martedì 30 gennaio 2024

ROMA BANCO 24 spettacolo di Gabriella Silvestri, diretto da Federico Vigorito, in scena dal 6 al 18 febbraio al Teatro de' Servi-Roma



 APS Teatro E presenta

ROMA BANCO 24

di Gabriella Silvestri

regia di Federico Vigorito

con Gabriella Silvestri e Valentina Marziali

aiuto regia Mariana Higuita Tamayo

direzione di scena Umberto Pischedda

disegno luci Valerio Camelin

scene e costumi Area5lab

DAL 6 AL 18 FEBBRAIO

TEATRO DE’ SERVI- ROMA


Approda al Teatro de’ Servi, dal 6 al 18 febbraio, ROMA BANCO 24, spettacolo di Gabriella

Silvestri, diretto da Federico Vigorito.

È quasi notte. In una periferia romana, tra storie di ordinaria criminalità, scontri

generazionali, segreti, odio e amore, si consuma la storia di Loredana, ex prostituta, che con

fatica gestisce un banco alimentare in un mercato rionale e di sua figlia Karida, di 17 anni,

(figlia di una Egiziano) studentessa, con un futuro da pasticcera. Roma Banco24 è una favola

moderna.

Una favola tutta romana che racconta l’amore, la violenza, e la voglia di rivincita. In attesa di

un brindisi notturno per festeggiare il compleanno di Karida, che compie 17 anni, complice

anche qualche bicchiere di spumante, Loredana decide di confessare un segreto che ormai

non riesce più a tacere: ha contratto un pesante debito con un usuraio dell'est e la loro vita è

in pericolo. La confessione mina l’equilibrio precario che regola la loro già difficile convivenza,

poichè il criminale senza scrupoli, mette gli occhi su Karida. Di fronte a questo Loredana

perde la lucidità e in preda alla disperazione totale, non sapendo come risolvere il problema,

decide di rispolverare i suoi vecchi abiti e rimettersi “sul mercato”. L’immagine che dà di sé è

tra il ridicolo e il patetico e Karida la guarda attonita e disgustata. Ne scaturisce uno scontro

che trascende le generazioni, confonde le età, i ruoli, rievoca goffamente il passato ma

soprattutto le trascina ineluttabilmente verso la resa ad un destino che sembra già scritto.

Karida allora capisce che spetta a lei intervenire sul quel destino andando incontro a un

sacrificio estremo…

Roma Banco24 è la cronaca di una reazione coraggiosa, è la scrittura di un dramma antieroico,

è il racconto di una borgata dove avvengono le cose che non si possono dire. In una notte le

loro vite cambieranno per sempre.

INFORMAZIONI GENERALI

Teatro de' Servi

Via del Mortaro, 22 | 00187 Roma

Per informazioni e biglietti:

tel. 06.6795130 | info@teatroservi.it

Orari spettacoli:

da martedì a venerdì ore 21

sabato ore 17.30 e ore 21

domenica ore 17.30

Biglietti: 25 euro


Ufficio Stampa

Maresa Palmacci tel. 348 0803972; palmaccimaresa@gmail.com

venerdì 26 gennaio 2024

SMARRIMENTO- come andare avanti nella vita, in scena al Teatro Basilica fino al 4 febbraio



 Smarrimento  di Lucia Calamaro approda sul palco del Teatro Basilica, un testo capace di varcare i confini del Belpaese, perché non ha  colori nazionali, ma tratta di una situazione esistenziale propria di alcune categorie di professionisti, ma che può essere traslata anche in tutti noi.

Cosa succede quando manca l'ispirazione, o quando manca la voglia di alzarsi dal divano? Il testo pur, andando nello specifico a scandagliare la creatività di una scrittrice, è metafora dell'affrontare la vita.

Sul palco Lucia Mascino ci trascina nel mondo del personaggio, una scrittrice, costretta dalla sua casa editrice  a fare reading, per attirare il pubblico. La protagonista porta con se in libreria, il suo nido, la sua casa, rappresentata dal divano, tutta la scenografia è giocata sui toni del bianco, anche i vestiti indossati dalla Mascino sono bianchi: non c'è la famigerata, quarta parete, invisibile che "protegge" gli attori dal pubblico, a mio avviso vetusta e obsoleta, ma c'è un reale contatto con gli spettatori, da qui la doppia anima di questo spettacolo, che se da una parte è incentrato  su una crisi creativa, che può sembrare, all'inizio settoriale, ma non è assolutamente così , il pubblico viene interrogato e coinvolto, attraverso il flusso di pensieri tramutati in parole, sul non sapere come andare avanti, nella scrittura di un libro, ma  anche in generale nella vita,. Con una sorta di autoironia, la Calamaro è laureata in  Arte ed Estetica, quando si chiede al pubblico come state messi a Levi Strauss? Non bene non importa!

Anna e Paolo, i personaggi del nuovo libro della protagonista, sono i contenitori del suo malessere personale, attraverso di loro, lei si esprime, ed è la costrizione dei reading voluti dalla casa editrice, la mancanza di libertà, a chiuderle la vena creativa, ben esemplificata dalla recitazione della bravissima Lucia Mascino, con una postura fisica, che è di supporto alla parola, un esempio per tutte quando fa camminare il personaggio all'indietro,  nel momento in cui si rende conto che dopo lo lancio creativo iniziale trova il vuoto davanti se, le idee cadono, quindi cosa fare, se non tornare indietro e ricominciare!

La parte più profonda è delegata al personaggio di Anna che la prima volta che incontra il futuro marito Paolo gli chiede " Tu per chi ti alzi la mattina?" Cosa e chi spinge gli individui ad affrontare la vita, ad andare avanti, nonostante le mille difficoltà che la vita presenta.

C'è un messaggio finale molto importante in questo spettacolo, che può sembrare, all'inizio uno spettacolo divertente, e lo è, ma non è solo quello, è anche una riflessione sull'esistenza, il consiglio è quello di incanalare il proprio dolore in un qualcosa che possa contenerlo.

Uno spettacolo scritto appositamente per un'attrice, due Lucia insieme, un sodalizio veramente ben riuscito, con un eccellente risultato.

                                                           Miriam Comito


TeatroBasilica

dal 25 gennaio al 4 febbraio 2024

LUCIA MASCINO E LUCIA CALAMARO

SMARRIMENTO

Il cabaret esistenziale scritto e diretto da Lucia Calamaro

Interpretato da Lucia Mascino

uno spettacolo scritto e diretto da Lucia Calamaro

per e con Lucia Mascino

scene e luci Lucio Diana

costumi Stefania Cempini

produzione Marche Teatro_Teatro di Rilevante Interesse Culturale

Lucia Calamaro è una delle più interessanti drammaturghe e registe italiane contemporanee. Vincitrice di

tre premi UBU e del recentissimo premio Hystrio alla drammaturgia 2019, ha scritto e diretto negli ultimi

anni testi innovativi e molto apprezzati dal pubblico e dalla critica.

Lucia Mascino, attrice poliedrica e sui generis, la cui carriera spazia dal teatro, alla

televisione, al cinema sia d’autore che popolare, ha ottenuto riconoscimenti prestigiosi tra i quali: 4

candidature ai Nastri d’argento, il Premio Anna Magnani per il cinema nel 2018 come miglior attrice

protagonista e il Premio Flaiano per il teatro nel 2023.


INFORMAZIONI

Il “TeatroBasilica” è diretto da l’attrice Daniela Giovanetti, il regista Alessandro Di Murro. Organizzazione

del collettivo Gruppo della Creta e un team di artisti e tecnici, con la supervisione artistica di Antonio

Calenda. Tutte le info sul TeatroBasilica a questo link: https://www.teatrobasilica.com/

Orari:

lunedì ore 19:00 - dal martedì al sabato ore 21:00 - domenica 16:30

Prezzi: Biglietto intero € 18,00

Biglietto ridotto € 12,00 (studenti, under 26, operatori)

Biglietto online € 15,00

Carnet 4 spettacoli € 40,00

Dove siamo:

Piazza di Porta San Giovanni 10, Roma

www.teatrobasilica.com

email: info@teatrobasilica.com

telefono: +39 392 9768519

Link utili

Sito https://teatrobasilica.com/

Facebook https://www.facebook.com/TeatroBasilica

Instagram https://www.instagram.com/teatrobasilica/

___________________________________

Ufficio Stampa TeatroBasilica

Agenzia Maya Amenduni comunicazione

Maya Amenduni +39 392 8157943

mayaamenduni@gmail.com

___________________________________

mercoledì 24 gennaio 2024

TEATRO CIAK ROMA presenta "SHERLOCK HOLMES – La valle della paura" di Sir Arthur Conan Doyle - Una nuova avventura firmata Stabile del Giallo, regia di Anna Masullo | da sabato 3 a domenica 25 febbraio

 



Da Sabato 3 febbraio a domenica 25 febbraio

Ubik Produzioni e Teatro stabile del Giallo


SHERLOCK HOLMES – LA VALLE DELLA PAURA


di Sir Arthur Conan Doyle


adattamento teatrale Michele Montemagno


Regia Anna Masullo

con

Paolo Romano

Guido Targetti

Linda Manganelli

Mauro Santopietro

Enrico Ottaviano

Marco Blanchi

Francesco Maccarinelli

Andrea Ruggieri


Divertimento e suspense con l’aggiunta dell’arte della deduzione. Indagini mozzafiato,

colpi di scena e un epilogo davvero sorprendente: in un vertiginoso e inimitabile

intreccio di generi è in arrivo al Teatro Ciak di Roma una delle più famose peripezie

del mitico e incontrastato principe dei detective, SHERLOCK HOLMES – La valle

della paura di Sir Arthur Conan Doyle. Una nuova avventura firmata Stabile del


Giallo, in scena da sabato 3 a domenica 25 febbraio, che vedrà sul palco veri e

propri veterani del genere noir: Paolo Romano e Guido Targetti, rispettivamente nei

panni di Sherlock e Watson e ancora Linda Manganelli, Mauro Santopietro, Enrico

Ottaviano, Marco Blanchi, Francesco Maccarinelli e Andrea Ruggieri.

L’ adattamento teatrale è di Michele Montemagno, la regia è di Anna Masullo.

La valle della paura è il quarto e ultimo romanzo di Sir Arthur Conan Doyle con

protagonista Sherlock Holmes. Un viaggio attraverso la Londra vittoriana che

approderà poi nell’America dei pionieri e dei gangster e vedrà l’evolversi di amori

travagliati, riunioni di logge massoniche, e in cui il pubblico si troverà ad essere

spettatore di omicidi inesplicabili. Come sempre al fianco dell’investigatore di Baker

Street non mancherà l’inseparabile collaboratore Dottor Watson. Un caso che travalica

i confini del tempo, dove incombe la presenza minacciosa di un’organizzazione

criminale di dimensioni internazionali, il cui spettro è incarnato dal “Napoleone del

crimine”, Professor Moriarty.

Pochi sanno che questo romanzo di Doyle è basato sulla vera storia dei “Molly

Maguires”, società segreta attiva negli Stati Uniti nello Stato della Pennsylvania tra la

fine della guerra di secessione e gli anni 1876−1878, quando una serie di arresti e

condanne pose fine all'esistenza dell’organizzazione. Il gruppo si rese colpevole di una

serie di attentati, omicidi e sabotaggi compiuti ai danni delle forze dell'ordine e dei

proprietari delle miniere.

Scene Fabiana Di Marco, Musiche Alessandro Molinari, Costumi Valentina

Bazzucchi, Disegno Luci Marco Catalucci, Coreografie Giovanna Gallorini, Capo

Costruzioni Diego Caccavallo, Macchinista Salvatore Salerno, Aiuto regia Vito

Molinari, Aiuto scenografo Daniel Falappa, Sartoria Lab Costume, Foto e

Locandina Diego Buonanno, Ufficio Stampa Alessia Ecora.


TEATRO CIAK

Via Cassia, 692 - 00189 Roma

www.teatrociakroma.it

info@teatrociakroma.it

Per info e prenotazioni 06.33249268

Orario spettacoli

venerdi e sabato ore 21.00 - Domenica ore 17.30

Prezzo biglietti:

Intero € 28,00 - Ridotto € 25,00 (under 20, over 65, gruppi 10+ e disabili)


Ufficio Stampa: Alessia Ecora, 338.7675511 - alessia.ecora@gmail.com

ufficiostampa.teatrociakroma@gmail.com

RAI PER MEMORIA IN ONDA il 26 GENNAIO STORIE DELLA SHOAH IN ITALIA. I GIUSTI - SU RAI TRE IN SECONDA SERATA

 http://www.museodellashoah.it/wp-content/uploads/2014/03/cropped-FMDS_logo_trasp1.png

 

 

Storie della Shoah in Italia. I Giusti.

Regia di Alessandro Arangio Ruiz.  Di Amedeo Osti Guerrazzi e Isabella Insolvibile

Venerdì 26 gennaio in seconda serata su Rai Tre

In occasione della Giornata della Memoria, andrà in onda venerdì 26 gennaio, in seconda serata su Rai Tre, il documentario intitolato Storie della Shoah in Italia. I Giusti, prodotto dalla Fondazione Museo della Shoah in collaborazione con Rai Documentari e con il sostegno dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma e dell’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane).

Inoltre il documentario gode dei seguenti patrocini: Presidenza del Consiglio dei MinistriMinistero della CulturaAmbasciata d’Israele in ItaliaRegione LazioRoma CapitaleUCEI – Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Comunità Ebraica di RomaAssociazione Figli della Shoah.

Il documentario viene proposto come seguito di un primo progetto realizzato dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma, andato in onda su Rai2: Storie della Shoah in Italia. I complici.

Il progetto di taglio storico-divulgativo del primo documentario, basato sulle più recenti acquisizioni della storiografia italiana e internazionale, prosegue con il racconto delle vicende di coloro che hanno aiutato gli ebrei durante il periodo dell’occupazione nazista dell’Italia. I Giusti fra le Nazioni sono infatti coloro i quali hanno aiutato, a rischio della vita, gli ebrei. Nascondendoli, fornendo cibo, medicine e documenti falsi o organizzando vere e proprie reti di solidarietà, allo scopo di metterli al sicuro dalla persecuzione nazi-fascista. Il titolo di Giusto viene conferito dallo Stato di Israele dopo una rigorosa indagine storico-scientifica che accerta l’effettiva realtà dei fatti.

Le vicende di alcuni Giusti sono già state raccontate in film e sceneggiati di successo in tutto il mondo (ad esempio con i film “Schindler’s List”, o “Perlasca”), tuttavia mancava un documentario che divulgasse in maniera ampia e rigorosa storie meno conosciute ma altrettanto importanti. Il documentario racconta infatti storie di persone comuni, per far conoscere la banalità del bene di tanti italiani che rischiarono, senza chiedere nulla in cambio, le loro vite per aiutare i perseguitati ebrei.

 

Per raccontare la storia dei Giusti tra le Nazioni Italiani gli autori si concentrano su alcune delle molte vicende avvenute in Italia tra il 1943 ed il 1945, per dare una visione d’insieme del fenomeno in tutta la sua complessità.

Attraverso l’intervista alla storica Chiara Dogliotti si ricostruisce la storia del cardinale Pietro Boetto e del suo segretario Don Francesco Repetto, che a Genova, operarono assieme ad una organizzazione ebraica creando una rete di aiuto e solidarietà che permise la salvezza di centinaia di perseguitati, alcuni dei quali riuscirono, grazie a questa stessa rete, a fuggire in Svizzera. La testimonianza di Nicoletta Teglio, figlia di Massimo Teglio, aviatore genovese di religione ebraica che collaborò con la Chiesa cattolica nel creare la rete di solidarietà, racconta con grande lucidità gli eventi che l’hanno visto protagonista.

Il commendatore Alberto Zapponini editore della “Guida Monaci”, a Roma, nascose negli uffici della sua società la famiglia Fiorentini per tutto il periodo dell’occupazione nazista della Capitale. Grazie alla testimonianza di Mirella Fiorentini, che ha concesso una emozionante intervista, nel 2021 Alberto Zapponini è stato riconosciuto Giusto tra le Nazioni

Mario Martella era un tipografo romano che riuscì ad avvertire in tempo la famiglia Sabbadini, proprietari di una tipografia, della razzia del 16 ottobre, e successivamente salvò gli anziani della stessa famiglia, prelevandoli con la sua auto e nascondendoli nella sua abitazione di campagna. Martella rileva la tipografia dei Sabbadini, la mantiene efficiente e nel dopoguerra la restituisce ai legittimi proprietari. Nel 2008 Mario Martella viene nominato Giusto tra le Nazioni. La vicenda viene ricostruita attraverso i ricordi della figlia Carla, di Paolo Sabbadini e con una intervista allo stesso Mario Martella registrata pochi anni prima della sua morte ed inedita in televisione.

Bruno Fantera, all’epoca ventiduenne, salvò la famiglia di Gino Moscati allora Shammash (custode) della Sinagoga di Roma. Questa vicenda viene raccontata attraverso le testimonianze inedite dei protagonisti: Bruno Fantera intervistato dal nipote Francesco e Giacomo (Mino) Moscati, all’epoca quattordicenne, intervistato nel 2015, pochi anni prima della morte. 

Il documentario si sviluppa attraverso gli interventi della storica Isabella Insolvibile, che racconta le vicende dei Giusti a Gerusalemme, nel Giardino dei Giusti, all’interno dell’Istituto Yad Vashem.

Sempre a Gerusalemme sono stati intervistati Yoel Zisenwine, direttore del dipartimento dei Giusti, e Iael Nidam-Orvieto, italiana a capo del centro ricerche, dell’Istituto Yad Vashem. All’interno della Sinagoga italiana a Gerusalemme è stato intervistato Sergio Della Pergola, professore emerito dell’Università Ebraica di Gerusalemme e membro della Commissione che assegna l’onorificenza di Giusto tra le Nazioni.

Sono stati anche intervistati storici esperti nella storia della Shoah in Italia, tra gli altri Gabriele Rigano, Amedeo Osti Guerrazzi e la già citata Chiara Dogliotti.

Storie della shoah in Italia. I Giusti con la regia di Alessandro Arangio Ruiz, contiene le musiche originali di Leonardo Svidercoschi, filmati di repertorio provenienti da archivi storici dell’Istituto Luce e del CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), documenti originali e fotografie provenienti da archivi storici pubblici e privati.

 

Il documentario "Storie della Shoah in Italia. I Giusti", in proattiva antitesi con il precedente lavoro della Fondazione focalizzato sulle figure dei "complici" della Shoah, dichiara il Presidente della Fondazione Mario Venezia, rivolge l'attenzione alla parte edificante della Storia, in netta continuità con lo spirito della Fondazione, dei suoi Collaboratori e Donatori.

La scelta di porre l'accento su una dimensione positiva testimonia l'Impegno costante della Fondazione nel contribuire a una comunicazione sobria ed equilibrata, in contrapposizione alla brusca retorica antisemita, tornata purtroppo alla ribalta nei tempi correnti. 

La programmazione futura si configura come fulcro delle attività della Fondazione e, in questo caso, la prospettiva costruttiva emerge non solo nella linea narrativa, ma anche nei contenuti del documentario. Confidiamo che questo prodotto possa ispirare un senso di riflessione e di apprezzamento per le azioni coraggiose compiute durante quei periodi bui, e che contribuisca in modo esemplificativo alla diffusione di valori umani fondamentali, soprattutto nella Scuola, da sempre partner privilegiata della Fondazione. 

 

REGISTA

Alessandro Arangio Ruiz lavora dagli anni ’80 nel mondo del cinema e della televisione occupando diverse mansioni.

Dalla prima edizione del Festival del documentario “Visioni dal Mondo” fa parte del comitato di selezione, responsabile delle giurie e presentatore del concorso italiano durante i giorni del Festival. Ha curato per tre anni la sezione Docudrama del RomaFictionFest.

I principali documentari in cui ha lavorato:

  • Ribelli per amore: i cattolici e la Resistenza e Alcide De Gasperi – Un uomo di Stato. Autore e produttore, entrambi andati in onda nel 2003 nella serie La Storia siamo noi.
  • Lunedì Sera: Giulio Bosetti e Glauco Mauri. Produttore, autore e regista dei due documentari andati in onda nel 2004 su RAI DOC.
  • Somalia, Un leone senza denti I figli dell’Ararat. Organizzatore generale per i due documentari andati in onda nel 2011 su Rai 3, coprodotti con Rai Cinema.

 

Storie della Shoah in Italia. I Giusti è il suo secondo documentario prodotto dalla Fondazione Museo della Shoah.

 

 

AUTORI

Isabella Insolvibile è una storica, autrice di volumi sulla Resistenza, la prigionia e i crimini di guerra. Collabora con la Fondazione Museo della Shoah ed è membro del comitato scientifico della trasmissione televisiva di Rai 3, condotta da Paolo Mieli, “Passato e Presente”, della quale è ospite ricorrente. Consulente scientifica e conduttrice di programmi di Rai Cultura-Rai Storia dal 2015, ha recentemente lavorato per due documentari della serie “Nel secolo breve”, in onda su Rai Storia e, per gli anniversari del 2023, su Rai 3: 1943: lo sbarco in Sicilia e 1943: la Resistenza a Cefalonia e Corfù. In occasione delle due ultime Feste della Liberazione, è stata il volto dei documentari realizzati dalla Rai sui luoghi della visita del Presidente della Repubblica: La strage di Acerra (25.4.2022) e La strage di Boves (25.4.2023). Con la Fondazione Museo della Shoah, ha lavorato come autrice e conduttrice del primo dei documentari della serie Storie della Shoah, dal titolo I complici (regia di A. Arangio Ruiz, 2022).

 

Amedeo Osti Guerrazzi, è ricercatore in storia contemporanea presso l’Università di Padova.  Ha collaborato con l'Istituto storico germanico di Roma e con la Fondazione Museo della Shoah.

E’ autore di numerose pubblicazioni sul tema del fascismo e della persecuzione antiebraica. E’ autore del documentario “Storie della Shoah in Italia. I complici” (2022), per la regia di Alessandro Arangio Ruiz. Ha svolto attività di consulenza per il documentario “1938. Quando scoprimmo di non essere più italiani”, per la regia di Pietro Suber, e per alcune puntate del programma “Una giornata particolare” di Aldo Cazzullo per La7. Tra le sue ultime pubblicazioni vi sono le monografie: Nessuna misericordia. Storia della violenza fascista, Biblion, Milano, 2022 e Gli specialisti dell’odio. Delazioni, arresti, deportazioni di ebrei italiani, Giuntina, Firenze, 2021.

TEATRO TRASTEVERE: Evento Speciale Storia di un'improbabile corruzione 9,10 e 11 Febbraio 2024, Drammaturgia di Francesco Leonardo Marchionne, Regia di Prisca Lazzarin



 Associazione Culturale Teatro Trastevere


presenta


Storia di un’improbabile corruzione

9, 10 e 11 Febbraio 2024


Drammaturgia di Francesco Leonardo Marchionne


Regia di Prisca Lazzarini


Con Laura Alferi, Luca Lo Destro, Francesco Leonardo Marchionne


Aiuto regia: Carlotta Di Lorenzo


Tre attori si riscaldano prima di entrare in scena, tutto ciò che sanno è che devono portare a

termine una riscrittura dell’Ispettore Generale di Gogol'. Corruzione e Paura, protagoniste

indiscusse della commedia di Gogol' condizioneranno gli attori costantemente messi in

discussione da degli ordini proiettati su uno schermo, che è la produzione.


LO SPETTACOLO


In Storia di un’improbabile corruzione non ci sono vie di fuga, tutto si basa sulla costruzione

istantanea della scena mediante comandi dettati da un sistema produttivo. Un sistema che

segue logiche quantitative a discapito delle qualitative. Un meccanismo che inevitabilmente

corrompe gli attori, riducendoli a semplici esecutori di un testo. Si parte con il riscaldamento,

viene introdotto poi l’unico elemento scenografico: una quinta a vista. I costumi sono scarni e

ogni personaggio è definito da un solo accessorio. La resa dell’Ispettore generale di Gogol' viene

ripetutamente interrotta da cambi di direzione proiettati a mo’ di comandi su uno schermo.

Tutte queste sono scelte funzionali a porre in luce quanto un attore debba essere pronto ad

accogliere le più disparate richieste, utilizzando il suo unico strumento a disposizione: il proprio

corpo. La coralità che contraddistingue l’opera di Gogol' fatta di circa una ventina di

personaggi, è qui riproposta con dodici personaggi lasciati all’interpretazione di solo tre attori,

che sono i veri e propri protagonisti di questa drammaturgia.


Teatro Trastevere Il Posto delle Idee

Consigliata Prenotazione

Via Jacopa de Settesoli 3

feriali ore 21, festivi ore 17,30


Intero 13, Ridotto 10 (prevista tessera associativa)


Contatti: 065814004-3283546847

info@teatrotrastevere.it

Ufficio Stampa:

Vania Lai vanialai1975@gmail.com

martedì 23 gennaio 2024

GLORIA! di Margherita Vicario in concorso al Festival di Berlino



 GLORIA! opera prima della musicista e cantautrice Margherita Vicario


in concorso al Festival di Berlino

DALL'11 APRILE AL CINEMA


Still dal film Gloria! (Da sinistra: Veronica Lucchesi, Galatea Bellugi e Maria Vittoria Dall’Asta)


GLORIA! film d'esordio di Margherita Vicario, è stato selezionato per il Concorso Internazionale della

selezione ufficiale al 74. Festival Internazionale del Cinema di Berlino

Nel cast Galatea Bellugi, Carlotta Gamba, Veronica Lucchesi (La Rappresentante di Lista), Maria

Vittoria Dallasta, Sara Mafodda, Paolo Rossi, Elio (Elio e le storie tese), Natalino Balasso, Anita

Kravos, Vincenzo Crea, Jasmin Mattei

Firmano la sceneggiatura Anita Rivaroli e Margherita Vicario mentre le musiche del film sono composte dalla stessa Vicario con il produttore musicale Dade.

Sinossi

Ambientato in un istituto femminile nella Venezia di fine ‘700, Gloria! racconta la storia di Teresa, una giovane dal talento visionario, che, insieme a un gruppetto di straordinarie musiciste, scavalca i secoli e sfida i polverosi catafalchi dell’Ancien Régime inventando una musica ribelle, leggera e moderna. Pop!

"E’ una gioia immensa e un grandissimo onore per me partecipare alla competizione ufficiale della Berlinale - dichiara la regista Margherita Vicario - Gloria! è un film che ha la musica come protagonista e che usa la musica come linguaggio narrativo. E’ quello che ho sempre cercato di fare nel mio lavoro di cantautrice: unire cinema e musica.

Gloria! è il mio primo esperimento cinematografico in questo senso e ringrazio Tempesta e tutte le mie collaboratrici e i miei collaboratori per avermi aiutato a raggiungere questo primo straordinario traguardo."


GLORIA! è una produzione tempesta con Rai Cinema, in coproduzione con tellfilm (Svizzera), con il

contributo di MIC – Ministero della Cultura, Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, con il supporto di Ufficio Federale della Cultura Svizzero, con il contributo di Regione FVG, Film Commission FVG, con il contributo della Ticino Film Commission.

Al Cinema dall'11 aprile con 01 Distribution.

Margherita Vicario (classe ’88) è un’attrice e cantautrice diplomata all’Accademia Europea D’Arte
Drammatica. Negli anni dell’accademia scrive l’ ep ‘Esercizi Preparatori’ e ‘Minimal Musical’ il suo primo album da cantautrice. Scrive la tesi del B.A. in Performing Arts sull’uso della musica popolare nel teatro politico di Brecht e approfondisce lo studio del metodo Dalcroze, un sistema di pedagogia musicale basato sull’apprendimento delle regole musicali tramite l’ascolto e l’uso del corpo. Nel 2014 porta in giro per club e teatri il suo primo spettacolo concerto “LEM LEM - Liberi Esperimenti Musicali”. Nel frattempo lavora come attrice in film e serie televisive (Woody Allen, Lamberto Bava, Marco Pontecorvo, Pappi Corsicato). Portando avanti entrambe le carriere da attrice e musicista, pubblica nel 2021 il suo secondo album

“Bingo” con Universal. Collabora con artisti come Francesco Guccini, Vinicio Capossela, Vasco Brondi, Lo Stato Sociale, Raphael Gualazzi, Elodie, Rancore, la Rappresentante di Lista e molti altri. Nel 2023 scrive insieme ad Anita Rivaroli, musica affiancata da Dade e dirige la sua opera prima “GLORIA!” prodotta da tempesta, Rai Cinema e tellfilm.

Sul set del film, tempesta, ha adottato EcoMuvi, il disciplinare internazionale di sviluppo sostenibile per la certificazione delle produzioni audiovisive.


Ufficio Stampa Film

Jacopo Bistacchia

jacopo.bistacchia@gmail.com

+39 347 348 2991


01 Distribution Comunicazione

Annalisa Paolicchi – annalisa.paolicchi@raicinema.it

Rebecca Roviglioni – rebecca.roviglioni@raicinema.it

Cristiana Trotta – cristiana.trotta@raicinema.it

Stefania Lategana – stefania.lategana@raicinema.it

lunedì 22 gennaio 2024

Una favola tragica in scena al Teatro Marconi: La strada all'altezza degli occhi



  La strada all'altezza degli occhi  in scena fino al 28 gennaio al Teatro Marconi, è una favola tragica, immersa in una scenografia da sogno, che attira subito l'attenzione dello spettatore, una finestra obliqua, enorme, suddivisa in riquadri, che rimanda ad un mondo altro, ma che in realtà ha la funzione di specchio per lo spettatore, la cui immagine si fonde con quella dei personaggi.

Due anime fragili  e disperate si incontrano e cantano insieme, ognuna a suo modo la loro storia, facendo solo lievi ma profondi accenni alla loro reale condizione. Da una parte la fanciullesca Pina, (Tiziana Sensi) che fa la prostituta per mantenere in collegio suo figlio Guido, il suo passato non è roseo, il suo futuro forse non esiste, ma ciò non le ha rubato quella sua parte bambina, che si esprime attraverso la sua voce così dolce, che cambia e si inasprisce solo quando vede una siringa, causa di tutte le sue sventure.

La siringa è caduta dalla borsetta di Principessa (Mariano Gallo alias Priscilla), che proprio quella sera ha sbattuto contro quei vetri che separano Pina dal mondo esterno ed è entrato trascinandosi dentro casa sua.

i due si confrontano, si scontrano, portano il loro mondo all'altro attraverso due canzoni che li rappresentano: Via del campo di Fabrizio De Andrè per Pina "Via del Campo c'è una graziosa, gli occhi grandi color di foglia, tutta notte sta sulla soglia, vende a tutti la stessa rosa......dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori"

Principessa intona e balla "El negro zumbòn", celebre brano scritto da Trovajoli per il  film Anna di Lattuada, con Silvana Mangano.

Principessa è un travestito, è una drag queen? Principessa semplicemente è.

La siringa che ha nella borsetta serve per il diabete.

Il testo di Donatella Diamanti è poetico, e la magia della poesia prende corpo sul palco del Marconi grazie alla brillante recitazione di Tiziana Sensi e Mariano Gallo, all'attenta e capace regia di Luca Gaeta , non facile mettere in scena un testo come quello della Diamanti, che rovescia la prospettiva di visione che tutti abbiamo abitualmente, per porla a raso terra, la strada appunto all'altezza degli occhi, dove tutto è diverso, si ha la prospettiva di un'incombenza su d noi, tutto il mondo ci sovrasta, è la prospettiva visuale che normalmente hanno i vermi che non hanno gambe , e sono  costretti a strisciare, e in caso di pericolo a sotterrarsi.

                                                        Miriam Comito

LA STRADA ALL’ALTEZZA DEGLI OCCHI


di Donatella Diamanti


CON MARIANO GALLO e TIZIANA SENSI


Scene Alessandro Chiti

Regia Luca Gaeta


Aiuto Regia Caterina Gramaglia

Costumi Ilaria Ceccotti

Disegno Luci Francesco Bàrbera


Trucco Cristiana Ceccarelli, Grafica Mdesign Studio


Riprese e montaggio video Marco Aquilanti - Nuvole Rapide Produzioni


Foto Daniele Pedone e Tina Tripodo


DAL 18 AL 28 GENNAIO 2024

TEATRO MARCONI

Viale G. Marconi 698/E

Intero 25,00 – Ridotto 20,00 – Under 25 10,00

Giovedì/Sabato ore 21,00 Domenica ore 17,30

Info e prenotazioni 06 594 3554 info@teatromarconi.it

domenica 21 gennaio 2024

Un omaggio a Patroni Griffi con Metti, una sera a cena all'OFF/OFF Theatre



 L'OFF/OFF THEATRE, è davvero un posto particolare, sia perché è situato in una delle vie più belle ed eleganti di Roma: Via Giulia, sia perché il suo direttore artistico, Silvano Spada in un periodo , in cui molti teatri importanti di Roma sono chiusi, da tempo, non solo mantiene questo gioiellino aperto, ma decide di mettere in scena , uno dei testi più famosi di Patroni Griffi Metti, una sera a cena, dopo ben 20 anni che non veniva più programmato, e ne dà incarico  a Kaspar Capparoni, allievo prediletto di Patroni Griffi, di curarne la regia e interpretare il ruolo di Max, già interpretato da Capparoni nella versione del 2003.

La vicenda di Metti, una sera a cena è nota, dopo le prima messa in scena del 1967 dalla Compagnia dei giovani con la regia di Giorgio De Lullo, con Romolo Valli, Rossella Falk, Elisa Albani, Carlo Giuffrè, e Umberto Orsini, con repliche che si susseguirono per ben 2 anni, ne fu tratta una versione cinematografica, con la regia dello stesso Patroni Griffi, e interpretata da: Jean Louis Trintignant , Florinda Bolkan, Annie Girardot, Tony Musante e Lino Capolicchio.

Oltre a Capparoni troviamo in scena Laura Lattuada, Carlo Caprioli, Clara Galante e Edoardo Purgatori, i tre elementi clou della vicenda vengono simboleggiati attraverso gli oggetti, la macchina da scrivere per Michele, il letto per Ric, e al centro del palcoscenico la tavola, centro nevralgico di tutta la vicenda.

I personaggi entrano dalla fine della sala e si vanno a collocare sul proscenio di spalle al pubblico, questo mi ha ricordato i I sei personaggi in cerca di autore di Pirandello, d'altro canto Michele, Max, Nina, Giovanna e Ric sono dei personaggi,  quest'opera viene citata dallo stesso Patroni Griffi.

La scenografia , oltre agli oggetti già ricordati, si compone di luci sgargianti che cambiano colore a seconda della scena.

Il testo per quanto scritto ben 57 anni fa, è attualissimo, in quanto preconizzante di una paura degli altri, di chi può essere diverso e che non agisce secondo schemi già prestabiliti, che è esterno, e che tenta di spezzare quei legami densi all'interno del gruppo la famosa zattera, a cui, a esser sinceri tutti cerchiamo di aggrapparci, è assolutamente un dato di fatto, di un'attualità inquietante, che ci rassicura.

Un grazie sentito a Kaspar Capparoni per aver accettato questo incarico e a tutti gli altri attori, e mi sono commossa a vedere durante i ringraziamenti finali, Edoardo Purgatori che si è portato le dita alle labbra e poi ha alzato il braccio verso il cielo per mandare un bacio al papà Andrea.

                                                              Miriam Comito


Da venerdì 19 a domenica 28 gennaio 2024

Presso OFF/OFF Theatre, in Via Giulia, 20 – Roma


 


DIREZIONE ARTISTICA SILVANO SPADA

 

Ge.A.

presenta


Metti, una sera a cena


di Giuseppe Patroni Griffi


con


Kaspar Capparoni, Laura Lattuada, Carlo Caprioli, Clara Galante, Edoardo Purgatori


regia Kaspar Capparoni


Aiuto regia Orazio Rotolo Schifone - Scene Alessandro Chiti - Costumi Valter Azzini

Direzione tecnica e luci Umberto Fiore - Assistenza tecnica Gloria Mancuso


Un grande classico. Un testo cult, in equilibrio perfetto tra il teatro e il cinema. È “Metti, una sera a cena”,

per la regia di Kaspar Capparoni, omaggio dell’OFF/OFF Theatre ad un autore fondamentale per la

commedia italiana, creatore di storie che sono ancora oggi attualissime: Giuseppe Patroni Griffi. In via

Giulia da venerdì 19 a domenica 28 gennaio 2024 andrà in scena il testo firmato da Patroni Griffi, che

vedrà sul palco lo stesso Capparoni - tra gli attori amati dal drammaturgo -, seguito da Laura Lattuada,

Carlo Caprioli, Clara Galante e Edoardo Purgatori in una produzione a cura di Ge.A..

La commedia è un’indagine sui rapporti sentimentali di un gruppo di amici con serate, conversazioni e riti

che si ripetono e acrobazie di morbose relazioni, con la famosa scena d’amore a tre e l’omosessualità che,

all’epoca, crearono il grande scandalo con il ritratto lucido, disincantato e anticipatore delle nevrosi erotiche

della nostra epoca.

Protagonisti di questa edizione sono Kaspar Capparoni, attore prediletto di Patroni Griffi, Laura Lattuada,

Clara Galante, Carlo Caprioli e Edoardo Purgatori. Scene di Alessandro Chiti, costumi di Valter Azzini con

la regia dello stesso Capparoni, per un evento teatrale e di spettacolo, un omaggio a Giuseppe, autore e

regista protagonista di quel mondo teatrale di grande successo che ha segnato un’epoca.

La storia di “Metti, una sera a Cena”

Primo debutto della commedia nel 1967 al Teatro Eliseo e poi in scena per altri due anni in tutta Italia, protagonista la

celebre Compagnia dei Giovani con Rossella Falk, Romolo Valli, Carlo Giuffrè, Elsa Albani, un giovane Umberto

Orsini e regia di Giorgio De Lullo: grande successo di critica e pubblico e file ai botteghini e poi, ancora enorme

successo con l’edizione cinematografica campione di incassi con Florinda Bolkan, Jean- Louis Trintignant, Annie

Girardot, Tony Musante, Lino Capolicchio e la celeberrima colonna sonora di Ennio Morricone.


INFOFF


OFF/OFF THEATRE Via Giulia 19,20,21 00186 Roma - INFO: info@off-offtheatre.com

BIGLIETTERIA/TICKETING OFFICE Via Giulia, 20 Tel. + 39. 06. 89239515 biglietteria@off-offtheatre.com


Prevendita on line: www.vivaticket.it - SITO: http://off-offtheatre.com/


FB: https://www.facebook.com/OffOffTheatreRoma/ - IG: https://instagram.com/offoff.theatre?igshid=MzRlODBiNWFlZA==


Ufficio Stampa Carla Fabi e Roberta Savona

Carla: 338 4935947 carlafabistampa@gmail.com – Roberta: 340 2640789 savonaroberta@gmail.com

FB: www.facebook.com/UfficioStampaFabiSavona - IG: https://www.instagram.com/ufficiostampafabisavona

sabato 20 gennaio 2024

Un viaggio nelle anime fragili con Club 27 con e di Elisa Di Eusanio all'Altrove Teatro Studio



Club 27  di e con Elisa Di Eusanio è un viaggio nelle anime fragili, un percorso nell'abisso di chi non ce l'ha fatta, a sopravvivere a questo mondo, se vivere per tanti versi, può essere difficile per tutti, è decisamente , ancora più difficile, per le animi fragili, le persone che sentono troppo, un sentire che le fa stare male, che fa male, e dai cui è possibile uscire si, ma non tutti ci riescono.

Questo spettacolo è quindi, da una parte un omaggio a quelle persone che non ce l'hanno fatta, è tra i vari, la Di Eusanio ha scelto 6 artisti , sei rocker che nonostante abbiano raggiunto vette altissime di popolarità, non sono riusciti a sconfiggere il demone che se li è portati via a soli 27 anni.

Robert Johnson considerato il fondatore del Blues, si diceva che avesse fatto un patto con il diavolo, e mori in circostanze misteriose mai chiarite.

Janis Joplin, che fu oggetto di bullismo a scuola, per il suo aspetto considerato poco avvenente e per i suoi ideali di uguaglianza, (la Joplin è cresciuta in Texas, dove all'epoca, spopolava tragicamente il Ku klux klan), fu trovata morta, per un'overdose di eroina nella sua stanza di Albergo il 4 ottobre 1970.

Kurt Cobain, la cui estrema fragilità, gli impediva di guardare le persone negli occhi, di rapportarsi con esse, per l'estrema paura di essere ferito, e che lascia una lettera straziante alla moglie Courtney Love prima di spararsi un colpo alla testa, a casa sua l'8 aprile 1994.

Jimi Hendrix, che muore soffocato dal suo stesso vomito, anche lui in una stanza d'albergo per un rigurgito  improvviso dovuto a un mix di alcool e tranquillanti, il 18 settembre 1970 a Londra Lui che ha cambiato per sempre il modo di suonare la chitarra  e che ha dato un fortissimo impulso all'evoluzione della musica rock.

Amy Winehouse, che girava per le strade di Londra, con evidente bisogno di essere accudita, che gridava il suo dolore, il suo bisogno di amore a suo modo, ma con evidenza ed è stata ripagata, sbattendola su un palco anche quando stava male, trovata morta nella sua casa londinese il 23 luglio 2011.

Jim Morrison front man dei Doors, musicista, poeta, negli ultimi anni della sua vita si era dedicato alla poesia, arte sublime, fu trovato morto nella vasca da bagno della camera dell'hotel dove alloggiava a Parigi il3 luglio del 1971

Tutte queste persone sono accomunate dalla fragilità dal sentire troppo, dal non avere barriere e vengono raccontate in un mix tra prosa e concerto Rock da Elisa Di Eusanio, coadiuvata da Emiliano Merlin, Stefano Costantini e Fabio "Frombo2 Frombolini in modo assolutamente travolgente, coinvolgente, intimo! La Di Eusanio riesce, mettendo, anche la sua anima a nudo, a conquistare il pubblico, perchè oltre alla bravura, già dimostrata, anche in altri luoghi e contesti,  riesce, grazie alla sua forza, alla sua schiettezza, anche al suo commuoversi, e al suo altruismo,  a spezzare qualsiasi quarta parete.

Club 27 è uno spettacolo da una parte adrenalinico, da una parte spiazzante, per gli argomenti trattati, profondo, perchè non c'è davvero nulla di superficiale in questo spettacolo, viscerale, ma anche didattico, contro tutte le dipendenze.

                                                      Miriam Comito 


CLUB 27

Voce e interprete Elisa Di Eusanio

Chitarra e voce Emiliano Merlin

Batteria Stefano Costantini

Basso Fabio “Frombo” Frombolini

Foto di scena e locandina Manuela Giusto

Testo e regia Elisa Di Eusanio

Produzione


Florian Metateatro e Elisa Di Eusanio

DAL 19 AL 21 GENNAIO


Altrove Teatro Studio - Via Giorgio Scalia, 53 Roma

Biglietti: Intero 15€

Spettacoli: venerdì e sabato ore 20; domenica ore 17

Altrove Teatro Studio - Via Giorgio Scalia 53, Roma

Per informazioni e prenotazioni: telefono 3518700413, email ipensieridellaltrove@gmail.com

venerdì 19 gennaio 2024

Teatro Parioli: "Farà giorno" con Antonello Fassari, Alvia Reale, Alberto Onofrietti, regia di Piero Maccarinelli

 


31 GENNAIO | 11 FEBBRAIO 2024
Antonello Fassari, Alvia Reale, Alberto Onofrietti
FARÀ GIORNO
commedia in due atti di Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi
regia Piero Maccarinelli
scene Paola Comencini
musiche Antonio Di Pofi
produzione Teatro Franco Parenti
Antonello Fassari, Alvia Reale, Alberto Onofrietti, saranno in scena al Teatro Parioli dal 31 gennaio all’11 febbraio con FARÀ GIORNO, commedia in due atti di Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi, regia Piero Maccarinelli, musiche Antonio Di Pofi; produzione Teatro Franco Parenti.
Un vero e proprio LONG SELLER TEATRALE, dopo una prima edizione nel 2009 prodotta da Artisti Riuniti con Paolo Graziosi, Manuela Mandracchia e Alberto Onofrietti, nel 2011 lo spettacolo - prodotto dal Teatro Franco Parenti - resta in scena per 3 anni interpretato da Gianrico Tedeschi, Marianella Slazlo e sempre Alberto Onofrietti. Questa edizione viene ripresa per 2 stagioni nel 2018 con lo stesso cast e registrati per Rai Palcoscenico che la manda in onda per 3 anni consecutivi per festeggiare il 25 aprile. Nella scorsa stagione sempre al Teatro Franco Parenti viene presentata la nuova edizione con Antonello Fassari, Alvia Reale e Alberto Onofrietti che registra 4 settimane di tutto esaurito. Lo spettacolo viene ripreso quest’anno di nuovo al Franco Parenti per 3 settimane e approderà il 31 gennaio al Teatro Parioli di Roma. Caso unico nella drammaturgia italiana contemporanea la commedia di Menduni - De Giorgi viene rappresentata da 14 anni. Si tratta di un vero esempio di Commedia all’Italiana dove si ride, ci si emoziona, seguendo le parole di Renato, vecchio comunista, Emanuel, fascistello di periferia e Anna, la figlia di Renato, ex terrorista ora medico impegnato in
 organizzazioni umanitarie. Sono 3 personaggi che potrebbero apparentemente non avere nessun terreno comune eppure attraverso la conversazione, la pazienza e l’amore riescono a trovare un insospettabile accordo.
Tutto si svolge in un interno, la stanza di Renato, mentre fuori la città con il suo caotico e bruciante ritmo consuma energie. Ma non c’è nulla di minimalista, perché nella stanza di Renato l’incontro e lo sconto verte sulle differenti posizioni morali dei tre personaggi o sull’accettazione indotta di uno di loro, sul loro passato e il loro presente in una società sempre più disgregata, dove sembra sempre più difficile trovare principi fondanti comuni. 
Il testo vive sulle rimozioni del passato, sui sensi di colpa e su un orgoglio troppo superficialmente
esibito. Renato, vecchio partigiano e medaglia d’oro al valore della Resistenza, si trova sulla strada di
Manuel, teppista di periferia con spiccate simpatie nazifasciste. Manuel, uscendo dal garage condominiale, in una manovra scellerata, investe con l’auto Renato e “tratta” con lui un periodo di assistenza domiciliare solo per evitare una denuncia. Comincia così una sfida senza esclusione di colpi, anzi, una partita a due che tra azzardi, bluff ed inganni assumerà poco per volta i contorni di un confronto tra due opposte visioni della vita e del senso della Storia. In questo percorso ora aspro e diffidente, ora scanzonato e ironico, la comune ricerca di umanità e di verità li aiuterà a vincere le rispettive diffidenze rivelando le proprie debolezze e paure: il bilancio di una vita intera per l’uno, la mancanza di prospettive per il futuro per l’altro. 
L’inaspettato e improvviso ritorno a casa di sua figlia Aurora è, per Renato, l’evento che riapre la strada a dolorosi ricordi, ma anche alla speranza di una riconciliazione in cui ormai non credeva quasi più: li hanno separati trent’anni di silenzio e di lontananza ma, ancora prima di questo, la scelta di vita di Aurora e la decisione più difficile che un padre possa prendere. Nell’ultimo e più importante confronto della sua vita, Renato si trova a trasmettere a due generazioni così diverse e distanti tra loro un’eredità che oggi sembra ormai dispersa, fatta dei più alti ideali di libertà e di responsabilità. Renato, Aurora e Manuel con le loro storie, le loro sconfitte, le loro illusioni e la loro voglia di riscatto sembrano diventare figure simboliche di un Paese che cerca di ritrovare il senso di sé. 
Il testo, mantenendo l’ambientazione nel 2007, pur affrontando alcune importanti contraddizioni della
società italiana e non censurando i momenti di commozione, ha tutte le caratteristiche della commedia,
dotando i tre protagonisti di grande personalità, disincantata ironia e dialoghi vivaci e brillanti. 
Il regista Piero Maccarinelli riporta in scena un grande successo del passato, una commedia divertente e
commovente ormai divenuta un piccolo cult delle stagioni teatrali milanesi. Protagonista oggi, Antonello Fassari nel ruolo del vecchio partigiano Renato interpretato negli anni da Paolo Graziosi e Gianrico Tedeschi. Con lui sul palco, Alvia Reale e Alberto Onofrietti.
Lo spetta colo arriva ora a Roma per le ultime repliche, un’ultima occasione per vederlo!
 
Orari Repliche
Mer 31/01/24 21:00
Gio 01/02/24 21:00
Ven 02/02/24 21:00
Sab 03/02/24 21:00
Dom 04/02/24 17:00
Lun 05/02/24 RIPOSO
Mar 06/02/24 RIPOSO
Mer 07/02/24 21:00
Gio 08/02/24 17:00
Ven 09/02/24 21:00
Sab 10/02/24 21:00
Dom 11/02/24 17:00
BIGLIETTERIA
Via Giosuè Borsi, 20
E-MAIL: biglietteria@ilparioli.it – TELEFONO 06 5434851
Servizio WhatsApp 3517211283
 
ORARIO
Il botteghino seguirà il seguente orario:
Dal lunedì al giovedì 10.00 – 13.30 e 14.30 – 18.30 - venerdì 10.00 – 13.30
Sabato e domenica chiuso.
La biglietteria, nei giorni di spettacolo serale, dopo le 19.00 resterà aperta fino ad inizio spettacolo solo per le
operazioni riguardanti lo stesso.
VENDITA
È possibile acquistare i biglietti nelle seguenti modalità:
 Direttamente presso il nostro botteghino
 Telefonicamente attraverso i nostri operatori, con carta di credito (sono ammessi tutti i tipi di carte, escluse Diners e
American Express)
 Presso i punti vendita autorizzati
 Online sul sito di Vivaticket
I possessori di card libera potranno scegliere il proprio posto a partire dall’12 settembre al botteghino o online nella
sezione dedicata. Dopo l’emissione non sarà più possibile sostituire o annullare singoli biglietti e biglietti di card.
Per portatori di handicap che al momento dell’acquisto attestano l’invalidità, è prevista una di riduzione del 20%
circa. Per i disabili in carrozzina sono previsti posti dedicati. Si consiglia la prenotazione telefonica con qualche giorno
di anticipo. Il teatro non è provvisto di ascensore, l’accesso in platea per i disabili in carrozzina è fruibile tramite
montascale.
RIDUZIONI
Le riduzioni sono riservate agli under 26, over 65, ad esclusione del weekend e dei giorni festivi e prefestivi. Sono
previste ulteriori riduzioni su abbonamenti e biglietti per Cral, Scuole, Gruppi, Associazioni convenzionate,
contattando l’Ufficio Promozione del Teatro.
La direzione si riserva il diritto di sospendere le riduzioni.
COME RAGGIUNGERCI
Bus Linea 52 – 53 – 223 fermata Piazza Santiago del Cile
Taxi Stazione taxi Piazza Santiago del Cile
PARCHEGGI CONVENZIONATI
Parioli Garage – Viale Parioli,162 Tel. 06 8082380
Garage Parioli 2000 – Viale Parioli 11/c Tel. 06 8076188
Parking Locchi – Via Vittorio Locchi, 15 Tel.06 89134837 * chiude alle ore 21.00*domenica chiusi*
Capo Ufficio Stampa Teatro Parioli
Maya Amenduni
Mobile: 392 8157943
mayaamenduni@gmail.com

ARF film di animazione di Simona Cornacchia e Anna Russo dal 25 gennaio nelle sale- Recensione

 


A pochi giorni dalla giornata della memoria, uscirà nelle sale il 25 gennaio ARF, un film di animazione, realizzato in 2D,  con elementi in 3D e racconta la favola di un bambino e di un cane, liberamente ispirato al racconto "Il baffo del dittatore", che ormai da 15 anni è presente nelle scuole, sia nella versione normale che in quella didattica.

I film di animazione hanno una gestazione più lunga e complicata, ma riescono  a suscitare delle emozioni  molto più forti rispetto agli "altri " film, perchè vanno a toccare la parte più pura dello spettatore, quella bambina, ed è proprio questo l'intento di questo film, trasmettere emozioni, attraverso le azioni che arf fa, indicando la via della pace.

Il tema principale del film è l'amore tra bambini e animali, ARF, infatti è la nuova frontiera del canonico bau, per definire il verso del cane, ma non è un film solo per bambini, e non parla solo del loro rapporto con i cani.

ARF va ben al di là di questo, seppur importantissimo messaggio, e tutti sappiamo quanto bisogno ci sia di messaggi positivi in questo periodo,  va oltre perchè  Arf il bambino protagonista, allevato dalla cagnolina di famiglia, nel momento in cui viene a mancare la mamma naturale, vittima di un rastrellamento,  é lui stesso deportato in un campo per bambini, ma essendo lui un bambino cane, vede le cose come le vedrebbe un cane, quindi quello che lui vive, di negativo lo trasforma in qualcosa di positivo, la sua ingenuità  lo porta a vincere là dove , se non avesse la sua parte di purezza canina avrebbe perso.

Il film , quindi, si esprima per metafore, non è un film solo per bambini, ma anche per bambini, e per raccontare le atrocità delle deportazioni e dei campi di  concentramento ai più piccoli, era necessario raccontarla in modo delicato e si è scelta un' un angolazione anomala: quella del miglior amico dell'uomo.

Tutto il film è giocato sulle metafore, non c'è nulla di violento, tutto viene subliminato per diventare simbolo.

                                                     Miriam Comito

                                                              ARF

                                                                 di

                                          Simona Cornacchia e Anna Russo 

Liberamente ispirato al racconto “Il baffo del Dittatore”, di Anna Russo 

Durata: 75' 

In sala dal 25 gennaio 2024 

Presentato in anteprima al Sottodiciotto Film Festival Campus 2023

 il progetto si inserisce a pieno titolo nelle iniziative che vengono organizzate ogni anno per il 27 gennaio, Giorno della Memoria.

Il film si chiude con la canzone 'Pace', scritta da Tony Canto e Simone Cristicchi, interpretata da Simone Cristicchi su musica di Tony Canto.

Genoma Films, casa di produzione e distribuzione cinematografica, nasce nel 2016 con l’obiettivo di produrre film indipendenti di alto valore artistico e distribuirli attraverso le sale cinematografiche, i maggiori festival, le principali piattaforme e media nazionali e internazionali. In pochi anni la società ha prodotto e distribuito film e documentari con ottimi risultati e numerosi importanti riconoscimenti.

 

mercoledì 17 gennaio 2024

Emozioni e riflessioni al Teatro Basilica con Dove è finito lo zio Coso

 

Bellissimo spettacolo in scena al Teatro Basilica, Dov'è finito lo zio Coso tratto dal libro di Alessandro Schwed in arte Giga Melik "Lo zio Coso". 
Scenografia essenziale, teatro di parola , la narrazione e il dialogo posti al centro della messa in scena, che non va a cercare il piacere dell'occhio ma punta dritto alle emozioni, e alle riflessioni.
Per non dimenticare, contro l'oblio, contro il revisionismo, che purtroppo è sempre di moda.
Un uomo va alla ricerca delle sue radici e lo fa partendo per L' Ungheria, paese originario del padre, ci va per cercare suo zio, di cui ha visto solo delle foto, ma che sa essere la memoria di quella parte della sua famiglia che è stata spazzata via dalle conseguenze della Seconda Guerra Mondiale.
Fa il viaggio in treno, è proprio sul treno, metafora del messo usato per le deportazioni degli ebrei, che fa un incontro singolare e sconvolgente, incontra un sedicente veterinario, una maschera vera e propria dai caratteri mefistofelici, che gli dice che dal 1939 al 1945 non c'è stato nessun conflitto mondiale, ma solamente spettacoli e feste. Le parole del veterinario sono condite qua e là da sprazzi di antisemitismo, ma non si lesinano nel testo, anche riflessioni a tutto tondo sulla natura umana, che è volta all'errore che  genera dolore, dolore hai avuto dolore procurerai. 
C'è un antidoto? C'è un modo per uscire dalle pastoie del dolore e dalla ripetitività ciclica che la Storia ci propone e ripropone da sempre? Si ed è uno solo: la memoria che da individuale deve diventare collettiva, una goccia non fa nulla, ma tante gocce insieme fanno il mare. E' necessario, quindi ricordare, e far ricordare. 
Lo zio perchè si chiama Coso? Beh quando non si ricorda il nome di un oggetto, o come in questo caso di una persona, si usa dire coso, la metafora del revisionismo storico è, quindi già presente nel titolo, è il testo è un perfetto equilibrio tra tragedia e commedia, recitato in modo impeccabile e coinvolgente da Gianni Poliziani (Il dentista luciferino) e Alessandro Waldergan (l'uomo alla ricerca delle sue radici) ben diretti dalla regia che va a scavare nelle più disparate emozioni di  Manfredi Rutelli, che ha curato anche l'adattamento teatrale.
Vi consiglio di andarlo a vedere.
Ancora oggi in scena al TeatroBasilica
         
                                        Miriam Comito

TeatroBasilica
16 e 17 gennaio 2024
LST TEATRO
Dov’è finito lo zio coso
liberamente tratto dal romanzo “Lo zio Coso” di Alessandro Schwed
con Gianni Poliziani e Alessandro Waldergan
adattamento teatrale e regia Manfredi Rutelli
musiche originali e paesaggi sonori Paolo Scatena
luci Simone Beco


INFORMAZIONI
Il “TeatroBasilica” è diretto da l’attrice Daniela Giovanetti, il regista Alessandro Di Murro. Organizzazione
del collettivo Gruppo della Creta e un team di artisti e tecnici, con la supervisione artistica di Antonio
Calenda. Tutte le info sul TeatroBasilica a questo link: https://www.teatrobasilica.com/
Orari:
lunedì ore 19:00 - dal martedì al sabato ore 21:00 - domenica 16:30
Prezzi: Biglietto intero € 18,00
Biglietto ridotto € 12,00 (studenti, under 26, operatori)
Biglietto online € 15,00
Carnet 4 spettacoli € 40,00
Dove siamo:

Piazza di Porta San Giovanni 10, Roma
www.teatrobasilica.com
email: info@teatrobasilica.com
telefono: +39 392 9768519
Link utili
Sito https://teatrobasilica.com/
Facebook https://www.facebook.com/TeatroBasilica
Instagram https://www.instagram.com/teatrobasilica/
___________________________________
Ufficio Stampa TeatroBasilica
Agenzia Maya Amenduni comunicazione
Maya Amenduni +39 392 8157943
mayaamenduni@gmail.com
___________________________________










martedì 16 gennaio 2024

Torna in scena LA BANALITA’ DEL MALE, spettacolo tratto dall’opera di Hannah Arendt, con Anna Gualdo, dal 25 gennaio al 4 febbraio al Teatro Belli- Roma

 


LA BANALITA’ DEL MALE

Tratto dall’opera di Hannah Arendt

riduzione e adattamento di Paola Bigatto e Anna Gualdo


aiuto regia Elisa Menchicchi

con Anna Gualdo

dal 25 gennaio al 4 febbraio

TEATRO BELLI- ROMA


Torna in scena al Teatro Belli dal 25 gennaio al 4 febbraio, dopo il successo

ottenuto durante la scorsa stagione, LA BANALITA’ DEL MALE, spettacolo tratto

dall’opera di Hannah Arendt, con Anna Gualdo.

Hannah Arendt (1906 - 1975), filosofa, allieva di Heidegger e Jaspers, emigrata nel

1933 dalla Germania alla Francia, e da qui in America nel 1940, a causa delle

persecuzioni razziali, dal 1941 ha insegnato nelle più prestigiose università americane,

pubblicando alcuni tra i più importanti testi del Novecento sul rapporto tra etica e

politica. Nel 1961 segue, come inviata del The New Yorker, il processo Eichmann a

Gerusalemme: il resoconto esce prima sulle colonne del giornale nel 1963, quindi,

sempre nello stesso anno, in volume. Esso susciterà una grande ondata di proteste e

una accesa polemica soprattutto da parte della comunità ebraica internazionale, a

causa della particolare lettura che la Arendt, ebrea e tedesca, dà al fenomeno

dell’Olocausto e dell’antisemitismo in Germania. Otto Adolf Eichmann (1906 - 1962) fu

colui che, nei quadri organizzativi della Germania hitleriana, ebbe il ruolo di realizzare

logisticamente la “soluzione finale”, cioè lo sterminio degli ebrei al fine di rendere i

territori tedeschi judenrein. Sfuggito al processo di Norimberga, rifugiato in Argentina,

venne catturato dal servizio segreto israeliano, processato a Gerusalemme e

condannato a morte. Hannah Arendt osserva la macchina della giustizia di Israele con

implacabile occhio critico. Non esita, ebrea, a indagare le responsabilità morali e

dirette del popolo ebraico nella tragedia dell’Olocausto, né ad attribuire a tutto il

popolo tedesco pesanti responsabilità durante il Nazismo e ipocriti sensi di colpa

durante la ricostruzione post- bellica. Scopre che è la menzogna eletta a sistema di

vita sociale e politica la principale artefice delle tragedie naziste, la menzogna come

strategia esistenziale attuata prima di tutto nei confronti di se stessi: la capacità di

negarsi delle verità conosciute è il meccanismo criminale che porta il male ad apparire

banale, inconsapevolmente agito da personaggi che, come Eichmann, si dichiarano

sinceramente stupefatti dell’attribuzione di questa responsabilità. Il male estremo,

l’abominio criminale contro l’uomo rappresentato dal Nazismo non resta

tranquillamente relegato nei responsabili noti dei massacri e dell’organizzazione, ma

appare come una realtà sempre presente, in agguato nella pigrizia mentale,

nell’inattività sociale e politica, nel delegare le scelte di vita ad altri da noi, nell’usare

la banalità e la mediocrità come alibi morali. Coloro che sono sfuggiti a questo

meccanismo dimostrano, con la loro vita, il loro esempio e spesso il loro sacrificio, che

quella capacità di giudizio che ci esime dal commettere il male, non deriva da una

particolare cultura, bensì dalla capacità di pensare.

E dove questa capacità è assente, là si trova la “banalità del male”.

La forza del testo risiede quindi non solo nei contenuti storici e filosofici a cui si fa

riferimento (la nascita del Nazismo, le modalità dell’Olocausto, il processo di

Norimberga), ma soprattutto nell’esempio morale offerto dalla Arendt osservatrice: un

modello di equilibrio, di implacabilità nell’essere dolorosamente oggettiva e nel

sottolineare duramente le verità taciute da entrambe le parti processuali. Né il suo

essere ebrea, né il suo essere tedesca, né il trovarsi di fronte a uno degli assassini di

sei milioni di persone, altera la sua ricerca della verità e il suo sforzo di essere


oggettiva. È per questo che oggi, quando il grande potere dell’informazione pretende

di rifare gli accadimenti, di determinarne la realtà, quando la menzogna intellettuale

sembra prevalere nella comunicazione umana e lo spirito critico dei più sembra

acquietarsi nella “confortante coerenza delle ideologie”, il passionale e lucido sguardo

della Arendt rappresenta una lezione di estrema attualità.

Lo spettacolo nasce come costola di un progetto più ampio, “Arendt al plurale”, voluto

e immaginato da Paola Bigatto, nel quale le attrici Anna Gualdo e Sandra Cavallini,

attraverso un personale percorso drammaturgico, hanno dato vita a differenti

riedizioni del testo.

La direzione seguita da Anna Gualdo, è centrata sulla personalità di Eichmann, un

omino piccolo piccolo preso a paradigma di un sistema, sulla relazione tra la sua

incapacità di pensare e la mancanza di percezione delle proprie responsabilità.

In particolare la Gualdo, seguendo la Arendt, rintraccia nello strumento linguistico la

possibilità di mentire a se stessi, manipolando il linguaggio, o difendendosi dallo

scomodo pensare attraverso frasi fatte e slogan.

Lo spettacolo, nato per i banchi di scuola, come una lezione frontale tra professoressa

e alunni, si sofferma sul personaggio Eichmann e la sua vita, perché attraverso i

particolari e i dettagli, meglio si colgono i parallelismi e le similitudini tra i regimi

totalitari e la situazione attuale, dove la deresponsabilizzazione dell’individuo, in nome

della patria e dell’ideale, è molto simile alla capacità straniante della rete e dei social

oggi. La povertà del linguaggio e l’uso di “parole alate” ricordano purtroppo l’abisso di

Twitter e di slogan politici e la Arendt si scaglia contro la velocità di smemorizzazione,

pericolosamente vicina al negazionismo, per la necessità di un racconto inteso come

memoria storica, perchè “ i vuoti di memoria non esistono: qualcuno resterà sempre

in vita per raccontare.”


orario spettacoli

giovedì e venerdì ore 21,00

sabato ore 19.00

domenica ore 17,30

orario botteghino

giovedì e venerdì ore 18,00/22,00

sabato ore 15,00/20,00

domenica ore 15,30/18,30

Prezzi: Interi € 20,00 – Ridotti € 15,00


TEATRO BELLI

piazza Santa Apollonia, 11a

tel. 065894875


info@teatrobelli.it – www.teatrobelli.it


Ufficio Stampa


Maresa Palmacci tel. 348 0803972; palmaccimaresa@gmail.com

TeatroBasilica: Lucia Mascino in “Smarrimento”, il monologo scritto e diretto da Lucia Calamaro

 


TeatroBasilica

dal 25 gennaio al 4 febbraio 2024

LUCIA MASCINO E LUCIA CALAMARO

SMARRIMENTO

Il cabaret esistenziale scritto e diretto da Lucia Calamaro

Interpretato da Lucia Mascino

uno spettacolo scritto e diretto da Lucia Calamaro

per e con Lucia Mascino

scene e luci Lucio Diana

costumi Stefania Cempini

produzione Marche Teatro_Teatro di Rilevante Interesse Culturale


“Smarrimento”, il monologo scritto e diretto da Lucia Calamaro interpretato da Lucia Mascino, dopo il

successo ottenuto in questi anni a livello nazionale e in Francia lo scorso ottobre, torna a grande richiesta

in scena a Roma dal 25 gennaio al 4 febbraio al TeatroBasilica.

Smarrimento vanta la scena di Lucio Diana, i costumi di Stefania Cempini ed è prodotto da Marche

Teatro_Teatro di Rilevante Interesse Culturale.

Smarrimento è uno spettacolo tragicomico, un cabaret esistenziale di una scrittrice in crisi che ha dei

personaggi iniziali di vari romanzi che non scriverà mai, perché non riesce ad andare avanti. Gli editori, per

sfangare l’anticipo, le organizzano reading/conferenze in giro per l’Italia, in modo da tirar su qualche

economia mentre lei non produce niente di nuovo e in un colpo solo riuscire a vendere all’uscita degli

eventi, qualche copia delle vecchie opere. Quando non si riesce a continuare, non si può che ricominciare.

Smarrimento segna l’incontro artistico di due indiscutibili talenti: l’attrice di teatro, cinema e televisione

Lucia Mascino e la pluripremiata drammaturga e scrittrice Lucia Calamaro.

Lo spettacolo sarà poi in scena a Napoli dal 7 al 12 maggio 2024 al Teatro Bellini.

Lucia Calamaro è una delle più interessanti drammaturghe e registe italiane contemporanee. Vincitrice di

tre premi UBU e del recentissimo premio Hystrio alla drammaturgia 2019, ha scritto e diretto negli ultimi

anni testi innovativi e molto apprezzati dal pubblico e dalla critica.

Lucia Mascino, Lucia Mascino, attrice poliedrica e sui generis, la cui carriera spazia dal teatro, alla

televisione, al cinema sia d’autore che popolare, ha ottenuto riconoscimenti prestigiosi tra i quali: 4

candidature ai Nastri d’argento, il Premio Anna Magnani per il cinema nel 2018 come miglior attrice

protagonista e il Premio Flaiano per il teatro nel 2023.


INFORMAZIONI

Il “TeatroBasilica” è diretto da l’attrice Daniela Giovanetti, il regista Alessandro Di Murro. Organizzazione

del collettivo Gruppo della Creta e un team di artisti e tecnici, con la supervisione artistica di Antonio

Calenda. Tutte le info sul TeatroBasilica a questo link: https://www.teatrobasilica.com/

Orari:

lunedì ore 19:00 - dal martedì al sabato ore 21:00 - domenica 16:30

Prezzi: Biglietto intero € 18,00

Biglietto ridotto € 12,00 (studenti, under 26, operatori)

Biglietto online € 15,00

Carnet 4 spettacoli € 40,00

Dove siamo:

Piazza di Porta San Giovanni 10, Roma

www.teatrobasilica.com

email: info@teatrobasilica.com

telefono: +39 392 9768519

Link utili

Sito https://teatrobasilica.com/

Facebook https://www.facebook.com/TeatroBasilica

Instagram https://www.instagram.com/teatrobasilica/

___________________________________

Ufficio Stampa TeatroBasilica

Agenzia Maya Amenduni comunicazione

Maya Amenduni +39 392 8157943

mayaamenduni@gmail.com

___________________________________

TeatroBasilica: dal 19 gennaio “I treni della felicità”, di Laura Sicignano e Alessandra Vannucci



TeatroBasilica

dal 19 al 21 gennaio 2024

I TRENI DELLA FELICITÀ

Drammaturgia Laura Sicignano e Alessandra Vannucci

con Fiammetta Bellone, Federica Carrubba Toscano, Egle Doria

musiche di scena eseguite dal vivo Edmondo Romano

scena Francesca Marsella

costumi Daniela De Blasio

luci, video e foto Luca Serra

tecnica Francesca Mazzarello


“Andate in Alta Italia? Attenti, che quando arrivate i comunisti vi trasformano in sapone!” Allora

spaventata dissi: “Io non ci vado più.” Mio fratello e mia sorella invece, che erano più piccolini,

dicevano: “Andiamo, andiamo col treno! Non l’abbiamo mai preso il treno”.

Luigina, 13 anni, Lazio.


Sarà in scena al TeatroBasilica dal 19 al 21 gennaio 2024, lo spettacolo “I treni della felicità”,

drammaturgia di Laura Sicignano e Alessandra Vannucci. In scena Fiammetta Bellone, Federica Carrubba

Toscano, Egle Doria; musiche di scena eseguite dal vivo Edmondo Romano.

Questa storia nei libri di storia non c’è. Racconta un episodio storico dell’immediato Dopoguerra che vede

protagoniste le donne nell’organizzazione di convogli che hanno trasferito “in Alta Italia”, principalmente in

Emilia Romagna, circa 70 mila bambini in condizioni di assoluta miseria da tutta la penisola. Il primo

convoglio partì da Milano nel 1945 e fu organizzato dalle donne comuniste milanesi ed emiliane. Non era

più un treno di morte come i convogli dei deportati, ma ricostruiva la vita. A chiamarli “treni della felicità”

fu il sindaco di Modena; a lanciare l’iniziativa furono le donne della neonata Udi, a partire dall’idea di

solidarietà laica che animava Teresa Noce, battagliera dirigente comunista e partigiana da poco rientrata

dal campo di sterminio di Ravensbrük.

I lunghissimi viaggi in treno rappresentavano per i ragazzini un percorso di formazione, anche segnato dal

trauma dell’abbandono, che coincideva con la conoscenza del paesaggio italiano distrutto dalla guerra. Pur

non essendo ricche, le famiglie ospitanti accoglievano i bambini come figli, nell’idea che l’Italia si sarebbe

risollevata e ricostruita grazie alla collaborazione di tutti. I piccoli vennero rivestiti, mandati a scuola, curati,

in cambio di niente, grazie anche all’appoggio del Pci, dei Cln locali, delle sezioni Anpi, delle

amministrazioni e della popolazione in genere. Si intrecciarono non solo storie pratiche di soccorso, ma

storie emotive di relazioni e di affetti che poi durarono nel tempo. Storie di chi sapeva costruire comunità.


Lo spettacolo vuole indagare quest’episodio dal punto di vista femminile, in una riflessione sulla maternità

come condizione non solo biologica, ma anche etica e politica. Quattro interpreti provenienti da diverse

regioni italiane restituiranno questo affresco di un’Italia possibile, vissuta e sognata attraverso la

solidarietà tra donne. Le attrici dello spettacolo si mettono in scena con un atto di generosa autobiografia,

in un processo di svelamento di sé, in relazione alla storia, come donne del presente, che derivano da

quelle donne, dialogano con esse e si interrogano sulle proprie scelte e la propria posizione in un mondo

diverso da quello di allora, che vorrebbero provare a trasformare, con un’azione di responsabilità

personale. La vicenda dei bambini che partirono con i treni della felicità è straordinaria al punto da

sembrare oggi frutto di fantasia, ma è assolutamente vera e fa parte, per fortuna, della nostra storia.


INFORMAZIONI

Il “TeatroBasilica” è diretto da l’attrice Daniela Giovanetti, il regista Alessandro Di Murro. Organizzazione

del collettivo Gruppo della Creta e un team di artisti e tecnici, con la supervisione artistica di Antonio

Calenda. Tutte le info sul TeatroBasilica a questo link: https://www.teatrobasilica.com/

Orari:

lunedì ore 19:00 - dal martedì al sabato ore 21:00 - domenica 16:30

Prezzi: Biglietto intero € 18,00

Biglietto ridotto € 12,00 (studenti, under 26, operatori)

Biglietto online € 15,00

Carnet 4 spettacoli € 40,00

Dove siamo:

Piazza di Porta San Giovanni 10, Roma

www.teatrobasilica.com

email: info@teatrobasilica.com

telefono: +39 392 9768519

Link utili

Sito https://teatrobasilica.com/

Facebook https://www.facebook.com/TeatroBasilica

Instagram https://www.instagram.com/teatrobasilica/

___________________________________

Ufficio Stampa TeatroBasilica

Agenzia Maya Amenduni comunicazione

Maya Amenduni +39 392 8157943

mayaamenduni@gmail.com

___________________________________