domenica 31 gennaio 2016

IL MATRIMONIO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE Recensione

Associazione culturale
Cikale Operose
presenta

IL MATRIMONIO NUOCE
GRAVEMENTE ALLA SALUTE


Di Pierre Leandri e Elodie Wallace
Regia Massimo Natale
Con Fabio Ferrari, Silvia Delfino, Pia Engleberth, Maurizio D’Agostino
Progetto Gianluca Ramazzotti

dal 29 gennaio al 7 febbraio


TEATRO MARCONI - ROMA


Esilarante commedia "Il matrimonio nuoce gravemente alla salute", molto divertente, si ride già all'aprirsi del sipario, con tutti gli attori in scena impegnati in un rallenty della scena clou, per poi sfondare la quarta parete per dialogare con il pubblico e spiegare il perchè e il per come si è arrivati alla bagarre. Un atto unico privo di lentezze, scorrevolissimo, con incursioni in platea da parte dei personaggi, che cercano conferma alle proprie teorie difendendole in mezzo al pubblico, o ancora avendo lo spettacolo al suo interno oltre la commedia anche una vena di bonaria presa in giro dell'essere attore, udirete pronunciare frasi del tipo "Mi ha chiamato Ronconi" o anche " Sei tu che te ne stai sempre chiuso in camerino" non desinando pensieri personali e condivisibili su la situazione attuale italiana, con sottile allusione al "Family day" ricordiamo che questa commedia in origine nasce in Francia dove un family day non sarebbe neanche concepibile, pensabile, si potrebbe anche dire superato nel 2016 Où est l'amour est la famille.
Spettacolo quindi godibilissimo, di stretta attualità, con i personaggi ben caratterizzati e ben resi dagli attori sul palcoscenico. Grazie a Gianluca Ramazzotti, che appare in foto, nel ruolo del defunto padre di Romeo, per l'ennesimo bel progetto.
Miriam Comito

Una delle commedie più viste negli ultimi anni, che in Francia è giunta già alla quinta stagione registrando oltre 350.000 spettatori, dopo lo straordinario debutto al Festival di Todi arriva a Roma Il Matrimonio nuoce gravemente alla salute. Sarà il Teatro Marconi, diretto da Felice Della Corte, ad ospitare la prima tappa romana dello spettacolo diretto da Massimo Natale.
Dal 29 gennaio al 7 febbraio, Fabio Ferrari, Silvia Delfino, Pia Engleberth, Maurizio D’Agostino sono in scena con il testo di Pierre Leandri e Elodie Wallace, adattato per il pubblico italiano da David Conati.

Romeo e Sofia convivono da qualche tempo, Sofia è una donna in carriera impiegata in un’importante agenzia pubblicitaria e, dato che guadagna molto bene, Romeo sceglie di fare il casalingo. Michelina, madre di Romeo è una donna all’antica e, in base ai suoi solidi principi, è l’uomo che deve badare al sostentamento familiare e la donna occuparsi del focolare domestico. Romeo ha sempre cercato di evitare nel modo più assoluto che Sofia e Michelina si incontrassero ma una sera accade l’inevitabile: Michelina si auto invita a cena dal figlio la sera del suo compleanno per conoscere la “pseudo-nuora”. Romeo per salvare le apparenze, propone a Sofia di inscenare una commedia, solo per la madre, nella quale lui lavora e Sofia fa la casalinga. Ma Sofia è negata in cucina e dopo una serie interminabile di esilaranti equivoci e gag, la verità sarà costretta a venire fuori


IL MATRIMONIO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE
Di Pierre Leandri e Elodie Wallace
Regia Massimo Natale
Con Fabio Ferrari, Silvia Delfino, Pia Engleberth, Maurizio D’Agostino
Versione italiana di David Conati
Un progetto artistico di Gianluca Ramazzotti
Scena Gianluca Amodio
Disegno luci Stefano Lattavo
Teatro Marconi
viale Guglielmo Marconi 698e
dal 29 gennaio al 7 febbraio
Ore 21,00 domenica ore 17,30
Biglietti: Intero, 24.00 Ridotto, 20.00
tel 06 59.43.544

sabato 30 gennaio 2016

Teatro Brancaccio: “Te lo faccio vedere chi sono io”, sesta serata spettacolo - di beneficenza - in onore di Gianni Elsner

L’ Associazione Gianni Elsner  Onlus
presenta
“Te Lo Faccio Vedere Chi Sono Io!”
Sesta serata di beneficenza in onore di Gianni Elsner
Teatro Brancaccio
1 Febbraio 2016 ore 21,00
Ospiti:
Greg & the Frigidaires, Flavio Insinna, Michele la Ginestra, Massimo Wertmuller, Emanuela Villa, Alberto Laurenti, Dado, Tirocchi e Paniconi, Ciao Rino Band, Mago Lupis e Andrea E Simone

Lunedì 01 febbraio 2016, alle 21,00, al Teatro Brancaccio si terrà la sesta serata spettacolo - di beneficenza - in onore di Gianni Elsner dal titolo “Te lo faccio vedere chi sono io”. Greg & the Frigidaires, Flavio Insinna, Michele la Ginestra, Massimo Wertmuller, Emanuela Villa, Alberto Laurenti, Dado, Tirocchi e Paniconi, Ciao Rino Band, Mago Lupis, Andrea E Simone e i Note a Margine, sono alcuni degli artisti che si esibiranno in una gara di beneficenza e solidarietà, per  rendere omaggio a Gianni Elsner e per raccogliere fondi a favore dell’associazione fondata in suo onore.
La serata, che porta il nome della storica trasmissione radiofonica che lui ha condotto per più di trent’anni, si svolgerà in collaborazione con le tre emittenti del Gruppo Roma Radio: Radiosei, Retesport e Radio Roma Capitale. Saranno presenti i missionari del Paraguay Padre Attilio Cordioli ed Hermana Fabiola.
Un evento che racchiude in sé alcune grandi passioni di Gianni, ovvero il teatro e la solidarietà.  Gianni Elsner, oltre che attore, è stato uno dei conduttori radiofonici più amati della radiofonia romana e tramite la radio ha sempre  portato avanti iniziative in favore dei meno fortunati. L’associazione Gianni Elsner Onlus, sulla scia dell’attività portata avanti per più di vent’anni da lui, si occupa dell’adozione a distanza di bambini in Paraguay, ma negli anni ha realizzato moltissime altre iniziative  di carattere benefico.

Teatro Brancaccio
Roma via Merulana, 244,
INFO: 06.354.50.482
BOTTEGHINO: 06 80687231
PREZZO BIGLIETTI: 
platea €. 17,00
balconata €. 11,50


Ufficio Stampa Associazione Gianni Elsner Onlus:
Agenzia Maya Amenduni - @Comunicazione
Maya Amenduni
+39 392 8157943 
mayaamenduni@gmail.com

https://www.facebook.com/MayaAmenduni


                     

IL NOSTRO AMORE SCHIFO Recensione

Teatro dell’Orologio
stagione 2015 – 2016
CAMBIAMENTO REALE

TRILOGIA DEL GIOCO
MANIACI D’AMORE

IL NOSTRO AMORE SCHIFO > dal 29 al 31 gennaio 2016
BIOGRAFIA DELLA PESTE > dal 2 al 4 febbraio 2016
MORSI A VUOTO > dal 5 al 7 febbraio 2016

SALA GASSMAN
dal martedì al sabato ore 20:00 | domenica ore 17:00

Nell’ambito dei percorsi monografici della stagione Cambiamento Reale 2015 – 2016 del Teatro dell’Orologio, va in scena la Trilogia del Gioco, della compagnia Maniaci d’Amore, che si apre con lo spettacolo Il nostro amore schifo, di e con Francesco d’Amore e Luciana Maniaci, per la regia di Roberto Tarasco, da venerdì 29 a domenica 31 gennaio, continua con Biografia della peste, dal 2 al 4 febbraio, e si conclude con Morsi a vuoto, spettacolo inserito all’interno di Dominio Pubblico | Rassegna 2016, dal 5 al 7 febbraio.


IL NOSTRO AMORE SCHIFO, primo della TRILOGIA DEL GIOCO è uno spettacolo davvero bello e innovativo i MANIACI D'AMORE: Luciana Maniaci e Francesco D'Amore propongono una visione estremamente realistica del rapporto uomo-donna ai nostri tempi, analizzando la paura del "per sempre" maschile e il superamento coatto e tenace del "per ora" femminile, che sono alla radice dell'incomprensione che caratterizza spesso l'inizio delle relazioni amorose, ma che in seguito si dipanerà con note antitetiche a quelle iniziali, dove lui già provvisto di laccetti dall'inizio, non vorrà mai più staccarsi da lei, che, invece, in tarda età anelerà la libertà, e non sarà l'unico scambio profondo che accadrà tra i due. Difficile è riassumere in poche righe questo spettacolo, dissacrante e tenero allo stesso tempo, memorabile la scena in cui i due sono a cena a casa dei genitori di lei, i due attori sono talmente bravi che sembra che ci siano davvero anche gli altri commensali, entrambe hanno una presenza scenica e un'espressività notevole, bravissimi.
Miriam Comito

IL NOSTRO AMORE SCHIFO
di e con Francesco d’Amore e Luciana Maniaci
regia Roberto Tarasco
Il nostro amore schifo, spettacolo rivelazione della compagnia, giunto a più di cento repliche, è un’indagine dissacrante sul sentimento intricato della gioventù, sezionato e fatto a pezzi da due figli del nostro tempo, ingenui e spietati. E’ uno spettacolo di parola, una storia di non-amore durata decenni e condensata nel giro di un’ora, tra picchi sublimi e cadute umilianti, nel tentativo di comporre la guida illustrata della prima esperienza sentimentale, letta come rito di passaggio obbligato prima di consacrarsi alla tiepidezza e alla stabilità dell’età adulta.

BIOGRAFIA DELLA PESTE
di e con Francesco d’Amore e Luciana Maniaci
regia Roberto Tarasco
In Biografia della peste un ragazzo viene investito da un’auto. Torna a casa per informare la madre di essere morto ma lei non gli permette di andare nell'Aldilà: “A casa nostra morti non ne abbiamo avuti mai!”. Intanto lo scandalo si diffonde nel paese in cui morire non è concesso. Lo spettacolo è un apologo sulla vita e sulla morte o esplicitazione di una scioccante e “radicale” pulsione alla fuga. Uno spettacolo psicotico e magico, una riflessione sull'individuo e sulla comunità, sulla parzialità dell'esistenza, sulla necessità di chiamare ogni cosa col proprio nome, sul coraggio e la follia. Ma soprattutto sulla voglia di cambiare, sempre e comunque. La voglia di immaginare un futuro migliore, ovunque sia.

MORSI A VUOTO
di e con Francesco d’Amore e Luciana Maniaci
regia Filippo Renda
Morsi a vuoto sono i morsi della fame, della coscienza, del rimpianto, del dubbio. Sono i nostri limiti, le nostre insoddisfazioni, gli impedimenti con cui siamo cresciuti. Simona è una ragazza che ride sempre, perché non ha niente da ridere. L'incontro con un uomo sconosciuto e violento le cambia la vita, perché con lui scoprirà un'emozione vera e senza riserve: la paura di morire. “Morsi a vuoto” è il racconto di una generazione cresciuta nel disincanto, nella volgarità e nell'ironia. Un'indagine criptata sull'atto stesso della scrittura e del teatro, come mezzo ostinato di ricerca dell'emozione. Una commedia cruda e grottesca che riflette sé stessa, un dramma che non resiste alla tentazione di ridursi a farsa.
spettacolo inserito all’interno di Dominio Pubblico | Rassegna 2016


MANIACI D'AMORE
I Maniaci d'Amore sono Luciana Maniaci e Francesco d’Amore, attori e drammaturghi che da anni lavorano su testi propri, nell’ottica di rappresentare spietatamente, e con livido umorismo, realtà di relazione molto attuali con un linguaggio giovane e freschissimo. In breve sono diventati tra le più accreditate realtà emergenti nel panorama della nuova drammaturgia italiana. Lo spettacolo Il nostro amore schifo è diventato un cult con più di cento repliche in tutta Italia; il successivo Biografia della peste, Selezione Premio Scenario 2011 e vincitore del Premio di Drammaturgia Il Centro del Discorso, è stato protagonista al Festival delle Colline Torinesi, e nel 2013 è diventato un film, diretto da Andrea Tomaselli (Indyca Film). A giugno 2014 la nuova produzione Morsi a vuoto è stato prodotto dallo stesso Festival delle Colline Torinesi insieme al Festival Castel dei Mondi di Andria e ha conquistato il premio Scenari Pagani. Nel 2015 hanno vinto una menzione speciale al Premio Tuttoteatro.com Dante Cappelletti. Una raccolta con i loro primi tre testi, “La Trilogia del gioco”, è stata pubblicata dalla casa editrice Editoria&Spettacolo. A gennaio 2016 hanno debuttato con uno studio del nuovo spettacolo “La Crepanza” al Teatro Stabile di Torino.


INFO E PRENOTAZIONI
La prenotazione è vivamente consigliata
06 6875550 | biglietteria@teatroorologio.com
le prenotazioni possono essere effettuate dal lunedì al venerdì dalle 11:00 alle 19:00
ingresso consentito ai soli soci: tessera associativa annuale 3 euro
Teatro dell’Orologio
Via dei Filippini 17/A
00186 – Roma
www.teatroorologio.com
www.dominiopubblicoteatro.it 




venerdì 29 gennaio 2016

NUDI E CRUDI Recensione

28 gennaio – 7 febbraio2016

ARTISTI ASSOCIATI

Presenta


MARIA AMELIA MONTI    PAOLO CALABRESI

NUDI E CRUDI
di
ALAN BENNETT

traduzione e adattamento teatrale
EDOARDO ERBA

con
NICOLA SORRENTI

regia
SERENA SINIGAGLIA

Sarà in scena al Teatro Ambra Jovinelli dal 28 gennaio al 7 febbraio, l’irresistibile coppia MARIA AMELIA MONTI – PAOLO CALABRESI, protagonista di NUDI E CRUDI di ALAN BENNETT, traduzione e adattamento teatrale di EDOARDO ERBA; con NICOLA SORRENTI. Regia di SERENA SINIGAGLIA.


Pur essendo essenzialmente una commedia, questo testo di Alan Bennet tradotto e adattato da Edoardo Erba, ha dei risvolti metaforici, in cui si va a sviscerare, termine ricorrente nella pièce il rapporto d'amore tra un uomo e una donna, su cosa si basa e soprattutto cosa serve per farlo durare. In primis un piccolo trauma successo ai coniugi Ransome ovvero il completo svaligiamento della loro durante la loro assenza dovuta a uno spettacolo teatrale, già là si nota il primo scollamento tra i due, mentre lei seppur traumatizzata subito familiarizza con la nuova situazione lui, avvocato, pensa al risarcimento danni, lo scollamento continua, e giunge al suo acme quando per puro caso ritrovano la loro casa tale quale, trasportata in un magazzino, e occupata da una giovane coppia con cui lei fraternizzerà, in contrapposizione al completo distacco di lui. Quando nel secondo atto si giungerà a capire perchè gli era stata svaligiata casa, qualcosa inizierà davvero a muoversi ma mentre lei esplicherà lui terrà tutto dentro. L'epilogo triste e liberatorio allo stesso tempo, e senza dubbio ben riuscito là dove c'era una speranza di ricominciare tutto crolla, ma dalle ceneri si sa la fenice rinasce. Una coppia i  Ransome fuori  dal tempo, si vestono come se vivessero nell'Ottocento, lui completamente chiuso in se in se imploderà, lei si evolve, seppur avendo dichiarato di  non essere mai stata socialista bensì conservatrice, grazie a delle trasmissioni televisive di massa  sull'amore...la televisione diffusore di cultura...di saper vivere, di modernità, posta in contrapposizione alla musica classica: estraniante, scostante , poco popolare. Tutto va a convergere in un unico punto: la vita reale è fatta di emozioni di incontri casuali, di negozietti indiani, di ragazzi rasta, etc. A perdita dell'intero arredamento e come se fosse la perdita di quelle convinzioni, sbagliate e retrograde di cui i Ransome si contornavano.
Miriam Comito


Gli incontri inaspettati sono il sale delle nostre vite e dunque del teatro, che ne è lo specchio fedele (quando è buon teatro, naturalmente!). Nel caso di Alan Bennett si va sul sicuro, il drammaturgo inglese è una garanzia. Nudi e crudi è un testo dove, sul filo di un’ironia mai scontata o volgare, Bennett affronta il tema della relazione uomo-donna. La sua delicatezza nel suggerirci quanto sia difficile amare e soprattutto durare nella passione e nel rispetto, è struggente e profonda. Ci vogliono due grandi attori, capaci di “leggerezza”, di calviniana memoria, che sappia toccare corde emotive senza mai risultare retorica o banale. Si sorride ai guai di Mr e Mrs Ransome, ma in fondo ci si commuove. Siamo tutti quanti così simili al bisogno (a tratti grottesco e paradossale) dei due coniugi, di sentirsi vivi e felici nonostante lo scorrere inesorabile del tempo, della noia, della routine che ammazza.
Maria Amelia Monti e Paolo Calabresi sono proprio quel genere di attori. Capaci di farti sorridere e commuovere insieme. Due grandi attori, con un’esperienza importante alle spalle. È la prima volta che lavoriamo assieme. È un incontro veramente insolito. Proveniamo da strade e storie diverse. Quando ho saputo che erano loro i due interpreti, non ho avuto dubbi. La diversità che desidera incontrarsi è sempre fonte di grandi scoperte e nuove possibilità.
In ultimo mi sento più forte e sicura ad avere Edoardo Erba al mio fianco per la traduzione e
l’adattamento drammaturgico. Abbiamo già lavorato insieme in precedenza, trovandoci totalmente affini sul palco e nella visione delle cose. Sarà un bellissimo viaggio di sicuro, visto che già ha permesso a queste persone, così diverse e “ricche”, di incontrarsi e potersi scegliere.
Serena Sinigaglia

L A COMMEDIA
Che succederebbe se, tornando a casa dopo una serata a teatro, trovaste il vostro appartamento
completamente vuoto, svaligiato da ladri che non hanno lasciato né un interruttore, né un rubinetto, né la moquette sul pavimento? Ai signori Ransome - due impeccabili coniugi inglesi - capita proprio questo, e la loro vita tranquilla e ripetitiva viene completamente sconvolta. Però la reazione dei due è diversa: lui si incupisce e si arrabbia sempre più, lei prova un senso di sollievo e quasi di liberazione. E mentre il gioco dei caratteri, esasperato da visite inattese, diventa sempre più esilarante, il mistero del furto trova un'imprevista soluzione. Tratta dal romanzo di successo di Alan Bennett, Nudi e crudi è una commedia spumeggiante, piena di umorismo e ironia che sa fare un ritratto impietoso e indimenticabile della vita di una coppia di mezza età.
Magistralmente scritta per il teatro da Edoardo Erba, superbamente interpretata da Maria Amelia Monti e Paolo Calabresi, e diretta con estro da Serena Sinigaglia, Nudi e crudi diverte senza ricalcare vecchi schemi e rivela più di ogni altra opera il genio comico di Alan Bennett.

I PROTAGONIST I
Walter Mramor e a.ArtistiAssociati - storica impresa di produzione teatrale, tra le collaborazioni più importanti quella decennale con Gianrico Tedeschi, con Milva, con Zuzzurro&Gaspare, con Alessandro Benvenuti – riescono con Nudi e crudi a dar vita a un'operazione di qualità senza rinunciare al divertimento, mescolando le esperienze di due attori molto amati dal pubblico con una regia di alta classe e una scrittura scenica di prim'ordine.
Dopo due trionfali stagioni con Angela Finocchiaro nella commedia La scena di Cristina Comencini, Maria Amelia Monti - uno dei volti più noti della tivù (Finalmente soli con Gerry Scotti) e del teatro italiano (Tante belle cose di Edoardo Erba con Gianfelice Imparato) - vince una nuova sfida comica misurandosi col personaggio della perfetta moglie inglese, creato da Alan Bennett.
Reduce da una serie di successi nei serial televisivi e nei film di maggior incasso, Paolo Calabresi (è protagonista della serie Rai Zio Gianni , dal 2008 una "iena" ufficiale de Le Iene su Italia 1, al cinema in Un Natale stupefacente, regia di Volfango De Biasi 2014)- che inNudi e Crudi interpreta un indimenticabile marito - torna in teatro dopo due esaltanti stagioni a fianco di Lella Costa. Serena Sinigaglia - fondatrice del Teatro Ringhiera di Milano e regista di riferimento del Piccolo Teatro - affronta la sfida della commedia, immettendo nel lavoro il suo gusto visionario e la passione per la verità dei personaggi.
Rappresentato come autore in Italia e all'estero, Edoardo Erba - che si è affermato negli ultimi anni anche come adattatore infilando una serie di successi - ottiene da Alan Bennett un'esclusiva che l'autore inglese non concede mai: tradurre in commedia un suo romanzo di successo.


Durata spettacolo: 2 ore compreso l'intervallo


TEATRO AMBRA JOVINELLI
Info 06 83082620 – 06 83082884
Via Guglielmo Pepe, 43 /47 Roma 00185
Spettacoli 
dal martedì al sabato h 21:00 - sabato 30 gennaio ore 16:30- la domenica h 17:00 - Biglietti (compresa prevendita): da € 33,00 a € 17,00

giovedì 28 gennaio 2016

Sala Uno Teatro: cinque spettacoli d'autore (febbraio-aprile 2016)

SALA UNO TEATRO: le prime produzioni della stagione
Da febbraio ad aprile cinque spettacoli diretti da Reza Keradman confermano una scelta autoriale di qualità, basata su testi pregni di semantica e allestimenti che attualizzano concetti e significati pur sempre attuali

Reza Keradman è il co-direttore e neodirettore artistico della Sala Uno e ha ripreso, in questo delizioso teatro romano ubicato sotto la cripta della Scala Santa (San Giovanni in Laterano), l’idea di una produzione autonoma concentrata su allestimenti semplici, scelte interpretative di acuto livello artistico e testi pregnanti che, ognuno a proprio modo, riesce ad ispirare contesti e atteggiamenti sociali. Da antichi testi persiani a drammaturgie intimiste, passando anche per la canzone d’autore perlustrata nella sua parola poetica più espressiva, il regista di origini iraniane ha optato, per questa prima fascia di stagione 2016, per una linea artistica impegnata legando i quattro spettacoli che andranno in scena da febbraio ad aprile, da un fil rouge di assoluta qualità.
Si inizia il 2 febbraio (e fino al 7) con La conferenza degli uccelli - le sette valli dell'amore, un’opera del poeta e romanziere mistico iraniano Attar portata al successo mondiale dal regista Peter Brook e qui interpretata dallo stesso Keradman insieme ad Astra Lanz, con musiche dal vivo di Reza Mohsenipour. Si tratta di un cammino spirituale, mistico, individuale basato sulla ricerca della verità, lontano dalle retoriche religiose e da racconti fantastici o più semplicemente popolari, che vede protagonisti uno stormo di uccelli che partono per individuare il proprio re e, prima di unirsi a lui, devono affrontare una serie di estenuanti prove psico-fisiche sottoposte da madre Natura.
Si prosegue, dal 23 al 25 febbraio, con Daniel Terranegra, protagonista di Un chiodo nel mio stivale,  monologo ispirato a V.V. Majakovskij. Si tratta di uno studio sulle possibilità di riproporre concetti poetici e politici universali che viaggiano su di un filo rosso, la rivoluzione. Attraversando la vita del poeta, le sue avventure, le sue passioni e la sua fede per arrivare ad un mondo nuovo, o almeno per crederci, e sbarazzandosi del pensiero comune per spalancare le porte alla Poesia, il monologo ripercorre il  sogno di un ragazzo russo che non aveva presagito il suo avvenire e che, suo malgrado e con maggiore forza rispetto a qualsiasi altro coetaneo, è entrato a far parte della schiera delle leggende giovani mondiali, senza menzogne né sotterfugi.
Ibsen e la sua Hedda Gabler, il celebre dramma intimista scritto nel 1890 che ritrae una donna - interpretata da Astra Lanz - ossessionata dal successo e profondamente insoddisfatta, scombinando l’ideale femminile teatrale a cui il pubblico era abituato, sono gli ingredienti per una rivisitazione a tutto tondo del celebre testo norvegese che sarà in scena dal 7 al 13 marzo: una lettura sui generis giocata su una costante brama e ricerca di una celebrità assoluta, anche solo virtuale. 
Dall’ 8 al 10 aprile è invece la volta di un concerto-spettacolo improntato sulla poesia nelle canzoni di Fabrizio De Andrè, Il poeta degli ultimi, nel quale inserti di prosa si alternano a suoi pezzi originali, interpretati in una maniera molto consona allo spirito del grande cantautore, dallaCompagnia dei Musici con Mario Alberti, Patrizia Servida, Franco Menichelli, Martina Nasini e Debora Cetroni. Nella performance,che vede la partecipazione di Astra Lanz, si vuole mettere in rilievo lo spessore poetico del Maestro genovese, nel quale la sua parola, estrapolata dalla sua musica e  caratterizzata da una profonda forza e originalità,  è in grado di mettere in luce tutte le contraddizioni, le ironie e le angosce che percorrono il nostro secolo. 
Infine, dal 12 al 17 aprile,  torna sullo stesso palcoscenico che l’ha ospitato per la sua prima edizione italiana Plouf, una commedia sentimentale scritta e diretta da Mitridate Minovi ed interpretata da Leonardo Maddalena,  Beatrice Fedi e  Daniel Terranegra: uno scenario allarmante ed allarmista sul senso del decadimento dei sentimenti e della loro idealizzazione che ci conduce nei meandri dell’egotismo più spietato in relazione all’amore e alle sue non corrispondenze. Un tema tremendamente contemporaneao e quotidiano, ma qui trattato con un’arguzia e un’ironia particolarissima.

La Sala Uno ha iniziato la propria attività nel 1997. Situato nella navata centrale della cripta della Scala Santa in un suggestivo spazio con pareti in mattoni a vista ed ampi archi, che richiamano – benché moderne – strutture romane antiche, il teatro si è imposto nella scena romana attraverso una programmazione finalizzata alla promozione e all’ospitalità di spettacoli di teatro, danza e musica. La particolarità dello spazio, unita alla felice ubicazione al centro di Roma ne fanno uno dei luoghi più ambiti per la ricerca teatrale, musicale e di danza della città.
Il direttore artistico, Reza Keradman -  regista teatrale e attore - ha partecipato ad oltre 120 spettacoli in Iran, Francia e Italia, spesso in ruoli da protagonista. Dal 1980 al 1987 vive a Parigi dove partecipa a vari spettacoli e letture; dal 1981 lavora in Italia ed ha recitato in oltre 40 spettacoli.


Sala Uno
Piazza di Porta San Giovanni 10 - Roma
+39 06 86606211 - promozione@salaunoteatro.com

www.salaunoteatro.com
Prezzo degli spettacoli:
Intero: €15 – Ridotto: €10

mercoledì 27 gennaio 2016

Terminillo Film Festival

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TERMINILLO  FILM  FESTIVAL
I edizione
3-7 febbraio 2016

Si è svolta questa mattina la conferenza stampa della prima edizione del Terminillo Film Festival, ideato daAlessandro Micheli e Francesco Apolloni, che è anche direttore artistico dell’evento. In collaborazione con Rieti Film Commission e patrocinato dal Comune di Rieti, il  festival dell’appennino italiano è dedicato alla commedia e alla montagna: una settimana bianca  ricca di proiezioni, anteprime e incontri con molti protagonisti del cinema italiano.
Ad aprire le danze sarà “Vacanze di natale” alla presenza di Enrico Vanzina, simbolo tutto italiano della commedia ‘sugli sci’. Tredici opere in concorso, tra cortometraggi, web series e cinephone (mini film realizzati con uno smartphone), accompagneranno i pomeriggi del festival. La sera sarà il momento degli eventi speciali.Paola e Silvia Scola presenteranno con il produttore Carlo Degli Esposti “Ridendo e scherzando”, documentario omaggio al padre Ettore Scola, a cui il festival è dedicato. Si cambia registro con Gabriele Mainetti e Luca Marinelli che presenteranno “Lo chiamavano Jeeg Robot” e con The Pills e il loro “Sempre meglio che lavorare”. Sabato mattina 6 febbraio Laura Delli Colli modererà la tavola rotonda CommediAMO, un incontro con alcuni tra i più popolari protagonisti della commedia made in Italy.
Tra gli ospiti del festival Raoul Bova, Paolo Genovese, Violante Placido, Maurizio Mattioli, Ilaria Spada, Serena Rossi, Nicolas Vaporidis, Matteo Branciamore, Rocío Muñoz Morales, Pier Giorgio Bellocchio, Marco Giallini, Primo Reggiani, Euridice Axen, Michela Andreozzi, Lillo.

In allegato il programma dettagliato del festival. Media Partner Vanity FairAffaritaliani.it,RaiCinemaChannel.

Tutti i dettagli del programma dal 27 gennaio sul sito del Festival.

 #terminillofilmfestival





OTELLO al SALA UNO TEATRO Recensione

“Otello è un esempio folgorante di radiografia emotiva delle dinamiche umane. La passione amorosa, le strategie per il potere, la condizione del “diverso” sono orchestrate in una storia vorticosa di accadimenti, ma semplice e limpidamente profonda…
Una rivisitazione moderna a sei personaggi che procede come un thriller mozzafiato”

Sala Uno Teatro in collaborazione con Ass. Cult. Ex Lavanderia presenta

OTELLO
di
William Shakespeare

Adattamento
Hossein Taheri e Paolo Zuccari

con
Hossein Taheri
Paolo Zuccari
Elodie Treccani
Xhilda Lapardhaja
Caterina Bertone
Beniamino Zannoni

Regia Paolo Zuccari
Aiuto regia Marco Canuto
Consulenza scene Fiammetta Mandich

Al Sala Uno Teatro dal 26 al 31 gennaio 2016

Dal 26 al 31 gennaio al Sala Uno Teatro sarà in scena l’“Otello” di William Shakespeare, adattamento di Paolo Zuccari e Hossein Taheri. In scena, insieme a Zuccari e Taheri, Elodie Treccani, Xhilda Lapardhaja, Caterina Bertone e Beniamino Zannoni. La regia è a cura di Paolo Zuccari e aiuto regia di Marco Canuto.

Spettacolo di grande impatto emotivo l' OTELLO di Paolo Zuccari,  già di per se nel testo  Shakespeare metteva in contrapposizione  il bene e il male in modo assolutamente non convenzionale, l'adattamento del testo del bardo da parte Di Zuccari e Taheri nè fa una tragedia di strettissima attualità pur rimanendo fedele al nucleo originale.D'altro canto, cosa  c'è di più trasversale e duraturo nel corso dei secoli dei sentimenti umani? La trasposizione in chiave moderna, mette in risalto quella triste capacità razionale, pianificatrice, portatrice di morte e distruzione di Jago (Paolo Zuccari) che ha realizzato il suo personaggio con grande maestria, fingendo un basso profilo,fintamente incerto e cauto, che nascondeva un sentimento di invidia per arrivare a completare un'ecatombe, scaturita dall'odio per chi come Otello (Hossein Taheri) al contrario stava vivendo seppur "straniero" una vita gloriosa, appagante e felice, ma che proprio per questo diventa la vittima predestinata di Jago, lui che non era abituato alle chiacchiere di salotto, per cui più vulnerabile alle peggiori fra queste, alle insinuazioni di dubbi, alla calunnia. Demolire l'amore tra Otello e Desdemona (Xhilda  Lapardhaja), perchè  puro, perchè non contaminato, l'incredulità della povera Desdemona nel momento in cui inizia a percepire l'assurdità della gelosia di Otello,  si concreta nella frase da lei pronunciata "noi siamo diversi" nonostante Emilia (Elodie Treccani) moglie inconsapevole di Jago, avesse tentato di avvertirla, lei continua nella sua strada, fiduciosa, essendo innocente non immagina che le suadenti e melliflue parole di Jago possano aver fatto breccia nel cervello e nel cuore di Otello. Michele Cassio (beniamino Zannoni) personaggio ambiguo e leggero trionfante nel testo originale, soccombe in questo adattamento, in cui viene totalmente cambiata l'anima di Bianca (Caterina Bertone) resa soldato innamorato di chi non la merita. Lo spettacolo è accompagnato da un ritmo tumultuoso di avvenimenti, quasi a sfiorare il thriller dove già sai chi è l'assassino ma vuoi scoprire quale sarà la sua prossima mossa, se riuscirà nel suo intento se verrà scoperto  o se invece la farà franca. La stretta attualità di questo adattamento porta ad una riflessione che salta subito agli occhi. E' cambiato qualcosa negli ultimi 400 anni, oppure alcune cose son rimaste esattamente le stesse?
Miriam Comito




Un generale, lo straniero Otello, sposa di nascosto una ragazza appartenente a una famiglia molto potente di Venezia, Desdemona. Tutti sono contro lo straniero, ma in questo momento hanno bisogno della sua capacità unica di generale coraggioso per sconfiggere i Turchi a Cipro, e quindi, per opportunismo, lo accettano di buon grado. Appena arrivati a Cipro, però, i Turchi vengono annientati provvidenzialmente da una tempesta terribile. E, senza che nessuno se ne renda conto, scoppia subito un’altra guerra: quella psicologica per l’annientamento dell’uomo Otello da parte del suo fedelissimo Iago. “Vostra moglie vi tradisce” gli dice Iago.
Da qui la distorsione della realtà è la cornice che inquadra le azioni e i pensieri irrefrenabili del generale. La distorsione s’intensifica sempre di più fino a contaminare persino le storie e i personaggi che circondano Otello. La guerra corre negli animi, nelle stanze, nella testa, in un dramma da camera dove ognuno è occupato a capire cosa c’è nella mente di un altro essere umano. Ma mai obiettivo poteva essere più fallimentare.
La velocità governa i destini delle persone. E la morte, come spesso accade, si presenta irriconoscibile e imprevista. E anche chi aveva previsto quella degli altri aveva ignorato completamente la propria. (Paolo Zuccari)
SALA UNO TEATRO – P.zza di Porta S. Giovanni, 10
Info e prenotazioni: 06 86606211 dalle 17.00 alle 20.00 oppure
Tutti i giorni alle 21, la domenica alle 18
promozione@salaunoteatro.com Biglietto: intero  euro 15, ridotto euro 10 (+ tessera 2€)

martedì 26 gennaio 2016

CLEO- STORIA DI UNA PUTTANA Recensione

Esistono
 più Cleo di quanto ci si possa immaginare, anche se con storie diverse. 
 
Come sei finita qui Cleo?

CLEO
STORIA DI UNA PUTTANA

Uno spettacolo scritto da Susy Suarez 

diretto da Paolo Orlandelli


con Susy Suarez Simone Destrero

dal 28 al 31 gennaio 2016
Roma - Accento Teatro

Cleo torna in scena all’Accento Teatro, nel cuore di Testaccio, per raccontare la sua storia in uno spettacolo scritto ed interpretato da Susy Suarez con Simone Destrero, e diretto da Paolo Orlandelli. 


"Cleo storia di una puttana" è  un atto unico ben calibrato all'interno del quale si possono trovare davvero tante cose, la bravissima Susy Suarez ci trasporta, anzi ci catapulta ne mondo di Cleo, una ragazza di "vita" ospite di un centro di riabilitazione per persone di sesso femminile. Piano piano attraverso anche l'apporto fondamentale di Simone Destrero chiamato ad interpretare un doppio ruolo: quello del terapeuta e quello di Walter il patrigno di Cleo e di sua sorella Camilla ci ritroviamo nel mezzo di una tragedia metropolitana, una di quelle tragedie purtroppo misconosciute ai più soltanto perchè sottaciute da chi le ha vissute, o accantonate da chi sapeva,da chi  ne era a conoscenza. Cleo dapprima reticente, essendo una ragazza di eccezionale intelligenza....aveva imparato a leggere soli tre anni, inizia , a suo modo chiaramente, quindi con grande ironia e cinismo a dare libertà ai suoi pensieri, stimolata da dalla figura paterna del terapeuta  dalla sua calma, dal suo non giudicarla. Si passa quindi dai momenti dell'nfanzia, particolare senza dubbio vissuti con una madre particolare, difficile, per passare poi all'adolescenza : la parte più nera della vita di Cleo, dove all'improvviso si trova ad dover andare via di casa, a seguito di una grande tragedia che la colpisce, e dopo il primo mese in cui cerca di arrabbattarsi come può decide che l'unica via di sopravvivenza è la strada. Questo spettacolo è la storia di un cammino, di un'inversione a U, la prima parte verso il male, verso l'autopunizione, la seconda, verso un ritrovamento di se stessa. Il testo mette in luce come molto spesso sia la solitudine forzata in età molto giovane a portare le ragazze sulla strada., e che solamente con un aiuto direzionale verso la luce si può cambiare rotta, perchè fare la puttana non è mai stato, e non sarà mai una vocazione. La fine dello spettacolo, dove è chiara la mancanza nella vita di Cleo di una figura maschile di riferimento, che poi la ragazza trova nel terapeuta è metafora ed emblema di un  ritorno alle origini della ragazza stessa.
Miriam Comito







Un racconto che tiene insieme tante storie e momenti di vita, portati a galla in un dialogo-monologo con la propria coscienza.

Cleo affronta una tra le più attuali tematiche sociali che coinvolgono l’universo femminile attraverso alcuni dei meccanismi psicologici di abusi e violenze che spesso lo investono, e non solo.  La storia è l'emblema di una realtà diffusa e silente di violenza domestica, sulle donne, ed ancor più spesso sui minori. 
Un tema delicato per uno spettacolo che, con ironia e sagacia, riesce anche a strappare sorrisi, a far riflettere e a portare in scena storie di vita, spesso estrema, che riguardano donne di qualsiasi provenienza sociale, etnica e geografica.

SINOSSI

 “Come sei finita qui Cleo?” Questa è la domanda alla quale il caparbio terapista che le viene affidato nell'istituto, la porterà a rispondere, guadagnandosi con grande fatica, passo dopo passo, la sua fiducia.

Per la prima volta Cleo riesce a raccontarsi: il rapporto simbiotico e di grade affetto che la legava alla sorella maggiore, l'assenza di un padre, una madre distratta che salta sotto i loro occhi da una relazione ad un'altra e trasmette una visione cinica e non sana del rapporto uomo-donna… Ma questo è solo lo sfondo dal quale la protagonista racconta con lucida, quasi serena rassegnazione, la sua vita di strada, l'intolleranza nei confronti del soggiorno in istituto, torna con tenerezza all'infanzia e rievoca le figure che componevano la sua quotidianità. Grazie alla guida paterna, ma inflessibile, del terapista che le viene imposto in istituto, Cleo avrà il coraggio di affrontare il suo inimmaginabile passato, fino alla rivelazione di un torbido segreto...

NOTE

Cleo è uno spettacolo concepito dall'idea che il teatro, possa e debba raccontare il nostro tempo, e essere un stimolo a chi è, o è stato vittima di violenza, a parlarne, a difendersi in tempo se ne avverte l'ombra, a chi ha assistito o è a conoscenza del perpetrarsi di simili atti a denunciarli. Ma più universalmente, vuole trasmettere consapevolezza: “anche se la vita ci investe con un grande dolore, è possibile non abbandonarsi alla rassegnazione ma rialzare la testa e riacquistare la dignità”. E questo accade a teatro, in quel luogo magico in cui da sempre il pensiero e il cuore di una persona, attraverso la rappresentazione di una storia, possono comunicare col pensiero e col cuore di tante altre persone.

Testo: Susy Suarez
- Interpreti: Susy Suarez; Simone Destrero - Regia: Paolo Orlandelli - Immagini: Pierpaolo Cioeta

Accento Teatro
Via G.Bianchi, 12 (Testaccio) 00153 - Roma
contatti: info@accentoteatro.it ; tel. 0657289812


Orario spettacolo h. 21.00 domenica h.18.00

Durata 50’

Prezzo 8 euro + 2 euro di tessera del Teatro
Info www.accentoteatro.it pagina facebook dello spettacolo
 www.facebook.com/CLEO-Storia-di-una-puttana



lunedì 25 gennaio 2016

Presentazione editoriale sabato 30 gennaio: Due risini e un caffè - romanzo storico poliziesco di Patrizia Sabatini - Chi Più Ne Art Edizioni

Chi Più Ne Art Edizioni

presenta

Due risini e un caffè 
romanzo di Patrizia Sabatini

Incontro con l’autrice
Introduce Adele Costanzo, direttore Chi Più Ne Art Edizioni S.r.l.s.
Letture tratte dal romanzo

Sabato 30 gennaio 2016 - ore 18

Enoteca letteraria
Via delle Quattro Fontane, 130 Roma


I progetti editoriali della giovane Chi Piu Ne Art Edizioni continuano senza sosta e il nuovo anno parte all’insegna di concorsi di narrativa e drammaturgia (www.chipiuneart.it) e nuove pubblicazioni.
Si comincia con la pubblicazione del nuovo romanzo della collana di narrativa contemporanea “I libri rossi”: Due risini e un caffè. Il primo romanzo di Patrizia Sabatini sarà presentato sabato 30 gennaio presso l’Enoteca Letteraria di via delle Quattro Fontane di Roma.
Il romanzo poliziesco e storico si fa apprezzare per la documentata ricostruzione storica e dei luoghi e per la raffinata analisi psicologica. Dalle sue pagine emerge infatti il quadro realistico di un angolo della provincia italiana durante il Ventennio fascista.
È la Mantova del 1936 la protagonista di questa fotografia narrativa.
In una stanza dell’Albergo Diurno viene ritrovato il corpo di Milvia Tassi, donna giovane e bella dalla vita non proprio limpidissima. A risolvere il caso è chiamato il commissario Alvaro Santibene, uomo dall’indole solitaria e poco allineato alle direttive del regime, che condurrà le indagini senza mai venir meno alla sua coerenza, nemmeno quando queste lo esporranno a ritorsioni e ricatti da parte dei suoi superiori.
La passione irrinunciabile per la scrittura e per la storia è disciplinata da uno stile volutamente sobrio ed elegante che l’autrice usa per delineare, con mano lieve, miserie e nobiltà: le miserie di un potere arbitrario e grossolano e la nobiltà d’animo di chi sostiene fino in fondo la propria coerenza professionale ed umana.
Patrizia Sabatini è nata a Roma, dove vive e lavora come insegnante di Lettere in un Istituto Superiore. All’attività didattica affianca, da diversi anni, quella di scrittrice. Ha scritto numerosi racconti. “Due risini e un caffè” è il suo primo romanzo.


Due risini e un caffè 
Romanzo di Patrizia Sabatini

Chi Più Ne Art Edizioni S.r.ls.

Presentazione
Sabato 30 gennaio 2016 - ore 18
Enoteca letteraria - Via delle Quattro Fontane, 130 Roma

Chi Piu Ne Art Edizioni S.r.l.s. - Direttore editoriale Adele Costanzo
Largo Don Gino Ceschelli n. 11
Contatti: +39 06 5037 594; +39 347 612 9940

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