martedì 2 luglio 2024

5/6 lug - ALESSANDRO PREZIOSI APRE IL FESTIVAL TEATRALE DI BORGIO VEREZZI



 AL VIA IL 58° FESTIVAL TEATRALE DI BORGIO VEREZZI


CON ALESSANDRO PREZIOSI IN


“MOBY DICK. UN VIAGGIO NELLE PROFONDITÀ DEL L’ANIMO UMANO”

Venerdì 5 e sabato 6 luglio (ore 21.30) si accendono i riflettori nell’antica piazza del borgo ligure a

picco sul mare, per l’inaugurazione del 58° Festival Teatrale di Borgio Verezzi, diretto da

Maximilian Nisi. Ad aprire la prestigiosa rassegna estiva sarà Alessandro Preziosi, che dirige e

interpreta lo spettacolo “Moby Dick. Un viaggio nelle profondità dell’animo umano”,

adattamento scenico a cura di Tommaso Mattei del capolavoro di Herman Melville. Musiche e

sonorizzazioni live di Paky Di Maio. Produzione Pato Srl.

L’opera, originariamente pubblicata nel 1851 e introdotta in Italia nel 1932 con la traduzione di

Cesare Pavese, esplora la lotta epica e infinita dell'uomo contro i suoi mostri interiori,

simboleggiati dalla caccia del capitano Achab alla balena bianca, metafora delle paure, angosce e

ossessioni umane. Al di là dell'apparente disperazione e oscurità, lo spettacolo si concentra sulla

ricerca di un messaggio di speranza, cercando di riscoprire la "vena aurea e luminosa" che Melville

ha sapientemente intessuto nella sua narrazione. Questa dimensione più luminosa del romanzo

riflette l'incessante lotta tra bene e male, dove la balena bianca simboleggia un male misterioso

ma non invincibile.

Alessandro Preziosi, nel ruolo di Achab, guida gli spettatori attraverso un intenso viaggio emotivo,

oscillando tra le memorie del naufrago Ismaele e l'interpretazione ossessiva di Achab. La

performance è arricchita dalla sonorizzazione di Paky Di Maio, che aggiunge una dimensione

ulteriore all'esperienza teatrale. L'obiettivo è far comprendere la pendolarità della condizione

umana, tra rimpianto e struggimento, e la ricerca incessante di un porto di speranza. Il recital mira

a evidenziare le intuizioni di Melville sulla resistenza umana e sulla capacità di andare avanti anche

nei momenti più bui. Lo spettacolo mette in luce il simbolismo intrinseco di "Moby Dick", come la

rappresentazione manicheistica della lotta tra bene e male, e la balena bianca come incarnazione

del male assoluto. Tuttavia, l'opera suggerisce anche la presenza di una dimensione diversa, dove

il male può essere contrastato e superato. Gli spettatori vengono accompagnati in un viaggio

emotivo e filosofico, scoprendo i numerosi livelli di significato dell'opera e il suo impatto sulla

letteratura moderna. Il recital di Preziosi offre una nuova interpretazione di "Moby Dick", non solo

come racconto di avventure, ma come esplorazione profonda dell'animo umano e delle sue sfide.

Il Festival continua fino al 14 agosto, con un programma di 13 spettacoli, di cui 11 prime nazionali.

Il prossimo evento sarà il debutto assoluto dell’ “Anfitrione” di Plauto, interpretato e diretto da

Emilio Solfrizzi, con Simone Colombari, Sergio Basile, Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Beatrice

Coppolino e Rosario Coppolino. In scena martedì 9 e mercoledì 10 luglio.

Il Festival Teatrale di Borgio Verezzi è organizzato dal Comune di Borgio Verezzi, con il sostegno di

Mic – Ministero della Cultura, Regione Liguria, Camera di Commercio Riviere di Liguria, Fondazione

Agostino De Mari, Virgin Active, Calizzano Acqua Minerale Fonti Bauda e BCC di Pianfei


58° FESTIVAL TEATRALE DI BORGIO VEREZZI

NOTE DEL DIRETTORE ARTISTICO MAXIMILIAN NISI


Essere o apparire? Una domanda che ci poniamo anche senza pensarci e che ci segue in ogni istante

dell’esistenza. Praticamente tutti, nel profondo, siamo altro da come appariamo. Pirandello le

chiamava “maschere nude”. Mostrarci come siamo veramente è molto difficile. Richiede coraggio,

temerarietà.

A metà strada nel cammino della vita gli esseri umani imparano a nascondere a loro stessi e agli altri. A

metà strada, sì, perché all’inizio e alla fine ci si ricongiunge con la vera essenza di sé. I padroni dell’io,

infatti, ossia coloro che sono capaci di mostrarsi per quello che sono e non per come vogliono apparire,

sono solo i bambini e i vecchi. Anche se la saggezza del vecchio, a volte, conduce verso l'ombra. Non

già per apparire diverso, bensì per dileggiare gli altri, quelli che lo vorrebbero diverso. E, così, dà loro in

pasto la maschera per eccellenza, la pazzia. Il savio che si maschera da matto. La pazzia è una

maschera splendida, piena di consapevolezza di sé, come per il Ciampa de Il Berretto a Sonagli o per

l'Enrico IV di Pirandello, che si chiede se sia lui il pazzo o coloro che lo assecondano. Indossare la

maschera è un’azione influenzata dall’educazione ricevuta, dall'ambiente in cui si vive, dai tentativi di

prevaricazione che provengono dall’esterno. Tutti vogliono qualcosa e, a volte, per evitare l’ingerenza

degli altri e persino l’ingerenza di se stessi ci si nasconde. 

Il teatro è culla di maschere allegre, malinconiche, profonde, bellissime. E' per definizione apparenza.

In teatro agiscono meravigliose apparenze. Edipo, Amleto, Fedra non esistono, ma in ognuno di loro c'è

qualcosa di noi.

Esse est percipi, scriveva l'affascinante e misterioso George Berkeley sull’onda dell’Immaterialismo.

Essere significa essere percepiti, l'essenza delle cose si risolve nella loro percezione. È quanto ci insegna

il protagonista dell’omonimo cortometraggio del 1964, con la regia di Alan Schneider e la

sceneggiatura di Samuel Beckett. Buster Keaton è il protagonista. Il suo nome è O (iniziale di object,

oggetto) e cerca ad ogni costo di non essere percepito da nessuno al fine di non esistere. Viene

inseguito costantemente da qualcuno, però. Non si sa chi sia. Il suo nome è E (iniziale di Eye, occhio).

Alla fine O non riesce a sfuggire all’incrocio di sguardi e si accorge che E non è altri che se stesso.

Fallisce quello che lo stesso Beckett definisce «il tentativo di non essere». Anche il nostro sguardo,

dunque, ci fa esistere. Ma ci rende ciò che siamo o solo ciò che percepisce di noi, ciò che vorremmo

essere e non siamo? Ci getta sul volto una delle maschere della vita?

Di sicuro, l’essere e l’apparire sono legati all’esistenza. Ed è un fenomeno particolarmente significativo,

oggi, nell’era dei cosiddetti nativi digitali, ossia della generazione virtuale, che chiama “amici” i contatti

social, che gioca on line, comunica on line, s’innamora on line; vive on line. Ecco, la virtualità si nutre di

apparenza, di maschere: attraverso il computer ci presentiamo spesso per quello che non siamo;

persino le fotografie sono in alcuni casi frutto di ritocchi più o meno imponenti. Secondo l’assioma di

Berkeley esistiamo, certo; esistiamo in quanto percepiti, ma siamo maschere ambulanti.

In questo panorama l’arte materiale, quella fatta di creta, di marmo, di pittura e di uomini è quanto

mai importante. Rende materiale l’immateriale; predilige l’essere all’apparire. Il teatro, lo spettacolo

dal vivo, mette in scena maschere, è vero, ma sono maschere che non nascondono l’uomo bensì lo

restituiscono alla sua consapevolezza d’essere altro da ciò che appare. I caratteri prendono vita nelle

parole del drammaturgo e nell’interpretazione degli attori e diventano esseri viventi che si relazionano

con il pubblico. Questa non è solo arte, è magia. E non si può, non si deve fare a meno della magia

nella vita. Bisogna, dunque, nutrire il teatro, invogliare il pubblico ad entrare in sala, ad amare il

palcoscenico; e bisogna farlo attraverso tutta la vastissima gamma di testi che sono stati scritti, dai

classici ai contemporanei, guardando al messaggio, all’originalità, alla bellezza che sono in grado di

portare e lasciandoci percepire da esso, esistendo con i personaggi oltre la maschera.

Maximilian Nisi

58° FESTIVAL TEATRALE DI BORGIO VEREZZI


PROGRAMMA

 


Venerdì 5 - sabato 6 luglio

MOBY DICK


Un Viaggio nelle Profondità dell'Animo Umano

da Herman Melville / adattamento Tommaso Mattei


regia Alessandro Preziosi

con Alessandro Preziosi


musiche dal vivo di Paky Di Maio (Live Electronics)


Produzione Pato srl


Lo spettacolo è un adattamento scenico del capolavoro di Herman Melville, diretto e interpretato da

Alessandro Preziosi. Quest'opera, originariamente pubblicata nel 1851 e introdotta in Italia nel 1932

con la traduzione di Cesare Pavese, esplora la lotta epica e infinita dell'uomo contro i suoi mostri

interiori, simboleggiati dalla caccia del capitano Achab alla balena bianca, metafora delle paure,

angosce e ossessioni umane. Al di là dell'apparente disperazione e oscurità, lo spettacolo si concentra

sulla ricerca di un messaggio di speranza, cercando di riscoprire la "vena aurea e luminosa" che

Melville ha sapientemente intessuto nella sua narrazione. Questa dimensione più luminosa del

romanzo riflette l'incessante lotta tra bene e male, dove la balena bianca simboleggia un male

misterioso ma non invincibile. Alessandro Preziosi, nel ruolo di Achab, guida gli spettatori attraverso un

intenso viaggio emotivo e filosofico, oscillando tra le memorie del naufrago Ismaele e l'interpretazione

ossessiva di Achab. La performance è arricchita dalla sonorizzazione di Paky Di Maio, che aggiunge una

dimensione ulteriore all'esperienza teatrale. L'obiettivo è far comprendere la pendolarità della

condizione umana, tra rimpianto e struggimento, e la ricerca incessante di un porto di speranza. Il

recital mira a evidenziare le intuizioni di Melville sulla resistenza umana e sulla capacità di andare

avanti anche nei momenti più bui.


Martedì 9 - mercoledì 10 luglio – Prima Nazionale


ANFITRIONE

di Plauto

regia Emilio Solfrizzi.


con Emilio Solfrizzi, Simone Colombari, Rosario Coppolino, Sergio Basile, Viviana Altieri, Cristiano


Dessì, Beatrice Coppolino

scene Fabiana Di Marco

Produzione Compagnia Molière


Anfitrione è una delle commedie più celebri di Plauto. La trama ruota attorno a un soldato di nome

Anfitrione e al suo servo Sosia, che tornano a casa dopo una lunga campagna militare. Tuttavia Giove,

affascinato dalla bella moglie di Anfitrione, Alcmena, decide di assumere l’aspetto del marito per

conquistarla. Nel frattempo il vero Anfitrione ignaro, si scontra con Sosia e si sviluppano una serie di

equivoci, situazioni buffe e colpi di scena. Inganni che creano una girandola di situazioni esilaranti in

cui i personaggi si confondono sulla vera identità di chi hanno di fronte offrendo al pubblico uno

spettacolo spassoso e leggero. Un’opera incredibilmente divertente ma anche una fonte preziosa e

importante per il suo valore storico linguistico che può essere usata come lente attraverso cui

analizzare e commentare la contemporaneità. Insomma, un Plauto modernissimo: quante volte

pensiamo di aver di fronte qualcuno ed invece abbiamo di fronte qualcun altro sbagliando le nostre

valutazioni? O viceversa: quanto spesso non siamo all’altezza dei ruoli che gli altri ci danno? Questo

ormai accade tanto nella vita vera, quella di tutti i giorni, quanto (se non soprattutto) in quella digitale,

quella dei social.


Sabato 13 - domenica 14 luglio – Prima Nazionale


OTELLO


di W. Shakespeare / traduzione e adattamento Francesco Niccolini


regia Emanuele Gamba


con Giuseppe Cederna nel ruolo di Jago e con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Lucia


Socci, Lorenzo Carmagnini, Riccardo Naldini, Elisa Proietti

costumi Susanna Fabbrini. Luci Samuele Batistoni


Produzione Arca Azzurra. Mic, Regione Toscana, Comune S. Casciano Val di Pesa,


in collaborazione con il Festival Teatrale di Borgio Verezzi


C’è un meraviglioso cortometraggio di Pier Paolo Pasolini, si chiama “Che cosa sono le nuvole”: tutto

Otello in venti minuti. Uno strano Otello: Domenico Modugno canta e fa un monnezzaro, che in un

teatrino di borgata butta via delle marionette vecchie. Jago e Otello sono due di queste marionette,

interpretate da Totò e Ninetto Davoli: un capolavoro di poesia e innocenza. L’Otello di Arca Azzurra è

ispirato a Pasolini, e rivive all’interno di una compagnia consumata dai palcoscenici e dal tempo, che

sulla scena sembra inseguire fantasmi. Giuseppe Cederna è un nuovo monnezzaro, che ricorda il

portiere di Macbeth e, da custode dell’inferno, veste i panni del demoniaco Iago: sotto gli occhi degli

spettatori si svela un meccanismo teatrale comico e grottesco, feroce e cattivo.


Martedì 16 luglio

AVEC LE TEMPS DALIDA

scritto e diretto da Pino Ammendola

con Maria Letizia Gorga


Musicisti Stefano De Meo (pianoforte), Laura Pierazzuoli (violoncello), Pasquale Laino (clarinetti)


Produzione Centro Mediterraneo delle Arti


La parabola di Dalida, conclusasi tragicamente nel 1987, è quasi un melodramma, ma anche l’emblema

della sorte tragica che si annida in ogni eroina. Lo spettacolo nasce per ricordare questa artista italiana,

consacrata in Francia come la più grande cantante di tutti i tempi e che ha venduto più dischi di Frank

Sinatra. Per tutta la vita, dietro la star Dalida, la donna Jolanda ha sofferto silenziosamente la tragedia

di essere amata più come artista, che come persona. Maria Letizia Gorga, in scena con tre musicisti,

racconta la sua breve vita e canta i brani che ne seguono il filo, senza soluzioni di continuità tra parola

e canto. Uno dei brani di questo spettacolo, “A ma manière”, interpretato dalla stessa Gorga, è stato

inserito nel film di Paolo Sorrentino “Youth”. Lo spettacolo è in scena dal 2003 e vanta quasi

cinquecento repliche in Italia, Francia, Svizzera, Tunisia e Serbia.


Venerdì 19 – Sabato 20 luglio Prima Nazionale

L’ILLUSIONE CONIUGALE

di Eric Assous

regia Stefano Artissunch


con Rosita Celentano, Attilio Fontana e Stefano Artissunch

Produzione Daniela Celani per Synergie Arte Teatro


In una lussuosa abitazione estiva, la vita coniugale di Giovanna e Massimo, coppia apparentemente

perfetta, si svela attraverso un gioco pericoloso di verità e menzogne. I dialoghi taglienti e le situazioni

emotivamente cariche, punteggiate da battute brillanti, mettono a nudo la vulnerabilità e la

disperazione dei protagonisti, mentre cercano di trovare un equilibrio tra verità e perdono. "L'Illusione

Coniugale" è uno spettacolo che cattura l'essenza delle relazioni umane, esplorando i confini del

desiderio, della lealtà e del perdono. Tra momenti di tensione ed introspezione, il linguaggio ironico e

vivace non solo arricchisce la trama, ma amplifica anche il coinvolgimento del pubblico, offrendo una

commedia empatica e sofisticata che illumina la complessità della natura umana.


Domenica 21 -lunedì 22 luglio Prima Nazionale

L’AMORE SCOPPIO’ DAPPERTUTTO

per Fabrizio De Andrè

regia Emilio Russo

cantato e recitato da Laura Marinoni

musica dal vivo da Nidi’s Ensemble


Alessandro Nidi (pianoforte), Sebastiano Nidi (percussioni), Filippo Nidi (trombone), Andrea


Coruzzi (fisarmonica e sax)

arrangiamenti musicali Alessandro Nidi

Produzione Tieffe Teatro Milano


Venticinque anni di assenza. Era l’11 Gennaio del 1999 e quel giorno sembrava impossibile, a noi che

restavamo, continuare le nostre vite senza Fabrizio De Andrè, senza la sua musica, senza la sua poesia,

senza il suo sguardo lucido e lancinante sulle cose del mondo. Ci sbagliavamo, è rimasto con noi e, se

possibile, la sua presenza è ancora più forte e riguarda anche le generazioni che non l’hanno

conosciuto in vita. La sua luce non si è affatto spenta. Non per ricordarlo, non ce n’è affatto bisogno,

ma per festeggiarlo abbiamo pensato ad uno spettacolo a modo nostro, tra le parole e la musica, nuovi

pensieri e ricordi per miscelare emozioni tra il palco e la platea. In scena, una grande protagonista delle

nostre scene, Laura Marinoni, che con sensibilità, energia e intensità “naviga” tra le parole e le canzoni

lungo il filo rosso dei temi cari a Fabrizio De Andrè. Un viaggio in parole e musica tra riferimenti alti

(Baudelaire, Villon, Mutis) e storie degli ultimi, dei diseredati. In scena, un quartetto di musicisti per gli

arrangiamenti di Alessandro Nidi. Un atto d’amore per il più grande dei nostri cantautori racchiuso dal

titolo, che è anche uno dei suoi ultimi appunti. “E poi a un tratto l’amore scoppiò dappertutto”.


Venerdì 26 - sabato 27 luglio - Prima Nazionale

RELAZIONI PERICOLOSE

da Choderlos de Laclos

regia e drammaturgia Giuseppe Argirò


con Viola Graziosi, Giorgio Lupano, Silvia Siravo e con Demetria Bellina e Vinicio Argirò


Produzione Teatro della Città di Catania


Raccontare un mondo in dissoluzione: questo è l’assunto di base dell’autore francese Pierre Choderlos

de Laclos, che scrive “Le liaisons dangereuses”. Il testo conosce la luce nel 1782 in prossimità di quella

rivoluzione francese. La vicenda ruota intorno alla marchesa Isabelle de Merteuil, una donna

all’apparenza rispettabile e invece incline a qualsiasi corruzione, sapiente manipolatrice, capace di

sedurre e dissimulare la verità: è lei il vero artefice dell’intreccio, in grado di gestire le relazioni fino a

un plagio completo degli altri interpreti. Valmont, irriducibile libertino, viene spodestato dalla sua

rivale e perde ogni possibilità di controllare gli eventi, rimanendo vittima delle sue stesse

macchinazioni. Gli agganci con la contemporaneità riguardano la cronaca di ogni giorno: relazioni

malate, a volte tossiche, dove si sperimenta il gioco del potere piuttosto che l’amore. Il libertinismo

oscuro e malato del Settecento, già declinato dal marchese de Sade, sembra essere arrivato con un

salto temporale nel nostro secolo, determinando rapporti interpersonali improntati al plagio, al

possesso dell’altro.


Martedì 30 luglio - Prima Nazionale

SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

di W. Shakespeare / adattamento di Carlo Orlando

regia di Carlo Orlando e Eva Cambiale.


con Eva Cambiale, Gaia De Giorgi, Iacopo Ferro, Carlo Orlando, Milo Prunotto


e i ragazzi della Compagnia del Barone Rampante


coreografie Claudia Monti, scene e Costumi Lorenzo Rostagno e Laura Pontiggia


Produzione Compagnia del Barone Rampante


"Sogno di una notte di mezza estate" è un incantevole favola d'amore. Un canto alla magia del

desiderio, alla sua natura inafferrabile incontrollabile e magica. Il bosco incantato di Oberon e Titania è

la selva oscura e meravigliosa, nella quale anche noi ci perdiamo per ritrovarci nell'altro. E ancora una

volta, come in Amleto, nelle avventure dei comici vibra tutta la passione di Shakespeare, e grazie a lui

anche la nostra, per il teatro: tenero, sconsiderato e autentico atto d'amore che fa specchio alle nostre

spaesate coscienze. In scena, un gruppo di giovani interpreti capitanati da alcuni neodiplomati nelle

migliori scuole di recitazione nazionali.


Venerdì 2 - sabato 3 agosto - Prima Nazionale


CALCOLI

ovvero L’arte dell’inganno

di Gianni Clementi

regia di Blas Roca Rey


con Blas Roca Rey, Pietro Bontempo, Andrea Lolli, Monica Rogledi

Produzione La Contrada Teatro Stabile di Trieste


Cosa può succedere se un sottosegretario agli esteri decide di passare - all’insaputa della consorte,

fregandosene delle contingenze internazionali e dell’incombente campagna elettorale - un weekend di

fuoco con una soubrette televisiva in uno chalet isolato di montagna, prestatogli dal suo portaborse?

Tre icone (ahimè!) dei nostri tempi, costrette in uno spazio claustrofobico, noiosamente destinate a

celebrare per l’ennesima volta un rito scontato. Ma a scompaginare le ovvie carte in tavola, in un

crescendo in bilico fra thriller e commedia, ci penserà l’intruso di turno, l’ospite non atteso, la quarta

misteriosa icona. Sarà la sua presenza a rivelare allo spettatore, volutamente e apparentemente

relegato al ruolo di voyeur, bassezze e nefandezze, vigliaccherie e… calcoli.

Lunedì 5 – martedì 6 agosto / Prima Nazionale


UN AMORE DI PESO

scritto e diretto da Marco Cavallaro


con Marco Cavallaro, Stella Pecollo, Rosario Petix e Valentina Strevini


Coproduzione La Bilancia - Esagera


Ci si può innamorare di qualcuno sapendo di andare incontro ad una critica sociale fatta di battute,

commenti e giudizi non proprio esaltanti? Giorgio, innamorato della bellissima Lara, suo capo

d’azienda, un giorno cade vittima di Cupido che scaglia la sua freccia e fa perdere la testa per Carla una

donna totalmente diversa da Lara. Tra Lara e Carla ci sono differenze caloriche e sociali che non

passano inosservate. Riuscirà Giorgio, insieme all’aiuto del suo amico Mario, a non tenere conto del

giudizio della gente e tutto quello che ne deriva? In una società che bada all’apparire si può ancora

dare un senso alla parola “Amore”? Una commedia di…peso. Un modo per raccontare che l’importante

è stare bene con sé stessi nonostante le difficoltà del non sentirsi a proprio agio con il proprio corpo e

con chi ci sta intorno.


Giovedì 8 - venerdì 9 - sabato 10 - domenica 11 agosto / Prima Nazionale


VIDEO CLUB

Non aprite quella mail


di Sébastien Thiery / versione italiana David Conati


regia Marcello Cotugno


con Gianluca Ramazzotti e Elena Arvigo e con Camilla Ferrara

scene Alessandro Chiti, costumi Giulia Iacovacci.


Produzione Oliver&friends


Ketty e Marco, moglie e marito, scoprono che la casa in cui vivono da 25 anni nasconde un mistero,

che li metterà di fronte alla loro mediocrità quotidiana, alle loro bugie e ai loro tradimenti. In questa

commedia ricca di sfumature, i due protagonisti si sfidano a turno in malafede per giustificare verità

che non sarebbero mai dovute emergere. La commedia di Sèbastien Thiery – uno dei maggiori successi

dell’ultima stagione teatrale parigina - squarcia la vita di una coppia, con un plot sulla crisi coniugale

del tutto innovativo, che induce a una riflessione profonda su un mondo iperconnesso dove tutti

abbiamo l’impressione di essere osservati. Già Wim Wenders con il suo “Crimini Invisibili” e David

Lynch con “Strade Perdute” avevano introdotto, nel lontano 1997, l’argomento, su cui sono poi tornati

in tempi più recenti le serie “Black Mirror” e “Person of Interest” e i film “13 Cameras” e “The

Voyeurs”.


Lunedì 12 agosto – Grotte di Borgio Verezzi – Prima Nazionale


UNA SOTTILE PAZZIA

da testi di Marcello Barlocco


da un’idea di Aldo Meineri e Silvio Eiraldi / adattamento drammaturgico di Davide Diamanti


regia Silvio Eiraldi


con Davide Diamanti, Matilde Amato, Giovanni Bortolotti, Michela Marenco.


Produzione Compagnia Uno Sguardo dal Palcoscenico


Lo spettacolo itinerante, tratto dall’opera dell’originale scrittore ligure, è un viaggio attraverso i

meandri della mente di un folle, quella dello stesso Marcello Barlocco. Che cosa sia la follia e che cosa

sia la lucidità è difficile da capire, è un confine molto sottile. I personaggi che si incontrano durante il

percorso non mostrano altro che le nostre paure e le nostre perversioni più nascoste. Una sottile follia

nella quale ci riconosciamo tutti, difficile da accettare, ma della quale non possiamo fare a meno.


Mercoledì 14 agosto – Grotte di Borgio Verezzi – Prima Nazionale2


DREAMS

ovvero Sogni e incantamenti

da Gian Battista Basile

regia Carlo Senesi


con gli attori della Compagnia Teatro dell’Albero

Produzione Teatro Dell’Albero


“Dreams” è un viaggio corale attraverso diversi racconti, ispirati alle fiabe de ‘Lo cunto de li cunti’ di

Basile, che si snodano sul filo del magico che è in noi. Segmenti di memoria collettiva dove esseri al

limite dell’immaginario camminano insieme senza nessuna difficoltà in uno spazio dove mostri, uomini,

bestie e piante convivono senza difficoltà pur con incerti confini tra i loro mondi.


www.festivalverezzi.it

BIGLIETTERIA

Viale Colombo 47 - Borgio Verezzi tel. 019 610 167 / biglietteria@comuneborgioverezzi.it

Costo biglietti: intero 1° settore € 30,00 / 2° settore € 27,00 Ridotti (over 65 /under 25) 1° settore € 27,00 / 2° settore € 25,00 – Ridotti (under 11) € 15,00

Servizio Bus Navetta piazza Gramsci / piazza Sant’Agostino / piazza Gramsci € 1,00




Ufficio stampa Marzia Spanu +39 335 6947068 info@marziaspanu.com



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