mercoledì 31 gennaio 2018

Uno spettacolo sui peccati umani: La fabbrica dei bottoni di sughero

LUCA CAPUANO E LUDOVICO FREMONT IN
“LA FABBRICA DEI BOTTONI DI SUGHERO”
 Dopo il successo allo Spazio Diamante torna la commedia noir di Marco Cecili

TEATRO MARCONI DI ROMA
30 E 31 GENNAIO



LA FABBRICA DEI BOTTONI DI SUGHERO è uno spettacolo piacevole e interessante, un vaudeville contemporaneo, volto al noir, dove si ride dei e con i personaggi che che vediamo navigare in un mare di surrealità assoluta. Il testo di Cecili mette a fuoco le maggiori debolezze umane, andandone a scoprire gli aspetti più meschini ma purtroppo assolutamente propri. I personaggi sono tutti ben caratterizzati, dal Motello  di Ludovico Fremont, all'ispettore (Luca Capuano). La storia si dipana in un unico ambiente, dove i cinque personaggi, letteralmente volteggiano,  ognuno a  proprio modo, come  se fossero lontane riproduzioni di se stessi, questo perchè ogni personaggio è ingabbiato nel suo ruolo, ed è governato dai bottoni di sughero, o meglio da ciò che essi rappresentano. I bottoni di sughero da per se stessi, non valgono nulla, ma assumono importanza perchè diventano il simbolo del potere, rispetto a quelli di ceramica, che sono molto più pregevoli, e che vengono citati nello spettacolo. LA FABBRICA DEI BOTTONI DI SUGHERO  è quindi uno spettacolo sui peccati umani: l'invidia, la lussuria, l'arrivismo, la sete di potere. Il tutto narrato con briosa intelligenza. Nota: lo spettacolo inizia con l'ascolto del BOLERO di Maurice Ravel, la cui prima messa in scena fu il 22 novembre del 1928 all'Opèra National de Paris, durante l'esecuzione una donna urlò pensando che Ravel fosse pazzo. Successivamente lo stesso compositore francese affermò che lei aveva compreso il pezzo. 
Non credo sia una coincidenza.
Miriam Comito

ITeatro Marconi, il 30 e 31 gennaio, faranno da palcoscenico alla brillante commedia noir La fabbrica dei bottoni di sughero scritta e diretta da Marco Cecili, prodotta da Surreale Produzioni in collaborazione con Ass. Culturale Quattr’etresette e OTTO P Management. Protagonisti i due già noti attori Luca Capuano e Ludovico Fremont insieme agli emergenti Stefania Chiara Cavagni e Gianni Alvino.
«Ragazzi in questo spettacolo si ride si ride, ma c’è anche un’alea di mistero intorno ad un caso irrisolto – afferma Luca Capuano, nei panni di un esilarante e impacciato Ispettore di polizia – non potete mancare a questo surreale appuntamento».
Uno spettacolo teatrale che denuncia, attraverso l’arte della risata, l’arrivismo, l’avidità e la smania di possesso del denaro. I protagonisti bramano intorno ad una preziosa scatola di semplici tappi di sughero, facendo emergere i loro lati più oscuri e meno nobili, portando lo spettatore a un epilogo sorprendente.
«Siete pronti a morire…dalle risate! – sottolinea Ludovico Fremont, alle prese con il suo personaggio, un amante eclettico e passionale – Motello è il tipico cliché dell’attore che cerca di interpretare i classici amanti della drammaturgia shakespeariana, è geniale perché è un personaggio che prende in giro l’attore che lo interpreta».
Si ride insomma di ciò che teoricamente dovrebbe far piangere.

Teatro Marconi
viale Guglielmo Marconi 698 e
tel 065943554
Intero 20€, Ridotto 16€
Orari:  martedì e mercoledì h 21
Ufficio stampa Teatro Marconi Rocchina Ceglia 3464783266
Ufficio Stampa Compagnia Flavia Maccaferri Tel. 340.8760961

martedì 30 gennaio 2018

LUCIANO SALCE E LA BALLA MEDIATICA DELLA R.S.I. "Se venti mesi di prigionia vi sembrano pochi"




Luciano Salce e la balla mediatica della R.S.I.
«Se venti mesi di prigionia vi sembrano pochi»

Emanuele Salce, figlio del regista Luciano, ristabilisce una verità storica e privata rivendicando la storia del padre falsamente considerato tra i componenti dell'R.S.I.



Di figlio in padre. Di una battaglia dichiarata in nome della Verità, quella maiuscola, scritta dalla Storia. E proprio nel nome della storia paterna, un certo giorno, Emanuele Salce ha detto “Basta!”. Basta con le millanterie di quegli storici che non si erano disturbati di controllare neanche mezza fonte di una notizia nulla; basta con le spregiudicate falsità di pseudo-militanti da tastiera che da anni giocavano a collezionare figurine celebri di saloisti e di brigatisti neri. Basta con le bugie! Altro che Rsi! Luciano Salce, classe 1922, regista, autore, protagonista di una delle epoche più sfolgoranti dello spettacolo italiano, era dapprima stato internato in un campo di lavoro in Germania e poi, quale punizione per una tentata fuga, concentrato per quaranta giorni a Dachau in prigionia assieme a detenuti comuni russi. Simile, la sua sorte, a quelle numerose e tragiche che sarebbero occorse a migliaia di soldati che avrebbero pagato con la morte, o con atrocità quasi peggiori, il caos successivo all'8 settembre.
Quel dolore paterno Emanuele Salce ci ha tenuto a riscattarlo. Come fosse stato il proprio. “Non ne faccio una questione politica o ideologica. È  noto che il XX secolo abbia conosciuto efferatezze sotto ogni simbolo e sotto molte bandiere. È  solo per ristabilire una verità storica e privata”. E per farlo si è ribellato dinanzi alla menzogna nata senza una ragione, senza un appiglio, senza una minima traccia, eppure propagata ad arte da novellieri e da blogger senz'arte né parte, probabilmente rassicurati, tanto dalla sostanziale impunità della rete quanto dalla crescente indiscernibilità tra le figure dello storico e del divulgatore. E infatti, come a rimarcare certe differenze di stile e di professione, al Ministero della Difesa, agli storici e ai ricercatori autentici si è rivolto Emanuele Salce, ricevendo soddisfazione piena dagli acclarati riscontri: Luciano Salce non fu mai repubblichino ma un soldato italiano deportato.
Anche sulla base di una visione equilibrata della Storia - una delle tante eredità paterne – Emanuele Salce si era ormai persuaso della necessità di tutelare e di far rispettare la dolorosissima, silente memoria di Luciano Salce, e quella sua nobile figura, ridotta a pelle e ossa, che ripercorreva a piedi centinaia di chilometri con il sogno di tornare a casa, dopo due anni di sofferenze indicibili, inimmaginabili, indisputabili.

Si mette a disposizione a disposizione oltre al foglio matricolare, un articolo del Corriere della Sera a firma di Antonio Carioti ed anche una relazione redatta dal ricercatore Andrea Maori dal titolo:

 «Luciano Salce, se venti mesi di prigionia vi sembrano pochi»
L’internamento in Germania e in Austria e un passato giovanile, durante il fascismo, da sceneggiatore, critico cinematografico, teatrale e letterario.

Le falsità smentite da ricerche bibliografiche e d’archivio.
di Andrea Maori

Indice: Premessa. Perché l’accanimento verso Luciano Salce; Parte I ─ Brevi cenni biografici; I GUF – Gruppi Universitari Fascisti; La prigionia come Italienische Militärische Internierte, (IMI) dal 9 settembre 1943 al 29 aprile 1945; Il rientro in Italia; Parte II ─ La «bufala» della presenza nel campo di concentramento di Coltano per appartenenza alla RSI; Il Convegno GUF del 1941 e la monografia di Salce citata da Tripodi nel suo «Intellettuali sotto due bandiere»; Le curvature di Nino Tripodi; Lo scritto di Salce in «La Raccolta» dell’ottobre 1941 e presentazione degli articoli per «Roma Fascista»; Parte III ─ (Articoli di Luciano Salce): «Cinema» da Raccolta (ottobre 1941); «Franchi» da Roma Fascista del 5 novembre 1942; «Qualità sceniche del teatro di Achille Campanile» da Roma Fascistadel 19 novembre 1942; «Rapporti tra il moto scenico e lo spettatore» da Roma Fascista del 7 gennaio 1943; «La Grazia ossia Bontempelli» da Roma Fascista del 21 gennaio 1943; «Pratolini-De Agazio» da Roma Fascista del 27 maggio 1943.

giovedì 25 gennaio 2018

UNO SPETTACOLO SUGLI ACCUMULATORI COMPULSIVI AL TEATRO COMETA OFF


DISAGIO

scritto e diretto da
Lamberto Carrozzi

con Serafino Iorli


TEATRO COMETA OFF
dal 24 al 28 gennaio 2018



DISAGIO in scena al Teatro Cometa Off fino al 28 gennaio è uno spettacolo sugli accumulatori compulsivi. Questa malattia porta la vittima a dover circondarsi in modo compulsivo di oggetti. Il testo di Lamberto Carrozzi, è un testo che fa sorridere amaramente, poichè il tema è trattato con  un apparente leggerezza iniziale, che nasconde invece una profondità di analisi, resa tramite lo sdoppiamento del protagonista, in due parti, una più raziocinante e lucida, feroce, l'altra paurosa, piagnucolante. Le due anime convivono nella stessa persona , sono le due facce di una stessa medaglia, sono i due Fortunato. La doppia interpretazione di Serafino Iorli, non lascia nulla di velato, la sua espressività riesce pienamente a far entrare lo spettatore nel doppio mondo di Fortunato, nei suoi ricordi d'infanzia, prodromi della sua ossessione per gli oggetti, che per lui non sono inanimati,  ma metafora e ricordo di affetti perduti. Uno spettacolo sul dramma che una famiglia sbagliata può procurare, su ferite che non si rimarginano, ma ne producono altre. Il tema è di stretta attualità, gli accumulatori compulsivi non nascono malati, ci diventano per colpa di un trauma, e possono essere molto pericolosi, come questo spettacolo dimostra e come la realtà purtroppo non ha mancato di dimostrare.
Miriam Comito



Arriva al Teatro Cometa Off di Roma dal 24 al 28 gennaio, Disagio lo spettacolo che vede in scena Serafino Iorli scritto e diretto da Lamberto Carrozzi.

A casa di Fortunato fervono i preparativi per l’imminente arrivo di Rocco. Tutto dovrà essere perfetto poiché da questo incontro dipende il suo futuro, una promessa di felicità, la fuga verso un riscatto a lungo atteso.
La posta messa in gioco da Fortunato è quindi molto alta, forse un po’ troppo per il suo precario equilibrio psichico, per chi, come lui, si è gradualmente segregato in casa accumulando oggetti e illusioni come barriera contro la realtà, sua eterna nemica.
Infatti, quando per Fortunato iniziano a presentarsi le prime difficoltà, anche le aspettative di una notte indimenticabile rischiano di volgere inesorabilmente all’isteria. La serata più importante della sua vita è presto in pericolo e per salvarla, Fortunato, dovrà affrontare un intero condominio inferocito e tutti i fantasmi del suo passato, ma pur di avere Rocco è pronto a far scorrere il sangue.


DISAGIO
scritto e diretto da Lamberto Carrozzi
con Serafino Iorli
sound designer Mohammed Ozu
Teatro Cometa Off
via Luca Della Robbia 47
dal 24 al 28 gennaio
ore 21.00  - domenica ore 18.00
info 0657284637 – cometa.off@cometa.org
Biglietti 10€

mercoledì 24 gennaio 2018

L'inettitudine le sue conseguenze in scena al Teatro dei Documenti

TEATRO DI DOCUMENTI

L'INCIAMPO-Giruzziello di Bergerac , in scena al Teatro dei Documenti, è uno spettacolo particolare, spiazzante nel suo essere polimorfo. Senza dubbio esce fuori l'anima napoletana dell'autore: Eduardo Ricciardelli, con chiari riferimenti alla città partenopea come il Parco della rimembranza, ma al contempo, ci sono elementi della Commedia dell'arte, seppur attualizzati, riferimenti alla città di Roma, e personaggi costruiti ad hoc che potrebbero, anche essere i e le protagoniste di una novella. Lo spettacolo è composto di quadri susseguenti, aperti da una scena in cui si vede un professore maschio alle prese con studentesse femmine, ma la maggior parte delle quali hanno perso quella gaia leggerezza che tanto piace agli uomini, e che è stata da sempre una caratteristica per lo più femminile per assumere un'atteggiamento molto maschile, nella peggiore delle accezioni: strafottente, competitivo,a  volte fine a se stesso che le ha portate ad essere quasi delle menadi. L'inettitudine dell' uomo moderno fa di Giruzziello, un personaggio per certi tratti sveviano. Per lui la scelta è impossibile. Lo conosciamo come un uomo deluso dalla vita, si ritrova a fare il professore quando voleva fare lo scienziato, la dèbacle ha  trascinato in lui, un egoismo passivo che non gli consente si scegliere tra moglie e amante, che lo fa rimanere chiuso in se stesso, davanti a qualsiasi tipo di stimolo. Non  "L'amor che muove il sole e le altre stelle" che lo fa  andare avanti, ma è un cinismo chiuso e autoreferenziale che lo fa muovere, e che lo rende cieco, vagante per i gironi danteschi, senza consapevolezza reale della violenza morale che compie e delle conseguenze. Le figure femminili attorno a lui sono ben costruite tutte e quattro rappresentano un tipo di donna ben preciso, assolutamente frequente nella realtà, la moglie vecchio stampo, la figliastra, l'amante e la studentessa donne diverse da quelle di un tempo..
Miriam Comito





23 | 24| 25 | 30 | 31 gennaio e 1 | 2 | 3 | 4 febbraio  
L' INCIAMPO - Giruzziello di Bergeraq
di e con Eduardo Ricciardelli
con Ida Vinella, Annamaria Zuccaro, Apollonia Bellino, Chantal Gori
movimenti Mariella Celia
costumi Domizia Romano
foto Camilla Marinelli
luci Marco Dicampli Sanvito
produzione Teatraltro, Teatro Zeta E Bdb

Sarà in scena al Teatro Di Documenti, dal 23 gennaio – in prima nazionale - L' INCIAMPO - Giruzziello di Bergeraq di e conEduardo Ricciardelli. Un thriller con una vena satirico tragica che definisce il nostro tempo attraverso le complesse vicende di un professore di matematica in una società contemporanea con le sue evoluzioni, i suoi vizi, le sue possibilità, i suoi capricci e l’ insaziabilità del male. Lo spettacolo che vede protagonisti lo stesso Eduardo Ricciardelli con Ida Vinella, Annamaria Zuccaro, Apollonia Bellino, Chantal Gori, replicherà il 24, 25, 30, 31 gennaio e dall’ 1 al 4 febbraio.

La storia di un professore di matematica di periferia, si snoda attraverso le sue complesse vicende umane-professionali e familiari.
Il tema principale che affronta la drammaturgia - che si pone come occhio  nascosto a scrutare la società contemporanea con le sue evoluzioni i suoi vizi le sue possibilità e suoi capricci - sta nell’ idea dell’amore.
Come in un girone dantesco il personaggio maschile attorniato da quattro esseri femminili che nella sua quotidianità sono la moglie la sua allieva, la figlia della moglie e una infermiera, metaforicamente sono delle fiere o belve mostruose che lo fagocitano. O forse è egli stesso a implodere in una dimensione di totale annientamento della sua volontà e dei suoi più profondi sogni?
S’impone prepotentemente il tema dell’ insaziabilità del male descritta dalla scuola polacca del ventesimo secolo e che ha poi prodotto grazie ai testi di Witkivitcz le opere che hanno lasciato a bocca a aperta l’intero mondo con le messe in scena di Tadeus Kantor. Questa insaziabilità del male ritorna nel tema dell’ inciampo perché il protagonista, Italo, non riesce in nessun modo a seguire i suoi sogni. Il suo desiderio iniziale di vita era infatti quello di diventare un vero scienziato e di scoprire qualcosa che lo potesse rendere noto al popolo e ai posteri; per una serie di vicissitudini individuali e economiche si ritrova a dovere insegnare in una scuola di periferia e a sposare una donna che ha già una figlia e di conseguenza a farle da padre. Italo avendo cancellato il proprio sogno, trova un solo sfogo a questa sua vena creativa, l’insaziabilità amorosa.
Concupisce infatti una sua studentessa e poi l’infermiera della clinica dove la figlia di sua moglie è in cura. Quest’ultima però non accetta che Italo non lasci la moglie che non ama e non si dedichi totalmente a lei…
Un thriller con una vena satirico tragica che definisce il nostro tempo. Un tempo scandito da troppi sogni rotti, come rotti sono i personaggi di questa storia che sono marionette di un circo ormai messo in cantina a impolverarsi.

Lo spettacolo fa parte della Trilogia scomposta di Eduardo Ricciardelli in scena al Teatro Di Documenti che vede in scena anchePulcinella Scherza E Spazza (in scena anche il 10 e 11 febbraio) e il 20 e 21 febbraio Brigantesse.

Biografia Eduardo Ricciardelli
Poliedrico artista, nato  a Napoli, vive a Salerno, Roma, Zurigo, Bruxelles, Norwich. Lavora in teatro in Italia, Belgio, Perù, Usa, Polonia, Uk, Irlanda, Francia ,Spagna, Germania, Olanda E Lussemburgo, Malta, Australia.
Diplomato alla scuola internazionale di teatro "circo a vapore" si laurea in storia del teatro con una tesi sulla commedia dell'arte presso la "sapienza". Segue master di alta formazione sulle tecniche della commedia dell'arte con Carlo Boso, Claudia Contin, Claudio Demaglio;  studia con Ferruccio Soleri e Michele Monetta le semi maschere e con Cristina Wistari Formaggia dell' Odin Teatrhet le maschere balinesi del tupeng.
Segue due master di drammaturgia digitale con Roberto Latini, Ilaria Drago, Antonio Rezza e Andrea Cosentino e segue maestri registi quali Emma Dante, Davide Iodice, Mamadou Diume, Bruce Mayers, Barberio Corsetti. Di fondamentale importanza è l'incontro con Carlo Quartucci e Carla Tato che lo introducono al clown circense e alla acrobazia con il maestro francese Dan Demiuk.
Studia presso la Reale di Ginnastica di Torino e lavora per quattro anni con una compagnia internazionale di noveau circue chiamata Lit Circus con la quale consegue ottimi risultati ai festival di Edimburgo per tre anni, al festival di Woodford in Autralia e vari tour in Francia, nonché un tour dell'Art Council inglese nelle più grandi strutture teatrali della terra della perfida Albione. A gennaio 2018 sarà impegnato con la suddetta compagnia in Belgio con un lavoro arrivato a 350 repliche. Con la sua compagnia, Teatraltro, ed Eternit sarà impegnato in un tour in Belgio e Olanda nel mese di marzo.  Scrive per il teatro molti testi tra cui: Ostiense AfricaCapitan FracassatoAndreaFuturo È DonnaMammema Anna Frank che sarà messo in scena con l'attrice Susy Pariante, Tiziana che andrà in scena con Alessandra Masi e Le Voci di Giò (sulla storia di Giovanna d'arco) che a maggio andrà in scena in un teatro dell'underground berlinese con un’interprete tedesca.

Teatro di Documenti - via Nicola Zabaglia, 42 - 00153 Roma
Biglietti: Il costo dei biglietti varia da € 7,00 a € 15,00  Tessera € 3,00
Sconti per convenzioni segnalate sul sito, e per Bibliocard Orario Spettacoli: da martedí a sabato ore 21.00 - domenica e festivi ore 17.00

PRENOTAZIONI da lunedí a venerdí dalle 10.30 alle 18.30  - tel. 06/5744034 – 06/5741622 – 328 8475891 www.teatrodidocumenti.it –teatrodidocumenti@libero.it
Riduzioni per lettori di MEDIA&SIPARIO, CULTURAMENTE, SALTINARIA eGUFETTO
           

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venerdì 19 gennaio 2018

L'eccentricità Sulle spine al Teatro Belli

URBANO BARBERINI
in
SULLE SPINE
noir psicologico da morire dal ridere

scritto e diretto da
DANIELE FALLERI
e con Sergio Valastro

TEATRO BELLI di Roma
dal 18 al 28 gennaio 2018




Bellissimo lo spettacolo SULLE SPINE in scena al Teatro Belli dal 18 al 28 gennaio 2018. Il testo di Daniele Falleri, tocca vari punti nevralgici, tutti convergenti, nella difficoltà per una persona che abbia un qualsiasi tipo di "diversità" a vivere nel contesto della società odierna. Da qui il titolo "Sulle spine". Una persona, che ha in se un qualcosa di eccentrico, anche una sola puntina, è costretto a vivere sulle spine, e quindi ad essere sempre sul chi va là, a doversi difendere, a difendere il proprio io, la propria libertà dalle costrizioni della società che ci vorrebbe tutti omologati. Silio, il protagonista dello spettacolo interpretato da un bravissimo Urbano Barberini, è un eccentrico, la cui eccentricità è stata sempre, arginata, bullizzata, ridicolizzata, compressa, fino ad esplodere. La società, qual'è il nucleo, originale, primigenio di essa? La famiglia! Infatti è proprio in famiglia che Silio trova, gli iniziali e maggiori ostacoli, che si frappongono fra lui è una vita che non sia vissuta sulle spine. L'autodeterminazione di Silio sarà forte, fortissima. 
i temi toccati dallo spettacolo sono del tutto attuali, pur se il testo è stato scritto alla fine degli anni Novanta, ed è proprio questo che fa pensare. I problemi legati alle spinte che la società attua nei confronti dell'individuo non sono stati ancora debellati, e producono ancora catastrofi da prima pagina, ma quando si andrà alla base del problema, per cercare di risolverlo o per lo meno di stanarlo, di porlo alla luce? Un popolo oppresso se trova un leader sappiamo cos' è capace di fare, e una mente oppressa?
SULLE SPINE è uno spettacolo che dà i brividi, spiazzante nella sua sequenza narrativa organizzata per quadri che potrebbero anche essere dei "corti atti unici" poichè hanno una loro autonoma valenza.
Miriam Comito


Sulle Spine il “noir psicologico a tinte comiche” scritto da Daniele Falleri torna in scena al Teatro Belli di Roma dal 18 al 28 gennaio dal giovedì alla domenica. Ad interpretare questa tragedia da ridere è Urbano Barberini attore di grande spessore teatrale diretto dallo stesso autore, darà vita a questa pièce teatrale che ha già conquistato, nelle precedenti messe in scena, pubblico e critica.
In Sulle Spine si parte da spunti di realtà̀ oggettivamente drammatici raccontati attraverso il filtro di un’ironia schietta e travolgente. La trama si dipana attraverso situazioni probabili, ma imprevedibili tanto da spiazzare continuamente lo spettatore con una serie di colpi di scena che fanno assumere alla storia una parvenza di thriller.Silio, aspirante attore, ex-adolescente bullizzato sessualmente incerto, dopo aver trascorso l’intera vita alla ricerca continua di un affetto negato decide di prendere in pugno la situazione e di forzare gli eventi a suo favore. Guidato da una lucida follia, modifica i destini della propria famiglia passando indenne attraverso situazioni ai limiti dell’attacco cardiaco.
Gli eventi evocano episodi di cronaca drammaticamente attuali, tra gli altri la piaga adolescenziale del bullismo.
Quali ripercussioni può avere sulla vita di un adulto la ferita mai rimarginata di vessazioni subìte da bambino? Vittime e carnefici vivranno eternamente sulle spine o riusciranno a spuntarle?
Confidando fermamente nella capacità terapeutica del teatro, i minorenni che si presenteranno al botteghino dichiarandosi pubblicamente “bulli” usufruiranno di una riduzione del 50% sul prezzo del biglietto.
Il testo è stato pubblicato dalla Casa Editrice TITIVILLUS con una brillante prefazione di Franca Valeri che ha affermato che “SULLE SPINE è uno spettacolo molto comico e molto crudele, molto quotidiano e abbastanza surreale per privilegiare nello spettatore il divertimento come sarebbe la formula della vera comicità̀ teatrale”.Non solo la signora del teatro italiano ha apprezzato il testo di Falleri con l'interpretazione di Barberini ma anche altri personaggi come Giuseppe Patroni Griffi il quale ha affermato: “È stata una rivelazione. Recita in inglese? Dove mi trovo, a Shaftesbury? In uno di quei teatri? Sì, perché́ Barberini ha un modo non “italiano” di porsi di fronte al personaggio, lo affronta dall’interno fino ad un eventuale “tic” necessario. È un modo così personale di essere quello o quell’altro che suscita sbalordimento per la sua originalità̀ e un’ammirazione curiosa che ti porta al più̀ indiscusso entusiasmo.”

La colonna sonora dello spettacolo include la canzone originale “Sulle spine” scritta ed interpretata da Donatella Rettore.

Il testo “Sulle spine” è stato tradotto in lingua inglese, francese e ceca. Nel 2012 è stato rappresentato a Londrapresso l’Istituto di Cultura Italiano e la prossima stagione teatrale andrà in scena a Praga nella traduzione di Hana Balbelli.

Sulle Spine
di Daniele Falleri
con Urbano Barberini e Sergio Valastro
diretto da Daniele Falleri
Teatro Belli
Piazza Sant’Apollonia, 11/A – 00153 Roma
dal 18 al 28 gennaio 2018
dal giovedì al sabato ore 21.00 – domenica ore 17.30
info: + 39 06 58 94 875 – info@teatrobelli.it - www.teatrobelli.it
biglietti: intero 18 € - ridotto 13 €

URBANO BARBERINI – attore (da Wikipedia)
Urbano Riario Sforza Barberini Colonna di Sciarra (Roma, 18 settembre 1961) è un attore italiano, più̀ noto con il nome diUrbano Barberini. È anche traduttore, produttore teatrale e direttore artistico. È Patrono e Bali del Baliaggio di San Sebastiano della famiglia Barberini nello SMOM. Il Baliaggio Barberini fu istituito da papa Urbano VIII nel 1633 in favore del ramo primogenito della famiglia. Dal 2014 è assessore alla cultura del Comune di Tivoli. È membro del consiglio direttivo di Italia Nostra Roma e presidente del comitato di ripartizione della cooperativa di artisti 7607. Dopo essersi dedicato nella prima parte della carriera principalmente a produzioni cinematografiche e televisive, diretto tra gli altri da registi come Franco Zeffirelli, Dario Argento, Jerzy Skolimowski e Carlo Lizzani, debutta in teatro nel 1997, interpretando il monologo Sulle Spine di Daniele Falleri. Inizia quindi una collaborazione artistica pluriennale con l'attrice Franca Valeri, insieme alla quale porta in scena numerosi spettacoli a partire dal 1997. Dal 24 giugno 2014 è Assessore alla Cultura ed al Turismo del Comune di Tivoli.

DANIELE FALLERI – autore e regista (da Wikipedia)
Daniele Falleri (Pontedera, 17 febbraio 1961) è un regista e sceneggiatore italiano.
Nato in Toscana si trasferisce a Roma nei primi anni 90. Attivo sia in televisione che in teatro è autore di numerose sceneggiature televisive e commedie teatrali. Esordisce nella regia cinematografica nel 1996 con il cortometraggioL'armadio. Successivamente nel 1997 firma la sua prima regia teatrale Sulle spine (con Urbano Barberini) di cui è anche autore del testo.
Numerose le regie di altri spettacoli tra i quali il kolossal musicale La divina commedia. L'opera, lo spettacolo tragicomicoOddio mamma! con Franca Valeri e Urbano Barberini, la trasposizione di Harry ti presento Sally prodotto da Angelo Tumminelli, con Giampiero Ingrassia e Marina Massironi e Il marito di mio figlio con Andrea Roncato e Monica Scattini. In TV è regista (2a unità) delle serie: Le tre rose di EvaSolo per amoreUn amore e una vendettaAl di là del lago. È story editor e sceneggiatore di Il commissario Manara 2 e 3. Inoltre è acting- coach (CarabinieriQuesta è la mia terraAl di là del lagoLa sacra famigliaUn amore e una vendettaLe tre rose di Eva.)
Vede inoltre pubblicate numerose sceneggiature e testi teatrali dalla Casa Editrice Titivillus.

giovedì 11 gennaio 2018

L'OPERAZIONE UNO SPETTACOLO SULL 'INVENTIVA AL TEATRO ROMA

Stagione teatrale 2017 | 2018

     Stagione teatrale 2017 | 2018

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9 Gennaio | 11 Febbraio 2018 – Prima Nazionale

Antonio Catania, Nicolas Vaporidis

con Maurizio Mattioli

con la partecipazione straordinaria di Gabriella Silvestri

e con Marco Giustini

L’ OPERAZIONE

Scritto e diretto da Stefano Reali
Scene Alessandro Chiti
Costumi Mara Gentile
Musiche Stefano Reali
Aiuto regia Iolanda Salvato
Disegno luci Giuseppe Filipponio
Direzione tecnica Stefano Orsini

Una produzione di Gianluca Ramazzotti per Ginevra Media prod srl,


Se volete vedere un bel spettacolo, andate al Teatro Roma. Fino all' 11 febbraio sarà in scena L'OPERAZIONE scritta e diretta da Stefano Reali. Lo spettacolo è ambientato durante i mondiali di Italia 90, e ciò è sottolineato dal sottofondo musicale iniziale: la celebre canzone di Gianna Nannini e Edoardo Bennato, nonchè dalla scena iniziale, dove si vede Nicolas Vaporidis (Il"paziente" Massimo Migliarini) entrare in una stanza di un ospedale e subito posizionare la radio e un televisorino, il Migliarini è immediatamente seguito da Carlo (Maurizio Mattioli) un infermiere in forza all'ospedale "polliclinico..." di Roma.

L'idea di ambientare questa vicenda durante Italia 90, credo sia dovuta, senza dubbio al fatto che il testo sia stato scritto in quegli anni, ma anche al fatto di voler far credere che sia uno spettacolo leggero, di intrattenimento, per poi poter, più facilmente, condurre lo spettatore, in dei vicoli nascosti che confluiscono in piazzette poco conosciute ma di nevralgica importanza  ai fini della sopravvivenza personale, anche quando il vento è avverso. Massimo ha un compagno di stanza Luigi (Antonio Catania) un veterano, sono ben 6 anni che vive in ospedale. Oltre a loro c'è Maria la caposala (Gabriella Silvestri), e il giovane medico rampante (Marco Giustini). 
L'OPERAZIONE  è uno spettacolo sull'inventiva umana, sull'arte di arrangiarsi, sull'autodeterminazione, sul non arrendersi, sulla trasformazione.
Travestito, solo inizialmente, da commedia, racconta pur mantenendo uno stile brillante, una profonda realtà.
Gli attori sono tutti, perfettamente calati nel ruolo, due di loro: Antonio Catania e Maurizio Mattioli sono veterani dei ruoli di Luigi e Carlo, avendoli già in precedenza interpretati sia in teatro, nella prima edizione, che al cinema "In barca a vela contro mano". Il ruolo di massimo Migliarini, nella prima edizione teatrale fu affidato a Giorgio Tirabassi, presente in sala la serata della prima, mentre nella versione cinematografica, il ruolo fu interpretato da Valerio Mastandrea. In questa versione è Nicolas Vaporidis a vestire i panni  di Massimo. Lo spettacolo merita di essere visto, avete tempo fino all'11 febbraio, perchè purtroppo non sono previste tournèe, almeno per il momento.
Miriam Comito





Sarà in scena al Teatro Roma – in prima nazionale – dal 9 gennaio all’11 febbraio - L’OPERAZIONE, scritto e diretto da Stefano Reali. In scena, un cast d’eccellenza: Antonio Catania, Nicolas Vaporidis con Maurizio Mattioli, con la partecipazione straordinaria di Gabriella Silvestri e con Marco Giustini.


Roma, 7 luglio 1990, il giorno della semifinale Italia-Argentina del Mundial.

Secondo alcuni, la migliore Italia di sempre...

Non c'erano telefonini, non c'era Wattsapp, c'era a malapena Internet, ma da poco.

Non c'erano i Social Network.

Non c'era l'Euro, c'erano ancora le Lire.

Ma c'era tanta vita vera, non "virtuale".

Massimo, grazie ad una raccomandazione, riesce a farsi ricoverare nel reparto Ortopedia di un grande ospedale romano. A trentacinque anni, vuole sottoporsi ad  una  ricostruzione dei legamenti del ginocchio, altrimenti  dovrà smettere di giocare al calcio, la sua grande passione. Ma il suo compagno di  stanza Luigi, un lungodegente "veterano" dell’ospedale, lo induce  a riflettere  sulla futilità di quell'intervento al ginocchio:  Luigi gli racconta delle sofferenze delle centinaia di pazienti costretti ad aspettare anche degli anni, in lista d'attesa, prima che si liberi un posto letto in ospedale. Lo  stesso Luigi, con  le gambe straziate  da ripetuti e  vani interventi chirurgici, inocula lentamente a Massimo  dei dubbi sul buon esito del suo intervento, al punto da farlo esitare sull'opportunità di operarsi... Ma chi è Luigi in realtà? La sua malattia potrebbe essere solo una simulazione, e far parte di un imbroglio gigantesco, che copre un "mercato di letti" ospedalieri?  E chi è Massimo in realtà? È solo un paziente ingenuo, o ha qualcosa a che fare con la Direzione Sanitaria, dove qualcuno ha deciso di smascherare quel mercato di letti?  Chi è il truffatore, e chi è il truffato?  Il povero Massimo non sa più da che parte girarsi, sa solo che la sua coscienza lo spinge ad incastrare Luigi. Forse in cambio di qualcosa? Il problema è che il suo compagno di stanza non è solo scaltro. È anche maledettamente simpatico...


Note Di Regia

L'Operazione è un testo che nasce  nel  1989,  come  atto  unico  a  tre personaggi, all'interno della  rassegna:  "Attori  in  cerca  d'autore", diretta da Ennio Coltorti. Il testo è stato rappresentato più volte tra il 1990  e il  1994, con lo stesso Coltorti nel ruolo del protagonista, accanto a Giorgio Tirabassi, e Maurizio Mattioli. Tradotto in diverse lingue, in Inghilterra in particolare L'Operazione, è  stato messo  in  scena  dal  celebre commediografo  Alan Ayckbourne, ed  ha  vinto il  prestigioso  “Be Bold Award”  come  miglior  testo straniero nel 1993. Nel 1997, ha ispirato anche un film, "In Barca  a Vela Contromano", da me diretto, ed interpretato  da Valerio Mastandrea, Antonio Catania, e Maurizio Mattioli.

La fortuna di L' Operazione è durata a lungo, nella memoria delle persone che lo hanno visto, molto più a lungo di quanto io stesso non mi aspettassi. È per questo, oltre che per l'attualità dei suoi contenuti, che ho deciso di accogliere l'offerta di Gianluca Ramazzotti di rimetterlo in scena, riuscendo a "conservare" due protagonisti dell' operazione cinematografica di vent'anni fa. 

Nonostante l' ambientazione ospedaliera, L'Operazione non è una storia di malasanità. Visti i suoi ripetuti colpi di scena, vuole essere piuttosto un mix di commedia all' italiana e di giallo, una storia di amicizia, di tradimenti, di risate, di slealtà. E di un certo modo di fare che può essere riassunto dal motto che Longanesi sosteneva fosse impresso sulla bandiera italiana, e cioè: "Tengo Famiglia". Un motto che sembra governare l' Italia da sempre, ma che a volte, può generare delle sorprese inaspettate.

E addirittura commoventi.

Stefano Reali




Teatro Roma, Via Umbertide 3 (P.zza S. Maria Ausiliatrice)   00181 Roma Tel. 06 785.06.26 info@ilteatroroma.it   

Info e prenotazioni:   Tel. 06 785.06.26  https://www.ilteatroroma.it/

Orario Spettacoli: dal Martedì al Venerdì: ore 21.00secondo Giovedì di spettacolo ore 19.00, 1° e 2° sabato di spettacolo ore 17.00 ed ore 21.00. Domenica ore 17.30. Lunedi riposo

Biglietti (comprensivi di prevendita): Intero € 27,00 - Ridotto € 25,00 - Cral (per gruppi di almeno 10 persone) - Ospiti Abbonati  € 18,00 - Centri Anziani (per gruppi di almeno 10 persone) - Giovani (da 12 a 18 anni) € 14,00 - Bambini (fino a 11 anni) € 12,00

Orario Botteghino: Lunedì dalle 10.00 alle 15.00, dal Martedì al Sabato dalle 10.00 alle 20.00. Domenica dalle 11.00 alle 13.00  e dalle 15.00 alle 20.00


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