lunedì 22 ottobre 2012

VISITA GUIDATA A PALAZZO ALTEMPS

Palazzo Altemps,una delle sedi del Museo Nazionale Romano, è una meta imperdibile per una visita guidata capace di portare il pubblico a spasso nel tempo, consentendogli di ammirare sia statue antiche facenti parte del patrimonio che costituiva le grandi collezioni delle nobili famiglie romane, come i Ludovisi, i Mattei, i Del Drago,ora passate allo Stato e musealizzate, sia il palazzo stesso nei suoi cambiamenti nel corso dei secoli. Cambiamenti che grazie al recente restauro sono tutti visibili, dagli scavi, alle "finestrelle" aperte, in alcuni ambienti, per mettere in luce la decorazione medievale, ai lavori risalenti al Quattrocento, quando il palazzo conservava ancora il nome primigenio: Palazzo Riario, alle trasformazioni, volute dal Cardinale Marco Sittico Altemps, fino ad arrivare ad alcune pitture parietali di epoca seicentesca. Tra le opere antiche oltre al "Trono Ludovisi" e al "grandesarcofago Ludovisi" spicca L'Ares Ludovisi restaurato da Gian Lorenzo Bernini.
L'appuntamento è per giovedi 25 ottobre alle ore 16, davanti l'entrata del museo, in PiazzaS. Apollinare. 
Per informazioni: miriamcomito@gmail.com

mercoledì 10 ottobre 2012

Giovedi 18 ottobre visita guidata alla chiesa di S.Andrea della valle


  Mattia Preti La crocifissione di S.Andrea

Domenichino- S. Matteo
 La chiesa di S.Andrea della valle, è una delle chiese più importanti di Roma, la sua cupola è per grandezza inferiore solo a quella di S. Pietro, non a caso la chiesa, ufficiata dall'ordine dei Teatini, ordine religioso maschile fondato da S. Gaetano da Thiene (co-patrono della città di Napoli insieme a S.Gennaro), e da Pietro Carafa (Papa Paolo IV), fu dedicata a S. Andrea apostolo fratello di S. Pietro. All'interno della chiesa si possono ammirare e confrontare, tra le altre, opere di Lanfranco, Domenichino,e  Mattia Preti, il Cavalier Calabrese, e il Pomarancio. Nella  cappella Barberini, la prima a sinistra, Giacomo Puccini ha ambientato il primo atto della sua "Tosca".
L'appuntamento è per giovedi 18 ottobre alle ore 16.15 davanti alla chiesa in Corso Vittorio Emanuele II.
Per informazioni: miriamcomito@gmail.com

lunedì 1 ottobre 2012

MALAMANCIA- Che fine ha fatto Don Chisciotte?

L'attualizzazione della locura o follia che dir si voglia resa celebre, da Miguel de Cervantes con il suo scritto più famoso "El ingenioso hidalgo Don Quijote de la Mancha", pubblicato in due libri tra il 1605 e il 1615 durante uno dei periodi più bui della storia spagnola, all'indomani della sconfitta subita dall'invincibile armata da parte dell'Inghillterra di Elisabetta I,  che gettò la Spagna in una crisi sociale ed economica dà lo spunto a Davide Stecconi di scrivere una drammaturgia intorno al Don Chisciotte, ma rendendo protagonista Mastro Pietro, il burattinaio, realmente presente nel romanzo di Cervantes. Mastro Pietro interpretato da Giovanni De Giorgi, è da 400 anni alla disperata ricerca del cavaliere errante che in un momento di follia gli aveva distrutto tutte le sue marionette, lasciandolo essenzialmente solo a vagare a sua volta per la mancha, costretto a vedere roghi di libri, perdite di fantasia, ideali sconfitti, fino a  che  riesce a raggiungere il posto dove l'hidalgoseppur addormentato e con una fila di creditori che attendono ansiosi il suo risveglio, riuscirà a parlargli? Il merito di questo spettacolo è duplice: il testo è ben scritto e attuale, non ci servirebbe forse un Don Chisciotte sveglio, per combattere la follia individualistica quindi quella reale che ha portato all'implosione la nostra società fondata sullo sfruttamento delle risorse umane e non? Il secondo merito va all'interpretazione di Giovanni De Giorgi, il protagonista e narratore della vicenda, che riesce da solo, seppur coadiuvato dall'accompagnamento musicale di Telonio della Mancha, a raccontare non  solo la vicenda del burattinaio, ma interpreta tutta una galleria di personaggi, dal poliziotto alle suore che bruciano i ibri a Sancio Panza a Don Chisciotte stesso.
Miriam Comito
Il Teatro U presenta:
Malamancia - Che fine ha fatto don Chisciotte?

con Giovanni De Giorgi e il chitarrista Telonio de la Mancha.
drammaturgia di Davide Stecconi


Venerdì 28 settembre, ore 21
Domenica 30 settembre, ore 19.30

Teatro il Cantiere
Via Gustavo Modena 92
Trastevere, Roma
Malamancia è un racconto musicale, un concerto in prosa, è un racconto picaresco.
Lo spettacolo comincia proprio dalla fine del romanzo di Cervantes.
I fatti sono quelli dell’ epilogo. Una lente d’ ingrandimento posta dentro alle ultime ore del romanzo.
Perché Don Chisciotte si è battuto contro i mulini a vento scambiandoli per giganti?
Perché ha tagliato la testa alle marionette di re e regine scambiandole per demoni?
Qual è la sua follia?
Una ricostruzione dei fatti crea una specie di giallo a quadri. Un giallo comico, picaresco e dalle tinte surreali.
Il protagonista involontario dello spettacolo è uno dei veri personaggi del famoso romanzo di Cervantes, un bandito e burattinaio, Mastro Pietro, che si è messo sulla strada con l’idea di scoprire che fine ha fatto Don Chisciotte!
L’hidalgo forte che i più forti superò e che pure nella morte la sua vita trionfò… che fine ha fatto?
Mastro Pietro raccoglie la voce di molti personaggi che ruotano attorno al romanzo che si fanno testimoni più o meno attendibili delle grandi imprese di Don Chisciotte
Le canzoni del chitarrista Telonio de la Mancha accompagnano il racconto e descrivono le azioni di un cavaliere errante che ha gettato la Mancha dentro ad una grande locura.
Una follia? Una rivoluzione? Una fantasia? Uno spettacolo? Non si sa.
La storia scritta da Cervantes è quella di una parodia in cui è caduta tutta la Spagna.
E non solo.
Quel paese nella terra di Mancha  di cui non voglio fare il nome diventa una terra dove si può riconoscere la terra di molti.
Un paese dove spopola l’ ingiustizia e la legge funziona sempre sottomessa al pregiudizio.
Un paese dove non si possono avvertire le trasformazioni di un secolo.
Un paese dove le ambizioni vanno messe da un ‘altra parte e per cui vale la pena di essere rappresentato con le fantasie di un matto.
Ma Don Chisciotte è un uomo vero nella sua fantasia.
Di lui J. L. Borges ha detto :“in questa opera finiamo per parteggiare per la visione di Chisciotte!”.
E questo accade anche a tutti i personaggi di questa storia che finiscono per crederci, come molti di noi del resto.