei dialoghi dei protagonisti. Un vaudeville moderno, e acuto che va a toccare le corde della borghesia, francese in questo caso, ma assolutamente trasportabile, come è stato fatto, a Roma a Milano a Napoli, rimanendo nei confini del nostro Paese. Siravo, Salce e Morgese, sono ben integrati tra loro, sì da dare vita a questa notte di confronto di scontro tra i loro personaggi, senza far calare l'attenzione, perchè in questo spettacolo non è tanto il plot  della storia di per se interessante quanto, come è scritta, e come viene interpretata. la scrittura di Assous è apparentemente leggera, ma in realtà va a toccare la realtà delle cose, gli attori come hanno ben saputo fare Siravo, Salce e Morgese, si devono lasciare andare ai personaggi. Tutto ruota intorno alle caratteristiche di ognuno, svolgendosi l'intera pièce all'interno di un salotto, non c'è a zione ma confronto ogni dialogo, ogni silenzio, ogni sfogo dei tre protagonisti ha un significato,  preciso e scandisce una fase di questa nottata di che scioglierà dei nodi della loro vita.
Miriam Comito



Non ci sono, ma invadono la scena: donne amate, odiate, rimpiante, assenze materializzate dai discorsi dei loro uomini in crisi, come loro: colpe riconosciute, colpe imputate; nessuno innocente, nessuno felice, nessuno autonomo.
Tre coppie in crisi, come tante altre che trascinano le loro incomprensioni senza l’energia per affrontarle e tentare di risolverle. Due amici aspettano un terzo per una partita a carte. Il ritardatario arriva sconvolto confessando che in un impeto d’ira ha strangolato la moglie (così crede) e chiede aiuto e protezione:  la testimonianza di un alibi falso.
Sgomento, perplessità, indecisioni, paure, egoismi, tutto viene sviscerato del loro ambiguo legame: sarcasmo, disistima, ingratitudine, rivalità taciute e rinfacciate con furioso disprezzo. Crollo dell’amicizia oltre a quello sentimentale. Ma dalle macerie pian piano – con un colpo di scena – le cose tentano di ricomporsi alla meno peggio e si può proseguire con l’acre sollievo della verità.
La partita a carte non sarà giocata, ma saranno messe in gioco – e senza più barare – le carte della vita, provocatrici di una metamorfosi che trasforma i cari amici in belve che si azzannano scuoiandosi a vicenda.

E’ una commedia magistralmente dosata che sa spingersi al limite della farsa ritirandosi con maestria e credibilità e che sa adombrarsi di bilanci esistenziali senza mai spegnere la sua brillante ironia. L’intelligenza della scrittura e del suo ritmo, il teatrale ribaltamento dei ruoli, ne fa una commedia preziosa, raffinata ed esperta, che attraversa  tutti gli umori del presente, leggera e spietata, coinvolta e coinvolgente.
Un raro stimolo di totale impegno per i tre protagonisti. Luci, scenografia, costumi, arredi, oggetti, tutto ciò che appare o entra in scena avrà senso e ruolo, semiologicamente applicati al nitore drammaturgico e psicologico di questa articolata vicenda che si inabissa oscura e riaffiora dissolvendosi alla tenue luce di un mattino di speranza…che però la regia non assicura.

SALA UMBERTO
Via della Mercede, 50 Roma
Tel. 06 6794753
giovedì e venerdì ore 21, sabato ore 17 e 21, domenica ore 17
Prezzi da 32€ a 23€

koo

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