MEDFILM
festival
2014 – 20°
EDIZIONE
Roma
4
/ 11
luglio - Casa
del Cinema / Museo MAXXI
Festival
di Interesse Nazionale, Manifestazione di Interesse per la vita culturale della
città triennio 2014-16, Festival di
Interesse Culturale per
Forum
Mediterraneo
e
Partenariato Euro-Mediterraneo,
con
l’adesione del Presidente della Repubblica
Il MedFilm Festival ha festeggiato i suoi 20 anni di
attività con un programma ricco ed intenso, arricchito dalla presenza di
prestigiosi ospiti che hanno aderito con entusiasmo al progetto culturale del
festival stabilendo di volta in volta contatti profondi con il pubblico, dando
testimonianza diretta del variegato contesto culturale e politico che rende
unica l’area Euro-Mediterranea.
Per
ragioni di budget condensato in 8 giorni di proiezioni, il Festival si è tenuto presso le prestigiose
sedi del Museo MAXXI e della Casa del Cinema, una grande festa delle culture che ha
riunito i protagonisti storici del MedFilm, la più antica manifestazione
internazionale di Cinema di Roma, la prima in Italia dedicata alle
cinematografie del Mediterraneo e al Dialogo tra i paesi delle due sponde
attraverso il Cinema, finestra aperta sul mondo per conoscere ed apprezzare le
Diversità come un Valore.
“Siamo estremamente soddisfatti per essere
riusciti, in
condizioni economiche proibitive, a costruire un programma fortemente legato al
racconto contemporaneo, e al tempo stesso estremamente eclettico, nel quale
hanno convissuto tante idee di cinema: dalla finzione al documentario, dal
melodramma al noir fino alla commedia ed al cinema sperimentale”,
ha dichiarato la Presidente del MedFilm Festival, Ginella Vocca, che ha
aggiunto “Il percorso, chiaro e creativo,
è stato ben definito a cominciare dai film di apertura e chiusura, siamo partiti
dall’Egitto con l’anteprima europea Factory Girl di Mohamed Khan, per
arrivare in chiusura nel cuore dell’Europa, con il francese Eastern Boys
di Robin Campillo. Due titoli, molto diversi per stile e contenuto, che uniscono
idealmente le due anime del festival: da un lato il Mediterraneo, ricco di
storia, fascino e passioni viscerali; dall’altro l’Europa dell’immigrazione e
dell’incontro/scontro tra culture diverse”.
Il
Festival, realizzato nell’ambito delle celebrazioni per il Semestre di
Presidenza italiana dell’Ue, ha sottolineato il passaggio del testimone culturale tra Grecia e
Italia, grazie all’intervento in Conferenza Stampa del
Sottosegretario di Stato Francesca
Barracciu e dell’Ambasciatore Themistoklis
Demiris: i due
hanno
sottolineato il ruolo centrale del Mediterraneo nell’attuale contesto europeo e
la “necessità di cultura” come
strumento fondamentale per lo sviluppo di una Nuova Europa che sappia
comprendere nel profondo i suoi mutamenti, e dialogare con la sponda Sud in
termini propositivi e di reale scambio.
FILM DI APERTURA
Il
Festival ha aperto anche quest’anno con un film egiziano
Factory Girls del regista Mohamed Khan, presente alla
proiezione.
Tra
i maggiori e più influenti filmmaker egiziani dagli anni Ottanta ad oggi,
Mohamed Khan (nato nel 1942) ha debuttato nel 1978 con Darbet Shams, incredibile successo di
pubblico e critica interpretato dalla star Nour El Sherif. Nel 2013 il Dubai
International Film Festival ha inserito tre suoi titoli (Zawgat Ragol Mohem, Ahlam Hind we Kamilia e El Harrif) nella lista dei 100 film
arabi più importanti di tutti i tempi.
Il film, presentato in anterpima
europea al MedFilm Festival, racconta la storia di una giovane operaia che
vive in un quartiere popolare del Cairo e si innammora del nuovo supervisore
della fabbrica. Un amore impossibile in una società che ancora fatica ad
accettare l’emancipazione femminile, ma un coraggioso finale riscatta la
protagonista.
“Sono molto legato a questo film la cui
sceneggiatura è stata scritta da mia moglie che ha vissuto per 2 anni in una
fabbrica, fingendosi un’operaia, è un film che mi da la grande soddisfazione di
vedere il pubblico uscire gioioso dalla sala.” Ha dichiarato Mohamed Khan a
fine proiezione.
I
Premi
alla Carriera
Sono stati
due i Premi alla Carriera conferiti dal festival. A Mario
Martone
che si è detto felice di ricevere il premio da un Festival di cui apprezza da
sempre la qualità dei programmi e soprattutto l’obbiettivi di fondo ovvero il
tenere accesa una luce sulle culture del Mediterraneo. Alla premiazione
cui hanno preso parte Iaia Forte che ha consegnato il Premio e
Gianfranco Pannone che ha introdotto l’evento, è seguita la proiezione
di Noi Credevamo affresco
sul Risorgimento, realizzato in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia. Il
secondo Premio alla Carriera è andato
al regista francese Paul Vecchiali
che, insieme alle importanti parole con cui ha ringraziato gli organizzatori, ha
voluto dedicare il suo premio al compagno di una vita l’attore Malik
Saad.
Il
Premio
koine
E’
andato a Padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli, da
sempre impegnato per i diritti dei migranti e l’accoglienza dei rifugiati.
Il
valore simbolico del Premio, sintetizzato nel suo nome, vuole sostenere i principi ispiratori delle più moderne
politiche culturali, votati al sostegno di strumenti efficaci per la costruzione
di una cultura di conoscenza e di cooperazione, credibile e durevole, tra i
paesi della sponda Nord e della sponda Sud del Mediterraneo, in un cammino di
dialogo, comprensione, cooperazione e sviluppo. “Le crisi economiche si possono superare, al
contrario le povertà diffuse, di contenuti umani, le povertà culturali, sono ben
più gravi, profonde e di difficile soluzione”, ha dichiarato Padre la Manna
ritirando il riconoscimento.
ITALIA Paese Ospite d’Onore
In
occasione delle Semestre di Presidenza italiana dell’Eu l’Italia ha partecipato
in qualità di Paese Ospite d’Onore, con 12
film per una panoramica su alcuni tra gli autori più talentuosi e originali del
nostro cinema. Insieme all’omaggio a Mario Martone con Noi
Credevamo ed il film del Concorso ufficiale In
Grazia di Dio di Edoardo
Winspeare, il
lungometraggio La mia classe di Daniele Gaglianone, coraggioso “film nel film” nel quale
la realtà prende il sopravvento sulla finzione e i dubbi di un professore in una
classe di italiano per stranieri, diventano le contraddizioni di un intero
sistema. Tra i documentari Brasimone di Riccardo Palladino, ambientato
nell’Appennino che sovrasta Bologna e ben sei cortometraggi, per un percorso che
attraversa l’Italia con la Sicilia di Cuore Nero, la Taranto di Alle corde e la Genova di A passo d’uomo, aprendosi al passato
con il bianco e nero del sorprendente Gli Uraniani ed ai sentimenti più
profondi della luce radiante che guida ReCuiem il riuscito esordio alla regia di Valentina
Carnelutti.
GLI
OMAGGI
Al
francese Paul Vecchiali,
al
marocchino Daoud
Aoulad-Syad
ed allo sloveno Karpo Godina.
Vecchiali
nell’ambito
della sezione Le Regard des Autres,
ha presentato in anteprima
internazionale i suoi ultimi lavori Faux accords e La Cérémonie insieme a Corps a Coeur; Daoud
Aoulad-Syad ha accompagnato il
suo omaggio al poeta e regista friulano En attendant Pasolini, mentre
la sua retrospettiva completa è stata oggetto di un lavoro realizzato con gli
studenti del DAMS di Roma Tre; Karpo Godina, tra i principali esponenti della
cinematografia slovena, ha presentato The Raft of Meduse ed il
cortometraggio The Litany of Happy People. A
concludere la sezione l’acclamato, e purtroppo attualissimo, Omar di Hany Abu-Assad, entrato
nella cinquina ai Premi Oscar 2014 come miglior film straniero.
I
PREMI del festival
Anche
quest’anno l’artista Francesco Cuomo
ha impreziosito il festival con la sua Arte e la sua passione realizzando cinque
opere originali dall’emblematico titolo “Cuore e Sudore”, i prestigiosi
premi sono stati conferiti ai vincitori delle principali categorie competitive
del MedFilm Festival.
I VINCITORI DEL MEDFILM FESTIVAL
2014
La Giuria del Concorso Ufficiale composta
da
Dacia Maraini,
Iaia Forte, Steve della Casa, Antonio Fasanella e Marco Simon Puccioni si
è così espressa:
Premio AMORE E PSICHE
2014 a STRATOS di Yannis Economides (Grecia)
Un film che ricorda Camus per la capacità di raccontare un uomo che
vorrebbe la pace ma finisce sempre in guerra, che non guida gli eventi ma se ne
fa guidare, ribellandosi solo alla fine. La faccia ferma, nobile, dolorosa e
drammatica del protagonista è la dote maggiore di un film che coinvolge e rimane
nella memoria.
ESPRESSIONE
ARTISTICA
a IN
GRAZIA DI DIO
di
Edoardo
Winspeare
( Italia)
Un film che racconta con passione e partecipazione un esperimento di
comunità quasi francescana. Una storia che coinvolge grazie soprattutto
all’interpretazione delle protagoniste, che valorizza il lavoro degli altri che
le circondano.
MENZIONE
SPECIALE a LE CHALLAT DE TUNIS di Kaouther
Ben Hania (Tunisia)
Allegoria e osservazione dei costumi, in un film ironico e graffiante che
racconta come il maschilismo sia una componente importante di una vita
quotidiana che è stata poi messa in discussione dai recenti sommovimenti
sociali.
La Giuria del Concorso Documentari,
composta da Valentina Carnelutti,
Antonio
Pettinelli
e Franco Arminio, ha assegnato il
Premio OPEN EYES a MY LOVE
AWAITS ME BY THE SEA di
Mais Darwazah (Giordania/Palestina)
My Love Awaits Me By the Sea ha la
capacità di mettere a fuoco con intelligenza e leggerezza una vicenda
controversa e troppo spesso vittima di pregiudizi. Lascia lo spettatore libero
di fruire della narrazione, del viaggio, dell’incontro con i personaggi
avvicinandolo con sensibilità alle loro
emozioni.
I riconoscimenti
speciali sono andati a KARPOTROTTER di Matjaz Ivanisin (Slovenia)
Karpotrotter è bagnato in un gusto
etnografico, ma l’adesione alla realtà lascia spazio a una pacatissima
dimensione onirica. La prolungata attenzione ai luoghi e alle persone produce
nello spettatore una felice riattivazione dello
sguardo.
e SOBRE LA MARXA di Jordi Moratò (Spagna)
La
scoperta di un uomo, un artista involontario, l’espressione della follia che si
trasforma in arte e confronto dialettico con la realtà. Tutto questo in un
linguaggio formale che coniuga materiali d’archivio, riprese originali, testo,
in un approccio rispettoso verso un mondo parallelo al confine tra follia e
arte.
La Giuria Consorso Cortometraggi, composta dagli
studenti diplomandi delle scuole di cinema Nadim Hobeika (Faculté des Lettres
et Sciences Umanes Saint Joseph - Beirut,
Libano),
Vladimir Tagic (Faculty of Dramatic Arts - Belgrado, Serbia), Roberto
Sanchez Bueso (ECAM - Escuelas de Cine y Televisión de Madrid, Spagna),
Zeynep Burcu Keçecioğlu (MSFAU - Mimar Sinan
Fine Arts University - Istanbul, Turchia), Marie Louise
Elia (ALBA - Académie
Libanaise
des Beaux Arts - Balamand, Libano), Soukaina Aboulaoula
(ISCA - Institut
Spécialisé du Cinèma et de
l’Audiovisuel - Rabat, Marocco), Nefeli Evmorfia
Dakozoudi (Faculty of Fine
Arts- Aristotele University
of Thessaloniki, Grecia), e dai detenuti
della Casa Circondariale
Rebibbia “Nuovo Complesso”, ha assegnato
Il Premio Premio Methexis
a SELMA
di Mohamed Ben Attia
(Tunisia)
Con pochi e minimali cenni della regia e della scrittura, il film
descrive la lotta di tre generazioni di donne in una società patriarcale. Dopo
la morte del marito, Selma prende il controllo della proria vita, non
permettendo di essere messa in disparte dalle norme della sua società.
Il Premio Cervantes
Roma è andato a CHRISTINE di Mounia Akl (Libano)
per la sua delicata narrazione, e per la forza delle
immagini cinematografiche. “Che cosa significa essere una suora? Amare
e soffrire più di qualsiasi altra donna”. Attraverso la storia di due suore in
Libano, questo film mostra il rapporto sottile e complesso tra l’affetto,
l’accettazione e la femminilità.
I PREMI DELLE GIURIE POPOLARI
La
Giuria PiùCulture, composta da
Aleksandra
Mirkovic (Serbia),
Hind
Rajil (Marocco),
Emery
Enego Bavogui (Guinea),
Saghar
Setareh (Iran),
Alina
Barbulescu (Romania),
Benjamin
Vasquez Barcellano Jr (Filippine)
Cristina Liuzzo, (Etiopia),
si è così espressa:
Miglior
lungometraggio
al film In
Grazia di Dio
di
Edoardo Winspeare
(Italia)
Per aver coinvolto ed emozionato i giurati attraverso i temi trattati:
quello dell’amore, per la propria terra e i suoi frutti, per i propri figli, per
la propria dignità, e poi l'amore in tutte le sue sfumature, sensuale, tenero,
giovane, maturo; per la visione magica della religione, vista come retaggio
culturale più che come culto vero e proprio; per la scenografia naturale e il
modo in cui è fotografato il paesaggio e la terra, il ritorno e l'attaccamento
alle origini.
La
pellicola contempla la complessità delle relazioni umane attraverso la
rappresentazione contraddittoria e dura dei rapporti familiari. Un film al
femminile, aspro come sanno essere le terre che racconta, è una sinfonia di
volti vissuti che per mezzo di un dialetto autentico trascinano lo spettatore
direttamente nel racconto. Molto interessante lo sguardo antropologico del
regista che riporta in superficie aspetti dimenticati e rappresenta il reale
così com'è, accettandone la complessità invece di semplificarlo per renderlo
comprensibile. In
grazia di Dio è un ottimo esempio di
cinema realista contemporaneo nonchè un buon film in assoluto.
Riconoscimento
Speciale
a Factory Girl di Mohamed Khan (Egitto)
Il
film
ha
riscontrato un giudizio positivo presso tutti i giurati, per la sensibilità
verso le donne, e per la lievità di un racconto di emancipazione che riguarda
ogni essere umano. Particolare riconoscimento va alla bravura della protagonista
e alla scelta della colonna sonora.
La Giuria degli studenti
universitari della Facoltà di Arabo del Dipartimento di Studi
Orientali dell’Università La Sapienza, del Dipartimento di Arti e Scienze dello
Spettacolo della Sapienza e di RomaTre, dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica
“Silvio D’Amico” e della Scuola Provinciale d’Arte Cinematografica
“Gian Maria Volonté”,
si è così espressa:
miglior
film LE
CHALLAT DE TUNIS
di Kaouther Ben
Hania
miglior documentario IN THE NAME OF GOD di Mashti
Esmail
miglior
cortometraggio WOODEN
HAND/PEAU DE COLLE di Kaouther Ben Hania
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