domenica 28 dicembre 2014

L'APPARTAMENTO-SOLD OUT Recensione

Teatro Roma
6/25 Gennaio 2015


Pragma srl
presenta
L'appartamento - sold out
la coinvolgente commedia di Francesco Apolloni
con l'appassionata regia di Vanessa Gasbarri

con
in ordine alfabetico
Jonis Bascir (Osama)
Enzo Casertano (Gioacchino)
Antonio Conte (Armando)
Marine Galstyan (Kalindi)
Rishad Noorani (Ravì)
Alida Sacoor (Amina)
Gabriella Silvestri (Irene)

scene e costumi Katia Titolo
musiche Jonis Bascir
disegno luci Giuseppe Filipponio
video David Melani e Clorinda D’Alonzo
aiuto regia Olimpia Alvino, Aldo Spahiu
capo elettricista Fabrizio Mazzonetto
organizzazione Raffaella Gagliano
ufficio stampa Andrea Cova
relazioni esterne Vanessa Vitolo  
grafica Lollozolloart


"L'appartamento- sold out." è una divertente commedia, con  da una parte un sottostrato di scottante attualità e dall'altra un ritorno a ciò che c'è di più bello e basico al mondo. L'avvicendarsi delle tre coppie di etnia diversa all'interno di uno stesso appartamento, fa scaturire si, situazioni comiche mettendo in risalto le differenze di abitudini, nonché l'egoismo puro e la voglia di conquistare la parte migliore del territorio insito nell'essere umano, ma anche le analogie, le somiglianze. Queste analogie, fanno capire quanto poi le differenze (personificate nelle diverse religioni) che sembrano incolmabili siano in realtà assolutamente superabili, in quanto frutto semplicemente di una costruzione umana atta a produrre appunto barriere di separazione. Un intervento luminoso  può con la sua forza leggera ma tenace, portare la verità a galla, ovvero spogliarla delle differenze e andare dritto alla fonte che uguale per tutti. Del resto già Dante aveva scritto del principio divino "Che muove il sol e e le altre stelle" a prescindere da come lo si denomini.
Miriam Comito


Dopo il successo di pubblico e critica dell'apertura di stagione con "ReFusi" al Teatro Roma e "La Spallata" al Teatro Manzoni, dopo la calorosissima accoglienza riservata sempre al Teatro Roma a "Finchè vita non ci separi", il nuovo anno teatrale viene inaugurato da un atteso debutto, quello di "L'appartamento - sold out", originale ed attualissima commedia firmata daFrancesco Apolloni ed impreziosita dall'inconfondibile cifra registica di Vanessa Gasbarri.
Sinossi e note di regia

Che succede se un appartamento delle case popolari viene ceduto da un falso agente immobiliare contemporaneamente a tre coppie diverse: una italiana (la strategica Gabriella Silvestri ed il possente Antonio Conte), una araba (la enigmatica Alida Sacoor e l’intrigante Jonis Bascir) ed una indiana (la seducente Marine Galstyan e lo spassoso Rishad Noorani)?
E se queste coppie fossero costrette a vivere insieme?
E se fossero anche un po’ razziste?
Ma soprattutto, chi è Gioacchino Stasi (il sorprendente Enzo Casertano)?
Ecco, tutto questo è “L’appartamento”!
Quando si ride di noi tutti diversi tutti uguali.

Un testo che con intelligenza, ironia e rigorosa attenzione affronta tematiche di scottante attualità - quali la talora difficile integrazione tra diverse etnie e popoli nelle nostre metropoli, la basilare tolleranza ed il doveroso rispetto reciproco, nonchè la spinosa questione abitativa che troppo frequentemente contrappone italiani e stranieri in una dolorosa, acerrima lotta - ma sempre col sorriso sulle labbra, all'insegna della tradizione della commedia italiana di cui l'autore Francesco Apolloni e la regista Vanessa Gasbarri sono fervidi sostenitori.


Vanessa Gasbarri, regista. Laurea in Regia presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" di Roma. Firma la sua prima regia con un adattamento de "La locandiera" di Goldoni andato in scena al Teatro Tor di Nona di Roma. Dirige poi “La favola del figlio cambiato” con M. Bordoni e gli allievi dell'ANAD Silvio D’Amico, “Gardenia, sette giornate ed un tramonto” di Maricla Boggio, con Giorgia Trasselli, "L'Ennesima Giovanna" (di L. Melchionna, con Cristiana Vaccaro, per la rassegna Teatri Possibili 2005-2006), "Abelardo ed Eloisa. Duetto" (di M. Boggio, con M. Bordoni e M. Prayer) e "Love & Crash" (drammaturgia di Masolino D'Amico). Mentre parallelamente coltiva le attività di responsabile di produzione (per Viola Produzioni srl e Sala Umberto srl) e di direttore amministrativo per Teatro e Società srl, firma la regia di una serie di commedie accolte dal caloroso ed unanime consenso di pubblico e critica: "Finchè vita non ci separi" di G. Clementi, con Giorgia Trasselli, Antonio Conte e Cristiana Vaccaro; "Clandestini" di G. Clementi, con Marco Cavallaro, Andrea Perrozzi, Antonia Renzella ed Alessandro Salvatori; "Forma Mentis" di A. Aldini, G. Clementi e V. Gasbarri con Aldo Aldini; "La Spallata" di G. Clementi, con Antonio Conte, Giorgia Trasselli e Gabriella Silvestri; "Il tempo delle mele...cotte" di G. Clementi, con Giorgia Trasselli e Antonio Conte; "ReFusi" di R. Skerl, con Saverio Marconi, Fabio Avaro, Enzo Casertano e Maria Laurìa.

TEATRO ROMA
Via Umbertide 3 (p.zza S. Maria Ausiliatrice), 00181 Roma
Per informazioni: telefono 06 7850626 - fax 06 7853169 - mail info@ilteatroroma.it
Info e prenotazioni: lunedì dalle 10 alle 15, dal martedì al sabato dalle 10 alle 20, domenica e festivi dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 20
Parcheggio Custodito: via Umbertide 27 (apertura parcheggio ore 20.00)
Costo biglietti: intero € 21 (comprensivo di € 1,00 di prevendita), riduzioni per studenti, gruppi e Cral
Orario spettacoli: dal martedì al venerdì ore 21, sabato ore 17 ed ore 21, domenica ore 17.30, lunedì riposo

SETTE PIANI RUVIDEZZA Recensione

Sette piani di ruvidezza... e di risate
scritto e diretto da CLAUDIO GNOMUS
           Con Claudio Gnomus, Donatella Barbagallo e Mirella Martinelli

dal 27 dicembre 2014  all' 11 gennaio 2015
 Teatro dei Satiri di Roma


  Con "Sette piani di ruvidezza" va in scena l'avanspettacolo, una serie di sketch comici caricaturali, che portano sul palco varie tipologie umane colte nelle loro manie, ingenuità, piccole meschinerie.  Adattissimo quindi ad andare in scena durante le feste natalizie, quando le persone sono maggiormente portate ad andare al teatro per fari quattro genuine risate.
Miriam Comito






Dal 27 dicembre 2014 all' 11 gennaio 2015 Claudio Gnomus torna al Teatro dei Satiri con una nuova divertente commedia: Sette piani di ruvidezza .. e di risate, scritto e diretto dallo stesso Gnomus in scena con Donatella Barbagallo e Mirella Martinelli.
Un palazzone, un condominio di sette piani. Quante cose possono succedere al suo interno? Quante “ruvide” diversità vi si possono nascondere? Le discussioni, i litigi e le incomprensioni si trasformano in una fonte inesauribile di situazioni comiche ed esilaranti scenette di vita quotidiana.
Al pianterreno c’è un ufficio postale e la portineria, al primo piano un ristorante, al secondo piano una coppia in crisi, al terzo piano uno stimato studio medico e via via fino al settimo piano con una scuola di danza, altre famiglie ed altre “ruvidezze”. In cima al palazzo oltre alle antenne della Tv vivono, di passaggio, alcuni personaggi surreali perché quello è il piano da cui si parte per voli pindarici verso il cielo.
Uno spettacolo che diverte grazie ad una serie di situazioni in cui la poliedricità dei personaggi e la dinamicità delle storie porta a un sicuro effetto comico, per cui la risata è d'obbligo.










Sette piani di ruvidezza ... e di risate
Scritto e Diretto Da Claudio Gnomus
Con Claudio Gnomus, Donatella Barbagallo e Mirella Martinelli.
Teatro Dei Satiri Via Di Grottapinta 18
dal 27 Dicembre 2014 all'11 Gennaio 2015
Ore  21.00 - Domenica Ore 18.00 - 31 Dicembre Ore 21.30
Biglietti: Martedi, Mercoledi e Giovedi € 17,00 - Venerdi, Sabato E Domenica  € 20,00
Info e Prenotazioni 066871639



mercoledì 24 dicembre 2014

A NATALE DIVENTO GAY Recensione

Dal 23 dicembre 2014 all’11 gennaio 2015

GHIONE PRODUZIONI
presenta

A NATALE DIVENTO GAY




di e con 
PINO AMMENDOLA
con
Massimo Corvo
Annalisa Favetti
Emy Bergamo
Libero Sansavini

e con la partecipazione video di
Pino Strabioli

Teatro Ghione
Via Delle Fornaci, 37 - 00165 - Roma

"A natale divento gay" è una commedia molto divertente, che con leggerezza riesce a raccontare, senza pregiudizi, la complessità umana.  I personaggi sono tutti ben caratterizzati e antitetici tra loro, dal protagonista Peppino (Pino Ammendola) un professore di filosofia, alla sua fidanzata Luana (Emy Bergamo) una parrucchiera di Tor pagnotta, bella quanto mascolina e risoluta, all'amico e collega di Peppino insegnante di Ginnastica (Massimo Corvo) alla di lui compagna (Annalisa Favetti) una donna impacciata,ma coraggiosa, allo zio americano (Libero Sansavini). Questo spettacolo non è solo una commedia natalizia, perchè si è vero strappa risate, ma al contempo mettendo a nudo la non univocità dell'animo umano, ne mostra le mille sfaccettature, colorando i vari personaggi di sfumature non convenzionali fa riflettere su quanto le etichette che purtroppo ancora qualcuno si cura di applicare siano o almeno dovrebbero essere desuete.
Miriam Comito


Una esilarante commedia degli equivoci è quella che l’autore, attore e regista Pino Ammendola porterà quest’anno, come ogni tradizione delle festività natalizie, al teatro GhioneDal 23 dicembre al l’11 gennaio è in scena A Natale divento gay, una nuova produzione dell’eclettico artista tutta giocata su ritmi frizzanti, tempi comici perfetti e adrenalina positiva da capogiro, con un messaggio di fondo inteso a stravolgere e placare alcuni reconditi preconcetti sessisti.

La trama: Peppino è un impenitente donnaiolo di mezza età con una giovane fidanzata gelosa quanto 'burina'. Non è ricco ma confida in uno zio che ha fatto fortuna in America con una catena di pizzerie e che ha promesso di cedergli la sua lucrosa attività per ritirarsi. C' è un solo piccolo neo nel suo piano... Ha fatto credere allo zio di essere gay  esattamente come lui. Comunque  la sua vita scorrerebbe tranquilla se non fosse che a Natale lo zio arriva a Roma per conoscere il suo compagno e benedire la loro unione. Inutile dire che Peppino sarà costretto a convincere un amico di fingersi il suo compagno. Questo scatenerà una serie di esilaranti equivoci ed un finale assolutamente imprevedibile.

La performance, che a Capodanno offrirà una doppia replica pomeridiana e serale (brindisi incluso), dedicherà anche due speciali appuntamenti agli anziani (il 25 dicembre con un biglietto a prezzo speciale) e ai non vedenti e ipovedenti tramite una rappresentazione con audiodescrizione il 4 gennaio.

Infoline: 06 6372294 - 06 39670340 - 3341411539

Orari spettacoli:
tutti i giorni alle 21
Domenica, ore 17
Lunedi, riposo
Giovedi 25 Dic, ore 18.30
Venerdi 26 Dic, ore 18.30
Mercoledi 31 Dic: ore 20 + 23
Martedi 6 Gen, ore 18.30

Prezzi dei biglietti:
INTERO Platea (25 + 3) 28 €
INTERO Galleria (20 + 3) 23 €
OVER 65 Platea (20 + 2) 22 €
OVER 65 Galleria (16 + 2) 18 €
CRAL, Gruppi e Studenti (16+2) 18 €
Bambini Posto Unico (sotto ai 14 anni) (10+2) 12 €
Capodanno: 45€ (ore 20), 66 € (ore 23)
Promozioni riservate ai CRAL e ai Gruppi
scrivere a moreno.sangermano@teatroghione.it

Pino Ammendola
Nasce a Napoli, il 2 dicembre del 1951, da una famiglia napoletana con lontanissime ascendenze spagnole e siciliane e, come molti napoletani doc, coniuga puntualità svizzera e stakanovismo teutonico ad una filosofia di vita molto permissiva e accomodante. Comincia ad avvicinarsi al mondo dello spettacolo nel ‘63, partecipando ad alcuni sceneggiati televisivi e svolgendo un’intensa attività teatrale con un piccolo gruppo studentesco, fino ad avere la fortuna di una comparsata in un film di grande successo come “Operazione San Gennaro” di Dino Risi. Passa alcuni anni alla ricerca della sua vera strada, dividendosi tra teatro, sport estremi (paracadutismo e motociclismo su pista) e studi che l'educazione borghese ed una certa passione per il libro mi impedivano di trascurare. Dopo la bufera politica dei primi anni Settanta che lo coinvolge in prima linea, nel ’73, grazie all’attore e regista Arnaldo Ninchi, parte per la prima tournée teatrale, con “Le mani sporche” di J.P. Sartre. Nel ‘75 poi si laurea in Giurisprudenza, con una tesi di ricerca sulla poesia licenziosa dei giuristi napoletani del ‘700. Nel ‘76 l’incontro con Achille Millo, che considera il suo vero maestro, lo spinge a dedicarmi anima e corpo, al mestiere dell’attore e da qui parte una serie di esperienze uniche: oltre che con il grande Millo, in quegli anni ha infatti il privilegio di lavorare con la Compagnia dei Giovani, con Tino Buazzelli, con Salvo Randone e di essere diretto da Mario Landi, da Alessandro Fersen, da Edmo Fenoglio, da Attilio Corsini e tanti altri. Nel 1984, mentre si trova a  Los Angeles per lavoro prende parte ad uno stage per attori stranieri, presso la “Lee Strasberg School”. Nel ’93 poi, dopo il successo riscosso interpretando “Uomini sull’orlo di una crisi di nervi” di Alessandro Capone, comincia a recitare delle commedie che lui stesso scrive e dirige, ottenendo subito un buon riscontro dalla critica ed un favore del pubblico che ancora lo accompagna. Alla attività teatrale, che ha spaziato da registi impegnati come Gabriele Lavia a quelli più attenti alla comicità, come Ninni Pingitore, ha sempre alternato quella cinematografica e televisiva, partecipando a numerosi film, sceneggiati e short pubblicitari, con maestri come Steno, Dino Risi, Enzo Trapani, Sandro Bolchi, Anton Giulio Maiano, Lina Wertmuller, Tinto Brass, Marcello Aliprandi, Francesco Maiello, Pino Passalacqua, Luciano Emmer, Alberto Sironi, Seth Pelle, Franco Giraldi e con giovani di straordinario talento come Alessandro D’Alatri, Cinzia Th Torrini, Maurizio Zaccaro, Franco Amurri, Oliver Parker e Giuseppe Tornatore. Senza trascurare il doppiaggio, che ha cominciato con un piccolo ruolo nel “Decamerone” sotto la direzione dello stesso Pasolini.
Pino Ammendola ha lavorato per Fellini, Monicelli, Loy, Scola, E. M. Salerno, Damiano Damiani, Franco Rossi, Gianni Amelio, i Taviani e persino Stanley Kubrick. Ha prestato la voce a molti attori stranieri tra cui Jerry Lewis, Judd Hirsch, Henry Gibson, David Corradine, Brad Davis, Prince, Murray Abraham, Antonio Banderas, Dana Carvey, Jack Villeriè, Roman Polansky e a famosi personaggi dei cartoon come Gatto Silvestro, Spigot, Rikety Roket, Sakura, o della pubblicità come Ettore, il cane parlante di una nota compagnia telefonica. Per il cinema dirige il film “Stregati dalla Luna” tratto dalla sua omonima commedia ed in qualità di autore firma molti successi comici: da “Nemici di casa” a “Carabinieri si nasce”, da “Coppie in multiproprietà” ad “Orgasmo e pregiudizio” ed alcuni spettacoli musicali particolarmente apprezzati dalla critica, come “Osceno Novecento”, “40 anni e sono ancora Mia”, “Mercedes Sosa, la Negra” ed “Avec le temps, Dalida” sulla vita della straordinaria artista italo francese, uscito in DVD e distribuito in tutto il mondo dalla C.N.I.
Da molti anni legato all’attrice e cantante Maria Letizia Gorga, per la quale ha scritto e diretto intensi  e fortunati spettacoli di teatro-musica - tra i quali “Osceno Novecento”, “Avec le temps Dalida”, “40 anni e sono ancora mia”, “Todo Cambia. Viaggio intimo con Mercedes Sosa” - e padre di Claudio, giovane attore di successo (“Denti” di G. Salvatores e “L’amore è eterno finché dura” di C. Verdone), Ammendola è appassionato di viaggi, specialmente in barca a vela: tra le ultime spedizioni compiute insieme al documentarista Alessandro Cavalletti, ha avuto la fortuna di partecipare a quella dell’Arawa, un catamarano di ottantaquattro piedi,  realizzando un programma di reportage sulle piccole isole non toccate dal turismo, dal titolo “Le isole dei non famosi”.
Tra i tanti interessi di Ammendola, primo fra tutti la cucina, in cui crede di esprimere il meglio del suo temperamento artistico, ci sono la pesca subacquea e le immersioni in generale, la moto e gli scacchi.
A breve farà ritorno sul piccolo schermo con le nuove avventure della serie “Provaci ancora Prof.”.
http://it.wikipedia.org/wiki/Pino_Ammendola 
http://www.pinoammendola.it/ 

sabato 20 dicembre 2014

EVA UMPLUGGED Recensione

Teatro Argot Studio
16 - 21 dicembre 2014
15 DICEMBRE 2014 FROSINONE | AUDITORIUM PAOLO COLAPIETRO
Federica Fracassi
Eva _ Unplugged
versione speciale per Dominio Pubblico

da "Innamorate dello spavento" di Massimo Sgorbani
con Federica Fracassi
regia di Renzo Martinelli
dramaturg Francesca Garolla
audio e video Fabio Cinicola
luci Mattia De Pace
una produzione Teatro i con il patrocinio di Next/Laboratorio delle idee

 Decisamente convincente"Eva unplugged", nella sua formula di versione ridotta e intima di "Eva (1912-1945)",  tanto che mi piacerebbe vedere lo spettacolo completo e addirittura spero di avere presto la possibilità di assistere all'intera triologia di Massimo Sgorbani "Innamorate dello spavento". Lo studio, l'approfondimento di alcune figure che hanno fatto da corolla a personaggi che nel bene, in questo caso nel male hanno lasciato il segno nella storia, lo trovo affascinante, stimolante in particolare, nel caso specifico l'analisi di una persona che ha vissuto così pienamente una passione, un amore per un uomo che non lo meritava. Federica Fracassi con grande bravura dipinge quella giovane donna che era Eva Braun nella sua ingenua, sfolgorante, abbagliata cecità che la porta a vivere una vita all'ombra di un sole nero ma accecante, molto simile a quella di Molly la cagnolina di Hitler. I cani si sà amano il proprio padrone, senza limite, senza porsi nessuna domanda, a prescindere da qualsiasi cosa. L'ostinazione di Eva viene paragonata a quella di Rossella O' Hara, anch'essa simbolo di un mondo che stava per finire, ma differentemente da Rossella, Eva non sopravviverà al tramonto del suo sole.
Miriam Comito

Per la stagione congiunta Dominio Pubblico torna al Teatro Argot Studio di Roma, dal 16 al 21 dicembre, l’attrice Federica Fracassi per presentare al pubblico romano “Eva _ Unplugged”, una versione ridotta e molto intima di “Eva (1912-1945)”, secondo capitolo della trilogia di Massimo Sgorbani, “Innamorate dello spavento”. Lo spettacolo è realizzato con la regia di Renzo Martinelli e ha debuttato nella sua forma completa allo Spazio Teatro Idra di Brescia nel gennaio 2013.

La fine della guerra, la fine di Hitler. Si è consumata un’enorme tragedia e, nello stesso tempo, la tragedia stessa non riesce a compiersi. Eva, sola in scena, aspetta questa fine, un personaggio tragico a cui è preclusa la dimensione del tragico. Eva è una donna che sta per morire ed è una donna innamorata. Innamorata di Hitler, fedele al suo amore fino all’ultimo istante.
In questa tragedia mancata e grottesca Eva è un’eroina per cui non si può non provare tenerezza, nonostante tutto, proprio come se l’oggetto del suo amore potesse essere dimenticato. Eva confonde la sua storia con quella di Rossella O’Hara: c’è desiderio, ammirazione, battaglie da vincere e da perdere, fedeltà, fino alla fine. Eppure,da questo infinito amore, al di là del bene e del male, affiora la paura. Paura dell’abbandono, paura dello strapotere dell’amato, paura della propria fragilità di amanti, paura che l’amore finisca, paura che l’amore si realizzi, paura dell’amore stesso e di quello che l’amore può chiedere.


BIO: Teatro i,compagnia di produzione fondata da Renzo Martinelli, regista, e Federica Fracassi, attrice Premio della Critica per l’anno 2011, premio Duse e premio Ubu, dal 2005 si avvale della collaborazione di Francesca Garolla, dramaturg. La collaborazione tra Teatro i e Massimo Sgorbani nasce per il progetto "Innamorate dello spavento" (i cui testi sono pubblicati dalla casa editrice Titivillus), co-prodotto dal Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa.




Teatro Argot Studio
Via Natale del Grande, 27 (Trastevere)
tel: 06-5898111 | orari: dal martedì al sabato ore 21.00, la domenica 17.30
biglietti: 10 euro (intero) 8 euro (ridotto) + tessera associativa annuale (3 euro)
programma completo su: www.dominiopubblicoteatro.it

venerdì 19 dicembre 2014

134 GRAMMI DI SODA CAUSTICA Recensione





Teatro dell’Orologio


dal 16 al 21 dicembre
SALA GASSMAN

134 grammi di soda caustica

di Francesca De Berardis

con Francesca Romana De Berardis
regia Giuseppe Roselli
disegno luci Claudio Amadei | costumi Tania Benvenuti
aiuto regia Gioia Salvatori
assistente alla regia Bruno Pietro Monico | progetto grafico Gigi Fagni


uno studio su Leonarda Cianciulli, la Saponificatrice di Correggio.


I 45 minuti di "134 grammi di soda caustica" mi  sono piaciuti molto e mi hanno più che convinta che questo studio teatrale abbia il diritto e il dovere di ingrandirsi e completarsi. La storia di Leonarda Cianciulli, che già conoscevo, è già di per se, stimolante e affascinante, ma ciò che mi ha più colpita è il modo con cui è stata portata in scena. Francesca De Berardis riesce pienamente a rendere lo sdoppiamento di personalità della donna che è passata alla storia come la saponificatrice di Correggio. All'inizio della narrazione sembra estranea ai fatti, come se non li avesse commessi lei ma qualcun''altro, che lei si conosce , ma non le appartiene, di lei ci appare un ritratto di una donna, non felice certo,  il difficile rapporto con la madre, che le aveva predetto che dal suo ventre sarebbero nati figli morti, i problemi con il marito, il figlio perdigiorno, ma quasi dolcemente rassegnata nella sua apparente docilità. Piano piano l'attrice fa emergere la vera personalità di Leonarda, fino alla deflagrazione finale: il suo essere ancestralmente legata a delle credenze senza fondamento, che la porteranno al triplice omicidio e poi a scontare la sua pena in un manicomio criminale.
Miriam Comito

Una stanza. Una sedia. Una donna è seduta, rivolta verso un muro. Le luci si spengono e ci troviamo al buio. Il buio della memoria, una memoria che si apre, che si sfoglia, come le pagine ingiallite di un vecchio libro di ricette. Una donna e i suoi ricordi, che si affastellano come immagini sbiadite e sovrapposte, una donna che tra un caffè e i racconti dei letti da rifare, i piatti da lavare, i figli da educare, cerca di guidarci per mano attraverso dei fatti che hanno segnato un'epoca, una nazione e molto più banalmente, e drammaticamente se vogliamo, una vita, senza che ce ne rendessimo conto. 

134 grammi di soda caustica” è uno studio teatrale che parte dal testo.
L’autrice infatti ha consegnato nelle mani del regista un testo frutto di una lunga ricerca sul personaggio realmente esistito di Leonarda Cianciulli.
Il testo voleva essere una filologica ricostruzione (basata anche sugli atti del processo all’assassina di Correggio) delle vicende reali con la licenza poetica di aggiungere particolari documentati della vita della Cianciulli, naturalmente visti dall’occhio della scrittrice. Tutto in forma di monologo-soliloquio.
Fin qui tutto molto semplice.
La scrittrice però in questo caso coincideva con l’attrice.
Il lavoro di costruzione dello spettacolo quindi ha da subito preso una piega diversa da quella canonica, ed infatti è qui presentato in forma di studio.
Lavorando sul testo e agendolo ci siamo subito resi conto che si doveva operare trasformandolo in una drammaturgia viva sul corpo dell’attrice e la vera sfida è stata quella di riscrivere insieme, questa volta in maniera improvvisata e viva, un testo affine a ciò che accadeva in prova.
Nulla è stato distrutto dell’idea iniziale e testuale.
Ma tutto si è trasformato nella presentazione di un personaggio e di un mondo che ha ancora aspetti da indagare proprio perché molte parti del testo originale sono rimaste solo scrittura che aspetta un tempo migliore e più lungo per essere viva. Ciò che interessava il regista, l’autrice-attrice e l’acting coach era un lavoro sul personaggio e sulle sue “direzioni”. Vogliamo presentarvi quindi i 45 minuti nucleari di “134 grammi di soda caustica” convinti che il nostro lavoro ha bisogno del pubblico.
Lo studio infatti è disseminato di espedienti che coinvolgono gli ascoltatori, ha una struttura semplice e conclusa e trova nel gioco teatrale la sospensione del giudizio sul personaggio che già era presente nel testo.
Giuseppe Roselli
Francesca Romana De Berardis
Gioia Salvatori

giovedì 18 dicembre 2014

Billie la frivola Recensione

TEATRO DUE ROMA
teatro stabile d’essai

16 | 21 DICEMBRE


Billie la frivola

Regia di Rosi Giordano

Con Manuela Boccanera, Germana Flamini, Michela Lombardi  

e con Riccardo Fassi al pianoforte  



...ora voglio avere le porte aperte
Per far uscire il mio dolore
Per poter parlare a chi passa
e raccontargli
la mia storia...


"Billie la frivola" si pone nel mezzo tra uno spettacolo di prosa e un concerto, e non poteva essere altrimenti, dato l'argomento trattato: la vita della cantante Billie Holiday.  Sul palco si fronteggiano tre Billie, la cantante affermata, la Bille matura e quella più giovane  e sognatrice. Questa scelta a livello registico è ben palpabile, nel far parlare a turno le due attrici, con all'inizio dello spettacolo un'amabile eco della voce di una susseguentemente all'altra, che poi si dipana in gesti ed espressioni mute nel proseguio. La storia è straziante, essendo la vita della Holiday costellata di grandi successi, ma anche di tremende disgrazie, sia familiari, come la morte della nonna, morta mentre abbracciava lei bambina, al dover combattere i pregiudizi razziali, agli amori falliti, al dover mettere una crema scura sul viso, perchè Billie non era né abbastanza bianca per avere un buon trattamento nei locali, né abbastanza nera da non  sembrare stonata, chiaramente solo coloristicamente, nell'ambito di una band nera.
Miriam Comito




A chiudere il lancio della stagione 2014-2015 del Teatro Due Roma, dal 16 al 21 dicembre, ci sarà Billie la frivola, uno speciale omaggio a un’artista. A una donna. Alla storia del jazz.
Lo spettacolo, prodotto dall’ Ass. Macroritmi e Stilnovo, con la regia di Rosi Giordano, tratteggia la figura indelebile della musica blues e jazz, la selvaggia fanciulla del quartiere nero di Baltimora, spirito libero e ingenuo, dolce e geniale. Billie Holiday.
Un pianista, due attrici e una cantante, attraverso la loro singolarità, intrecciano uno scambio espressivo tra dramma e ironia, gioco e intensità per ricordare la sua unicità senza emulazioni.
Dal vivo musica, canto e parola si intrecciano creando una texture espressiva variegata attraverso i ritmi, le sonorità e le canzoni del repertorio della Holiday, mentre i momenti di vita, tratteggiati in maniera ideale e reale al contempo, parlano di lei, della sua esistenza disperata fatta di abusi, solitudine, violenza, droghe, discriminazione. Emergono il rapporto con la madre e il padre, con gli amici, con il pubblico e la via d’uscita del canto.
Un percorso artistico e umano, oscillando tra l'ironia e il dramma, il gioco e l'intensità. Emerge di lei, Lady Day, la capacità unica di affrontare ogni cosa sdrammatizzando, con “magica frivolezza”.
Lo spazio, sintetico ed essenziale, sfonda le barriere spazio-temporali, grazie all’uso di videoproiezioni di immagini e filmati d’epoca, che ci immergono nell’America, dagli anni ’30 alle soglie degli anni ’60,  in quella stessa nazione che l’ha accolta e rifiutata, denigrata ed esaltata come simbolo del riscatto della donna e del popolo nero nonostante le umiliazioni e limitazioni che subì nel suo percorso professionale.




Teatro Due Roma stabile d’essai
Dal 16 al 21 dicembre 2014

Billie la frivola
Regia di Rosi Giordano
Con Manuela Boccanera, Germana Flamini, Michela Lombardi  
Pianista Riccardo Fassi  
Musiche Billie Holiday e Riccardo Fassi
Filmati d'epoca ed editing video a cura di Massimiliano Michetti
Fonica e Illuminotecnica  Fabrizio Murgante
Produzione  Vincenzo La Gioia

Teatro Due Roma stabile d’essai
Vicolo dei due Macelli, 37
Per info e prenotazioni tel. 06/6788.2590

Biglietto: intero 12 euro; ridotto: 10 euro
Martedì- sabato ore 21
Domenica ore 18

mercoledì 17 dicembre 2014

L'ALTRA MADRE Recensione

 
Dal 16 al 21 dicembre 2014
L'ALTRA MADRE
Voci per la scena
Madri assassine tra cronaca e mito
 
Scritto e diretto da Giuseppe Argirò 
con Mascia Musy e Maria Letizia Gorga
Teatro Lo Spazio
Via Locri 42/44 – Roma
Telefono: +39 06 77076486

dal martedì al sabato ore 20.45 - domenica ore 17.00

Ingresso: €12 (intero) - €9 (ridotto)
+€3 (tessera semestrale associativa del teatro)

"L'altra madre" è uno spettacolo che al contempo, se da una parte è inseribile nel contesto della più tragica attualità, dall'altra apre uno squarcio di luce, su quelle che possono essere le motivazioni di quel delitto che ai giorni nostri l'opinione pubblica, la società civile ritiene inspiegabile. La penna di Argirò passa agevolmente tra la narrazione dei due archetipi di madre assassina: Medea e Agave, ad un confronto con le vicende attuali di donne che hanno ucciso i propri figli. L'attenzione è piena catturata, dal volere ascoltare la frase successiva delle storie di cronaca, narrate da le due interpreti Mascia Musy e Maria Letizia Gorga, come se si sentisse una sete, che solo se non la comprensione, almeno la conoscenza delle motivazioni sottese alla decisione di uccidere i propri figli, potessero placare. La nostra è una società che per certi versi sembra nata ieri, oppure abbia bevuto qualche potente filtro magico che l'ha portata alla dimenticanza. La libertà se fosse davvero un valore per tutti, potrebbe risolvere, addirittura non creare il dramma. Non tutte le donne sono fatte per essere mogli e madri, quella di esserlo dovrebbe essere una scelta libera e consapevole, e non un ripiego, o un volere altrui. E se succede per amore vero, tenere cura di questo amore. La donna è un individuo, come lo è l'uomo, e può avere se schiacciata, da un'amore spezzato o mai realmente nato, e solo subito, un tragico rigurgito di pura affermazione personale. "L'altra madre" è uno spettacolo che non può lasciare indifferenti, a prescindere dal momento di culmine in cui Medea narra come uccide la seconda moglie di Giasone che mi ha fatto percorrere la schiena da gelidi brividi, nonostante indossassi un maglione di lana, tanto era la potenza espressa dalle due interpreti, ma anche per la messa a fuoco di quanto la società odierna abbia obliterato l'individuo uomo o donna che sia, e si stupisca quando qualche ingranaggio salta.
Miriam Comito





La drammaturgia mette insieme due personaggi eccellenti della tragedia greca come Medea e Agave, protagonista de Le Baccanti e alcuni ritratti di madri assassine che affollano continuamente la cronaca dei nostri giorni. Il rapporto tra il mito e l’infanticidio è ineludibile; ciò che appare più misterioso è la sospensione di giudizio in una civiltà di colpa come quella greca e lo scandalo civile in una società come la nostra, incapace di intuire i disagi profondi da cui nascono comportamenti incontrollabili. In questa zona franca si situa la scrittura scenica che ha l’arduo compito di approfondire i territori inesplorati dell’animo umano. Il racconto interiore di questi sentimenti ancestrali diventa una confessione teatrale affidata all’interpretazione delle attrici che intrecciano la cronaca contemporanea e un passato secolare. Sulla scena, quella del Teatro Lo Spazio dal 16 al 21 dicembre p.v. in compagnia di Mascia Musy e Maria Letizia Gorga dirette dall’autore e registaGiuseppe Argirò - riaffiorano i personaggi femminili della mitologia che compiono atti feroci e straordinari al di fuori della logica quotidiana.L’altra madre (questo il titolo della pièce qui al suo debutto in anteprima nazionale) è la madre che non può uccidere, la madre che non può sopprimere il proprio figlio e che diventa al contrario la madre che deve farlo per affermare il proprio ruolo, rifiutando la funzione a cui la società la designa, attaccando quindi la struttura fondamentale del consorzio civile: la famiglia.
Cercare ragioni a quanto accade oggi nella cronaca degli omicidi familiari non è possibile se non ascoltando la voce che viene dal passato, dal mito che racconta la memoria infinita dell’essere umano, creando figure femminili così potenti da diventare archetipi fondamentali della nostra civiltà, radicandosi nel nostro inconscio collettivo. Il testo si snoda attraverso continue analogie, anticipazioni, flashback, come una sequenza narrativa che prevede un montaggio alternato delle vicende di ogni singolo personaggio. La tessitura oscilla continuamente tra la metafora del linguaggio teatrale e il linguaggio cinematografico, avvalendosi delle cadenze e dei ritmi di una drammaturgia composita ed eterogenea. La partitura mette in scena due attrici che alternano le voci della tragedia e diverse storie strappate alla quotidianità. Queste storie cercano di affrontare e rivelare il disagio profondo che spinge all’infanticidio. La difficoltà psichica e il malessere sociale che portano alla negazione della vita sono il tratto eminente di queste confessioni.
Una forma di comunicazione necessaria per dare vita a un tribunale intimo, senza espiazione o verdetto, una rappresentazione sincera e spietata di una coscienza senza rimozione, ugualmente colpevole e innocente, a cui solo il teatro può dare voce.
  

lunedì 15 dicembre 2014

GIANLUCA GUIDI AL TEATRO DUSE DI GENOVA

17 dicembre Genova Teatro Duse
Repliche fino al 21 dicembre

Medina Produzioni
presenta

GIANLUCA GUIDI in

OSCAR
di MASOLINO D’AMICO


regia MASSIMO POPOLIZIO

musiche GERMANO MAZZOCCHETTI


“ Amore (con la A maiuscola) un’ entità astratta che ha caratterizzato tutta la vita di Oscar. Amore per la Vita! In tutte le sue più nascoste e diverse sfaccettature. Amore per il “bello” nella sua concezione più astratta. Amore per la raffinatezza del pensiero progressista, della parola scritta, della finzione come veicolo di beltà, dei sentimenti; dell’Estetica “.

Questo testo, a cura di Masolino D’Amico, non è semplicemente un monologo su Oscar Wilde. Masolino ha formato un patchwork drammaturgico di grande effetto creando un
grande Puzzle , destrutturando la materia dandole una forma moderna di esposizione pur mantenendo inalterato il linguaggio del grande autore irlandese.

Nella fantasia di un vero uomo di teatro come Massimo Popolizio, tutto questo è diventato un vero One Man Show degno della miglior tradizione anglosassone; estremamente moderno e di grande fruibilità sotto il profilo recitativo. Lo spirito e lo humour di Oscar Wilde consegnati agli spettatori quasi come fosse un moderno stand up comedian…senza rinnegarne l’eleganza e il genio.

Una scenografia apparentemente raffigurante una scatola vuota, composta da una pedana in legno massello di altezza 30cm, larga 9 metri e profonda 5, due fianchi di cinque metri di lunghezza per tre e cinquanta di altezza, un fondale di 3 metri e cinquanta di altezza per 5 di lunghezza formano questo involucro trapezoidale. La pedana è formata da monoblocchi in legno. A sorpresa, dei motori pneumatici alzano parte del pavimento facendolo diventare la scrivania di Wilde, il letto di Wilde in prigione, la tavola del ristorante del Savoy di Londra… I fianchi che perimetrano la pedana diventano la scenografia in continuo cambiamento grazie a veri e propri affreschi di segnati da Marco Schiavoni e proiettati sugli schermi da tre macchine d i ultimissima generazione, creando ogni volta una diversa location: il carcere, il Savoy di Londra, il tribunale ove si tiene il processo, il grande giardino dove prenderà vita la favola del Gigante Egoista, il palcoscenico del St. James’s Theatre di Londra dove ha luogo la prima rappresentazione de “L’Importanza di Chiamarsi Ernesto”, il salotto di Lord Goring mentre lo stesso disquisisce con i l suo maggiordomo sulla necessità e l’importanza delle asole in un vestito da uomo…libri, oggetti, vestiario, fiori, profumi, tutto ciò che prende vita dal pensiero e dalle parole di Wilde.

Oscar Wilde dialoga con le note suonate da un’orchestra d’archi composte da Germano Mazzocchetti, compone un brano al pianoforte, come uno scioglilingua in musica che riguarda il suo guardaroba…

Interprete di questa funambolica divertente e profonda prova d’attore è Gianluca Guidi.
Un cambio di rotta per lui dopo 24 onorati anni di palcoscenico divisi tra la Commedia Musicale, la Commedia Brillante, le regie e i suoi concerti nei Festival Jazz e nei Club italiani ed esteri. La voglia di rimettersi in gioco, mettendo a dura prova le sue capacità attoriali . Una scelta che si annuncia felice soprattutto grazie alla protezione offertagli dal suo amato Oscar Wilde per cui Guidi ha sempre nutrito un’adorazione smisurata. Chiedendo a Massimo Popolizio di accompagnarlo in questa avventura, Gianluca ha denunciato la sua necessità di esplorare sotto la guida di un maestro/collega un nuovo sentiero teatrale, cercando nuova linfa per il suo futuro.
Buona Vita a “OSCAR!” allora…

https://www.youtube.com/watch?v=W5ntkuxM2TY     video trailer spettacolo

venerdì 12 dicembre 2014

GROPPI D'AMORE NELLA SCURAGLIA Recensione

Carichi Sospesi

presenta

GROPPI D'AMORE NELLA SCURAGLIA

11/14 DICEMBRE 2014

Teatro Kopó
via Vestricio Spurinna 47/49- Roma




 "Groppi d'amore nella scuraglia" ci porta in un mondo immaginifico, ma  con un sottostrato di realtà pura. Attraverso una lingua inventata, con souvenir dei dialetti del centro-sud del nostro paese. Il testo di Scarpa ci fa conoscere personaggi surreali come Scatorchio, Sirocchia, l'asinella dall'occhio a mezz'asta, ed altri che si muovono come in una danza, su un terreno una volta rigoglioso, e ormai ridotto a ricettacolo della mondezza di tutta la zona circostante. Un riflesso della vita reale si coglie in quest'opera, che sembra sospesa e senza tempo, come il suo protagonista Scatorchio i cui vestiti ricordano un patch- work, un collage, a significare da una parte la componente naif di tutta la vicenda e dall'altra la varietà dell'animo umano, e la possibilità di cambiamento e redenzione, non a caso, oltre al nonno, il vero e primo confidente del protagonista è Gesù Cristo, guarda caso in netta contrapposizione all'istituzione ecclesiastica, memorabile il passo in cui Scatorchio riporta le parole del parroco: Gesù va preso a piccole dosi.  Come se la chiesa dovesse decidere, quanto e come il singolo si possa avvicinare a Gesù.
Miriam Comito









Dopo aver vinto il Premio come Miglior Attore al Roma Fringe Festival, Silvio Barbiero torna a Roma con Groppi d'amore nella scuraglia di Tiziano Scarpa al Teatro Kopó dall'11 al 14 dicembre.

Il testo di Scarpa è un racconto in versi che, attraverso una lingua inventata che richiama i dialetti del centro-sud, descrive un percorso di rinascita e, in qualche modo, di redenzione. Il linguaggio poetico di Scarpa deforma il nostro immaginario e i corpi dei protagonisti divengono archetipi grotteschi di un mondo in sfacelo; immagini che richiamano l'immaginario di Bosch raccontando la storia di Scatorchio e del suo amore per Sirocchia in un paese sommerso dai rifiuti.

Pochi elementi in scena per rappresentare una storia ricca di elementi narrativi che non manca mai di sorprendere per l'originalità delle soluzioni messe in atto. Lo spettatore si trova così immerso in un mondo composto da suoni antichi ma pur sempre riconoscibili, da immagini, musiche che richiamano un mondo naif tracciato con pennellate severe e marcate.






Groppi d'amore nella scuraglia
di Tiziano Scarpa
con Silvio Barbiero
scene di Paolo Bandiera
costumi di Anna Cavaliere
foto di scena di Fabrizio Caperchi
musiche di Sergio Marchesini e Debora Petrina
regia di Marco Caldiron
ufficio stampa Rocchina Ceglia

TEATRO KOPÓ
via Vestricio Spurinna 47/49
dal 11 al 14 dicembre
ore 21.00
aperitivo a partire dalle 20.00
Biglietti Intero 10.00 (aperitivo e spettacolo) 
0645650052 o botteghino@teatrokopo.it o
whatsappaci al 3738720558