domenica 24 febbraio 2019

BALLANTINI FA RIVIVERE SENZA EDULCORAZIONI ETTORE PETROLINI ALL OFF OFF THEATRE

Da martedì 19 a domenica 24 febbraio 2019

VIA GIULIA, 19, 20, 21 - ROMA



DIREZIONE ARTISTICA SILVANO SPADA

BALLANTINI E PETROLINI
DALLE OPERE DI ETTORE PETROLINI

Scritto ed interpretato da
DARIO BALLANTINI
accompagnato dalla fisarmonica del maestro Marcello Fiorini

scene Sergio Billi, costumi Dario Ballantini e Nadia Macchi, sartoria Enrica Bombardieri, materiali trucco Mariangela Palatini,
direzione tecnica Claudio Allione, direzione organizzativa Nadia Macchi
regia Massimo Licinio

Torna a rivivere la Roma del grande Ettore Petrolini

Dario Ballantini, è colui che ha reso al meglio l'anima di Ettore Petrolini, non perchè gli altri non siano stati bravi, ma perchè mentre gli altri si sono prodotti in "Gastone" addolcendolo, facendolo quasi proprio, Ballantini, da sempre appassionato e studioso di Petrolini, ha cercato una formula diversa per il suo spettacolo, l'artista livornese alterna, il racconto di come nasce questo spettacolo, parlando di suo nonno che sulla tomba ha voluto le due maschere emblema della tragedia e della commedia greca, dei suoi genitori a cui non piacevano i comici che si esprimevano soprattutto con movenze del viso, perchè li reputavano privi di contenuti, per poi ricredersi quando Franco Franchi incise un disco, parallelamente al racconto della vita di Petrolini, dalla nascita in Via Giulia, a Roma, che per coincidenza è anche la via dove si trova l'Off Off Theatre, l'essere cacciato da scuola, perchè durante una baruffa aveva ferito un compagno, i primi anni in cui si esibiva in un teatrino di Campagnano o in quella piazza di circo che era Piazza Guglielmo Pepe nei primi del 900', l'ostracismo della critica, la genialità di Petrolini, padre di tutti i comici italiani. 
Questa narrazione in cui lo spettatore si trova di fronte Dario Ballantini si alterna con i pezzi più significativi del repertorio Petroliniano, passando dalle canzoni, ai Salamini, a Fortunello, a Nerone a Gastone. E là sembra davvero rivivere Ettore Petrolini, perchè Ballantini non  lo addolcisce ma lo lascia così come era davvero, senza farne un'interpretazione personale, ma restando il più possibile aderente all'originale. Da non far passare in secondo piano anche la spiegazione di come sono nati certi personaggi come Gigi er bullo, quindi brallantini ha fatto un studio completo su uno dei maggiori geni artistici, seppur incompresi dalla critica del 900'.
Miriam Comito




Da martedì 19 a domenica 24 febbraio all'OFF/OFF Theatre risplende la Roma del grande Ettore Petrolini, grazie allo spettacolo Ballantini e Petrolini, diretto e interpretato da Dario Ballantini che porta in Via Giulia uno dei cavalli di battaglia del suo repertorio giovanile, tratto dalle opere del grande maestro dell'avanspettacolo: Ettore Petrolini.

Con la consueta maniacale ostinazione per il totale camuffamento, l’artista livornese riesce a far rivivere, in una versione più aderente possibile all’originale, sette personaggi creati dal grande comico romano nato a fine ‘800: Gigi Il Bullo, Salamini, la Sonnambula, Amleto, Nerone, Fortunello e Gastone, che si ripresentano in scena nel nuovo millennio. Tra un personaggio e l’altro, Ballantini si trucca a vista utilizzando una sorta di camerino aperto, recuperando anche i suoi vecchi trucchi teatrali. L’artista livornese, celebre al grande pubblico grazie alla sua grande capacità interpretativa e imitativa, approfondisce alcuni contenuti ed osservazioni per spiegare e dare importanza al recupero di una memoria collettiva e per preservare il futuro dei comici dalla mancanza di agganci culturali col passato.

Ettore Petrolini può essere infatti considerato il precursore di tutta la comicità italiana, e moderna compresa, visto l'ampio ventaglio di creazione dei personaggi che, corredati da rudimentali trucchi speciali, sono stati anche di ispirazione per molti grandi interpreti della scena italiana. Il lavoro di ricerca di trucchi e costumi originali, restituisce l’atmosfera pionieristica di questo genio assoluto. Il commento musicale e la riproposizione dei successi “Petroliniani” sono affidati al virtuoso fisarmonicista e compositore Marcello Fiorini, che ne ha curato anche gli arrangiamenti. La Regia, dopo il successo dello spettacolo “Da Balla A Dalla – Storia di un imitazione vissuta” tutt’ora in scena nei teatri italiani, è affidata a Massimo Licinio.

OFF/OFF THEATRE
Via Giulia 19 – 20 – 21, Roma / DIREZIONE ARTISTICA SILVANO SPADA
Costo Biglietti: Intero 25€; Ridotto Over65 18€; Ridotto Under35 15€; Gruppi 10€ – info@altacademy,it
Dal Martedì al Sabato h.21,00 – Domenica h.17,00
Info e Prenotazioni+39 06.89239515 offofftheatre.biglietteria@gmail.com

sabato 23 febbraio 2019

Il lato positivo del Call Center? Vieni a scoprirlo al Teatro de'Servi.CALL CENTER 3.0

MAURO ATTURO                         NICOLA CANONICO
               per Problem Solving           &            per Good Mood
Presentano
CALL CENTER 3.0
Scritto e diretto da Roberto D’Alessandro

Con
Franco Oppini, Milena Miconi, Luca Capuano, Karin Proia Pietro Genuardi, Roberto D’Alessandro e Cecilia Taddei

CALL CENTER 3.0 è uno spettacolo dinamico e attuale,  dinamico perchè i personaggi sono continuamente in movimento, ma non fisicamente come ci si potrebbe aspettare, hanno tutti un moto interno di cambiamento, e chi o meglio cosa li aiuta a  fare il giro di boa della loro vita? 
Il call center! Si proprio il call center quel luogo dai più visto come l'ultima spiaggia, come un calcio di rigore al 90°, quel luogo che pullula di laureati che non hanno trovato nulla di meglio.
Questo spettacolo vuole ribaltare la brutta nomea del call center, e come per dargli nuovo lustro lo rende 3.0, ambientandoci una storia corale, in cui si narrano le vicende di vari personaggi, tutti in qualche modo sconfitti dalla vita, che più seriamente chi meno, ma comunque sconfitti che grazie proprio ad un call center rinascono a nuova vita.  La compagnia è senza dubbio molto affiatata, mi sento di nominare in particolare Milena Miconi la cui interpretazione del ruolo di Giovanna (l'ultima arrivata tra le telefoniste) è stata veramente calzante. Uno spettacolo brioso, colorato, con un fondo di tragedia che non voglio svelare. Divertente, con un buon ritmo, in scena fino al 10 marzo al Teatro de'Servi di Roma
Miriam Comito



di noi non ha mai ricevuto una telefonata da un Call Center?  Sembrava essere una delle tante per Giovanna che l'ultimo giorno dell'anno si ostina a raggiungere il suo obiettivo di fine produzione ed invece compone un numero di telefono che coinvolgerà in un episodio dal risvolto tragicomico l’intero Call Center.  Tutto, in questa storia, sembra essere fuori dall'ordinario. Protagonista della vicenda è appunto un call center, anzi no, la sua proprietaria Luisa, anzi no, la sua proprietaria col suo compagno Mario, anzi no... la vera protagonista è l’ultima nuova assunta, Giovanna, con il suo tutor Filippo, anzi no, protagonista è la disperazione di un licenziato, uno a cui dà di volta il cervello e decide di farla finita trascinandosi dietro più gente che può, così il mondo impara. Protagonista vero è Giorgio, un uomo che fatica a rapportarsi con il mondo che gli cambia continuamente davanti agli occhi. La donna delle pulizie e una guardia giurata completano i personaggi di questa storia.

Un mondo migliore è possibile, in questo Occidente precarizzato, socialmente polverizzato? Viviamo in una civiltà prossima alla dissolvenza, eppure anche ciò che sembrerebbe irrecuperabile può diventare un’occasione per rendere le persone migliori. E così Luisa, illuminata proprietaria e manager della società, crea intorno a sé un mondo dove le persone stanno bene, e riesce a redimere anime disperate come Giovanna e come Giorgio, complici i suoi fedeli collaboratori, Mario e Filippo. Come è possibile una storia del genere? È possibile solo se nel cuore delle persone alberga l’amore, quello che nasce e quello che finisce, quello che c’era e quello che ci sarà. CALL CENTER è una commedia di situazione, dove l’umanità dei personaggi e i loro rapporti, tra contrasti, speranze, desideri, illusioni animano una notte di San Silvestro che resterà impressa per sempre nelle loro anime. Una commedia brillante, a tinte un po’ tragiche, un po’ rosa, con un finale da ultimo dell’anno: a fuochi d’artificio perché infondo Un mondo migliore è davvero possibile.


Dal 22 febbraio al 10 marzo
TEATRO DEI SERVI
Via del Mortaro, 22 – Roma
1° settimana Venerdì ore 21, Sabato ore 17.30 e 21, Domenica ore 17.30
II e III settimana da Martedì a Venerdì ore 21, Sabato ore 17.30 e 21, Domenica ore 17.30
Prezzi: platea 24 euro Galleria 20 euro

venerdì 22 febbraio 2019

Uno spettacolo d'atmosfera al Piccolo Eliseo- SHAKESPEA RE DI NAPOLI

STAGIONE TEATRALE 2018| 2019

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Teatro Segreto presenta

Piccolo Eliseo

21 Febbraio | 3 Marzo 2019

Shakespea  Re di  Napoli

composto e diretto da Ruggero Cappuccio

con Claudio Di Palma e Ciro Damiano

musiche Paolo Vivaldi

scene e costumi Carlo Poggioli

luci Giovanna Venzi

aiuto regia Nadia Baldi

edizione Einaudi



La prima parola che mi viene in mente attorno allo spettacolo SHAKESPEA RE DI NAPOLI è atmosfera, immediatamente seguita da: luci, ombre, verità, menzogna, affabulazione, realtà, vita, morte, suono, silenzio. Se ad una prima lettura questi termini, o alcuni di essi, possono sembrare slegati tra loro, basta andare un po' più a fondo e si intuisce chiaramente che non lo sono, per arrivare poi alla sicurezza finale, che siano strettamente concatenati tra loro.

Uno spettacolo unico nel suo genere, con un testo scritto in napoletano seicentesco, che i più, e io sono tra una di questi, capiscono molto relativamente, ma non importa, il capire poco, o meglio cogliere una parola su 10 somiglia da vicino a quelle pennellate di luce che i pittori mettono in quei quadri oscuri, misteriosi, ma che attraverso leggere ma brillanti folate di luce, che come un vento brioso si poggiano sulla tela mettono in chiaro l'importante, il centro, l'ombelico della vicenda.  A fronte di questo tipo di testo, la recitazione è stata molto esplicita, niente è stato lasciato al "per sottrazione".
 Uno spettacolo, forse non per tutti, ma che è va in giro per i teatri da 25 anni, ciò vuol dire che la voglia di lasciarsi trascinare in qualcosa di sconosciuto, o non immediatamente identificabile c'era, c'è e ci sarà.
Miriam Comito


Sarà in scena al Piccolo Eliseo dal 21 febbraio al 3 marzo 2019, SHAKESPEA RE DI NAPOLI, lo spettacolo che da 25 anni attraversa i palcoscenici dei teatri italiani ed esteri. Il testo di Ruggero Cappuccio, pubblicato nella Collana Classici Einaudi è interpretato da Claudio Di Palma e Ciro Damiano. La messinscena nata al Festival di Sant’Arcangelo diretto da Leo De Berardinis nel 1994 ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti internazionali. Shakespea Re di Napoli continua ad affascinare platee e generazioni diverse costituendo uno dei rarissimi esempi di lunga durata nell’ambito delle produzioni private italiane.


Shakespea Re di Napoli nasce da questo perché: la morte è quel sogno ad occhi chiusi che nella vita facciamo ad occhi aperti. Il mio difetto è credere solo negli aldilà, oltre il visibile, oltre il reale, la parola, il teatro.  Siamo nei primi anni del Seicento. Desiderio torna a Napoli dopo un avventuroso naufragio e riabbraccia il suo vecchio amico Zoroastro. A lui racconta di aver vissuto a lungo a  Londra e di essere diventato il più grande interprete dei personaggi femminili del grande drammaturgo inglese. Zoroastro è incredulo, sospetta che Desiderio stia narrando una delle raffinate menzogne cui lo ha abituato fin da ragazzo. La sfida interiore tra i due amici va avanti tra altissima poesia e tagliente comicità, mentre il mistero si estende progressivamente sulle loro vite. Così, nella storia appaiono misteriosi fotogrammi: le sabbie, il Seicento, la peste, un quadro, un baule, l’inchiostro sbiadito dei Sonetti di Shakespeare. Una nave affondata. Un anello perduto. Desiderio e Zoroastro: due amici sorpresi nell’abbraccio di un addio e di un ritorno. L’Inghilterra. Il genio. La bellezza. Le lettere dell’eros del grande poeta di Stratford . Tutto fiammeggia in una lingua che è intima di un’idea della partitura, della concertazione, del suono, in cui i sensi impongono una comunicazione intuitiva fondata sull’indicibile del compositore, l’indicibile dell’interprete, l’indicibile dell’ascoltatore. Solo il non detto è degno di essere letto. Solo i silenzi possono veramente essere ascoltati. Il conflitto e confronto del teatro elisabettiano con le forme espressive della Napoli barocca sono i presupposti per l’invenzione di una sinfonia del dire, specchiata in significati e ritmi che tendono alla sospensione assoluta di una storia nel tempo. La menzogna, l’indimostrabilità, la falsificazione dei fatti come gesto eversivo in grado di estendere i confini della verità sono in questa scrittura le luci che affermano e negano ogni cosa. Dopo tutto l’arte somiglia alla ricerca di prove che dimostrino eventi mai accaduti.

     Ruggero Cappuccio 

PICCOLO ELISEO


Orario spettacoli:

Da martedì a sabato ore 20.00

domenica ore 17.00

prima replica giovedì 21 febbraio ore 20.00



Biglietteria tel. 06.83510216

Giorni e orari: lun. 13 – 19, da martedì a sab 10.00 – 19.00, dom 10 - 16

Via Nazionale 183 – 00184 Roma

Biglietteria on-line www.teatroeliseo.com e www.vivaticket.it

Call center Vivaticket: 892234


Prezzo 20 €

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mercoledì 20 febbraio 2019

Oscar Wilde in salsa Pop alla Sala Umberto L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNESTO

Teatro dell’Elfo
presenta
IDA MARINELLI | ELENA RUSSO ARMAN
GIUSEPPE LANINO | RICCARDO BUFFONINI
LUCA TORACCA | CINZIA SPANÒ 
CAMILLA VIOLANTE SCHELLER | NICOLA STRAVALACI
L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNESTO
di Oscar Wilde
luci Nando Frigerio | suono Giuseppe Marzoli

regia, scene e costumi
FERDINANDO BRUNI e FRANCESCO FRONGIA

19 - 24 febbraio 2019

 I grandi artisti, ovvero, quelli che riescono a fotografare l'animo umano, e le contraddizioni basiche di una società sempre in evoluzione ma sempre uguale a se stessa non passano mai di moda, e continuano ad essere, con grande successo rappresentati nei teatri. Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, in particolare, stanno prendendo in esame l'opera di Oscar Wilde, fino al 24 febbraio sarà in scena alla Sala Umberto, per la loro regia L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNESTO, i due registi hanno voluto dare una chiave di lettura in salsa Pop, che ben si inserisce, nell'alveo di una storia, che per la sua particolarità linguistica, seppur il nostro idioma, nella traduzione ne falsa il senso, suscita sempre un vivo interesse. Una commedia, vivace, dove seppur la storia è già nota, c'è sempre qualcosa da scoprire, una frase di un personaggio, un dialogo, in cui il testo wildiano, mette a nudo, scoperchia le contraddizioni di una società, senza tempo, e lo fa con usando un paradosso: un caustico garbo, un'eleganza sfacciata. I personaggi hanno tutti una doppia anima, quella reale e quella Earnest. La scenografia e i costumi sono tutti realizzati, con colori accesi, i due protagonisti in particolare, sono speculari, hanno lo stesso vestito ma di colore diverso, d'altronde entrambe sono dei bunburysti, uno ne è l'inventore del Bunburismo, l'altro inconsapevole adepto.

Miriam Comito


L’indagine attorno alla vita e alle opere di Oscar Wilde che Ferdinando Bruni e Francesco Frongia conducono da alcuni anni li ha portati nel 2017 ad affrontare la più famosa commedia del grande autore irlandese. Dopo SaloméIl fantasma di Canterville e Atti osceni–I tre processi di Oscar WildeL’importanza di chiamarsi Ernesto ha regalato ai due registi e alla compagnia un nuovo successo.
«Questa “commedia frivola per gente seria”, col suo titolo che sfida i traduttori – che ci hanno provato con Ernesto, Franco, Onesto, Probo senza mai risultare convincenti – è l’esempio più bello di come Wilde, attraverso l’uso di un’ironia caustica e brillante, sveli la falsa coscienza di una società che mette il denaro e una rigidissima divisione in classi al centro della propria morale. Il rovesciamento paradossale del senso è l’espediente più usato dall’autore che ci appare così, a una prima lettura, come un precursore del teatro dell’assurdo, mentre in realtà è impegnato a “smontare” con sorridente ferocia i luoghi comuni su cui si fonda ogni solida società borghese.

“Quel che Dio ha diviso, l’uomo non cerchi di riunire”.
“L’antico e tradizionale rispetto dei vecchi per i giovani è morto e sepolto”.
“Sono convinta che il campo d’azione di un uomo debbano essere le mura domestiche. Ogni qualvolta un uomo comincia a trascurare i suoi doveri casalinghi, diventa penosamente effeminato”.
E via così, rovesciando frasi fatte e portando scompiglio nell’ordinato repertorio della saggezza popolare. Un’irriverenza che non è mai fine a se stessa, ma che indossa senza vergogna la maschera dell’umorismo e della farsa. E se si potrebbe venir tentati di leggere The Importance of Being Earnest come una scrittura in codice che strizza l’occhio all’ambiente omosessuale dell’epoca e ai suoi sottintesi e sottotesti, molto presto ci si rende conto che, ben più genialmente, Wilde inventa un linguaggio inedito che pone le basi dell’umorismo queer, un umorismo che, attraverso l’epoca d’oro della commedia hollywoodiana, è arrivato fino a noi, anche attraverso popolari serie televisive, senza perdere in freschezza e causticità.
Restituire questa allegra cattiveria richiede – proseguono Bruni e Frongia – una mano registica leggera e complice. Il palcoscenico diventa così un foglio bianco su cui far risaltare i “colori” dei personaggi in un gioco che prende in prestito ai cartoon e all’immaginario pop la capacità di sintesi e di leggerezza e lascia campo libero ai funambolismi verbali, alle vertigini di una logica ribaltata che a volte sembra ispirarsi al mondo alla rovescia del nostro amato Lewis Carroll».
Nello spettacolo Ida Marinelli veste i panni di Lady Bracknell, Giuseppe Lanino quelli di John Worthing e Riccardo Buffonini quelli di Algernon Moncrieff; Elena Russo è Gwendolen e Camilla Violante Scheller la giovanissima Cecily, Luca Toracca veste la tonaca del reverendo Chasuble, Cinzia Spanò è la governante Miss Prism e Nicola Stravalaci il maggiordomo e il cameriere.

SALA UMBERTO
Via della Mercede, 50 Roma
Dal martedì al sabato ore 21, domenica ore 17
Prezzi da 26 a 17 euro – www.salaumberto.com tel.06.6794753 prenotazioni@salaumberto.com


mercoledì 6 febbraio 2019

Un grande ENRICO LO VERSO interpreta PIRANDELLOal TEATRO GHIONE UNO NESSUNO CENTOMILA




ENRICO LO VERSO
in
UNO NESSUNO E CENTOMILA
di Luigi Pirandello
adattamento e regia  Alessandra Pizzi


dal 5 al 10 febbraio 2019

TEATRO GHIONE
via delle Fornaci -  37

Grande debutto romano, ieri sera al Teatro Ghione, per UNO NESSUNO E CENTOMILA. Fatto insolito, ma gradito: Enrico Lo Verso, non era nel suo camerino, ma nel foyer del teatro ad accogliere le persone che avrebbero assistito allo spettacolo, e ho scritto persone e non pubblico appositamente,  proprio perchè, Lo Verso, persone e non pubblico ci ha definito alla fine dello spettacolo.
Luigi Pirandello ancora in scena nel 2019...si perchè quando si scrive, con profondità dell'animo umano, allora in quel caso la propria opera non ha tempo! Non ha tempo perchè noi siamo sempre gli stessi.
Questo testo in particolare ti scava dentro, il protagonista Vitangelo Moscarda, potrebbe essere chiunque di noi, non per la sua situazione economica, affettiva o sociale, ma per il fatto di essere visto dagli altri a loro modo, con i loro occhi, e come se per ognuno di ci fossero centomila io diversi, che non sono neanche centomila io ma sono solamente proiezione di quello che noi siamo per qualcun'altro, fantasie si potrebbe definire. Ed è proprio quando si prende coscienza di questo che si parte verso la ricerca del vero io, che diventa io universale, scevro dalle etichettature di nomi e precostituzioni, ogni attimo è un attimo nuovo , i ricordi sono aboliti, la società e le sue costrizioni non esistono più, il flusso la mutevolezza regnano sovrane.
Enrico lo Verso è solo in scena, con una scenografia minimale: una serie di cornici "specchi" appese a dei fili, e dei sedili, interpreta tutti i personaggi e lo fa magistralmente, cambiando tono di voce, espressione, postura fisica, passando dal giovane uomo protagonista, al vecchio padre, alla moglie.
che dire se non che lo spettacolo è davvero bellissimo e vale assolutamente la pena di andarlo a vedere! in scena a Roma fino al 10 febbraio.
Miriam Comito


Arriva a Roma lo spettacolo UNO NESSUNO CENTOMILA, con Enrico Lo Verso, per la regia di Alessandra Pizzi. Dal 5 al 10 febbraio sul palco del Teatro Ghione l'attore palermitano darà corpo e voce ai personaggi del romanzo più celebre di Pirandello, rendendo omaggio ad uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi. Lo spettacolo acclamato dalla critica e dal pubblico soprattutto dei più giovani, ha di recente ricevuto a Busto Arsizio il “Premio Delia Cajelli per il Teatro”, nell'ambito della Seconda Edizione delle Giornate Pirandelliane, promosse dall'associazione Educarte in collaborazione con il Centro Nazionale Studi Pirandelliani di Agrigento. Nella scorsa stagione ha vinto il Premio Franco Enriquez per la migliore interpretazione e la migliore regia. Ospite di alcuni tra i più importanti festival e teatri nazionali ed internazionali, da oltre un anno UNO NESSUNO CENTOMILA sta percorrendo l’Italia in una lunga e fortunata tournée che sino ad ora ha registrato il sold-out quasi ovunque.
Definito dall’autore in una lettera autobiografica come “il più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita”, Uno Nessuno Centomila è l’adattamento teatrale della storia di un uomo che sceglie di mettere in discussione la propria vita a partire da un dettaglio minimo, insignificante. Il pretesto è un appunto, un’osservazione banale che viene dall’esterno. I dubbi di un’esistenza si dipanano attorno ad un particolare fisico. Le cento maschere della quotidianità lasciano il posto alla ricerca del Sé autentico, vero, profondo. L’ironia della scrittura rende la situazione paradossale, grottesca, accentua gli equivoci. La vita si apre come in un gioco di scatole cinesi e nel fondo è l’essenza: abbandonare i centomila, per cercare l’uno, a volte può significare fare i conti con il nessuno. Ma forse è un prezzo che conviene pagare, pur di assaporarla, la vita.

Avrebbe voluto che Pirandello fosse vivo, spiega Alessandra Pizzi, per mostrargli la grandezza della sua parola, l’attualità del suo pensiero, chiedendosi, nell’osservare l’immobilità del pubblico ad ogni spettacolo, se Pirandello fosse mai stato consapevole delle conseguenze che avrebbe potuto produrre la tumultuosa portata di quel suo messaggio. Da qui l’idea di una nuova ed originale messa in scena volta a rendere la perennità della concezione pirandelliana, l’atemporalità del protagonista, uomo di ieri, di oggi, di domani.

In forma di monologo, il testo è affidato al racconto e alla bravura di Enrico Lo Verso che, dopo anni di assenza dal teatro, torna sul palcoscenico per dar vita ad un contemporaneo Vitangelo Moscarda, l’uomo “senza tempo”, e ai personaggi del romanzo, in un allestimento minimale ma mutevole in ogni contesto. Una sorta di seduta psicoterapeutica da cui si viene irrimediabilmente attratti, per affondare le mani nella propria mente, inconsapevoli degli scenari che potrebbero aprirsi.


Teatro Ghione – Roma
via delle Fornaci, 37
Ore 21,00 - domenica ore 17,00
Biglietti a partire da 23 euro
Info:06 6372294 www.teatroghione.it

domenica 3 febbraio 2019

IO, NAZARIO SAURO all' AR.MA TEATRO

Compagnia della Testa

presenta

IO, NAZARIO SAURO

di e con Francesco Cevero
con l’amichevole partecipazione della voce di Alessandro Nicosia

Ar.Ma Teatro
Via Ruggero di Lauria 22
2 e 3 febbraio


Conoscere la storia, conoscere i fatti avvenuti, e i protagonisti, è senza dubbio cosa utile, ma quanto ne sappiamo noi, veramente di alcune persone che sono morte eroicamente per un ideale? Sicuramente nelle nostre orecchie echeggiano i loro nomi, ma la maggior parte di noi, solo poche parole potrebbe spendere su  queste persone. Il teatro, la letteratura , l'arte in genere ci viene incontro. Ecco che Francesco Cevaro, porta da 5 anni in giro uno spettacolo su Nazario Sauro, che tutti di nome conoscono, ma poi se devi parlare di lui, a me personalmente, sarebbe venuto da dire uno che si è sacrificato per l'Italia, si ma quando esattamente? Perchè? C'entra qualcosa dove era nato? Si c'entra qualcosa, perchè Nazario Sauro era nato a Capodistria il 20 settembre 1880, all'epoca Capodistria faceva parte dell'impero Austroungarico e ne fece parte fino al 1921 quando passo come la Venezia Giulia al Regno d'Italia. Nazario Sauro istriano di origine italiana, fu un irredentista, durante la Prima guerra mondiale scappò a Venezia per potersi arruolare nella marina italiana e combattere contro l'impero asburgico, fu catturato, condotto in prigione a Pola, e condannato a morte per alto tradimento.
Un idealista quindi che nonostante non sapesse nemmeno cosa fosse il fascismo, che era al di là da venire, dopo qualche anno dalla sua morte avvenuta il 10 agosto del 1916, sarà preso dal movimento e poi partito come esempio di uomo fascista, e per questo, successivamente quasi dimenticato nell'Italia democratica.
Dopo lo spettacolo, abbiamo avuto il piacere di ascoltare le parole dell'ammiraglio Romano Sauro, nipote di Nazario, che dal 2016 al 2018 è andato con la sua barca a vela in giro per i porti italiani,ed esteri presentando nelle scuole il suo libro: Nazario Sauro storia di un marinaio. Sensibilizzando i giovani su come sia importante lo scambio tra popoli di culture  e religioni diverse, fonte di arricchimento. Il viaggio dell'ammiraglio proseguirà ora nelle città.
Miriam Comito




Il 2 e 3 febbraio sarà in scena all’Ar.Ma Teatro lo spettacolo scritto e interpretato da Francesco Cevaro, Io Nazario Sauro, un ritratto inedito di un eroe della Grande Guerra.

Il monologo racconta gli ultimi sessanta minuti di vita del marinaio istriano, imprigionato nel carcere di Pola e condannato a morte per alto tradimento.
Egli, infatti, italiano di Capodistria, allora parte dell’impero austro-ungarico, era colpevole di aver disertato l’esercito imperiale e di aver varcato il confine per unirsi alle truppe nemiche italiane.

La scena è ambientata proprio nella prigione dove egli morì. Il racconto si snoda attraverso i ricordi di un pezzo di storia e di vita privata: solo contro tutti e in attesa del tragico epilogo, Nazario Sauro scrive una lettera ai suoi figli.
Mentre scrive, la mente distratta gli fa ripercorrere la sua intera vita, privata e pubblica, dall’infanzia alla maturità, passando per il lavoro come marinaio commerciale. Gli tornano in mente i tanti amici al caffè della Loggia della sua Capodistria, il matrimonio, le imprese belliche, il supporto attivo alla causa indipendentista albanese contro i Turchi, fino alla decisione, allo scoppio del conflitto mondiale, di raggiungere Venezia e di combattere per l'unificazione dell'Istria all'Italia. E poi gli eventi di guerra, la cattura, l'infamante processo in cui egli, per salvarsi la vita, finse di essere italiano e non cittadino austriaco, con lo straziante episodio di sua madre costretta a fingere di non conoscerlo per salvargli la vita, e infine il più turpe dei tradimenti, quello del cognato, finanziere per gli austriaci, che pubblicamente lo riconosce, condannandolo così indirettamente a morte.

Lungi da essere solo una semplice descrizione storica, lo spettacolo è soprattutto il racconto intimo del lato umano di questo personaggio, che mette in discussione le sue convinzioni, le sue idee e le sue scelte proprio nell’ultima puntata della sua vita.
Un monologo denso di pathos ma anche volutamente e follemente leggero, che cerca di confrontarsi con la nostra storia, recuperando una delle figure del nostro recente passato e cercando, per quanto possibile, di capirne i sentimenti e gli ideali che la animavano.



IO, NAZARIO SAURO
di e con Francesco Cevero
con l’amichevole partecipazione della voce di Alessandro Nicosia

2 e 3 febbraio 2019
sabato ore 21 – domenica ore 18


Ar.Ma Teatro
Via Ruggero di Lauria, 22 – Roma
Per info e prenotazioni: tel. 06 39744093 - cell 3339329662
Biglietto 12 Euro

sabato 2 febbraio 2019

GIORGIO COLANGELI al BRANCACCINO in L'UOMO LA BESTIA E LA VIRTU'

Spazio del Racconto rassegna di drammaturgia contemporanea 2018/2019
IV edizione

Teatro Brancaccino - Roma
dal 7 al 17 Febbraio 2019
DEBUTTO NAZIONALE

Altra Scena & I Due della Città del Sole

presentano

Giorgio Colangeli
ne

L’uomo, la bestia e la virtù

di Luigi Pirandello


con Filippo Gili – Valentina Perrella

e con Cristina Todaro – Alessandro Giova
Diego Rifici – Alessandro Solombrino
e Francesco Petit-Bon

Regia Giancarlo Nicoletti

EDIZIONE DEL CENTENARIO
1919 - 2019

Giorgio Colangeli veste i panni del “trasparente” professor Paolino nella rilettura registica di Giancarlo Nicoletti di uno dei classici pirandelliani, “L’uomo, la bestia e la virtù”, che proprio nel 2019 festeggia i cento anni dal debutto sulle scene, dove è stato uno dei testi più rappresentati del drammaturgo siciliano. Co-protagonista al fianco del pluripremiato attore, un vulcanico Filippo Gili interpreta il Capitano Perella; al loro fianco Valentina Perrella, pronta a calarsi nelle vesti della “virtuosa” signora Perella. E ancora, Cristina Todaro, Alessandro Giova, Diego Rifici, Alessandro Solombrino e il giovane Francesco Petit-Bon, a completare il validissimo cast di una rilettura fortemente contemporanea e concreta dell’universo pirandelliano, fuori dal "pirandellismo" di maniera, nel tentativo di riportare la poetica dell’autore Premio Nobel a un universo essenziale, umano, comico e tragico al tempo stesso. E nuovamente attuale.

SINOSSI - Il “trasparente” signor Paolino, professore privato, ha una doppia vita: è l'amante della signora Perella, moglie trascurata di un capitano di mare che torna raramente a casa, ha un'altra donna a Napoli ed evita di avere rapporti fisici con la moglie, usando ogni pretesto. La tresca potrebbe durare a lungo e indisturbata ma, inaspettatamente, la signora Perella rimane incinta del professore. Paolino è costretto dunque ad adoperarsi per gettare la sua amante fra le braccia del marito, studiando tutti i possibili espedienti. Il caso è drammatico, perché il Capitano Perella si fermerà in casa una sola notte e poi resterà lontano almeno altri due mesi. Paolino dovrà allora ingegnarsi per salvare la propria dignità e quella della signora Perella, a qualsiasi costo, per obbligarne il marito ai doveri coniugali e far passare suo figlio per figlio legittimo del Capitano Perella e della moglie.



NOTE DI REGIA - C'è una terza via per risolvere il sistema Pirandello/Teatro, che non sia la routine del repertorio tradizionale o i rigurgiti della sperimentazione espressiva? Non ci sono dei territori scomodi, meno rassicuranti, inesplorati, fuori dal pregiudizio – od orticaria - che l’idea di “pirandellismo” teatrale ha generato? C’era, sentivo che doveva esserci; ché il buon Pirandello era uomo sovversivo e di scandalo. E quindi da scandalo e sovversione bisognava ripartire. Con la complicità – quasi la connivenza – di un cast di protagonisti virtuoso e coraggioso, siamo approdati a un approccio analitico, scevro dalla contaminazione ed esegesi accademica avvitata a volte in sé, ripartendo da quello-che-realmente-è e non da quello-che-dovrebbe-essere. Senza la paura di sporcarsi le mani col cinismo, la ferocia, la comicità sbordante e la drammaticità cruda di Pirandello. Fra la Magna Grecia siciliana e Bunuel, fra la borghesia novecentesca e Lars Von Trier.
Un approccio contemporaneo, dannatamente concreto. Archiviate la sperimentazione astratto/metaforica e le increspature del teatro di parola, rimangono il sangue, il sesso, il cibo, la merda e l’odore di umanità. Nella volontà di fare, con questo "L’uomo, la bestia e la virtù", uno spettacolo vivo, spietato, esilarante e maledetto.
















L’UOMO, LA BESTIA E LA VIRTU’ di Luigi Pirandello

con Giorgio Colangeli – Filippo Gili – Valentina Perrella
Cristina Todaro – Alessandro Giova – Diego Rifici – Alessandro Solombrino
e con Francesco Petit-Bon

FOTO Luana Belli GRAFICA Ruggero Pane per Overalls Adv VIDEO David Melani
UFFICIO STAMPA Rocchina Ceglia DIRETTORE DI PRODUZIONE Diego Rifici
DISTRIBUZIONE Ornella Vannetti ORGANIZZAZIONE Laura Cuomo - Cinzia Storari
SCENE Giancarlo Nicoletti – Umberto Pischedda - COSTUMI Sofia Grottoli – Anna Tschabold
DISEGNO LUCI Daniele Manenti AIUTO REGIA Alessandro Solombrino
UNA PRODUZIONE Altra Scena & I Due della Città del Sole
con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali

REGIA Giancarlo Nicoletti

Teatro Brancaccino – Via Mecenate, 2 – Roma
dal 7 al 17 Febbraio 2019 dal Giovedì al Sabato h 20 / Domenica h 18.45
Info & Prenotazioni 06 80687231 / 391 1835890
Biglietti: Intero 18.00 €; Ridotto 12.50 €
Prevendita:
Botteghino del Teatro Brancaccio, via Merulana, 244 – Roma
Botteghino del Teatro Sala Umberto, via della Mercede, 50 – Roma
Ticketone.it e presso i punti vendita tradizionali