Presenta
Dal 4 al 16 FEBBRAIO 2014
GIROTONDO
di Arthur Schnitzler
traduzione di Gianni Guardigli
di Arthur Schnitzler
traduzione di Gianni Guardigli
regia Francesco Branchetti
con
Gaia de
Laurentiis
Lorenzo
Costa
e con
Giovanni Guardiano
Vincenzo Schirru
Simone Lambertini
Nicola Paduano
danzatrice Federica Ruggero
musiche Pino Cangialosi
scene Alessandra Ricci
scene Alessandra Ricci
costumi Clara Surro
assistente alla regia Ilaria Fioravanti
assistente alla regia Ilaria Fioravanti
disegno luci Francesco Branchetti
foto di scena Pierpaolo Redondo
Del tutto attuale, la scelta di Francesco Branchetti di mettere in scena nel 2014 "Girotondo", un'opera scritta nel 1897 da Arthur Schnitzler, e messa in scena per la prima volta solo nel 1920, ovvero dopo la fine della Prima Guerra Mondiale e il disfacimento dell'impero asburgico. Dieci quadri che si susseguno come appunto in un girotondo dove ogni persona dà la mano a due persone diverse. Ognuno dei quadri è composto da una coppia: partendo dalla prostituta e il soldato, e il quadro successivo vede protagonsita uno dei due, per poi interrompersi, nell'ultimo quadro con l'arrivo del conte nella camera della prostituta. L'attualità dell'opera sta nella scrittura senza tempo di Schnitzler, nel suo saper mescolare sapientemente tutte le categorie sociali presenti al mondo, in un epoca come quella della "Finis Austrie", così vicina alla nostra, per svuotamento di valori. Gaia De Laurentiis, interpreta tutti i ruoli femminili dalla prostituta Leocadia, alla giovane signora, passando per la ragazzina ingenua, e riesce abilmente a cambiare registro a ogni personaggio.
Miriam Comito
Girotondo è un'opera teatrale dello scrittore e drammaturgo Arthur Schnitzler, che sin dalle prime rappresentazioni suscitò grande clamore e scandalo.
“Girotondo” ha il fascino intenso di un testo che, raccontando una storia apparentemente
guidata dai meccanismi ambigui dell’eros e dai movimenti del pensiero
di personaggi che duettano su partiture a tema privato, racconta in
realtà la fine di un’epoca, la fine di un impero, la fine di un mondo.
E’ una avvincente prova di “stile drammaturgico” spinto talmente
in alto da raggiungere gamme diversissime: da note ironiche a sfumature
di profonda amarezza, da gioco verbale ai limiti del virtuosismo a denuncia
dell’ipocrisia delle norme morali dell’Austria felix e, in particolare,
della Vienna in cui sta nascendo la psicanalisi e sta crollando l’Impero
Asburgico.
Ogni personaggio di questa geniale pièce è
un tassello di un mosaico che esibisce tutti i colori della società
dell’epoca.
Girotondo è una commedia attualissima e a renderla tale è il tono drammaturgico
di Schnitzler, il suo disincanto, la sua ironia che spesso sfocia nell’amarezza
e che svela spesso l’assurdità delle norme e consuetudini morali
dominanti nella società.
L’intreccio si basa sugli incontri tra dieci personaggi appartenenti a dieci
differenti condizioni sociali ed umane: la prostituta, il soldato, la
cameriera, il giovane signore, la giovane signora, il marito, la ragazzina,
il poeta, l’attrice, il conte. Dieci quadri in cui i personaggi
dialogano due alla volta. Uno dei due personaggi è poi protagonista
anche del quadro successivo, tranne la prostituta. Quando il conte,
ultimo personaggio ad entrare in scena, si congiunge alla prostituta
del primo quadro la danza sessuale ha termine. I personaggi di Girotondo sono i rappresentanti di tutte
le classi sociali senza distinzioni di sorta e l’aridità alla fine
fatalmente colpisce tutti. Ogni personaggio è smascherato della sua
veste sociale e svelato nella sua umanità più vera, attraverso la
straordinaria capacità dell’autore di indagare, di analizzare
e raccontare la banalità, il quotidiano, l’inutilità delle convenzioni
e la retorica spietata dei rapporti. In Girotondo, si indaga la catastrofe affettiva ed amorosa
in cui ogni essere umano può imbattersi, si parla con straordinario
acume psicologico della crisi generale dell’uomo contemporaneo, in
una riflessione sulla condizione umana in cui l’amore talvolta diviene
soltanto piacere fisico, pur inteso in tutte le sue sfumature, e
che spesso e volentieri sfocia in mera abitudine. Girotondo è la rappresentazione di una
società in crisi che fatalmente è costretta a fare i conti con sé
stessa. Si parla di convenzioni, di finzione, di un amore alienato,
di una ricerca mossa dal desiderio di colmare un vuoto, di una solitudine
che ha conseguenze profonde nella società. L’ipocrisia è il motore
principale dei personaggi, ma le loro vite si rivelano come una dolorosa
ricerca del nulla, in un girotondo dove l’amore è spesso inutile,
quasi sempre uguale, ripetitivo, negativo, in fondo disperato. Ogni
cosa gira su sé stessa e alla fine anche le esistenze dei protagonisti
si svuotano di senso in un balletto implacabile in cui dominano banalità,
falsità, retorica, perdita di senso della realtà, vacuità della vita
e stereotipi di relazioni e rapporti.
La regia intende restituire al testo la straordinaria
capacità d'indagare l'animo umano e le tortuose relazioni che
abbiamo con noi stessi e poi con gli altri; ansie, paure, malesseri,
malinconie, dolori, solitudini si confondono in una danza macabra e straziante che ci
trascina nell'inferno privato di un rapporto di coppia, di una relazione,
di un incontro. Scene e musiche, daranno un apporto fondamentale a questo
viaggio nel mondo dei rapporti tra uomini e donne, nell'inconscio, nella
psiche, di cui sono proiezioni.
Teatro
dell’Angelo
Via Simone de Saint Bon n°19,
Roma
tel 06/37513571 – 06/37514258
Dal martedì al sabato ore 21.00
- domenica e festivi ore 17.30
Biglietti: da €25,00 a €18,00
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