giovedì 27 settembre 2018

Una signorina Else di cristallo al Puglia Showcase

Roma > Teatro di Villa Torlonia > h 17.00/h 5.00 pm
Ass. Cult. Tra il dire e il fare
ELSE
Di/by Nunzia Antonino e Carlo Bruni
Con/with Nunzia Antonino
Regia/ directed by CARLO BRUNI


Nel pomeriggio di ieri è andato in scena al Teatro di Villa Torlonia, nell'ambito di Puglia Showcase  ELSE uno struggente monologo tratto dalla novella "Fraulein Else"  pubblicata da Arthur Schnitzler nel 1924. Nella messa in scena curata dall'associazione culturale Tra il dire e il fare, troviamo una Else contornata da  bicchieri a coppa pieni di liquido e con alle spalle uno specchio a tre ante. L'interprete Nunzia Antonino, bravissima nel seguire tutti i moti dell'animo di Else.  Schnitzler aveva costruito la novella sul monologo interiore, forma nuova  di narrazione per gli anni 20' del Novecento, già sperimentata da James Joyce Nell'Ulisse, anni in cui d'altra parte, si andavano sviluppando nella stessa Vienna le teorie Freudiane sulla psicoanalisi e la borghesia iniziava a dover fare i conti con la sua ipocrisia. La Antonino    passa dall'apparente gaiezza, iniziale della ragazza, seppur già velata da una malinconia foriera di un destino ineluttabile, all'eccitazione, allo smarrimento, alla rabbia, allo stupore, alla fine in una consapevolezza di liberazione, da una vita non reale, in cui lei, è stata costretta sempre a vedersi attraverso il giudizio altrui, da cui gli specchi. i bicchieri sono pieni di Veronal, un barbiturico, ma anche un veleno indolore se preso in dosi massicce. Nella novella Else ha 19 anni, la sua vita di adolescente finisce all'improvviso, quando durante un soggiorno a San Martino di Castrozza gli arriva una missiva della madre che gli annuncia l'imminente catastrofe familiare se entro il giorno seguente il signor Fiala non riceverà 30.000 fiorini a pagamento di un debito di gioco, e essendo presente a San Martino di Castrozza "l'amico di famiglia" Von Dorsday, ed avendo egli sempre avuto un debole per Else, chi meglio di lei può risolvere la questione...in altre parole il destino della sua famiglia è sulle sue spalle. Schnitzler con questa novella vuole mettere  nel clima della Finis Austrie alla berlina la borghesia austriaca post Prima guerra mondiale,  facendo indossare ad Else, una ragazza di buona famiglia borghese le vesti della solitudine, della disperazione, dell'incapacità, facendole dire che sa andare a cavallo, sa parlare le lingue e sa fare un sacco di altre cose, peccato che siano tutte cose inutili al suo sostentamento autonomo, e se non bastasse la sua giovinezza, la sua voglia di poter conoscere le viene strappata dalla famiglia che la costringe a dover aiutare, la madre addirittura le suggerisce il modo. La versione di Nunzia Antonino è quella di una Else bloccata nel tempo, per questo è contornata di bicchieri pieni di Veronal, e come se la sua giovinezza interrotta, rimanesse appunto bloccata, cristallizzata e solo attraverso varie dosi di Veronal, il contenuto dei bicchieri è bevuto man mano durante lo spettacolo, Else riuscisse finalmente a librarsi in volo come in un sogno. Molto interessante la citazione da "Der blau angel" Ich bin die fesche Lola der liebling der saison iche hab'ein pianola zu haus in mein salon.
Miriam Comito






Fondandoci sulla novella di Arthur Schnitzler, scritta come monologo interiore nel 1924 sotto le stesse influenze che avrebbero dato corpo alla psicanalisi di Freud, siamo partiti dall’adolescente in vacanza e dal suo dramma alimentato da un debito del padre nei confronti di un laido signor Dorsday. Debito che lei è invitata a estinguere con “strumenti” ritenuti ormai comuni, perciò lontanissimi dal produrre scandalo, ma ancora oggi “perfettamente” in grado di alimentare le tragiche conseguenze svolte dal racconto.
Else non è la diciannovenne dell’originale, piuttosto lo è stata. Rimasta impigliata nella lettera che scatenò il dramma, è alle prese con lo stesso Veronal di allora: medicinale ormai però fuori moda; veleno inadeguato al ruolo e dunque anche inutile a domare il reiterato dolore. La nostra Else vive in un mondo sordo, immerso in una crisi culturale non dissimile da quella che ispirò Schnitzler: fonte di ossessioni, nel migliore dei casi in grado di condurre alla follia.



Basing from the novel by Arthur Schnitzler, written as an interior monologue in 1924 under the same influences which would have given rise to Freud’s psychoanalysis, we started from the adolescent on vacation and from her drama due to a debt of her father towards a ugly Mr Dorsay. She is invited to pay off the debt with “methods” considered common, which don’t therefore give rise to any scandal, but still today they are “perfectly” able to feed the tragic consequences of the story.
Our direction is influenced by  age: Else is not the nineteen girl of the original, she has been.
Remained entangled in the letter that triggered the drama, she is assuming the same Veronal as then: a medicine now out of order; a useless poison to tame the pain.
Our Else lives in a deaf world immersed in a cultural crisis similar to the one which inspired Schnitzler: source of obsessions, in the best cases able to lead to madness.

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