venerdì 3 febbraio 2017

SALVATORE -favola triste per voce sola Recensione

2 – 5 febbraio 2017
dal giovedì al sabato ore 20; domenica ore 18

nell’ambito della rassegna Spazio del Racconto

Golden Show Trieste in collaborazione con Tinaos e M.P.
SALVATORE - favola triste per voce sola

di e con Silvio Laviano, regia Tommaso Tuzzoli
trainer Sabrina Jorio
suono Federico Dal Pozzo
foto / progetto grafico Officina Fotografica
video Teresa Terranova
produzione in collaborazione con Festival Benevento Città Spettacolo 2012, Teatri in Città – Festival di Teatro Contemporaneo

SALVATORE- favola triste per voce sola, in scena al Brancaccino dal 2 al 5 febbraio 2017, è un monologo per voce e corpo, scritto e interpretato da Silvio Laviano. Si procede per quadri, ognuno dei quali rappresenta una precisa età di Salvatore, ma anche una precisa situazione sociale della città di Catania.  Curiosità per la vita chi non ne ha? Tutti, ma sembrerebbe che i settimini, proprio per la loro, dimostrata voglia di uscire,prima del tempo dal grembo materno ne abbiano di più. Dal parte prematuro parte la storia di Salvatore, per poi attraversare varie fasi della vita fino alla piena giovinezza. In ogni quadro, grazie all'abilità di Laviano di rendere visibili al pubblico delle vere e proprie immagini,composte di persone diverse, di luoghi, tipici, di situazioni, di emozioni, che Laviano grazie alla sua capacità di interpretare, a dispetto, della voce sola del titolo, tanti personaggi, ci fa immergere in una città, particolare, costruita alle falde di un vulcano, lambita dal mare, famosa anche per esservi stato ambientato il più famoso dei libri di Vitaliano Brancati "Il bell'Antonio".  Tradizione, nel senso di trasporto da un periodo all'altro di un qualcosa, che si fa attraverso il ricordo, la trasmissione orale, come era nei tempi antichi, attraverso un racconto. D'altro canto la consapevolezza che certe cose, oggi, non esistono più che la confusione della globalizzazione, tende a spazzare via le tradizioni locali, che se un tempo il percorso formativo di un bambino, adolescente, ragazzo, uomo, conduceva ad una certa maturità e consapevolezza di quale fosse la meta da raggiungere, negli ultimi anni, non è più così:tutto è cambiato, il senso di straniamento riconducibile a questo fenomeno può portare all'alienazione da se. Lo spettacolo è bello, dalla platea si percepiscono sia le emozioni che la carica fisica di una vera e propria performance.
Miriam Comito

Salvatore è la storia di un viaggio, una favola fatta di profumi, di colori e di respiri. Una contaminazione di lingue, linguaggi e ritmo. Una discesa leggera verso il cratere centrale dell’Etna, altro protagonista del testo. Il punto di partenza è un grembo materno, il punto d’arrivo un non luogo, dove convivono la follia, il ricordo e la febbre. L’uso del dialetto siciliano Catanese è l’unico mezzo espressivo dell’emozione; invece il racconto, in prima persona, in lingua italiana, detta i tempi dell’azione e crea il mondo del ricordo e del particolare. I due linguaggi si fonderanno con un procedere “in avanti”, con una punteggiatura fatta di respiri, di interpunzioni, fino alla piena coscienza, nel quadro finale, della propria rivoluzione umana.
Silvio Laviano

Note di regia
Ri-Comporre la memoria, per guardarla, per viverla, per raccontarla. L’attore si fa prima direttore d’orchestra delle ombre del proprio passato e poi strumento per farle suonare, per farle respirare. Il solo attore in scena si riempie di un magma di emozioni, di corpi e di voci diverse che esplodono attraverso quell’unico corpo, pronto nei gesti, nel sudore, nella voce e nel cuore ad essere abitato. Le ombre/personaggi accompagnano la vita di Salvatore–favola triste per voce sola, dal giorno della sua nascita fino al giorno del suo trentesimo compleanno, in un vortice senza sosta. Salvatore è un racconto diviso in cinque quadri che rivive le atmosfere di una Catania, specchio di un mondo legato alle tradizioni religiose, ai sacri riti profani, al senso della famiglia, degli amici e degli amori, ma anche specchio di un mondo facilmente modificabile da una nuova “civiltà” dei consumi nata ricca di nuovi idoli e priva di ogni passato. Una nuova civiltà che “distruggendo le varie realtà particolari e togliendo realtà ai vari modi di essere uomini”, azzera ciò che “l’Italia ha prodotto in modo storicamente differenziato”. I contorni di questo mondo così come i personaggi, immersi in un mondo quasi da favola, sono tracciati inizialmente con toni leggeri per poi divenire grotteschi e scendere così verso le zone oscure di una realtà che, schiacciando possibilità e desideri, conduce a nevrosi che rasentano la follia, rischiando di deviarci dai nostri sogni e trasformando questi in incubi. Riaprire le porte del passato per seppellire le paure, per sorridere delle lacrime versate, per tramutare le assenze in presenze e raccontare il tutto con quella gioia infantile di chi guarda davvero al tempo andato, senza mai smettere di correre verso il futuro, consapevole di se stesso e della propria origine.
Tommaso Tuzzoli

Silvio Laviano (Attore e Regista) Nato a Catania nel 1979, dopo il Diploma d’attore conseguito alla Scuola del Teatro Stabile di Genova nel 2002 collabora sia con vari Teatri Stabili Italiani (Teatro Stabile di Genova, Teatro Stabile di Catania, Teatro Nuovo di Napoli, Teatro di Roma, Teatro Stabile del Veneto) che con produzioni private (Teatro dell’Elfo, Gloriababbi, Società per Attori, Progetto U.R.T. ,Fattore K) e Straniere (A.R.I.A. France – Acting Internatinal – Festival D’ Avignon 2012) interpretando grandi autori classici e Contemporanei. E’ diretto da vari registi tra i quali M.Sciaccaluga, T. Tuzzoli, F. Bruni, L. Puggelli, J. Ferrini, R. Cavosi, G. Rappa, A.L. Messeri, M. Mesciulam, P.Bontempo, N.Romeo, N.A.Orofino ecc… Lavora anche in campo cinematografico, televisivo e pubblicitario diretto da vari registi tra i quali M. Bellocchio, F. Ozpetek, G. Manfredonia, A. Amadei, A. Grimaldi, R. Izzo,ecc. E’ Autore e interprete di Salvatore – Favola Triste per voce sola (Festival di Benevento – Città Spettacolo 2012 ). E’ Regista Teatrale dei progetti originali "DIVERSI - Personaggi in cerca di un Altrove" , “Borderline in Love” e “S.O.G.N.O. ergo Sum” e ideatore del Progetto di ricerca teatrale S.E.T.A. (Studio Emotivo Teatro Azione).

Tommaso Tuzzoli (REGIA) Nasce a Napoli il 9 ottobre 1977. Nel 2001 inizia la sua attività di aiuto regia per lo spettacolo Edoardo II regia di Pierpaolo Sepe, Penultimi (2002) regia di Antonello Cossia, Raffaele Di Florio, Riccardo Veno tutti prodotti dal Nuovo Teatro Nuovo di Napoli. Ha lavorato come regista assistente di Antonio Latella per gli spettacoli: I Negri produzione Nuovo Teatro Nuovo di Napoli (2002), Querelle produzione Teatro Garibaldi -Unione dei teatri d’Europa, Nuovo Teatro Nuovo (2002), Porcile produzione Nuovo Teatro Nuovo in collaborazione con il Festival di Salisburgo/Young directors project (2003), La Tempesta produzione Teatro Stabile dell’Umbria (2003), La Bisbetica Domata produzione Elsinor (2003), Bestia Da Stile produzione Nuovo Teatro Nuovo - Teatro Stabile dell’Umbria - Biennale di Venezia (2004), Edoardo II produzione Teatro Stabile dell’Umbria (2004), La Cena Delle Ceneri produzione Teatro Stabile dell’Umbria (2005), Aspettando Godot produzione Teatro Stabile dell’Umbria (2007) Purificati produzione Teatro Stabile dell’Umbria (2008) Hamlet’s Portraits produzione Teatro Stabile dell’Umbria e Festival delle Colline Torinesi (2008) Le Nuvole produzione Teatro Stabile dell’Umbria (2009) Don Chisciotte produzione Nuovo Teatro Nuovo di Napoli (2009) Lear produzione Teatro Stabile di Roma e Nuovo Teatro Nuovo di Napoli (2010). Nel 2005 ha lavorato alla sua prima regia I Re di Julio Cortàzar, nel 2007 ha curato la regia de Il Sentiero Dei Passi Pericolosi di M. M. Bouchard e nel 2009 quella di Risveglio Di Primavera di Frank Wedekind, tutti prodotti dal Nuovo Teatro Nuovo. Ha partecipato alla rassegna “Face à Face - Parole di Francia per Scene d’Italia’’ realizzando due mise en espace: L’altro di Enzo Cormann (2008) e Questo figlio di Joël Pommerat (2009). Nel 2010 cura due regie all’interno del progetto Fondamentalismo ideato da A. Latella per il Nuovo Teatro Nuovo di Napoli in collaborazione con la Fondazione Campania dei Festival / Napoli Teatro Festival Italia: “Brand” da H. Ibsen adattamento Federico Bellini, “Il velo” di Federico Bellini.



BRANCACCINO
Via Mecenate 2, Roma - www.teatrobrancaccio.it

Biglietto: intero15,50 €; ridotto 11,50 €
Card open 5 ingressi 55 €

BOTTEGHINO DEL TEATRO BRANCACCIO Via Merulana, 244 | tel 06 80687231 | botteghino@teatrobrancaccio.it

UFFICIO PROMOZIONE tel 06 80687232 | promozione@teatrobrancaccio.it


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