Attorno ad uno spazio scenico minimalista, si raccoglie il pubblico per assistere a LA FIGLIA DI KIOTO ZHANG, in scena al Teatro Lo Spazio fino al 4 maggio scritto e diretto da Massimo Odierna.
Avrei detto che fosse un testo americano o comunque non italiano, questa è la prima impressione che ho avuto assistendo allo spettacolo, i personaggi , le atmosfere non hanno nulla che ricordi il nostro Bel paese.
Si viene catturati da queste figure, tutte estremamente caratterizzate, che si muovono, si confrontano tra di loro in questo spazio-tempo, indefinito ma ben concreto.
Non si può non lasciarsi coinvolgere da questo spettacolo, perché in primis il testo ha un carattere universale, non ha una colorazione precisa o una bandiera ma potrebbe svolgersi in qualsiasi luogo, in precedenza ho citato l'America, perché alcuni personaggi, quello di Tommy in particolare interpretato da Giovanni Serratore, un uomo innamorato, apparentemente sciupafemmine, che annega la sua disperazione nell'alcol mi ha lasciato nella mente un sentore di U.S.A. ma in realtà potrebbe essere ambientato ovunque, tutti i personaggi sembrano essere chiusi in se stessi avviluppati nel loro personale loop. La disperazione di Thomas che oltre che all'alcool usa come anestetico, un susseguirsi senza sosta di appuntamenti con donne, tutte diverse tra loro e tutte interpretate da Federica Quartana, ma questa disperazione a cosa è dovuta? E' dovuta al fatto che Thomas è innamorato di Amèlie sua ex fidanzata (Sofia Taglioni) una ragazza che pratica la gentilezza ed è attenta ai problemi ambientali.
Quando Libero (Enoch Marrella) il nome non è scelto a caso, contatta Thomas per aiutarlo a trovare Noa la figlia sedicenne del comandante delle guardie imperiali, Dopo un primo tentennamento vede attraverso questo aiuto una possibilità concreta di avvicinarsi di nuovo ad Amèlie.
Libero ha una curiosa famiglia composta da un padre, pederasta delirante (Francesco Petruzzelli) la madre, una pia donna (Irene Ciani), la Ciani interpreta anche la zia di Libero, una zia bisbetica, ma risolutrice.
Appena sfiorato ma presente il tema della dittatura, tema intelligentemente inserito nel contesto alimentare, fondamentale per la sopravvivenza.
La seconda motivazione per cui non si può non lasciarci coinvolgere da questo spettacolo è perché si il testo è politicamente scorretto, senza veli, come lo sono le performance che ci restituiscono gli attori, tutti bravissimi, tutti i personaggi hanno qualcosa da raccontare e lo fanno senza mezzi termini, senza essere pettinati laccati, escono al naturale.
Uno spettacolo quindi davvero, forte e intenso con delle scene molto particolari, affidate solo alla bravura attoriale, senza orpelli scenografici, mi verrebbe da dire un teatro in purezza, non posso e non voglio descrivere nessuna scena perché vanno viste, e poi chi è la figlia di Kioto Zhang? Lo scoprirete andando a teatro.
Miriam Comito
Lo spettacolo ha ricevuto la menzione speciale della giuria all’idea originale al Festival InDivenire 2023.
LA FIGLIA DI KIOTO ZHANG
Scritto e diretto da Massimo Odierna
Con Irene Ciani, Enoch Marrella, Francesco Petruzzelli, Federica Quartana, Giovanni Serratore, Sofia Taglioni
DAL 29 APRILE AL 4 MAGGIO
TEATRO LO SPAZIO-ROMA
Spettacoli ore 21; Sabato ore 18; domenica ore 17
Biglietti: 15 euro – ridotto: 12 euro
(bar aperto per aperitivo dalle 20.00)
Teatro Lo Spazio
Via Locri 43, Roma
informazioni e prenotazioni
Ufficio Stampa
Maresa Palmacci tel. 348 0803972; palmaccimaresa@gmail.com
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