mercoledì 25 settembre 2013

LADRO DI RAZZA al Teatro Ghione dal 15 al 27 ottobre 2013

Teatro Ghione a Roma dal 15 al 27 ottobre 2013
Mind Production e Simone Giacomini
Presentano

LADRO DI RAZZA
di Gianni Clementi
con
MASSIMO DAPPORTO
SUSANNA MARCOMENI
BLAS ROCA REY
scene e costumi ANDREA STANISCI
musiche originali LUCIO GREGORETTI
regia MARCO MATTOLINI

Debutterà al teatro Ghione di Roma il 15 ottobre LADRO DI RAZZA, uno spettacolo che vede protagonisti Massimo Dapporto,  Susanna Marcomeni e Blas Roca Rey. Da un testo di Gianni Clementi, firma la regia Marco Mattolini, una produzione dei giovani Simone Giacomini e Paolo Di Giacomo di Mind Production.
“Ladro di razza si ispira alla grande tradizione del cinema neorealista, indagando in chiave di tragicommedia un momento della nostra Storia. Momenti di trascinante comicità si alternano a parentesi di riflessione e commozione, regalando allo spettatore 3 personaggi da ricordare.  Tito, Oreste e Rachele, infatti, protagonisti di questa piccola, minuscola e, per certi versi,  ridicola storia diventano il tramite per raccontare un’Italia in guerra, una Roma allo stremo, ma ancora capace di sussulti d’orgoglio. Ladro di razza è una storia di ingenuità e fame, di illusioni e inganni, di risate e lacrime, quando le parole onore, compassione e orgoglio avevano ancora un significato                                                                                                      Gianni Clementi          

Ladro di razza
Roma 1943. Un modesto ladro e truffatore, Tito, abituato a inventarsi la vita, esce dal carcere, dopo aver scontato l'ennesima pena. Non può tornare a casa dei suoi, perchè sulle sue tracce c'è un usuraio, noto per la sua crudeltà. Decide quindi di rifugiarsi nella catapecchia di Oreste, suo amico d'infanzia, che lavora come operaio nelle fornaci di Valle Aurelia. Tito deve assolutamente trovare al più presto dei soldi, per placare l'ira del "cravattaro". Conosce casualmente una ricca zitella ebrea, Rachele, che vive da sola in un appartamento lussuoso del ghetto. Sarà lei la sua vittima. Tito la corteggia e, dopo un'estenuante resistenza della donna, riesce finalmente ad entrare nelle sue grazie. Ormai è di casa e pronto per il furto, in cui coinvolge anche l'amico fornaciaro. E’ l'alba del 16 ottobre 1943, il momento del rastrellamento degli ebrei nel ghetto di Roma da parte dei nazisti. In questa storia, mai il detto "Al posto sbagliato nel momento sbagliato" fu più puntuale. Ma il piccolo uomo Tito, opportunista e vigliacco, catapultato di colpo in un episodio storico dirompente, scoprirà in sè un inaspettato coraggio che gli consentirà un grande riscatto.

Note di regia
“E’ importante mettere in scena questo testo con un allestimento e un cast totalmente nuovi a tre anni di distanza dalla sua breve uscita sulla scena romana, perché riferendosi ad un momento ormai lontano ci fa riflettere sul presente più attuale, sull’estraneità delle persone rispetto ai grandi fatti della storia e della politica, sulla profonda incidenza dell’incertezza economica e sociale sulle scelte morali delle persone, sull’eterno confronto fra l’adeguarsi allo status quo, alla situazione dominante per quanto sinistra e inaccettabile si percepisca e la tentazione/coraggio di ribellarsi. 
Un certo clima  del testo che si immerge nell’immaginario del neorealismo cinematografico italiano del dopoguerra fa da prisma per sottolineare il valore emblematico della vicenda e la sua attualità.  
Scene e costumi citeranno quindi quel mondo evidenziandone affettuosamente l’appartenenza ad un immaginario collettivo che è divenuto proprio di tante generazioni successive, fino alle più recenti.  La musica costruita alla “manière  de”  i grandi temi di commento del cinema di quegli anni e della cultura popolare delle canzonette dell’epoca, sottolineerà l’impostazione antinaturalista nel senso più profondo e non elitario del termine.    
Il cast che mette insieme per la prima volta attori di provenienza diversa, ma tutti romani non solo in termini anagrafici, li fa cimentare con la bella lingua popolare romana (e non romanesca, per carità!) reinventata da Clementi, con la capacità, la leggerezza, la profondità che gli ha fatto conquistare in pochi anni palcoscenici e pubblici molto lontani da quelli della capitale, in Italia e all’estero.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                Marco Mattolini

LO SFASCIO al Sala Umberto a Roma dal 29 ottobre 2013

Teatro Sala Umberto a Roma dal 29 ottobre 2013

Mind Production e Simone Giacomini
presentano

Nicolas Vaporidis   Primo Reggiani

LO SFASCIO
di Gianni Clementi 

                                                                                                           
con la partecipazione di
Alessio Di Clemente
con  Simone Corrente  
e con Jennifer Mischiati

scenografia Carmelo Giammello
costumi Sabrina Chiocchio
musiche Davide Cavuti
regia Saverio Di Biagio e Gianni Clementi

Debutterà al teatro Sala Umberto di Roma il 29 ottobre LO SFASCIO, uno spettacolo che vede protagonisti Nicolas Vaporidis, Primo Reggiani, Simone Corrente e Alessio di Clemente. Insieme a loro, unica donna in scena, Jennifer Mischiati. Da un testo di Gianni Clementi, che firma una regia a quattro mani con Saverio Di Biagio, una produzione dei giovani Simone Giacomini e Paolo Di Giacomo di Mind Production.
Lo sfascio è un titolo non casuale, avendo in sé la doppia valenza di luogo di rottamazione fisica ma soprattutto morale.  Un po’ quello che è successo nel nostro meraviglioso paese. Il successo facile, il degrado morale, la corruzione, la volgarità, il ritorno al clichè della donna oggetto. Questi sono stati i modelli di comportamento che negli anni hanno mutato geneticamente i nostri cervelli. Fortunatamente ci sarà sempre il lamento di un bambino appena nato a donarci una speranza.”
Gianni Clementi
Lo Sfascio
Siamo negli anni ’70, in piena strategia terrorista. Fosco (Di Clemente), 40enne titolare di uno sfasciacarrozze (lo sfascio) e con precedenti penali alle spalle, è un amante della bella vita e non perde occasione per tradire sua moglie Katia (Mischiati), in avventure occasionali. E’anche un giocatore incallito di carte e, insieme all’amico poliziotto Ugo (Corrente), assiduo frequentatore di bische clandestine. Manlio (Reggiani), 25enne fratello di Fosco e afflitto da un serio handicap mentale, lavora allo sfascio ed è immerso nel suo mondo, composto disordinatamente da immagini di calendari sexy, gomme da masticare e giochi infantili. Frequentatore abituale dello sfascio è Luciano (Vaporidis), detto Diecilire, un piccolo truffatore costantemente in cerca di soldi.
Una grave perdita al gioco vede vittima Ugo il poliziotto, il quale decide di compiere una rapina ed obbliga Fosco a rendersi suo complice. Anche Diecilire partecipa alla rapina, in qualità di autista. La rapina a una gioielleria si conclude con successo, ma come spesso accade una fortuita coincidenza spariglia le carte in tavola. Infatti Manlio, mentre i 3 complici stanno commentando l’impresa e valutando il bottino, nel bagno dell’officina trova una donna, vestita da hostess, ferita gravemente ed apparentemente in coma. Ugo è assalito da un dubbio: E se la donna prima di perdere conoscenza ha sentito i loro discorsi?
Nel frattempo la radio da la notizia che c’è stato un conflitto a fuoco fra la polizia e un gruppo di terroristi ed una donna, camuffata da hostess, è riuscita a fuggire. Ugo e Fosco decidono di prendere tempo e Manlio e Diecilire restano a guardia della donna, che non sembra in grado di riprendere conoscenza. Durante la notte Manlio, abituato dalla sua natura pura a scambiare istintive pulsioni per amore, ha un rapporto sessuale con la ragazza esanime. La mattina dopo Ugo informa i complici della sua decisione di prendere i classici 2 piccioni con una fava: ucciderà la ragazza ricercata, simulando un conflitto a fuoco e diventando agli occhi dei suoi superiori e dell’opinione pubblica in eroe. Manlio, non visto, ascolta il piano del poliziotto e si ribella, fino ad arrivare alle estreme conseguenze.

Alessandro Rugnone vince il Glam awards Sicilian in The World per Squadra Antimafia 5

ALESSANDRO RUGNONE
Vince il Glam Awards Sicilian In The World per Squadra Antimafia 5
 motivazione del premio
           «Un cattivo solo sullo schermo, ambasciatore nell'Isola di arte e cultura, per i suoi sforzi di aprire le porte del teatro anche ai giovani appassionati dell'entroterra»

Alessandro Rugnone, giovane attore in ascesa,  tanta gavetta alle spalle, dagli spettacoli teatrali con Emma Dante alle molte fiction di successo, tra cui Il Commissario Montalbano, Distretto di Polizia, Provaci ancora Prof, ritirerà a Palermo il 29 Settembre 2013 il premio “Glam Awards Sicilian in The World” destinato ai personaggi dell’Isola che si sono distinti in Italia e nel mondo.  Nella quinta stagione della serie cult in onda su Canale5 Squadra Antimafia interpreta Ruggero Spina, un mafioso passionale che però nasconde un grande cuore. Un personaggio che riserverà molte sorprese e che sarà al centro di conflitti senza esclusione di colpi con Giulia Michelini e Marco Bocci.
Nel 2006 ancora allievo in accademia interpreta Francesco Lipari nell'episodio La pazienza del ragno de Il commissario Montalbano. Dal 2007 prende parte ad alcuni spettacoli e performance di Emma Dante mentre dal 2008 collabora con la compagnia del Teatro dell'Elfo con cui sarà in scena in Romeo e Giulietta interpretando - nell'edizione 2008 per il Festival Shakesperiano di Verona - Benvolio e poi, nell'edizione 2013, per il teatro Elfo Puccini - Mercuzio. Nel 2011 vince il Premio Ubu come miglior attore under 30 prendendo parte allo spettacolo teatrale The History Boys; lo spettacolo che vede fra i protagonisti Elio De Capitani e Gabriele Calindri si aggiudica anche il titolo di miglior spettacolo dell'anno. Nel 2008 intepreta Renato, co-protagonista nella serie Raccontami 2 prodotto da Rai e girato da Tiziana Aristarco e Riccardo Donna e nello stesso anno collabora con Pippo Baudo per la realizzazione della rubrica Popolo di poeti in onda su Rai 1. In TV lo abbiamo visto anche in Distretto di polizia 7, regia di Alessandro Capone (2007), Provaci ancora prof 4, regia di Tiziana Aristarco (2011), Pinocchio, film per la TV di di Alberto Sironi (2008), Raccontami 2, regia Riccardo Donna (2010), Squadra antimafia - Palermo oggi 5, nel ruolo di Ruggero Spina.

 

OCEAN TERMINAL

Teatro dei Conciatori
Dal 24 settembre al 6 ottobre 2012
L’Associazione Culturale Teatri&Culture
con il sostegno
dell’Associazione Luca Coscioni e di Castelvecchi Editore
presentano

EMANUELE VEZZOLI

in

Ocean Terminal

dal romanzo Ocean Terminal di Piergiorgio Welby, Castelvecchi Editore

adattamento drammaturgico
Francesco Lioce
Luca Morricone

movimenti scenici
Gabriella Borni
disegno luci
Marco Zara
contributi audiovisivi
Francesco Andreotti
Livia Giunti
foto di scena
Luigi Catalano
direzione organizzativa e distribuzione
Carlo Dilonardo
direzione artistica
Giorgio Taffon

regia
Emanuele Vezzoli


Sarà in scena al Teatro dei Conciatori dal 24 settembre al 6 ottobre, “Ocean Terminal” interpretato e diretto da Emanuele Vezzoli, adattamento drammaturgico: Lioce e Luca Morricone. Ocean Terminal è il titolo del volume di Piergiorgio Welby pubblicato postumo e curato Francesco Lioce. “È un insieme di prose spezzate che si riannodano a distanza o si interrompono proprio quando sembrano preannunciare altri sviluppi: dall’infanzia cattolica alla scoperta della malattia, fino all’immaginario hippy e alla tossicodipendenza, passando attraverso gli squarci di una Roma vissuta nelle piazze o nel chiuso di una stanza. In un continuo susseguirsi di toni lucidi e febbrili, poetici e volgari, Welby riavvolge il nastro della propria vita, adottando un linguaggio babelico (stream of consciousness) che colpisce per originalità e potenza”. Da queste bellissime pagine, di rara intensità, di scavo interiore, sintesi letteraria dell’esistenza di questo importante intellettuale, pittore e fotografo, nasce l’idea e l’esigenza di far conoscere, attraverso il palcoscenico, chi fosse. Un condannato a vita in cui forte è il conflitto tra l’abbandono della speranza e l’inno alla vita, in un corpo che diviene ogni giorno di più un abito sgualcito e che, come in Lasciatemi morire, esprime l’insofferenza di colui che assiste da spettatore a un dibattito di cui è, invece, involontario protagonista.

OCEAN TERMINAL....è senza dubbio, tra i tanti spettacoli che ho visto, uno di quelli che mi è piaciuto di più, nonostante fossi arrivata al Teatro dei Conciatori stanca per la frenetica giornata trascorsa, e avessi gli occhi veramente stanchi, appena mi sono seduta, in seconda fila, grazie a un amico che mi aveva tenuto il posto, prima partito il video a ricordare le tante passioni artistiche di Piergiorgio Welby....tra cui Cezanne...già lì il sonno mi era quasi del tutto passato, poi quando è entrato in scena Emanuele Vezzoli, che seduto su una sedia ci ha raccontato, si non mi sono sbagliata, ci ha raccontato la sua amicizia con Welby, la stanchezza il sonno sono scomparsi del tutto, per lasciare spazio ad una viva attenzione. Un condannato a vita, nonostante se, non affetto da depressione in se e per se, ma da una malattia fisica la distrofia muscolare, che piano piano rende impossibile i movimenti e lascia la mente lucida. Lucida, per pensare, per desiderare, per volere, per capire di non potere, di non poter vivere, ma di non potere neanche morire. 
La storia di Piergiorgo Welby è nota, i suoi appelli sono noti, è noto il suo impegno politico, forse meno conosciuta la sua vita artistica, alcuni tratti salienti del suo carattere, i suoi desideri, la sua malinconia dovuta alla malattia e allo stesso tempo la sete di vita "normale" che aleggiava in lui.
Emanuele Vezzoli, capace di assumere le mille espressioni di una vita in bilico, lo fa non solo attraverso repentini cambi di tono di voce, ma anche attraverso l'espressività di un corpo estremamente duttile, che sale, scende e gira attorno a un tavolo che sta a significare la metamorfosi del corpo di Welby, che si sgualcisce come un vestito stropicciato, materia che perde la sua forma primigenia
Miriam Comito


Perché il teatro
Come riportato dal direttore artistico del progetto Giorgio Taffon nella sua recensione al libro di Piergiorgio Welby:

 Ocean Terminal costituisce (anche) una grande sfida per i teatranti: un materiale drammaturgico di grande fascino per una prova d’attore che richiede un approccio libero dai condizionamenti correnti e meramente commerciali dell’attuale teatro italiano, un ritorno al teatro politico, al teatro della polis grazie alla struttura verbale che nella sua vivezza, credibilità, efficacia e tensione narrativa, dovuta alla profondità lancinante dei temi, costituiscono una base di partenza decisiva. Anche a livello registico il proliferare libero d’immagini, i giochi immaginativi, la totale libertà inventiva non possono che trasmettere all’occhio e alla mente di un regista grandi suggestioni di creatività scenica. Ritengo che la scelta di Ocean Terminal ai fini di un’elaborazione teatrale si ponga inevitabilmente sul piano della tanto invocata quanto poco praticata ricerca di un teatro davvero necessario”.

Anche per questi motivi, sottolinea Emanuele Vezzoli, la mia esigenza, come attore e regista, è quella di rendermi il tramite attraverso cui trasferire la ricchezza del tesoro Piergiorgio Welby agli altri uomini, raccogliendo la promessa fatta a Mina Welby ed in accordo con quanto egli stesso afferma: “non esiste un’arte privata, un artista ha l’obbligo morale di incidere sulla realtà”.

La voce di Welby potrebbe rivivere incarnata sulla scena per pronunciare le ragioni prime ed ultime dell’esistenza umana, per invocare l’empatia degli spettatori, per chiamare la comunità civile alla discussione sugli interrogativi ultimativi e radicalmente umani, per divenire interpreti ed attori del nostro stesso destino. Le nostre associazioni, nello statuto costitutivo e nei lavori fin qui realizzati e prodotti, hanno sempre voluto mettere in evidenza il valore civile del teatro, fino alla necessità come uomini e artisti di creare un legame tangibile tra poesia e vita quotidiana. Per questo, in seguito alla proposta di Francesco Lioce, Luca Morricone, Giorgio Taffon ed Emanuele Vezzoli, Teatri&Culture si è fatta promotrice dello straordinario ed ambizioso progetto descritto, confidando nella sensibilità degli enti pubblici e privati.

TEATRO DEI CONCIATORI - Via dei conciatori, 5 – 00154 ROMA
Tel. 06.45448982 – 06.45470031   -   info@teatrodeiconciatori.it
Direzione Artistica: Antonio Serrano – Gianna Paola Scaffidi

Dove siamo: (clicca qui per vedere la mappa)
Costo biglietti: intero 15 euro, ridotto 12 euro; tessera associativa 2 euro.
Orario spettacoli: martedì, mercoledì venerdì e sabato ore 21,00 – giovedì e domenica  ore 18,00
Riduzioni per gli studenti universitari, gli over 65, tutti coloro che si presentano in teatro come lettori di Saltinaria.it e Mercuzio
 Il Teatro ha il patrocinio gratuito del Municipio VIII (ex XI)

sabato 21 settembre 2013

La compagnia Lafabrica riprende la sua attività

Ed ecco che la compagnia riprende le sue attività.
Riprendiamo alla grande il

24 settembre: Aspettando Nil (1° capitolo della Trilogia dell'attesa) presso il Festival|Ouverture Officina Teatro

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link all'evento facebook

Ad ottobre proseguiremo con un laboratorio

11/12/13 e 25/26/27 ottobre “I Grandi segreti – ovvero come quando e perché abbiamo smesso di pensare che era meglio non dire”. Workshop per attori e musicisti condotto da Fabiana Iacozzilli|Compagnia Lafabbrica, presso la Scuola Teatro La Scaletta.

ORARI :VENERDI' 19-23
SABATO E DOMENICA 10-17
iscrizioni a lascaletta.teatro@gmail.com

per tutti i nostri amici del nord

Il 19 ottobre “Hansel e Gretel . Il giorno dopo” (3° capitolo della trilogia dell'attesa) a Parma al Teatro del Cerchio

seguite la stagione sul sito
www.teatrodelcerchio.it

Lafabbrica si è fermata un po' per il mese di agosto, ma fino a luglio ha lavorato duro per preparare il suo prossimo errore!
Al Festival dell'Incanto ha fatto una residenza dal 5 al 26 di luglio sulla nuova produzione della compagnia: UN GABBIANO
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www.incantofestival.it, qui potete trovare tutte le infomazioni sul festival le foto dello spettacolo e qualche video che racconta l'avventura anche durante il laboratorio condotto all'interno del Festival.

VIII Festival dell'Incanto

Festival di Teatro - Residenze d'Artista

Unico nel suo genere e virtuoso nelle modalità di creazione il Festival dell'Incanto seleziona, ogni anno, dieci spettacoli di compagnie italiane ed europee scelti sulla base di criteri severi per temi trattati, contemporaneità dei testi, attenzione al mondo dei giovani e nuove forma di messa in scena e rappresentazione. Le compagnie selezionate da un bando internazionale ricevono ospitalità a Roddi (Cn) e dove hanno a disposizione spazi per prove, sale di registrazione, una sartoria ed un laboratorio di scenotecnica.
Inoltre
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è lieta di annunciarvi che ha vinto la I edizione del PlayFestival
con

ASPETTANDO NIL
1° capitolo della trilogia dell'attesa
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aggiudicandosi così 3 giorni di programmazione al Piccolo Teatro Studio di Milano nella prossima stagione teatrale (2-3-4 maggio 2014) con tutta la trilogia dell'attesa!


Info e prenotazioni: Biglietteria Telefonica: 848 800 304
seguila stagione del piccolo qui

Ecco la motivazione della giuria e qualche estratto dai commenti della giuria di qualità e la giuria popolare

Può bastare un attimo di viltà a svilire una vita, bisogna prepararsi una vita per rendere sublime l’istante della morte. Fantastica la performance delle due attrici. C’è molto in questo spettacolo: il rapporto madre-figlia, l’educazione, il senso della vita, con un che di sacro e di profano. La vita come spettacolo, lo spettacolo della vita, danzando con la carrozzella sulle note del “Guglielmo Tell”, rovistando come topi nella spazzatura, festeggiando l’atto finale con lo champagne. “Aspettndo Godot” escatologico passando per Collodi e per un Tenco ora grottesco e intensamente comico, ora crudo, fino alla catartica apoteosi.”
Vincenzo Sardelli


GIURIA DI QUALITÀ
Perfetto.”
Federica Falgari
Bellissimo! Uno spettacolo nuovo dai sentori Beckettiani che emoziona e diverte, regalando uno spaccato della dimensione esistenziale umana. Triste, allegro, crudo, tenero, tutto! Un “teatro dell’assurdo” perfettamente riuscito." Serena Lietti

Comicità nel disagio. È una grande prova d’attore e dimostra lo studio, il lavoro drammaturgico intenso. Martina Melandri
GIURIA POPOLARESono sconvolta, meravigliata, inebriata, ubriaca dello spettacolo. Va ben oltre il qui, va nel mondo dell’immaginario, del possibile. Grazie di avermi permesso di vivere questo momento incredibile.”
Uno spettacolo dai toni Beckettiani, due attrici che sanno mettere tutte loro stesse in quest’opera dal valore metaforico elevato. Un umorismo sobrio e ben innestato con il macabro sentore della fine e della morte. Un sentimento di attesa che viene fatto vivere con un’energia incredibile.”
Emozionante, fortissimo, ti entra dentro nel cuore.”
Divertente, serio, ironico, drammatico, triste, una gamma infinita di emozioni”
Preciso, incisivo, coinvolgente. Poesia pura.”
Fa venire voglia di vedere l’intera trilogia.”
Surreale e commovente.”
Spettacolo magnifico, sintesi di tutto ciò che il teatro ha da offrire all’uomo. Risate banali solo in apparenza, una profondità sconcertante nella sua perfezione.”
Grottescamente geniale.”
È un esempio di quando il voltastomaco arriva a sconvolgere il cuore.” 


giovedì 12 settembre 2013

Nasce la FONDAZIONE TEATRO VALLE BENE COMUNE


18 set

NASCE LA PRIMA ISTITUZIONE DELL’IMPRUDENZA | Conferenza stampa mercoledì 18 settembre 2013 h11:30

Il Teatro Valle Occupato è lieto di presentare all’intera galassia la prima istituzione dell’imprudenza.
Oggi nasce la FONDAZIONE TEATRO VALLE BENE COMUNE.
Ci abbiamo messo due anni. L’abbiamo fatto
sirene-peterpan
SIETE TUTTE E TUTTI INVITATI
MERCOLEDÌ 18 SETTEMBRE 2013 H11:30
ALLA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE
a seguire rinfresco

SalinaDocFest 2013

BENE COMUNE
7a edizione
19-22 settembre (Salina - Isole Eolie) 

Dopo il grande successo testimoniato dal Leone d'Oro a Sacro GRA di Gianfranco Rosi (vincitore del Premio del Pubblico SDF 2009 e più volte ospite del SalinaDocFest) - possiamo davvero affermare che il documentario italiano è finalmente al centro dell’attenzione di pubblico e critica. In un momento come questo la finestra tematica di riflessione che ogni anno il festival di Salina apre sul cinema di realtà dedicato al ‘racconto’, assume un significato particolare. E vuole proporre una carrellata di titoli che diano un esempio vivo e concreto di come l’urgenza di ‘raccontare una storia’ spinga sempre di più i giovani autori a scegliere linguaggi di ‘confine’ fra finzione, biografismo, lirismo e realtà: una scelta capace di spezzare i confini di genere, per parlare, semplicemente, di ‘cinema’. Nato nel 2007 da un’idea di Giovanna Taviani - coadiuvata da Mazzino Montinari Antonio Pezzuto - il SalinaDocFest è diventato portavoce e protagonista del processo di evoluzione che negli ultimi anni ha trasformato il "documentario narrativo" in un genere capace di grande impatto popolare e territoriale. Lo testimoniano il sostegno della Regione Sicilia e del comune di Malfa, con la collaborazione del comune di Santa Maria, ma soprattutto i tanti isolani e turisti che affollano sempre più numerosi le sale e le piazze di Malfa e Santa Marina, in un periodo dell’anno tradizionalmente segnato dall’abbandono e dall’isolamento. Proprio per sottolineare l’importanza e il significato di questa imponente partecipazione del pubblico a un evento ingiustamente considerato di nicchia, la direzione artistica ha deciso di dedicare il concorso 2013 al BENE COMUNE, con una selezione di film scelti fra i titoli più interessanti della stagione 2012/13:  MIRAGE A L’ITALIENNE di Alessandra Celesia, presentato al Cinema du Reel; SUMMER 82 di Salvo Cuccia, fuori concorso alla Mostra del CinemaLIBRI E  NUVOLE di Pier Paolo GiaroloIL SECONDO TEMPO di  Piero Li Donni, già proiettato a Bruxelles; CON IL FIATO SOSPESO di Costanza Quatriglio, targa “Gillo Pontecorvo” a Venezia, APOLITICS NOW di Giuseppe Schillaci; IL MURO E LA BAMBINA di Silvia Staderoli, presentato a Visions du Reel. Eventi speciali: LA MIA CLASSE di Daniela Gaglianone (proiettato alla presenza della sceneggiatrice Claudia Russo, con la parteccipazione delle scuole dell’isola);  VIA CASTELLANA BANDIERA di Emma Dante e SANGUE di Pippo Delbono, premio Don Chisciotte a Locarno, che intreccia amore, memoria, rivoluzione, dolore e perdita in un unico personalissimo discorso.

Per la prima volta nella storia del SalinaDocFest il miglior documentario, vincitore del Premio Tasca d’Almeritasarà scelto da una Giuria Popolare, presieduta da Emma Dante, che sarà sull’isola per ricevere il Premio dal Testo allo Schermo, assegnato dalla direzione artistica e dal comitato d’onore del festival (Paolo Vittorio TavianiRomano LuperiniBruno Torri Antonio Vitti). Come ogni anno, tutto il pubblico potrà dare un voto ai documentari in concorso: al più votato andrà il Premio Signum.

“Abbiamo scelto come tema la riscoperta del Bene comune, sottolineandolo con l'istituzione di una giuria popolare"- dichiara Giovanna Taviani - “proprio per dare pubblicamente un significato all’esperienza meravigliosa, che nel corso degli anni ha visto riunirsi intorno al Festival, una vera e propria comunità. Sarà un’occasione per riflettere sull’importanza del patrimonio materiale e immateriale che ci appartiene in quanto cittadini e sui diritti ad esso legati: innanzitutto, il diritto a uno Stato che rappresenti le nostre esigenze, e il diritto all’istruzione e alla cultura come valori fondamentali e costitutivi di una società.” 

Ad aprire il festival 19 settembre sarà la mostra fotografica internazionale sull’acqua THROUGH WATERS, un progetto diretto da Cristina Sassayanni (antropologa), nato nel 2012 a Beijing (Cina) e la Video installazione Beni Comuni, del gruppo catanese GAR Salvo Grillo Arturo Giusto. Gino Strada e ad Emergency sarà dedicato, il 22 settembre, un incontro pubblico moderato da Marcello Sorgi. Parteciperanno Il sindaco di Messina Renato Accorinti e l'assessore al turismo della Regione Sicilia Michela Stancheris. Tra gli ospiti musicali, Karima (Santa Marina - 21 settembre) e Roy Paci (Malfa - 22 settembre).


INFO



2013: L’ANNO DEL DOCUMENTARIO ITALIANO


Il Salinadocfest ce l’ha fatta. Per la prima volta il Leone d’Oro di Venezia va a un documentario, Sacro Gra di Gianfranco Rosi (già da noi nel 2009 con Below sea Level, che si aggiudicò, nell’entusiasmo generale dell’isola, il premio del pubblico per la sezione Documentiamoci, e lo scorso anno con Boatman), uno dei primi firmatari dell’appello che lanciammo due mesi fa alla politica per salvare il Festival dai tagli ingenti alla cultura previsti dal nostro paese. Una scelta coraggiosa, quella di Venezia, e un passo decisivo nel faticoso cammino del cinema del reale, per chi, come noi, e come tanti altri festival dedicati al cinema indipendente, ha sempre scommesso senza remore e senza esitazioni sul documentario narrativo, quando la Rai e le grandi distribuzioni italiane ignoravano registi talentuosi considerando il documentario un genere a parte, non adatto al pubblico e alle sale (Rosi, tanto per ricordarlo, è famoso all’estero ma non ha mai trovato distribuzione in Italia). “C’è solo una parola che accomuna documentario e finzione - ha dichiarato Rosi dopo il verdetto -: cinema”. Chiamiamoli film, dicemmo noi sin dalla prima edizione. Perché credevamo, e continuiamo a credere, che si possa documentare la realtà - e trasformarla -, raccontando una storia, con uno stile, un linguaggio. Quello di De Seta, di Ivens, Flaherty, che finalmente tornano alla ribalta e che forse, in un futuro speriamo non troppo lontano, verranno visti e studiati nelle scuole accanto alle materie classiche tradizionali. Un altro grande sogno del Salinadocfest che ha sempre puntato e continua a puntare sulla scuola e sulla formazione.
Cinema della realtà, che mai come quest’anno 2013 – e i titoli scelti per il concorso lo dimostrano – mette insieme finzione e documentario, utilizzando attori professionisti (è il caso di Alba Rohrwacher in Il fiato sospeso di Costanza Quatriglio), ricorrendo a una messa in scena metafisica e teatrale (Il secondo tempo di Piero Li Donni), dove il confine tra realtà e finzione si fa labile e sfocato (è il caso di Mirage à l’italienne di Alessandra Celesia), piegando i destini generali alle pulsioni dei destini personali, contro la presunta e falsa obiettività attribuita allo sguardo del documentarista (è il caso di Summer 82 di Salvo Cuccia  e di Il muro e la bambina di Silvia Staderoli, dove c’è un io che dice io e che innesta sulla memoria storia di un paese, La Spezia per la Staderoli, Palermo e il concerto storico di Frank Zappa per Cuccia), i propri ricordi e le proprie emozioni personali.
La strada la solcò tanti anni fa Alina Marrazzi, con Un’ora sola ti vorrei (anche questo presentato a una delle prime edizioni del Salinadocfest, nel silenzio stupito e commosso di una platea che per la prima volta capiva cosa può essere un documentario), aprendo la strada a un nuovo filone che coniuga autobiografismo, lirismo e repertorio storico.
Lo porta oggi alle estreme conseguenze un regista affermato in tutto il mondo come Pippo Delbono, anche lui un amico storico del Salinadocfest (venne in concorso nel 2007 con Grido), che torna quest’anno a Salina come evento speciale con il suo ultimo documentario, Sangue, Premio Don Chisciotte al Festival di Locarno, che mette insieme la morte biologica della madre con la confessione di chi la morte l’ha scelta, e procurata, per ragioni ideologiche (l’ex brigatista Giovanni Senzani), e che oggi, piccolo nel grande scenario della natura, riflette insieme al regista sulla vita e sulla morte, sui limiti biologici della natura e i limiti della storia.
Il Salinadocfest ce l’ha fatta perché ha dimostrato che il cinema del reale – ieri come oggi – è un bene comune necessario quando un paese dimentica se stesso, parte di un patrimonio collettivo che è nostro dovere proteggere e salvaguardare.
Bene comune è il tema che abbiamo scelto per questa edizione, che si concluderà con l’evento speciale dedicato a Emergency, alla presenza straordinaria di Gino Strada, a ricordarci che la salute, come la cultura, è un diritto inalienabile del cittadino. Premio speciale Dal testo allo schermo a Emma Dante, direttamente da Venezia, dove il suo film Via Castellana Bandiera, che presenteremo in anteprima al pubblico di Salina, si è aggiudicato la Coppa Volpi a Elena Cotta per la migliore interpretazione femminile. La Dante presiederà la giuria ufficiale del Concorso SDF 13 che, per la prima volta nella storia del nostro Festival, sarà composta da giovani dell’isola sempre più coinvolti insieme a noi nella passione per il genere documentario.
Il Salinadocfest ce l’ha fatta anche per questo, perché per la prima volta l’isola ha risposto e ci ha salvato, parlo della Regione Sicilia ma anche di Salina tutta, dai Sindaci agli Assessori, dai ristoratori agli albergatori, dagli imprenditori ai cittadini comuni, che hanno risposto al nostro appello e hanno sostenuto la nostra battaglia.
Questa edizione è dedicata a loro, alla comunità di Salina, e a quanti, come Roberto Guala e tutti gli sponsor che hanno creduto in noi, ormai sentono questo festival come una realtà necessaria al territorio e ai giovani eoliani.
-Isolani sì, isolati no! -, avevamo gridato alla stampa durante la prima edizione del Festival. Lo rigridiamo oggi, forti del Leone d’oro a Sacro Gral, a tutto il cinema e alla cultura italiani, affinché il documentario esca per sempre dal cerchio dell’invisibilità, in cui il nostro paese lo ha troppo a lungo relegato. Buon Festival a tutti!

Giovanna Taviani
PROGRAMMA
Salina, 19-22 settembre 2013

GIOVEDÌ  19_______________________________________________________________________________________________
SANTA MARINA, Le Papagajo Lounge

21.00 Mostra fotografica internazionale Through Water, di Christina Sassayiannis.
Video installazione Beni Comuni, del gruppo catanese GAR Salvo Grillo e Arturo Giusto
Saluto dei Sindaci dell'isola e del direttivo SDF.
22.30 MUSICA DAL VIVO Concerto del gruppo messinese All inclusive


VENERDÌ  20_______________________________________________________________________________________________
MALFA, Centro Congressi

15.00 INAUGURAZIONE UFFICIALE DEL SDF – Alla presenza dei Sindaci e del direttivo SDF
SDF INCONTRA LE SCUOLE
Il Riscatto, di Giovanna Taviani, Italia 2013, 25’
A seguire incontro con le scuole di Salina e di Lipari sulla tematica “Cultura contro le mafie

16.30 IL SECONDO TEMPO di Piero Li Donni (Italia 2012, 66’)

A seguire incontro con il regista

SGUARDI DI CINEMA
21.30 La mia classe, di Daniele Gaglianone, Italia 2013, 96’
Incontro con la sceneggiatrice Claudia Russo e la produttrice Valentina Del Buono sul tema: “Cultura formazione integrazione: la scuola”. Alla presenza dei professori dell'isola.
A seguire Bar Malvasia MUSICA DAL VIVO Concerto del gruppo Oxidia


SABATO 21_______________________________________________________________________________________________
MALFA, Centro Congressi

10.00 APOLITICS NOW! di Giuseppe Schillaci (Francia/Italia 2013, 55’)
11.30 IL MURO E LA BAMBINA di Silvia Staderoli (Italia/Francia 2013, 55')
15.00 SUMMER 82 When Zappa Came to Sicily di Salvo Cuccia (Italia 2013, 80')
17.00 MIRAGE A L’ITALIENNE di Alessandra Celesia (Francia 2012, 90')
A seguire incontro con i registi

20.30 SANTA MARINA, Piazza
EVENTO SPECIALE – Emma Dante
Premio dal testo allo schermo
Proiezione del film Via Castellana Bandiera, di Emma Dante Italia 2013, 90'
A seguire incontro della regista con il pubblico. Modera l'incontro Bruno Torri (comitato d'onore del SDF)
22.30 Concerto d’apertura di Mauro Ermanno Giovanardi & Sinfonico Honolulu
EVENTO SPECIALE CONCERTO SDF Karima con trio per il progetto Karima sings Bacharach

A seguire – PORTOBELLO LOUNGE
Dj set sotto le stelle


DOMENICA 22_____________________________________________________________________________________________
MALFA, Centro Congressi

10.00 LIBRI E NUVOLE di Pier Paolo Giarolo (Italia/Francia 2013, 85’)
12.00 CON IL FIATO SOSPESO di Costanza Quatriglio (Italia 2013, 35’)
A seguire incontro con i registi

FINESTRA EMERGENCY
15.00 Saluto al pubblico di Gino Strada
A seguire, proiezione di Open Heart, di Kief Davidson, USA 2013, 39’
Incontra il pubblico Lorenzo Siracusano (per Emergency)
EVENTO SPECIALE - Pippo Delbono
16.30 Sangue di Pippo Delbono, Italia 2013, 90’
A seguire incontro con il regista

MALFA – PIAZZA
21.00 Marcello Sorgi Intervista Gino Strada sul tema: “Salute bene comune”.
Intervengono il sindaco di Messina Renato Accorinti e l’assessore al Turismo Regione Sicilia Michela Stancheris
22.00  PREMIAZIONE SDF 2013
Con proiezione della clip Aspettando il SalinaDocFest: l'isola e il Festival
22.30 EVENTO SPECIALE CONCERTO SDF
IL SOLE NON CAMBIA performance in musica e immagini di Roy Paci e Massimo Ottoni

CONCORSO SDF 2013 - schede tecniche dei film

Alessandra Celesia
MIRAGE A L’ITALIENNE____________________________________________________________________
Francia 2012, 90'
Fotografia Laurent Fénart
Suono Damien Turpin
Montaggio Danielle Anezin
Produzione e distribuzione Zeugma Films

“Cerchi lavoro? L’Alaska ti aspetta”. Attorno a questo annuncio apparso a Torino in piena crisi economica, si incrociano i destini di cinque italiani, che condividono una stessa urgenza: partire il più lontano possibile. Persi a Yakutat, in una no man’s land dove il tempo sembra essersi fermato, il viaggio che queste persone stanno intraprendendo è un viaggio interiore. Una vera avventura di amicizia e di solidarietà. Ho lasciato l'Italia a 19 anni per la Francia. Non sapevo per quali motivi reali stavo partendo. Quando si lascia un paese che non è in guerra, dove si mangia bene, e dove le serate estive sono calde e profumate, è difficile capire perché si possa salire su un treno per andare a vivere 15 anni In "terra straniera" … da un momento all'altro, non sei più adatto al clima del luogo in cui sei cresciuto dentro. Tu sei diverso, una specie di uccello preistorico in via di estinzione; i tuoi alveoli respingono l'aria che gli altri respirano senza alcun danno apparente. Così sali su un treno. Il 1980 ci ha fatto gli italiani che siamo oggi. Un intero paese è stato consapevolmente riprogrammato per respirare in modo diverso. Il processo è stato lungo, indolore e inodore. E siamo qui oggi: petto in fuori, i polmoni pronti a respirare profondamente qualsiasi cosa. Raccontare la storia di una patria. Per molti espatriati, il giorno in cui il bisogno di raccontare la storia della tua terra d'origine diventa urgente. Se è impossibile tornare, è il momento di parlare. Non è più possibile ignorarlo. Come si fa a farlo? Ci sono modi semplici: potrei semplicemente dire di chi è stato per venti anni il nome del nostro Presidente, per essere alla moda. Ma non lo farò. La mia patria non è lui. La mia patria non può essere ridotta alla ascensione di un Barbaro magnate dei media al trono di Cesare. La mia patria non ha bisogno di scandali, di un'altra dichiarazione di guerra, di scoop illustrati con foto ... La mia patria oggi, più che mai, ha bisogno di poesia.

Salvo Cuccia

SUMMER 82 - When Zappa Came To Sicily____________________________________________________

Italia 2013, 80'
con Frank  Zappa, Gail Zappa, Moon Unit Zappa, Dweezil Zappa, Diva Zappa, Mathilda Doucette, Megan Zappa, Massimo Bassoli, Steve Vai, Thomas Nordegg, Tanino Liberatore, Joe Travers

fotografia Clarissa Cappellani
montaggio Benni Atria
suono Antonio Barba, Davide Pesola
montaggio del suono Francesca Genevois 
mix suono Marco Saitta
musica Frank Zappa, Dweezil Zappa
produzione Eleonora Cordaro
post produzione Vincenzo Marinese
Una produzione Abra&Cadabra – Zappa Family Trust in collaborazione con Rai Cinema e Sicilia Film Commission

14 luglio 1982. Un ragazzo e suo padre attraversano l'Italia da nord a sud in macchina verso Palermo, l'ultima imperdibile tappa del tour europeo di Frank Zappa. Un viaggio indimenticabile, che culmina però in una grande delusione: il ragazzo non arriva in tempo al concerto del suo idolo. Quel ragazzo era Salvo Cuccia, che a distanza di trent'anni riprende in mano il biglietto mai staccato e ricostruisce i tasselli di quel momento particolare della sua vita. Il bisogno di connettersi con suo padre si intreccia inestricabilmente con la storia della famiglia di Frank, che grazie a quel concerto mancato ora visita la terra dei propri avi. E insieme alla moglie Gail Zappa, ai figli Moon, Diva e Dweezil e a Massimo Bassoli, grande amico e biografo del musicista, comincia un nuovo luminoso racconto fatto di incontri e ritorni in cui ciascuno è legato all'altro per completare il proprio viaggio. Un racconto fatto di musica e di famiglie, costellato di immagini inedite del tour del 1982. “La musica di Frank Zappa è sempre stata di ispirazione lungo il mio percorso artistico: grande dissacratore, mette in relazione mondi diversi incidendo con la sua opera il punto di contatto più forte tra il rock, il jazz, il funk e la musica colta del '900. Non avrei mai immaginato, però, di fare un film con le musiche e le immagini di Frank Zappa, di incontrare i suoi familiari, di diventare amico di Massimo Bassoli, di utilizzare i super8 di mio padre e coinvolgerlo a distanza di anni in questo racconto corale a cui partecipano anche mia moglie e mia figlia. La vita è fatta di materiali contrastanti e così anche l'arte, e a volte l'una cambia il percorso dell'altra, in un dialogo continuo” (Salvo Cuccia).

Pier Paolo Giarolo

LIBRI E NUVOLE__________________________________________________________________________

Italia/Francia 2013, 85’
con Alfredo Mires Ortiz, Dina Vitón Casas, Nancy Huamán Campos, Sonia Elisabeth Aliaga Sánchez

fotografia Pier Paolo Giarolo
suono François Waledisch
montaggio Milena Holzknecht, Liza Ignazi
montaggio audio e mix Zaki Allal
produttore Valerio B. Moser, Andreas Pichler, Miramonte Film Pierre-Oliver Bardet, Idéale Audience
coproduzione ARTE France In associazione con Lucia Candelpergher - CaravellaFilm Con il sostegno di Programme Media de l’Union Européenne, BLS--‐Business Location Südtirol / Alto Adige, Centre National de la Cinématographie, Procirep – Société des Producteurs, Angoa In collaborazione con SRF Schweizer Radio & Fernsehen, RAI - Sender Bozen, Alfredo Mires Ortiz, Red de Bibliotecas Rurales de Cajamarca, Perù

In uno sperduto villaggio delle Ande Peruviane una ragazzina sta aspettando da giorni l’arrivo dei nuovi libri che una bibliotecaria trasporta a piedi, sulle proprie spalle. Le Biblioteche Rurali del Perù sono formate da poche decine di libri che una volta letti vengono scambiati fra le comunità. Messaggio e messaggero viaggiano insieme, in un paesaggio primordiale a pochi passi dalle nuvole; i libri camminano come camminano le persone. Leggere la terra, camminarla e conoscerla è il miglior modo per amarla e rispettarla. “Un film sull’esperienza delle biblioteche rurali implica un messaggio: se si rimane uniti è possibile fare qualcosa. Leggere un libro non è solo immagazzinare conoscenza, è liberare saggezza. Quando facciamo nostro un libro, lo “incorporiamo” come un seme, come una fonte; grazie a un libro ci sono persone che hanno imparato a cucinare, a tessere a combinare colori, a curarsi, a difendere i propri diritti. Ho voluto mostrare questa connessione forte fra lettura e pratica, non leggere tanto per leggere ma leggere come fosse un esercizio agricolo” (Pier Paolo Giarolo)

Pierfrancesco Li Donni
IL SECONDO TEMPO______________________________________________________________________
Italia 2012, 66’
Con Marcelle Padovani, Francesco Scozzari, Mirko Bonfante, Davide Cannatella, Salvatore Piparo, Franco Lannino, Pietro Giordano, Marta Cimino, Michele Naccari, Tiziana Martorana, Giuseppe Spataro, Fabio Lanfranca, Maurizio Sarà, Nino Lo Bello, Giuseppe Di Lello, Piera Fallucca, Beatrice Monroy, Pimpa Zanca

Soggetto Sara Li Donni, Pierfrancesco Li Donni
Fotografia Chiara Caterina
Montaggio Francesca Sofia Allegra, Matteo Gherardini
Musiche original Raffaele Inno
con i brani Let Me Be dei Waines e A tiempi antichi di Triste Mc
Suono Salvatore Tagliavia
Montaggio del suono e Mix/ Mixage Marco Saitta
Operatori Pietro Ciavattini, Igor D'India
Produttore Daniele Esposito
Produzione Emma Film srl, Own Air

Franco e Michele fotoreporter, sono persone che non possono cancellare per mestiere. Salvo Cantastorie racconta storie di ricchi e poveri, di padroni e sottomessi, storie antiche ma ancora attuali, é uno spaccato onirico della contemporaneità e mette sulla scena l'amerezza dei giorni presenti. Marta nell'estate del 1992 fu una delle animatrice del movimento dei "Lenzuoli", da comune cittadina appese un lenzuolo con scritto "Palermo chiede giustizia", il suo gesto fu seguito dalla città intera e fu l'inizio della rivolta contro la Mafa. I giovani di oggi, quelli che vivono ai margini, vagano per la città annoiati, non hanno regole, il loro obiettivo é quello di divertirsi, anche a scapito della colletività. Maurizio, Fabio, Giuseppe, Peppe, Nino, sono cittadini comuni che raccontano il loro fashbulb memory di quell'estate fatta di sangue e rivolte. Ad accompagnare il flm le immagini d'archivio di uno di loro, Fabio, che da flmaker amatoriale, riprende le manifestazioni spontanee dei cittadini palermitani. Immagini inedite che danno il senso della rabbia e del dolore di una città ferita che prova a riscattarsi dal potere mafoso. Il flm racconta i 57 giorni che intercorrono tra la morte di Giovanni Falcone e quella di Paolo Borsellino nella Palermo di oggi, in un ibrido tra docufction, interviste, fnzione e immagini d'archivio. “ A Palermo la notte può essere anche una metafora a vent'anni dalle stragi di Mafa. La Palermo del Secondo Tempo é una città che avrebbe potuto essere e non é stata, ma anche una città dove bisogna capire cosa si fa quando fnisce un'emergenza democratica e ricomincia la quotidianità”. (Pierfrancesco Li Donni)

Costanza Quatriglio

CON IL FIATO SOSPESO____________________________________________________________________

Italia 2013, 35'
con Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Anna Balestrieri, Gaetano Aronica

soggetto e sceneggiatura Costanza Quatriglio
musiche Paolo Buonvino, Black Eyed Dog
montaggio Luca Gasparini, Letizia Caudullo
fotografia Sabrina Varani
produttore Costanza Quatriglio, Ines Vasiljevic
produzione Jolefilm in collaborazione con Istituto Luce (associato)
distribuzione Istituto Luce


Stella studia farmacia all’università. Per la tesi viene inserita in un gruppo di ricerca. Pian piano capisce che nei laboratori di chimica qualcosa non va. L’ambiente è insalubre, qualcuno comincia a star male, i professori parlano di coincidenze. L’amica Anna, che ha lasciato gli studi per suonare in un gruppo indie-punk, vorrebbe che Stella smettesse di lavorare in quei laboratori; Stella, al contrario, non vuole rinunciare al suo sogno. Ispirato al diario di Emanuele, ricercatore di Farmacia dell’Università di Catania, morto di tumore al polmone nel dicembre 2003, cinque anni prima che i laboratori di chimica venissero chiusi per inquinamento ambientale. “Nel cinema esiste una soglia oltre la quale la differenza tra generi, dispositivi della narrazione, messa in scena e rappresentazione del reale dissolvono nella costruzione di un’esperienza che rende lo spettatore parte integrante del film. Esiste inoltre una soglia oltre la quale un film perde la sua libertà per essere parte di un sistema di valori, accettato e riconosciuto. Infine esiste una soglia ogni qual volta si è al cospetto dell’intimità di un personaggio, delle sue debolezze, delle sue ossessioni o del suo dolore. Ho realizzato il film come un funambolo che cammina su queste soglie, con l’eccitazione di potercela fare, di poter dominare questa materia difficile” (Costanza Quatriglio)

Giuseppe Schillaci
APOLITICS NOW!_________________________________________________________________________
Francia/Italia 2013, 55'
Fotografia Carlo Sisalli
Suono Danilo Romancino
Musica originale Gianluca Cangemi
Produzione musica Luca Rinaudo
Edizioni Almendra Music
Montaggio Laurence Miller
Produzione Giuseppe Schillaci, Dominique Tiberi


6 maggio 2012 : in Italia si vota per la prima volta dopo la caduta di Berlusconi. A Palermo – quinta città d'Italia, e luogo emblematico del caos politico della nazione e della crisi economica – ci sono 12 candidati per diventare sindaco: oltre a quelli espressione dei soliti partiti, quest’anno competono alcuni rappresentanti dei nuovi movimenti civili, da i 5 stelle di Beppe Grillo, al "Movimento dei Forconi ", i partiti di estrema destra , i comunisti, i vecchi democristiani, i generali della polizia in pensione, gli imprenditori. Molti di loro, con orgoglio, affermano che non sono né destra né di sinistra , e nemmeno di centro.  “Se in democrazia i politici rappresentano il popolo, il modo nel quale i politici ricercano il consenso rappresenta i vari aspetti della comunità. La scena a Palermo è quella di una umanità confusa, una nazione distratta da venti anni di Berlusconi, che si è svegliata da un incubo e sta cercando un nuovo leader, una nuova identità. E mentre l'Europa è testimone testimonia di scene apocalittiche, in Italia, come spesso accade, la tragedia è inevitabilmente percorsa da momenti di comicità. (Giuseppe Schillaci)

Silvia Staderoli
IL MURO E LA BAMBINA___________________________________________________________________
Italia/Francia 2013, 55'
con Riccardo Staderoli, Miriam Costa e Jetti Salvini

fotografia Bruno Fundarò
suono Gianluca Costamagna
montaggio Ilaria Fraioli
montaggio del suono e mix  Mikaël Barre
direttori di produzione Marco Serrecchia e Benedetta Marchesi
prodotto da Vivo film (IT) e Picofilms (FR) in coproduzione con ZDF in collaborazione con ARTE con la partecipazione di Centre national du cinéma et de l'image animée - contribution financière con il supporto di Mediateca Regionale Ligure e Genova-Liguria Film Commission con il contributo di Archivio Storico Oto Melara e Archivi Multimediali "Sergio Fregoso" sviluppato con il sostegno di Fondazione Libero Bizzarri

Silvia Staderoli parte per un viaggio alla (ri)scoperta di quei territori comuni alla sua memoria e a quella della sua città natale, La Spezia. Lei, che ha smarrito la sua identità quando era ancora bambina, durante gli anni del divorzio dei suoi genitori e quando suo padre si ammalò di schizofrenia. Durante quest’infanzia, anche La Spezia ha perso la sua identità, smarrendo la sua chimera, quella di essere la città militare più importante in Italia. Silvia Staderoli racconta queste due storie di perdita identitaria attraverso un film in cui la sfera intima e quella storica interagiscono, si sfiorano, si compenetrano. In cui il suo spazio privato entra in connessione con il territorio della città, alla ricerca d’interferenze, legami e corrispondenze possibili tra La Spezia e la sua infanzia, tra gli spazi privati dei suoi genitori e le zone militari, quegli spazi tabù rimasti per anni inviolabili. Corrispondenze che fanno dell’una la cassa di risonanza dell’altra. “Della mia infanzia a La Spezia mi restano pochi ricordi, qualche foto, un giocattolo e una domanda: la schizofrenia che ha colpito mio padre dopo il divorzio con mia madre è l’effetto di un problema congenito, o di un avvenimento di cui non sono al corrente? Il dubbio che la sua malattia sia legata in qualche modo al divorzio mi ha accompagnato per tutta l’adolescenza, e la paura che si tratti d’un disturbo ereditario mi ha terrorizzata per anni. Ma a questa domanda i miei genitori non hanno mai voluto dare risposta. Oggi ho quindi deciso d’intraprendere un viaggio nel passato, e di condividerlo con la mia città di allora, come fosse una sorella. Perché mentre io vivevo il mio dramma familiare in un appartamento della sua periferia, La Spezia stava perdendo, come me, la sua identità, quella di città militare più importante in Italia. Quando sono nata, la mia città rappresentava l’orgoglio della marina italiana. Concepita come una città-caserma ha dovuto sottomettersi totalmente alla presenza dei militari sul suo territorio : tutti lavoravano nelle fabbriche di carri armati e nei cantieri navali, e i marinai erano parte integrante della sua economia. Ma dopo la caduta del muro di Berlino, La Spezia ha perso la sua importanza strategica nel Mediterraneo e si è trasformata lentamente in una grande caserma vuota.  Oggi conserva nella sua geografia le tracce d’una vera e propria ferita: un lungo muraglione, quello dell’Arsenale militare, che impedisce l’accesso al mare, molti territori abbandonati e inutilizzati, l’impossibilità d’affrancarsi dal suo passato militare. Ho deciso quindi di riconquistare queste due memorie lacerate ricongiungendole, come se condividessero lo stesso destino, e di raccontare queste due storie cronologicamente parallele, attraverso un film in cui la sfera intima e quella storica interagiscono, si sfiorano, si compenetrano. In cui il mio spazio privato entra in connessione con il territorio della città, alla ricerca di corrispondenze possibili” (Silvia Staderoli).



CONCORSO SDF 2013 - Premi__________________________________________________

Premio Tasca d'Almerita (euro 2000.00) al miglior film in concorso
assegnato dalla Giuria Popolare presieduta da Emma Dante. Consegna Alberto Tasca d'Almerita.

Premio Signum (scultura della Bottega Michelangeli) al film più votato dal pubblico. Consegna Clara Rametta.

Altri riconoscimenti__________________________________________________________

Premio Dal testo allo schermo (scultura della Bottega Michelangeli) a EMMA DANTE, assegnato dal comitato d'onore. Consegna Raffaella Michelangeli

Premio Cultura (scultura della Bottega Michelangeli) a ROBERTO GUALA, assegnato dal Salinadocfest. Consegnano i sindaci Massimo Lo schiavo e Salvatore Longhitano, con Gaetano Calà.