giovedì 27 ottobre 2016

MAROCCHINATE Recensione

TEATRO LO SPAZIO
dal 25 al 30 ottobre 2016
dal martedì al sabato ore 20.30 –domenica ore 17.00
Via Locri, 42

MAROCCHINATE
Di Simone Cristicchi e Ariele Vincenti

con Ariele Vincenti

Costume: Sandra Cardini-  Disegno luci: Marco Laudando
Voci off: Elisabetta De Vito, Massimo De Rossi, Aurora Guido
Organizzazione Alessandra Cotogno – aiuto regia Teodora Mammoliti

regia Nicola Pistoia


La funzione del teatro è quella di diffondere cultura, in modo specifico, quella  particolare cultura che altrimenti avrebbe difficoltà ad essere conosciuta dai più. Ci sono, infatti, ahimè storie, che hanno assolutamente diritto a far parte della "grande storia" che invece, sono del tutto misconosciute, questo perchè la storia, quella che ci fanno studiare a scuola da sempre è scritta dai vincitori, che devono essere per forza candidi sine macula. Per fortuna che c'è il teatro che ci viene incontro, per rendere noto al grande pubblico avvenimenti terribili successi nel nostro Paese. Simone Cristicchi e Ariele Vincenti hanno scritto un testo bellissimo sul multiforme eccidio perpetrato dalle truppe coloniali francesi i cosiddetti Gaumiers nei confronti della popolazione ciociara. 1944 la Seconda Guerra Mondiale sta volgendo al tramonto, gli alleati sono sbarcati ad Anzio il 22 gennaio, già il il 18 dello stesso mese bombe, bombe e ancora bombe sulla Ciociaria, "rea" di ospitare parte della linea Gustav voluta da Hitler che divideva in due la penisola italiana: a nord il territorio in mano alla Repubblica Sociale Italiana, e alle truppe tedesche a sud gli alleati. Si estendeva dalla foce del fiume Garigliano, al confine tra Lazio e Campania, fin a Ortona in provincia di Chieti, passando per Cassino nel frusinate. Erano si arrivati gli alleati, ma la guerra non era finita, anzi per la popolazione dei paesi della Ciociaria si stava per aprire la pagina più tragica. Gli alleati decisero di inviare sul fronte di Monte Cassino..le truppe coloniali francesi, capitanate dal general Alphonse Juin ,queste truppe non costituivano un esercito regolare bensì gruppi composti d a una settantina di uomini, molto spesso legai tra loro da vincoli di parentela ed arruolati con un contratto: pe rlo più marocchini di etnia berbera nativi delle montagne dell'Atlante che ricevettero come sollecitazione dal generale juin questo messaggio: "Soldati! Questa volta non è solo la libertà delle vostre terre che vi offro se vincerete questa battaglia. Alle spalle del nemico vi sono: donne, case, c'è un vino tra i migliori del mondo, c'è dell'oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete. Dovete uccidere i tedeschi fino all'ultimo uomo e passare ad ogni costo. Quello che vi ho detto e promesso mantengo. per 50 ore sarete i padroni assoluti di ciò che troverete al di là nemico. Nessuno vi punirà per ciò che farete, nessuno vi renderà conto di ciò che prenderete..." Beh i gaumiers non se lo fecero ripetere due volte, e l'orribile situazione durò ben più di 50 ore. L'interpretazione di Ariele Vincenti rende appieno la desolante disperazione di quelle donne oggetto di  violenza le cosiddette Marocchinate che oltre alla violenza fisica e psichica subita dai gaumiers hanno dovuto subire una tripla violenza..l'essere marchiate a fuoco, come appestate, ripudiate dai propri mariti e dall'intero paese, e non  risarcite se non in minima parte dallo stato, peri danni subiti. L'interpretazione è davvero toccante, coinvolgente,si sente dentro una malinconia come se quei fatti fossero successi a tua sorella, ad una tua amica, a tua figlia, ti vine da alzarti dal tuo posto per andare a consolare, tato l'interpretazione è realsitica.. La narrazione si sviluppa attraverso l'ideale dialogo post-guerra tra Angelino, il marito di Silvina una delle marocchinate e il giornalista Enzo Biagi.
Miriam Comito


Lo spettacolo “ Marocchinate”, racconta   i terribili giorni  decisivi e successivi allo sfondamento da parte degli Alleati della linea di Montecassino, ultimo baluardo  tedesco. Apparentemente la guerra è finita e l’Italia è libera, ma non per le popolazioni di gran parte del basso Lazio.

E questa è l’altra faccia della Liberazione.

“Aspettavamo ji salvatori… so’ arrivati ji diavoli”.

Un’altra di quelle storie che se non sei di quelle parti non la conosci. Successa in una terra che se non hai parenti o amici, non ci vai. Siamo in un paese della Ciociaria e  Angelino, pastore locale, ci racconta la semplice ma faticosa vita contadina della sua zona prima della guerra. Vita che viene sconvolta con l’arrivo delle truppe Marocchine, aggregate agli Alleati,ai quali viene affidato il compito di entrare nella rocciosa difesa tedesca. Ottemperano il loro compito e “le truppe di colore” come ricompensa ottengono  il “diritto di preda” contro la popolazione civile. 50 Ore di carta bianca, 50 ore in cui fanno razzia di tutto quello che trovano: oro, case, vino,bestie, ma soprattutto donne. Sono migliaia le donne che verranno stuprate e uccise nella primavera del ’44, dai soldati marocchini. Tra queste c’è Silvina la moglie di Angelino, che diventerà uanch’essa una  “Marocchinata” .
Lo spettacolo ha lo scopo di rispolverare i gravi fatti della Ciociaria del ’44,per non dimenticare le migliaia di donne vittime di quelle violenze. Con l’obiettivo che le loro parole diventino le nostre parole,diventino  la nostra storia.
Simone Cristicchi


Nessun commento:

Posta un commento