venerdì 19 febbraio 2016

UN UOMO A META' Recensione

Un uomo a metà
di Giampaolo G. Rugo
con Gianluca Cesale
regia Roberto Bonaventura

scene e costumi Francesca Cannavò
amministrazione Marilisa Busà
foto di scena Giuseppe Contarini
produzione Castello di Sancio Panza e Fondazione Campania dei Festival

Spettacolo vincitore del Napoli Fringe Festival 2015


UN UOMO A META'  è uno spettacolo che narra, la tragedia dell'inadeguatezza, mettendo in luce quanto questa inadeguatezza non sia assolutamente una cosa naturale, o spontanea, ma venga indotta dalla società a cui tutti apparteniamo, che ci sottopone a continui e sfiancanti confronti, che limitano l'essere umano nella sua crescita. Entrando in sala, si trova Gianluca Cesale già in scena, che con passo stentato cammina come se non avesse una meta, o meglio come se si trovasse in un labirinto senza uscita, con lui una statuetta bianca della Madonna, si spengono le luci, e si ode la voce dell'attore che a mo'  di ammonimento ci dice" Non è vero che si muore istantaneamente, c'è sempre una lunga agonia e si piange molto." la scenografia essenziale, completamente bianca viene portata, volta per volta in scena dallo stesso Gianluca Cesale, che così ci prepara ad ascoltare la sua storia. Ed eccoci entrare in una storia, che potrebbe essere, seppur con lievi cambiamenti, quella di ciascuno di noi, l'impotenza fisica di un uomo che non riesce a far l'amore con la propria fidanzata, nasconde, ed è metafora appunto dell'inadeguatezza che gli è stata procurata dalla società sia che si manifesti sotto forma di genitori, nonni, fidanzata ricca, cugino della fidanzata ricca, sia sotto forma di amici,lavoro etc. e allora in quel caso a salvare l'individuo interviene qualcosa di immateriale: una visione che impedisce a Giuseppe, il protagonista di questa storia di fare scelte sbagliate, e lo indirizza verso altri lidi lidi che sembrerebbero al primo sguardo del tutto "inadeguati" e, invece, immerso nella naturalezza e nella dolcezza di un sorriso inaspettato Giuseppe diventa tutto a un tratto: adeguato!
Il testo di Giampaolo G. Rugo va  a scandagliare quello che è il problema dell'essere umano odierno, e che lo era anche nel Novecento basta pensare allo Zeno Cosini sveviano, ma qui c'è una via di uscita, quell'altrove dal sapore esotico, quel sorriso, vicino ad un fiore. A concorrere alla buona riuscita dello spettacolo l'intensissima interpretazione di Gianluca Cesale, tra momenti di intimismo e momenti di euforia, cattura completamente lo spettatore.
Miriam Comito

In scena al Teatro Brancaccino di Roma lo spettacolo “Un uomo a metà” di Giampaolo G. Rugo, vincitrice del Napoli Fringe Festival 2015. La pièce, diretta da Roberto Bonaventura, è allestita dall’ 11 al 14 febbraio e ancora in replica giovedì 18 e venerdì 19 (h 20). Protagonista è Giuseppe, rappresentante di articoli religiosi, interpretato da Gianluca Cesale. I suoi genitori, pensionati, passano il proprio tempo a “Manhattan”, sala bingo in cui dilapidano la propria pensione. Il nonno, un vecchio fascista reduce delle guerre coloniali, dopo un ictus è costretto su una sedia a rotelle, curato da una badante singalese.

Giuseppe è fidanzato da sempre con Maria, ricca figlia del padrone del più grande negozio di articoli religiosi di Roma, ma ha un problema che diventa sempre più concreto con l’avvicinamento delle nozze; è impotente. Il giorno prima del matrimonio si sottopone, torto collo, al rito dell’addio al celibato con gli amici. Proprio quella notte scopre, in maniera rocambolesca, la propria sessualità. La carica dirompente di questa rivelazione lo porta a realizzare una parte di sé nascosta che rivoluzionerà il suo rapporto col mondo circostante, sino alle estreme conseguenze.

Ci si domanda quanto la libertà dell’individuo dipenda dall’ambiente che lo circonda e fino a quale livello possa essere compressa l’essenza più vera della persona. “Un uomo a metà” utilizza l’impotenza sessuale come simbolo dell’impotenza più in generale e come mezzo per svelare le mille ipocrisie (nascoste e non) della nostra società.

Roberto Bonaventura inizia a lavorare in teatro nel 1996 con Nutrimenti Terrestri. Dal 1999 al 2012 fa parte dello staff organizzativo del prestigioso Festival di Santarcangelo dei Teatri. Nel 2002 debutta alla regia al Teatro di Leo di Bologna con il monologo Oratorio da Vincenzo Consolo.  Nel 2003 fonda, con Monia Alfieri, la compagnia Il Castello di Sancio Panza con cui produce lo spettacolo Due passi sono di Carullo-Minasi (Premio Scenario per Ustica 2011, premio InBox 2012 e Premio Teresa Pomodoro). Collabora stabilmente con l'amico e mentore Giovanni Boncoddo e con la compagnia Scimone-Sframeli. Autore anche di diversi cortometraggi e documentari, è aiuto regista di Francesco Calogero. E’ inoltre direttore artistico del ForteTeatroFestival.

Giampaolo G. Rugo è drammaturgo e sceneggiatore. Laureato in chimica. Studia sceneggiatura con Sergio Donati. Dal 2004 ha scritto la trasmissione Il ballo di San Vito per Radio Italia Network e per tre anni I Magnifici in onda su Radio24. Ha realizzato due documentari nell’ambito del progetto di cooperazione della organizzazione non governativa Movimondo a Manghoci in Malawi finanziato da UNIDEA. Come drammaturgo è stato autore della drammaturgia e delle musiche de La svolta (in scena nel 2009) e adattatore di Killer Joe per la regia di Massimiliano Farau con Francesco Montanari (in scena nel 2010-2011). Attualmente sono in sviluppo per il teatro la commedia Zona Cesarini di cui curerà anche la regia, il dramma Liberaci dal male e il monologo NIP, e per il cinema il film Renzo (inizio riprese previsto aprile 2016) e il cortometraggio Audrey.

BRANCACCINO di Roma
11 – 14 e 18, 19 febbraio

dal giovedì al sabato ore 20.00 | domenica ore 17.30
Biglietto: 15,5 €


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