sabato 27 febbraio 2016

SINGOLO Recensione

SINGOLO
scritto e interpretato da Daniele Coscarella
con Adriano Russo
regia di Pascal La Delfa
collaborazione ai testi Noemi Serracini



Accento Teatro dal 18 al 28 febbraio 2016
(dal giovedì alla domenica)
SINGOLO è uno spettacolo in grado di trasportare lo spettatore in un viaggio dentro se stesso, specialmente lo spettatore /spettatrice a cavallo dei 40 anni. Il viaggio dentro se stessi che va a scoprire quei lati ben presenti, ma che non tutti hanno avuto il coraggio di rendere manifesti. Beh il testo di Coscarella dà una bella sferzata per tirarli fuori. E' una protesta contro la massificazione il cui intento criminoso è appunto quello di ridurre gli individui ad una serie indistinta. Questo punto cruciale dello spettacolo è ben esemplificato dalle spinte che dà l'attore ai vari oggetti appesi al soffitto tramite dei fili, come a smuoverli e a renderli ancora genuini, e dall'emblematico panino con la frittata di patate. La generazione dei nati negli anni 70' è una generazione di transizione da una parte nel futuro, e da un'altra ancora nel passato, seppur il problema individuo società sia sempre stato di stretta attualità credo che per i quarantenni di adesso sia un punto nevralgico. Lo spettacolo SINGOLO è malinconico e struggente, quanto profondo, perchè va a sdoganare la libertà individuale di non dover seguire le orme paterne, di non dovere essere omologato alla società pena la squalifica, di poter esprimere se stessi liberamente per poter dare il meglio di se, invece che il peggio, o il medio solo perchè coartati . Quindi lo spettacolo si auspica una rivoluzione sociale, in cui sparisca l'omologazione, e ci sia attenzione alle attitudini personali....pensate quanto ne gioverebbe il mondo intero. Daniele Coscarella nello spettacolo è accompagnato dalla chitarra  di Adriano Russo, che rappresenta la parte sognatrice di uno stesso personaggio, con poetici interludi canori.
Miriam Comito


Per il secondo anno torna in scena Singolo lo spettacolo scritto da Daniele Coscarella per la regia di Pascal La Delfa, la collaborazione di Noemi Serracini, e interpretato da Daniele Coscarella con Adriano Russo e la sua chitarra.
Singolo è la storia di un uomo alla ricerca di una vera identità, perché il mondo gliene ha data una ma… fasulla
La commedia surreale racconta la storia di un eroe ordinario, un uomo come tanti che lotta in mezzo al traffico, al parco con il cane, per “arrivare a fine mese”. Un uomo normale che ha grandi aspettative, spesso deluse, con uno stile di vita nel quale si è “sempre di corsa”, perché tutto viene prima di te. Finché tutto funziona.
Un giorno qualcosa dentro si spezza e tutto quello che gira intorno a lui si frantuma in mille pezzi. (trailer www.youtube.com/watch?v=tBk9d-jw-ok)
Singolo è il mondo visto da un angolo, il centro visto “da sotto”, il gioco quando si rompe, la follia di restare normali. Rappresenta un microcosmo portato in superficie attraverso la voce di un uomo che si è perso e senza risparmiare nessuna parola al suo flusso di coscienza cerca il modo di capire come e quando questo sia accaduto. In un monologo esilarante e tendenzioso il protagonista ripercorre delle situazioni di vita comune e spesso paradossali. Affonda dentro di sé per ritrovarsi. Ricomincia il suo percorso da un capo all’altro della vita, come un bambino. Un percorso inconscio, surreale, sconnesso, divertente. E ad aiutarlo in questa impresa una figura delicata e poetica, quella di un musicista/poeta, un po’ singolo anche lui…


Lo spettacolo è una metafora della vita di ogni uomo “è una sorta di mia lavanda gastrica in cui ho sentito la necessità, come capita ad ognuno di noi, di riappropriarsi dello spazio, del tempo, di ritrovare lo sguardo del bambino e quella leggerezza legata anche alla caducità della vita con tutte le sue suggestioni e vicende anaffettive mai espresse - spiega Daniele Coscarella - Singolo, vuole essere una riscossa, quella di uno status (il singolo inteso come uomo solo, solitario, con sé stesso) che vince sul gruppo e sulla omologazione”.
Accento Teatro Via G.Bianchi, 12 (Testaccio) cap 00153 - Roma (Testaccio)
Orario spettacolo dal giovedì al sabato h. 21.00 - domenica h.18.00 Prezzo intero 12 euro // ridotto 10 euro // gruppi 8 euro
2 euro di tessera associativa del teatro Durata 50’

Info: www.accentoteatro.it
 BIOGRAFIE
Daniele Coscarella
Attore, conduttore e speaker Daniele Coscarella si è formato alla scuola Permis de Conduire con il metodo Orazio Costa Giovangigli e successivamente alla scuola d’improvvisazione nazionale LIIT. Continua la sua formazione seguendo corsi con Chiara NoscheseClaudio FoisPeter Honneger e Massimiliano Bruno. Ha lavorato per il canale Disney Channel con il quale ha girato le piazze e i teatri di tutta Italia. Dalla sua passione per il teatro nasce l’avventura dell’Accento Teatro - lo spazio off nel cuore di Testaccio che da 10 anni sviluppa e produce progetti e spettacoli creando risorse per le compagnie emergenti. In 15 anni di attività sono numerose le sue partecipazioni a spettacoli di compagnia in giro per l’Italia. Partecipa agli ultimi film di Massimiliano Bruno “Confusi e felici” e “Gli ultimi saranno gli ultimi”, e la fiction “Tutto puo’ succedere”. Da un paio di anni porta in scena e si misura con il monologo da lui stesso scritto e interpretato: Singolo.  
Pascal La Delfa
Autore e regista teatrale, Pascal La Delfa inizia la sua carriera come attore di prosa diplomandosi all’Accademia triennale d’arte drammatica “La Scaletta” e contaminandosi anche con maestri quali Marcel Marceau e Dario Fo. La sua attività di teatrante spazia dall’impegno sociale, al teatro civile, alle commedie di genere. Dal 2005 è direttore artistico dell’Accento Teatro di Roma, nel 2007 fonda la prima Scuola Nazionale di Operatori di Teatro Sociale; inoltre, da diversi anni è il presidente di “Oltre le parole onlus”, un’associazione che si occupa di attività teatrali con soggetti con disagio di vario tipo, ma anche di produzioni teatrali. Organizza e insegna in corsi, laboratori e stage in tutta Italia e all’estero.

Adriano Russo
Inizia a praticare musica all'età di tre anni disturbando spesso suo zio e il suo pianoforte.
La chitarra è la sua passione, inizia a studiarla fin dalle elementari nel corso degli anni studia chitarra classica prima con il maestro Fabrizio Barchi e, poi, con il maestro Francesco Taranto.
Nel 1996 si avvicina allo studio dell’elettrica e del jazz e approfondisce i suoi studi alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio con il maestro Roberto Nicoletti. Negli anni seguenti studia con il chitarrista Nunzio Barraco (2004) e con Claudio Riggio (2006). Collabora con varie scuole di musica a Roma. E’ assistente di Massimiliano Bruno nei master di performance tenuti dal regista e autore romano. Esprimendo il suo carattere in poche righe Adriano può essere definito “un esploratore di emozioni”.




giovedì 25 febbraio 2016

MARCHETTE IN TRINCEA Recensione

Lillo & Greg
dal 23 febbraio al 1 aprile 2016
in
“MARCHETTE IN TRINCEA”
(Work in regress)
di Claudio GREG Gregori e Pasquale LILLO Petrolo

con
DORA ROMANO, MARCO FIORINI e MONICA VOLPE
REGIA Lillo &Greg

CO-REGIA Andrea Palotto

SCENE Andrea Simonetti
MUSICHE Claudio Greg Gregori e Attilio Di Giovanni


MARCHETTE IN TRINCEA  è uno spettacolo in pieno stile Lillo&Greg, quindi che va a sfiorare, il paradosso per raccontare tutto ciò che c'è intorno al mondo del teatro italiano. Lo spunto è prendere di mira una sgangherata compagnia di attori che annovera tra le sue fila, un'attrice trombona vecchio stile, (Dora Romano) una giovane starlette senza talento, (Monica Volpe) un attore improvvisato, (Pasquale Lillo Petrolo) e un autore/attore che chiamandosi Pirandello di cognome crede di essere come Luigi, ma in realtà ha scritto uno spettacolo brutto senza appello (Claudio Greg Gregori). L'arrivo di un ufficiale giudiziario, poco coscienzioso (Marco Fiorini) porterà la compagnia a dover sostituire, oggetti di scena, e musiche attraverso rimedi casarecci. Inaspettatamente arriva la svolta, sotto forma del proprietario di una catena di ipermercati tedesco (Greg) che invaghitosi di Monica sponsorizza lo spettacolo....sponsorizza appunto ma come? Cambiando dapprima un pochino il testo, e poi stravolgendolo del tutto, pretendendo per Monica il ruolo di protagonista, inserendo dei veri e propri spot pubblicitari dei suoi prodotti, e volgendo la trama, verso la bonarietà teutonica, cosa poco semplice essendo ambientato lo spettacolo durante la Resistenza. In queste varie fasi lo spettacolo subisce un vero e proprio "Work in regress" come da sottotitolo, ma per assurdo, fa il pienone di pubblico, e viene osannato dalla critica, che vede nell'opera significati, intrinseci e sottotesti  assolutamente inesistenti nella realtà, ma che i critici credono di sentire e percepire. L'imprenditore tedesco ha un consulente finaziario (Marco Fiorini) che darà la svolta finale alla vicenda, ma che non riveliamo per non guastare la sorpresa agli spettatori. 
A seguire lo spettacolo viene proiettata una puntata inedita di "Pupazzo criminale" serie scritta e diretta da Lillo&Greg  di cui nel foyer troverete le magliette per aiutare
Miriam Comito



SINOSSI Una male assortita compagnia di teatro è in scena con un’orribile commedia sull’invasione tedesca del ”43. L’assenza di pubblico, quindi d’incassi, non concede la possibilità di estinguere le rate di un’ipoteca accesa per l’allestimento e un ufficiale giudiziario inizia a pignorare costumi, luci ed effetti, trascinando la commedia in un gorgo d’involuzione minimalista. Poco prima del Caporetto, il salvifico avvento di un imprenditore tedesco le restituisce fasti mai sperati. Il nuovo produttore, però, pretende l’inserimento di slogan pubblicitari ed un ruolo migliore per l’attrice di cui si è invaghito. I nuovi pacchiani mutamenti dello spettacolo entusiasmano la critica intellettuale, che vede nello spettacolo una feroce satira di costume.
La chiave di volta si troverà in un bizzarro consulente finanziario che determinerà l’ultimo, assurdo cambiamento.
A distanza di quattordici anni i due umoristi ripescano una commedia di Greg ed insieme la smantellano, la scompongono e la assemblano di nuovo, ribattezzandola “Marchette in trincea”. Siamo sempre nel sofisticato terreno del meta teatro, tanto amato da Lillo & Greg.
Ed è un terreno assai fertile per veicolare il loro umorismo e contemporaneamente dissacrare le dinamiche, spesso squallide, che animano il mondo dello spettacolo: le rivalità, la bramosia del denaro o della carriera, gli pseudo intellettualismi, gli ego ipertrofici, i falsi idoli, le ipocrisie e il dogma numero uno: la forza che muove l’universo, quella per cui sempre soccombe il carro di buoi.

Lo spettacolo è severamente vietato ai minori di 3 anni


TEATRO BRANCACCIO
Via Merulana, 244 – 00185 Roma
Tel 06 80687231/2 Fax 06 80687235

dal lunedì al venerdì ore 21.00 – sabato ore 18 e 21, domenica ore 18
Da € 43 a € 23 inclusa la prevendita


Menzione speciale ai Nastri d'argento per "Prima di tutto" di Marco Simon Puccioni

Per “Prima di tutto” di Marco Simon Puccioni
una menzione speciale dai Nastri d’Argento


Roma, 25 febbraio 2016

I Nastri d’Argento per il documentario premiano con una menzione speciale anche “Prima di tutto” di Marco Simon Puccioni, condiviso con il produttore Giampietro Preziosa, film che racconta la storia di una coppia omogenitoriale nel rapporto con la paternità (di due gemelli) e con la costruzione di una delle ‘famiglie arcobaleno’ in questa stagione - e più che mai in queste giornate politicamente ‘roventi’-  al centro del dibattito urgente per il voto sui diritti civili.
Il film, che è stato anche trasmesso da Rai3 (da Doc 3) è il primo capitolo di un lavoro che Puccioni e Preziosa proprio in questi giorni si preparano a proseguire (in America) con la storia delle donne che partoriscono i figli poi destinati all’adozione da parte di coppie omogenitoriali.

“Prima di tutto” racconta quest’esperienza senza mediazioni ma solo con il punto di vista di due genitori che creano e gestiscono una famiglia diversa nella quale, come spiega l’autore, i bambini hanno creato una comunità.
“Questo riconoscimento al mio documentario più personale – racconta il regista Marco Puccioni – quello che racconta la felice storia di come si è formata la mia famiglia, mi fa particolarmente piacere.
Arriva però in un momento in cui le aspettative di vedere finalmente approvata una legge che riconosca anche in Italia l'esistenza della mia famiglia saranno deluse da una classe politica litigiosa e incapace di dare risposte adeguate ai bisogni dei suoi cittadini più indifesi.
Mi auguro che questo premio spinga i politici, che ora stanno prendendo importanti decisioni sulle nostre vite, a vedere il documentario e rendersi conto che la nostra famiglia è già accettata e integrata nella società e che se negheranno l'adozione del configlio faranno un'ingiustizia soprattutto verso i bambini.”

mercoledì 24 febbraio 2016

ASPETTANDO GODOT AL TEATRO DEI CONCIATORI Recensione

TEATRO DEI CONCIATORI
C.U.T. – Contemporary Urban Theatre - 100% TAGLIO CONTEMPORANEO


23 | 28 febbraio 2016


presenta


ASPETTANDO GODOT
di Samuel Beckett


Regia di ALESSANDRO AVERONE


con Marco Quaglia
Gabriele Sabatini
Mauro Santopietro
Antonio Tintis


Scene Alberto Favretto
Costumi Marzia Paparini
Luci Luca Bronzo
Foto di scena Manuela Giusto
Web assistant Martina Mecacci




ASPETTANDO GODOT  testo molto conosciuto di Samuel Beckett è, in questi giorni, in scena al Teatro dei Conciatori, per la regia di Alessandro Averone. Lo spettacolo è molto suggestivo, vede l'avvicendarsi dei quattro personaggi beckettiani: Vladimiro (Marco Quaglia), Estragone (Mauro Santopietro),  Pozzo (Antonio Tintis) e Lucky (Gabriele Sabatini), anime assolutamente perse nel mondo reale, senza punti di riferimento concreti che aspettano l'arrivo di un imprecisato essere. Il loro tempo passa, senza passare, o meglio trascorre senza lasciare in loro un segno tangibile, ognuno caratterizzato e chiuso in se stesso, non è in realtà in comunicazione con gli altri tre, ogni singolo personaggio, anche se sembra avere dei cambiamenti, sono solamente bagliori di cambiamento se non addirittura accecamenti, che lo tengono in realtà bloccato all'interno di se stesso. Passano il tempo ad aspettare, a discutere, a fare cose inutili, solo per far passare il tempo nel caso di Vladimiro ed Estragone, oppure a instaurare un rapporto padrone / schiavo, con tanto di corda, nel caso di Pozzo e Lucky, rapporto che se non avrà un vero e proprio capovolgimento nel secondo tempo, comunque avrà una tirata di corda che porrà i due sullo stesso livello  basico. L' inizio e la fine, ma anche l'inizio è la fine.... dove appunto solo la natura si muove, tutto il resto che poi non è altro che l'essere umano rimane, immobile. Il testo è quindi una metafora della inutilità della vita umana se vissuta in modo superficiale e non a contatto con gli altri. La regia di Averone è assolutamente calzante, coadiuvata dalla bravura di tutti gli attori che non trascurano nulla dei loro personaggi, curandone ogni sfumatura, e creando un ensamble di emozioni, anche se essenzialmente non succede nulla, come da testo, che fa rimanere attaccati alla propria sedia. la suspence di un qualcosa di imminente che deve arrivare, ma che non arriva,  grazie soprattutto all'inettitudine umana. Didi e Gogo, soprannomi di Vladimiro ed Estragone, non solo non fanno nulla, perchè devono attendere, ma neanche provano ad avvicinarsi a Godot. Pozzo non si ricorda cosa ha fatto il giorno prima, e se nel primo tempo, il suo arrivo e quello di  Lucky sembrano apparentemente scuotere il torpore degli altri due, presentandogli una chiara situazione di dominio dell'uomo sull'uomo, nel secondo, uno è cieco e l'altro è muto. Quindi l'inazione figlia della non comunicazione reale, discorsi sconnessi che non producono nulla, tutti caratteri propri del teatro dell'assurdo, il nonsense, sviluppatosi in particolare dopo la seconda guerra mondiale.

Miriam Comito



Sarà in scena al Teatro dei Conciatori dal 23 al 28 febbraio 2016, ASPETTANDO GODOT di Samuel Beckett, per la regia di Alessandro Averone (premio Le Maschere del Teatro 2015). Protagonisti: Marco Quaglia, Gabriele Sabatini, Mauro Santopietro, Antonio Tintis.

Note di regia - Alessandro Averone

"Quello che mi ha sempre affascinato in Beckett è la sottile e fine poesia che scaturisce dai suoi testi. L’amore e la compassione per l’essere umano costretto disperatamente alla ricerca di un senso. Il vagare su questa terra in perenne attesa di un gesto, di una parola che si faccia Verbo e indichi una via, una meta per colmare il mistero dell’essere qui e ora. Nessun Dio. Nessuna metafisica. Si aspetta. Qualcosa di indefinito e sconosciuto. Si fa passare il tempo e si riempie uno spazio. Ci si aggrappa perdutamente a qualsiasi cosa ci ricordi che esistiamo e che siamo vivi. Si gioca, con quello che resta. Del mondo, dell’essere umano, delle parole. Si resiste. Con affetto e violenza. Con quello che si è. Con tutti i nostri limiti. Stretti l’un l’altro. Aspettando Godot".


TEATRO DEI CONCIATORI - Via dei conciatori, 5 – 00154 ROMA
Tel. 06.45448982 – 06.45470031 - info@teatrodeiconciatori.it - http://www.teatrodeiconciatori.it/
TIPOLOGIA BIGLIETTI: € 18,00  + tessera obbligatoria di 2 €
ORARIO SPETTACOLI: dal martedì al sabato ore 21,00 domenica ore 18,00
RIDUZIONI PER I LETTORI DI PERSINSALA, SALTINARIA, GUFETTO
           


Il Teatro ha il patrocinio gratuito del Municipio VIII (ex XI)


lunedì 22 febbraio 2016

PRESENTATO IL LIBRO DI POESIE " SE SOLO FOSSIMO ALTROVE" di ROMINA CARRISI

  


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  Presentazione del libro di poesie “Se solo fossimo altrove” di Romina Carrisi



E' stato presentato,oggi lunedì 22 Febbraio, presso lo spazio Settembrini Libri, in Piazza dei Martiri di Belfiore 12/A a Roma,  alle 11.30, l’esordio poetico – letterario di Romina Carrisi “Se solo fossimo altrove” edito da Miraggi Edizioni. 

«La poesia nasce da un impulso. Come un istinto sessua­le, un raptus […] dalle tue dita e dalla tua mente sta nascendo un tornado. Poi finisce e ti senti nudo, quasi ti vergogni […]. Un attimo di pudore umano. Poi la vesti, la sistemi, la lavi e la pettini e la mandi nel mondo, spe­rando che faccia del bene.»
Il libro è impreziosito da un’intervista a Romina Carrisi dello scrittore, giornalista e sceneggiatore Enrico Remmert.
Le conversazioni sono state intervallate dalla lettura di alcune poesie tratte dal libro.

Romina Carrisi, nata a Cellino San Marco 28 anni fa, cresce tra uliveti e vigneti girando anche il mondo per seguire le tournee dei suoi genitori.
Romina indossa il nome della madre ma sfugge al lavoro dei genitori, scegliendo altre forme di espressione artistica.
Il suo talento trova principalmente un percorso nella scrittura, dai primissimi esperimenti, una poesia dedicata a Gesù, lanciata dalla finestra della sua cameretta ed un’altra dedicata ad un suo compagno di scuola, entrambe senza la risposta che lei attendeva, si incanala in un percorso più coerente fino ad arrivare ad una raccolta di poesie d’amore, che oggi finalmente viene pubblicata e presentata.
Attualmente Romina vive tra Los Angeles e l’Italia, dove continua a scrivere intervallando quest’attività con quella di fotografa, attrice e modella.



E' stato presentato oggi, lunedì 22 Febbraio, presso lo spazio Settembrini Libri, in Piazza dei Martiri di Belfiore 12/A a Roma,  alle 11.30, l’esordio poetico – letterario di Romina Carrisi “Se solo fossimo altrove” edito da Miraggi Edizioni. Seguirà un light lunch per gli ospiti.

«La poesia nasce da un impulso. Come un istinto sessua­le, un raptus […] dalle tue dita e dalla tua mente sta nascendo un tornado. Poi finisce e ti senti nudo, quasi ti vergogni […]. Un attimo di pudore umano. Poi la vesti, la sistemi, la lavi e la pettini e la mandi nel mondo, spe­rando che faccia del bene.»
Il libro è impreziosito da un’intervista a Romina Carrisi dello scrittore, giornalista e sceneggiatore Enrico Remmert.
Le conversazioni sono state intervallate dalla lettura di alcune poesie tratte dal libro.

Romina Carrisi, nata a Cellino San Marco 28 anni fa, cresce tra uliveti e vigneti girando anche il mondo per seguire le tournee dei suoi genitori.
Romina indossa il nome della madre ma sfugge al lavoro dei genitori, scegliendo altre forme di espressione artistica.
Il suo talento trova principalmente un percorso nella scrittura, dai primissimi esperimenti, una poesia dedicata a Gesù, lanciata dalla finestra della sua cameretta ed un’altra dedicata ad un suo compagno di scuola, entrambe senza la risposta che lei attendeva, si incanala in un percorso più coerente fino ad arrivare ad una raccolta di poesie d’amore, che oggi finalmente viene pubblicata e presentata.
Attualmente Romina vive tra Los Angeles e l’Italia, dove continua a scrivere intervallando quest’attività con quella di fotografa, attrice e modella.


CONCORSO LIRICO JOLE DE MARIA

CONCORSO LIRICO INTERNAZIONALE
JOLE DE MARIA
IV  edizione
Teatro Ramarini -Monterotondo (Roma)
23, 24 e 25 giugno 2016

Al via il bando 2016 per cantanti lirici di tutti i registri vocali

Premi in denaro, iscrizioni entro il 20 giugno 2015

Al via il bando 2016 della quarta edizione del Concorso Lirico Internazionale Jole De Maria che si terrà a Monterotondo (Roma), presso il Teatro Comunale Ramarini, dal 23 al 25 giugno 2016, dedicato a cantanti lirici di tutti i registri vocali – soprano, mezzosoprano/contralto, controtenore, tenore, baritono, basso - e di tutte le nazionalità. Tutte le informazioni per l’iscrizione, che scade il  20 giugno 2016, sono visibili al link www.concorsoliricojoledemaria.eu. Ai vincitori saranno assegnati trePremi in denaro: 2.000 euro al primo classificato, 1.000 euro al secondo classificato e 500 euro al terzo classificato. Previsto anche un premio in denaro assegnato dal pubblico.

La Giuria è formata da 5 prestigiosi personalità del mondo musicale – il Presidente di giuria, Giuseppe Sabbatini, tenore e Direttore d’orchestra; il compositore e manager Tonino CaraiFlorin Estefan, baritono e Direttore artistico del Teatro dell'Opera di Cluj-Napoca (Romania); il senior manager Marco Impallomeni e il giornalista e critico musicale Stefano Valanzuolo

Il Concorso, a cura dell’Associazione Culturale Arcipelago, con la direzione artistica del mezzosoprano Irene Bottaro e l’organizzazione di Eleonora Vicario, si articolerà in tre fasi: il 23 giugno le prove eliminatorie, il 24 giugno la prova Semifinale, mentre il concerto Finale di Gala si terrà il 26 giugno. Chi attesti di aver vinto il Primo Premio di un Concorso Lirico internazionale, accederà direttamente alla prova semifinale. Il concorso metterà a disposizione il pianista per l’accompagnamento dei partecipanti e due professionisti che si occuperanno delle acconciature e del trucco: le concorrenti potranno infatti usufruire gratuitamente di eleganti acconciature: richiami al passato, code, chignon, trecce complicate, sperimentazioni eccentriche.

Portare in una cittadina di provincia come Monterotondo - sostiene la direzione del Concorso - la lirica che in passato aveva la sua “casa” proprio nel vecchio Teatro Ramarini (parzialmente distrutto dalle fiamme nel 1980 e ora perfettamente restaurato), è come riprendere le fila di un discorso storico temporaneamente interrotto, determinando un ulteriore innalzamento del livello artistico del territorio. Tutto questo avrà – e già ha dimostrato di avere - capacità  di  sviluppare  la  conoscenza  dei  cittadini di un bene prezioso che in tutto il mondo ci invidiano quale è la musica lirica e di cui andare orgogliosi. A questo va aggiunto lo stimolo sociale del sostegno alla Ricerca sul cancro che ha sempre accompagnato le nostre edizioni e che ci ha fatto premiare con la medaglia inviata dal Presidente della Repubblica nel 2014 e nel 2015 con l’Alto patrocinio del Parlamento Europeo, il patrocinio del Senato, il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dei Comuni di Monterotondo, Mentana, Fonte Nuova e Guidonia Montecelio, patrocini richiesti anche per questa edizione”.  

Per maggiori informazioni
cell. 347 6341755

Presentazione del libro. Parole e Cartoons- Il linguaggio delle fiabe e il cinema d'animazione di Maddalena Menza.

Mercoledì 24 febbraio 2016
h. 17:00 – 19:00
c/o UNIVERSITA' LUMSA di Roma
(Borgo S.Angelo, 13)

Presentazione a ingresso gratuito del libro  Parole e Cartoons – Il linguaggio delle fiabe e il cinema d'animazione, di Maddalena Menza, edito da Arbor SapientiaE, alla presenza di giornalisti e accademici di cinema

Si tiene mercoledì 24 febbraio a partire dalle ore 17:00 presso l'Aula Cardinali dell'Università LUMSA di Roma (Borgo S. Angelo, 13) la presentazione - aperta al pubblico e a ingresso gratuito - del libro Parole e Cartoons – Il linguaggio delle fiabe e il cinema d'animazione (224 pag, 20 euro, Isbn 978-88-97805-68-7), diMaddalena Menza, edito da Arbor SapientiaE. Saranno presenti, oltre all'autrice, la dott.ssa Claudia Camicia, presidente del Gruppo di Servizio per la Letteratura Giovanile e redattrice di Pagine giovani, il prof. Italo Spada, presidente del Centro Studi di Cinematografia per Ragazzi e il prof. Gennaro Colangelo, docente di Progettazione e organizzazione dello spettacolo alla Lumsa.

Il volume Parole e Cartoons – Il linguaggio delle fiabe e il cinema d'animazione è un viaggio nel mondo poco conosciuto del cartoon italiano. Un cinema che ha dato ottimi frutti, da La Rosa di Bagdad di Anton Gino Domeneghini, film a colori del 1949 ai personaggi delle Winx creati da Igino Straffi e visti in 150 Paesi del Mondo. Ma anche i capolavori di Bruno Bozzetto, primo fra tutti Allegro non troppo, che negli USA è un cult-movie, e i lavori di Enzo D’Alò, da La Freccia azzurra, tratto da Rodari a Momo, al grande successo de La gabbianella e il gatto. Il libro contiene una intervista all’illustratore proprio de La Freccia azzurraPaolo Cardoni, ma grande spazio è dato anche al dimenticato pioniere dell’animazione, Stelio Passacantando, scomparso nel 2010 e creatore di personaggi ribelli quali Alice e Gian Burrasca, che ha lavorato con i grandi dell’animazione come George Dunning (collaborando al film sui Beatles, Yellow submarine). Completano il volume le schede dei film e numerose interviste.
“Lo spunto del libro – sottolinea l'autrice, Maddalena Menza –  arriva dalla mia esperienza di bambina riemersa dal profondo con il ricordo delle fiabe raccontate da mia madre napoletana, unita al mio personale vissuto di madre e maestra. Questo mi ha spinta a indagare la forza inalterata che conserva ancora oggi la fiaba per bambini, spesso di questi tempi iper-stimolati, che vivono la narrazione  con la stessa profondità di sempre. La sua magia  non sta tanto nel trasportarci in mondi lontani quanto di mostrarci la verità sulla vita, come diceva Schiller, più di quanto  lo facciano le “verità” apprese da grandi”.

L'autrice
Maddalena Menza, giornalista, scrittrice e docente, è laureata in Storia dello Spettacolo e dottore di ricerca in Pedagogia. Ha preso parte alla scuola drammaturgia di Eduardo De Filippo e ha lavorato con Federico Fellini nel film La voce della luna e con diverse produzioni teatrali. Specializzata in cinema e letteratura per l’infanzia ha scritto diversi libri dedicati a Tofano (Sergio Tofano e il signor Bonaventura, edito da Kappa), a Carlo Ludovico Bragaglia, Ferzan Ozpetek (Il viaggiatore dell’anima, edito da Kappa) e alcune fiabe per bambini in corso di pubblicazione. Redattrice di Pepe verde, Teatro Cult e Campo dè Fiori, per i suoi libri ha ricevuto riconoscimenti tra cui il Premio Ricomincio da Roma del 2013 e il Trofeo Penna d’autore di Torino.

Il libro è disponibile in vendita online sul sito della casa editricewww.arborsapientiae.com e presso la Libreria La Leoniana di Roma (Via dei Corridori, 16).

domenica 21 febbraio 2016

IL SENSO DI COLPA Recensione


Il senso di colpa
scritto da Federica Colucci

con Federica Colucci,  Cristiana Mecozzi,
Roberta Misticone, Francesca Nobili, Elisa Panfili


regia di Bruno Governale



Teatro Trastevere di Roma
dal 16 al 21 febbraio


IL SENSO DI COLPA è senza dubbio uno spettacolo forte, dove si è chiamati a confrontarsi con dei personaggi tragici,nell'accezione più naturale del termine, ovvero hanno la tragedia dentro, perchè l'hanno vissuta intorno  a loro e gli è entrata dentro per non uscirne più. lo spettacolo vuole riflettere  su cosa  sia davvero la libertà, e soprattutto in quali modi si possa perderla. La prigione, come luogo fisico, certamente è uno di questi, ma esiste anche una prigione non fisica, in cui la mente prigioniera si dibatte senza trovare una via di uscita. Le cinque attrici sono tutte vestite di bianco, appunto a significare la loro innocenza, ma il senso di colpa è più forte, e se le rende tra loro, coartate in un piccolo ambiente, a volte dolci e concilianti, spesso burbere e aggressive, resterà dentro di loro come un segno indelebile. le protagoniste hanno tutte il nome di un'eroina shakesperiana Cordelia, Giulietta, Ofelia, Desdemona e Lady Macbeth, trasfigurate in un carcere della Londra dei tempi moderni, conservano qualcosa dei loro personaggi iniziali, delle loro storie pur trasformando completamente il loro animo. Spettacolo interessante, sia nei monologhi/interrogatori sia nelle scene all'interno della cella, la recitazione volutamente cruda e realista si sposa perfettamente con il testo e l'argomento trattato.
Miriam Comito

In scena dal 16 al 21 febbraio al Teatro Trastevere di Roma, Il senso di colpa scritto da Federica Colucci e diretto da Bruno Governale. Sul palco, insieme all'autrice, altre quattro donne: Roberta Misticone, Cristiana Mecozzi, Francesca Nobili, Elisa Panfili.


Cinque giovani donne sono protagoniste di un incubo che si svolge dentro una cella della prigione femminile di Londra ai giorni nostri. Sono personaggi dal carattere deciso ma dalla mente debole e stravolta.
Sono accusate di essere la causa di innumerevoli omicidi ma nessuna di loro ha mai ucciso qualcuno.
E' dunque una vera e propria colpa la loro o solo un senso di colpa? Sfibrate dalla durezza del carcere e dai brutali rapporti fra di loro, accompagnate dall'unico sollievo di una vecchia radio, tutte le detenute rilasceranno dichiarazioni definitive scottanti sui fatti che le riguardano, guidando lo spettatore attraverso la loro mente "malata".
Potrà il loro senso di colpa punirle più di una colpa vera e propria? E quale sarà la degna punizione per ognuna di esse?
Il pubblico le seguirà nel loro percorso interiore, caratterizzato da un linguaggio forte e da atmosfere bollenti, assistendo alla loro vulnerabilità generata da problemi sessuali, di droga, familiari e molto altro ancora.
Ah, quasi dimenticavo; i loro nomi sono Giulietta, Ofelia, Cordelia, Desdemona e Lady Macbeth.


Il senso di colpa
scritto da Federica Colucci
regia di Bruno Governale
cast Federica Colucci, Roberta Misticone, Cristiana Mecozzi, Francesca Nobili, Elisa Panfili.
Teatro Trastevere
Via Jacopa de’ Settesoli n. 3 - Roma
Dal 16 al 21 Febbraio
ore 21.00 Domenica ore 18.00
Biglietti 13.00 + 2.00
Per info e prenotazioni Tel. 06 5814004  Cel. 329 0755869

venerdì 19 febbraio 2016

UN UOMO A META' Recensione

Un uomo a metà
di Giampaolo G. Rugo
con Gianluca Cesale
regia Roberto Bonaventura

scene e costumi Francesca Cannavò
amministrazione Marilisa Busà
foto di scena Giuseppe Contarini
produzione Castello di Sancio Panza e Fondazione Campania dei Festival

Spettacolo vincitore del Napoli Fringe Festival 2015


UN UOMO A META'  è uno spettacolo che narra, la tragedia dell'inadeguatezza, mettendo in luce quanto questa inadeguatezza non sia assolutamente una cosa naturale, o spontanea, ma venga indotta dalla società a cui tutti apparteniamo, che ci sottopone a continui e sfiancanti confronti, che limitano l'essere umano nella sua crescita. Entrando in sala, si trova Gianluca Cesale già in scena, che con passo stentato cammina come se non avesse una meta, o meglio come se si trovasse in un labirinto senza uscita, con lui una statuetta bianca della Madonna, si spengono le luci, e si ode la voce dell'attore che a mo'  di ammonimento ci dice" Non è vero che si muore istantaneamente, c'è sempre una lunga agonia e si piange molto." la scenografia essenziale, completamente bianca viene portata, volta per volta in scena dallo stesso Gianluca Cesale, che così ci prepara ad ascoltare la sua storia. Ed eccoci entrare in una storia, che potrebbe essere, seppur con lievi cambiamenti, quella di ciascuno di noi, l'impotenza fisica di un uomo che non riesce a far l'amore con la propria fidanzata, nasconde, ed è metafora appunto dell'inadeguatezza che gli è stata procurata dalla società sia che si manifesti sotto forma di genitori, nonni, fidanzata ricca, cugino della fidanzata ricca, sia sotto forma di amici,lavoro etc. e allora in quel caso a salvare l'individuo interviene qualcosa di immateriale: una visione che impedisce a Giuseppe, il protagonista di questa storia di fare scelte sbagliate, e lo indirizza verso altri lidi lidi che sembrerebbero al primo sguardo del tutto "inadeguati" e, invece, immerso nella naturalezza e nella dolcezza di un sorriso inaspettato Giuseppe diventa tutto a un tratto: adeguato!
Il testo di Giampaolo G. Rugo va  a scandagliare quello che è il problema dell'essere umano odierno, e che lo era anche nel Novecento basta pensare allo Zeno Cosini sveviano, ma qui c'è una via di uscita, quell'altrove dal sapore esotico, quel sorriso, vicino ad un fiore. A concorrere alla buona riuscita dello spettacolo l'intensissima interpretazione di Gianluca Cesale, tra momenti di intimismo e momenti di euforia, cattura completamente lo spettatore.
Miriam Comito

In scena al Teatro Brancaccino di Roma lo spettacolo “Un uomo a metà” di Giampaolo G. Rugo, vincitrice del Napoli Fringe Festival 2015. La pièce, diretta da Roberto Bonaventura, è allestita dall’ 11 al 14 febbraio e ancora in replica giovedì 18 e venerdì 19 (h 20). Protagonista è Giuseppe, rappresentante di articoli religiosi, interpretato da Gianluca Cesale. I suoi genitori, pensionati, passano il proprio tempo a “Manhattan”, sala bingo in cui dilapidano la propria pensione. Il nonno, un vecchio fascista reduce delle guerre coloniali, dopo un ictus è costretto su una sedia a rotelle, curato da una badante singalese.

Giuseppe è fidanzato da sempre con Maria, ricca figlia del padrone del più grande negozio di articoli religiosi di Roma, ma ha un problema che diventa sempre più concreto con l’avvicinamento delle nozze; è impotente. Il giorno prima del matrimonio si sottopone, torto collo, al rito dell’addio al celibato con gli amici. Proprio quella notte scopre, in maniera rocambolesca, la propria sessualità. La carica dirompente di questa rivelazione lo porta a realizzare una parte di sé nascosta che rivoluzionerà il suo rapporto col mondo circostante, sino alle estreme conseguenze.

Ci si domanda quanto la libertà dell’individuo dipenda dall’ambiente che lo circonda e fino a quale livello possa essere compressa l’essenza più vera della persona. “Un uomo a metà” utilizza l’impotenza sessuale come simbolo dell’impotenza più in generale e come mezzo per svelare le mille ipocrisie (nascoste e non) della nostra società.

Roberto Bonaventura inizia a lavorare in teatro nel 1996 con Nutrimenti Terrestri. Dal 1999 al 2012 fa parte dello staff organizzativo del prestigioso Festival di Santarcangelo dei Teatri. Nel 2002 debutta alla regia al Teatro di Leo di Bologna con il monologo Oratorio da Vincenzo Consolo.  Nel 2003 fonda, con Monia Alfieri, la compagnia Il Castello di Sancio Panza con cui produce lo spettacolo Due passi sono di Carullo-Minasi (Premio Scenario per Ustica 2011, premio InBox 2012 e Premio Teresa Pomodoro). Collabora stabilmente con l'amico e mentore Giovanni Boncoddo e con la compagnia Scimone-Sframeli. Autore anche di diversi cortometraggi e documentari, è aiuto regista di Francesco Calogero. E’ inoltre direttore artistico del ForteTeatroFestival.

Giampaolo G. Rugo è drammaturgo e sceneggiatore. Laureato in chimica. Studia sceneggiatura con Sergio Donati. Dal 2004 ha scritto la trasmissione Il ballo di San Vito per Radio Italia Network e per tre anni I Magnifici in onda su Radio24. Ha realizzato due documentari nell’ambito del progetto di cooperazione della organizzazione non governativa Movimondo a Manghoci in Malawi finanziato da UNIDEA. Come drammaturgo è stato autore della drammaturgia e delle musiche de La svolta (in scena nel 2009) e adattatore di Killer Joe per la regia di Massimiliano Farau con Francesco Montanari (in scena nel 2010-2011). Attualmente sono in sviluppo per il teatro la commedia Zona Cesarini di cui curerà anche la regia, il dramma Liberaci dal male e il monologo NIP, e per il cinema il film Renzo (inizio riprese previsto aprile 2016) e il cortometraggio Audrey.

BRANCACCINO di Roma
11 – 14 e 18, 19 febbraio

dal giovedì al sabato ore 20.00 | domenica ore 17.30
Biglietto: 15,5 €