SCINTILLE
di Laura Sicignano
con Laura Curino
regia di Laura Sicignano
Teatro Cargo di Genova
New York, sabato 25 marzo
1911, ore 16 e 40: manca un quarto d’ora alla chiusura della
fabbrica Triangle Waistshirt Company, produttrice di camicette.
Sono al lavoro circa 600 persone,
per lo più donne giovanissime. La maggior parte sa a malapena l’inglese: sono
soprattutto immigrate italiane e rappresentano il principale sostegno economico
per le loro famiglie. Laura Curino rievoca questa giornata dal punto
di vista delle protagoniste, una madre e due figlie, emigrate dall’Italia in
cerca di fortuna. Firma testo e regia la giovane Laura Sicignano,
fondatrice e direttrice del Teatro Cargo di Genova, che da sempre dedica gran
parte del suo lavoro di ricerca alle donne e al loro ruolo nella storia e nella
memoria.
Una scintilla. Forse è scaturita da una delle fioche lampade a gas che
illuminano le file di cucitrici, chine sulle loro macchine. In un attimo,
all’Ottavo piano del grattacielo che ospita la fabbrica, prendono fuoco le
camicette appese sopra le teste delle lavoratrici, gli avanzi di tessuto
ammucchiati in enormi cumuli negli stanzoni, i rocchetti di filo. Non esiste
un’adeguata protezione antincendio. Il fuoco impedisce di fuggire. C’è solo una
scala d’emergenza, che subito crolla sotto al peso delle operaie. Le porte sono
sbarrate: le hanno chiuse i proprietari della fabbrica, per impedire che le
lavoratrici escano prima dell’orario stabilito.
La tragedia si svolge in 18
minuti: 146 morti, quasi tutte ragazze.
Le operaie dell’Ottavo, Nono e
Decimo piano sono imprigionate dalle fiamme. Cercano di scappare con il
montacarichi: crolla sotto il peso eccessivo dei corpi. Un gruppo di studenti
che assistono alla scena dal grattacielo accanto, creano una passerella sul
tetto e riescono a salvare moltissime ragazze. Ma presto la passerella cede.
Molte restano asfissiate dal fumo. Non rimane che un’unica via d’uscita: saltare
giù. La folla da sotto urla: "Non saltare!". Ma le alternative sono due: saltare
o morire bruciati. Cento metri dalle finestre al marciapiede. Anche se i
pompieri hanno teso delle reti per accogliere le fuggitive, l’altezza è tale
che la stoffa di rompe. Una cascata di corpi. Ragazze dai cornicioni si lanciano
tenendosi per mano. Ragazze in fiamme. Centinaia di corpi sul selciato.
Negli anni precedenti le operaie
avevano tentato inutilmente di ottenere migliori condizioni di lavoro e di
sicurezza. Seguiranno una serie di processi, da cui i proprietari della
fabbrica usciranno praticamente impuniti.
Ma la scintilla della protesta si
è sprigionata da questa terribile vicenda, che diventerà uno dei precedenti
storici per la Festa della Donna. Molti altri episodi hanno concorso a dar
vita all’8 marzo: è certo che se anche fosse falso il collegamento storico, non
c' è episodio nella storia delle donne più adatto a segnare un punto di
svolta.
Piazza Sant'Agostino
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