IN COLLABORAZIONE CON TODI FESTIVAL 2014
L’abito
della sposa
novità assoluta di Mario Gelardi
con Pino Strabioli e Alice Spisa
scene e costumi Alessandro Chiti
musiche Paolo Vivaldi
regia Maurizio Panici
Teatro la COMETA DI ROMA
dal 21 ottobre al 9 novembre
"L'abito della sposa" è uno spettacolo delizioso, capace di trasportare il pubblico, indietro nel tempo e fargli rivivere quel clima proprio degli anni '60, in cui, a livello economico, tutto sembrava possibile, si era nel pieno del boom , ma allo stesso tempo, era molto più difficile, rispetto ai tempi odierni, poter tirare fuori la propria intimità, i propri tormenti. Il 1963 in particolare, l'anno in cui è ambientata la storia narrata, è stato un anno che ha visto avvicendarsi più di un evento tragico come la morte di Kennedy e il Vajont. L'ambientazione temporale fa solo da sfondo alla vicenda umana, che si impernia sull'incontro di due solitudini, quella di Lucio (Pino Strabioli) e quella di Nunzia (Alice Spisa), entrambe sono anime sofferenti, ognuono si è rifugiato in qualcosa di diverso, Alice in un silenzio, alternato con brevi frasi taglienti, Lucio, invece nell'ordine del suo lavoro, e nella musica. Non dimenticando il fatto che alla fine degli anni in questione sarebbe arrivato il 68, nè vediamo già delle anticipazioni, il mondo stava cambiando le persone si stavano liberando, e loro modo Lucio e Nunzia ne sono una dimostrazione. Pino Strabioli è delicato e gentile, come il pubblico è abituato a vederlo in tv anche quando recita in teatro la parte di un finto burbero, arrivando diretto allo spettatore.
Miriam Comito
Miriam Comito
Italia 1963. E’ l’anno del matrimonio Ponti –
Loren, della visita in Italia di Kennedy, della scandalosa love story
tra Teddy Reno e Rita Pavone, è l’anno della tragedia del Vajont.
Alto- basso, rosa-nero, le vicende si alternano così nel paese ed anche
nella vita del sarto Lucio.
Lucio è un sarto di abiti militari, figlio di un sarto di abiti militari;
ha girato tutta l’Italia con i suoi genitori ed ora parla un dialetto
che è un miscuglio di molte lingue. Lucio è un uomo di mezza età,
un po’ irascibile, dai modi spicci e diretti, ma in fondo una
brava persona, quindi non se la sente -e forse non può proprio rifiutare-
quando un capitano gli chiede di cucire l’abito da sposa di sua figlia.
Lucio non può tirarsi indietro, ma non sa nemmeno come fare, così
è costretto ad assumere una giovanissima sartina, Nunzia, una ricamatrice
che ci riporta direttamente all’atmosfera di quegli anni. Così il
logorroico Lucio deve dividere la sua sartoria con la timida Nunzia
“ che per tirarle una parola di bocca ci vuole più di una tenaglia”.
E’ l’incontro e la scoperta di due vite, di due imprevedibili vite
e tra la passione per le canzoni di Rita Pavone e le ritrosie di una
ragazza che non sa come comportarsi con gli uomini, raccontiamo il mondo
fuori da quella sartoria, ma anche il piccolo mondo di due persone che
custodiscono un segreto che finalmente possono svelare.
nota di Mario Gelardi
Un profumo, un sapore, qualcosa di conosciuto ma nello stesso tempo
inafferrabile :questo è il delicato scritto di Mario Gelardi ,un testo
che ci fa riscoprire un’età dell’innocenza, con piccoli scarti
e virate improvvise.
La storia del sarto Lucio e della ricamatrice Nunzia è la storia
di due solitudini, di due tenere figure unite da un segreto :una storia
necessaria in un tempo come il nostro , in cui il frastuono rischia
di coprire qualsiasi emozione.
E poi un viaggio tra le canzoni e le atmosfere di un’epoca –gli
Anni Sessanta-dove le prime grandi tragedie del nostro Paese si mescolano
con i primi timidi eventi personali di quelle due fragili vite,destinati
a cambiarne l’esistenza.
Uno spettacolo di forte atmosfera che ti prende lentamente fino alla
catarsi finale dei protagonisti.
Mario Gelardi è regista e coautore di “Santos” (tratto da un racconto di Roberto
Saviano), e de “La città di fuori”, (tratto da “La città perfetta”
di Angelo Petrella), ancora regista e coautore insieme a Roberto Saviano
di “Gomorra” (Premio “Olimpici per il
teatro” come miglior novità italiana), spettacolo rappresentato in
tutta Europa che ha visto anche varie edizioni straniere.
Inoltre Premio Ustica per il teatro 2005 (Sez. premio Scenario) con Quattro, finalista del premio Riccione 2005
con “Becchini”, Premio Fersen per la drammaturgia con “La vita come prima” scritto con Giuseppe Miale
di Mauro, Premio Flaiano 2002 con “Malamadre”.
E’ fondatore e direttore editoriale della Casa Editrice Caracò.
Attualmente
si occupa della direzione artistica del Nuovo Teatro Sanità a Napoli.
Maurizio Panici , fondatore e direttore artistico del Teatro Argot Studio di Roma
dal 1984 al 2010,è dal 2011 direttore artistico di AR.TE’ ,Teatro
Stabile di Innovazione di Orvieto.Lavora da sempre da un lato sullo
studio del mito con la rivisitazione di testi classici e dall’altro
sulla scoperta e valorizzazione di autori contemporanei. “Occuparsi del contemporaneo è necessario per
capire il nostro tempo, farlo con il teatro è esplorare in profondità
il nostro essere uomini di questo tempo”.
Tra i grandi testi ha diretto tra l’altro I giganti della montagna per Mariano Rigillo
e Anna Teresa Rossini, Tre sorelle con Pamela Villoresi, Processo a Gesù con Massimo Foschi, Antigone di Sofocle e Antigone di Anouilh, Sinfonia d’autunno da I. Bergman con
Rossella Falk e Maddalena Crippa.
Si è confrontato con testi contemporanei come Il custode dell’acqua dal romanzo di
F. Scaglia con Maurizio Donadoni, La Maria Zanella di S. Pierattini con Maria
Paiato (premio UBU per questo spettacolo), Cinema Impero di R. Cavosi (ancora con
Maria Paiato e Mascia Musy) ma anche Un grande grido d’amore di J. Balasko, Marlene di G. Manfridi , Al pie del Tàmesis-Appuntamento a Londra-
del premio Nobel M. Vargas Llosa , Eva contro Eva di M. Orr.
Negli ultimi anni ha dato vita alla Compagnia dei Giovani di Ar.Tè
con i quali ha messo in scena Sogno di una notte di mezza estate e As you like it di W. Shakespeare
Con i suoi spettacoli ha partecipato a numerosi festival come Taormina
Arte, San Miniato, Negroamaro, Borgio Verezzi, Teatro dei Due Mari di
Tindari, La Versiliana ,Festival dei Due Mondi di Spoleto.
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Pino Strabioli- attore, autore, conduttore televisivo. E’ stato diretto da Patrick
Rossi Gastaldi, Paolo Poli, Ugo Gregoretti, Marco Parodi, Sergio Vecchio,Pupi
Avati, Citto Maselli, ha lavorato fra gli altri con Gabriella Ferri,
Franca Valeri, Piera Degli Esposti, Marina Confalone, Sandra Milo, Anna
Mazzamauro. Il debutto televisivo con Fabio Fazio in “T’amo
Tv” (TMC), fra altri programmi “Senza fissa dimora”, “Souvenir
d’Italie” (TMC), “Uno Mattina” (RAI UNO) “Aspettando cominciamo
bene”, “Cominciamo Bene Prima”, “Il Cartellone di Palco
e retropalco” (RAI TRE). Nelle ultime stagioni “That’s
Italia” con Filippa Lagerback (La 7d) “Apprescindere” ed
“Elisir” con Michele Mirabella (RAI TRE). Ha curato il volume
“Gabriella Ferri Sempre “ (IACOBELLI) , firma con Paolo Poli “Sempre
fiori mai un fioraio“ (RIZZOLI 2013). Da domenica 1 giugno condurrà
“Colpo di scena” (RAI TRE ore 20.20) un ciclo di trasmissione dedicate
al teatro e ai suoi protagonisti.
Alice Spisa debutta giovanissima a fianco di Maria Paiato ne Il Dilemma del Prigioniero, con la regia di Maurizio Panici, che la dirigerà in molti altri lavori.
Si trasferisce per quattro anni a Londra, dove studia con Giles Foreman
e Liana Nyquist. Tornata in Italia, entra alla Scuola del Teatro Stabile
di Torino da cui si diploma nel 2012. Diretta da Valter Malosti è Titania
nel Sogno di una notte di mezza estate e la protagonista de Lo Stupro di Lucrezia di Shakespeare. Nell’estate 2013 interpreta l'eroina de L'Ombra di Antigone per la regia di Roberto Guicciardini. Altri lavori includono Processo a Gesù, Cantata per la festa dei bambini morti di mafia,
Evil Sisters.
Firma per il teatro numerose traduzioni di testi dall'inglese.
Nel 2013 vince il Premio Ubu come Nuova Attrice Under 30.
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