domenica 30 settembre 2018

un grande spettacolo al Teatrosophia: LA CENA

TEATRO DELLA CITTA' DI CATANIA
presenta

LA CENA

di Giuseppe Manfridi
Progetto teatrale e regia: Walter Manfrè

con Andrea Tidona, Chiara Condrò,
Stefano Skalkotos, Cristiano Marzio Penna


Teatrosophia
via delle Vetrina 7 – Roma

Dal 20 Settembre al  7 Ottobre 2018
(dal giovedì alla domenica)
h. 21 – domenica h. 18

 LA CENA in scena al Teatrosophia fino al 7 ottobre è uno spettacolo tagliente, il testo di Giuseppe Manfridi è di per se già cinico, sembra quasi non lasciare spazio ai sentimenti, la regia di Walter Manfrè ne sublima la potenza. Già all'arrivo in teatro, si viene coinvolti in rituale, si entra infatti 3 alla volta, e al momento dell'accesso in sala sarà il maggiordomo ad indicare dove sedersi, si perchè non c'è palco in questo spettacolo ma una grande tavola apparecchiata con un tovaglia di quelle antiche avana chiaro con ghirigori di sangallo, a significare l'ingresso in una casa dove le tradizioni sono importanti. Il maggiordomo servirà del buon vino ai presenti, ed  il pubblico troverà il padrone di casa, già seduto a capotavola. Già da subito si percepisce un'aria di tensione nel dialogo tra il padrone di casa e il maggiordomo Fangio, l'atmosfera si fa ancora più plumbea con l'arrivo dei due invitati la figlia del padrone di casa con un suo "amico". Entra, quindi, in scena la parte ludica dello spettacolo, il gioco, di per se imprevedibile, provocatorio,competitivo. Il tavolo diventa un'arena i contendenti si scontrano,  chi più chi meno consapevolmente. Il testo ha dei punti di estrema chiarezza sulle dinamiche familiari, di quanto esse siano patrimonio di tutte le famiglie e al contempo, se non si è al di dentro sia assolutamente difficile orientarsi come in labirintiche catacombe, mentre i famigli come pipistrelli si muovono nel chiarore dell'oscurità. L'allestimento permette allo spettatore di sentirsi immerso nella vicenda, di poter osservare, in un dato momento, uno o l'altro personaggio, e anche di poter come in uno specchio, vedere le espressioni di partecipazione, di disappunto, di complicità degli altri spettatori con uno dei personaggi. Tutti gli attori regalano una performance di alto livello, in particolare Andrea Tidona  gigantesco nella sua resa del padre.
Miriam Comito







Una sontuosa tavola apparecchiata per trenta persone, spettatori inclusi.  Un capocameriere che serve dell'ottimo vino. Attorno alla tavola gli spettatori, invitati a La Cena, e con loro gli attori protagonisti  dello spettacolo scritto da Giuseppe Manfridi e diretto da Walter Manfrè.
Andrea Tidona, Chiara Condrò, Stefano Skalkotos, Cristiano Marzio Penna, rispettivamente un padre, una figlia, il suo fidanzato e il maggiordomo, accomodatisi al tavolo insieme agli ospiti, iniziano una discussione riguardante misteriosi affari di famiglia di natura assolutamente personale che turberanno gli invitati. Al centro della discussione, dal 20 settembre al 7 ottobre a Teatrosophia,  le vicende del passato e del presente caratterizzati dalla più assoluta impudicizia.

Il testo è stato scritto su sollecitazione di Walter Manfrè da uno dei più importanti drammaturghi italiani contemporanei, Giuseppe Manfridi, che ha badato a restituire un’opera carica di tensione drammatica e di ironia che alla fine lascia tramortito il pubblico. Lo spettacolo vide il suo debutto a Roma nel 1992 e da allora ha visitato i più importanti teatri italiani (Nazionale di Milano, Delle Arti di Roma, Niccolini di Firenze)

Lo spettacolo nel 2016 ha preso nuovamente vita, debuttando nel Salone del Castello Aragonese di Comiso (RG), aprendo ben due stagioni del Teatro Garibaldi di Modica e recentemente è stato in scena a Catania nel cartellone del Piccolo Teatro della Città.

NOTE DI REGIA
“La Cena”, testo scritto da Giuseppe Manfridi in varie edizioni, la prima delle quali tenendo conto delle esigenze di realizzazione del regista Walter Manfrè, è un anello fondamentale all’interno del “Teatro della Persona” definizione programmatica che si deve al critico Ugo Ronfani che così, nel ’93, sintetizzò il senso della poetica espresso dal percorso registico di Manfrè. Un percorso che si è sostanziato in una serie di spettacoli rispondenti a caratteristiche particolari una delle quali è sicuramente l’annullamento della distanza tra pubblico e spettatore e l’assegnazione a quest’ultimo di un ruolo all’interno del dramma senza che ciò possa mutare lo svolgimento della “trama”. Un altro elemento di questo teatro è individuabile chiaramente nella coesistenza all’interno dell’evento di due elementi contrastanti – il ludo e il Rito – che consentono al plot di intraprendere percorsi imprevisti ed emozionalmente più forti rispetto a quelli concepiti sul protagonismo del solo Rito. Ciò consente di recuperare quella teatralità che è sempre nel mirino del regista intenzionato a far sì che il pubblico, pur lasciandosi andare al flusso di imbarazzi e
turbamenti che la situazione propone, non dimentichi mai di essere a teatro. Ancora riferendoci al Rito noteremo come tutte le operazioni di Manfrè ricollegabili al teatro della Persona, siano calate dentro un’ambientazione dove il cerimoniale assume una segnata connotazione centrale (La confessione, Visita ai parenti, Il letto, Il viaggio, La Cerimonia) e ancor di più nella Cena dove il maggiordomo è solo inizialmente sussiegoso Maestro di cerimonia mentre la tavola trasmuta da aggregante perno conviviale in ara sacrificale, in scandaloso palcoscenico allestito per turpi rappresentazioni : quasi in dissolvenza incrociata e sotto gli occhi dello spettatore durante il dipanarsi della vicenda. La scrittura di Manfridi, poeta psichiatrico, sadico visionario, che come nessuno sa descrivere il progressivo sgretolarsi del titanico eroe alfieriano fino alla patetica rappresentazione del se stesso in mutande, segue con occhio crudele i propri personaggi incline solo a qualche tenerezza verso il mondo femminile. Ma la scrittura è di qualche anno fa. Chissà oggi, dopo la scoperta da parte di sociologi e psicologi della “sindrome della donna-astio”, quale sarebbe l’epilogo di questo emozionante viaggio nella psiche.
W.M

La Cena
di Giuseppe Manfridi
Progetto teatrale e regia: Walter Manfrè
con Andrea Tidona, Chiara Condrò, Stefano Skalkotos, Cristiano Marzio Penna
Produzione: Teatro della Città di Catania

Teatrosophia
via della Vetrina 7 – Roma
dal 20 settembre al 7 ottobre
dal giovedì al sabato ore 21.00
domenica ore 18.00
Info e contatti: info@teatrosophia.it –
tel: 06.68801089 – 375.5488661
Bigietti 18€ + 2€ tessera associativa del teatro

5 6 7 ottobre BAMBOLA di Isabel de Lorenzo al Furio Camillo

venerdì 5 e sabato 6 ottobre 2018 ore 21.00
domenica 7 ottobre 2018 ore 19.00



Teatro Furio Camillo
Via Camilla, 44, 00181 Roma RM 
Bambola
uno spettacolo di Isabel De Lorenzo
con Violet Scrap e Fabio Ciccalè
disegno luci Danila Blasi
video scenografia Nikki (Valeria Guarcini)
disegni originali Violet Scrap
musiche Arvo Part, John Zorn, Cocorosie, David Brubeck,
Dakhabrakha, Lupicinio Rodrigues



Bambola è uno spettacolo di teatro danza ideato da Isabel De Lorenzo ed interpretato da Fabio Ciccalè e Violet Scrap. Debuta il 5 6 7 ottobre in prima nazionale al Teatro Furio Camillo di Roma e racconta una storia d’infanzia, di resilienza, di violenza e di sublimazione.

La protagonista Bambola/Antigone accompagna il padre morente e amato. Con una serie di flashback rivive la sua vita. Cresce tra nidi di bambole e giochi di adulti, percependosi come una marionetta rotta, disarticolata e goffa. Negli uomini che incontra ricerca la figura di un padre, di cui è inconsciamente innamorata, che ai suoi occhi appare unico, stimato ed ammirato da tutti. Si concede a molteplici tragicomici incontri inseguendo un’amore immaginato. Bambola scongiurerà il suo naufragio trovando il filo della sua vita e trasformandosi in una pittrice alata.


Lo spettacolo è inspirato alle opere visive di Hans Bellmer, Niki de Saint-Phalle, Louise Borgeois e Morton Bartlett.

 INCONTRO con L'IDEATRICE e GLI INTERPRETI
Domenica 7 ottobre dopo lo spettacolo nel foyer del teatro


Teatro Furio Camillo

Via Camilla, 44, 00181 Roma RM
prenotazioni Telefono: 06 9761 6026

teatrofuriocamillroma@gmail.com - info@teatrofuriocamillo.it
ingresso 15 euro + tessera teatro
durata 55 minuti * lo spettacolo non per bambini






LA COMPAGNIA


ISABEL DE LORENZO Danzatrice di origine brasiliana, vive in Italia dal 1998. E’ laureata in Lettere Classiche (Università di São Paulo, 1993). Dirige il prestigioso centro di danze etniche San Lò  a Roma; è organizzatrice delRoma Tribal Meeting (primo festival italiano di Tribal Bellydance, attivo dal 2010) e fondatrice della compagnia di American Tribal Style Carovana Tribale   (Sister Studio di FatChanceBellyDance); membro della compagnia Internazionale ATS Sisters Collective. Partecipa come insegnante e performer a innumerevoli festival di danza nazionali e internazionali. Collabora con diverse compagnie di teatrodanza; ha messo in scena gli spettacoli "al-Muallaqat /Le sospese", Frida Suite e attualmente prepara la sua nuova produzione, Bambola.

FABIO CICCALE' Danzatore contemporaneo e coreografo. Si forma con A. Peck, R. Kovic, P. Doussaint, A. Borriello, R. Castello, R. Giordano, G. Rossi, M. Francia, J.Y. Ginoux, E. Braun, S. Petronio, R. Warshaw, A.L. Harwood, E. Corbet, D. Zambrano, F. Faust, J. Jasperse, M. Tompkins e lavora con Compagnia Alhena (PE), Compagnia Enzo Cosimi (Roma), Compagnia La bilancia Produzioni (Roma), Compagnia Nuova Euroballetto (Roma), Compagnia Giuseppina Von Bingen (Roma). Dal 2002 firma corografie e danza per la Compagnia FC@PIN.D’OC ora PINDOC: “(E+E)2 “ (2018), “Indaco” (2015), "Refugium Peccatorum" (2013), "Geneticamente Chic" (2010), “Estatica Attitudine”, “Free Lux Dei” (2009), "Horror Vacui" (2008), "Extra Composta" (2007), "Count Down" (2006), "Castrum Live", "Full Total" (2005), “In pectore”, "N.E.K. nessun effetto kollaterale” (2004), "Avverse reazioni 2.0", "Profonde superfici" (2003), "Compatibilmente (sé)" (2002). Nel novembre 2010 collabora alla creazione e danza nelle coreografie di Roberto Castello (C.ia Aldes) per il programma di Fazio/Saviano "Vieni via con me" in onda su RAI 3.
  
VIOLET SCRAP Danzatrice e insegnante di Tribal Fusion in Italia e nel mondo. Dal 2012 ha danzato e insegnato in USA, Cina, Giappone, Europa, Australia, India, Russia, Kazakhstan, Argentina, Brasile, Polonia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Israele, Mozambico etc. Lo stile Tribal Fusion lo studia con Mardi Love, Samantha Emanuel, Manca Pavli, Ariellah Aflalo, Kami Liddle, Heather Stants, Cera Byer ed altri. Pratica anche Danze Urbane (Popping, Vogue, Waacking, House), Danze Orientali (Raqs Sharqi, Raqs Baladi, Saidi, Kaleeji, Ghawazee, Bharatanatyam, Odissi) e Yoga. Accompagna come danzatrice i gruppi di world music Groowa Circus e Cardiac Rhythm. Vive a Torino.

sabato 29 settembre 2018

AMOR MIO spettacolo indimenticabile di Simone Sibillano



AMOR MIO
uno spettacolo scritto e diretto da Simone Sibillano


con Simone Sibillano, Brunella Platania e Chiara Di Bari

con la partecipazione straordinaria della voce di Teo Achille Caprio,
costumi, make up e consulenza drag a cura di K.B. Project


AMOR MIO  uno spettacolo scritto e diretto da Simone Sibillano è uno di quei spettacoli che non si dimenticano facilmente, il testo già di per se, immagino lacerante solo a leggerlo, recitato diventa impressivo come un marchio a fuoco. Come un grido forte, triste, disperato che esce da un cuore inappagato dall'amore primigenio: quello della propria madre. una feroce critica alla società italiana del periodo del Boom economico, Giulio/Eva nasce il 3 novembre 1951 in una mattinata fredda ma soleggiata da una ragazza madre, a quell'epoca era difficile crescere da sole un figlio e non solo dal punto di vista economico ma  anche da quello psicologico, con tutte le vessazioni le umiliazioni che la società dell'epoca poteva riservare ad una donna sola con un figlio. Giulio/Eva all'inizio degli anni 70' ha quindi una ventina d'anni, si trova a vivere la prima giovinezza in un clima, generale, di euforia dato dal post Sessantotto che anche qui in Italia aveva fatto sentire il suo vento innovativo. Si vento innovativo, ma solo su alcuni argomenti, negli anni 70', almeno nel nostro paese, la popolazione ancora non era pronta ad accettare il "diverso". Lo spettacolo è quindi incentrato sul dramma della persona abbandonata da piccola dalla madre, non accettata dalla società, perchè la società ancora non era in grado di creare quegli strumenti quei codici per decifrare quelle che un tempo venivano definite "stranezze" ma che ad uno sguardo più attento e moderno non hanno nulla di strano, sono semplicemente persone come tutte le altre, e ognuna diversa, con i propri pregi e i propri difetti. La scelta di Eva come nome, non è diretta alla prima donna portatrice, secondo la religione cristiana  del peccato nel mondo, ma ha radici ben più profonde e personali nell'animo di Giulio. Dal punto di vista della composizione lo spettacolo è strutturato come una tragedia, le parti recitate sono struggenti, decisamente azzeccata la scelta di alcune canzoni inserite nello spettacolo, neanche a dirlo eseguite magistralmente, gli interpreti sono sia attori che cantanti, e a livello drammaturgico costituiscono delle chiose, delle didascalie del testo principale.
Miriam Comito






Va in scena Giovedì 27 e Venerdì 28 Settembre alle ore 21.30, nel teatro Altro Spazio di Via Tiburno 33, il nuovo spettacolo "Amor Mio", scritto, diretto e interpretato dal cantante-attore Simone Sibillano, premiato nel 2014 come Miglior Attore Protagonista dal sito Broadwayworld.com, per la sua interpretazione nel musical "America" da lui stesso scritto e diretto, oltreché interprete acclamato di tante opere musicali ("Jesus Christ Superstar", "Alladin", "Robin Hood", etc). Saranno sul palco insieme a lui, Brunella Platania ("Tosca-Amore Disperato", "Jesus Christ Superstar") e Chiara Di Bari ("Notre Dame de Paris", "Canti di Scena", "La Strada"), con la consulenza in dragcostumi e makeup a cura di K.B. Project.

Siamo sul finire degli anni '70 e la storia è quella di un uomo che indossa i panni di una donna, per undebutto in scena che non vuole deludere le attese. In città tutti parlano di Eva, quel travestito dalla voce incantevole, pronto a strabiliare il pubblico. Accanto a lui c'è l'adorata Jaq, colonna portante della sua vita e un'ombra, sua madre, che porta indosso un carico di dolore troppo grande da sopportare.
Il vento di libertà degli anni '70 alimentato dal sapore delle rivoltesoffia ancora tra le strade, ma il suo respiro diventa sempre più sottile lasciando sempre più spazio all'ambiguità e alla paura del diverso. Eppure il fermento culturale, la trasgressione, le rivolte di classe e il movimento di liberazione femminile e sessuale, sono il pane quotidiano di una popolazione in ascolto, che assorbe elementi anche e soprattutto attraverso la musica"Amor Mio", "I Giardini di Marzo", "Gracias a la Vida", "Historia de un Amor", "Poesia", "Per una Bambola", sono solo alcuni dei brani con cui i protagonisti racconteranno al pubblico la storia di Eva.

E mentre il mondo esterno sta cambiando costruendo le infrastrutture culturali del domani, il mondo interiore di Eva si sgretola pian piano, sotto il peso delle pesanti mura dell'esclusione e dell'emarginazione a cui la società lo ha destinato. Una società che muta e va veloce, ma che non smuove un passo se non nelle consuete direzioni. Forse un palcoscenico renderà familiare ciò che loro considerano diverso e incomprensibile. Eva vede in quel fascio di luce la sua ultima possibilità di rivalsa verso la vita e ci si aggrappa con tutte le forze che ha, interpretando le parole e i sentimenti della musica che ha fatto epoca: da Lucio Battisti a Mina, passando per Patty Pravo, Charles Aznavour, Riccardo Cocciante e tanti altri grandi interpreti di una decade che ha segnato la storia della musica italiana e internazionale.


NOTE DI REGIA, a cura di Simone Sibillano:
Eva è un travestito. Un essere umano in perenne apprendimento esistenziale, sempre in equilibrio tra i sentimenti e il rifiuto, nella precaria accettazione di se stesso e della sua posizione nel mondo, nella costante ricerca di quelle radici che darebbero un senso alla sua vita. Non vuole ascoltare il mondo di fuori e come un impavido Ulisse si riempie le orecchie di cera per attraversare i mari al riparo dall'infame canto delle sue sirene. Ma quelle sirene non recitano il canto del mare, sono spietate e sputano velenose sentenze, attaccandolo e discriminando la sua vita sui tacchi a spillo, costringendolo a vivere in disparte. Così la sua innocenza di vivere è violata da chi si arroga il diritto della normalità, ripetendo una storia che si ripete da diecimila anni. Eva è senza difese di fronte all'abbandono, al tradimento e al rifiuto di sé.



BIOGRAFIA, di Simone Sibillano:
Diplomatosi nel '98 all'Istituto Statale d'Arte Sacra per l'Arredamento e la Decorazione della Chiesa, dal '96 si dedica agli studi di canto lirico con il baritono R. Piemontese, mentre intraprende parallelamente gli studi di danza moderna, jazz e latina, oltre che un corso di recitazione con il regista G. Nardoni. Immediatamente comincia a collaborare con reti televisive come Mediaset. Nel '97 è il cantante solista del programma "Sarabanda". Due anni dopo debutta a teatro come cantattore al fianco di N. Castelnuovo, nella tragedia musicale "Elena", per la regia di G. Nardoni. Nel 2000 apprende i segreti del mestiere dall'istrionico Massimo Ranieri, che lo scrittura per il musical "Il Grande Campione", di M. Fabrizio e G. Morra, per la regia di G.P. Griffi. Nel 2001 entra a far parte del musical "I Promessi Sposi", di T. Russo e un anno più tardi nel musical "Il Ritratto di Dorian Gray", con il medesimo regista. Nel 2003 è cantante solista e ballerino in Rai, per il programma "Casaraiuno", con le coreografie di F. Miseria. Nello stesso anno interpreta il ruolo dell'evangelista nel musical "Per Sempre Mio Divino Amore", seguito poi dal ruolo dell'angelo in "Quando Cantano Le Ali", entrambi per la regia di L. Cognatti. Nel 2004 fa parte della produzione "Boccadoro The Traveller", il musical diretto da F. Angelini che lo vede protagonista. L'anno seguente interpreta Raoul, diretto da Andre De La Roche nello spettacolo "Il Fantasma dell'Opera". Dal 2006 al 2008 è impegnato come protagonista nella versione italiana di "Jesus Christ Superstar", per la regia di F. Angelini e nel contempo prende parte a "Il Principe della Gioventù" diretto da P.L. Pizzi. Tra il 2008 e il 2010 diretto da C. Ginepro, interpreta lo sceriffo di Nottingham in "Robin Hood" di B. Dati. Al termine del 2010 interpreta il ruolo di Karol Wojtila nel musical "Non Abbiate Paura - Giovanni Paolo II il grande", per la Regia di Gianluca Ferrato. Dal 2009 al 2011 gira l'Europa con l'opera musicale "Wojtila Generation", mentre dal 2010 al 2012 interpreta Jafar nel musical "Aladin", con le musiche dei Pooh e la regia di F.Angelini, per cui svolge durante la tourneè anche l'attività di vocal coach. Nel 2012 e 2013 è tra i protagonisti del musical "Biancaneve" e sempre nel 2013 si dedica per la prima volta alla scrittura di uno spettacolo che intitola "America", in cui interpreta il ruolo di Bartolomeo. Nello stesso anno prende parte alla commedia musicale "Raffaello e la Leggenda della Fornarina", per la regia di M. Sindici. Nel 2014 arriva la sua seconda opera autorale dal titolo "Cercasi Violetta" con la regia di M. Simeoli e l'anno dopo scrive e dirige "Le Sorelle Frank", liberamente ispirato al "Diario di Anna Frank". Nel 2015 è diretto ancora da G. Nardoni nel musical "Amore e Psiche" e nello stesso anno dirige e interpreta "Il Primo Papa", sulla vita di San Pietro. Dal 2015 al 2017 è Singer Producer presso le navi di Costa Crociere. Nel 2017 torna alla scrittura con "Antonietta e Gabriele", seguito dall'ultimo lavoro dal titolo "Amor Mio", in cui interpreta il ruolo di Eva. Nel 2014 è premiato come miglior attore protagonista dal sito Broadwayworld.com, per l'interpretazioni di Bartolomeo nel musical "America".



MODALITA' D'INGRESSO
Giovedì 27 e Venerdì 28 Settembre alle ore 21.30,
presso il teatro ALTRO SPAZIO in Via Tiburno, 33 - Roma / Metro Tiburtina/Pietralata
Biglietto 12€ / Ridotto Gruppi 10€ - Info e Prenotazioni:+39 393 9075005



AAMOD: al via la rassegna Fuorinorma dal primo ottobre

1/15/29 ottobre 12/26 novembre 3 dicembre ore 20 Sala Zavattini FONDAZIONE AAMOD Via Ostiense 106 - Roma (Centrale Montemartini) 1 ottobre - Filmstudio mon amour 15 ottobre - Radio Singer 29 ottobre - Il treno va a Mosca 12 novembre - Essi bruciano ancora 26 novembre - La ragazza Carla 3 dicembre - Senza di voi Ingresso libero fino ad esaurimento posti Partirà il primo ottobre, presso la Sala Zavattini dell’AAMOD, con incontri e proiezioni a cadenza quindicinale, la rassegna “Fuorinorma” che l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, il sul consolidato format CineAAMOD, ospiterà ogni due lunedì del mese alle ore 20. Saranno sei gli incontri, curati e introdotti da Adriano Aprà, e i documentari in visione fino a dicembre. Si comincia, alla presenza dell’autore, con Filmstudio, mon amour (2015), il docu-film di Toni D’Angelo dedicato al cineclub aperto il 2 ottobre 1967 da Americo Sbardella e Annabella Miscuglio, «una bomba atomica di cultura caduta pacificamente su Roma» e fondamentale punto di ritrovo dei ragazzi degli anni Settanta che incentivava relazioni di amicizia e di vita, come testimoniato dal contributo e dalle testimonianze nell’opera di alcune tra le figure più importanti del panorama cinematografico, quali Bernardo Bertolucci, Jonas Mekas, Nanni Moretti, Vittorio Taviani e, Carlo Verdone. A seguire, il 15 ottobre, Radio Singer (2009), di Pietro Balla; il 29 ottobre Il treno va a Mosca (2015), di Federico Ferrone e Michele Manzolini; il 12 novembre Essi bruciano ancora (2017) di Felice D'Agostino e Arturo Lavorato; il 26 novembre La ragazza Carla (2015) di Alberto Saibene e, a concludere la rassegna il 3 dicembre, Senza di voi (2015), di Chiara Cremaschi. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti. Infoline: 06/57289551 - 06/5742872 - 06/5730544 www.aamod.it - info@aamod.it – apalandrani@aamod.it Ufficio stampa AAMOD: Elisabetta Castiglioni +39 06 3225044 - +39 3284112014 - info@elisabettacastiglioni.it Filmstudio, mon amour 2015 Regia e fotografia (HD, colore e b&n, 16:9 anche per il repertorio), suono: Toni D’Angelo; soggetto e sceneggiatura: Toni D’Angelo, Armando Leone; interviste e testimonianze: Bernardo Bertolucci, Jonas Mekas, Nanni Moretti, Vittorio Taviani, Carlo Verdone, Adriano Aprà, Armando Leone, Alvin Curran, Alfredo Leonardi, Giovanni Lussu, Tonino De Bernardi, Mimmo Rafele, Pierluigi Farri, Giancarlo Guastini, Bruno Restuccia, Wim Wenders, Silvana Silvestri, Cristina Torelli, Roberto Silvestri, Marco Bellocchio, Goffredo Fofi; musica: Alvin Curran; montaggio: Letizia Caudullo; prodotto da: Francesco Antonio Castaldo per International Madcast, Armando Leone per Associazione Culturale Filmstudio, Gaetano Di Vaio per Bronx Film, Valeria Correale per Terranera, Gianluca Curti per Minerva Pictures; con il supporto di: Roma Lazio Film Comission; con il contributo della: Regione Lazio; con la collaborazione di: Associazione Culturale Alberto Grifi; prima proiezione pubblica: Festa del Cinema di Roma (sezione Hidden City), 18 ottobre 2015; durata: 69’ Note di regia Filmstudio, mon amour nasce dall’incontro con il club cinema Filmstudio 70 in cui mi sono formato come cinefilo negli anni 2000. Armando Leone, mettendomi a disposizione l’intero archivio, mi ha dato la possibilità di intraprendere un viaggio in un cinema nascosto e sotterraneo che ha animato la città di Roma dagli anni Sessanta a oggi. Ho scoperto quindi l’esistenza della Cooperativa Cinema Indipendente, del cinema femminista, del cinema d’artista, dei grandi sperimentatori come Alberto Grifi, dei primi cortometraggi dei grandi protagonisti del nostro cinema come Nanni Moretti, il cui esordio fu presentato proprio al Filmstudio nel 1976. Questo documentario è diventato un vero e proprio viaggio alla scoperta di una realtà cinematografica che, altrimenti, non avrei mai potuto conoscere e di una Roma culturalmente fervida e appassionata, molto lontana dalla Roma che vivo oggi. Ho scelto di raccontare gli avvenimenti storici attraverso l’utilizzo di materiali di repertorio, spesso anche sconosciuti, soffermandomi sugli argomenti e sui personaggi che più mi hanno appassionato. Biografia Toni D’Angelo (Napoli, 1979) vive e lavora a Roma. Sceneggiatore, regista e membro dell’Accademia del Cinema Italiano (Premi David di Donatello), Premi Vittorio De Sica dal 2007 e membro dell'European Film Academy premi EFA dal 2012. Dopo essersi diplomato al Liceo Scientifico, si iscrive al DAMS di Bologna. In questi anni la sua passione per il cinema cresce sempre di più, vede tre film al giorno e sogna di fare il critico cinematografico. Ma la teoria lo annoia e decide, così, di andare a sbirciare su qualche set per vedere come realmente si realizza un film, è questo che lo fa sentire vivo. Dopo aver fatto da assistente alla regia in molte opere, decide di fare il grande salto e passare dietro la macchina da presa. Per la sua opera prima s’ispira a un racconto di Charles Bukowski e realizza Bukowski, Casoria, un ménage à trois ai limiti dell’erotico. Laureatosi con una tesi sulle forme poetiche nel cinema di Abel Ferrara, tra il 2002 e il 2004 diviene il suo assistente. Insieme scrivono il soggetto, mai realizzato, Morire a Napoli. Nel 2007 realizza il suo primo lungometraggio, Una notte, con cui riceve la candidatura come miglior regista esordiente nella cinquina per i David di Donatello. Nel 2009 il documentario Poeti, una sorta di block-notes sulla poesia a Roma, è selezionato alla 66° Mostra del Cinema di Venezia in una sezione collaterale. Nel 2013 passa al noir con L’innocenza di Clara, scelto per il concorso al World Film Fest di Montréal e al Courmayeur NoirInFestival. Nel 2014 firma il cortometraggio Ore 12, presentato al Festival di Roma. Nel 2015, dopo quasi tre anni di ricerca, porta a compimento il documentario Filmstudio, mon amour, una personale interpretazione della storia del “mitico” filmclub romano. Filmstudio, mon amour viene presentato al Festival di Roma e nel 2016 gli viene assegnato un Nastro d’argento speciale. Nel mese di marzo del 2017 è uscito nelle sale italiane Falchi, il suo terzo lungometraggio, attualmente ancora in giro nei più importanti festival italiani e internazionali. Filmografia Bukowski, Casoria (2002, 15’); L’uomo che amava gli ascensori (2003, 9’); Fenomeni paranormali (2003, 7’); Una notte (2007, 91’); Poeti (2009, 69’); In montagna (2010, 5'); L’innocenza di Clara (2011, 83’); Ore 12 (2014, 16’); Filmstudio, mon amour (2015, 69’); Falchi (2016, 111’); Nessuno è innocente (2018, 15'). 

venerdì 28 settembre 2018

Il circo degli orrori Teatro BRANCACCIO dal 5 al 21 ottobre

IL CIRCO DEGLI ORRORI
THE CIRCUS OF HORRORS

IDEATO DA DOCTOR JOHN HAZE

5-21 OTTOBRE 2018
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Il Circo degli Orrori si ispira in maniera leggera ed ironica ad atmosfere tipiche delle pellicole horror mettendo in scena uno spettacolo dinamico e divertente, con numeri che si susseguono veloci, venati di tenebra ma con l'immancabile sense of humour

Il pubblico, accolto all'ingresso da personaggi "terrificanti", verrà traghettato da uno strano personaggio - che ricorda Nosferatu - nel mondo inquietante del circo degli orrori, abitato da morti viventi, acrobati che sembrano usciti da un rito voodoo, un dislocatore indemoniato in attesa dell'esorcista, killer clown dall'aspetto non proprio tranquillizzante ma sempre assai comico, vampiri.

Il Circo degli Orrori è uno spettacolo che associa le tre arti: il teatro, il circo e il cabaret. Teatro perché si narra una storia, Circo perché viene utilizzata questa tecnica per realizzare e raccontare le storie mimate ed acrobaticamente sviluppate e Cabaret per la sensualità di alcune performance, la sintonia e l'interazione con il pubblico, con un pizzico di malizia.

Pur non essendo uno spettacolo pensato per i bambini (l'evento è infatti sconsigliato ai minori di 12 anni), quelli presenti non sono mai neppure per un momento spaventati, ma piuttosto affascinati e divertiti.





IL CIRCO DEGLI ORRORI (The Circus Of Horrors) è nato in Inghilterra nel 1995 grazie a una fortunata idea di "Doctor John Haze", un mangiafuoco che ideò un mix fra numeri di rischio estremo in salsa Horror e musica rock. Il titolo che ha ispirato lo show viene da un film inglese degli anni Sessanta dal titolo THE CIRCUS OF HORRORS e quello che nacque fu un incrocio tra il Cirque du Soleil e il Rocky Horror Show con grande partecipazione degli spettatori che diventarono veri e propri fan tanto da seguire il complesso negli anni assistendo a tutte le sue nuove produzioni in Inghilterra. L’enorme successo Inglese del CIRCUS OF HORRORS diede spunto a varie compagnie Europee di mettere in scena spettacoli a tematica Horror così dal 2000 sono nati circhi horror in Spagna, Germania, Austria, Francia e per ultima l'Italia.


Lo spettacolo è sconsigliato ai minori di 12 anni


Da venerdì 5 al 21 ottobre ore 20.45
sabato e domenica doppia ore 17.00 e ore 20.45


TEATRO BRANCACCIO di Roma
VIA MERULANA 244, 00185 ROMA · TEL 06 80687231/2 · TEATROBRANCACCIO.IT
Giovedì e venerdì ore 20.45, sabato e domenica ore 17 e 20.45
Prezzi da 49 a 28,50 euro
















TEATRO BRANCACCIO ·  VIA MERULANA 244, 00185 ROMA  ·  TEL 06 80687231/2  · TEATROBRANCACCIO.IT

Una maratona di ballo come metafora della vita. Non si uccidono così anche i cavalli in scena alla Sala Umberto



Officine del Teatro italiano

presenta

GIUSEPPE ZENO

e SARA VALERIO



Donato Altomare, Brian Boccuni, Cipriani Alberta, Giancarlo Commare, Vittoria Galli, Alessandro Greco, Salvatore Langella,

Elisa Lombardi, Maria Lomurno, Matteo Milani, Pierfrancesco Scannavino,

Lucina Scarpolini, Viviana Simone



NON SI UCCIDONO COSÌ ANCHE I CAVALLI?

traduzione Giorgio Mariuzzo

adattamento Giancarlo Fares

tratto dall’omonimo romanzo di Horace McCoy

coreografie Manuel Micheli

con la partecipazione live del Piji Electroswing Project

PIJI- voce, chitarra Gian Piero Lo Piccolo – clarinetto Egidio Marchitellli - elettronica & chitarra Francesco Saverio Capo – basso Andy Bartolucci – batteria

canzoni originali Piji

scene Fabiana Di Marco | costumi Francesca Grossi | disegno Luci Anna Maria Baldini



regia di

GIANCARLO FARES





25 settembre - 14 ottobre 2018



Prima stampa

Giovedì 27 settembre ore 21









In scena fino al 14 ottobre 2018 alla Sala Umberto NON SI UCCIDONO COSI' ANCHE I CAVALLI, nell'adattamento di Giancarlo Fares che ne cura anche la regia, Giuseppe Zeno nel ruolo di Joe mattatore dello spettacolo e unico attore in scena accoglie il pubblico annunciando un grande spettacolo "La maratona della vita" e lo fa con grande enfasi, immediatamente dopo si vedono entrare in scena dalla platea le coppie di ballerini protagonisti della maratona, sul palco c'è già pronta la band il Piji Electtroswing Project. L'impressione è quella di assistere ad una vera e propria maratona di ballo come quelle che si organizzavano usualmente negli Stati Uniti durante il periodo della grande depressione, e negli anni precedenti. Lo spettacolo è un adattamento teatrale del libro omonimo di Horace Mc Coy del 1935, se ne discosta dalla struttura, nel libro la vicenda è narrata per flashback, mentre nello spettacolo e come se si stesse in un eterno presente, mantenendone però chiaramente la base e soprattutto l'essenza, ovvero la tragicità dell'illusione, di poter arrivare a conquistare la "Fabbrica dei sogni" a tutti i costi. Il cast è formato da 7 ballerine, 7 ballerini, un attore, 1 cantante/ musicista e 5 musicisti, e quindi uno spettacolo, che non può essere definito un musical, non può essere definito di intrattenimento, visto l'argomento tragico, non è prosa, per la grande presenza di numeri danzati, è uno spettacolo atipico,a se stante, che si avvale di una doppia drammaturgia, quella della parola, interamente affidata a Giuseppe Zeno: un vero maratoneta, e ad una drammaturgia gestuale, di corpi esausti, di corpi impazziti, di corpi che non si vogliono arrendere. Uno spettacolo carico di energia, attuale, seppur tratto da un libro scritto ben 83 anni fa, anche perchè una maratona di ballo è la metafora della vita.



Miriam Comito













Horace McCoy scrive nel 1935 “Non si uccidono così anche i cavalli?”. Nel 1969 il regista Sidney Pollack gira l’omonimo film che partecipa al Festival di Cannes fuori concorso e ottiene anche un Oscar per il miglior attore non protagonista.

È la storia di una folle maratona di ballo dove i partecipanti, in cambio di vitto e alloggio, disperati e in cerca di successo ballano per giorni e notti senza interruzioni, diventando oggetto di scommesse da parte del pubblico. I concorrenti partecipano nella speranza sì di vincere un premio in denaro, ma soprattutto di farsi notare dai registi e produttori presenti in sala.
Protagonista di questa storia è Joe, un vero e proprio mattatore, organizzatore della maratona di ballo, mentre la coprotagonista Gloria, una delle concorrenti in gara. Entrambi fanno parte del mondo dello spettacolo, entrambi ne sono vittime e alle volte vestono i panni dei carnefici.
Questa edizione teatrale è stata adattata da Giancarlo Fares, che ne cura anche la regia. L’idea nasce dopo il successo ottenuto con “Le bal. L’Italia balla dal 1940 al 2001”, nel quale il ballo e la musica si fanno drammaturgia.

La musica e le canzoni in stile swing, elettro-swing e jazz manouche, sono state composte appositamente per lo spettacolo da Piji, pluripremiato cantautore romano, presente da tempo nella scena pop jazz italiana. I musicisti suoneranno dal vivo interagendo con le voci degli attori in scena.

Le coreografie sono di Manuel Micheli, già maestro coreografo di charleston e boogie-woogie nel programma televisivo della Rai “Ballando con le stelle”.
Il testo di McCoy è forse il precursore inconsapevole dei reality dei nostri giorni; tuttavia questo spettacolo mostra un’umanità variegata, disperata, grottesca. Uno spettacolo emozionante, con toni drammatici e ironici che sottolinea il sacrificio in cambio del successo.







SALA UMBERTO

Dal martedì al sabato ore 21, domenica ore 17, mercoledì 10 ottobre ore 17

Sabato 6 e 13 ottobre ore 21

Prezzi da 19 a 34 euro – www.salaumberto.com tel.06.6794753 prenotazioni@salaumberto.com






giovedì 27 settembre 2018

Una signorina Else di cristallo al Puglia Showcase

Roma > Teatro di Villa Torlonia > h 17.00/h 5.00 pm
Ass. Cult. Tra il dire e il fare
ELSE
Di/by Nunzia Antonino e Carlo Bruni
Con/with Nunzia Antonino
Regia/ directed by CARLO BRUNI


Nel pomeriggio di ieri è andato in scena al Teatro di Villa Torlonia, nell'ambito di Puglia Showcase  ELSE uno struggente monologo tratto dalla novella "Fraulein Else"  pubblicata da Arthur Schnitzler nel 1924. Nella messa in scena curata dall'associazione culturale Tra il dire e il fare, troviamo una Else contornata da  bicchieri a coppa pieni di liquido e con alle spalle uno specchio a tre ante. L'interprete Nunzia Antonino, bravissima nel seguire tutti i moti dell'animo di Else.  Schnitzler aveva costruito la novella sul monologo interiore, forma nuova  di narrazione per gli anni 20' del Novecento, già sperimentata da James Joyce Nell'Ulisse, anni in cui d'altra parte, si andavano sviluppando nella stessa Vienna le teorie Freudiane sulla psicoanalisi e la borghesia iniziava a dover fare i conti con la sua ipocrisia. La Antonino    passa dall'apparente gaiezza, iniziale della ragazza, seppur già velata da una malinconia foriera di un destino ineluttabile, all'eccitazione, allo smarrimento, alla rabbia, allo stupore, alla fine in una consapevolezza di liberazione, da una vita non reale, in cui lei, è stata costretta sempre a vedersi attraverso il giudizio altrui, da cui gli specchi. i bicchieri sono pieni di Veronal, un barbiturico, ma anche un veleno indolore se preso in dosi massicce. Nella novella Else ha 19 anni, la sua vita di adolescente finisce all'improvviso, quando durante un soggiorno a San Martino di Castrozza gli arriva una missiva della madre che gli annuncia l'imminente catastrofe familiare se entro il giorno seguente il signor Fiala non riceverà 30.000 fiorini a pagamento di un debito di gioco, e essendo presente a San Martino di Castrozza "l'amico di famiglia" Von Dorsday, ed avendo egli sempre avuto un debole per Else, chi meglio di lei può risolvere la questione...in altre parole il destino della sua famiglia è sulle sue spalle. Schnitzler con questa novella vuole mettere  nel clima della Finis Austrie alla berlina la borghesia austriaca post Prima guerra mondiale,  facendo indossare ad Else, una ragazza di buona famiglia borghese le vesti della solitudine, della disperazione, dell'incapacità, facendole dire che sa andare a cavallo, sa parlare le lingue e sa fare un sacco di altre cose, peccato che siano tutte cose inutili al suo sostentamento autonomo, e se non bastasse la sua giovinezza, la sua voglia di poter conoscere le viene strappata dalla famiglia che la costringe a dover aiutare, la madre addirittura le suggerisce il modo. La versione di Nunzia Antonino è quella di una Else bloccata nel tempo, per questo è contornata di bicchieri pieni di Veronal, e come se la sua giovinezza interrotta, rimanesse appunto bloccata, cristallizzata e solo attraverso varie dosi di Veronal, il contenuto dei bicchieri è bevuto man mano durante lo spettacolo, Else riuscisse finalmente a librarsi in volo come in un sogno. Molto interessante la citazione da "Der blau angel" Ich bin die fesche Lola der liebling der saison iche hab'ein pianola zu haus in mein salon.
Miriam Comito






Fondandoci sulla novella di Arthur Schnitzler, scritta come monologo interiore nel 1924 sotto le stesse influenze che avrebbero dato corpo alla psicanalisi di Freud, siamo partiti dall’adolescente in vacanza e dal suo dramma alimentato da un debito del padre nei confronti di un laido signor Dorsday. Debito che lei è invitata a estinguere con “strumenti” ritenuti ormai comuni, perciò lontanissimi dal produrre scandalo, ma ancora oggi “perfettamente” in grado di alimentare le tragiche conseguenze svolte dal racconto.
Else non è la diciannovenne dell’originale, piuttosto lo è stata. Rimasta impigliata nella lettera che scatenò il dramma, è alle prese con lo stesso Veronal di allora: medicinale ormai però fuori moda; veleno inadeguato al ruolo e dunque anche inutile a domare il reiterato dolore. La nostra Else vive in un mondo sordo, immerso in una crisi culturale non dissimile da quella che ispirò Schnitzler: fonte di ossessioni, nel migliore dei casi in grado di condurre alla follia.



Basing from the novel by Arthur Schnitzler, written as an interior monologue in 1924 under the same influences which would have given rise to Freud’s psychoanalysis, we started from the adolescent on vacation and from her drama due to a debt of her father towards a ugly Mr Dorsay. She is invited to pay off the debt with “methods” considered common, which don’t therefore give rise to any scandal, but still today they are “perfectly” able to feed the tragic consequences of the story.
Our direction is influenced by  age: Else is not the nineteen girl of the original, she has been.
Remained entangled in the letter that triggered the drama, she is assuming the same Veronal as then: a medicine now out of order; a useless poison to tame the pain.
Our Else lives in a deaf world immersed in a cultural crisis similar to the one which inspired Schnitzler: source of obsessions, in the best cases able to lead to madness.

Armando De Ceccon al Teatro Lo Spazio con RIFIUTI UMANI dal 1 ottobre




Stagione teatrale 2018 | 2019


Teatro Lo Spazio


1 | 6 Ottobre 2018


Armando De Ceccon in


RIFIUTI UMANI


autore, interprete e regista Armando De Ceccon


musiche originali eseguite dal vivo del maestro Francesco Petrucci (chitarra)


scene e costumi Lucia Petroni


luci Alessio Pascale


graphic designer Katarzyna Bak


aiuto regia Maria Libera Ranaudo


produzione Fondamenta Teatro e Teatri


Armando De Ceccon sarà il protagonista al Teatro Lo Spazio dal 1 al 6 ottobre


di RIFIUTI UMANI, una Stand up comedy surreale, satirico-grottesca, con


musiche originali eseguite dal vivo – alla chitarra - dal m° Francesco Petrucci.


Sinossi


La rivolta civile di un chirurgo estetico. Uno scienziato della società liquidata…in


una vanità, che vuole sostituirsi a Dio, ma si ritrova oggi ineluttabilmente di fronte


ai limiti dell’uomo e al bisogno di credere all’altro da se. E’ un indagine clinica,


tragicomica sulla crisi dell’uomo contemporaneo. Senza volgarità, nell’ambiguità


del linguaggio si riscopre il sacro, il profano dell’ultimo tabù. In un fuoco


d’artificio di risate esilaranti che mirano a irretire l’intelligenza dello spettatore, la


parola diventa così, farmaco, cura. L’umorismo è un esercizio di ginnastica


neuronale per imparare a pensare, e leggere la realtà.


“Mettere in scena questa stand up comedy – afferma Armando De Ceccon - è per


me come mettere in pista un atleta dell’anima che si è preparato da una vita alle


Olimpiadi. Come in un Decatlhon moderno, partecipa alla staffetta dei magnifici 4


per 100, o 1000..misti…Inesausto tenterà di saltare, di essere all’altezza


dell’asticella di un senso invisibile, in un tempo impossibile. Come un atleta


preparato, corre, a fianco di Lenny Bruce, Antonin Artaud, Stephen Hawking,


Giorgio Gaber. Raccogliendo la memoria, la sfida e il testimone dalle mani di


questi campioni estenuati nel medesimo sport estremo; la folle corsa verso la fine


del mondo. Si, questo spettacolo ha l’ambizione di fare il giro del mondo in 80


minuti, con il sorriso. Ma è solo uno straordinario effetto speciale, di ciò che


accade quando si porta alla luce un semplice rifiuto umano”.


Il testo è Patrocinato da Legambiente Lazio e dalla Provincia di Roma. In una


primitiva versione in forma ridotta ad un ora in ragioni delle regole dei Festival, ha


già avuto un debutto al Fringe festival di Roma, dove è arrivato in semifinale, e a


Spoleo, al Festival Fringe LA MAMA, dove ha avuto come riconoscimento, il


“Premio del Pubblico” . E’ una ripresa quindi, a distanza di qualche anno. E’ uno


spettacolo rielaborato in una revisione del testo, musiche e scenografia.






Note dell’autore, interprete e regista Armando De Ceccon


“Il concetto di Rifiuti, come il concetto di Amore, mi affascina perché convivono.


Ha origine nelle cose ultime, ma si allarga, e abbraccia con le mani sporche di


sangue ogni aspetto del sapere (Religione, Sesso, Guerra, Politica, Filosofia,


Scienza, Poesia, Economia Ecologia...Sociologia, Cultura, Persona..). Tutte parole


che si mettono in piedi seriamente con la maiuscola… Anche i Profughi, che


abbiamo messo per ultimi in questa evoluzione del testo e dell’uomo, hanno


Diritto alla maiuscola, quindi beati gli Ultimi perché saranno i Primi. Le fonti a cui ho


attinto per tentare di dipingere questo mondo sono le persone che ho incontrato,


conosciuto umanamente, ma più spesso, quelle che ho avuto la fortuna di


incontrare e conoscere leggendo il loro impegno. Sono come fratelli maggiori e


vitali, a cui sono infinitamente riconoscente”.


Armando De Ceccon


BiBliografia Essenziale:


Franco Berardi, La fabbrica dell'infelicità,. Derive Approdi Editore


Stefano Cagliano, L'impronunciabile bisogno, Raffaello. Cortina Editore


Albert Camus, Il mito di Sisifo, Bompiani Editore


Jean-Pierre Changeux, L'uomo di verità, Feltrinelli edit.


Giuseppe Dodi, L'uscita segreta, edit. Piccin & Vallardi


Kurt Vonnegut, Divina idiozia, Edizioni e/o


Lo spettacolo è una produzione di Fondamenta Teatro e Teatri di Francesco


del Monaco e Cristiano Piscitelli, con la Direzione artistica di Giancarlo


Sammartano e la Direzione organizzativa di Fulvio Ardone. Fondamenta Teatro


e Teatri è il progetto di Fondamenta La Scuola dell’Attore che favorisce il


naturale passaggio dalla formazione alla professione.


Durata dello spettacolo: 80 minuti senza intervallo.


Fondamenta Teatro e Teatri


e-mail: fondamentateatroeteatri@gmail.com


numero verde 800600828


Teatro Lo Spazio Via Locri, 42 Roma (metro San Giovanni)


Tel 06 7707 6486 - BIGLIETTI 12,00 più tessera associativa - Orario spettacoli ore 20.30


RIDUZIONI PER I LETTORI DI MEDIA&SIPARIO, SALTINARIA eCULTURAMENTE

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AL VIA IL FESTIVAL inDIVENIRE ALLO SPAZIO DIAMANTE

AL VIA IL FESTIVAL inDIVENIRE ALLO SPAZIO DIAMANTE.

DAL 25 SETTEMBRE AL 14 OTTOBRE 2018 LA SECONDA EDIZIONE 

un progetto di ALESSANDRO LONGOBARDI

direzione artistica di GIAMPIERO CICCIO’ 


3 SETTIMANE CON OLTRE 200 ARTISTI, 23 SPETTACOLI DI TEATRO E 7 DI DANZA, ARTE CONTEMPORANEA, PRESENTAZIONI DI LIBRI, PREMI DELLA GIURIA, DEL PUBBLICO, SPETTACOLI OSPITI, EVENTI CON GRANDI ARTISTI


LA PREMIAZIONE DELLA SEZIONE DANZA IL 10 OTTOBRE E IL 14 QUELLA DELLA SEZIONE TEATRO


Al via la seconda edizione del Festival inDivenire, che si presenta molto più ricca della precedente a conferma del buon lavoro svolto dal gruppo teatrale di “Officine del teatro italiano” diretto da Alessandro Longobardi che si avvale della preziosa direzione artistica di Giampiero Cicciò. I numeri parlano chiaro: più di 200 artisti coinvolti, oltre 150 progetti ricevuti, 23 spettacoli di teatro selezionati, 7 di danza e poi arte contemporanea, presentazioni di libri, premi della giuria, premi del pubblico, spettacoli ospiti, eventi con la partecipazione di grandi attori e danzatori. L’organizzazione è curata da Eleonora Di Fortunato.

Allo Spazio Diamante di Roma dal 25 settembre al 14 ottobre 2018, il Festival inDivenire è una vera e propria festa delle arti che guarda al futuro, ai nuovi linguaggi, alla qualità della proposta. Nato da un’idea di Alessandro Longobardi e Livia Clementi, il Festival inDivenire rappresenta un momento di aggregazione di progetti artistici emergenti, provenienti da ogni parte d’Italia oltre che dalla stessa area romana. Viene premiato il miglior “work in progress”, che potrà essere così messo in scena in modo definitivo. Saranno assegnati i premi alle categorie: Miglior Regia, Miglior Attore, Miglior Testo, Miglior Attrice, Miglior Danzatore/Performer, Migliore Danzatrice/Performer, Menzioni Speciali della Giuria e Premio Speciale del Pubblico (assegnato dal gruppo di spettatori coordinato da “Casa dello Spettatore”) che offrirà agli spettacoli più votati nelle due categorie la possibilità di effettuare una o più recite nella stagione 2018/19 dello Spazio Diamante.

Il Festival si è aperto martedì 25 settembre alle 19 con l’inaugurazione della Mostra Collettiva di pittura, scultura e fotografia che vede coinvolti 11 artisti provenienti dall’Italia e dall’estero. Ogni giorno si alterneranno spettacoli, presentazioni di libri, eventi, per tre settimane di grande fermento.  Il 27 settembre, il 2, il 4 e il 10  ottobre,



alle 18.30, sono in programma rispettivamente le quattro presentazioni dei libri “Salvezza” di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso (Feltrinelli Editore), “Anatomia del colpo di scena” di Giuseppe Manfridi (ed. La Lepre), “Il giorno più felice della mia vita” di Sebastiano Mauri (Rizzoli) e “Luciana Savignano. L'eleganza interiore”, di Emanuele Burrafato (Gremese Editore), ospite d’onore Luciana Savignano. In occasione della presentazione del 10 ottobre il Festival inDivenire ed Emanuele Burrafato hanno deciso di omaggiare Luciana Savignano con una coreografia degli allievi della Scuola del balletto di Roma, diretta da Paola Jorio, (la coreografia è dello stesso Burrafato).  E in chiusura avrà luogo la premiazione dei vincitori della Sezione Danza del Premio inDivenire 2018.

Il Festival ospiterà poi il 12 ottobre alle 18 lo spettacolo Exodos, (presentato dal Centro culturale mobilità delle arti), progetto e regia Luigi Saravo, con Olumide Bobola, Doron Cochavi, Chiara Felici, Daniele Santoro, Renato Tummolo, Beatrice Olga Valeri, Claudia Vegliante, Bah Daouda Yassine e Joseph Yobo, con la collaborazione di MATEMÙ.

La serata conclusiva e la premiazione della Sezione Prosa, alla quale parteciperanno molti ospiti speciali, si terrà il 14 ottobre.

“Tra i progetti “in divenire” che cercano uno spazio per completarsi, - afferma Giampiero Cicciò che cura la direzione artistica del Festival - ci sono anche quelli degli artisti meno giovani. Pertanto tengo a rimarcare che le compagnie di teatro e di danza che da quest’anno vorranno presentare una proposta al Premio inDivenire, possono anche avvalersi di registi, coreografi, danzatori, attori e autori con più di 35 anni. Di bellezza da realizzare ne abbiamo vista molta durante la prima edizione del Premio.  Vogliamo dare corpo al talento sostenendo economicamente e mediaticamente i migliori progetti”.

Le compagnie di prosa in concorso:



Le compagnie di danza in concorso:


CALENDARIO FESTIVAL INDIVENIRE 2018-2019


25 settembre 2018 ore 19.00 

Inaugurazione Mostra d'Arte ARTISTI PER INDIVENIRE – COLLETTIVA DI PITTURA, SCULTURA E FOTOGRAFIA. Opere di Marcello del Prato, Kali Armeli, Francesco Campese, Chiara Vannucchi, Carlos Atoche, Norberto Cenci, Sergio Silvestrini, Mauro Romano, Lucio Barbuio, Luis Alberto Alvarez e Luis Alberto Cutrone

26 settembre 2018 ore 19.00

MARiNTERNi

Chiusi fuori

di  Giacomo Buonafede, regia Sarah Sammartino, con Giacomo Buonafede, Piergiorgio Maria Savarese, Alessandro Cicone, musiche Alessandro Cicone.

Due detenuti, identificati come A ed F, compiono la loro fuga dalla prigione con l’obiettivo di spedire finalmente i sogni scritti ai compagni carcerati. La polizia penitenziaria, infatti, proibisce la condivisione di qualunque sogno. La libertà fa riscoprire loro scenari dimenticati (mare, bosco, dirupi, …) e i due detenuti potranno così eseguire il loro piano.

PROSA


26 settembre 2018 Ore 21.00

VIOLA PRODUZIONI

Casa Godot

regia Alice Bertini

con Alberto Fumagalli, Alice Bertini, Lorenzo Caldarozzi, Silvia Parasiliti Collazzo, Francesco Massaro, costumi Giulio MoriniUn uomo è affacciato in finestra. Non sa se andare o rimanere dov’è. Sa benissimo che lo stanno aspettando, ma c’è qualcosa che lo paralizza. Altre persone abitano in casa con lui. Tra queste c’è chi lo spinge a uscire e chi, invece, lo prega di non muoversi. L’uomo prepara una vecchia valigia marrone, poi la disfa, la prepara di nuovo, la disfa. Vaglia. Rimugina. Soppesa. Appena si convince, ci ripensa. Se sta per cedere, reagisce. Temporeggia, appena il tempo di un caffè – dice – magari anche di una sigaretta. L’uomo è sulla porta ancora chiusa. Si chiama Godot e qualcuno, da qualche parte, lo sta aspettando.

PROSA


27 settembre 2018 Ore 18.30
Presentazione del libro "Salvezza" di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso (Feltrinelli Editore). Con la partecipazione di Lelio Bonaccorso e Stefano Bertoldi, membro del SAR, team di SOS MEDITERRANEE.
Sarà presente Lelio Bonaccorso.
Con la partecipazione di Stefano Bertoldi, membro del SAR, team di SOS MEDITERRANEE.
10 novembre 2017, la nave Aquarius è pronta per una nuova missione nel Mediterraneo. Soccorre chi, per disperazione, affronta il mare su gommoni fatiscenti. A bordo per la prima volta ci sono anche due fumettisti. Questo è il loro racconto di chi fugge e di chi si salva.
L’Aquarius è la nave bianca e arancione con cui gli operatori di SOS Mediterranée e Medici senza frontiere soccorrono i migranti al largo della Libia: l’arancione è il colore dei giubbotti di salvataggio, è il colore di una speranza. Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso sono stati a bordo per tre settimane, raggiungendo il cuore del Mediterraneo. In quel tratto di mare dove barconi e gommoni stracolmi di uomini, donne e bambini disperati possono incontrare la salvezza. O la morte. Questa storia nasce dalle testimonianze raccolte da Marco e Lelio. Ci sono loro stessi, con i loro volti e le loro emozioni, ma soprattutto ci sono i viaggi di chi ha percorso il deserto in cerca di una vita migliore, le denunce di chi fuggiva dalla guerra ed è rimasto prigioniero in Libia, i racconti di chi ce l’ha fatta e i sorrisi di chi ha salvato loro la vita. “Salvezza” è un’opera di graphic journalism nata sul campo. Un duro, realistico e poetico promemoria. Ma soprattutto, di fronte alla peggiore strage del nostro tempo, è un invito a restare umani.

27 settembre Ore 21.00

LE ORE PICCOLE – gruppo informale sostenuto da Florian Metateatro Centro di produzione teatrale

Due addetti alle pulizie

testo e regia Chiara Arrigoni, con Massimo Leone, Andrea Ferrara.

Due addetti alle pulizie stanno pulendo uno scantinato. Sembrerebbe un lavoro come un altro, ma i due non possono raccontare a nessuno di quello che fanno. Seguendo la discussione dei due personaggi capiamo a poco a poco di cosa si occupano veramente: ripuliscono dal sangue i pavimenti di luoghi isolati che una misteriosa organizzazione, di cui non sanno nulla, usa per commettere omicidi. Eccoci dunque catapultati nella stessa lugubre stanza de “Il calapranzi” di Pinter, uno dei testi più famosi del teatro dell’assurdo, di cui “Due addetti alle pulizie” è un omaggio e spin-off.

PROSA


28 settembre Ore 19.00

IMPRENDITORI DI SOGNI

Il Mostro

di Luca Buongiorno, regia Martin Loberto, con Yuri Napoli, Luca Buongiorno, Laura Schettino.

“Ciascun uomo porta due bisacce, una davanti, l’altra dietro, e ciascuna delle due è piena di difetti, ma quella davanti è piena dei difetti altrui, quella dietro dei difetti dello stesso che la porta. E per questo gli uomini non vedono i difetti che vengono da loro stessi, mentre vedono assai perfettamente quelli altrui”. “Il mostro” mette in luce questa perla di Esopo, in cui Nino, giovane di una realtà dell’hinterland partenopeo, convive fin da piccolo con una bestia dalla quale non riesce a liberarsi e che cerca di tenere nascosta. Attraverso varie ambientazioni, personaggi, vicissitudini, Nino cerca disperatamente una salvezza dalla sua ossessione, ma sarà essa stessa a condannarlo agli occhi indiscreti della gente, compreso il suo grande amore. L’unica che cercherà sempre di vederlo separato dalla bestia che lo perseguita è sua madre. “Il mostro” mette in luce la diversità, l’inadeguatezza di un ragazzo che ha un’unica colpa, quella di essere nato, come tutti, con due bisacce. Solo che quella con i suoi difetti gli viene trasportata perennemente dal suo persecutore, che gli mostra insistentemente le sue più perverse anomalie.

PROSA


28 settembre Ore 21.00

COMPAGNIA CRISTIAN PAGLIUCCHI

Anna e Riccardo

drammaturgia Giacomo Sette, regia Cristian Pagliucchi

con Sofia Bolognini e Marco Guglielmi

tecnico Giulio Clerici

Anna è una ragazza psicotica che viene curata in una casa famiglia, Riccardo un giovane spacciatore. I due si amano e Riccardo decide di rapirla e partire con lei verso una ben non precisata località di mare, nella quale potranno vivere dei ricavati dallo spaccio. Il sogno è irrealizzabile e il piano fallisce. I due si perdono di vista per anni, ma continuano comunque ad amarsi, a cercarsi. Anna si cura e Riccardo lascia lo spaccio, ma comincia a rubare e rivendere motorini, finché Anna non scopre che lui è in carcere e va a trovarlo. Il rapporto, sempre più platonico e impossibile, si dipana nel corso degli anni tra carceri, ospedali, teatri improvvisati. “Anna e Riccardo” racconta una storia d’amore, un rapporto difficile e combattuto in una situazione marginale e complicata, tra delinquenza e malattia mentale. La lotta per separarsi dai rapporti che non funzionano e la realtà della dipendenza da quegli stessi rapporti. Nel tentativo di avere per sé Anna, Riccardo finirà sempre più in basso; nel tentativo di separarsi da lui, Anna riuscirà invece a “salvarsi”.

PROSA


29 settembre Ore 19.00

MULINO AD ARTE

Chaos – Humanoid B12

scritto e diretto da Daniele Ronco, con Daniele Ronco, Jacopo Trebbi, Costanza Frola

Responsabile tecnico Erwin Steiner

La fantascienza approda a teatro. “CHAOS-Humanoid B12” è ambientato nel 2026, in un mondo in cui il vuoto è palpabile. Siamo arrivati alla deriva del progresso tecnologico, talmente avanzato che gran parte dell’umanità si è dimenticata di se stessa. Agli inizi del XXI secolo si auspicava un mondo unico, in cui le differenze non sarebbero più state causa di divisioni. La perdita di valori, un feroce relativismo unito allo smarrimento di rapporti umani veri hanno alimentato falsi ideali, modelli pericolosi e una visione della vita smisuratamente materialista e legata all’apparire. L’integrazione resta un problema irrisolto, con la nascita di nuove forme di intolleranza, nostalgiche di un passato che ritorna come rigurgito di cibo maldigerito. In questo contesto si intreccia la storia di due personaggi diametralmente opposti: un uomo biancaliano, profondamente xenofobo, carico di odio e frustrazione, e una donna verdiana, immigrata in Biancalia da 5 anni, mai veramente integrata nel nuovo paese. Nella storia sono stati volutamente dribblati riferimenti realistici relativi a fatti o persone, in modo da permettere allo spettatore di identificarsi e riconoscersi nell’universalità di un mondo astratto, ma unito da un filo diretto con la realtà che accomuna tutta la nostra specie. Il 2026 è l’anno in cui scoppia la terza guerra mondiale, dichiarata dai robot di ultima generazione, gli Humanoid B12, all’umanità intera. I due protagonisti si ritrovano rinchiusi nello stesso campo di concentramento, uniti loro malgrado nel dolore e nella sofferenza, costretti ai lavori forzati. Mentre la storia si ripete e l’umana ratio si perde, la pièce ci immerge in una realtà storicamente già vissuta e nello stesso tempo lontana.

PROSA


29 settembre Ore 21.00

I NANI INANI

Fosse

Testo e regia Enrico Maria Carraro Moda

con Federica Di Benedetto, Adele Pani, Larissa Cicetti, Enrico Maria Carraro Moda

assistenza tecnica Matteo Baldetti

Un uomo, una donna, una panchina, due bicchieri… L’uomo e la donna si amano, si sono sempre amati e, forse, si ameranno per sempre. Si incontrano per caso in un cimitero e in questo luogo di profonda oscurità si rivelano il loro grande reciproco bisogno. L’abitudine, le promesse di giovani innamorati, la casa e tutto quello che comporta una convivenza metteranno a dura prova questo legame.Tutto è buio, tutto è indecifrabile, tutto è… “Fosse”.
Scritto da nel 2011, “Fosse” è in parte un omaggio, sia nel titolo che nell’ambientazione, allo scrittore e drammaturgo norvegese Jon Fosse, e in parte un cantico dell’uomo inetto e indeciso.

Niente è reale nel cimitero dove si incontrano i due innamorati: ripetizioni innaturali si susseguono spezzando il flusso logico degli eventi di cui una famiglia rimane vittima.

PROSA


30 settembre Ore 19,00

COMPAGNIA ALESSANDRO BLASIOLI

Sciaboletta

di e con Alessandro Blasioli

Fausto Tinelli alla consolle

“9 settembre ’43, 5.30 del mattino: una colonna di 40 auto nere sta valicando gli Appennini lungo via Tiburtina, direzione Abruzzo; in testa alla colonna una Fiat 2800 torpedo grigio-verde con i vetri oscurati e le bandierine italiane poste sopra i fanali anteriori”. Inizia così la fuga di Re Vittorio Emanuele Ferdinando Maria Gennaro di Savoia, a seguito della dichiarazione di armistizio proclamata dal generale americano Eisenhower. Districandosi nella notte fra i selvaggi paesaggi abruzzesi, Re Vittorio Emanuele III troverà non pochi problemi lungo la via per la salvezza: i presidi tedeschi, le bande di paese e l’ombra di Mussolini, che oscura la figura sovrana al punto da farla andare in escandescenza in una invettiva antifascista quanto mai attuale. La storia è nota: il vecchio re settantaquattrenne fugge verso la salvezza. Un comportamento più “reale” da parte dell’anziano sovrano avrebbe potuto evitare la disfatta? Con ironia, un linguaggio derivato dalla commedia dell’arte e una scenografia scarna, “Sciaboletta” tira fendenti e pone domande ad una società che pare stia entrando – ancora una volta – in un’epoca nazionalista e di malcelato odio del diverso.

PROSA


30 settembre Ore 21.00

ENSEMBLE DANS LA BOITE

Help

ideato e diretto da Giuseppe Lo Piccolo e Pierre Jacquemin

con Alice Giorgi, Martina Giusti, Marco Leone, Cristian Pagliucchi, Vittorio Pissacroia

musiche di Pietro Leone

In uno spazio chiuso dall’atmosfera rarefatta, un gruppo avanza. Sono anime perse e imbrigliate nella stessa condizione comune. Una finestra a dividerli dal mondo esterno. Affacciarsi a quella finestra fa loro ascoltare i rumori della notte…


2 ottobre Ore 18:30

Presentazione del libro “Anatomia del colpo di scena” di Giuseppe Manfridi

(Ed. La Lepre) con l'autore.

Domanda: Il colpo di scena perfetto è più emozionante nella finzione o nella realtà?
Viviamo immersi nell’imprevedibile sin da la nascita, sicché il timore di continui colpi di scena corrisponde a uno stato d’animo sempre presente in noi. L’arte del narratore è quella di formalizzare questa aspettativa spesso latente, inconscia. Infatti, costruendo le proprie storie, egli deve mantenere una persistente suspence la cui efficacia, oltre che al talento, si affida pure a regole chiare, indubbie, che in gran parte riproducono i parametri della realtà. QuestaAnatomia del colpo di scena affonda perciò la sua analisi in un territorio di mezzo, tra chi racconta e chi ascolta, nel tentativo di chiarire sia i meccanismi che rendono possibile un colpo di scena, sia quelli che caratterizzano le reazioni di chi ne testimonia o ne subisce la deflagrazione. Il libro è concepito come un viaggio mozzafiato tra decine e decine di storie riprese da ogni forma di scrittura (narrativa, teatrale, cinematografica, ecc.), ognuna delle quali viene raccontata ex novo, al fine di valutare come e perché in quella data storia intervenga un colpo di scena. Per la prima volta una figura centrale della fiction, quale il colpo di scena, è oggetto di uno studio sistematico e approfondito, elaborato in modo avvincente, attraverso una lettura assolutamente inedita delle strutture narrative.


2 ottobre Ore 21.00

I CANI SCIOLTI COMPAGNIA TEATRALE ARTIGIANALE

Sotto il sole l’oscurità

testo  e regia di Luca Pastore

con Miriam Messina, Ludovica Avetrani, Matteo Antonucci, Claudio Filardi, Biagio Iacovelli, Martina Caronna, Matteo Cecchi

musiche Mattia Yuri Messina, idee scenografie Matteo Antonucci, Luca Pastore, costumi Ludovica Avetrani, Martina Caronna, Miriam Messina

Lo spettacolo prende spunto dal libro di Philip K. Dick “La svastica sul Sole”, in cui l’autore ipotizza un futuro distopico in cui la Germania nazista vince la seconda guerra mondiale e instaura un regime totalitario esteso su tutto il pianeta, dividendosi con il Giappone il dominio su Asia e Americhe. Siamo nel 2023, e la vicenda prende il via quando, alla morte del nonno, grande gerarca nazista, Martha Himmler trova un video che teoricamente non dovrebbe esistere, perché mostra che la guerra è stata vinta dall’alleanza anglo-americana. Sconvolta dalla visione del video, inizia a cercare delle nel regime prima e nella ribellione poi. Troverà chi la vorrà aiutare, chi la ostacolerà e chi cercherà di negarle l’evidenza.

PROSA


3 ottobre Ore 19.00

TEATRO AZIONE

Gli arrovesciati

scritto, diretto e interpretato da Giorgio Cardinali

Musiche di Francesco Ciccone

Disegno luci di Domenico Casamassima

Storia di un paese dove si campa di terra e si muore di fame.
Storia di un uomo che passa la vita nelle terre di un barone per garantire la sopravvivenza della famiglia. Storia di uno sciopero al contrario che rovescia gli stereotipi ascrivibili al sud e pone il lavoro al centro della dignità dell’uomo. Tra i pochi sogni accarezzati dai pezzenti del paese, c’è quello della strada per la montagna: una strada vera al posto dell’antica mulattiera, se il veto di chi non vuole fastidi sulle proprie terre non obbligasse il vecchio sogno a restare tale.

3 ottobre Ore 21

DRAKKAR-ARTI SCENICHE E MAG-MOVIMENTO ARTISTICO GIOVANILE

Fridericus

testo di Annalisa Elba

regia Simone Ruggiero

con Simone Ruggiero, Ilario Crudetti, Fabio Vasco, Valeria Nardella

combattimento scenico Maestro Giovanni Sacrati

“Di Santi e Fanti” scuola di scherma storica e tradizionale

Barbarossa: voce di Roberto Pedicini

musiche Marco Raoul Marini

scene e costumi Anthony Rosa

“Come Lucifero, ha tentato di salire al cielo e levare il suo trono fino alle stelle perché volle sedere come Dio sullo stesso trono di Dio”: con queste parole il cardinale Raniero Capocci descrive l’imperatore Federico II di Svevia in una lettera volta a screditarlo, e con queste stesse parole si apre “Fridericus”la messa in scena del cortocircuito tra immagine mitica e immagine privata di un imperatore leggendario. Agli albori del suo declino, Federico viene traghettato da un sinistro stregone in un onirico viaggio alla ricerca di se stesso nei rapporti privati. L’amata Bianca Lancia, il nonno Barbarossa, l’odiato Capocci sono alcuni dei personaggi con i quali Federico si dovrà confrontare. Ne verrà fuori il ritratto di un imperatore sfaccettato nei ruoli che gli ha attribuito la storia, ma autentico nel sentimento che ne ha fatto la “meraviglia del mondo”: il costante desiderio di vivere alla ribalta, di compiere imprese memorabili per scongiurare la grande, e umanissima, paura di morire nell’oblio.

PROSA


4 ottobre Ore 18.30

Presentazione del libro “Il giorno più felice della mia vita” di Sebastiano Mauri

 (Rizzoli Libri)

Sarà presente l'autore.

Pagine taglienti e ironiche, che spiegano come, dopo l’approvazione in alcuni Paesi del matrimonio per tutti, la famiglia tradizionale non sia stata messa in discussione. Pagine che raccontano di società ed epoche in cui l’unione tra persone dello stesso sesso era legale. E mettono a fuoco i gesti di omofobia contro i quali Sebastiano Mauri, e troppi italiani con lui, deve combattere. Un pamphlet acuto e anche ottimista. Perché una cosa è certa: è solo questione di tempo. A scendere in piazza, a breve, nei Paesi in cui non si è legiferato, saranno madri e padri, fratelli e sorelle, amici, vicini di casa e colleghi di qualsiasi orientamento affettivo. L’obiettivo è uno solo, che ognuno possa sposare la persona che ama.


4 ottobre

Ore 21.00

MAG - MOVIMENTO ARTISTICO GIOVANILE

La bambina di carta

testo e regia Flavio Marigliani

con Valeria Nardella, Roberto Santi, Fabio Vasco

organizzazione Fabio Vasco

Prendendo spunto dalla vicenda di Nojoud Ali, sposa bambina yemenita che a soli 10 anni trovò il coraggio e la forza di chiedere il divorzio da un uomo più grande di lei che i genitori l’avevano costretta a sposare, e da altre notizie di cronaca estere e italiane, “La bambina di carta” vuol essere innanzitutto un’opera di sensibilizzazione nei confronti di un controverso tema ancora largamente ignorato in Occidente, ma che, con il crescente flusso migratorio, è diventato una realtà anche nei paesi europei; e insieme, vuol essere una riflessione più ampia sulla libertà della donna, sul suo ruolo, sia nelle società mediorientali, sia nella società occidentale, al fine di stimolare un dibattito più consapevole per smontare le ipocrisie e i pregiudizi che inquinano la discussione su temi così delicati e fondamentali.

PROSA


5 ottobre Ore 19.00

PRODUZIONE RAIZES

Apocalisse

progetto, regia e testo Alessandro Ienzi

con Patrick Andrade Mendes, Domenico Ciaramitaro, Noemi Francesca, Serena Sabatino, Nancy Trabona

Che cosa accadrebbe se all’improvviso crollassero  tutte le convenzioni e le convinzioni che ci tengono in piedi? Che ne sarebbe di un gruppo di quattro esseri umani se tutto ad un tratto potessero liberamente esprimere i propri desideri, le proprie aspirazioni, e i sentimenti che tengono gelosamente custoditi nelle prigioni dei loro corpi e delle loro menti? “Apocalisse” è un viaggio a ritroso che ci proietta in avanti in un futuro più umano.

PROSA


5 ottobre Ore 21.00

GRUPPO18

Processo ad Allan Simmons

di Flavio Natale

regia Francesco Giordano

con Luigi Biava, Riccardo Parravicini, Giuseppe Spezia, Lavinia Malara, Giorgia Santonastaso

musiche Dario Tartagni

tecnico Francesco Bàrbera

Il testo è liberamente ispirato a un evento realmente accaduto nel novembre 2017: un famoso campione britannico di Scarabeo, Allan Simmons, è stato sorpreso a barare in uno dei più importanti tornei della stagione. La verità sull’accaduto non è chiara, e due agenti della Corona lo interrogano, cercando di ricostruire i fatti e di salvare la Gran Bretagna dall’ennesima brutta figura, dopo l’uscita dall’Unione europea. Ma definire la verità, nell’interrogatorio come nella vita, non è così semplice, e realtà e gioco possono mescolarsi, al punto che l’uno può diventare indispensabile per comprendere l’altro.

PROSA


6 ottobre Ore 19.00

FID PRODUCTION – MERIDIANI PARALLELI

Indra

di Ilenia D’Avenia e Francesco Governa, con Guido Compagno, Ilenia D’Avenia, Giuseppe Palazzolo

scene Valeria Mangiò, trucco Andrea Imperio.

 “Io, certe volte, quando vedo le stelle la sera, specialmente quando stiamo fuori la notte, per anguille, e penso nella mia testa, e dico: – Vero c’è il mondo? – Non ci credo che c’è il mondo”. “Io ci ho pregato pure alle stelle, ci ho detto: – Affacciasse. Mi piacciono le stelle, mi piacciono guardarle. Sono belle.” Liberamente ispirato ai “Racconti Siciliani” di Danilo Dolci, “Indra” mette in scena i dolori della privazione dei sentimenti, la concretezza della povertà che priva i personaggi di quella stabilità necessaria per andare oltre. Cinque personaggi semplici e genuini che, pur sembrando distanti tra loro, finiscono per rivelare la loro profonda appartenenza a un unico, comune destino. Anime semplici, che vivono e agiscono di istinto, che cercano di arrabbattarsi per tornare alla vita, per restituire dignità alla propria esistenza e, in questa lotta di conflitti esterni e interni, dimenticano cosa è giusto e cosa no, cosa è immorale e cosa no. Altre volte invece si aiutano, si barattano i saperi che si sono inventati o, nel tentativo stremato di ribaltare la trappola, di uscire dalla rete, si uniscono. La Sicilia che viene raccontata è solo un pretesto narrativo per rivelare i soprusi e le loro conseguenze, un pretesto per raccontare il diritto alla vita, promuovendo la nascita di una coscienza collettiva a partire dalla memoria della storia.

Questi racconti danno voce alla gente che nel mondo ha contato poco o niente, che forse lascia in questo ricordo di sé, in questa riflessione sulla propria storia, la sua traccia più duratura.

PROSA


6 ottobre Ore 21.00
ORCHESTRA TEATRO
Waffandisney– se puoi sognarlo, puoi denunciarlo
di Giulio Guarino
da un’idea di Ludovico Di Martino e Martina Querini
Regia e disegno luci di Alessandro Minati
con Federica Gumina Martinez, Martina Querini, Filippo Tirabassi, Alberto Paradossi
aiuto regia Giovanni Nasta, Diego Tricarico
progetto scenografia di Alessandro Minati
i costumi, il trucco e gli oggetti di scena sono stati realizzati con il potere della fantasia. Due ragazze costantemente deluse dalla vita si rendono conto che forse la felicità, l’avverarsi dei sogni e l’arrivo del principe azzurro sono solo un mucchio di bugie. Decidono allora di denunciare il principale responsabile di tutte le loro illusioni: Walt Disney.
PROSA



7 ottobre Ore 18.00
ASSOCIAZIONE CULTURALE KORPER
Sex-ting chapter two
progetto di e con Gennaro Maione
una produzione Gmw-Gennaro Maione Works
Primo studio del secondo capitolo di un dittico dedicato al sesso virtuale e alla pornografia 2.0, “Sex-ting chapter two” costruisce una performance attraverso gestualità ed emozioni altalenanti, che segnano un passato labile e oscuro, un ricordo del piacere che va oltre quello della carne e della libido che ha marcato il mio essere, il mio credo e la mia libertà. Probabilmente si parla di una pseudo-libertà del corpo, una fittizia volontà di rivivere la sessualità attraverso uno schermo multimediale che mi ha fatto rivivere il gioco della solitudine e il continuo riciclo di sentimenti ed emozioni. Il digitale può essere simbolo di cambiamenti emotivi sporadici, istantanei, netti… e il corpo vuole seguire queste intenzioni. Perché sesso, mente e corpo vivono nella stessa realtà e nella stessa finzione.
DANZA

7 ottobre Ore 19.00
STRESUPILAMI
La goccia e il fuoco
coreografa e disegno luci Chiara Verdecchia, con Chiara Verdecchia (danzatrice), Carim Di Castro (danzatore), Sara Spazzoni (danzatrice), Giulia Pazzaglia (danzatrice), Maria Pina Ruiu (attrice), testo di Laura Fatini
Tutto nasce dalla famosa storia d’amore tra Chopin e George Sand, durata dieci anni ma di cui si sa poco e niente. Quello che interessa non è il racconto dell’amore tra due persone, quanto il racconto dell’amore tra due artisti, con l’arte che si piazza prepotentemente nel mezzo. Da un lato Chopin, esule polacco, col suo temperamento malinconico, “grigio”, seppure a volte illuminato di accenti comici;, consapevole del proprio valore e malato di tisi. Dall’altro Aurore, alias George Sand, il nome maschile che si era scelta, scrittrice famosa, ricca, frequentatrice dei migliori salotti, libera, indipendente, anticonformista nei suoi abiti da uomo, piena di amanti, uomini e donne. Nonostante le grandi differenze, anche di età, Aurore perde la testa per Chopin e per la sua musica, tanto da fargli da amante, madre, agente; lui la soggioga artisticamente, si trasforma, diventando vitale e autoritario, geniale e volitivo… Ma non riesce a soddisfare la passionalità violenta e carnale di George, destinata ad una corsa senza traguardo. L’arte è un amore a sé, una passione bruciante va al di là dell’amore tra due persone.
DANZA

8 ottobre Ore 21.00
EQUILIBRIO DINAMICO DANCE COMPANY
Simple Love
coreography and set concept Roberta Ferrara, music advicer Vito Causarano, performers Tonia Laterza & Nicola de Pascale
“Simple Love” e’ una storia semplice, dove le sovrastrutture, verbali e non verbali, non servono. La gestualità, utilizzata in modo sacro e decifrato a mo di rito, prenderà il posto del verbo per raccontare, attraverso corpi che si snodano, si confrontano, si osservano in silenzio, il tema dell’Amore e dell’Arte di essere fragili. E’ un quadro nudo di sentimenti e sensazioni. Un vortice, una sfida di equilibri e compromessi da trovare, visivamente con il corpo, concettualmente con il cuore e con la mente. L’onesta’ fa da sfondo ad un lavoro che innesca momenti di silenzi, ricordi, odori; una necessità di trovare una pace interiore, un momento dove spazio-tempo si fermano e donano un amore semplice, il suono del silenzio. Grazie a Jarvis Cocker e Chilly Gonzales. L’album Room 29 è un “tappeto sonoro” per Simple Love, che fornisce alla creazione un punto di forza e responsabilità, giocando su memorie che oscillano tra reale e fantasia.
DANZA

8 ottobre Ore 22
KOINE HUMANA SOCIETÀ
D’mes
direzione Cristina Golin
di e con Federica Francese e Daniele Salvitto
in collaborazione con Interplay Festival internazionale di danza contemporanea
Vetrina della giovane danza d’autore Anticorpi XL 2018
Si ringrazia Nuovo Steps Centro Produzione Danza, Centro Danza 360°, Yetart Corporate Design
Viviamo in un momento in cui la solitudine e l’isolamento stanno inaridendo l’essere umano. Siamo figli della globalizzazione, resi schiavi dalla tecnologia. Affidiamo le nostre parole, i nostri sentimenti a strumenti in cui la corporeità è del tutto assente, e con essa anche la parte più vera delle persone. Tutti i valori di unione, amore e amicizia si stanno sgretolando. Un paradosso, in un mondo percorso da miliardi di vie di comunicazione, che invece di collegarci si infiltrano nei rapporti umani, si frappongono, e diventano causa di separazione, emarginazione, abbandono. Come una mitosi. Da un organismo unico, formato di più persone che dapprima vivevano in una simbiosi perfetta, sempre più spesso si formano Uni: nuove cellule figlie con la propria libertà, con la propria potenza creativa. Con lo stesso corredo cromosomico, fatto di valori, tradizioni e memorie, questi nuovi individui godono di un’estasi autocontemplativa. Ma nonostante questo forte senso di disparità, così come l’uno dà origine a tutti gli altri numeri, sono ancora vive le speranze di dare vita a molteplici realtà. In scena, due corpi, una sola cellula.
DANZA

9 ottobre Ore 20.00
COMPAGNIA STELLARIO DI BLASI-PINDOC
Morgana
ideazione e coreografia Stellario Di Blasi
interpreti Stellario Di Blasi, Valentina Iaia, musiche Holly Hermdon, Lim, Yakamoto Kotzuga
costumi Stellario Di Blasi
video Francesca Corso
produzione Pindoc onlus con il contributo di Mibact, Regione Sicilia-Assessorato al turismo sport e spettacolo
Coproduzione Rosa Shocking/Tendance
con il contributo di Mibact, Regione Sicilia-Assessorato al turismo sport e spettacolo
progetto realizzato con il sostegno di Permutazioni, un coworking coreografico a cura di Casa Luft, Zerogrammi, Fondazione Piemonte dal Vivo, in collaborazione con Festival Palcoscenico Danza e Università degli Studi
L’attuale contesto socio-culturale incoraggia le speranze e condiziona le nostre vite, raggirandoci attraverso inganni percettivi e di senso che inducono alla “morte”. La disobbedienza e la trasgressione sono diventate conformismo perché la nostra società rigetta i perdenti e spinge ai margini i più deboli, infondendo la paura di diventare prodotti sterili e di scarto. Siamo manipolati con l’illusione che si possano risolvere problemi complessi di forma e di sostanza: siamo come gli “scemi di guerra”, storditi dalle continue occasioni di svago. Vediamo dove dobbiamo vedere, dove ci dicono di vedere, così che la nostra insicurezza narcisistica consumi la nostra identità e ci renda esseri soggiogati, denudati delle nostre peculiarità, del nostro intimo essere. Quando questo miraggio trova il suo disincanto, nel momento in cui è chiaro che tutto è inglobato dal potere e s’inceppa l’intricato meccanismo d’inganni e autoinganni, la realtà può risultare insostenibile: smettere di “essere contro” un sistema e allinearsi alle voci dominanti o consegnarsi al mondo come un prodotto già pronto all’obsolescenza e scartato da un continuo ricambio? Liberamente ispirato al mito e al fenomeno ottico della Fata Morgana, la pièce è il secondo step di una trilogia dedicata ai miti dello Stretto di Messina e ha come intento una loro rielaborazione contemporanea attraverso l’interazione di danza, musica, parola e visual art.
DANZA


9 ottobre Ore 20.30
PROGETTO S
Vincere! Vincere! Vincere?
coreografie Mario Coccetti
con Rocco Suma, Salvatore Sciancalepore
produzione Daria De Luca-Cinqueminuti
Che cos’è la vittoria, se spazza via con un unico gesto la dignità e la sostanza stessa dell’essere umano? È una conquista, certamente, un tassello da aggiungere alla personale collezione di medaglie, ma priva del rispetto, dell’empatia, e della comprensione dell’avversario e del riconoscimento del valore. Si trasforma in arrivismo, in una forma prepotente e sconsiderata del proprio ego, in una valutazione distorta e accentratrice della vita stessa. Demolire, distruggere, asfaltare, abbattere sono diventati termini di uso comune, e nel nostro parlare quotidiano hanno acquisito un’accezione positiva. Di fatto, chi demolisce, distrugge, asfalta o abbatte un nemico o un concorrente, non fa altro che dimostrare una supremazia che altrimenti andrebbe persa nella semplice considerazione che ad ogni vincita deve corrispondere, di regola, una perdita. L’importante è partecipare, dicono, a patto però che si riesca a vincere la competizione, il bando, il concorso, il primo posto nella fila, il parcheggio sotto casa o la rissa culturale.
Ma cosa rimane dell’uomo se concede il piedistallo dorato solo al migliore, e priva dell’onore chi ha combattuto per la propria causa?
DANZA

9 ottobre ore 21.30
MUZO DANCE THEATRE COMPANY
La prepotenza del vento
in collaborazione con Casa Shakespeare
scritto, diretto e coreografato da Matteo Zonca e Giulia Roversi
con Caterina Danzico (danzatrice) Sabrina De Fabritiis (danzatrice), Carlotta Ferrera (danzatrice), Daniele Monticelli (danzatore), Valeria Palumbo (danzatrice), Marco Residori (attore), Debora Scandolara  (danzatrice) Giulia Roversi (danzatrice), Matteo Zonca (performer), musiche originali Thomas Sinigaglia, costumi Letizia Bocchi
“Ci laviamo via il tempo quando il vento ci parla all’orecchio
con l’alito che odora della nostra stessa pelle.
Arriviamo a costruire mulini per far tacere il vento
nell’utopia che taccia anche il tempo”
Lilliana posa i suoi stanchi passi nei pressi del cantiere dedicato alla costruzione di un mulino a vento. Il Villaggio non ama i segreti, ancor meno ama le novità, e in questo mulino cela la trappola per la lingua del vento. Troppo scivola dalle impertinenti fauci del codardo gesticolatore. Signora Maddalena insinua nel Villaggio la colpevolezza come movente al mulino e al suo estremo desiderio di controllo per coprire le vergogne che l’hanno trascinata ad essere anziana e non saggia. Il Villaggio placa la sete di curiosità nei confronti della nuova arrivata rendendosi fluido corpo unico per sgretolarsi nella solitudine notturna. Viola, l “egoinomane” Viola, rigetta di nascosto la sua perfezione imposta, che svenderebbe per un poco di fango sui piedi. Bruno prova e riprova le maschere da indossare per non tradire sul viso la sua claustrofobica realtà che il Villaggio chiama quieto vivere. La voce del vento si fa strada e si scompone nel corpo di René e nell’autismo che pare essere unico fedele compagno nella condizione di escluso, ora per paura, ora per scherno. Il mulino è ultimato. Nella coscienza del Villaggio, il singolare patibolo per l’etereo ed imprevedibile custode al quale tutti, almeno una volta, hanno confidato un segreto.
DANZA

10 ottobre Ore 19
Presentazione del libro “Luciana Savignano – L’eleganza interiore.” di Emanuele Burrafato (Gremese Editore)
Saranno presenti l'autore e Luciana Savignano
Luciana Savignano ripercorre le tappe della sua brillante carriera, condotta sui palcoscenici di tutto il mondo, al fianco dei coreografi e dei danzatori più rappresentativi della seconda metà del Novecento. Traendo spunto dalle competenti domande e dalle minuziose ricerche storiche di Emanuele Burrafato, che insieme a lei ha anche danzato, la Savignano ricorda le collaborazioni con personalità straordinarie quali Maurice Béjart, Roland Petit, Paolo Bortoluzzi, Rudolf Nureyev, Alvin Ailey, Mario Pistoni, di cui spesso regala un ritratto toccante ed esclusivo. Recensioni, profili critici, interviste inedite e raro materiale fotografico illustrano il suo percorso artistico, evidenziando le peculiarità di una danzatrice unica e irripetibile, capace di incarnare sulle scene una femminilità diversa e lontana da ogni stereotipo di ballerina. Il racconto prende vita a Milano, tra le mura della scuola del Teatro alla Scala, e si sposta subito dopo sul suo palcoscenico, fino a toccare i teatri più importanti del globo, tra gioie e dolori, successi e solitudine, in un mondo a volte feroce alle cui leggi Luciana non si piega. Ma il vero viaggio è interiore, alla ricerca e alla scoperta di sé attraverso l’amore per la danza, che per la Savignano è passione unica, duratura, totale e incondizionata.

10 ottobre Ore 20:30

BALLETTO DI ROMA

Omaggio a Luciana Savignano, ospite del Festival.

Coreografia di Emanuele Burrafato



10 ottobre ore 21:00

Serata finale Sezione Danza

Premiazione Sezione Danza



11 ottobre Ore 19.00

MADIEL

Attesa

da un’idea di Elena Oliva

testo e scene di Dino Lopardo

con Elena Oliva e Alessio Esposito

luci Matteo Ziglio, assistenti Giulia Pera e Mario Russo

Esiste una battaglia silenziosa di milioni di donne per essere madri.

“Attesa” è la storia di un desiderio, dell’adesso e del mai, di decisioni e rinunce, di un profondo apprendimento sulla propria esistenza. Una storia intima su quello che succede quando i nostri sogni ci sfidano: nessuno sa quello che accadrà dopo, perché gli eventi accadono senza chiederci il permesso. Passato e futuro si intrecciano fino a creare un’unica entità, con la quale i due protagonisti agiscono.

PROSA



11 ottobre Ore 21.00

DAF – TEATRO DELL’ESATTA FANTASIA

Sogno di un’alba

testo e regia Danilo Caiano

con Bruno Petrosino e Marco Trotta

Una scena sporca e disordinata, diverse sedie e una vecchia poltrona, una radio. In questo tugurio Alba e Schizzo vivono, mangiano, fanno sesso, si drogano. Alba, all’anagrafe Alberto Cerroni, nel suo vestito lungo e le sue scarpe nuove, si fa strada tra le salviette igienizzanti che Schizzo lascia ovunque, dopo essersi disinfettato le mani nella speranza di sentirsi più “pulito”. Alba vorrebbe avere una vita normale: essere una moglie, lavorare alle poste, essere libera dal giudizio della gente. Ma il suo sogno è ad una siringa di distanza. Complice della sua dipendenza è Schizzo, e il suo “Mpdstc” (Manuale perfetto per drogarsi senza tirare le cuoia). La musica della radio modifica l’atmosfera in maniera repentina, quasi isterica, e trasporta Alba nei ricordi della vita nella casa del padre, da cui è fuggita. In una giostra forsennata, scandita da momenti di quotidiana intimità e violente crisi di astinenza, Alba e Schizzo capiscono di aver toccato il fondo e che devono, a fatica, risalire la china. Ma uno, forse, è la zavorra dell’altra.

PROSA



12 ottobre Ore  18.00

CENTRO CULTURALE MOBILITÀ DELLE ARTI

Exodos

Progetto e regia Luigi Saravo

con Olumide Bobola, Doron Cochavi, Chiara Felici, Daniele Santoro, Renato Tummolo, Beatrice Olga Valeri, Claudia Vegliante, Bah Daouda Yassine e Joseph Yobo

Entrare in contatto con i luoghi dove risiedono immigrati clandestini ci ha permesso di esplorare le loro storie, dai luoghi d’origine dell’Africa centrale, passando per i viaggi che hanno dovuto affrontare per fuggire da situazioni violente, su verso il nord Africa, passando per i centri di raccolta in Libia, fino ai viaggi in mare.

Da queste storie abbiamo estratto un modello narrativo e l’abbiamo sviluppato per la scena arrivando alla composizione di uno spettacolo prevalentemente visivo, che superando le barriere linguistiche, è in grado di raccontare le esperienze raccolte e di riproporle a chi ce le ha fornite in un lavoro di scambio e cooperazione capace di essere testimonianza di quelle esperienze.

Attraverso il Festival inDivenire vogliamo portare questo percorso ad un pubblico più ampio per evidenziare la situazione di crisi e difficoltà cui ognuno di noi può essere testimone.

con la collaborazione di MATEMÙ.

SPETTACOLO OSPITE


12 ottobre Ore 21.00

WASTED

Sophia dalla Notte

di Kate Tempest

traduzione, adattamento e regia Alessandro Gorgoni

con Antonio Veneziano, Arianna Di Stefano, Mauro Racanati

musiche originali Filippo Lilli, scene Giorgia Di Pietrantonio

Wasted è il passaggio dalla potenza intangibile del desiderio alla realtà  spigolosa dove il meglio che ci possiamo augurare è “trovare una nicchia tutta per noi dove rifugiarci”. Wasted vuol dire sprecato, ma anche rovinato, sballato. Wasted è la pressione del cambiamento imminente che si annichilisce in un cambio d’abito. Wasted è l’aspirazione. Wasted è la realtà. Wasted siamo noi anche se “Uno: il cuore ci grida / Due: che c’è di più”.

PROSA





13 ottobre Ore 18.00

LES MOUSTACHES

Pastrocchio

scritto e diretto da Antonio Muro e Alberto Fumagalli

con Ludovica D’Auria, Alice Bertini, Dario Castellari

direttore di scena e costumista Giulio Morini, tecnico audio Tommaso Ferrero

Nella carcassa di una balena sorge una società. Una società decadente, al macero, senza futuro e senza passato. Ad abitarla sono diversi personaggi, tra cui il vecchio Mastro Geppetto, suo figlio di legno Pinocchio, fettuosamente chiamato dal padre “Pastrocchio” e un gatto, una volpe, un grillo, una fata turchina e Un’oscura figura, quella di Mangiafuoco. Partendo dal capolavoro letterario di Collodi e dal sognante ricordo dei suoi personaggi, questa storia intreccia il sapore favolistico con quello del dramma e del macabro. Niente funziona, tutto si proietta per il verso sbagliato, verso l’irreparabile. Non ci sono i buoni e, forse, nemmeno i cattivi. Di certo non esistono gli eroi, o i ripagati dalla vita, dopo lunghe fatiche e miserabili sacrifici. Senza alcun dubbio in questa storia non c’è spazio per gli onesti, per i belli, per i giusti. Ma gli abitanti di questa società cercano, a loro modo, di difendersi, di redimersi, di divertirsi, di creare attorno a loro le basi per poter sopravvivere, per poter essere qualcuno. Chi salveremo? E chi condanneremo?

PROSA


13 ottobre ore 20.00

DIETRO LA MASCHERA

Effetto Werther

regia e drammaturgia Gianluca Ariemma

con Gianluca Ariemma, Federico Gariglio, Marcello Gravina, Giulia Navarra

L’espressione “effetto Werther” si riferisce al fenomeno per cui la notizia di un suicidio pubblicata dai mezzi di comunicazione di massa provoca nella società una catena di altri suicidi. Il testo parte dal microdramma di Corinne Choule, che cerca un inquilino a cui subaffittare il suo appartamento. Appena lo spettatore riconosce la donna come protagonista, questa si suicida lasciando al nuovo inquilino, Cobb, l’impegno di mandare avanti la trama. Cobb nasconde il cadavere di Simone Choule in un baule e negherà spudoratamente la sua esistenza ai vicini, terzo fondamentale personaggio secondo i “100 buoni motivi per farla finita all’istante”  di Roland Topor. Questi, infatti, come stavano già facendo con l’inquilina precedente, inizieranno un gioco sadico e violento sulla psicosi “dell’inquilino del terzo piano” che lo cambierà per sempre.

PROSA


13 ottobre Ore  22.00 

COMPAGNIA CAMILLI FILANTI

Crave

di Sarah Kane

regia Giorgia Filanti

con Serena Borelli, Lucia Bianchi, Paolo Camilli, Davide Logrieco Ricci

aiuto regia Francesca La Scala

fonico Andrea Giulianelli, disegno luci Alessio Pascale

scene Carlo de Marin, foto Pino le Pera

In “Crave”, i quattro protagonisti, che si lanciano messaggi di amore, odio, sesso, violenza, affetto, vitalità e morte, rappresentano un’unica voce. Una voce dirompente, violentemente lirica, desiderosa semplicemente di amore. La scelta del genere maschile o femminile è puramente indicativa, come la stessa scansione della messa in scena; la musica rappresenta l’ambientazione e costruisce di volta in volta scenari differenti di pura passione sessuale, frustrata, che intrappola i personaggi nell’alienazione dei loro rapporti, senza via d’uscita né possibilità di soluzione, e che mostra la cecità dei rapporti sentimentali, che creano isolamento – un isolamento forzato – rispetto a ciò che avviene attorno a noi.

PROSA



14 ottobre

PREMIAZIONE SEZIONE PROSA.

Ospiti della serata in via di definizione.


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