mercoledì 12 febbraio 2014

UMBERTO ORSINI in IL GIUOCO DELLE PARTI

TEATRO ELISEO
11 FEBBRAIO | 9 MARZO 2014
Umberto Orsini
in
IL GIUOCO DELLE PARTI
da Luigi Pirandello
adattamento Roberto Valerio- Umberto Orsini - Maurizio Balò

con
Alvia Reale    Michele Di Mauro
e con
Flavio Bonacci    Carlo De Ruggieri    Woody Neri

regia Roberto Valerio

scene Maurizio Balò

costumi Gianluca Sbicca

produzione Compagnia Orsini
in collaborazione con Fondazione Teatro della Pergola


Sarà in scena al Teatro Eliseo dall’11 Febbraio al 9 marzo 2013, Umberto Orsini in Il giuoco delle parti da Luigi Pirandello, con Alvia Reale, Michele Di Mauro e con Flavio Bonacci, Carlo De Ruggieri, Woody Neri. Regia di Roberto Valerio.

L'adattamento de Il giuoco delle parti" di Pirandello proposto da Umberto Orsini, insieme a Roberto Valerio e Maurizio Balò, va ad analizzare la figura del protagonista. Leone Gala, per esaminare se il suo cinismo, il suo essersi tirato fuori dal mondo, per non soffrire, ma neanche gioire sia veramente realistico, oppure sia solamente un velo trasparente, di distacco dalla realtà contingente, ma che in verità questo velo sia a trama larga, in cui passa il soffio vitale, e tutto ciò che comporta. A questo scopo è stato immaginato, un sogno, o incubo che vede il protagonista, ormai in là con gli anni ripercorrere le tappe salienti della vicenda, ben orchestrate da una scenografia mobile che permette non solo delle entrate e uscite dinamiche dei personaggi, ma anche lo scorgere da parte del pubblico di pannelli mostranti, ora la foto di una giovane coppia di sposi, ora un orologio con le lancette fisse sulle sette di mattina, a segnare i punti salienti della vicenda. La ragione svuotata del sentimento, è garante di una vita tranquilla, serena, oppure, e foriera di una vita svuotata della sua essenza come il guscio vuoto di un uovo? Questa è la domanda. Il ribaltamento del finale convenzionale, in cui Gala rompe un uovo à la cocque, dà la  risposta: la vita va la pena di essere vissuta, anche se fa paura. Leone Gala che si vantava di aver capito il giuoco delle parti, si rittova a rivivere seppur con l'immaginazione il passato, e a concludere che la miglior cosa è l'equilibrio ovvero avere "La debolezza di un uomo e la tranquillità di un Dio"
Miriam Comito

Appunti di un capocomico...
Decidendo di rifare "Il giuoco delle parti" a distanza di una quindicina d'anni da una messa in scena di Gabriele Lavia per il Teatro Eliseo, che all’epoca dirigevo con lui insieme a Rossella Falk, mi scopro nella stessa posizione di quando riprendo un libro in mano e sento che molti pericoli sono in agguato primo fra tutti quello di non trovare le stesse emozioni di quella prima volta. Così, col mio regista Roberto Valerio che proprio con me aveva debuttato come attore in quel "Giuoco delle parti" di tanti anni fa ci siamo posti una domanda, fra le tante possibili: ma questo protagonista della storia, questo Leone Gala, che dice di aver capito il gioco, questo famigerato "gioco della vita" lo aveva poi veramente capito? La didascalia originale di Pirandello che accompagna il finale della commedia ci descrive un Leone quasi serafico che, dopo aver mandato il suo rivale al macello, si appresta a gustare il suo uovo alla coque quotidiano. Questa è l'immagine che chiude tutte le edizioni che ho visto di questa pièce. Ed è certamente l'immagine di un cinismo sublime ed insieme inquietante. Proprio questo sinistro aspetto della personalità di Leone Gala ha fatto nascere in noi questa domanda: ma davvero finisce tutto li? Quest’uomo che in nome della ragione ha rifiutato il contatto con i suoi simili, quest'uomo che si è vuotato delle proprie emozioni e si è dedicato ad una vita di reclusione dividendosi tra i libri e la cucina, metafora del vuoto e del pieno e che parla quasi continuamente di istinto e di ragione..... in fondo non è un uomo che ... s-ragiona? E se così fosse, ci siamo chiesti, quale potrebbe essere la sorte riservata ad un uomo così sragionante una volta che il sipario si sia chiuso davanti a lui? Abbiamo così cominciato a ipotizzare possibili scenari di una post-vicenda, e abbiamo immaginato un Leone Gala che viva oltre il limite che la commedia gli ha assegnato, un Leone più invecchiato e ossessivamente alla ricerca del suo passato, e che lo rivive come farebbe uno scrittore che voglia mettere ordine alle sue bozze o cambi la sequenza delle scene, o addirittura le sopprima. Apparentemente Leone Gala è una gran brava persona ma è certamente un folle, un assassino col sorriso sulle labbra e la morte nel cuore. Nel nostro spettacolo lo ritroviamo in un luogo che non può essere una prigione perché la sua colpa, nonostante la tragica conclusione, è stata solo virtuale. Il luogo dove collochiamo il nostro protagonista è certamente uno spazio dove la ragione convive con la pazzia, dove gli abiti mentali con cui si sono mascherate le apparenze sono stati dismessi, dove il passato ritorna perché del passato non si può vedere solo ciò che è passato ma anche ciò che è sempre presente; è il "luogo - prigione" di un Enrico IV che gira in costume là dove tutti sono vestiti normalmente e tutti fanno finta di non accorgersene... È il palcoscenico di Hinkfuss, il regista di "Questa sera si recita a soggetto", che in piena crisi creativa cambia le scenografie quasi a capriccio e commenta le azioni degli attori durante le prove… È soprattutto un luogo che scardina il salotto borghese ed allarga il campo verso qualcosa di più proiettato all'esterno, un esterno in cui l'uomo è più disarmato e perciò più vulnerabile e in qualche modo più simile e vicino ai nostri contemporanei.
Questa è la seconda produzione della compagnia alla quale ho dato il mio nome e mettendo accanto a talenti sicuri come Alvia Reale, Michele di Mauro e Flavio Bonacci altri attori rigorosamente scelti nel tentativo di scavalcare gli stereotipi che di solito infestano queste commedie apparentemente borghesi ho voluto dare a tutti un motivo per lavorare con creatività innovativa ma con intelligente rispetto della tradizione. Sono molto orgoglioso del lavoro fatto fin qui e, qualunque possa essere il risultato finale, ho la consapevolezza di aver trasmesso alla compagnia tutti i valori di professionalità e di rigore che la storia dalla quale provengo mi hanno insegnato.
Non abbiamo ancora deciso se nel finale del nostro spettacolo io spezzerò un uovo alla coque come si è sempre fatto (sto scrivendo queste note durante le prove...), ma certamente quel finale appartiene al passato, Leone Gala lo ha già vissuto... e quello che lo attende è sicuramente o un riposo che lo allontani dalla meschinità degli uomini e lo avvicini alla serenità degli dei... o qualcosa che in questi giorni ci verrà in mente e dunque, al momento, una sorpresa. Oggi, nel momento in cui state leggendo queste mie note, prima che si alzi il sipario, è chiaro che qualche soluzione saremo riusciti a trovarla e mi auguro che non sia solo una trovata teatrale ma una vera idea, di quelle che mettano in evidenza il senso del lavoro che stiamo inseguendo da mesi e che chiarifichino a noi quello che abbiamo tentato di fare e a voi quello che state per vedere.
Umberto Orsini



Durata spettacolo: 1 ora e 40 minuti senza intervallo



TEATRO ELISEO
via Nazionale, 183 00184 Roma
T.(centralino) 06 488 721
T.(botteghino) 06 4882114 | 06 48872222

Orari recite:
martedì, giovedì, venerdì ore 20.45
mercoledì, domenica ore 17.00
sabato ore 16.30 e 20.45



Settore Intero Ridotto1 Ridotto2 Ridotto3
platea 33 €* 26 € 21 € 16 €
balconata 29 € 24 € 19 € 15 €
I galleria 18.50 € 16 € 15 € 13 €
II galleria 13 € 11.50 € 10 € 9 €
* platea per le Prime: 47 €
ridotto
1: convenzioni e under 60
non valido alle Prime in platea
ridotto2: under 30 e gruppi adulti (min 10)
ridotto3: gruppi scuola (min 10 persone)


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