CHICKEN FACTORY PRESENTA
da un’opera di
TOM KEMPINSKI
DAL 22 NOVEMBRE AL 4 DICEMBRE
TEATRO SPAZIO UNO
vicolo dei panieri, 3 Roma
regia
MICHAEL MARGOTTA
con
AZZURRA ROCCHI
MARIANO APREA
traduzione MARIA TERESA PETRUZZI aiuto regia DINO SANTORO
costumi GIULIA BALDASSERONI ERICA ELISA LONGO MELINDA RAIMONDO ARIANNA SARTINI
disegno luci MANUELE GUARNACCI musiche originali LUCA GUASTINI violino EMANUELE DE BIASE artwork PAUL HARBUTT
per prenotazioni
EVENTO FACEBOOK: http://www.facebook.com/event.php?eid=226317830768276
PRESENTAZIONE DUET FOR ONE
Stephanie Abrahams, celebre violinista sposata con il compositore David Liebermann, all’apice del suo successo scopre di essere affetta da sclerosi multipla. Malattia che la renderà progressivamente incapace di controllare i movimenti degli arti, e di temere, quindi, per le sue mani di violinista e per il futuro della sua carriera. Sotto consiglio del marito decide di incontrare il dottor Alfred Feldmann, un affermato psichiatra. Ed è proprio da questo particolare antecedente, che inizia la piece. Sei sedute serratissime, Stephanie ed il dottore. Sei estenuanti sfide tra due menti, una pronta all’autodistruzione e l’altra capace fino all’ultimo di assorbire qualsiasi tipo di aggressione psicologica senza perdere mai il proprio obiettivo. Salvare una vita.
NOTE DI REGIA
I temi principali di questa produzione sono in natura universali. Temi che tutti noi viviamo, relazionati con il nascere e morire e con la vita stessa.
E con il dare espressione ad una vita, quando invece generalmente molte persone vivono e muoiono senza conoscere il significato della loro esistenza.
Lo scopo è quello di creare un’atmosfera di scoperta lavorando con un metodo, a noi conosciuto, definito momento a momento e basato sulle tecniche sviluppate quasi un secolo fa da Stanislavskij e da tutti quelli che trovarono una verità nel cuore del suo lavoro, relazionato pesantemente con gli aspetti psicologici della caratterizzazione e con l’aiutare gli attori a trovare un’immediatezza in queste rivelazioni che potrebbero gettare una luce negli angoli più oscuri delle loro vite.
Questa è la storia di un’artista che affronta una perdita di grande entità per la propria esistenza.
Un confronto con la ricerca e la crescita verso una maggiore qualità artistica della vita.
Il personaggio di Stephanie si imbatterà in una grande sfida, uscendone con la capacità acquisita di vivere senza ricadere nell’aiuto dei soliti ruoli, delle difese o delle sue vecchie paure.
Combatterà per diventare un essere umano, nel più puro significato del termine, tutto questo attraverso l’aiuto del personaggio di Feldmann.
Un esperto dottore che guiderà la consapevolezza di Stephanie da un comportamento autodistruttivo verso un rinnovato senso della vita.
La mia speranza è che possiamo creativamente condividere con il pubblico questo processo di integrazione che il personaggio di Stephanie vive in prima persona.
Tutti noi siamo delle storie in cammino dal nostro passato, ci relazioniamo con questo frenetico presente e ci proiettiamo verso il futuro.
Il lavoro è quello di disfare e riorganizzare noi stessi in modo da poter vivere pienamente il mondo, ben centrati, e nello stesso tempo capaci di tendere le braccia agli altri e capire fino in fondo le bellezze e le ricchezze che loro ed il nostro ambiente ci possono offrire.
Possibilmente attraverso questa performance, questa esperienza, cercheremo di ricordare al nostro pubblico la sua capacità spirituale di occuparsi della propria identità.
Aiutando gli attori a trasformare loro stessi in nuove realtà, la mia speranza è che tutto questo ci insegnerà qualcosa su chi siamo e chi potremmo diventare.
Se non ora quando mai, nella storia, abbiamo avuto così tanto bisogno di fiducia nella padronanza individuale della propria esistenza?
MICHAEL MARGOTTA
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