martedì 16 luglio 2024

Ginesio Fest diretto da Leonardo Lidi al via il 18 agosto. Artista residente Alesso Maria Romano. Tanti i Protagonisti: Lucia Mascino, Valerio Aprea, Paolo Nani, Tindaro Granata, Eleonora Danco, Rosario Lisma, Claudio Tolcachir, Valentina Picello




Tutto pronto per la quinta edizione del Ginesio Fest, diretto da Leonardo Lidi

e il Premio San Ginesio “All’arte dell’Attore” presieduto da Remo Girone.

Dal 18 al 25 agosto 2024 tra le strade le piazze e i siti d’arte del centro marchigiano di San


Ginesio.

Tanti i Protagonisti:


Lucia Mascino, Valerio Aprea, Paolo Nani, Tindaro Granata, Eleonora Danco, Rosario Lisma,

Claudio Tolcachir, Valentina Picello, Christian La Rosa, Giuliana Vigogna.


Artista residente: Alessio Maria Romano


Tra gli eventi, la mostra dedicata al grande fotografo Marcello Norberth.


Il Ginesio Fest, uno dei festival teatrali più rinomati del panorama teatrale italiano, torna a

illuminare le strade e le piazze del suggestivo centro marchigiano di San Ginesio per la sua quinta

edizione. Diretto per il terzo anno consecutivo da Leonardo Lidi, il festival si svolgerà dal 18 al 25

agosto 2024, proponendo una settimana intensa di spettacoli, residenze artistiche, incontri,

laboratori e mostre e il 25 agosto grande serata finale con la premiazione dei vincitori del Premio

San Ginesio “All’arte dell’Attore.

San Ginesio, tra i borghi più belli d’Italia - celebre per la sua bellezza medievale e il suo spirito di

rinascita culturale dopo il terremoto del 2016, si trasformerà ancora una volta in palcoscenico,

accogliendo artisti e spettatori da tutta Italia e dall’estero. Il Ginesio Fest si distingue per la sua

natura diffusa e originale, che permette agli spettacoli di intrecciarsi con gli spazi suggestivi della

città, dalle storiche mura alle piazze accoglienti.

Elemento imprescindibile dell'intero evento è il Premio San Ginesio “All’arte dell’Attore” (25

agosto ore 21.00), anch’esso alla quinta edizione, assegnato da una giuria presieduta da Remo

Girone e composta dal giornalista Rodolfo di Giammarco, dall’attrice Lucia Mascino, dalla

poetessa Francesca Merloni e dal regista Giampiero Solari. Il premio celebra ogni anno un attore e

un’attrice che si sono distinti nel corso delle loro carriere. Le edizioni precedenti hanno visto il

premio assegnato a Lino Musella, Sara Putignano, Federica Fracassi, Massimo Popolizio, Carolina

Rosi, Michele Di Mauro, Paolo Pierobon, Lino Guanciale, Petra Valentini. “San Ginesio è il

Patrono della gente di teatro, ed è anche il Patrono del Borgo di San Ginesio – afferma Remo

Girone – il Premio San Ginesio All’arte dell’Attore, non poteva che nascere qui”. I vincitori

dell’edizione 2024 saranno annunciati ad agosto.

“Quando mi viene chiesto di descrivere il Ginesio Fest – racconta la Direttrice Generale del

Ginesio Fest, Isabella Parrucci - percepisco la necessità di doverne raccontare l’anima profonda e

la magia che questo “fenomeno” riesce a sprigionare, di quanta generosità e momenti indelebili

abbia concesso a me, a San Ginesio e a tutti i coloro che in questi 5 anni hanno avuto il privilegio di

poterlo vivere. È qualcosa che non si può descrivere ma si deve vivere. È come un figlio che nasce

da un capriccio di voler riportare la luce in un luogo di millenaria bellezza e cresce nel paradosso di

trovarsi nel “borgo degli attori” pur non avendo - al momento - un teatro (inagibile dal terremoto

del 2016). Il Ginesio Fest non ha mai avuto paura, ha giocato sempre a rialzo e grazie alla sua forza

ostinata si è fatto conoscere ad apprezzare da professionisti e non, ha ridato l’ottimismo a tanti

ginesini che si sono così cimentati a lanciare nuovi progetti legati alla crescita culturale della

comunità. Il Ginesio Fest racconta le storie di chi lo vive e ha messo in piedi una famiglia bellissima

destinata a diventare sempre più numerosa, unita dall’amore per il teatro e per i

luoghi che lo animano”.

Il tema del Ginesio Fest 2024 sarà la Solitudine.

Solitudine — esclusione da ogni rapporto di presenza o vicinanza altrui (vivere in solitudine)

desiderato o ricercato come motivo di pace o di raccolta intimità (cercare la solitudine) oppure

scoperto in conseguenza di una totale mancanza d’affetti, di sostegno e di conforto (sentire il peso

della solitudine).

Questo il racconto di quello che sarà il Ginesio Fest, con le parole del Direttore Leonardo Lidi: “I

monologhi sono, nel bene e nel male, il fenomeno teatrale del 2000 e hanno la peculiarità di

raccontare, qualunque sia il contenuto dello spettacolo, lo stato di solitudine nella quale è immerso

l’attore di oggi. È solo tramite i monologhi, dunque, che affronteremo il nostro viaggio

festivaliero.

Il primo spettacolo a cui ho pensato ha il volto di una grande attrice di teatro e cinema, nostra

giurata e grande amica del Ginesio Fest: Lucia Mascino. Lucia, grazie alle parole e alla regia di

un’altra Lucia, Lucia Calamaro — autrice tra le più importanti del panorama contemporaneo -

racconterà lo “Smarrimento” (23 agosto) di una scrittrice in crisi che, sola in una stanza, crea o

cerca di creare personaggi e dialoghi per superare il famoso blocco. L’inizio di un viaggio nella

fantasia, un tenersi compagnia con gli spettri della mente. E sempre di viaggio nella fantasia, tra

teatro e arte visiva, si deve parlare per raccontare i “Piccoli Miracoli” (19 agosto) del regista

norvegese Frede Gulbrandsen dove la solitudine di un disegnatore nel suo studio genera un nuovo

mondo fatto di immagini; il creatore e l’interprete di questo magnifico spettacolo è Paolo Nani,

artista internazionale di indubbio genio, che dopo il fenomeno della “lettera” riesce a sorprendere

con un nuovo gioiello.

L’incontro con le solitudini delle detenute-attrici del teatro Piccolo Shakespeare della Casa

Circondariale di Messina ha ispirato la creatività dell’attore e regista siciliano Tindaro Granata

che, dopo un lungo percorso nel progetto “Il Teatro per Sognare”, ha dato vita allo spettacolo

“Vorrei una voce” (21 agosto), delicata e toccante introspezione costruita attraverso le canzoni di

Mina, per interrogarsi sul sogno, sulla sua assenza e soprattutto la sua perdita. Combattere la

solitudine grazie al teatro, dunque, salvarsi da noi stessi e dalle nostre ombre ingombranti, urlare a

gran voce con Eleonora Danco seduti alla fermata del tram “Me Vojo Sarvà” (22 agosto),

spettacolo entrato nella storia della drammaturgia italiana per la sua forza d’impatto, un flusso

continuo tra parola e corpo in un romano di Astrazione Poetica. Storie che fanno ridere e che

fanno male. Che non hanno paura delle emozioni. Come “Giusto” (24 agosto) di Rosario Lisma,

che parte dai nostri limiti autoimposti per arrivare ad una surreale e divertentissima storia, il

dipinto dolente di un personaggio scolpito magistralmente tra Fantozzi e il Principe Myskin. Come i

monologhi di Marco Dambrosio, in arte Makkox, che trasforma parole in macigni capaci di

distruggere le nostre certezze, pensieri da sbagliare con ironia con quella intelligente provocazione

rappresentata meravigliosamente da Valerio Aprea al quale è stata affidata l’apertura del Ginesio

Fest con il suo Aspettando l’Apocalisse (18 agosto). E poi l’intramontabile Anna Cappelli (20

agosto) di Annibale Ruccello che torna a bussare alle porte del nostro Festival. Un testo di enorme

impatto. Un nuovo classico, questa volta proposto dal regista argentino Claudio Tolcachir, tra i

più potenti del panorama internazionale, e portato in scena dalla magnetica Valentina Picello.

Il teatro. dunque, come ricetta alla solitudine.

Tra le piccole consapevolezze di questo mestiere ho maturato il pensiero che il teatro

contemporaneo deve ribadire la sua natura di luogo di incontro. Un luogo fisico, appunto, dove i

corpi incontrandosi possono e devono condividere emozioni senza paura. Per combattere, tra

l’altro, la solitudine tecnologica e post- pandemica. In questa direzione l’idea di invitare come

artista residente per l’edizione 2024 il maestro Alessio Maria Romano, coreografo e pedagogo,

leone d’argento alla Biennale di Venezia, che assieme agli allievi del Teatro Stabile di Torino e

della Scuola del Piccolo Teatro di Milano, svilupperà uno studio sulla solitudine attraverso il

movimento con il laboratorio “Island - Concerto per corpi soli” (restituzione il 24 agosto alle 18.45).

Christian La Rosa, volto del Festival dall’inizio del mio percorso, continuerà a “Tenerci Compagnia”

con gli incontri agli artisti e con la condivisione di un progetto speciale basato su un caso di

solitudine giudiziaria, una riflessione sulla relazione tra solitudine e Stato portando lo spettacolo

“Senza motivo apparente”, ispirato dal libro di Sergio Anelli “Omicidio in danno del dottor A”.

Per la parte infanzia/adolescenza Vera Vaiano ha alzato ancora l’asticella, creando un programma

di qualità, capace di dialogare tra riflessioni e divertimento, ma giusto che sia lei a parlarne.

Remo Girone, che lascio sul finale per un ringraziamento collettivo da parte di tutto il Festival al

nostro ideatore e presidente di Giuria, vi aspetta per il premio San Ginesio all’Arte dell’Attore (25

agosto).

A me non resta che ringraziarvi: vedo crescere un perimetro sempre più ampio attorno al Ginesio

Fest e questo non può che farmi felice. Ci vediamo a San Ginesio per combattere assieme la

Solitudine”.

Pertanto in questa edizione l’artista residente del festival sarà il maestro Alessio Maria Romano,

coreografo e pedagogo, leone d’argento alla Biennale di Venezia, che proporrà un laboratorio con

restituzione (il 24 agosto alle 18.45), dal titolo “ISLAND” - Concerto per corpi soli.

Così Alessio Maria Romano racconta quello che sarà il percorso di residenza: “Il corpo come

un’isola. Un arcipelago come un insieme di corpi. I confini fra questi, interni ed esterni, come limiti

e potenzialità da esplorare. La possibilità di viaggiare, andare e tornare, salire e scendere, ruotare

e saltare o semplicemente camminare come metafora di un movimento continuo del proprio

corpo e delle proprie idee. Fra un corpo e l’altro e quindi fra un’isola e l’altra. Il muoversi come

atto di conoscenza, come possibilità di incontro e così di esplorazione. In questo seminario

costruiremo un arcipelago, il nostro insieme di corpi ovvero di possibilità dove, attraverso la

grammatica del movimento, studieremo, ognuno il proprio e l’altrui corpo e le sue declinazioni

nello spazio e nel tempo. Come viaggiatori esploratori passeremo da un’isola all’altra volendo

andare oltre una sola idea di confine e di unica ed estrema irremovibile identità e quindi

“solitudine”. Creare un’opportunità di studio e permettere a delle allieve e a degli allievi di poter

continuare ad approfondire, oltre ai tempi e i luoghi della propria formazione, è sempre un atto di

responsabilità civile molto importante e profondo. Accolgo questa proposta con grande

entusiasmo e riconoscenza. Uscire, andare oltre i propri confini e quindi viaggiare, andare o

rimanere, dalle proprie sale teatrali per trovarsi qui, in un luogo altro e così incontrare diversità, ci

permette sinceramente di spostare il proprio centro. Nessun corpo può stare in scena o nella vita

senza costruire relazioni e quindi possibile conoscenza di sé e degli altri. Come uscire dalla propria

isola/corpo/mondo al fine di amare e vivere pienamente la propria stessa isola/corpo/mondo e

quindi tutte le altre isole/mondi/corpi? E se fossimo piuttosto degli arcipelaghi? No man is an

Island e qui inizia la nostra caccia al tesoro”.

Uno spazio speciale del festival sarà dedicato all’infanzia e all’adolescenza. Non un mero

momento di animazione ma un’occasione per i più piccoli per avvicinarsi al mondo delle arti

performative attraverso laboratori e spettacoli. Il programma sarà curato anche in questa edizione

da Vera Vaiano, artista che da anni opera con successo sul territorio nel settore del teatro ragazzi.

La sezione infanzia e adolescenza di questa quinta edizione del festival, come per gli anni

precedenti, viaggia su due binari paralleli, gli spettacoli e l’offerta formativa. “Al sentire il tema di

quest’anno ho avuto un sussulto. Poi ne ho subito il fascino – scrive Vera Vaiano - La visione e la

selezione di spettacoli che fossero a tema ‘Solitudine’ mi hanno ricordato che, per fortuna, siamo

soli e non siamo soli mai quando leggiamo (Il racconto della principessa guerriera), che siamo soli e

non siamo soli mai quando ci rispecchiamo in un altro diverso da noi (Tuttatesta), che siamo soli e

non siamo soli mai quando affrontiamo la parte più nera di noi (Storia di un uomo e la sua ombra).

Per un’ex bambina, cresciuta a pane e televisione negli anni ‘80, è stato bellissimo immaginare un

percorso di riflessione sul tema composto di Spettacoli e Laboratori. In un’era in cui il

chiacchiericcio continuo delle nuove tecnologie ci isola, ma non ci lascia soli, la Solitudine diventa

strumento prezioso di scoperta di sé”.

In questa edizione il Ginesio Fest, ha deciso di dedicare una mostra al grande fotografo Marcello

Norberth, scomparso il 5 marzo del 2024, il quale era nato proprio a San Ginesio il 16 Gennaio del

1937. La mostra sarà curata dal figlio di Marcello Norberth, Luca Manfrini, che racconta così il

“ritorno” di suo padre, nella città natale: “Marcello Norberth torna nella sua terra, simbolicamente

attraverso le sue fotografie. Un ritorno o meglio un incontro con la sua regione e luoghi di origine,

un territorio che non ha mai scordato ma che per lui è stato fonte di continua ispirazione ed

orgoglio.

Nell'ambito del Ginesio Fest a San Ginesio, luogo di nascita del fotografo, una retrospettiva di

parte della sua vastissima produzione. Per la prima volta nelle Marche ci sarà la possibilità di

ammirare una selezione di fotografie di scena che raccontano i più importanti spettacoli teatrali

del '900 e gli attori che ne sono stati protagonisti attraverso la straordinaria visione artistica di

Norberth”.

“A lui sono state dedicate mostre e approfondimenti, e lo spessore delle immagini che lascia sono

degne di un libro di testo su quanto i migliori e anche i più complessi registi hanno saputo

realizzare" racconta Gianfranco Capitta su il Manifesto. È stato uno dei maestri della foto di scena

italiana. Il suo nome è legato a tanti grandi registi. Il sodalizio più celebre e durevole fu quello con

Luca Ronconi. Ma molte le collaborazioni con altri illustri registi: Eduardo De Filippo, Squarzina,

Castri, Orazio Costa, Peter Stein, Missiroli, Cobelli, i Magazzini e molti altri.

"Fotografare un allestimento teatrale a livello alto è atto artistico in sé. Non facile. Esige una

conoscenza millimetrica dell'allestimento. Nonché una certa familiarità anche con la personalità

degli attori. Occorre essere nelle loro corde" così scrive di lui Rita Italiano su La Stampa.

“Norberth – scrive ancora Luca Manfrini - oltre ad avere dedicato parte del suo lavoro alla

fotografia di scena, si cimentò attraverso i suoi ritratti ai più importanti attori italiani ad una

continua ricerca della fotogenicità. De Filippo, Lollobrigida, Gassman, Lisi, Accorsi, Benigni e molti

altri hanno voluto che il suo sguardo si posasse su di loro e li immortalasse in istanti di grande

unicità”.

L’inaugurazione della mostra si terrà sabato 3 Agosto ore 18, presso l Loggiato dei Lumi, Via G.

Matteotti a San Ginesio (MC). Apertura da Sabato 3 agosto a Sabato 4 ottobre. Apertura dal lunedì

al sabato 9.30-12.30/17.00-19.00. Saranno programmate aperture straordinarie durante il Ginesio

Fest dal 18 al 25 agosto.

A fare gli onori di casa come conduttore della serata inaugurale e finale – il 25 agosto, serata in cui

saranno premiati i vincitori del premio San Ginesio all’Arte dell’attore- e per gli incontri con le

compagnie sarà Christian La Rosa.

Da non perdere anche gli appuntamenti pomeridiani delle 18,45.

Il 20 agosto presso la splendida cornice della terrazza del Palazzo del Comune, Giuliana Vigogna

leggerà: “Le Stelle piangono da sole? – Marylin Monroe, bellezza e solitudine”. Giuliana Vigogna, attrice di

spicco del teatro italiano e vincitrice del XVII Premio Virginia Reiter, leggerà un capitolo della Musica per

Camaleonti di Truman Capote dedicato all’amica Marylin Monroe. La fama e il successo, la ricerca della

perfezione e l’insoddisfazione perenne; il più grande dipinto mai realizzato della Stella che voleva essere

una Costellazione.

Il 21 agosto presso l’auditorium Sant’Agostino appuntamento con “Banane e Tamponi - il teatro

post pandemico”, conversazione l giornalista e critico con Rodolfo di Giammarco.  Come sta il

teatro? Che sintomi ha e come è stato influenzato dall’evento del secolo? Con l’aiuto di uno dei più grandi

esponenti della critica italiana ricerchiamo una simpatica diagnosi al paziente per valutare, assieme al

pubblico, se classificare il teatro un moribondo che pesa sulle casse del sistema italiano o il vero antidoto

alla sterile fruizione contemporanea.

Il 23 agosto, presso l’auditorium Sant’Agostino sarà presentato il documentario di Gianpiero

Solari, un percorso artistico nella carriera di uno dei registi che con il suo lavoro, ha raccontato

momenti – tra i più importanti – dello spettacolo in Italia.

San Ginesio è avviato ormai ad essere un vero e proprio “Borgo degli attori”, un punto di

riferimento stabile una meta privilegiata in cui non solo si celebra il mestiere dell’attore, ma dove

lo si studia e approfondisce. Ora la volontà di animare il borgo non solo nel periodo estivo con le

giornate di festival, ma durante l’intero anno, contribuendo, a partire dalla cultura teatrale, alla

rinascita di un territorio, diventerà realtà grazie ad un piano di finanziamenti provenienti dal Pnrr.

Il supporto delle istituzioni, è fondamenta per la realizzazione del festival.

“Grazie al Ginesio Fest – dichiara il Sindaco di San Ginesio, Giuliano Ciabocco - oggi San Ginesio,

uno dei Borghi più Belli d’Italia, Paese Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e riconosciuto

Best Tourism Villages da parte dell’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite

(UNWTO) è famoso per essere anche il “Borgo degli Attori”. Lanciato in piena pandemia e a

ridosso di un sisma che ha tragicamente cambiato il volto della città privando i cittadini di quei

preziosi spazi pubblici dove poter condividere i momenti destinati alla socialità e alla crescita

culturale, il Ginesio Fest è stata quella miccia esplosiva che in soli cinque anni è riuscita a far

vedere San Ginesio all’intera nazione sotto un’altra luce, quella che proviene dal coraggio e dalla

determinazione di voler costruire una concreta rinascita attraverso la proposta di un progetto di

altissimo valore culturale e fortemente identitario. La tenacia unita alla professionalità di chi

organizza e coordina, la qualità della giuria e l’affetto di un pubblico sempre più numeroso e

coinvolto fanno del Ginesio Fest l’appuntamento annuale più atteso del Comune di San Ginesio”.

L’ Assessore regionale alla cultura Chiara Biondi, afferma: “Un festival unico nel suo genere

dedicato al teatro e all'arte degli attori, celebrando così la figura del Santo Lucio Ginesio,

protettore degli attori stessi. In questo incantevole borgo, definito “Il Balcone dei Sibillini”, nel

cuore della nostra meravigliosa regione, ogni agosto il Ginesio Fest non è solo un'occasione per

godere delle bellezze paesaggistiche della nostra regione, ma è un omaggio vibrante all'arte

teatrale e all'espressione creativa degli attori. Questo festival diffuso e originale celebra la

passione e il talento di coloro che portano in scena emozioni, storie e personaggi che ci toccano

nel profondo. Durante il Festival uno dei momenti più significativi è la consegna del Premio San

Ginesio all'Arte dell'Attore, ideato dal rinomato attore Remo Girone. Un riconoscimento che onora

e valorizza il lavoro straordinario degli attori italiani, contribuendo così a promuovere e preservare

l'eccellenza artistica nel panorama teatrale nazionale”.

Nel 2016, San Ginesio è stato gravemente danneggiato dal terremoto, ma che ha saputo

dimostrare la forte volontà di rinascita sociale culturale ed economica anche grazie al Ginesio Fest.

Questo è quanto ha dichiarato il Commissario alla ricostruzione, Sen. Guido Castelli: “Se sarà la

bellezza a salvare il mondo, una parte non marginale l’avrà il teatro, l’arte dell’attore, la sua

capacità di prendere parte (e magari sorridere) delle tragedie e di compiangere (con ironia e

passione) la commedia umana. Dal 2020 il Ginesio Fest è diventato un piccolo altare per celebrare

la grandezza di un’arte antica come l’uomo, quella della drammaturgia. Un piccolo altare - un

palcoscenico, per esattezza - eretto nel bel mezzo della bellezza dei Monti Sibillini - nel bellissimo

borgo di San Ginesio - con il coraggio di chi non si è fatto fermare dal terremoto di pochi anni

prima (il 24 agosto 2016) né dalla pandemia del Covid (proprio 2020). Ogni anno, quando quando


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partecipo al Ginesio Fest mi confermo nell’idea che questa terra, così profondamente ferita è

capace di una incredibile forza di rinascita. Direi “resurrezione”, visto che parliamo anche di un

santo: san Ginesio è il santo patrono dei musicisti, degli attori e di quanti lavorano in teatro. Il

Ginesio Fest è la prova di quanto l’arte e la cultura siano essenziali per la ripresa della vita nel

territorio attraversato dalla sequenza sismica del 2016-2017. Arte e cultura nutrono da sempre le

nostre comunità, offrendo a tutti occasioni di ricchezza spirituale e di crescita umana. Arte e

cultura fanno parte essenziale di quel processo di rigenerazione che deve accompagnare la

ricostruzione delle case e dei luoghi fisici in cui la vita riprende forma e colore, anche dopo la

distruzione del terremoto. Dobbiamo dire grazie a san Ginesio (il santo che si celebra proprio il 25

agosto), al Comune di San Ginesio (diventato il “borgo degli attori”), e a chi con entusiasmo,

coraggio e fantasia ha dato vita a un appuntamento - quest’anno per la quinta volta - che

trasforma le emozioni sul palco in nuova vita per tutti”.

Promosso e organizzato dal Comune di San Ginesio in collaborazione con l’Associazione Culturale

GINESIO FEST, il festival si avvale della media partner di Rai Radio 3 e di Teatro e Critica, del

patrocinio e del sostegno di: Regione Marche, Camera di Commercio delle Marche, Fondazione

CARIMA, Fondazione Aristide Merloni, Provincia di Macerata, Parco Nazionale Monti Sibillini,

Unione Montana Monti Azzurri. Partner culturali del Festival sono: AMAT Associazione

Marchigiana Attività Teatrali, Fondazione Marche Cultura, UNIMC, UNICAM, UNIURB, UNIVPM.


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Maya Amenduni

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