mercoledì 19 marzo 2014

OSCURA IMMENSITA' recensione

TEATRO ELISEO
18 | 30 marzo 2014

GIULIO SCARPATI
CLAUDIO CASADIO

IN

OSCURA IMMENSITÀ

tratto dal romanzo “L’oscura immensità della morte”
di Massimo Carlotto

regia di Alessandro Gassmann

scene Gianluca Amodio
costumi Lauretta Salvagnin
luci Pasquale Mari
videografie e suoni Marco Schiavoni

produzione Teatro Stabile del Veneto – Accademia Perduta Romagna Teatri


Sarà in scena al Teatro Eliseo dal 18 al 30 marzo 2014 lo spettacolo Oscura Immensità tratto dal romanzo “L’oscura immensità della morte” di Massimo Carlotto. Protagonisti: Giulio Scarpati (Silvano Contin) e Claudio Casadio (Raffaello Beggiato). Regia di Alessandro Gassmann.

 "Oscura immensità" è un altro di quegli spettacoli che non può lasciare indifferenti. I due protagonisti del Libro di Massimo Carlotto da cui è tratta la pièce: Silvano Contin e Raffello Beggiato, sulla scena non si incontrano mai, le loro "anime" si esplicano attraverso monologhi, susseguenti e contrapposti. Lo spettatore è coinvolto in due mondi diversi e tragicamente contigui, da una parte la vittima Silvano Contin a cui durante una rapina sono stati uccisi moglie e figlio di soli 8 anni, dall'altra Raffello Beggiato uno dei due rapinatori, condannato all'ergastolo e malato di cancro. Beggiato vuole chiedere la grazia, o per lo meno la sospensione della pena, per farlo a bisogno del perdono di Contin... Contin dal suo canto vuole sapere il nome del complice, che Beggiato non  ha mai rivelato. Il fulcro dello spettacolo è la capacità assoluta di restituire al pubblico la realtà degli eventi, ponendo in questione il fatto, che esiste quella oscura immensità a cui si è condannati quando viene ucciso qualcuno che ci è caro. Questa oscura immensità è perdonabile, non lo è? Siamo fatti di carne e sangue. Non solo chi è rinchiuso in carcere perde la libertà, la perde anche chi ha un lutto inconsolabile. Chi deve rimettere a posto le cose? Lo stato? E ne è capace? Forse no. Gli esseri viventi, se feriti, gravemente o si lasciano morire fisicamente o se sopravvivono nel corpo, tendono per natura, per valori ancestrali, a volere un pari risarcimento.
Miriam Comito

Note di regia

Il lavoro svolto in queste stagioni teatrali alla direzione del Teatro Stabile del Veneto, orientato alla valorizzazione della drammaturgia contemporanea e al rinnovamento del linguaggio teatrale, ha ottenuto risultati molto incoraggianti. Spettacoli di autori come Vitaliano Trevisan, Tiziano Scarpa, hanno riscosso ottimi consensi e critiche favorevoli, confermando così la bontà delle nostre scelte, sia produttive che programmatiche, indirizzate verso una pluralità di scritture di teatro contemporaneo.
In sintonia con questo orientamento ed anche per la mia personale ammirazione nei confronti di Massimo Carlotto, ho accolto con favore la sollecitazione dell’Accademia Perduta Romagna Teatro – Teatro Stabile d’Innovazione di co-produrre uno spettacolo tratto dal suo romanzo "L'oscura immensità della morte" e di curarne la regia.
Con un linguaggio incisivo, essenziale, crudo e un ritmo dell'azione serrato e coinvolgente, l’autore racconta un tragico fatto di cronaca, avvenuto nella provincia del nord-est italiano, mettendo a confronto vittima e carnefice, entrambi lacerati da rispettivi drammi personali.
Felice circostanza è stata l’individuazione e l’adesione da parte dei due attori, le cui caratteristiche così diverse si adattano perfettamente alle psicologie dei protagonisti: Giulio Scarpati, che ho sempre apprezzato nei suoi lavori teatrali e che in questa operazione potrà far uso di inconsuete corde drammatiche e Claudio Casadio, del quale ho ammirato la splendida interpretazione nel film "L'uomo che verrà", che si servirà del suo carattere romagnolo per conferire maggiore naturalezza, incisività e verità al personaggio creato da Massimo Carlotto.
Con questo originale noir potrò così continuare quel percorso artistico, iniziato con ”Roman e il suo cucciolo”, che indaga, con sguardo neutrale e inquietante, tra le pieghe di un’umanità senza speranza. Un limbo esistenziale dove il confine tra bene e male non è perfettamente tracciato, ma è solo una sottile linea destinata a far sì che i ruoli si possano invertire, che le vittime possano diventare carnefici e i carnefici vittime.
Uno stimolo a riflettere sul lato tragico dell'esistenza, sui rapporti fra gli uomini e su quegli avvenimenti che a volte possono segnare la loro vita in modo irreversibile.
Novembre 2012 - Alessandro Gassmann

Note dell'autore

Giustizia, vendetta, perdono, pena. Questi sono i temi universali dell'Oscura immensità, un progetto narrativo nato come romanzo e che ora trova una sua articolazione naturale (e molto richiesta) come testo teatrale. Quando venne pubblicato in Italia, il romanzo provocò, nel senso migliore del termine, un intenso e lacerante dibattito tra autore e lettori, che mi ha poi coinvolto nei paesi dove è stato tradotto: Francia, Germania, Stati Uniti...
In questa pièce, a differenza del romanzo, sono fortemente presenti i sentimenti contrastanti che ho potuto cogliere negli anni. Oscura immensità  non lascia scampo. Alla fine ognuno è costretto a prendere posizione, a non eludere le domande che i due personaggi, Raffaello Beggiato e Silvano Contin, carnefice e vittima, pongono con la forza disarmante dei destini contrapposti e ineluttabili.
Chi deve perdonare colui che ha commesso un delitto e che sta scontando una pena detentiva o è rinchiuso nel braccio della morte? I familiari della vittima o lo Stato? O entrambi?
La ragione, la politica, la religione, la filosofia non sono ancora riuscite a dare una risposta esauriente e in grado di soddisfare coloro che hanno sofferto il danno irreparabile della perdita di un loro caro, per mano assassina, perché prevalgono sentimenti ancestrali che offuscano, accecano, trasformando l'esistenza in una oscura immensità.
La nostra società è incapace di lenire il dolore di coloro che hanno subìto tale torto. La comunità in cui vivono tende a escluderli, a condannarli a un ergastolo di dolore, solitudine e livore perché la punizione del reo non è mai soddisfacente.
La vendetta, la più dura e terribile, rimane come unica soluzione di razionalizzazione del lutto, di possibile via a un futuro diverso. Proprio quella vendetta che porta persone miti ad assistere all'esecuzione di un uomo e a uscire dal carcere con un sorriso stampato sulle labbra.
Non vi è nulla di inventato nell'Oscura immensità. Per costruire i due personaggi ho incontrato decine di parenti di vittime, di condannati. La necessità di una realtà implacabile, che abbattesse il muro dell'ipocrisia, mi ha costretto a un viaggio nell'oscurità di dolori immensi.
Solo una signora, dopo aver letto il romanzo, mi ha contattato e mi ha raccontato la sua vicenda di figlia di un uomo buono e amato, ammazzato a pugni da un giovane. Alla fine si sono incontrati, parlati e questa donna ha trovato il coraggio di perdonare e seguire questo giovane assassino nel suo reinserimento sociale.
Una vicenda umana straordinaria. Una. Perché il cuore spezzato di Silvano Contin è ormai incapace di ritrovare il filo di un'esistenza fondata su valori positivi. Questa è la durissima lezione di queste storie.
Raffaello Beggiato è l'altra faccia della medaglia. Reo di un delitto odioso ha diritto a una seconda possibilità? La giurisprudenza sostiene che solo lo Stato potrebbe forse dare una risposta sensata a nome della collettività ma escludendo il dolore delle vittime.
Scrivere questa pièce è stata un'avventura professionale e umana importante e coinvolgente. Mi sono ritrovato davanti alla pagina bianca con il timore di "liberare" la carica di emozioni, raccolte negli anni in giro per il mondo. Per fortuna la magia della scrittura teatrale che ti catapulta in un palco immaginario ha estratto parola dopo parola dall'oscura immensità per riuscire a raccontarla.
Quando l'amico Ruggero Sintoni mi ha telefonato per trasmettermi il suo entusiasmo e la volontà di portarla in scena, ho capito che poteva realmente trasformarsi in un grande progetto. Ora che è nelle mani sapienti di Alessandro Gassmann ne ho la certezza.

Massimo Carlotto

durata spettacolo: 80'

La tournée dello spettacolo
Imola Teatro Ebe Stignani 11/02/2014 - 16/02/2014
Firenze Teatro Puccini 19/02/2014 - 20/02/2014
Pistoia Teatro Manzoni 21/02/2014 - 23/02/2014
Savona Teatro Comunale Chiabrera 25/02/2014 - 27/02/2014
Parma Teatro Due 01/03/2014 - 02/03/2014
Ravenna Teatro Dante Alighieri 06/03/2014 - 09/03/2014
Bagnacavallo Teatro Goldoni 11/03/2014 -
Forlì Teatro Diego Fabbri 13/03/2014 - 16/03/2014
Roma Teatro Eliseo 18/03/2014 - 30/03/2014
Torino Teatro Gobetti 01/04/2014 - 06/04/2014
Genova Teatro della Corte 08/04/2014 - 13/04/2014



TEATRO ELISEO
via Nazionale, 183 00184 Roma
T.(centralino) 06 488 721
T.(botteghino) 06 4882114 | 06 48872222

Orari recite:
martedì, giovedì, venerdì, sabato ore 20.45
mercoledì, domenica ore 17.00


Settore Intero Ridotto1 Ridotto2 Ridotto3
platea 33 €* 26 € 21 € 16 €
balconata 29 € 24 € 19 € 15 €
I galleria 18.50 € 16 € 15 € 13 €
II galleria 13 € 11.50 € 10 € 9 €
* platea per le Prime: 47 €
ridotto
1: convenzioni e under 60
non valido alle Prime in platea
ridotto2: under 30 e gruppi adulti (min 10)
ridotto3: gruppi scuola (min 10 persone)



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