sabato 21 settembre 2024

Al via il 27, Moisai 2024 - Voci contemporanee in Domus Aurea. Terza edizione. Dal 27 settembre al 13 ottobre, Laura Morante, Pepe Servillo, Concita De Gregorio ed Erica Mou, Michela Cescon e tanti altri, in scena nella residenza imperiale di Nerone

 

Foto di Giovanni Canitano

Moisai 2024. Voci contemporanee in Domus Aurea


Terza edizione

27 settembre | 13 ottobre 2024


nove visite guidate che culminano nella Sala Ottagona nell’esperienza dell’arte performativa nel segno


del contemporaneo

Protagonisti:


Laura Morante, Davide Alogna, Luca Provenzani,

Peppe Servillo e Cristiano Califano,

Concita De Gregorio ed Erica Mou,


Michela Cescon, Tullio Visioli, Livia Cangialosi / Teatro Di Dioniso


Fabio Stassi, Franco Piana,

Rodrigo D'Erasmo e Nicola Galli,

Giulia Spattini e Paolo Rosini / Balletto Civile


Giovanni Calcagno, Puccio Castrogiovanni, Marco Di Dato e Vanessa Lisi

Giulia Dall'Ongaro ed Enrico Deotti / Teatrino Giullare


μαντέυεο, Μοῖσα, προφατέυσω δ´ἐγώ

Dai il tuo oracolo o Musa, e io sarò il tuo portavoce

(Pindaro, fr. 150 S.-M.)

Tutto pronto per la terza edizione di quello che è diventato uno degli appuntamenti imperdibili della

Capitale: Moisai - Voci contemporanee in Domus Aurea. Un’occasione suggestiva e unica per immergersi

nei luoghi della residenza imperiale che meglio riflettono uno degli aspetti più noti della figura di Nerone,

ma raramente indagato: il suo amore per l’Arte. Partendo dal ciclo statuario delle Muse, realizzato per

l’imperatore e conservato, in frammenti, all’interno della Domus, una visita guidata culmina

nell’esperienza dell’arte performativa. Nove visite guidate e nove spettacoli, coniugati in tutte le sue

diverse sfumature, nel segno del contemporaneo.

L’evento, promosso e organizzato dal Parco archeologico del Colosseo con la direzione artistica a cura di

PAV, è articolato in nove incontri – dal 27 settembre al 13 ottobre 2024, per tre weekend, dal venerdì alla

domenica – ognuno dedicato ad una delle nove Muse del mito. In ognuna delle serate, un nuovo artista

libererà il canto di una Musa diversa, facendosi suo portavoce contemporaneo in un gesto antichissimo,

sciolto e compiuto negli ambienti della Sala Ottagona, straordinaria macchina scenica creata dagli

architetti Severo e Celere per volere del progetto visionario di Nerone. Le visite guidate all’interno della

Domus saranno seguite da serate evento per un totale di nove appuntamenti. Le visite saranno

accompagnate da un percorso sonoro immersivo, appositamente ideato per l’evento. Dagli angoli silenziosi

della Domus riecheggeranno suoni e voci di lingue antiche e moderne, dove i nomi delle nove muse

emergono come frammenti ancestrali di un discorso poetico senza tempo.

Si parte il 27 settembre con “E d'ogni male mi guarisce un bel verso (Farei parlando innamorar la gente).

Breve discorso su Dante, la poesia, il dolore e la vulnerabilità”, di e con Fabio Stassi, accompagnato dal

musicista Franco Piana. Il 28 settembre sarà la volta di “Lettera a una ragazza del futuro”, autrice e voce

narrante Concita De Gregorio, canzoni, voce e chitarra Erica Mou. Si prosegue il 29 settembre con

“Sconfinamenti. Dialogo tra danza e musica”, di e con Nicola Galli e Rodrigo D'Erasmo. Il secondo week

end vede in scena - il 4 ottobre - “Elizabeth – Sorry for what?”, ideazione e regia Giulia Spattini, danzato e

creato da Paolo Rosini e Giulia Spattini. Il 5 ottobre appuntamento con “Lavinia fuggita” di Teatro di

Dioniso con Michela Cescon, Tullio Visioli, Livia Cangialosi.

Domenica 6 ottobre, andrà in scena “Polifemo innamorato”, di e con Giovanni Calcagno, musiche eseguite

dal vivo da Puccio Castrogiovanni e danza di Marco Di Dato e Vanessa Lisi. L’ultimo week end - venerdì 11


ottobre – “DRONE TRAGICO – un volo sull'Orestea” sarà lo spettacolo di

Teatrino Giullare, creato, interpretato e diretto da Giulia Dall'Ongaro ed

Enrico Deotti. Il 12 ottobre, Laura Morante sarà la voce recitante di “Notte di sfolgorante tenebra”, con

Davide Alogna al violino e Luca Provenzani al violoncello. Moisai 2024 si concluderà il 13 ottobre con

“Peppe Servillo legge Marcovaldo”, le fantasiose storie di uno dei personaggi più celebri della letteratura

italiana per rendere omaggio a Italo Calvino, con Peppe Servillo voce recitante e Cristiano Califano alla

chitarra.

Ogni evento avrà inizio alle 17,30 con ingressi scaglionati per la visita all’interno della Domus Aurea. Le

visite culmineranno con l’arrivo presso la Sala Ottagona, luogo dove avrà inizio lo spettacolo alle ore 18,30.

Ricomincia in Domus Aurea la rassegna Moisai, dedicata alle 9 Muse con un programma di 9 eventi tra

spettacoli e visite guidate in cui poesia musica e danza dialogano portando le voci contemporanee nella

casa di Nerone, commenta Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo. Anche

quest'anno e per il terzo anno consecutivo la Sala Ottagona viene valorizzata in funzione del suo significato

originale, tornando ad essere protagonista di suoni e parole.


Direttore del Parco archeologico del Colosseo

Alfonsina Russo

Progetto a cura del Parco archeologico del Colosseo

Francesca Guarneri, Stefano Borghini, Daniele Fortuna

Promozione e comunicazione - PArCo

Federica Rinaldi, Astrid D’Eredità

Servizio Valorizzazione - PArCo

Daniele Fortuna

Supporto organizzativo

Ales S.p.A

Grafica

Daniela Petrucci - Stefano Borghini

In collaborazione con:

Direzione artistica

PAV

Direzione produzione:

Roberta Scaglione, Claudia Di Giacomo, Laura

Marano

Ufficio produzione:

Elena Campanile, Valentina De Simone, Alice

Grombone, Beatrice D'Agnese, Verdiana

Costanzo, Marta Celli

Ufficio Stampa dedicato all’evento

Maya Amenduni

Progettazione allestimento e illuminotecnica

Walter Pizzi


Realizzazione allestimento

RED Studio

Progettazione audio

Angelo Longo


Le visite guidate non includono la realtà virtuale


Nerone, l’Arte, l’Architettura


“… Le più famose opere d’arte ora da me riferite furono dedicate in Roma dall’imperatore Vespasiano nel

Tempio della Pace e negli altri suoi edifici; ma erano state già prima trasportate a Roma in seguito ai brutali

saccheggi di Nerone e disposte nei saloni della Domus Aurea” (Plinio, Storia Naturale, XXXIV, 84).

Le fonti antiche raccontano dell’amore di Nerone per le arti figurative, del suo ruolo di committente e

mecenate, della forte dedizione al collezionismo di capolavori dell’arte greca. Raccontano di una passione

dovuta anche alla sua formazione, che ha affiancato le arti liberali alle attività manuali dei pittori e degli

scultori, restituendo il modello di un principe-artista che cerca di affermare uno stile di vita e un modo di

governare basato sulle arti e sull’otium.

Nerone è un imperatore colto e anticonformista; un cultore delle lettere, appassionato di poesia, musica e

teatro (recita anche in prima persona). Una figura poliedrica e visionaria che ben si riflette nel suo progetto

più suggestivo, la Domus Aurea, costruita dopo l’incendio del 64 d.C. e organizzata come una gigantesca

villa suburbana nel cuore della città con una serie di edifici, padiglioni, portici immersi in un paesaggio di

giardini, boschi e pascoli.

Della Domus Aurea rimane oggi solo il Padiglione del Colle Oppio a testimoniare, attraverso le 150 stanze

conservate, la grandezza e magnificenza di un progetto che è frutto dell’ingegno degli architetti Severus e

Celer, descritti dalle fonti come magistri et machinatores, quindi ingegneri, creatori di macchinazioni

(potremmo dire di effetti speciali), ma anche maestri, capaci di manipolare l’architettura e condurla fino ad

esiti allora sconosciuti, creando con l’artificio “quanto la natura aveva negato” (Tacito, Annali, XV, 42).

Attraverso l’uso di espedienti architettonici innovativi, lo spazio viene infatti dominato e modellato dalla

luce e al suo interno le opere d’arte acquistano un nuovo respiro, diventando protagoniste di quel gioco

scenico ed estetico che l’imperatore crea per meravigliare i suoi ospiti.


Le Muse dell’Imperatore


Le statue delle Muse sono state ritrovate, in frammenti, durante gli scavi del 1958 nel settore del Ninfeo di

Polifemo e sono state di recente nuovamente esposte, dopo l’ultimo restauro, all’interno della Domus

Aurea, restituendo al complesso monumentale la funzione di padiglione “dinamico” che aveva in passato,

per passeggiare al suo interno godendo della spazialità dell’edificio e delle opere d’arte in esso esposte.

Del gruppo originario, che probabilmente riuniva tutte le nove figlie di Zeus e di Mnemosine (la Memoria),

ci rimangono la scultura di Tersicore, Musa della Lirica corale e della Danza, e di Talia, Musa della

Commedia. È sopravvissuta anche Erato, Musa della Poesia amorosa, ma per il suo stato estremamente

frammentario non è stata esposta al pubblico.

Tersicore è rappresentata seduta su una roccia e nella sinistra sostiene una lira, simbolo della propria arte.

La testa è scarsamente conservata. È perduto il viso, mentre rimane la parte posteriore che permette di

leggere la pettinatura con i capelli divisi in due bande, raccolti sulla nuca.

Talia doveva essere anch’essa seduta, indossa una sottile tunica, su cui è sistemato il chitone fissato sulle

spalle e il mantello, che ricade sul braccio in una cascata di pieghe. Manca la testa e sono perduti anche il

braccio destro e la maschera teatrale ridente che stringeva nella mano.

I corpi stanti e frammentari, privi dei volti, sembrano oggi interpretare un’inquietudine moderna

ammantata di una bellezza antica. La resa raffinata dei panneggi e delle vesti, la cura dei dettagli e

l’equilibrio compositivo inciso nel marmo pentelico, richiamano modelli della scuola di Prassitele,

evidentemente ben noti alla bottega di scultori assunta per soddisfare il raffinato gusto estetico di un

imperatore come Nerone. I corpi lacunosi delle Muse, i loro sguardi assenti e negati dai segni del tempo,

paiono offrire uno sguardo rinnovato alla universalità e acronia dell’arte tutta, sfidandoci a cercare nuove

voci contemporanee nella bellezza nascosta tra le pieghe degli antichi panneggi.


… Sii tu la decima Musa, dieci volte più degna

di quelle antiche nove che i poeti invocano;

e chi supplica il tuo aiuto, possa egli dar vita

a rime immortali che resistano al futuro.

Se la mia povera Musa piace a questa epoca difficile,

mia sia la fatica, ma tua la gloria.

W. Shakespeare, Sonetto XXXVIII, vv. 9-14


Programma Moisai 2024. Voci contemporanee in Domus Aurea


Venerdì 27 settembre

E D'OGNI MALE MI GUARISCE UN BEL VERSO (Farei parlando innamorar la gente).

Breve discorso su Dante, la poesia, il dolore e la vulnerabilità

di Fabio Stassi

con Franco Piana

in collaborazione con l’agenzia letteraria Alferj


EUTERPE

Euterpe, fusa nelle raffigurazioni col suo aulos, simboleggia il rapporto spirituale fra la musica e il verso,

carezza che allevia e unisce. Poesia che lenisce, capace di cogliere il tempo nel suo oscillare tra dolore e

compassione, nel legame di una comune esistenza che rinsalda la sua solidarietà col potere

dell’affabulazione.


E d’ogni male mi guarisce un bel verso è un breve viaggio nella vita di Dante e nelle sue opere, da

Malinconia a Beatitudine, rilette dal punto di vista del loro potere terapeutico e attraverso lo sguardo dei

tanti poeti che lo hanno amato. Era Dante il primo malato della sua Commedia, il primo dei pazienti. Ma di

quali disturbi soffriva, di cosa voleva curarsi? E che tipo di sanatorio è l’Inferno? Questa piccola

affabulazione cerca di mettere a fuoco il principio attivo dei suoi versi, come la compassione o la capacità

di provare solidarietà e immedesimarci nelle pene altrui, una medicina che abbiamo smesso da tempo di

somministrarci. Nella convinzione che la poesia sia la più grande terapia del dolore.

Fabio Stassi è bibliotecario e scrittore. I suoi ultimi romanzi sono Mastro Geppetto e Notturno francese

(Sellerio). Nel 2023 è uscito il saggio E d’ogni male mi guarisce un bel verso. Breve discorso su Dante, la

poesia e il dolore.

Franco Piana è uno dei più importanti musicisti jazz della scena italiana, noto sia come trombettista-

flicornista, che come arrangiatore e compositore. Vanta collaborazioni con i più importanti jazzisti del

panorama internazionale.


Sabato 28 settembre

LETTERA A UNA RAGAZZA DEL FUTURO

autrice e voce narrante Concita De Gregorio

canzoni, voce e chitarra Erica Mou

illustrazioni di Mariachiara Di Giorgio


URANIA

Sotto una volta che è l’ora e l’altrove, Urania brilla e con essa l’insieme dei momenti di un’intera vita. In una

geometria di eventi che misurano il passato e ancor più il futuro, l’esistenza, nella sua inarrestabile corsa,

nel fulgore di vita nascosto tra le pieghe dei più suoi piccoli episodi, si slancia nello sguardo aperto di chi

scavalca la paura per guardare a ciò che vuole essere e che infine sarà.


“Vivi come se il mondo fosse già quello che vuoi. Incarna il mondo che vorresti.”

Concita De Gregorio scrive una lettera alla sé stessa del passato e alle ragazze che diventeranno donne. Le

sue parole sono un filo potente e prezioso che unisce le generazioni, un’ode alla ribellione e alla gentilezza.

Nel reading scenico, impreziosito dalle illustrazioni di Mariachiara Di Giorgio, l'autrice intreccia le sue

parole con la chitarra e la voce di Erica Mou. De Gregorio e Mou, che da tempo lavorano insieme in teatro,

trasformano la lettura e le canzoni in una musica sola, in un manifesto di indipendenza, amicizia, coraggio

che non può fare a meno della paura, della fragilità e della forza, della libertà.

Concita De Gregorio, giornalista, scrittrice, autrice. Firma storica di Repubblica, ha ideato e condotto

programmi per la tv. Ha pubblicato numerosi saggi e romanzi per Laterza, Einaudi, Feltrinelli da cui sono

state tratte opere teatrali e cinematografiche.

Erica Mou è una cantautrice pugliese, classe 1990. Nel 2012 partecipa al Festival di Sanremo nella

categoria giovani vincendo il Premio della Critica Mia Martini e il Premio Sala Stampa Radio Tv. Collabora

più volte con il mondo del cinema e nel 2014 è candidata al David di Donatello per la Migliore Canzone

Originale.


Domenica 29 settembre

SCONFINAMENTI

Dialogo tra danza e musica

di e con Rodrigo D'Erasmo e Nicola Galli

produzione Fondazione Teatro Ponchielli di Cremona, TIR Danza


TERSICORE

Tersicore, colei che si diletta nella danza attraverso un’armonia di linee, creando un contrappunto perfetto

fra un dentro e un fuori immaginario. Dalle dita della mano destra, intente a far vibrare la lira, alla punta

del piede sinistro, il corpo della musa, si accorda con il ritmo universale, ascolta le vibrazioni della terra e di

ogni altrove, sconfinando in un moto perpetuo che ne coreografa il respiro.


Sconfinamenti è l'incontro tra due eclettici artisti della scena italiana, due mondi che si dischiudono per la

prima volta nella totale assenza di prove generali. In uno spazio di improvvisazione, Nicola Galli, esponente

dell’attuale nouvelle vague della danza contemporanea italiana, e il compositore e violinista Rodrigo

D’Erasmo (membro della band Afterhours) dialogano sulla soglia dei rispettivi linguaggi artistici per

comporre una partitura coreografico-sonora nell’istantaneità del gioco. Tra sincronie e punti di fuga,

prende forma un percorso che, intrecciando suono e movimento, si dischiude in un invito a superare il

confine del proprio territorio e a contaminarsi per trovare nella reciprocità uno spazio permeabile

all’ascolto.

Nicola Galli (1990, Italia) si occupa di ricerca corporea ed è coreografo, danzatore, light e costume

designer. Il suo lavoro abbraccia un orizzonte scenico trasversale, nel quale il corpo diviene il centro

irradiante di un discorso artistico che si sostanzia in una sensibilità scenica votata all'esplorazione del

movimento come panorama ibrido di saperi. Dal 2014 è artista sostenuto dall'organismo di produzione TIR

Danza. Nel 2018 vince il premio Danza & Danza come miglior coreografo emergente.

Rodrigo D'Erasmo è violinista, polistrumentista, compositore, arrangiatore e produttore di formazione

classica. Dal 2001 ad oggi ha registrato decine di album in tutto il mondo, collaborando in studio e live con

numerose band e artisti, tra cui Mark Lanegan, Muse, Damon Albarn, Rokia Traorè e molti altri.

Dal 2008 è membro degli Afterhours, con i quali ha vinto vari premi, tra cui il premio della critica al Festival

di Sanremo 2009 e il premio Tenco nel 2012.


Venerdì 04 ottobre

ELIZABETH – Sorry for what?

ideazione e regia Giulia Spattini

danzato e creato da Paolo Rosini e Giulia Spattini

disegno sonoro Guido Affini

luci Francesco Traverso

collaborazione produttiva Balletto Civile, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale

foto di Barbara Carioli


CLIO

Ricomponendo le sorti degli uomini, Clio, prima fra le Nove e musa della storia, racconta e onora la vita di

chi celebre è stato. Precettrice imprescindibile e generosa, apre lo sguardo su un tempo passato eppur così

vicino, indicando la direzione con la sua mano discreta, segnando la linea da cui partire per dare

movimento con lucida forza all’eterna lotta per l’affermazione del sé nell’istante del secolo.


La scena è il campo di battaglia, un ring contemporaneo. La sfida è prendere posizione.

Scegliere, costruire.

Senza scuse. senza alibi.

Uno sferzante allenamento alla vita.

Elisabetta I nel corso della sua vita è stata artefice della propria rinascita diventando la vergine Regina, una

contraddizione che segna profondamente la lotta interna che fece con sé stessa e il mondo politico,

costituito da uomini, con il quale si è trovata a combattere. Una lotta per la sopravvivenza, la costruzione di

un nuovo se attraverso un’immagine articolata e complessa per salvare la propria natura profonda.


Giulia Spattini, danzatrice, performer, dal 2011 è membro permanente della compagnia Balletto civile,

come danzatrice e insegnante. Nel 2019 vince una menzione speciale al Festival Pindoles di Barcellona con

lo spettacolo Longing For di cui è autrice e interprete. Nel 2019 Vince il PREMIO della Critica Direction

Under 30 e il PREMIO PNP Spettatori Mobili con lo Spettacolo HER-ON, scritto insieme ad A. Pallecchi. Nel

2023 lavora come autrice al nuovo progetto ELIZABETH, Sorry for what?


Sabato 5 ottobre

LAVINIA FUGGITA

con Michela Cescon, Tullio Visioli, Livia Cangialosi

a cura di Teatro di Dioniso

direzione del suono e musiche originali Tullio Visioli

ideazione e messa in scena Michela Cescon

cura del progetto Nicoletta Scrivo


POLIMNIA

Disegnando nuove armonie, la voce si fa canto, connettendo la parola alla sua sacralità nascosta,

trasformandola in musica. Parla con i suoi inni, Polimnia, parla di immanenza attraverso una lingua

intellegibile non solo con l’ascolto, e riscopre in una nuova melodia il seme di quella libertà che, pur

costretta, è sempre innata.


…a Eleonora Duse, a cent’anni dalla sua morte.

Lavinia Fuggita è il componimento in cui si ha la piena, splendida misura del talento di Anna Banti. La storia

racconta di Lavinia, una ragazza orfana che, agli inizi del Settecento, viene raccolta all’Ospedale della Pietà

di Venezia, dove impara a suonare e a cantare. Divenuta maestra di coro, Lavinia è scossa da un irresistibile

istinto per la composizione, che la porta a sostituire le partiture da copiare con le sue invenzioni musicali.

Una di queste è l’esecuzione del maestro Don Antonio Vivaldi, precettore presso l’Istituto. Scoperto il fatto

e il quaderno che contiene tutte le sue composizioni, Lavinia viene punita e umiliata. Quel giorno, fiera

della sua intelligenza e bellezza, scompare, forse in un veliero arrivato da lontano, e di lei nessuno saprà

più nulla.


Michela Cescon è attrice, produttrice e regista. Si è formata alla scuola per attori del Teatro Stabile di

Torino diretta da Luca Ronconi. Collabora in teatro e nel cinema con numerosi e importanti registi. Dal

2017 assume la direzione artistica del Teatro di Dioniso.

Tullio Visioli è un compositore, flautista, cantante e didatta italiano. La sua attività musicale spazia dal

concertismo alla direzione di coro, dalla didattica pedagogica strumentale e vocale all'arteterapia sonora.


Domenica 06 ottobre

POLIFEMO INNAMORATO

di e con Giovanni Calcagno

musiche eseguite dal vivo da Puccio Castrogiovanni

danza a cura di Marco Di Dato e Vanessa Lisi

consulenza alle traduzioni Alessandra Pescetta, Giovanni Ludeno, Mauro Mangano, Piero Grassini

occhio esterno e costumi Alessandra Pescetta

marionette corporee Bianca Bonaconzauna

coproduzione Scenario Pubblico/Centro di Rilevante Interesse Nazionale per la Danza, Associazione

Musicale Etnea e la Casa dei Santi


ERATO

Le passioni irrorate dalle lacrime, ferite dischiuse come fiori candidi macchiati da un desiderio d’amore. Nel

canto che scioglie ogni speranza, Erato si fa compagna e confidente dei lamenti degli eroi del mito che la

bramosia trasforma, dando voce alla loro forza e alla loro poesia, troppo spesso offuscate dalla vanità degli

uomini.


Il Polifemo innamorato è pensato come a una serie di quadri ispirati alle narrazioni in greco, siciliano,

romanesco, veneto e napoletano che traggono spunto dai testi classici di Teocrito Siracusano e di Ovidio.

Teocrito, nel suo idillio dedicato al giovane Polifemo, ha voluto mettere in risalto la potenza del sentimento

dell’Amore, capace di trasformare un essere abietto e rozzo come un ciclope in un poeta.

Ovidio, nelle sue Metamorfosi, affronta la vicenda ponendo l’accento sulla tragica vicenda dell’omicidio da

parte di Polifemo del pastore Aci, colpevole di ricambiare l’amore di Galatea, desiderata dal Ciclope. La

morte di Aci determina però una trasformazione del pastore in un fiume che, scendendo verso il mare, si

potrà finalmente congiungere per sempre con Galatea.

Giovanni Calcagno è un attore ed autore siciliano. Al cinema e in TV è interprete per Marco Bellocchio,

Mario Martone, Danny Boyle, Valeria Golino. In teatro è stato diretto da Luigi Lo Cascio, Valerio Binasco,

Vincenzo Pirrotta. Insieme ad Alessandra Pescetta, si occupa di formazione e produzione nel campo

teatrale e cinematografico per la Casa dei Santi. Fra le opere prodotte, La città senza notte e 100 Preludi,

dei quali è co-sceneggiatore e L’ombra della sposa, in concorso a Venezia-Orizzonti 2017 e vincitore del

Nastro d’Argento per l’innovazione. Giovanni Calcagno è un narratore, autore e traduttore di molti testi

della classicità e della tradizione mediterranea e mediorientale.


Venerdì 11 ottobre

DRONE TRAGICO – un volo sull'Orestea

creato, interpretato e diretto da Giulia Dall'Ongaro e Enrico Deotti

musiche di Cleaning Women

Una produzione Teatrino Giullare con il sostegno della Regione Emilia Romagna e di RESIDENZE DIGITALI


MELPOMENE

Le gesta degli eroi e le loro peregrinazioni, le voci degli dei sovrastate dal potere insondabile del destino.

Melpomene, fiera e solenne ispiratrice del tragico, si fa portavoce del fato, traduce il suo volere, misurando

le gesta senza tempo degli uomini e osservando dall’alto ciò che dall’oblio sarà strappato.


Un progetto speciale che unisce teatro e digitale a partire dall’eccezionale traduzione che Pier Paolo

Pasolini fece dell‘Orestea di Eschilo. L’Orestea è l’opera dei punti di vista a partire da quello degli dei che

osservano dall’alto, a quello del coro che osserva a distanza, fino a quello dei diversi personaggi immersi

nella tragedia. L’idea fondante del progetto è di ampliare la questione dei punti di vista posti dal testo

filmando le azioni e le situazioni con un drone e videocamera 360 gradi volando di paesaggio in paesaggio

seguendo il viaggio di Oreste che torna a casa interrogandosi sui fatti accaduti e sul proprio agire.

Teatrino Giullare crea spettacoli teatrali, installazioni, laboratori, rassegne, progetti speciali per il teatro e

l’arte. Tra i vari riconoscimenti ricevuti il Premio Speciale Ubu (2006), il Premio Nazionale della Critica

(2006), il Premio della Giuria al 47^ Festival MESS di Sarajevo (2007), Il Premio Hystrio Altre Muse (2011),

l’Excellent Play Award della Central Academy of Drama di Pechino (2019), il Premio Rete Critica (2020), il

Premio Hystrio Digital Stage (2021).


Sabato 12 ottobre

NOTTE DI SFOLGORANTE TENEBRA

Laura Morante, voce recitante

Davide Alogna, violino

Luca Provenzani, violoncello

regia a cura di Daniele Costantini

testo di Laura Morante

musiche di Johann Sebastian Bach, Reinhold Gliere, Maurice Ravel, George Friedrich Haendel/Johann

Havorsen

coordinamento artistico e distribuzione a cura di Elena Marazzita


CALLIOPE

Nel contrasto di storie agli antipodi, la poesia unisce la voce e i suoi riverberi, attraverso un rito collettivo

che erode con la furia delicata e costante di un fragile cuore. Calliope, la musa della bella parola, si fa

compagna delle eroine, guida libera e discreta che indica la via a chi si lascia ispirare dalla sua voce sottile e

decide a ogni modo di resistere, con nostalgia e dolcezza.


La sanguinosa guerra di Troia, durata dieci anni, si è conclusa con la vittoria dei Greci, ma le donne, greche

o troiane, mogli, figlie o sorelle dei trionfatori o degli sconfitti, hanno tutte pagato un amarissimo tributo.

Hanno perduto padri o sposi amati, oppure da sposi o padri sono state ingannate, tradite, abbandonate. I

vincitori hanno infierito sui vinti, le donne troiane, prede di guerra dei soldati greci, sono costrette a servire

gli assassini dei propri figli e dei propri sposi, come schiave o concubine, invise alle loro mogli legittime. Sei

straordinarie figure femminili delle tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide si raccontano sullo sfondo del

tragico retaggio della guerra. Tre greche, Clitemnestra, Elettra ed Elena, e tre troiane, Cassandra, Ecuba e

Andromaca. Accogliendo e rielaborando opere differenti, i sei monologhi mettono in scena personaggi

controversi, che è difficile sottoporre a un giudizio morale.

Laura Morante inizia la sua carriera da giovanissima, prima nella danza, con la compagnia di Patrizia

Cerroni, poi in teatro con Carmelo Bene, al cinema con Giuseppe e Bernardo Bertolucci, Nanni Moretti,

Mario Monicelli, Gianni Amelio, Pupi Avati, Peter Del Monte. Nel corso degli anni si cimenta con il cinema

italiano e straniero, lavorando con autori di grande prestigio, come Monteiro, Malkovich, Tanner, Vecchiali

e Resnais. Forte di premi e riconoscimenti per la sua carriera di attrice, nel 2012 esce Ciliegine, il suo primo

film come regista (Globo d’oro come Regista rivelazione). Nel 2016 firma la sua seconda regia con il

film Assolo. Brividi immorali è il suo esordio letterario.


Domenica 13 ottobre

PEPPE SERVILLO LEGGE MARCOVALDO

Le fantasiose storie di uno dei personaggi più celebri della letteratura italiana per rendere omaggio a

Italo Calvino.

Peppe Servillo, voce recitante

Cristiano Califano, chitarra

Distribuzione a cura di AidaStudioProduzioni

Coordinamento artistico a cura di Elena Marazzita


TALIA

Una maschera e l’aria allegra. Lo sguardo di Talia ci accompagna nella commedia, stravolgendo il senso

comune, facendo dell’ironia l’arma di ribaltamento del quotidiano vivere. Nelle intenzioni sagaci quanto

immaginifiche disvelate dalla sua arte, la musa sfida l’uomo con la potenza sovversiva del sorriso e della

fantasia.


La lettura, interpretata magistralmente da Peppe Servillo con le note alla chitarra di Cristiano Califano,

porta in scena uno dei personaggi più celebri della letteratura italiana, rendendo omaggio a Italo Calvino

nei 100 anni dalla nascita. Dalla lettura delle fiabe scelte emergono gli aspetti più fiabeschi e ironici del

noto personaggio, evidenziandone l’assoluta modernità: la complessa vita caotica in città, l’urbanizzazione

senza razionalità ed ordine, l’industrializzazione crescente, la povertà delle fasce più basse della

popolazione, la difficoltà dei rapporti umani ed interpersonali. Le storie di Marcovaldo ci invitano ad

affrontare le difficoltà quotidiane con fantasia e immaginazione: ne coglieremo la dimensione di eroe

tragicomico che ci insegna come in ogni momento della giornata si possano ricercare segni e occasioni per

poter essere felici.

Peppe Servillo

Debutta nella musica con gli Avion Travel nel 1980. La sua storia coincide in gran parte con quella del suo

gruppo che, in circa trent’anni di lavoro, ha pubblicato numerosi album conquistando importanti

riconoscimenti. Partecipa in qualità di attore in teatro e in cinema, collaborando con numerosi registi, tra

cui Fabrizio Bentivoglio, Wilma Labate, Mimmo Calopresti, Paola Randi, John Turturro, Lina Wertmuller,

Manetti Bros e molti altri. Nel 2013 vince il premio “Le maschere del teatro italiano” ed il premio “Ubu”

come migliore attore non protagonista lo spettacolo Le voci di dentro di Eduardo De Filippo.


DOMUS AUREA

Via della Domus Aurea, 00184 Roma RM

BIGLIETTO INTERO:

€ 18,00 + € 8,00 per la visita guidata

BIGLIETTO RIDOTTO:

€ 2,00 + € 8,00 per la visita guidata

Per i cittadini europei tra i 18 e i 25 anni non compiuti

BIGLIETTO GRATUITO:

Ingresso gratuito per tutte le fattispecie di legge consultabili al seguente link

https://cultura.gov.it/agevolazioni

+ € 8 per la visita guidata


SCHEDA EVENTO

Moisai 2024. Voci contemporanee in Domus Aurea

Visite guidate tematiche (Le Muse, Nerone e l’Arte) e performance finale nel complesso della Sala

Ottagona

Numero di aperture: 9, ogni incontro è dedicato ad una specifica Musa

Date: 27, 28 e 29 settembre 2024 – 4, 5, 6, 11, 12, 13 ottobre 2024

Orario di inizio: 17.30

Acquisto del biglietto esclusivamente online sul sito

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All'interno della Domus Aurea la temperatura è di circa 10 gradi.

Si consigliano abbigliamento adeguato e scarpe comode

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