18 febbraio – 2 marzo 2014
TEATRO BELLI
Piazza di Sant'Apollonia, 11, 00153 Roma
Tel 06 589 4875
di Grazia Verasani
regia Elena Arvigo
con
Elodie Treccani Marga
Amanda Sandrelli Vincenza
Xhilda Lapardahaja Rina
Elena Arvigo Eloisa
Appena si arriva in teatro per vedere "Maternity Blues (From Medea), si e subito accolti e allo stesso tempo sconvolti, sicuramente non indifferenti, dal tipo di scenografia, che immediatamente, ci trasporta in un anbiente chiuso fisicamente, ma pieno di colori e affollato di oggetti. L'azione si svolge, all'interno di una camera di un'ospedale psichiatrico, dove quattro donne infanticide vivono, e che quindi hanno organizzato, per quanto possibile, ognuna secondo le proprie inclinazioni caratteriali. Eloisa (Elena Arvigo) la più forte si è letteralmente appropriata del tavolo che deve necessariamente essere al centro della stanza, Rina (Xhilda Lepardahaja) la più giovane, ha con se una bottiglietta piena di vino e un pelouche.Vincenza (Amanda Sandrelli) è quella che vuole che la stanza sia sempre in ordine e poi, c'è Marga (Elodie Treccani) la nuova arrivata, quella più misteriosa. Le quattro donne, costrette a stare inseme si scontrano, si incontrano si torturano vicendevolmente e cercano di consolarsi. Lo spettacolo è senza dubbio da vedere, molto paricolare, con dei passaggi molto forti, da risultare addirittura disturbanti, ma è un disturbo non che dà fastidio ma che scuote, che porta a pensare a quanta rabbia più o meno repressa una donna possa avere dentro di se nel suo intimo, a quanto sia difficile aiutarsi vicendevolmente e, invece, molto più facile attaccarsi, demolirsi, anche se le colpe sono le stesse, solo per sentirsi migliore, o quanto semplicemente sia difficile trovare una consolazione.
Miriam Comito
Elena Arvigo presenta “Maternity Blues (From Medea)” al Teatro Belli dal 18 febbraio al 2 marzo 2014. Lo spettacolo ha
debuttato lo scorso anno al Teatro Argot Studio e torna a Roma con un
cast modificato in cui entra a far parte Amanda Sandrelli.
Elena
Arvigo – qui regista ed attrice – sceglie di parlare di un
argomento tanto delicato quanto attuale e lo affronta da un lato seguendo
la traccia di Grazia Verasani nel suo libro From Medea, dall’altro confrontandosi
direttamente con le attrici attraverso delle improvvisazioni durante
la fase di creazione dello spettacolo.
Il
riferimento a Medea non lascia dubbi rispetto al tema trattato: in un
ospedale psichiatrico giudiziario, che riporta subito a quello famoso
di Castiglion delle Stiviere (Mn), si incontrano quattro donne che hanno
commesso il reato di infanticidio. Sono la dolce Marga, l’aggressiva
Eloisa, la giovanissima Rina e la più consapevole Vincenza. Chiuse
all’interno dell’OPG, le quattro protagoniste trascorrono il loro
tempo espiando una condanna, che è soprattutto interiore, per il gesto
che ha vanificato anche le loro esistenze. Dalla convivenza forzata
– che genera la sofferenza di leggere la propria colpa in quella delle
altre – germogliano amicizie, spezzate confessioni, un conforto senza
consolazione.
La riflessione è sull’istinto materno. Chi e' Medea? Chi sono queste
donne? Quanto e' rassicurante creare mostri per non fermarsi a pensare? Non
si pretende di psicologizzare azioni così “tragiche” da restare
comunque inesplicabili, ma di investigare sui punti di rottura. Ci interessa
scavare in queste zone buie affinché attraverso il teatro sia possibile
tentare di favorire una comprensione, per gli artisti coinvolti e il
pubblico insieme, più ampia e vasta dell’animo umano. Questa comprensione
non implica necessariamente né l’assoluzione né la condanna. Cerchiamo
di fare un teatro pericoloso nel senso etimologico della parola: dal
latino periculum, ossia esperimento, rischio. Un teatro che cerca un
po’ di luce e speranza lì dove sembra non esserci che tenebra. Il tema e' affrontato da un lato seguendo la traccia di Grazia
Verasani nel suo libro From Medea, dall’altro confrontandosi direttamente
con le attrici attraverso delle improvvisazioni durante la fase di creazione
dello spettacolo.
(Dell'Infanticida
Marria Farrar di B. Brecht: Voi, che partorite comode in un letto e il
vostro grembo gravido chiamate «benedetto», contro i deboli e i reietti
non scagliate l'anatema. Fu grave il suo peccato, ma grande la sua pena. Di
grazia, quindi, non vogliate sdegnarvi: ogni creatura ha bisogno di essere
aiutata" ).
Elena Arvigo.
Musiche Giuseppe FraccaroVoice off Alessandra Salamida
Ideazione scenografia Lorenza Indovina
Collaborazione costumi Ginevra Polverelli
Luci Paolo Meglio
Foto Marcello Norberth
Assistente alla regia Valeria Spada
Produzione Compagnia SantaRita in collaborazione con Diritto e Rovescio
Organizzazione e promzione 369GRADI
Questo Spettacolo non sarebbe
potuto andare in scena senza il prezioso aiuto e contributo di: Sara
Zoia (attrice allestimento 2013) Tommaso Spinelli (assistente alla regia
primo allestimento 2013) -Serena Carminati- (fotografa) Konstantin Dimopoulus
(per concessione Locandin ) – Ex lavanderia Santa Maria della Pieta’
-Monica Belardinelli, Valentina Calvani, Caterina Gramaglia, Silvana
Crescini, Rosa Sironi, Giacomo Sette e Paolo Arvigo
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