TEATRO
ELISEO
11 FEBBRAIO | 9 MARZO 2014
Umberto
Orsini
in
IL GIUOCO DELLE PARTI
da Luigi Pirandello
adattamento Roberto Valerio-
Umberto Orsini - Maurizio Balò
con
Alvia Reale
Michele Di Mauro
e con
Flavio
Bonacci Carlo De Ruggieri Woody
Neri
regia Roberto Valerio
scene Maurizio Balò
costumi Gianluca Sbicca
produzione Compagnia Orsini
in collaborazione con Fondazione Teatro della Pergola
Sarà in scena al Teatro Eliseo dall’11 Febbraio al 9 marzo 2013, Umberto Orsini in Il giuoco delle parti da Luigi Pirandello,
con Alvia Reale, Michele Di Mauro e con Flavio Bonacci, Carlo De Ruggieri,
Woody Neri. Regia di Roberto Valerio.
L'adattamento de Il giuoco delle parti" di Pirandello proposto da Umberto Orsini, insieme a Roberto Valerio e Maurizio Balò, va ad analizzare la figura del protagonista. Leone Gala, per esaminare se il suo cinismo, il suo essersi tirato fuori dal mondo, per non soffrire, ma neanche gioire sia veramente realistico, oppure sia solamente un velo trasparente, di distacco dalla realtà contingente, ma che in verità questo velo sia a trama larga, in cui passa il soffio vitale, e tutto ciò che comporta. A questo scopo è stato immaginato, un sogno, o incubo che vede il protagonista, ormai in là con gli anni ripercorrere le tappe salienti della vicenda, ben orchestrate da una scenografia mobile che permette non solo delle entrate e uscite dinamiche dei personaggi, ma anche lo scorgere da parte del pubblico di pannelli mostranti, ora la foto di una giovane coppia di sposi, ora un orologio con le lancette fisse sulle sette di mattina, a segnare i punti salienti della vicenda. La ragione svuotata del sentimento, è garante di una vita tranquilla, serena, oppure, e foriera di una vita svuotata della sua essenza come il guscio vuoto di un uovo? Questa è la domanda. Il ribaltamento del finale convenzionale, in cui Gala rompe un uovo à la cocque, dà la risposta: la vita va la pena di essere vissuta, anche se fa paura. Leone Gala che si vantava di aver capito il giuoco delle parti, si rittova a rivivere seppur con l'immaginazione il passato, e a concludere che la miglior cosa è l'equilibrio ovvero avere "La debolezza di un uomo e la tranquillità di un Dio"
Miriam Comito
Appunti di un capocomico...
Decidendo di rifare "Il giuoco delle parti"
a distanza di una quindicina d'anni da una messa in scena di Gabriele Lavia per il Teatro Eliseo, che all’epoca
dirigevo con lui insieme a Rossella Falk, mi scopro nella stessa posizione
di quando riprendo un libro in mano e sento che molti pericoli sono
in agguato primo fra tutti quello di non trovare le stesse emozioni
di quella prima volta. Così, col mio regista Roberto Valerio che proprio
con me aveva debuttato come attore in quel "Giuoco delle parti"
di tanti anni fa ci siamo posti una domanda, fra le tante possibili:
ma questo protagonista della storia, questo Leone Gala, che dice di
aver capito il gioco, questo famigerato "gioco della vita"
lo aveva poi veramente capito? La didascalia originale di Pirandello
che accompagna il finale della commedia ci descrive un Leone quasi serafico
che, dopo aver mandato il suo rivale al macello, si appresta a gustare
il suo uovo alla coque quotidiano. Questa è l'immagine che chiude tutte
le edizioni che ho visto di questa pièce. Ed è certamente l'immagine
di un cinismo sublime ed insieme inquietante. Proprio questo sinistro
aspetto della personalità di Leone Gala ha fatto nascere in noi questa
domanda: ma davvero finisce tutto li? Quest’uomo che in nome della
ragione ha rifiutato il contatto con i suoi simili, quest'uomo che si
è vuotato delle proprie emozioni e si è dedicato ad una vita di reclusione
dividendosi tra i libri e la cucina, metafora del vuoto e del pieno
e che parla quasi continuamente di istinto e di ragione..... in fondo
non è un uomo che ... s-ragiona? E se così fosse, ci siamo chiesti,
quale potrebbe essere la sorte riservata ad un uomo così sragionante
una volta che il sipario si sia chiuso davanti a lui? Abbiamo così
cominciato a ipotizzare possibili scenari di una post-vicenda, e abbiamo
immaginato un Leone Gala che viva oltre il limite che la commedia gli
ha assegnato, un Leone più invecchiato e ossessivamente alla ricerca
del suo passato, e che lo rivive come farebbe uno scrittore che voglia
mettere ordine alle sue bozze o cambi la sequenza delle scene, o addirittura
le sopprima. Apparentemente Leone Gala è una gran brava persona ma
è certamente un folle, un assassino col sorriso sulle labbra e la morte
nel cuore. Nel nostro spettacolo lo ritroviamo in un luogo che non può
essere una prigione perché la sua colpa, nonostante la tragica conclusione,
è stata solo virtuale. Il luogo dove collochiamo il nostro protagonista
è certamente uno spazio dove la ragione convive con la pazzia, dove
gli abiti mentali con cui si sono mascherate le apparenze sono stati
dismessi, dove il passato ritorna perché del passato non si può vedere
solo ciò che è passato ma anche ciò che è sempre presente; è il
"luogo - prigione" di un Enrico IV che gira in costume là
dove tutti sono vestiti normalmente e tutti fanno finta di non accorgersene...
È il palcoscenico di Hinkfuss, il regista di "Questa sera si recita
a soggetto", che in piena crisi creativa cambia le scenografie
quasi a capriccio e commenta le azioni degli attori durante le prove…
È soprattutto un luogo che scardina il salotto borghese ed allarga
il campo verso qualcosa di più proiettato all'esterno, un esterno in
cui l'uomo è più disarmato e perciò più vulnerabile e in qualche
modo più simile e vicino ai nostri contemporanei.
Questa è la seconda produzione della
compagnia alla quale ho dato il mio nome e mettendo accanto a talenti sicuri come Alvia Reale, Michele di Mauro e
Flavio Bonacci altri attori rigorosamente scelti nel tentativo di scavalcare
gli stereotipi che di solito infestano queste commedie apparentemente
borghesi ho voluto dare a tutti un motivo per lavorare con creatività
innovativa ma con intelligente rispetto della tradizione. Sono molto
orgoglioso del lavoro fatto fin qui e, qualunque possa essere il risultato
finale, ho la consapevolezza di aver trasmesso alla compagnia tutti
i valori di professionalità e di rigore che la storia dalla quale provengo
mi hanno insegnato.
Non abbiamo ancora deciso se nel finale
del nostro spettacolo io spezzerò un uovo alla coque come si è sempre
fatto (sto scrivendo queste note durante le prove...), ma certamente
quel finale appartiene al passato, Leone Gala lo ha già vissuto...
e quello che lo attende è sicuramente o un riposo che lo allontani
dalla meschinità degli uomini e lo avvicini alla serenità degli dei...
o qualcosa che in questi giorni ci verrà in mente e dunque, al momento,
una sorpresa. Oggi, nel momento in cui state leggendo queste mie note,
prima che si alzi il sipario, è chiaro che qualche soluzione saremo
riusciti a trovarla e mi auguro che non sia solo una trovata teatrale
ma una vera idea, di quelle che mettano in evidenza il senso del lavoro
che stiamo inseguendo da mesi e che chiarifichino a noi quello che abbiamo
tentato di fare e a voi quello che state per vedere.
Umberto Orsini
Durata spettacolo: 1 ora e 40 minuti senza intervallo
TEATRO ELISEO
via Nazionale, 183 00184 Roma
T.(centralino) 06 488 721
T.(botteghino) 06 4882114 | 06 48872222
Orari recite:
martedì, giovedì, venerdì ore 20.45
mercoledì, domenica ore 17.00
sabato ore 16.30 e 20.45
Settore | Intero | Ridotto1 | Ridotto2 | Ridotto3 |
platea | 33 €* | 26 € | 21 € | 16 € |
balconata | 29 € | 24 € | 19 € | 15 € |
I galleria | 18.50 € | 16 € | 15 € | 13 € |
II galleria | 13 € | 11.50 € | 10 € | 9 € |
ridotto1: convenzioni e under 60
non valido alle Prime in platea
ridotto2: under 30 e gruppi adulti (min 10)
ridotto3: gruppi scuola (min 10 persone)
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