giovedì 8 agosto 2024

Dopo il successo del debutto, torna in scena FEDRA con LAURA LATTUADA_29 agosto_Teatro Romano di Spoleto



FEDRA

di Ghiannis Ritsos


spazio scenico e regia di Alessandro Machìa

con LAURA LATTUADA

e Andrea Beruatto nella parte di Ippolito


costumi Laura Giannisi

luci Giuseppe Filipponio

habitat sonoro Giorgio Bertinelli

aiuto regia Tommaso Garrè

una produzione Compagnia Zerkalo


in accordo con Arcadia & Ricono srl per gentile concessione di Ery Ritsou


TEATRO ROMANO

DI SPOLETO

29 agosto ore 21.15


Dopo il successo del debutto avvenuto in occasione dell’VIII edizione di FESTIV’ALBA, torna in

scena giovedì 29 agosto presso il Teatro Romano di Spoleto lo spettacolo FEDRA di Ghiannis

Ritsos, con Laura Lattuada e con Andrea Beruatto nel ruolo di Ippolito, spazio scenico e regia di

Alessandro Machìa.

Scritto in esilio e terminato nel 1975, poco dopo la fine del regime dei Colonnelli, Fedra, appartenente

alla raccolta denominata Quarta dimensione, è forse è uno dei testi più riusciti del grande poeta greco

Ghiannis Ritsos; il più palpitante, a un tempo carnale e mistico, interpretato qui da una straordinaria

Laura Lattuada.

Ritsos, attraverso il meccanismo della confessio, riflette sul desiderio come oltranza e abisso, che

confina con l'estasi; ma anche sul tempo, sulla bellezza del corpo come luogo del mistero, come


con il sostegno di

tempio sacro, in una prossimità di amore e morte.

Fedra parla, dice tutto, dichiara in maniera feroce il suo desiderio bruciante per il giovane e bellissimo

figliastro Ippolito. Parla a un corpo che l’ascolta muto, quel corpo che si nega, si sottrae, e che per

Fedra è una casa, un tempio. Ippolito, nella sua fissità da oggetto del desiderio è esposto allo sguardo,

su un piedistallo, come una statua greca, offerto per essere scrutato e toccato, come un Cristo sul quale

Fedra rovescia addosso parole deliranti e lucidissime, di passione cieca e di negazione. Questa

liberazione della parola avviene in una scena obitorio, fredda, invasa da una luce bianca e fatta di

pochi elementi d’arredo, i cui bisturi sono proprio quelle parole che in un eccesso lirico e allo stesso

tempo erotico, tentano di toccare il corpo di Ippolito, di comprometterlo, di gettarlo nel mondo, di

umanizzarlo, smascherando come falsa la castità del ragazzo, il suo rifiuto del desiderio, “la santità

della privazione”.

Ma a Fedra, inconciliabile e umanissima, di fronte all’impossibilità di conoscere quel corpo e alla

sproporzione del suo desiderio senza compimento, di fronte alla “gelida santità” di Ippolito, non resta

che il suicidio e la vendetta della lettera infamante, come ultima possibilità di “toccare” l’amato.

Un minuzioso lavoro di sonorizzazione della scena, di tessitura di suoni reali della natura e di rumori

come provenienti dalla psiche di Fedra, farà emergere quella quarta dimensione, quell’invisibile che

abita i testi di Ritsos, dando vita a uno spettacolo polivocale, onirico e fortemente suggestivo.

Lo spettacolo sarà nuovamente in scena venerdì 6 settembre all’Area Archeologica di Carsulae

(Terni).


Ufficio stampa Compagnia

Federica Guidozzi (+39) 347 7749976

guidozzifederica05@gmail.com

federica.guidozzi05@gmail.com


Teatro Romano di Spoleto

Viale Giacomo Matteotti, 4 – 06049 Spoleto

Orario spettacolo: giovedì 29 agosto 2024 ore 21.15

Acquisto Online su www.vivaticket.com 

Nessun commento:

Posta un commento