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BANDA
OSIRIS
LE
DOLENTI
NOTE
Dopo essersi addentrata in modo irreverente nei meandri del complesso
universo delle sette note, aver abbattuto i rigidi accademismi e le
barriere dei generi musicali, intrecciando, tagliando e cucendo musica
classica e leggera, jazz e rock, il furore
dissacratore della Banda Osiris si concentra, in questo nuovo spettacolo,
sul mestiere stesso di musicista.
Prendendo spunto dall’omonimo libro, la Banda Osiris trasforma le
pagine scritte in un viaggio musical-teatrale ai confini della realtà.
Con l’abilità mimica, strumentale e canora che li contraddistingue, i quattro
protagonisti si divertono con ironia a elargire provocatori consigli:
dal perché è meglio evitare di diventare musicisti a come dissuadere
i bambini ad avvicinarsi alla musica, da quali siano gli strumenti musicali
da non suonare a come eliminare i musicisti più insopportabili.
Attraverso musica composta e scomposta, musica da camera e da balcone,
Beatles e Vasco Rossi, la Banda Osiris tratteggia il ritratto impietoso
della figura del musicista: presuntuoso, permaloso, sfortunato, odiato, e, raramente,
amato.
CV
La Banda Osiris nasce nel 1980 a Vercelli. Considerata
la
massima espressione in Italia della comicità nel
teatro musicale
è composta da:
Sandro Berti (mandolino,
chitarra, violino, trombone)
Gianluigi Carlone (voce,
sax, flauto)
Roberto Carlone (trombone,
basso, tastiere)
Giancarlo Macrì (percussioni,
batteria, bassotuba)
L'originalità della proposta che fonde musica, teatro e comicità
riscuote
un immediato successo. Il dispendio
di energie, il ritmo vorticoso e le
continue sorprese diventano la cifra stilistica del gruppo, la musica
l'asse portante e al tempo stesso collante drammaturgico. Musica di
tutti i generi miscelata con ironia e una buona dose di dissacrazione.
Musica come suggestione: sonora e di immagine. Musica come
divertimento: nell'eseguirla e nell'ascoltarla.
Numerosi gli spettacoli prodotti: da Storia della Musica vol. 1 e 2
(regia di Gabriele Salvatores) a Le Quattro Stagioni da Vivaldi
(regia di Gabriele Vacis), da Sinfonia Fantastica (regia di Maurizio
Nichetti) a Roll Over Beethoven con il Quartetto Euphoria, da
Guarda che Luna con
Enrico Rava, Gianmaria Testa e Stefano Bollani
a Primo Piano sempre con Bollani, Banda.25 per l'ultimo cd fino a
giungere al recentissimo Fuori Tempo.
Oltre ad aver partecipato a numerose trasmissioni televisive in Italia
e
all’estero (DOC, Pista, Maurizio Costanzo Show, Fantastico, Per
un
pugno di libri, solo per citarne alcune), il gruppo ha scritto diretto
e
realizzato per RaiTre lo special Musica coi fiocchi e l’ironico
Concerto di Capodanno 2005 con
l’Orchestra del Conservatorio di
Genova. Nelle ultime stagioni ha contribuito al successo della
trasmissione domenicale di Serena Dandini Parla con me,
occupandosi della realizzazione ed
esecuzione di una stralunata
colonna sonora live. Proficuo anche il rapporto con i tre canali
radiofonici della Rai che ha visto la Banda impegnata nel doppio ruolo
di autori e conduttori in diverse trasmissioni e in quello di compositori
di sigle per trasmissioni quali Caterpillar, Catersport, Sumo.
La Banda ha inoltre scritto ed eseguito colonne sonore per il teatro,
per
documentari e per il cinema (tra cui Anche libero va bene di Kim
Rossi Stuart, L’imbalsamatore e Primo amore di Matteo Garrone
per cui ha vinto l’Orso d’argento al Festival di Berlino e il David
di
Donatello nel 2004).
La versatile band ha dato alle stampe anche un libro, L’Opera da
Tre
Sol, e allestito una divertente mostra sulla musica, ulteriori tasselli
di
una continua ricerca su nuovi e fantastici mondi sonori.
L’ultimo cd pubblicato per RadioFandango è Banda.25, ricco di
collaborazioni illustri: Fiorello, Petra Magoni, Stefano Bollani,
Ska-J,
Tiziano Scarpa, Frankie Hnrg, Riccardo Tesi, Monica Demuru e il
Quartetto Euphoria.
ALESSANDRO BENVENUTI
“Recital irrequieto”di e con Alessandro Benvenuti con Alessandro Benvenuti e con Antonio “Superpippo” Gabellini, chitarre
Un Benvenuti informale e vicino al pubblico come non l’avevamo mai
visto e che continua la sua personale “canzone teatrale” iniziata con l’esperienza con la Banda Improvvisa.E’
così che si propone l’artista toscano in questo recital che lo vede
alla guida di un quartetto di “rock minimo e acustico”. Una raccolta
di lavori inediti che comprendono da un lato frammenti di gioventù
nelle “poesie arrabbiate”, dall’altro brani che restituiscono
dell’attore e regista toscano il suo volto meno conosciuto. Si tratta
di una rosa di momenti comici tratti da alcuni dei suoi spettacoli alternati
a canzoni di Fabrizio De Andrè, Francesco Guccini, Piero Ciampi, Rino
Gaetano e dello stesso Benvenuti. Un modo per incontrare il pubblico
meno paludato e più disinvolto, disponibile, con un ampio spazio dedicato
all’improvvisazione e alle sollecitazioni che nascono dalla travolgente
simpatia della serata stessa.
CV
Autore, attore, regista teatrale e cinematografico, formatosi nel cabaret negli anni settanta e fondatore nel 1972 con Athina Cenci dei Giancattivi, gruppo cabarettistico storico toscano che raggiunse la piena fama
nazionale alla fine degli anni settanta con il programma televisivo Non Stop e con l'arrivo nel gruppo di Francesco Nuti. A seguito del successo di tale programma, Benvenuti fece il suo
esordio nel cinema nel 1982 con la commedia Ad ovest
di Paperino. Continuò per qualche tempo a lavorare nel grande schermo sia come
semplice attore (Fatto su
misura, 1984) sia come regista (Era una
notte buia e tempestosa..., 1985). Nel 1987 partecipa ad un episodio di Professione
vacanze e al film Soldati
- 365 all'alba nel ruolo del toscano Buzzi. Dopo lo scioglimento dei Giancattivi,
avvenuto nel 1990, Benvenuti diresse Benvenuti
in casa Gori, affresco disincantato di un Natale in famiglia tratto da una sua rappresentazione teatrale. Del 1991 è Zitti e
Mosca, nel quale si analizza la trasformazione del Partito Comunista Italiano in Partito Democratico della Sinistra con garbo e brio (fu tra l'altro l'esordio cinematografico di Leonardo Pieraccioni). Belle al
Bar del 1994 è probabilmente il suo film migliore da regista, grazie anche alla
sensibilità con la quale si affrontano scabrosi temi inerenti al sesso (la prostituzione e la transessualità ad esempio). Altre pellicole di Benvenuti sono Ritorno
a casa Gori (1996, sequel del precedente); I miei
più cari amici (1998) e Ti spiace
se bacio mamma? (2003). Nell'autunno del 2000 è interprete e regista della miniserie di Rai Uno Un colpo
al cuore, con Ornella Muti. Nel 2004 ha condotto, seppur solo per cinque giorni e senza successo, il tg
satirico di Canale 5 Striscia
la notizia. Nel 2006 è stato nominato direttore artistico del Teatro Dante di Campi Bisenzio. Nel 2009 è interprete e regista del concerto-spettacolo di testi e canzoni
'Capodiavolo' che è diventato anche un libro
Cabaret (con i Giancattivi)
- Il teatrino dei Giancattivi (1972)
- Il teatrino dei Giancattivi 2 (1973)
- Nove volte su dieci più una (1974)
- Italia '60 (1976)
- Pastikke (1977)
- Briciola, uno spettacolo il cui titolo non ha
molta importanza (1978)
- L'isola di ieri (1979)
- Smalto per unghie (1979)
- Business is business (1980)
- Comix box (1982)
Teatro (come autore e interprete)
- Corto Maltese (1983)
- Marta e il Cireneo (1983)
- W Benvenuti (1984)
- Residence Rovine Palace (1985)
- Benvenuti in casa Gori (coautore
con Ugo Chiti) (1987)
- Benvenuti piacere Trambusti (1989)
- Due gocce d'acqua (1991)
- Ritorno a casa Gori (coautore con Ugo Chiti) (1995)
- Gino detto Smith e la panchina sensibile (1996)
- T.T.T.T. (Beckettio) (1998)
- Un passato da melodici moderni (1998)
- L'atletico ghiacciaia (2000)
- Nero cardinale (2002)
- Come due gocce d'acqua (riedizione) (2004)
- m.m. (me medesimo) (2006)
- Addio Gori (coautore
con Ugo Chiti) (2006)
- Capodiavolo (2008)
Teatro (come autore)
- Andy e Norman (1986)
- Galline (1987)
- Questo pazzo pazzo show (1988)
- Crepi il lupo (1989)
- Prese di petto (1990)
- Sete (ovvero l'allegria di perdersi) (1990)
- Manolo (1990)
- Perla D'Arsella (1993)
- Il mitico 11 (1994)
- Il mitico 11 (riedizione)
(1997)
- Contorno e la prontezza (1999)
Filmografia:
Cinema
Regista, sceneggiatore e attore
Attore
- Fatto su
misura, regia di Francesco Laudadio (1984)
- Carabinieri
si nasce, regia di Mariano Laurenti (1985)
- Il ragazzo
del Pony Express, regia di Franco Amurri (1986)
- Soldati
- 365 all'alba, regia di Marco Risi (1987)
- Compagni
di scuola, regia di Carlo Verdone (1988)
- Maniaci
sentimentali, regia di Simona Izzo (1994)
- Albergo
Roma, regia di Ugo Chiti (1996)
- Commedia
sexy, regia di Claudio Bigagli (2001)
- Il fuggiasco,
regia di Andrea Manni (2003)
- 13dici
a tavola, regia di Enrico Oldoini (2003)
- Concorso
di colpa, regia di Claudio Fragasso (2005)
- Amici miei
- Come tutto ebbe inizio,
regia di Neri Parenti (2011)
Televisione
Pubblicazioni
Benvenuti in casa Gori (1994), Ritorno a casa Gori (1994), Il mitico 11 (1994),Sul set di Ivo il Tardivo (1995), Alessandro Benvenuti: camaleonte o tarlo?
(1998),Alessandro Benvenuti: l'autore nudo (2005), Capodiavolo (2008), Come due gocce d'acqua, (2004), Società Editrice Fiorentina.
GIANNI SPEZZANO E MARCELLO COTUGNO
Patrizio
Spettacolo vincitore di: Miglior corto InBreve, Miglior corto, miglior regia e performer Teatri Riflessi V, Miglior regia Festival
Dirittinscena, Miglior attore Premio Centro alla drammaturgia, 1° classificato
miglior attore Uno-Concorso di Monologhi - “Je penzo ca ce stà nu
poco ‘e confusione rispetto a chella ca se po’ definì na vita criminale…”
Patrizio, rampollo emergente del Clan dei Corbese, racconta in prima
persona la storia della sua vita, mentre si prepara a recarsi
al funerale di Antonio Corbese, suo intimo amico, e del suo rapporto
con il suo “Babbo”, filo sottile che lo lega ad una vita, e ad una
Napoli degli anni ’80, in cui gli spiragli di salvezza erano ancora
visibili in lontananza. La decadenza di una società attraverso gli
occhi di chi ha subito la leggerezza di una generazione, quella del
Padre di Patrizio, a cui sono sfuggite di mano tutte le certezze e sicurezze
di un futuro per i propri figli. “Per questa storia mi sono
semplicemente rifatto ai miei ricordi, traendo spunto dalla mia infanzia,
dal mio paese e dai suoi figli di, cercando di capire quanto di volontà
propria c’è nello scegliere il proprio destino.”
Ha diretto oltre cinquanta spettacoli, tra cui Anatomia della morte di…(vincitore del premio di drammaturgia nazionale “7 spettacoli per
un teatro italiano per il 2000” e rappresentato al Teatro Argentina
di Roma), Perversioni sessuali a Chicago di David Mamet, con Luca Zingaretti e Valentina Cervi, Niente e nessuno di Letizia Russo, Closer di Patrick Marber (finalista al Premio Ubu 2003 come migliore novità
straniera), L’Ultima Radio con Tullio Solenghi, Italiani si nasce … e noi lo nacquimo con Solenghi e Maurizio Micheli, Pioggia Infernale di Keith Huff, con Rolando Ravello, Due vecchiette vanno al Nord di Pierre Notte con Iaia Forte e Daniela Piperno, Novantadue – Falcone e Borsellino vent’anni
dopo di Claudio Fava prodotto da BAM Teatro . Nel 2013 dirige re(L)azioni
di Neil LaBute, Operazione Romeo di Trina Davies nell’ambito della
rassegna in Altre Parole e Some Girl(s) di Neil LaBute con Gabriele
Russo, prodotto dal Teatro Bellini di Napoli. La sua formazione teatrale
comprende esperienze come gli atelier di regia di Eimuntas Nekrosius
alla Biennale di Venezia (1999, 2000), un seminario di regia con Mario
Martone al Teatro Argentina (1999), il seminario di drammaturgiaImprov for Writers di Neil LaBute alla Biennale di Venezia (2012). Nel suo curriculum
di filmmaker ci sono, dopo il diploma in Filmmaking alla New York Film
Academy nel 1999 con il cortometraggio Don’t you need. Somebody to love (menzione speciale al LAIFA 2001), il corto Fuori dal giro, co-diretto con Dario Iacobelli (vincitore al Festival di Trevignano
2001 del premio per la miglior regia e del premio del pubblico) e il
corto La Tazza (premio Franco Santaniello al Napoli Film Festival 2006). Nel 2012
dirige gli allievi della Link Academy (dove insegna recitazione e regia
dal 2009) nel lungometraggio didattico La vita che sognavo. Tra le sue pubblicazioni, i saggi brevi Il Teatro Pop, la net gener@tion e la caduta dell’impero
nel teatro occidentale(2007) e La fantascienza relativa (2006) apparsi su Giornale Storico del Centro Studi di Psicologia
e Letteratura. A ottobre 2011 pubblica il saggio A New Form of Beauty all’interno del libro Corpo Riflessione Immagine (Alpes, Roma). Il 4 aprile debutterà al Teatro Sala Uno di Roma “La
Distanza da qui” di Neil LaBute prima produzione del collettivo artisticoDRAO.
Gianni Spezzano
Attore e drammaturgo, dopo il percorso universitario (laurea in Scienze
della Comunicazione) consegue un BA in Performing Arts presso la Link
Academy. La sua attività drammaturgica inizia con il corto “2×1”
2° classificato a Shorts – teatro dei Satiri, per poi continuare
con lo spettacolo “Con le frecce contro i carri armati – 1° capitolo
della trilogia sul Controllo”. Si dedica poi alla scrittura di diversi
monologhi teatrali tra cui “Patrizio – come quei divi di Hollywood
che sono eterni”, “Catherine e la Settima Verità”. Come attore
ha collaborato con registi come Marcello Cotugno, Giancarlo Gentilucci,
Andrea Baracco, Andrea Taddei, Roberto Gandini e Ugo Mangini.
Moni
Ovadia
“Il registro dei peccati” ideato ed interpretato da Moni Ovadia
Rapsodia
lieve per racconti, melopee, narrazioni e storielle
Il mondo raccontato da Marc Chagall nei suoi celeberrimi dipinti e disegni è una creazione della sua straordinaria fantasia
di genio artistico o è esistito realmente? Il mondo e l’umanità
che Chagall ha trasfigurato nella sua arte suprema è autenticamente
esistito. Fu un mondo vero pulsante, fatto di esseri umani troppo umani
e per questo inadatti ad un pianeta posseduto dai demoni della violenza,
del razzismo, del delirio nazionalista.
La spritualità di quella gente della diaspora ebraica che vestiva
in bianco e nero era davvero coloratissima, lo era con i colori del fervore estatico eppure quotidiano. Il linguaggio più
autentico con cui si espressero quegli ebrei fu quello del khassidismo
germinato sul crinale di un crocevia dove il pensiero spirituale più
estremo e abissale si coniuga con la semplicità profonda di una pietas
irrinunciabile per la più insignificante delle manifestazioni dell’esistente.
Il khassidismo è la celebrazione della fragiità umana e della sua
bellezza, in quella celebrazione si riconosce la maestà ineffabile
del divino che non si vede, il cui nome è impronunciabile, e ciò nonostante
con quel divino si intrattengono relazioni di familiarità e persino
di prossimità irriverente, senza che questa contraddizione trascorra
mai nella blasfemia. Il divino nella visione khassidica accoglie come
figlio prediletto colui che osa polemizzare con il Santo Benedetto e
perfino chi pretende di sottoporLo a processo per i mali del Mondo.
Quel divino viene celebrato sì con la preghiera e con lo studio, ma
anche con il canto, la danza, la narrazione e predilige l’umorismo
il cui esprìt era sommamente stimato dai grandi maestri del khassidismo
che ne apprezzavano il potere anti idolatrico.
Moni Ovadia conduce per mano lo spettatore verso un mondo straordinario
che è stato estirpato dal nostro paesaggio umano e spirituale dalla brutalità dell’odio, ma che ci parla e ci
ammaestra anche dalla sua assenza attraverso un’energia che
pulsa in chi la sa acoltare ed accogliere perché sente di potere costruire
in sé, per sé e per l’altro, un essere umano migliore, più degno
e più consapevole del proprio statuto spirituale. Il grande teologo
cattolico Teillard de Chardin ha scritto:”noi non siamo esseri materiali
che vivono un’esperienza spirituale, noi siamo esseri spirituali che
fanno un’esperienza materiale”. Gli ebrei del khassidismo come forse
nessun altro nella terra d’Europa hanno letteralmente incarnato nel
loro modo di vivere concreto e mistico la straordinaria intuizione del
grande teologo francese. Incontrare quel mondo anche solo nel riverbero
delle sue iridescenze percepire i profumi della sua anima e ascoltarne
la voce è un esperienza indimenticabile che trascende la hybris dei
religiosi, spiazza ogni ortodossia clericale e smaschera la miseria
dei baciapile.
CV - Teatro
L'esordio teatrale è del 1984. Nel 1987, per il Festival di
cultura ebraica del Teatro Pier Lombardo di Milano (ora Teatro Franco
Parenti), è protagonista dello spettacolo Dalla sabbia
dal tempo scritto e diretto da Mara Cantoni, che mette in evidenza le sue capacità di attore-cantante.
Nel 1990 fonda la TheaterOrchestra e lavora con il CRT Artificio di Milano, con cui produce Golem, che condurrà in tournée a Bari, Milano, Roma, Berlino, Parigi e New York.La grande svolta è lo spettacolo Oylem Goylem ("Il mondo è scemo" in lingua yiddish), con cui si impone all'attenzione del grande pubblico.
Lo spettacolo fonde abilmente musica klezmer, che Ovadia canta con voce profonda e appassionata,
a riflessioni condotte alla luce della cultura e del witz, il tradizionale
umorismo ebraico, a più leggere storielle e barzellette. Lo spettacolo
verrà ripreso dalle reti Rai e, nel 2005, pubblicato in cofanetto e dvd da Einaudi, a dimostrazione di un successo duraturo nel tempo.Nel 1994 inizia a lavorare con Roberto Andò, con l'opera multimediale Frammenti
sull'Apocalisse, presentato poi al Festival Roma
Europa nel luglio 1995. Intanto all'inizio del 1995 allestisce con Mara Cantoni Dybbuk, uno spettacolo sull'Olocausto, che diventa uno egli eventi più importanti della
stagione teatrale. Nello stesso anno debutta Taibele e
il suo demone, con Pamela Villoresi. Sempre nel 1995 nasce Diario ironico
dall'esilio scritto con Andò e prodotto per il Teatro Biondo
Stabile di Palermo.Nel febbraio 1996, sempre collaborando con Mara Cantoni e il Piccolo Teatro
di Milano, è in scena con Ballata di
fine millennio, che porta in tournée in tutta Italia. Nello stesso
anno si presenta al Festival di
Gibellina con lo spettacolo Pallida madre,
tenera sorella, per la regia di Piero Maccarinelli.Per il Teatro Biondo torna a lavorare nel 1997, ancora una volta con Andò, che dirigerà il loro Il caso Kafka. Nell'ottobre 1998 è in scena uno spettacolo prodotto in esclusiva
per il Teatro Stabile
di Trieste ed intitolato Trieste...
ebrei e dintorni. Il mese successivo è in sala il suo lavoro successivo
per il Piccolo Teatro di Milano: Mame, mamele,
mamma, mamà..., che lui scrive dirige e interpreta con la TheaterOrchestra.Nel
dicembre 1999 è la volta di Joss Rakover
si rivolge a Dio, seguito l'anno dopo da Tevjie und
mir. Da questo spettacolo nel 2002 Ovadia trae ed interpreta la versione italiana di Il violinista
sul tetto. Nel 2001 debutta uno spettacolo sul denaro, chiamato Il Banchiere
errante. Infine nel 2003 ha prodotto il lavoro L'armata a
cavallo.Nel 2005 collabora coi Modena City
Ramblers nel loro album dedicato ai 60 anni della liberazione
dell'Italia dall'occupazione nazifascista, Appunti partigiani, prestando la propria voce per la canzone Oltre il ponte. Nel 2005 è vincitore del premio Colombe d'Oro
per la Pace, premio assegnato annualmente dall'Archivio disarmo ad una personalità distintasi in campo internazionale.Dal
2003 al 2008, per sei edizioni (due mandati) è stato direttore artistico
di Mittelfest di Cividale del
Friuli. Nella stagione teatrale 2008/2009 è in tournée con lo spettacolo La bella utopia, sulla storia del comunismo in Unione Sovietica.
Cinema, TV e radio
Oltre a spettacoli teatrali Ovadia ha nel proprio curriculum anche partecipazioni a film e programmi
televisivi. È stato fra i protagonisti con Bruno Ganz del Diario senza
date di Andò, che ha partecipato poi alla Mostra del
Cinema di Venezia. In seguito ha prestato il volto ad altri lungometraggi,
come La vera vita di Antonio H. di Enzo Monteleone, dove interpreta
un musicista ebreo, Caro diario di Nanni Moretti e Facciamo paradiso di Mario Monicelli.
Ha condotto nel 1994 anche il programma radio Note spettinate, andato in onda su Radio2, di cui è stato con Mara Cantoni anche autore.
Nel 2009 interpreta un rabbino nel film Mi ricordo
Anna Frank.
Opere
- Perché no? L'ebreo
corrosivo, Milano, Bompiani, 1996. ISBN 88-452-2942-4
- L'ebreo che
ride. L'umorismo ebraico in otto lezioni e duecento storielle, Torino, Einaudi, 1998. ISBN 88-06-14916-4
- Oylem Goylem. Il mondo è scemo, Milano, A. Mondadori, 1998. ISBN 88-04-45248-X
- Speriamo che
tenga. Viaggio di un saltimbanco sospeso tra cielo e terra, Milano, A. Mondadori, 1998. ISBN 88-04-45623-X
- La Porta di
Sion. Trieste, Ebrei e dintorni. Itinerario semiserio
in forma di spettacolo della presenza ebraica in città, Gorizia, Libreria editrice goriziana, 1999. ISBN 88-86928-23-8
- Ballata di
fine millennio, con Mara Cantoni, Torino, Einaudi, 2000. ISBN 88-06-15210-6
- Vai a te stesso, Torino, Einaudi, 2002. ISBN 88-06-16139-3
- Contro l'idolatria, Torino, Einaudi, 2005. ISBN 88-06-17644-7
- Il principe
e il pollo, San Dorligo
della Valle, Emme Edizioni, 2006. ISBN 88-7927-862-2
- Lavoratori
di tutto il mondo, ridete. La rivoluzione umoristica del comunismo, Torino, Einaudi, 2007. ISBN 9788806185350
- Difendere
Dio, Brescia, Morcelliana, 2009. ISBN 9788837223267
- Per una convivialità delle differenze. In ascolto di altre culture, con Majid Rahnema e Jean-Léonard Touadi, Città di Castello, L'Altrapagina, 2009. ISBN - 9788887530289
- Binario 21, opera teatrale sul Binario 21, a cura di e con Felice Cappa, Bologna, Corvino Meda-Roma, Rai-Trade, 2010. ISBN 9788890295096
- Il conto dell'Ultima
cena. Il cibo, lo spirito e l'umorismo ebraico, con Gianni Di
Santo, Torino, Einaudi, 2010. ISBN 9788806200350
Infine Ovadia ha co-prodotto anche cd con le musiche
di alcuni spettacoli: Oylem Goylem, Dibbuk, Ballata di fine millennio
e Nigun.
Onorificenze
Premi
Iaia
Forte
“Hanno tutti ragione” tratto dal libro di Paolo Sorrentino con Iaia Forte
Musiche di PASQUALE CATALANO Eseguite da FABRIZIO ROMANO Scene
EQUIPE DI SCENA - NAPOLI Elementi scenici KATIA TITOLO Aiuto regia CARLOTTA
CORRADI Disegno luci PAOLO MEGLIO Foto di scena ROCCO TALUCCI Amministrazione
VALERIA PARI
L’idea di mettere in scena il protagonista del romanzo
di Sorrentino mi è venuta per innamoramento. Avevo letto in pubblico
due capitoli del libro a Fiesole, e il piacere di incarnare Tony Pagoda
e di dare suono alla bellissima lingua del libro è stato tale, che
mi ha fatto desiderare di farne uno spettacolo.
Questo cantante cocainomane, disperato e vitale,
è una creatura così oltre i generi che può essere, a mio avviso,
incarnato anche da una donna. Mi piace immaginare che il ghigno gradasso
di Pagoda nasconda un anima femminile, una “sperdutezza”, un anelito
ad un “armonia perduta”. E poi, semplicemente, il teatro è, per
fortuna, un luogo dove il naturalismo può essere bandito, ed i limiti
della realtà espandersi.
Lo spettacolo è concepito come un concerto, in cui i pensieri del cantante nascono nell’emozione
di esibirsi davanti a Frank Sinatra, al Radio City Music Hall. In una
sorta di allucinazione del sentire provocatagli dall’ alcool e dalla
cocaina, Pagoda, mentre canta, è attraversato da barlumi di memoria,
illuminazioni di sé, “struggenze” d’amore, sarcastiche considerazioni
partorite tra le note delle canzoni, dove la musica che accompagna la
performance dialoga con le parole stesse usate come una partitura. Un
flusso di pensiero che, avendo già interpretato Molly Bloom di Joyce,
mi ha incantato come un negativo maschile allucinato e rauco di quell’urlo
di amore di Molly, di quell’urlo a cui amo dar voce nei personaggi
che incontro.
Tony è un vulcano in eruzione, un filosofo della
sottocultura: “In ultima analisi, dico io, la vita è una meravigliosa
rottura di coglioni. Ma su cosa dobbiamo concentrarci? Sulla rottura
di coglioni? O sul favoloso? I comodi si adagiano sulla rottura di coglioni.
Li rassicura. Come il telegiornale delle otto. Gli altri, li vedi, si
catapultano in strada a tutte le ore, valicano la notte, avidi e nevrotici,
spaesati ma concentrati. Cercano il favoloso. E non lo trovano. Perché
lo hanno già vissuto.” Abita una vita eccessiva e mediocre, lussuosa
ma povera, Tony. Ha un'opinione crudele per tutto e per tutti. La moglie:
«Quindici anni fa, con mia moglie, si scopava da bufali. Ora è un
oggetto d'arredamento»; la gente: «La gente, questa articolata organizzazione
umana che crede sempre di sfilare sull'orlo di un precipizio senza ritorno,
mentre si sta solo trascorrendo la vita.
Confondono la monotonia col disastro. Un errore comune»;
i sentimenti: «l'uomo, si sa, è come la Coca-Cola. Basta scuoterlo
un po' e attacca a spruzzare di tutto. Sangue e sentimenti. Calore e
risentimento. Tutto di fuori». E sarà il girotondo monotono
di stati umorali altalenanti a fargli capire che qualcosa è cambiato.
E allora via, un taglio netto con tutto e tutti. Soprattutto con se stesso.
CV
Iaia Forte, nome d'arte di Maria Rosaria Forte (Napoli, 16 marzo 1962), è un'attrice italiana di cinema e teatro[1]. Diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia, ha debuttato in teatro con Toni Servillo, vincendo per Il misantropo di Molière il Premio della Critica come migliore attrice. Ha
collaborato a lungo con il gruppo Teatri Uniti. Sempre in teatro ha lavorato con Leo De Berardinis, Mario Martone, Carlo Cecchi, Federico Tiezzi, Emma Dante, partecipando a spettacoli tra i più premiati dalla critica negli
ultimi anni.
Parallelamente al lavoro con registi italiani Iaia
Forte insieme a Clara Gebbia lavora a progetti ideati e prodotti dalla compagnia
Teatro Iaia.
Cinema
- Il burbero, regia di Castellano e Pipolo (1986)
- Separati in casa, regia di Riccardo Pazzaglia (1986)
- Grandi magazzini, regia di Castellano e Pipolo (1986)
- Stradivari, regia di Giacomo Battiato (1989)
- 'O re, regia di Luigi Magni (1989)
- Ladri di futuro, regia di Enzo De Caro (1991)
- Baby gang, regia di Salvatore Piscicelli (1992)
- Libera, regia di Pappi Corsicato (1993)
- Rasoi, regia di Mario Martone (1993)
- Piccoli orrori, regia di Tonino De Bernardi (1994)
- I buchi neri, regia di Pappi Corsicato (1995)
- Hotel paura, regia di Renato De Maria (1995)
- Le veneri di Willendorf 1996
- Il cielo è sempre più blu, regia di Antonello Grimaldi (1996)
- Luna e l'altra, regia di Maurizio Nichetti (1996)
- Nitrato d'argento, regia di Marco Ferreri (1996)
- I vesuviani (1997)
- Teatro di guerra, regia di Mario Martone (1998)
- Appassionate, regia di Tonino De Bernardi (1999)
- Oltremare - Non è l'America, regia di Nello Correale (1999)
- La vita altrui (2000)
- Tre mogli, regia di Marco Risi (2001)
- Chimera, regia di Pappi Corsicato (2001)
- Bimba - È clonata una stella (2001)
- Paz!, regia di Renato De Maria (2002)
- Il pieno di super (2005)
- Notturno bus, regia di Davide Marengo (2007)
- Il seme della discordia, regia di Pappi Corsicato (2008)
- Un paese ci vuole, regia di Vanni Vallino (2008)
- No problem, regia di Vincenzo Salemme (2008)
- Tris di donne e abiti nuziali, regia di Vincenzo Terracciano (2009)
- La bella gente, regia di Ivano De Matteo (2009)
- Se sei così, ti dico sì, regia di Eugenio Cappuccio (2010)
- Notizie degli scavi, regia di Emidio Greco (2011)
- Il volto di un'altra, regia di Pappi Corsicato (2012)
- Miele, regia di Valeria Golino (2013)
- La grande bellezza, regia di Paolo Sorrentino (2013)
Televisione
Teatro
- Hadd'A passa' a nuttata, regia di Leo De Bernardinis (1990-1991)
- Rasoi, regia di Mario Martone (1993-1994)
- I Persiani, regia di Mario Martone (1994)
- Il Misantropo, regia di Toni Servillo (1995-1996)
- Amleto, regia di Carlo Cecchi (1997)
- Sogno di una notte d'estate, regia di Carlo Cecchi (1998)
- Misura per misura, regia di Carlo Cecchi (1999)
- Sik-Sik, regia di Carlo Cecchi (2000)
- Le nozze, regia di Carlo Cecchi (2000)
- Tradimenti, regia di Valerio Binasco (2001)
- Ambleto, regia di Federico Tiezzi (2003)
- Le voci di dentro, regia di Alfonso Santagata (2004)
- Medea, regia di Emma Dante (2004)
- Corpo celeste, regia di Iaia Forte (2005)
- Il veleno, l'arte, regia di Iaia Forte (2005)
- Lo specchio del diavolo, regia di Luca Ronconi (2006)
- Troilo e Cressida, regia di Luca Ronconi (2006)
- Tartufo, regia di Carlo Cecchi (2007)
- Erodiade, regia di Iaia Forte (2007)
- I giganti della montagna, regia di Federico Tiezzi (2008)
- Eva Peron, regia di Pappi Corsicato (2008)
- Odissea Penelope, regia di Giuseppe Argirò (2009)
- Molly B - Tutti i miei si, regia di Carlo Cecchi (2010)
- Enea e Didone, regia di Eva Cantarella (2010)
- Promessi sposi alla prova, regia di Federico Tiezzi (2010-2011)
- Il sogno di Lisistrata, regia di Stefano Artissunch (2011)
Cortometraggi
MICHELE
LA GINESTRA
Mi hanno rimasto solo
Lo spettacolo gioca con un palcoscenico vuoto e racconta al Teatro
il suo sogno: poter interpretare ogni sera un personaggio diverso. Il
Teatro lo ascolta e decide di diventare suo complice; apre
il cassetto dei ricordi e gli fa trovare testi, costumi, musiche, per
realizzare lo Spettacolo. Partendo da testi conosciuti, attraverso una
miscela accurata di pezzi inediti, di canzoni e filastrocche “Mi hanno rimasto solo” vuole regalare
grandi risate, sorrisi, e, perché no, un po’ di “teatro brillante”
ad un pubblico che ha voglia di essere coinvolto.
CV
Laureato in giurisprudenza, si interessa al teatro scrivendo e dirigendo alcune commedie fino al trampolino televisivo,
offerto dalla vittoria del gioco televisivo Beato tra
le donne del 1994. Da quel momento La Ginestra gira spot pubblicitari e alcuni film
per la televisione, approdando poi al cinema con la pellicola Cresceranno
i carciofi a Mimongo del 1996. Prosegue l'attività di attore e autore teatrale mentre per la televisione
diviene presentatore di programmi televisivi per bambini come Solletico (1999/2000) e I fatti
vostri (2001). Dal 1997 è il direttore artistico del Teatro Sette di Roma, dove si produce oltre che come autore e regista, come attore di teatro contemporaneo italiano.
Cinema
Televisione
Teatro
Spot pubblicitari
- Tantum
verde, regia di Enrico Sannia (1995)
- Findus,
spinaci filanti, regia Enrico Sannia (1996)
- Ferrarelle,
regia Leone Pompucci (1997)
- Agip, fai
da te, regia Carlo Mazzacurati (1998)
- Sapientino,
regia Carlo Mazzacurati (1998)
- Birra Moretti,
regia Miniero & Genovese (2006)
- Ferrarelle - Maratona
di Roma, regia Miniero & Genovese (2007)
- Coop,
regia Miniero & Genovese (2006)
- De Cecco,
regia Luca Miniero (2013)
DANIELE
TIMPANO
“Aldo Morto/ Tragedia”
di e con Daniele Timpanooggetti di scena Francesco Givone disegno luci
Dario Aggioli e Marco Fumarola editing audio Marzio Venuti Mazzi collaborazione
artistica Elvira Frosini aiuto regia, aiuto drammaturgia Alessandra
Di Lernia
Desolato, io non c'ero quando è morto Moro. Aldo è morto senza il
mio conforto. Era il 9 maggio 1978. Non avevo ancora quattro anni. Quando
Moro è morto, non me ne sono accorto. Ma dov'ero io quel 9 maggio?
E cosa facevo? A che pensavo? E soprattutto a voi che ve ne importa?
È una cosa importante cosa facevo e che pensavo io a tre anni e mezzo?
Aldo è morto, poveraccio. Aldo Moro, lo statista. Che un certo Moro
fosse morto l'ho scoperto alla televisione una decina di anni dopo,
grazie a un film con Volontè. Un film con Aldo morto. Ci ho messo un
po' a capire fosse tratto da una storia vera. Oh, mio Dio! Hanno ammazzato
Moro? E quando? Perché? E come? Lo hanno trovato nel bagagliaio di
Renault 4 rossa, undici colpi sparati a bruciapelo addosso. Oh, mio
Dio! Hanno ammazzato Moro! Brutti bastardi. E vabbè, pazienza. Niente
di importante. Cose che capitavano negli anni '70. Bisognava fare la
rivoluzione. Chi? Brigate rosse. Era il 9 maggio del 1978. Non avevo
ancora quattro anni. Brigate rosse, sì. Ma rosse in che senso?
Un attore nato negli anni '70, che di quegli anni non ha alcun ricordo
o memoria personale, partendo dalla vicenda del tragico sequestro di
Aldo Moro, trauma epocale che ha
segnato la storia della Repubblica italiana, si confronta con l'impatto
che questo evento ha avuto nell'immaginario collettivo. In scena, assieme
al suo corpo e a pochi oggetti, solo la volontà di affondare fino al
collo in una materia spinosa e delicata senza alcuna retorica o pietismo.
Spettacolo vincitore Premio Rete Critica 2012
Finalista Premio Ubu 2012 "Migliore novità italiana (o ricerca
drammaturgica)"
Segnalazione speciale Premio IN-BOX 2012 con la seguente motivazione:
CV
Daniele Timpano (Roma, 18 maggio 1974) è un drammaturgo, regista e attore
teatrale italiano. Ascritto da alcuni critici alla cosiddetta non-scuola romana[1], si inserisce nel filone del teatro
di narrazione. Il suo stile e le sue opere sono sovente descritti come anarco-dadaisti[2]. Ha lavorato come attore con Michelangelo
Ricci, Carlo Emilio Lerici, Francesca
Romana Coluzzi, Massimiliano Civica e
con varie compagnie della scena indipendente romana, mentre come autore
è stato finalista del Premio Napoli Drammaturgia in Festival 2001[3]. È tuttavia soprattutto noto per spettacoli da lui stesso scritti
e interpretati (tra gli altri Dux in scatola, Ecce Robot!, Risorgimento
Pop). Nato a Roma nel 1974,
studia al Conservatorio Teatrale di G.B. Diotajuti e si specializza
in mimica con Fiorella D'Angelo, in drammaturgia con
Alfio Petrini, in Commedia
dell'Arte con Luca Negroni e in direzione scenica con Luis Ibar. Nel 1998 esordisce
negli ambienti del teatro off in stretta collaborazione con Marco
Maurizi che cura le musiche dei suoi primi lavori: si esibisce come voce
recitante in Ogni rivoluzione è (?) un lancio di dadi dello stesso
Maurizi e, come autore e interprete, in Storie di un Cirano di pezza.
I primi riscontri di pubblico e critica arrivano nel 2004 con
Caccia 'l drago, vincitore del premio Le voci dell'anima, in cui viene
riletta l'opera di J.R.R.
Tolkien "facendo precipitare l'affollato e fantasioso mondo della fiaba
in una vuota stanza beckettiana". L'anno successivo
è la volta dell'opera di memoria civile[ Dux in scatola. Autobiografia d'oltretomba di Mussolini Benito, che
racconta in prima persona, con un'affabulazione ricca di nonsense e
humor nero[6], la sorte del cadavere del Duce.
Finalista al Premio
Scenario, dove vince il primo premio della Giuria Ombra, lo spettacolo suscita
dibattito e polemiche[7]. Dux in scatola, che è stato pubblicato in volume nel 2006[8], viene presentato nel corso della stagione 2006-2007 in numerose
stagioni e vari festival nazionali. Riceve una certa attenzione della
critica anche Ecce Robot (2008),
liberamente ispirato all'opera dell'autore giapponese di cartoni animati Go
Nagai. Partendo dai suoi personaggi (Jeeg
Robot, Mazinga Z e tanti altri), Timpano fornisce una sorta di «autobiografia generazionale»[10]. Il testo dello spettacolo è stato pubblicato nel 2009 da Minimum
Fax in Senza corpo - vici della nuova scena italiana, a cura di Debora
Pietrobono. Sì l'ammore no (2009),
scritto con Elvira Frosini, è stato finalista del Premio Dante Cappelletti
alle arti sceniche[3]. L'ultimo spettacolo, Risorgimento Pop (in collaborazione con Marco
Andreoli), ha debuttato in prima nazionale al Festival Primavera dei
Teatri di Castrovillari il 1º
giugno 2009. Daniele Timpano è redattore della rivista online Amnesia Vivace[12] e di Ubu Settete[13], periodico di critica e cultura teatrale. È stato inoltre direttore
artistico dell'edizione 2003 di Ubu Settete - fiera di alterità teatrali,
di cui è fra gli ideatori e organizzatori, e ha coordinato vari laboratori
teatrali, letterari e musicali promossi dall'Università
La Sapienza[3].Lo spettacolo "Aldo Morto. Tragedia" vince il Premio Rete
Critica 2012[14], premio assegnato dalla critica teatrale del web, che viene associato
alla consegna dei Premi Ubu, il più importante riconoscimento per il
teatro in Italia.
ROBERTO
VALERIO
"Anfitrione " di Molière e Kleist
regia ROBERTO VALERIO
con: Francesco Battaglia, Dario Calonego, Iacopo Costantini, Carla
Recupero, Livia Soro, Francesca Tufi
Dopo il prologo recitato dal dio Mercurio, troviamo il servo Sosia a passeggio per Atene. Egli improvvisamente si trova davanti Mercurio che ha preso proprio
le su sembianze. Sosia crede di essere ubriaco, data l'ora tarda in
cui si appresta a ritornare, ma dopo comincia ad avere seri sospetti
e litiga col suo "sosia" il quale lo convince che egli sia
diventato pazzo e per di più un volgare ciarlatano, scacciandolo via
a pedate. In realtà Mercurio ha fatto ciò per ordine del suo superiore Giove, il padre degli Dei dell'Olimpo al quale piace molto sollazzarsi con le dee e con le mortali. Il suo
occhio questa volta è caduta sulla bella Alcmena la sposa del soldato Anfitrione, partito in guerra verso l'Oriente.
Appunto mentre Mercurio teneva occupato il povero Sosia, Giove, sotto
le sembianze di Anfitrione, si era intrufolato nella camera da letto
di Alcmena per possederla, dicendole affettuosamente che era tornato
in anticipo. I guai cominciano quando i veri Anfitrione e Sosia decidono
di tornare a casa e il grande equivoco si verifica proprio nel momento
in cui Anfitrione si vuole coricare con la sposa. Questi ha una gran
voglia di fare l'amore, e Alcmena di tutto punto si mostra stanca di
aver fatto l'amore così tante volte. Allora Anfitrione s'insospettisce
e comincia a litigare con la moglie, mentre Sosia continua tranquillamente
la sua vita da servitore. Si stabilisce una tregua avendo creduto i
due coniugi di aver chiarito gli equivoci, ma questi si ripresentano
verso la fine della commedia. Dopo una violenta sfuriata fra Sosia e
Anfitrione, creduto dal primo un impostore, sulla sala da banchetto
il padrone minaccia duramente Alcmena di tradimento e la catastrofe
si sta per abbatter quando dal cielo scende Giove, dichiarandosi artefice
di tutta la situazione.
CV
Formazione
1990 : Maturità Classica
1993/96 : Diploma all’Accademia Nazionale
d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico
Teatro
1996/97 : “ Il giuoco delle parti “ di Luigi Pirandello
- regia : Gabriele Lavia
Teatro Eliseo
1997/98: “ Morte di un commesso viaggiatore“
di Arthur Miller – regia: Giancarlo Cobelli Teatro Eliseo
1998 : “Lezioni di cucina di un frequentatore di cessi
” D'onghia – regia . Roberto Valerio Padiglione Ludwig
1999/00 : “ Leone d’inverno “ di S. Goldman
- regia : Mauro Avogadro
Compagnia R. Falk
2000/01 : “ L’arte della commedia “ di Eduardo
De Filippo – regia : Luca De Filippo Teatro Eliseo – Elledieffe
2001 : “ Bambole “ di Pia Fontana – regia
: Roberto Valerio
Teatridithalia
2001 : “ Woyzeck e il futuro del male “ di
Rocco D’Onghia – regia : Roberto Valerio Teatridithalia
2002/03 : “ Erano tutti miei figli “ di Arthur
Miller – regia : Cesare Lievi
E.R.T. e C.T.B.
2003 : “Le Donne di Trachis” di Sofocle nella
vers. di Ezra Pound – regia: Roberto Valerio Teatridithalia
2003/04 : “Dinner Party” di Pier Vittorio Tondelli
– regia : Nanni Garella
E.R.T.
2004 : "Appunti sull'anima" da Garcia
Lorca - regia : Roberto Valerio
E.R.T.
2005 : " Woyzeck " di Georg Buchner -
regia : Giancarlo Cobelli
Teatro Stabile Torino e CSS
2006/07 “Il Padre” di August Strindberg - regia
: Massimo Castri E.R.T.
2007/08 “ La vedova scaltra” di Goldoni –
regia . Lina Wertmuller
A.T.Pistoia
2009/10 “Il Vantone” di P.P.Pasolini – regia Roberto Valerio
Elfo puccini-Ludwig
2011/12 “ Un marito ideale” di Oscar Wilde – regia Roberto Valerio
Compagnia Gabriele Lavia-Ludwig e
ripresa de “ Il Vantone”.
2012/13 “L’impresario delle Smirne” di Goldoni – regia Roberto Valerio
A.T.Pistoia-Feletti
2013/14 “Il Giuoco delle parti” di Pirandello – regia Roberto Valerio
Compagnia Umberto Orsini
Emma Dante
“Trilogia degli occhiali" - Ballarini
Testo e Regia di EMMA DANTE luci Cristina Fresia Con
Carmine Maringola, Elena Borgogni, Davide Celona, Leonarda Saffi, Manuela Lo Sicco e Sabino
Civilleri
Opera vulcanica, dolce e paradossale, Trilogia degli occhiali ci parla
della nostra capacità (o incapacità) di vedere. Sono tre spettacoli
autonomi, eppure legati, per rappresentare i temi della povertà, della malattia e della vecchiaia. In Acquasanta un mendicante
rievoca la sua vita da marinaio, ancorato alla prua di una nave immaginaria.
Il castello della Zisa è la storia di un ragazzo down che in sogno
si convince di dover difendere il castello (che vede dalla finestra)
dove è rinchiusa la sua infanzia. Ballarini è invece la storia di
due vecchi che, sulle note di vecchie canzoni, rivivono a ritroso la
loro storia d’amore.
CV
Emma Dante nasce a Palermo nel 1967 ma trascorre la sua infanzia a Catania dove si trasferisce da piccola con la famiglia per
seguire il lavoro del padre. Nel 1986, all'età di diciannove anni,
appena conseguito il diploma di Liceo Classico, decide di tornare a
Palermo, dove risiede tutt'oggi. Al ritorno nella sua città natale
Emma Dante ha il primo incontro con il teatro: la scuola Theatres di Michele Perriera, un importante teorico italiano esponente del Gruppo 63, di cui frequenta un solo anno. Decide di lasciare
la Theatres perché si accorge che il teatro di Perriera, fortemente
legato all'espressionismo, non le suscita forti emozioni. Nel 1987,
spinta della madre, che la vuole lontana dalla Sicilia, Emma Dante decide di intraprendere la carriera
teatrale vera e propria iscrivendosi al concorso per l’ammissione
all'Accademia
d'Arte Drammatica “Silvio D'Amico” di Roma. Si presenta alle selezioni con un testo di Henry Miller: Proprio pazza per Harry;
viene ammessa dopo una performance che lei stessa giudica mediocre.
Il periodo dell'Accademia è segnato dall'incontro con Elena Stancanelli, Arturo Cirillo, Davide Iodice, Lorenza Indovina, Ilaria Borrelli, Roberto Romei e Sabrina Scuccimarra, alcuni tra i principali esponenti della nuova generazione
teatrale italiana, all’epoca suoi compagni di corso. Durante gli anni
di studio lavora con insegnanti del calibro di Mario Ferrero e Lorenzo Salveti, Elena Polvedo, Enzo Siciliano, Paolo Terni e Ninni Giromella; in occasione di un seminario proposto dalla scuola
ha occasione di conoscere Andrea Camilleri, con cui produce uno spettacolo su La Morsa di Luigi Pirandello. Durante gli anni dell’Accademia Emma Dante ha
l’opportunità di leggere un numero elevato di testi teatrali, i cosiddetti
classici, che sono alla base di tutta la sua attività come regista
e attrice. Alla fine degli anni '80 Emma Dante si avvicina al teatro
di avanguardia. Si trova di fronte a spettacoli dell'Odin Teatret e dello sceneggiatore polacco Tadeusz Kantor. È proprio durante uno spettacolo di Kantor, La macchina dell'amore e della
morte, che la Dante riconosce di aver avuto quella che lei chiama
“la folgorazione teatrale” che la guiderà verso una precisa direzione
artistica come regista. In La macchina dell’amore e della
morte, gli attori guidati da Kantor danno le spalle al pubblico
e, dice la Dante: "le spalle di Kantor per me sono il teatro",
"ecco in quell'occasione, forse, ci fu un piccolo scarto che mi
aiutò a capire che non mi interessava fare teatro, seguire la tradizione,
ma dare le spalle al pubblico e fare ricerca". Appena uscita dall'Accademia,
nel 1990, si unisce alla Compagnia
della Rocca dove lavora con Roberto Guicciardini. Gli spettacoli
a cui partecipa sono Turandot, Le preziose ridicole e Rinoceronti. Nel 1995
le compagnie di Torino si uniscono in un grande consorzio denominato “Canto
per Torino”, diretto da Gabriele Vacis. A quell’esperienza partecipa anche Emma Dante,
qualche anno prima prima di lasciare definitivamente la Compagnia della
Rocca e Torino. Il sogno di lavorare con Vacis era maturato in lei fin
dagli anni dell’Accademia. Lasciata la città di Torino dopo l’esperienza
di “Canto per Torino”, nel 1999, Emma Dante frequenta un laboratorio
di canto con Cesare Ronconi e ricorda quel periodo come uno dei più formativi
della sua carriera poiché ebbe l’occasione di incontrare Valeria Moriconi e capire che "fare l'attrice vuol dire vivere
in un'altra dimensione fatta di negazione della vita privata, essere
sempre in viaggio e quindi vivere ogni volta in un posto diverso"[4]. Da qui la decisione di abbandonare la professione
di attrice e diventare regista. Nello stesso anno però - dopo aver
interpretato La Rosa Tatuata, spettacolo
diretto da Gabriele Vacis - decide di prendere una pausa dallo studio
del teatro per seguire il fidanzato a Catania. Dopo il periodo di “riflessione”
sul ruolo del teatro nella sua vita e il ritorno a Palermo per assistere
la madre morente, Emma Dante decide di fondare la sua compagnia. Nasce
così, nel 1999, la “Sud Costa Occidentale”: "E allora mi sono
chiesta: «dove siamo? A Palermo, in Sicilia, al Sud». Ho pensato che
la compagnia potesse avere come nome la sua collocazione geografica,
ovvero il luogo in cui viveva e lavorava. Palermo sta sulla Costa Occidentale:
all'inizio avevo pensato a «Costa Sud Occidentale», ma sembrava il
nome di una compagnia di crociere! Allora ho messo «Sud» prima di
tutto. E «Sud Costa Occidentale» mi piaceva. In primo piano il Sud,
la nostra lingua, le nostre storie, e poi, specificato, quale sud: la
costa occidentale della Sicilia..."[Fin dagli esordi decide di affidarsi ad attori provenienti
dall’Accademia perché più preparati sui classici e sulle basi della
recitazione teatrale: "A me interessano gli attori che escono dall'Accademia
perché sono più «preparati». Che è diverso dall'essere «bravi».
[...] L'attore che esce dall'Accademia possiede, in modo ancora informe,
la sua possibile «bravura». Ha delle «basi»: l'Accademia non fa
essere bravi, ma dà delle basi.
E le basi sono fondamentali: io non lavoro con persone che hanno degli
handicap psico-fisici, non lavoro con persone «della strada»: lavoro
comunque sulla formazione dell'attore." Il ritmo è uno degli elementi centrali del teatro
di Emma Dante: durante i laboratori e i training lavora molto con la
musica, con i suoni, con i gesti ripetitivi, quasi ossessivi, degli
attori. Il ritmo è, nella sua visione del teatro, l’istinto che viene
fuori, che viene lasciato libero. Questo la spinge a teorizzare che
per essere attori sia necessaria una perdita totale della vergogna e
di qualsiasi tipologia di giudizio e auto-giudizio; l’attore deve
sentirsi libero da un retroterra culturale che lo limiterebbe nella
sua espressione artistica. I training attoriali della Sud Costa Occidentale,
generalmente della durata di una settimana, servono proprio a questo,
a capire chi, tra coloro che si presentano per le selezioni, sarà in
grado di lasciarsi andare totalmente e diventare un attore. Gli attori della
compagnia Sud Costa Occidentale parlano o in alcuni casi, mimano (non
essendo tutti siciliani) la lingua siciliana, utilizzando parole spesso intraducibili in italiano,
una sorta di grammelot alla maniera di Dario Fo, caratterizzato da una sonorità cruda, pungente,
che rende con maggiore immediatezza i concetti da esprimere, e che spesso
si traduce con il linguaggio del corpo. A proposito del dialetto siciliano
utilizzato per i suoi spettacoli, Emma Dante dice: "Non esistono
sinonimi di molte parole dialettali che uso nei miei spettacoli, e quindi
se devo tradurle faccio fatica. In questo senso dico che non conosco
questo mio dialetto; cioè non lo conosco nella traduzione in italiano.
Faccio un esempio con la frase che è all'inizio di mPalermu: «chi fa, arapemo
'sta finestra?» Quel «chi fa» cambia tutto. La traduzione letterale
sarebbe: «che fa, la apriamo questa finestra?». Ma «che fa» non
vuol dire niente. Invece quel «chi fa» in dialetto racchiude un sentimento
molto preciso che è: «se non apriamo questa finestra è la fine, perché
moriamo soffocati». Come fai a tradurlo in italiano? Per questo dico
che mi spiazza il dialetto, perché è un modo assolutamente segreto
per me, perché ha in sé il segreto; in qualche modo è inaccessibile.
E soprattutto sto scoprendo che certe parole stanno entrando nel mio
vocabolario: sono parole rivedute e corrette, rielaborate che non esistono
nel dialetto che si parla in città... Quindi ci sono delle parole che
tornano sempre e che sono diventate ormai una cifra stilistica.". L'uso del dialetto
non impedisce alla Sud Costa Occidentale di lavorare molto anche all'estero,
in particolare in Francia. Emma Dante propone il suo teatro come sociale,
non politico. "Non faccio un teatro «politico» perché non parlo
di Berlusconi, di cronaca nera, ma ho messo in atto delle denunce sociali.
Il mio teatro ha a che fare con le inciviltà del mondo.. Negli spettacoli
della Dante le famiglie sono sole, allo sbando; non vi è mai un riferimento
allo Stato, che risulta assente. Le piéce, generalmente brevi, raccontano
una vita quotidiana fatta di fatica per la sopravvivenza, in spazi e
tempi identificabili, in cui c'è poco spazio per l'amore, ma ce n'è
per l'animalità e la violenza; tuttavia non c'è catarsi, il dolore
rimane celato dentro e viene trasmesso agli spettatori. Sud Costa Occidentale,
il nome della Compagnia, si presenta in una duplice veste di orgoglio
e marchio d’infamia per il degrado e la violenza di una regione "dove
ancora nel 2006 manca l'acqua"[10] , un teatro che denuncia come in certi luoghi la
sottomissione delle donne sia la normalità, in una società arcaica
oppressa da una chiesa maschilista a volte in relazione con la mafia,
due sistemi assolutistici che danno l'idea di una libertà fittizia,
un'intricata rete in cui l'individuo è in trappola. Dopo aver fondato
la Sud Costa Occidentale, Emma Dante fatica a trovare la consacrazione
presso il grande pubblico. A Palermo inizia a ideare e mettere in scena
alcuni spettacoli: Il sortilegio, tratto
dal romanzo di Gabriel Garcia
Marquez; Dell'amore e di altri demoni,
sovvenzionato dalla Regione Siciliana per un paio di repliche; Gli Insulti, tratto da Aldo Nove; La principessa sul pisello; La donna serpente, tratto
da una favola di Gasparo Gozzi infine uno spettacolo tratto da La panne di Friedrich
Durrenmatt. Ottiene il primo successo nel 2001 con mPalermu, spettacolo con
cui vince nel 2001 il Premio Scenario e nel 2002 il Premio Ubu.
“3Q Liberi Esperimenti Politici ”
con Alessandro Federico e Valentina Virando
I SIGNORI
Un ronzio di api.
Il Signore e la Signora, seduti sopra due alti troni, aspettano
un ospite a cena.
Una tovaglia è sospesa tra loro.
La scena si apre così; la scenografia è composta da scatole scatoloni
trasparenti pieni di cibo, vassoi, piatti
e pentole, che formano i gradoni, le scale, sulla cui cima i Signori
– Lui candidato Premier e Lei, sua moglie, aspirante first Lady- si
fronteggiano. Sono elegantissimi.
Il linguaggio è asettico, stilizzato, feroce, assurdo.
Lui suda, Lei lo incalza, Lui
si sente sporco, Lei non ha alcun dubbio, Lui vacilla, Lei lo rassicura.
Sono in bianco e nero.
E’ il mondo dei poteri forti, di quelli che aspettano da mangiare
e che hanno sempre fame ma che non sanno cucinare.
Per questo i Signori hanno assunto tre cuochi
personali, regole ferree scandiscono la giornata e le ore dei nostri
chef in questa casa padronale.
I CUOCHI
Tre chef, selezionati appositamente attraverso provini strampalati
ed esilaranti, scelti tra 325 candidati, chissà perché.
Si ritrovano ad avere un lavoro difficile ma molto ben remunerato, la cucina è il loro
regno, loro vivono lì sotto, ogni tanto guardano su dalle scale, verso
i piani alti, i Signori non scendono mai giù, chissà perché. Sono
loro, i 3Q, a dover salire per servire tutti i giorni: Colazione Pranzo
Merenda Cena Tisana.
Frank Anselmi, detto Frank il Bello, ama la donna in tutte le sue
salse, la sua anatra all’arancia a volte sembra che parli. Pratica
tutte le religioni del mondo contemporaneamente, non sa scegliere qual
è quella giusta e nel dubbio - come con le spezie - le usa tutte.
Susi Verdicchio, eterna seconda, nella cucina trova la sua rivincita.
Odia i crudisti e i vegani, ama tutti gli sport. Accanita giocatrice
delle corse dei cavalli, sperpera tutto il suo guadagno coi gratta
e vinci e i videopoker, il vero amore non sa che cosa sia.
Ludo Cappa non si vede ma parla. Un cappello da chef appeso, i due
zoccoli bianchi a terra. E’ allergico ai latticini, non tollera l’alcool,
forse ha una leggera tendenza all’ipocondria. Anche
lui nasconde un vizio. E’ un eroinomane, forse per questo non lo si
vede. Ama l’ape operaia.
Le loro vite verranno stravolte da un volere cieco, casuale, di cui
non hanno la minima cognizione.
I nostri tre cuochi, folli e stravaganti, attraverso la cucina
cercano di trovare la ricetta giusta per ogni cosa, la ricetta del vivere
bene.
LA CUCINA
La cucina è creata solo dalla griglia di movimenti e suoni che gli
chef descrivono nello spazio sottostante i due troni. C’è un alto
e c’è un basso. C’è una scala gerarchica
che verrà capovolta.
C’è una ricetta per ogni cosa a questo mondo. E i 3 cuochi le hanno
trovate tutte queste ricette, o quasi…
Come conquistare una donna?
Come essere un perfetto fedele?
Come non fare impazzire la maionese?
Come liberarsi dai sensi di colpa?
La cucina, come la vita, è una questione di dettagli…Basta un pizzico
di sale in più e il piatto è da buttare, tu sei da buttare!
Bisogna combattere per ogni singolo impasto, per trovare quell’equilibrio
che alla vita è negato.
Qui si rincorre un’ossessione, quella di avere tra le mani la perfetta armonia
tra le parti, la ricetta che indichi la cosa giusta da fare, senza errori,
senza sbagli, senza inciampi, ad ogni passaggio, ad ogni ingrediente.
Spesso però la soluzione sta tra le righe.
Il Cowboy
Un Cowboy, narratore estemporaneo, appare.
Ha con se la sua chitarra, le note di Johnny Cash e tante storie da
raccontare. Ironico affabulatore e simbolo dei cliché più divertenti
del country americano, condividerà un po’ di quella saggezza che ha
imparato lungo la strada. A lui il compito di cercare una morale che
sembra essersi persa.
Ci porterà dentro questa storia dove cibo e politica sono intrinsecamente
legati, dove il potere dei piani alti arriva giù fino nelle cucine
e finisce per determinare la vita dei nostri 3 chef - i 3Q - strumenti inconsapevoli mossi
da un potere invisibile. Mossi da Mister X.
Mister X
Chi è il misterioso ospite che aspettano i nostri Signori per cena?
All’inizio non ne sappiamo molto, ha un nome enigmatico, da spia
internazionale. Per noi è un cappello a cilindro nero appeso, con scarpe
eleganti lucidate immediatamente sotto.
Mister X, come tutti i veri poteri che sovrastano perfino la Politica,
è un potere invisibile che agisce secondo scopi occulti, troppo difficili
per noi da comprendere, o almeno, è così che ci vogliono far credere…
Mr.X chiederà ai Signori un sacrificio estremo, forse per provare
fino a che punto la loro ambizione li sospinga, o forse per motivi più
banali che non riusciamo ad immaginare.
E i Signori ubbidiranno e pagheranno le conseguenze del loro gesto.
Soffriranno la fame, la follia sembrerà essersi impadronita di loro
ma poi tutto rientrerà nella norma, nel banale svolgersi delle cose.
La loro vita continuerà ad essere in bianco e nero, perché
è così che deve essere.
Nessuna macchia, nessun grido, nessun capello fuori posto. Solo un
carrillon in lontananza.
Il candidato diventerà finalmente Premier e capirà che prezzo bisogna
pagare alla vita.
Gli Attori
Abbiamo lavorato sul senso del dualismo.
L’alto e il basso, due cappelli appesi simbolo di due invisibilità
estremamente differenti, due Signori, due scale, due dimensioni, due
scelte possibili.
Tutto questo, con due soli attori.
LA MORALE
L’immagine finale ci regala il Signore seduto a capotavola
del tavolo dei potenti, con 3 capelli da chef che volano sopra la sua
testa, quasi come un gioco di bambini che gli ronza ininterrottamente
sul capo.
La Signora, in proscenio, gioca con la terra nella quale aveva seppellito
i 3Q.
Ci sono milioni di ricette a questo mondo…
troveremo anche quella giusta per governare?
Alessandro Federico è
stato diretto da grandi maestri come Massimo castri facendo il protagonista
ne “La Presidentessa” e in “Cosi è se vi pare”, ha lavorato
con il teatro dell’Elfo ne “Il giardino dei ciliegi”, con Serena
Senigallia nelle “Troiane”, ha collaborato con Emma Dante, Massimo
Navona, Maurizio Panici,. Al Cinema con Marco Bellocchio e Mazzacurati.
Valentina Virando collabora
con diverse compagnie torinesi, ha lavorato con Walter Malosti, Arturo
Brachetti, Mauro Avogadro, Giancarlo Cobelli, stefano Benni. Niel 2007
ha vinto il Premio Hystrio alla vocazione.
MARTINO
D’AMICO
“Memorie di Donna ”
ideazione e regia MARTINO D’AMICO con MARGHERITA DI GIACOMO, ROSANNA MAZZENGA, MUZIO LUCARINI, MARISA SERBOLONGHI,
RENATA BONELLI, MIMMA NEGLIA (NONNA MIMMA), GIANNI GABRIELI, VIRGINIA
BUZZELLI, ANNA PERINELLI, LINA ARMENTO, PAOLA PANELLA, PAOLA MAGNI,
CARLA MARCELLI, IMMA DAGGIANO, SUSANNA SIMONETTO, OLIVIA SARAGOUSSI,
CINZIA GIAMBENEDETTI, FRANCESCA FELLA, MARIA RIZZI
Un incontro di Memorie. Donne anziane (over 65) e giovani (under 35)
confrontano i propri saperi su due grandi temi: Rimorsi e Gioie. Ognuna
delle attrici scrive la propria intima esperienza su questi argomenti.
Le più attempate porteranno in scena
i testi scritti dalle giovani e viceversa. Sarà l’occasione per scoprire
che la “femminilità” non ha età e che sacrifici e dolore raccontano
storia positive.
CV
Diplomato all’ Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “S. D’Amico”, come
attore, con il saggio “Non si scherza con l’amore” di A. De Musset,
regia di L. Salveti, nel 1990.
Ha frequentato corsi di recitazione e seminari di biomeccanica con
docenti del Gitis Institut di Mosca e della Guildhol School di Londra.
TEATRO – Attore:
Cosmetica del nemico, di A. Nothomb, regista e attore, lab.
“O. Costa/La Maschera”
The confidential clerck, di T. S. Eliot, regista e attore, Circuito
teatro Piemonte e Beat 72.
La Lezione, di E. Ionesco, regia S. Corsi e R. Greco, Teatro Vittoria
Torino
Tre De Musset, di A. De Musset, regia M. Avogadro, T. S. Torino
Affittasi, di Ozen Yula, regia M. Avogadro, Cineteatro Baretti Torino
Sonata d’autunno, di I. Bergman, regia F. Olivetti, CRT Milano e
La rabbia giovane
La donna del Mare, di H. Ibsen, regia
di Mauro Avogadro, T. S. Torino
Il Benessere, di Franco Brusati, regia Mauro Avogadro, T. S. Torino
Le metamorfosi, da Ovidio, regia Sasà Cardone, T. S. Aquila- Accademia
Naz. Arte Drammatica
Peccato fosse puttana, di John Ford, regia di Luca Ronconi,
T.S.Torino-T. Due Parma -T.S. Napoli
Srategia per due prosciutti, di Raymond Cousse, regista e attore,
teatro Colosseo Roma
L’Istruttoria, di P. Weiss, regia di R. Halevi,
Teatro Stabile dell’Aquila
Il caso Flaiano, da E. Flaiano, regista e attore, Beat72
e Comune di Pescara
Gonorra e Galatea, di E. Floris, regista e attore, Enzimi- Comune
di Roma
La duchessa di Amalfi, di J. Webster,
regia di N. Siano, Beat72 i
Il dio Kurt, di A. Moravia, regia di W. Waas, Teatro di Roma
Sangue, di D’Amico – Valerio, regista
e attore, Beat72 e Teatro di Roma
Una Notte con Caligola, di R. Battaglini, regia di M. Avogadro, QP
prod. e Teatro di Roma
Wojzek e del futuro del Male, di R. D’Onghia, regia di R. Valerio,
Beat72 e Teatro Regio- To
SOVRAPPESO,irrilevante:INFORME, di W. Schwab, regia di W. Waas, Teatro di Roma
Sottovuoto, di S. Scuccimarra, regia di L. Melchionna, Festival di
Terracina
Truculentus, di T.M. Plauto, regia di W. Wass, Festival di Belluno
Pene d’amor perdute, di W. Shakespeare, regia di W. Waas – Teatro
Valle Roma
Morte di un commesso viaggiatore di A. Miller, regia di G. Cobelli
- Teatro Eliseo Roma
Nei campi della solitudine di T. B. Jeloum, regia di M. Avogadro
L’affaire Ubu di A. Jarry, regia di W. Waas
L’onorevole Ercole Malladri di G. Giacosa, regia
di M. Avogadro - Teatro Stabile Torino
L’Arlesiana di Bizet - Daudet, regia di M. Avogadro - Teatro dell’Opera
Roma
I Ciechi di M. Maeterlinck, regia di M. Avogadro
Il cavaliere e la Dama di C. Goldoni, regia di M. Avogadro - Festival
Borgio Verezzi
Uomo = Uomo di B. Brecht, regia di W. Waas
Quelli che restano di P. Musio, regia di W. Waas - Teatro Vascello
Roma
Alcassino e Nicoletta di Ferrero - Cerchio, regia di M. Avogadro -
Teatro Comunale Alessandria
Misura per misura di W. Shakespeare, regia di L.
Ronconi - Teatro Stabile Torino
Il piacere dell’onestà di L. Pirandello, regia di L. De Filippo
- Teatro Eliseo Roma
Romeo e Giulietta di W. Shakespeare, regia di L. Salveti - Teatro
Stabile L’Aquila
La pazza di Chaillot di J. Girodoux, regia di L. Ronconi
- Teatro Stabile Torino
Il canto dell’usignolo da W. Shakespeare, regia di G. Mauri - Arena
di Verona - ass. alla regia
Le voci di dentro di E. De Filippo, regia di C. Giuffrè –
Teatro Diana Napoli – ass. alla regia
Gli ultimi giorni dell’ Umanita’ di K.
Krauss, regia di L. Ronconi - Teatro Stabile Torino
Ha curato la drammaturgia, l’allestimento scenico e la regia di:
Hymns, di C. Connel, “Trend” 2013, Teatro belli, Roma.
Cosmetica del nemico, di A. Nothomb, Lab. Teatrale “O. Costa/La
Maschera”
“The Confidential clerck” di T. S. Eliot - Progetto Speciale
Ministero Spettacolo
Strategia per due prosciutti, di R. Cosse, T. Fondi S. Domenico, vincitore
contributo IMAIE 2007
John e Joe e la chiave dell’ascensore, di A. Kristof, T. Fondi di
S. Domenico e Alice 02
Week-end, di Annibale Ruccello, Beat72 e Spoltore Ensemble
Il caso Flaiano, da E. Flaiano, Beat72 e Comune di Pescara
Gonorra e Galatea, di E. Floris, “Enzimi”- Comune di Roma
Sangue, lib. Ispirato ad un racconto di I. B. Singer, Beat72 e Teatro
di Roma, nell’ambito della
rassegna “Per antiche vie”- Giubileo 2000. Vincitore del premio
Fondi-La Pastora 2000
CINEMA E TELEVISIONE
Un posto al sole, regia G. Morricone, RAI 3
Don Matteo 4, regia di Andrea Barzini
Luther, Panorama films, con J.Finnes e P. Ustinov, regia Eric Till
Casa famiglia 2, Faso film, regia T. Aristarco e R. Donna
La squadra, Pearson Television, RAI
Baal, di B: Brecht, regia di
M. Cava, Comune di Roma.
Un medico in famiglia, regia di M. Verni, Publispei, RAI.
Fiamme in cucina, episodio di “Eroi per caso”, regia di D. Cini,
Intelfilm, RAI.
Ultimo minuto, episodio, regia di G. Muccino, Intelfilm, RAI.
La Romana, da A. Moravia, regia
di G. Patroni Griffi.
SCIAMABALLA’
(CONCERTO)
"Sciamaballà" nasce quasi per gioco come
sintesi delle diverse contaminazioni musicali apportate da ogni singolo
musicista del gruppo che, mutuate dal suono degli strumenti più antichi
e tipici della tradizione popolare pura, danno vita a sonorità evocanti
temi balcanici, sudamericani e classici della musica etnica. L'unico
scopo è quello di "far divertire e far ballare" il pubblico
o gli ospiti di qualsiasi tipo di evento. Il repertorio è costituito
in prevalenza da "tarantelle", "pizziche" e "tammurriate"
senza escludere incursioni nelle ballate, negli stornelli e in coinvolgenti
danze di cerchio. La musica dei Sciamaballà contempla gli aspetti giocosi
dell'essere musicista esaltandone, comunque, gli aspetti professionali
e la voglia di far divertire il pubblico divertendosi. Particolare attenzione
è riposta anche nell'utilizzo di strumenti tradizionali come la chitarra
battente, l'organetto e la ciaramella.
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