“IL MIO COPPI”
Prima assoluta
Roma- 7 ottobre
Palazzo Santa Chiara
Va in scena in Prima assoluta il 7 Ottobre ( e poi ancora l’otto e il nove e il fine settimana 14,15,16) a Palazzo Santa Chiara a Roma, “Il mio Coppi”, pièce teatrale tratta da un testo originale di Albe Ros interpretata da Pamela Villoresi con la regia di Maurizio Panici.Pamela Villoresi interpreta il ruolo di Maria, sorella maggiore di Coppi.
Il momento è drammatico: Coppi è in agonia e Maria cerca di trattenerlo con la forza del suo amore e della sua pedalata. Con la memoria di una vita vissuta in fuga, una vita che ora sta fuggendo per l’eternità.
“La prima volta che ho sentito la presenza di mio fratello è stata guardando mio padre che fissava un grande airone volare sull’acqua andando incontro al sole che nasceva. Poi l’ho visto crescere e partire sulla sua bicicletta. Poi sono arrivate le mani di Cavanna, il Giro d’Italia, le gambe di Bartali, il Tour de France, la voce dei cronisti, le grida dei tifosi lungo i cigli delle strade, gli avvertimenti di mio fratello Livio: c’è stata sempre una folla infinita di clamori intorno a lui. L’ho visto tornare sporco, sconfitto e poi sempre più vittorioso, sempre più amato. Tutti pedaliamo sempre più in alto e dall’alto guardiamo come ci scorre il sangue, come abbiamo pedalato, quanta strada ci resta da fare. Mio fratello si chiamava Fausto Coppi, il sole che ha sempre illuminato la mia vita.”
Coppi: un uomo-mito che con la propria energia, con il suo corpo, la sua tenacia e la sua passione, sfida da solo le strade fangose, le montagne, il mondo, quasi a proporsi come simbolo di un’umanità alla ricerca di una realizzazione assoluta, come mito fecondatore dei sogni di cui l’immaginazione popolare ha bisogno per sentirsi un’unica grande forza.
Questo mito raccontato dalla sorella maggiore del Campionissimo dà un sapore sferzante e delicato a una storia di cui tutti ancora vogliamo nutrirci.
Racconta Pamela Villoresi: “Quest’avventura, o meglio questo esperimento, io l’ho accettato subito, con entusiasmo.
Forse perché ho voglia di raccontare la storia di una persona che si è creata dal nulla, che ha saputo capire il proprio talento e proteggerlo, che si è affermata a costo di infiniti sforzi e ha superato tante sofferenze, che ha vinto le sue battaglie grazie alla forza di volontà.
Forse perché mi piace l’idea di fare spettacolo anche fuori dai teatri convenzionali, in luoghi di aggregazione e campi di gioco, dove si incontrano gli sportivi veri, quelli che sanno ancora cosa significa il merito. Forse perché ho voglia di parlare di un’Italia che vorremmo ripristinare.
Forse perché che ho nostalgia di essere orgogliosa del Paese dove vivo, del mio popolo, e mi piace ripartire da qui, da Coppi, come simbolo di chi, con caparbietà, ha fatto della sua vita una leggenda.
Poi adoro andare in bicicletta e l’autore ha promesso di allenarmi.
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