Torna in scena ANGELO E BEATRICE al Teatro Belli dal 12 al 16 marzo
ANGELO E BEATRICE
DI FRANCESCO APOLLONI
Dal 12 al 16 marzo
TEATRO BELLI DI ROMA
Piazza di Sant'Apollonia, 11
con
Veronica Milaneschi e Michele
Botrugno
Regia di
Massimiliano Caprara
Una produzione Sidecar - Sale multimediali d'arti
performative in collaborazione con Perrone Spettacoli
Orari: dal mercoledì al sabato alle ore 21,00 - domenica alle ore 17,30
Angelo e Beatrice sono due terroristi nella Roma degli anni settanta. Sono accomunati da quell’energia
“primitiva” che spinge un ragazzo a “saltare il fosso”, impugnare
una pistola, e la loro connotazione politica non è la cosa importante: possono appartenere all’eversione di Sinistra
o di Destra. Una ricostruzione non più solo dell'Italia passata (passata attraverso lo
stragismo, il terrorismo ...) ma anche di quanto potrebbe tornare in
un futuro misterioso.
La tragedia contemporanea della disoccupazione come prodotto di una
società selvaggiamente globalizzata, vittima di un sistema produttivo e di
un mercato finanziario completamente asservito agli interessi delle
Multinazionali, stava nascendo proprio in quei famosi anni di piombo, nei quali iniziava lo smantellamento
della democrazia e degli ideali politici.
Quegli stessi ideali, o meglio ideologie, a cui i nostri protagonisti
si aggrappano tenacemente, tormentati da domande che non si fermeranno
allo loro generazione.
Attraverso una scrittura informata che ricostruisce un periodo così topico della nostra storia con assoluta attendibilità, si snoda uno spettacolo dinamico grazie ad una recitazione aggressiva
ed empatica e a fonti audiovisive originali di particolare importanza
che scandiscono il tempo e i tempi dell’azione: Sergio Endrigo mentre
canta “La festa appena cominciata…”, “Rumore” di Raffaella Carrà, le note di Carosello, le immagini in bianco e nero di Valle Giulia,
Piazza Fontana, Piazza della Loggia, il tentato golpe Borghese, la morte
di Mara Cagol…
Mentre la ricchezza è tornata ad accentrarsi nelle mani di pochi, costringendo molti a
lottare quotidianamente per non perdere la speranza di costruirsi un
futuro o semplicemente sopravvivere, vediamo i superstiti delle lotte
armate di trenta anni fa che parlano amabilmente di stragi e misteri italiani,
quasi che alla nostra generazione, ad un passo dalla nuova catastrofe,
basti un talk show come risposta ad una bugia lunga trent’anni.
Allora per quale motivo raccontare di due terroristi e non di due
vittime?
Perché il teatro, purtroppo, anche se di denuncia, non
potrà mai scoprire la verità sulla strage di Bologna, Portella delle Ginestre,
Ustica, Piazza Fontana, Brescia … ecc. ecc. ecc.
Visto che tutti ormai sappiamo che Moro e la sua scorta non furono
uccisi solo dalle Brigate Rosse ma anche dallo Stato, se esiste una coscienza
collettiva che caratterizza una società ed un momento storico, allora ne facciamo parte tutti, anche se continuiamo
a relegare minacce terroristiche di lotta armata per la liberazione
nell’ambito del banale folklore, come quella siglata ‘Noa’ (Nuclei armati operativi)
che in un documento recapitato all’Ansa, pronuncia la sentenza di
condanna a morte per il capo della Digos, Giuseppe Petronzi, il senatore
del Pd, Stefano Esposito, Maurizio Bufalini, direttore dei lavori per
Ltf e Massimo Matteucci della cooperativa che lavora al cantiere
di Chiomonte, alimentata da presunti non violenti che
allestiscono dai loro salotti uno scenario purtroppo già visto.
Forse oggi è necessario rimarcare che una cosiddetta Società Civile non può permettersi di
mettere sullo stesso piano le vittime, di ieri o di oggi, con i terroristi e
gli assassini, non può misurare la deriva di quella generazione ed
il futuro che attende le nuove solo attraverso le esperienze estreme
di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro o di Adriana
Faranda e Valerio Morucci, i primi capi storici dei NAR, i secondi membri
del consiglio direttivo delle BR, che parteciparono alla lotta
armata negli anni ’70 e a cui l’autore si è ispirato per creare i personaggi di Angelo e Beatrice.
Quello che il nostro Spettacolo prova a fare è capire cos’è successo e cosa potrebbe accadere prima di esorcizzare il Male con
la solita faciloneria ed isolarlo come “altro da noi”.
PERCHÉ VORREMMO AVVERTIRTI, CARA SOCIETÀ CIVILE, CHE È PROPRIO QUANDO DISTRUGGI UNA INTERA
GENERAZIONE LASCIANDOLA SCONFITTA, SENZA SPERANZE E SENZA FUTURO E VUOI
ESSERE COSÌ CIECA DA NON CAPIRE LE RABBIOSE
VENTATE DI RIVOLTA CHE PRELUDONO AL COLLASSO DI UNA REALTÀ SCLEROTIZZATA, CHE INIZIA IL TERRORE.
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