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lunedì 20 gennaio 2014

IL GRANDE MAGO al TEATRO DELLA COMETA

Teatro della Cometa

28 GENNAIO |16 FEBBRAIO 2014

Compagnia della Luna e Società  per Attori
presentano
IL GRANDE MAGO
(tratto da una storia vera)
di
Vittorio Moroni
con
Luca De Bei
regia
Giuseppe Marini

Costumi: Alessandra Cardini
Disegno luci: Marco Laudando
Organizzazione: Rosy Tranfaglia, Franco Clavari

Io sono un errore.
Un errore di nome Andrea.
Femmina in corpo di maschio.
Amo le donne senza poter essere uomo.
Tu sei il Grande Mago, creatore di ogni cosa. Io in te ci credo e ti domando:
Perché? È stato davvero un errore oppure è un castigo?
Non posso stare qui, fermo davanti ad uno specchio deforme.
A scuola sono più strano di un finocchio, al negozio dove lavoro più pericoloso di un rapinatore -per questo sto per essere licenziato - mio padre è morto per non vedermi, mia madre si sente un falegname di comodini difettosi.
E Anna?
Diceva di amarmi come sono. Ne era sicura.
Allora perché non accetta quello che sto facendo?
Non importa quanto è lungo e pauroso il viaggio.
Io ho deciso: non resterò qui, a fare la cavia da torturare.
Rimedierò all’errore e diventerò quello che sono.
Forse sarò solo alla fine del cammino.
Forse questo è il mio destino.
E tu Simone?
Perché mi guardi in quel modo?
Hai paura perché non sono come gli altri papà?
Eppure ti amo più di ogni altra creatura del Grande Mago.
Vittorio Moroni

Sarà in scena al Teatro della Cometa dal 28 Gennaio al 16 Febbraio 2014, IL GRANDE MAGO (tratto da una storia vera), scritto da Vittorio Moroni, con la regia di Giuseppe Marini. Protagonista è Luca De Bei. Lo spettacolo torna in scena dopo il grande successo di pubblico e di critica ottenuto nella passata stagione.
Andrea sta per avere un figlio. Andrea sta diventando donna. Andrea capisce di essere un errore. Un errore commesso dal Grande Mago. Una donna in un corpo da uomo. Decide di intraprendere il viaggio per non essere più una cavia torturata, ma un essere umano autentico. Questa scelta, però, porta con sé un rischio: la solitudine alla fine del cammino. Ma il rischio più grande è quello di perdere le persone più care: la famiglia, la compagna Anna e soprattutto il figlio Simone, che Andrea ama più di tutte le creature del Grande Mago. Andrea accetta il rischio. Un percorso privato, la storia vera di una sofferta metamorfosi, dal maschile al femminile, preceduta e complicata da una paternità imprevista. La vicenda di un padre che diventa donna, raccontata in prima persona, che sposta l’attenzione dal cambio di sesso di per sé, per concentrarsi sulle reazioni degli altri e sull’effetto che esse hanno su di lui/lei. Dal licenziamento dopo il cambio di sesso, alle perplessità del figlio di sei anni, dall’accettazione di sua madre, alle resistenze del fratello: un percorso in cui il protagonista è davvero solo durante la transizione.
Lo spettacolo affronta il tema del gender, di soggetti laboriosamente mutati, creature che hanno varcato i confini del sesso originario, approdati alla transessualità non senza incontrare ostacoli sociali, pregiudizi familiari, impreparazioni di portata somatica. Di certo il cambiamento di sesso ha tuttora infiniti aspetti sconosciuti e inesplorati. Mentre abbondano scuole di pensiero e di critica fondate solo su luoghi comuni.
Presentato al "Garofano Verde • scenari di teatro omosessuale” 2011 • rassegna a cura di Rodolfo di Giammarco


Rassegna stampa:
Ha mille sfaccettature, tanti volti inesplorati, infinite deregulation un testo come “Il Grande Mago” di Vittorio Moroni. Una partitura per un solo personaggio femminile che evoca il precedente sé maschile. Un testo che prende corpo e voce e che fa parlare il nostro altro da sé, non potendo però sottrarsi a quella cosa chiamata amore. Rodolfo Di Giammarco - La Repubblica
Il racconto articolato, delicato quotidiano è  costruito in una fine tessitura di chiari e scuri. De Bei lo rende vivo e vero facendoci avvertire tutto il disagio e la sofferenza ma anche la necessità di quel che dice, con una modulazione di intonazioni e di echi interiori tra paura e nostalgia, ansia ed accettazione, che trova espressioni pure dal sorriso che illumina gli occhi allo strazio che deforma i lineamenti. Paolo Petroni - Corriere della Sera
Strepitosa e sensibile interpretazione di un testo delicato e intelligente sulla naturale essenza della diversità. Donatella Codonesu - Teatroteatro.it
La regia asciutta che si concentra sul linguaggio del corpo e sull'intenzione della voce dell'interprete, permettono di godere della immensa bravura di De Bei che si dona completamente al suo personaggio mettendone a nudo il nodo irrisolto della sua identità più intima che Andrea scioglie approdando, con coerenza e rispetto per se stessa, ad Aurora. Alessandro Paesano - Teatro.Org
Questo moderno e tormentato romanzo di formazione esplode in maniera dirompente, nella totale ed asettica semplicità della messa in scena congegnata da Giuseppe Marini, grazie all’interpretazione magistrale, profondamente interiorizzata e capace di accarezzare con naturalezza le più variegate sfaccettature del suo complesso personaggio, regalata con incredibile generosità da Luca De Bei. Uno spettacolo di sorprendente acutezza e potenza. Da non perdere. Andrea Cova - Saltinaria.it
Il “Gande Mago” incanta ed emoziona. Non c’è ricetta per costruire emozioni, né regole che ne garantiscano il successo. Esiste però il talento di uno o più artisti all’opera, dato dalla commistione di istinto, preparazione tecnica ed esperienza. In questo caso sono tre: Vittorio Moroni (un ispirato autore), Giuseppe Marini (un raffinato regista) e Luca De Bei (un interprete sensibile). Andrea Ozza - Critical Minds
Luca De Bei è vibrante e discreto nella sua delicata interpretazione, è fin dall’inizio straziante e commovente nel suo percorso interpretativo e ci fa rivivere con semplicità ma precisione tutte le tappe del suo calvario. Il Grande Mago di Moroni è una eccellente realtà nel panorama drammaturgico italiano e con la complicità di Giuseppe Marini abbiamo assistito a un bel momento di grande Teatro. Mario Di Calo - Corriere dello Spettacolo
Epidermidi quotidianamente esposte, ma non corrisposte da intimità di disarmante fragilità, che cercano una via di fuga tra l’indifferenza e la cecità di chi ha paura di vedere. “Il Grande Mago” di Vittorio Moroni mette piede con delicatezza in questo buio di sensibilità ai margini. Valentina De Simone - La RepubblicaRoma.it – Che teatro fa

Teatro della Cometa
Via del Teatro Marcello, 4 - 00186
Orario prenotazioni e vendita biglietti:
dal martedì al sabato, ore 10:00 -19:00 (lunedì riposo)
Telefono:
06.6784380
Orario degli spettacoli: dal martedì al venerdì ore 21.00. Il sabato doppio spettacolo ore 17.00 e ore 21.00. La domenica ore 17.00. Costo biglietti: 22 e 18 euro.


giovedì 16 gennaio 2014

L'OBELISCO recensione

Teatro dei Conciatori

Contemporary Urban Theatre

14 gennaio 2014 | 2 febbraio 2014

Gianna Paola Scaffidi e Antonio Serrano

in

                L’ OBELISCO

testo e regia di

Luca De Bei

liberamente tratto dal racconto di Edward M. Forster

e con

Alessandro Rugnone e Michele Lisi

costumi Lucia Mariani

scene Dario Dato

disegno luci Marco Laudando

assistente scenografo Marco Guarrera

assistente regia Jessica Fainelli

  A volte basta un incontro fortuito per risvegliare la monotonia della vita.,una coppia di mezza età in vacanza al mare , decide per noia di andare a vedere un'obelisco, su cui la guida posseduta dal marito, fornisce solamente informazioni di massima, a significare che il monumento in  questione  nn ha nessuna importanza .Per arrivare all'obelisco devono affrontare un sentiero a metà del quale incontrano i due marinai che avevano intravisto a valle. Tutto cambierà,  un anelito nuovo e leggero si impadronirà dei quattro, creando nuove situazioni, che andranno a scardinare le vecchie convenzioni che tenevano attanagliata a terra  la coppia  e  su una nave i due marinai.  Siamo nel 1939 la  Seconda Guerra Mondiale è alle porte....e  si porterà dietro molti morti con se. Molto interessante la scelta di Luca De Bei di adattare un racconto di Edward M. Forster  a testo teatrale.  "L'obelisco" è uno settcolo in cui l'arte recitatoria della Gianna Paola Scaffidi e di Antonio Serrano si vanno a sposare con la capacità scenica di  Alessandro Rugnone  e  Michele Lisi...davanti a un pubblico gremito, e davanti alla  stupenda Franca  Valeri
Miriam Comito
Saranno in scena al Teatro dei Conciatori - dal 14 Gennaio al 2 febbraio 2014, Gianna Paola Scaffidi e Antonio Serrano in L’ OBELISCO, testo e regia di Luca De Bei, liberamente tratto dal racconto di Edward M. Forster; in scena anche Alessandro Rugnone e Michele Lisi. E’ la prima volta che questo testo viene rappresentato in Italia ed è una delle rarissime volte che Edward M. Forster viene messo in scena nel nostro paese.

Una coppia: un uomo e una donna ingabbiati in un matrimonio che vive ormai di routine, di sotterranei rancori, di noia, di insofferenza, di inconfessabili desideri. Una relazione che sbanda alla ricerca di un punto di rottura, di un afflato di libertà.  L’occasione per una breve, illusoria fuga si presenta durante una vacanza al mare in seguito all’incontro, tra le dune di sabbia di una spiaggia, con due giovani marinai.

È così che una piccola gita alla ricerca di un obelisco discretamente conosciuto nella zona, diventa per la coppia borghese un momento di curiosità, di brivido, di eccitazione, di trasgressione.  Edward M. Forster, scrittore britannico (1879-1970) è diventato celebre dopo gli adattamenti cinematografici dei suoi principali romanzi: “Camera con Vista”, “Passaggio In India”, “Maurice” e "Casa Howard".
L’Obelisco – note di regia

L’Obelisco è uno dei racconti che compongono la raccolta “La vita che verrà”. Insieme a molti altri racconti e al romanzo “Maurice”, “L’Obelisco” è stato pubblicato postumo e anzi Edward Forster (1879-1970) aveva chiesto che fossero tutti distrutti dopo la sua morte. Questo a causa dell’argomento omosessuale di questi testi, che all’epoca era considerato “scottante”.  Il racconto, scritto nel 1939, verte attorno all’avventura estiva di una coppia borghese che al mare, su un sentiero che porta a un obelisco, incontra due giovani marinai. Questo incontro scatena i desideri repressi dei coniugi, fa esplodere l’equilibrio su cui si è appoggiato il loro matrimonio, un equilibrio costruito a fatica negli anni e che si basa su rinunce, bugie e ipocrisie. Il tono è quello della commedia leggera ma, soprattutto nell’adattamento teatrale, è stato dato risalto alle atmosfere melanconiche, a ciò che alberga più profondamente nei personaggi, e alla forte carica di sensualità che si innesca dopo l’incontro con i due giovani marinai e che pervade tutto il testo. Rispetto al racconto originale sono stati poi aggiunti gli echi della guerra che, nell’estate del 1939, era ormai nell’aria, e le ripercussioni che tali echi hanno su tutti i personaggi. In definitiva, L’Obelisco è la storia di quattro solitudini che si incontrano, si scompongono, si accompagnano diversamente e poi si ricongiungono lasciando qualcosa di nuovo, di consapevole in ognuno dei protagonisti.

Luca De Bei
TEATRO DEI CONCIATORI - Contemporary Urban Theatre
Via dei conciatori, 5 – 00154 ROMA
Tel. 06.45448982 – 06.45470031   -   info@teatrodeiconciatori.it
Direzione Artistica: Antonio Serrano – Gianna Paola Scaffidi
Dove siamo: (clicca qui per vedere la mappa)
Costo biglietti: intero 18 euro, ridotto 15 euro; tessera associativa 2 euro.
Orario spettacoli: martedì, mercoledì  venerdì e sabato ore 21,00 – giovedì e domenica  ore 18,00

Riduzioni per gli studenti universitari, gli over 65, tutti coloro che si presentano in teatro come lettori di Saltinaria.it, Teatro Italiano.

Il Teatro ha il patrocinio gratuito del Municipio VIII (ex XI)

giovedì 17 ottobre 2013

AL NOSTRO AMORE (HAPPY HOUR) Recensione

Teatro dei Conciatori

15- 27 0ttobre 2013

AL NOSTRO AMORE
(HAPPY HOUR)

testo e regia di Luca de Bei


con
Fabrizio Apolloni e Pia Lanciotti

Scenografia: Massimiliano Nocente
Costumi: Teresa Acone

Sarà in scena – in prima nazionale - al Teatro dei Conciatori dal 15 al 27 ottobre 2013 lo spettacolo AL NOSTRO AMORE (HAPPY HOUR), testo e regia di Luca de Bei, con Fabrizio Apolloni e Pia Lanciotti

Un uomo e una donna si sono dati appuntamento al tavolino di un bar. Non si conoscono: questa è  la prima volta che si vedono e si parlano. Sono entrambi nervosi, entrambi sulle difensive. Lei, una giovane madre borghese separata dal marito,  ha fatto dell’educazione del figlio il suo scopo di vita. Il figlio però ormai è maggiorenne, e davanti a lei appare ora lo spettro della solitudine.

Lui, vicino alla mezza età, è un assistente universitario deluso dalla sua vita privata e professionale ma pieno di speranza per una recente, inaspettata, relazione sentimentale. Lei è estroversa, narcisista, passionale, un po’ mitomane, con il terrore degli anni che passano. Lui è riservato, ingenuo,  umorale, un po’ fragile psicologicamente, ma nonostante tutto ottimista. Niente sembra unirli. Nessun legame sembra possibile. Eppure, queste due anime alla ricerca di affetto e di sicurezza, hanno in comune qualcosa che riuscirà a farli incontrare: un grande, fulgido, accecante amore. 

  Una donna seduta ad un tavolo di un locale, ben pettinata, molto ben vestita aspetta un uomo che non conosce, e che è in ritardo, nonostante lei si sforzi di manenere la calma, le sfugge qualche piccolo, ma significativo segnale di nervosismo. Eccolo! Lui arriva! Trafelato,consapevole di essere in ritardo...questi navigatori veramente ti fanno girare, girare inutilemente! I due si presentano, hanno un grande amore in comune....Andrea, figlio di lei, e speranza della vita di lui. Francesca è una donna capricciosa, passionale, ma anche sola è determinata a non perdere il figlio, unica sua compagnia. Leo da parte sua spera, anzi, e convinto che quello con Andrea sia un amore vero, che gli possa dare equilibrio, felicità. La coppia siede davanti ad un bancone pieno di cocktail colorati, inizialmente Francesca fa il suo gioco: allontanare Leo da suo figlio, la vicenda prende però una via non prevista, il loro grande amore comune chi è? E' il ragazzo serio..capace di dare stabilità a Leo,e il figlio che adora la mamma e che vuole passare solo con lei le vacanze? Oppure è un esserea se stante, con idee proprie e non necessariamente condivise condivise con i suoidue amanti, inteso nel senso più puro del termine, ovvero, coloro che amano. Il testo di Luca De Bei va a toccare la realtà, saltando a pie' pari falsi pregiudizi sull'amore: siamo tutti esseri umani e in ognuno di noi che  si voglia accettarlo o no c'è una parte femminile e una pare maschile, non ci sono categorie prestabilite e l'amore non è detto che vada dritto a  volte fa dei giri anche molto articolati per arrivare alla meta, e forse lo fa per aprirci gli occhi e libararci da queste catene, da questi ceppi che ci siamo auto inflitti.
Miriam Comito
Fabrizio Apolloni: Diplomatosi alla fine degli anni 80 allo Studio 23 diretto da Riccardo Cavallo, Fabrizio inizia a frequentare vari corsi al Actors Studio's, per completare la sua formazione. Studia Canto con Albin Konopka e successivamente con Lee Colberg. La sua innata verve comica lo porta a lavorare in molte commedie. Ha lavorato con Riccardo Cavallo, Riccardo Reim, Filippo De luigi, Ugo Chiti, Enrico Maria Lamanna, Pupi Avati, Carlo Vanzina, e Giancarlo Zanetti con il quale stabilisce una collaborazione lunga più di 10 anni. Nel 1993 riceve il Premio come Attore promessa del teatro Italiano. Nel 1996 il sipario d'oro come miglio attore. Lavorerà al fianco di Giuseppe Pambieri, Lia Tanzi, Gianfranco Jannuzzo, Flavio Bucci, Gianfranco D'Angelo, Giancarlo Zanetti. Nel Cinema lo abbiamo visto in Buona Giornata, di Carlo Vanzina e in Cuore Sacro di Ferzan Ozptek. Nella Fiction lo si ricorda per il medico del pronto soccorso nella Dottoressa Giò, al fianco di Barbara D'Urso. Lo rivedremo in Don Matteo 9 e un UN MATRIMONIO di Pupi Avati. Ma la televisione lo ha voluto anche come conduttore televisivo nel 1996 su TMC con il programma Zap Zap.
Pia Lanciotti: Diplomata alla Scuola di Teatro diretta da Giorgio Strehler Debutta con la regia di Elio De Capitani nel ruolo di Ofelia. Lavora con Giorgio Strehler ( L'Avaro di Molière , Arlecchino Servitore di due padroni di Goldoni e L'Anima buona di Sezuan di Brecht) .Tra le esperienze più significative del suo percorso figurano Cristina Pezzoli che la dirige in tre spettacoli: La Celestina di De Rojas , Il principe Travestito di Marivaux e Tre sorelle di Cechov. Eimuntas Nekrosius che la dirige ne Il Gabbiano di Cechov. Con Luca Ronconi lavora in: Peccato fosse puttana di J.Ford , Atti di Guerra di E.Bond , il Ventaglio di Goldoni e Inventato di sana pianta di H. Broch e Peter Stein in :Entesilea di Kleist e I Demonî di Dostoevskji. Da non dimenticare il suo incontro professionale con Declan Donnellan con il quale lavora a Measure for Measure di Shakespeare. Marco Carniti la dirige in una versione musical di As You Like it e nel Riccardo III di W. Shakeapeare. Da menzionare, tra le esperienze televisive, il lavoro con Alberto Sironi (La Monaca di Monza e Montalbano) Vince due premi come miglior attrice protagonista ( festival internazionale del cinema indipendente a Parigi e Maremetraggio Trieste film festival ) per il film L'Estate d'inverno, opera prima di Davide Sibaldi.
Luca De Bei:
 Luca De Bei nasce a Padova da padre veneto e madre italoamericana. Cresce a Napoli. Si diploma alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova. Come autore e regista debutta nel 1990 a New York con “Buio interno” in un teatro Off Broadway. Da allora molti suoi testi vengono rappresentati. Tra questi: “Un cielo senza nuvole”, “La spiaggia” (con Maria Paiato), “Un cuore semplice” ispirato all’omonimo racconto di Gustave Flaubert, prodotto dal Teatro Eliseo e anch’esso interpretato da Maria Paiato, “Cellule” e “Le Mattine Dieci alle Quattro”. Nel 2001 vince il Premio Flaiano e nel 2002 il Premio Europeo per la Drammaturgia del Festival di Heidelberg. Con “Le mattine dieci alle quattro” vince nel 2010 il Premio Golden Graal per la regia e nel 2011 il Premio Le Maschere del Teatro come miglior autore di novità italiana. Nel 2013 interpreta il monologo “Il Grande Mago” di Vittorio Moroni e regia di Giuseppe Marini. Sempre nel 2013 firma la regia di “Week End” di Annibale Ruccello, con Margherita Di Rauso. È anche sceneggiatore cinematografico e televisivo.



TEATRO DEI CONCIATORI - Via dei conciatori, 5 – 00154 ROMA
Tel. 06.45448982 – 06.45470031   -   info@teatrodeiconciatori.it
Direzione Artistica: Antonio Serrano – Gianna Paola Scaffidi

Dove siamo: (clicca qui per vedere la mappa)
Costo biglietti: intero 15 euro, ridotto 12 euro; tessera associativa 2 euro.
Orario spettacoli: martedì, mercoledì venerdì  e sabato ore 21,00 – giovedì e domenica  ore 18,00
Riduzioni per gli studenti universitari, gli over 65, tutti coloro che si presentano in teatro come lettori di Saltinaria.it, Teatro Italiano.

Il Teatro ha il patrocinio gratuito del Municipio VIII (ex XI)

venerdì 11 ottobre 2013

AL NOSTRO AMORE (HAPPY HOUR)

Teatro dei Conciatori
15- 27 0ttobre 2013

AL NOSTRO AMORE
(HAPPY HOUR)

testo e regia di Luca de Bei


con
Fabrizio Apolloni e Pia Lanciotti

Scenografia: Massimiliano Nocente
Costumi: Teresa Acone

Sarà in scena – in prima nazionale - al Teatro dei Conciatori dal 15 al 27 ottobre 2013 lo spettacolo AL NOSTRO AMORE (HAPPY HOUR), testo e regia di Luca de Bei, con Fabrizio Apolloni e Pia Lanciotti

Un uomo e una donna si sono dati appuntamento al tavolino di un bar. Non si conoscono: questa è  la prima volta che si vedono e si parlano. Sono entrambi nervosi, entrambi sulle difensive. Lei, una giovane madre borghese separata dal marito,  ha fatto dell’educazione del figlio il suo scopo di vita. Il figlio però ormai è maggiorenne, e davanti a lei appare ora lo spettro della solitudine.

Lui, vicino alla mezza età, è un assistente universitario deluso dalla sua vita privata e professionale ma pieno di speranza per una recente, inaspettata, relazione sentimentale. Lei è estroversa, narcisista, passionale, un po’ mitomane, con il terrore degli anni che passano. Lui è riservato, ingenuo,  umorale, un po’ fragile psicologicamente, ma nonostante tutto ottimista. Niente sembra unirli. Nessun legame sembra possibile. Eppure, queste due anime alla ricerca di affetto e di sicurezza, hanno in comune qualcosa che riuscirà a farli incontrare: un grande, fulgido, accecante amore. 


Fabrizio Apolloni: Diplomatosi alla fine degli anni 80 allo Studio 23 diretto da Riccardo Cavallo, Fabrizio inizia a frequentare vari corsi al Actors Studio's, per completare la sua formazione. Studia Canto con Albin Konopka e successivamente con Lee Colberg. La sua innata verve comica lo porta a lavorare in molte commedie. Ha lavorato con Riccardo Cavallo, Riccardo Reim, Filippo De luigi, Ugo Chiti, Enrico Maria Lamanna, Pupi Avati, Carlo Vanzina, e Giancarlo Zanetti con il quale stabilisce una collaborazione lunga più di 10 anni. Nel 1993 riceve il Premio come Attore promessa del teatro Italiano. Nel 1996 il sipario d'oro come miglio attore. Lavorerà al fianco di Giuseppe Pambieri, Lia Tanzi, Gianfranco Jannuzzo, Flavio Bucci, Gianfranco D'Angelo, Giancarlo Zanetti. Nel Cinema lo abbiamo visto in Buona Giornata, di Carlo Vanzina e in Cuore Sacro di Ferzan Ozptek. Nella Fiction lo si ricorda per il medico del pronto soccorso nella Dottoressa Giò, al fianco di Barbara D'Urso. Lo rivedremo in Don Matteo 9 e un UN MATRIMONIO di Pupi Avati. Ma la televisione lo ha voluto anche come conduttore televisivo nel 1996 su TMC con il programma Zap Zap.
Pia Lanciotti: Diplomata alla Scuola di Teatro diretta da Giorgio Strehler Debutta con la regia di Elio De Capitani nel ruolo di Ofelia. Lavora con Giorgio Strehler ( L'Avaro di Molière , Arlecchino Servitore di due padroni di Goldoni e L'Anima buona di Sezuan di Brecht) .Tra le esperienze più significative del suo percorso figurano Cristina Pezzoli che la dirige in tre spettacoli: La Celestina di De Rojas , Il principe Travestito di Marivaux e Tre sorelle di Cechov. Eimuntas Nekrosius che la dirige ne Il Gabbiano di Cechov. Con Luca Ronconi lavora in: Peccato fosse puttana di J.Ford , Atti di Guerra di E.Bond , il Ventaglio di Goldoni e Inventato di sana pianta di H. Broch e Peter Stein in :Entesilea di Kleist e I Demonî di Dostoevskji. Da non dimenticare il suo incontro professionale con Declan Donnellan con il quale lavora a Measure for Measure di Shakespeare. Marco Carniti la dirige in una versione musical di As You Like it e nel Riccardo III di W. Shakeapeare. Da menzionare, tra le esperienze televisive, il lavoro con Alberto Sironi (La Monaca di Monza e Montalbano) Vince due premi come miglior attrice protagonista ( festival internazionale del cinema indipendente a Parigi e Maremetraggio Trieste film festival ) per il film L'Estate d'inverno, opera prima di Davide Sibaldi.
Luca De Bei:
 Luca De Bei nasce a Padova da padre veneto e madre italoamericana. Cresce a Napoli. Si diploma alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova. Come autore e regista debutta nel 1990 a New York con “Buio interno” in un teatro Off Broadway. Da allora molti suoi testi vengono rappresentati. Tra questi: “Un cielo senza nuvole”, “La spiaggia” (con Maria Paiato), “Un cuore semplice” ispirato all’omonimo racconto di Gustave Flaubert, prodotto dal Teatro Eliseo e anch’esso interpretato da Maria Paiato, “Cellule” e “Le Mattine Dieci alle Quattro”. Nel 2001 vince il Premio Flaiano e nel 2002 il Premio Europeo per la Drammaturgia del Festival di Heidelberg. Con “Le mattine dieci alle quattro” vince nel 2010 il Premio Golden Graal per la regia e nel 2011 il Premio Le Maschere del Teatro come miglior autore di novità italiana. Nel 2013 interpreta il monologo “Il Grande Mago” di Vittorio Moroni e regia di Giuseppe Marini. Sempre nel 2013 firma la regia di “Week End” di Annibale Ruccello, con Margherita Di Rauso. È anche sceneggiatore cinematografico e televisivo.



TEATRO DEI CONCIATORI - Via dei conciatori, 5 – 00154 ROMA
Tel. 06.45448982 – 06.45470031   -   info@teatrodeiconciatori.it
Direzione Artistica: Antonio Serrano – Gianna Paola Scaffidi

Dove siamo: (clicca qui per vedere la mappa)
Costo biglietti: intero 15 euro, ridotto 12 euro; tessera associativa 2 euro.
Orario spettacoli: martedì, mercoledì venerdì  e sabato ore 21,00 – giovedì e domenica  ore 18,00
Riduzioni per gli studenti universitari, gli over 65, tutti coloro che si presentano in teatro come lettori di Saltinaria.it, Teatro Italiano.

Il Teatro ha il patrocinio gratuito del Municipio VIII (ex XI)

domenica 1 settembre 2013

TEATRO DEI CONCIATORI - STAGIONE 2013-2014


TEATRO DEI CONCIATORI - Contemporary Urban Theatre
Stagione 2013 – 2014
La prima stagione del Teatro dei Conciatori - Contemporary Urban Theatre, si è conclusa con la consapevolezza dell’affermazione del teatro di Via dei Conciatori, come una delle realtà più importanti nel panorama teatrale romano. E’ con questa consapevolezza che il 24 settembre avrà inizio la seconda stagione con 22 nuovi spettacoli all’insegna della buona drammaturgia contemporanea e non solo!!!

La cultura non è un supplemento, qualcosa di superfluo di cui si può fare a meno. La cultura è uno dei fondamenti di una società. La base del vivere insieme un futuro possibile, un'utopia da condividere.

E’ con questo pensiero di utopia possibile che vogliamo presentare a tutti la seconda stagione teatrale e come un bambino che a due anni vuole dimostrare che è cresciuto così il Teatro dei Conciatori vuole consolidare la fiducia che si è guadagnata nel corso della passata Stagione proponendo un nuovo, fresco, nutrito Cartellone che privilegia la drammaturgia contemporanea e ribadisce la propria vocazione per un teatro di qualità ospitando compagnie di assoluto valore.
Tutti gli artisti presenti in cartellone, che ci facciano ridere oppure piangere, ci apriranno comunque nuove finestre sul mondo.
Il Teatro dei Conciatori è  un luogo di confine dove il pubblico può scoprire nuovi artisti oltre a rivedere quelli già affermati.
Viviamo in un tempo in cui il teatro è forse uno degli ultimi luoghi dove prendersi del tempo, indispensabile, per pensare, per non soccombere al vuoto dilagante del qualunquismo. Un luogo catartico dove potersi incontrare per interrogarsi e riflettere su quanto resta della nostra umanità.
“Tutti quelli che sono stati da noi nella prima stagione, sia pubblico che compagnie, ci hanno manifestato il loro entusiasmo e la loro soddisfazione e questo per noi è motivo di grande gioia – affermano Antonio Serrano e Gianna Paola Scaffidi, Direttori Artistici del Teatro dei Conciatori – Significa che tutti sono stati ben accolti, e si sono trovati a loro agio e che le loro aspettative sono rimaste soddisfatte. Per questa nuova stagione ci aspettiamo che i pochi che ancora a Roma non ci conoscono "rimedino" a questa loro mancanza!!! Scegliendo i lavori per il prossimo cartellone abbiamo continuato a dare lo spazio più ampio alla drammaturgia contemporanea cercando di affrontare importanti tematiche di attualità trattate a volte in situazioni e con toni più drammatici, a volte con i toni più leggeri della commedia. Ma non manca un tocco di “classico”. Siamo sempre alla ricerca della novità, sempre con la più grande curiosità per ciò che ci circonda, sempre nell’ottica di essere “punto di riferimento”  per la nuova drammaturgia di qualità.
Si apre la stagione dal 24 settembre al 06 ottobre 2013, con OCEAN TERMINAL dal romanzo Ocean Terminal di Piergiorgio Welby edito da Castelvecchi Editore , adattamento Francesco Lioce e Luca Morricone, diretto e interpretato da Emanuele Vezzoli. Dall’ 08 al 13 0ttobre 2013 è di scena HAMLETELIA, scritto diretto ed interpretato da Caroline Pagani. Dal 15 al 27 ottobre 2013 è la volta dello spettacolo AL NOSTRO AMORE, testo e regia di Luca de Bei , con Fabrizio Apolloni e Pia Lanciotti. Dal 29 ottobre al 10 novembre 2013 è di scena STATO DI GRAZIA testo di Silvia Falabella  regia Enzo Masci, con  Angela D’Onofrio, Ramona Gargano e Silvia Falabella. Dal 12 al 24 novembre 2013, BUCA DI SABBIA di Micha Walczak regia di Gabriele Linari, con  Sabrina Todaro e Tony Allotta. Dal 26 novembre all’ 8 dicembre 2013 in scena TERAPIA DI COPPIA, testo di Paolo De Vita regia Antonio Serrano, con Paolo De Vita e Anita Zagaria. Dal 10 al 22 dicembre 2013, LA DISFATTA testo di Gianni Guardigli regia Francesco Branchetti e Isabella Giannone; con Francesco Branchetti. Si conclude il 2013 dal 27 – 31 dicembre con COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA RELOADED. Si apre il 2014 dal 3 – al 12 gennaio con UN AMORE DA INCUBO, testo e regia di Francesca Draghetti.  Dal 14 al 26 gennaio con L’OBELISCO liberamente tratto dal racconto di Edward M. Forster – regia Luca De Bei, con Gianna Paola Scaffidi e Antonio Serrano. Dal 28 gennaio al 02 febbraio 2014, LE ROVINE DI ADRIANO, testo di Nello Trocchia - regia di Giuseppe Marini - con Urbano Barberini. Dal 04 al 09 febbraio 2014, CIMBELINO testo di W. Shakespeare traduzione e regia di Valerio Vittorio Garaffa
con Riccardo Bocci, Chiara Cimmino Sander, Valerio Vittorio Garaffa, Mario Pietramala. Dall’11 al 16 febbraio 2014, DUE PER UNO testo di Gianluca Tocci regia di Gianni Corsi, con Federico Tocci.  Dal 18 febbraio al 02 marzo 2014, LE TATE testo e regia di Alessandra Panelli, con  Barbara Porta, Sofia Diaz, Maria Roveran, Costanza Castracane. Dal 04 al 16 marzo 2014 AMORE E RESTI UMANI testo di Brad Fraser, regia di Giacomo Bisordi, con Dimitri Galli Rohl e Cristina Poccardi. Dal 18 al 23 marzo 2014 AMORE A TRE drammaturgia e regia di Enoch Marrella da F. Dostoevskij, con Enoch Marrella e Edoardo Ripani. Dal 25 al 30 marzo 2014, FRATELLO MIO testo e regia di Gianni Corsi, con Leandro Amato, Marco Funaro e Josafat Vagni. Dal 02 al 12 aprile 2014 COME UN SORCETTO NEL CAMEMBERT, regia Cristina Noci, con Barbara Lo Gaglio, Simona Meola, Elisa Panfili. Dal 22 aprile al 04 maggio 2014 7 PEZZI DI CARNE, testo e regia di Riccardo Reim, con Valentina Ardinzone, Letizia Barone Ricciardelli, Emanuela Cacciaguerra, Valerio Cerasoli, Chiara Di Pietro, Federica Lamedica, Maria Santirocco; musiche originali Raffaele Nicolì. Dal 06 al 25 maggio 2014 IL GRANDE FLEBOSKI tratto dal libro STORIE DI ORDINARIA CORSIA di Fabrizio Blini - regia di Gigi Piola
con Nicola Pistoia. Dal 27 maggio al 1 giugno 2014 NEI SECOLI INFEDELI, testo di Cristina Mascitelli - regia di Eugeni – Mascitelli, con Anna Teresa Eugeni. Dal 03 al 15 giugno 2014 LA SVOLTA, testo di Moran Beaumer adattamento di Alberto Oliva e Mino Manni  - regia Alberto Oliva con Mino Manni.


24 settembre - 06 ottobre 2013
OCEAN TERMINAL
dal romanzo Ocean Terminal di Piergiorgio Welby edito da Castelvecchi Editore
adattamento Francesco Lioce e Luca Morricone
diretto e interpretato da Emanuele Vezzoli
movimenti scenic Gabriella Borni
contributi aiudiovisivi Francesco Andreotti e Livia Giunti
disegno luci Marco Zara

Ocean Terminal è un insieme di prose spezzate che si riannodano a distanza o si interrompono proprio quando sembrano preannunciare altri sviluppi: dall’infanzia cattolica alla scoperta della malattia, fino all’immaginario hippy e alla tossicodipendenza, passando attraverso gli squarci di una Roma vissuta nelle piazze o nel chiuso di una stanza. In un continuo susseguirsi di toni lucidi e febbrili, poetici e volgari, Welby riavvolge il nastro della propria vita, adottando un linguaggio babelico (stream of consciousness) che colpisce per originalità e potenza.
Un condannato a vita in cui forte è il conflitto tra l’abbandono della speranza e l’inno alla vita, in un corpo che diviene ogni giorno di più un abito sgualcito e che esprime l’insofferenza di colui che assiste da spettatore a un dibattito di cui è, invece, involontario protagonista.
Emanuele Vezzoli, attore e regista dello spettacolo, si è reso il tramite attraverso cui trasferire la ricchezza del tesoro Piergiorgio Welby agli altri uomini, raccogliendo la promessa fatta a Mina Welby ed in accordo con quanto egli stesso afferma: “non esiste un’arte privata, un artista ha l’obbligo morale di incidere sulla realtà”.
La stessa Mina Welby ha dichiarato: “Ogni fibra del corpo dell’attore esprime emozioni in armonia con la voce, i silenzi, i gesti, gli sguardi, il respiro. In pochi attimi percepisco un concentrato di dolore infinito o di meraviglia e piacere vissuti insieme. Il linguaggio espressivo corporeo di Emanuele fa rivivere allo spettatore un vissuto intimo di una persona speciale quale era stata Piergiorgio”.


08 - 13 0ttobre 2013
HAMLETELIA
Scritto, diretto ed interpretato da Caroline Pagani
Una riscrittura dall’Amleto di William Shakespeare
Plenilunio. In un cimitero, un’ombra intona un canto nella notte. È Ofelia che risorge. Il suo spirito ha ancora qualcosa da dire. In vita troppi l’hanno zittita, a cominciare da Amleto, tutte le parole strozzate ora la torturano nella tomba, Dopo le sue rivelazioni molti segreti di Elsinore potrebbero non essere più tali, a cominciare dal suo stesso  suicidio. Questa volta è lei, Ofelia, il centro del plot, l’ombra giovanile e archetipica di ognuno di noi, il personaggio amletico che sbobina la propria coscienza davanti al pubblico. È Hamletelia. Attraverso questo personaggio poliedrico Caroline Pagani ripercorre in controcampo l’intrigo di Amleto, e compie un omaggio alla poetica shakespereana intrisa di ironia, erotismo, incanto linguistico e sonoro, un mondo dove si mescolano terra e cielo, divinità e follia, sacro e profano. Ofelia agisce, canta, balla, riallaccia il dialogo interrotto con Amleto, con Gertrude, con la vita. Cerca di rispondere alle domande che la assillano, di colmare gli spazi bianchi del capolavoro shakespeariano: Perché Amleto le urlò di andare in convento? Perché Gertrude, che l’ha vista nel fiume, non l’ha salvata? Perché un capricco dell’ispirazione le ha impedito di essere una donna coraggiosa come Giulietta, ardita come Lady Macbeth, sensuale come Cleopatra? Perché le è toccato in sorte questo sciagurato karma? Perché, William, perché? Una vicenda tragicomica d’ amore e morte, un omaggio alla storia delle rappresentazioni di Amleto, in teatro, cinema e pittura. 
Premi:
Spettacolo vincitore dell'Internationales Regie Festival Lipsia 2009
Premio Fersen alla Drammaturgia 2013
Miglior spettacolo, miglior regia, miglior attrice, premio del pubblico, Festival Corte della Formica, Napoli 2010
Premio SinestesiaTeatro, miglior spettacolo, miglior regia, Roma, 2010
Segnalazione miglior attrice Festival Teatri Riflessi, Catania 2011
Premio Martucci miglior attrice, Bari 2012
Premio Migliore Attrice al Fringe di Roma 2013


15- 27 0ttobre 2013
AL NOSTRO AMORE
testo e regia di Luca de Bei
con Fabrizio Apolloni e Pia Lanciotti

Un uomo e una donna si sono dati appuntamento al tavolino di un bar. Non si conoscono: questa è la prima volta che si vedono e si parlano. Sono entrambi nervosi, entrambi sulle difensive. Lei, una giovane madre borghese separata dal marito,  ha fatto dell’educazione del figlio il suo scopo di vita. Il figlio però ormai è maggiorenne, e davanti a lei appare ora lo spettro della solitudine.
Lui, vicino alla mezza età, è un insegnate di scuola superiore deluso dalla sua vita privata e professionale ma pieno di speranza per una recente, inaspettata, relazione sentimentale. Lei è estroversa, narcisista, passionale, un po’ mitomane, con il terrore degli anni che passano. Lui è riservato, ingenuo,  umorale, un po’ fragile psicologicamente, ma nonostante tutto ottimista. Niente sembra unirli. Nessun legame sembra possibile. Eppure, queste due anime alla ricerca di affetto e di sicurezza, hanno in comune qualcosa che riuscirà a farli incontrare: un grande, fulgido, accecante amore. 

 29 0ttobre – 10 novembre 2013
STATO DI GRAZIA
testo di Silvia Falabella  regia Enzo Masci
con  Angela D’Onofrio, Ramona Gargano e Silvia Falabella
scene Katia Titolo

Una storia a due divertente e delicata, nella quale nulla è come sembra e le apparenze lasciano spazio alla sorpresa. In un modesto appartamento, Virginia, una giovane affittuaria, introversa e avvilita, incappa nella più improbabile delle inquiline: Clara, una festaiola eccentrica e folle che porta il trambusto nella casa. La convivenza tra le due sconfina in un gioco delle parti spassoso e instancabile, tollerato a fatica dalla chiusa Virginia e fomentato da Anna, cinica e bizzarra padrona di casa. Ma Clara e Virginia hanno un segreto, doloroso e pesante, difficile da nascondere quanto da confessare. Nella cornice leggera di una commedia due storie profondamente umane si rincorrono e si incontrano ai confini delle loro solitudini, dove colpa e redenzione hanno lo stesso colore.

12 - 24 novembre 2013
BUCA DI SABBIA
Di Micha Walczak regia di Gabriele Linari
con  Sabrina Todaro e Tony Allotta
movimento scenico Elisabetta di Fonzo

Una messa in scena divertente ma anche cruda e diretta sulla non comunicazione...
Nel fosso si va consumando il gioco più complesso di tutti, un gioco di intese e contese, un gioco in cui regole e confini sono fatti per essere infranti. Un bimbo e una bimba in una fossa si dividono lo spazio complesso di una guerra il cui fine è unirsi per sempre o per sempre dividersi. Il fosso dei giochi è per noi una camera dove sezionare un rapporto di coppia, dal primo incontro alle conseguenze estreme del conoscersi, per capire che, forse, l'unico vero confine non è tra uomo e donna ma tra condivisione e solitudine…


26 novembre – 8 dicembre 2013
TERAPIA DI COPPIA
testo di Paolo De Vita. Regia Antonio Serrano
con Paolo De Vita e Anita Zagaria
Scene Dario Dato, Costumi Rita Forzano

La coppia di per sé è un punteggio basso…
La crisi della coppia è un passo fondamentale di ogni unione che si rispetti, un “must“ sociale che nessuno ha il diritto di negarsi.
In un appartamento di un qualsiasi stabile di una qualsiasi città di un qualsiasi livello sociale, un Lui ed una Lei ingaggiano un duello di parole, gesti, consuetudini violate, di inganni, sorprese e colpi bassi. Tutto in nome della verità, della insondabile esigenza di “capire”, di dare una scossa alla routine, inceppando meccanismi ormai assodati, auto proclamandosi portatori di nuova linfa ad una unione che se non vacilla sa di stantio...
“Perché così non si può più andare avanti... Perché non mi guardi più, non mi tocchi più, non ti interessi di me, perché... non ci sei.”
Lui o lei? Chi vorreste sopprimere? Lei o Lui? Chi buttereste senza esitazione e senza alcun rimorso dalla torre più alta? O tutti e due?
La terapia della coppia è un fidanzamento che si rinnova; una “ prima volta” ma davanti a testimoni, mettendosi a nudo con saggezza e sicuramente con una straordinaria ipocrisia.
La nuova strada della convivenza si basa su tecniche moderne, su teorie mutuate da riviste specializzate, ma più di tutto, si fonda sul dogma che uno dei due deve, vuole, esige ottenere quella supremazia che sente mancare al suo paniere.
La coppia non è un asse di equilibrio. Somiglia di più al Tetris. Ed è una bellissima esperienza.
A patto che siate voi a gestire le mosse e gli incastri dei pezzi.


10 - 22 dicembre 2013
LA DISFATTA
testo di Gianni Guardigli regia Francesco Branchetti e Isabella Giannone
con Francesco Branchetti

Il 30 aprile 1945 a Berlino, asserragliato nel bunker costruito sotto il palazzo della Cancelleria, Adolf Hitler si suicida insieme ad Eva Braun appena sposata. Poco dopo Joseph Goebbels, ministro della propaganda e gauleiter della Capitale, insieme alla moglie Magda avvelena i suoi bambini e con lei anch’egli si toglie la vita. Sparsi qua e là per la metropoli in fiamme si danno volontariamente la morte capi politici e militari. Altri, come Hermann Goering, condannati a Norimberga all’impiccagione per crimini di guerra, si suicideranno in carcere.
Pochi epiloghi di foschi periodi della storia hanno tanto somigliato alla rappresentazione teatrale di una tragedia, immaginata e addirittura in qualche modo provata per giungere all’immagine scenica voluta.
La materia del racconto, benché calata nei fatti veri della storia, mi ha riportato alla crudeltà e alla violenza del dramma elisabettiano.
Ma il dramma non è rappresentato, è raccontato, rivissuto, puntigliosamente rievocato da una mente che è rimasta chiusa nella prigione di una follia lucida che le suggerisce parole quasi “indicibili”.
E’ anche vero che nessun comandante militare in nessun conflitto ha mai avuto la pazzesca idea di situare il proprio quartier generale in prima linea, la linea del fuoco, con il rischio di venir catturato o ucciso.
Il mio Fritz, il personaggio da me inventato per dar voce a questa quasi inspiegabile follia che riassume l’abbaglio di un intero popolo comincia a parlare osservando il mucchietto di terra che indica il luogo dove “tutto è avvenuto”, dove “la tragedia si è consumata”.

27 – 31 dicembre 2013
COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA RELOADED
da Dario Fo e Franca Rame, Adattamento Antonella Carone e Giusy Frallonardo
Regia di Giusy Frallonardo
con Antonella Carone e Davide Mancini
Scene Enrico Romita - Disegni Marco Romita - Costumi Mariella Seripierri

da Dario Fo e Franca Rame – adattamento di Antonella Carone e Giusy Frallonardo
regia Giusy Frallonardo – con Antonella Carone e Davide Mancini
scene Enrico Romita – disegni Marco Romita – costumi Mariella Seripierri
In un mondo di plastica, dove la dimensione virtuale surclassa la vita reale, una coppia di giovani sposi si confronta e si scontra.
Immediatamente secoli di lotte, emancipazione culturale, progressi sociali svelano il loro inganno, perché nel rapporto uomo-donna tutto sembra immutato.
“Coppia Aperta RELOADED” affronta l’eterno tema della coppia in cui il giovane marito, impietoso ritratto del maschio medio e la giovane moglie - vittima non incolpevole dell’infedeltà dell’uomo - discutono tra maldestri tentativi di suicidio. Una coppia malassortita come tante, due persone provenienti da mondi diversi che, chissà per quali alchimie, si sono incontrati, piaciuti, innamorati. E poi… la routine, il calo di desiderio (da parte dell’uomo, beninteso), le due realtà socialmente e culturalmente distanti e inavvicinabili. Per dare una svolta alla fase di stallo coniugale, l’uomo convince la donna a sperimentare la coppia aperta: nuove avventure, scappatelle, perfino confidenze sui rispettivi amanti. Tra litigi accesissimi, battute cariche di ironia, grotteschi tentativi di rendersi desiderabili a tutti i costi, gelosie mai apertamente dichiarate, si rappresenta la parabola di questa coppia attraverso la stilizzazione delle situazioni e i flash back che i protagonisti ricostruiscono come divertenti siparietti col pubblico ora chiamato a prendere posizione, ora lasciato alla sua distanza critica per riflettere sull’attualità. Ma cosa succede se anche lei confida di aver incontrato un nuovo compagno? Sarà ancora valida la teoria della “coppia aperta”?


3 – 12 gennaio 2014
UN AMORE DA INCUBO
Testo e regia di Francesca Draghetti.
Lo spettacolo avrà un doppio cast:
Primo week end: Roberto Stocchi, Ughetta D’Onorascenzo, Simone Crisari.
Seconda settimana:  Antonella Alessandro, Roberto Draghetti, Roberto Stocchi

In una fredda notte d'inverno, che cosa può succedere ad un ladro dilettante?
Per cominciare, di sbagliare appartamento e non trovare la refurtiva.
Poi, d'imbattersi nella padrona di casa, una ragazza talmente miope da non vedere gli oggetti reali, e così stramba da vedere ciò che non esiste, per esempio gli Incubi.
Perché  lo sanno tutti che gli Incubi non esistono nella realtà, lo sa bene anche il Ladro. Per questo, quando si trova di fronte ad un Incubo in carne ed ossa, ha qualche problema…
Come se non bastasse, quest'Incubo è irascibile, pasticcione, geloso ed ha il brutto vizio di fare troppe domande.
Così, un furto fallito si trasforma in un divertente carosello di equivoci e sorprese, dove può succedere di tutto, anche di innamorarsi…
E visitando il mondo degli Incubi, ogni spettatore potrebbe trovare qualche "vecchia conoscenza"…
Ecco quindi la ricetta per una serata speciale
INGREDIENTI:  UNA DONNA - UN LADRO - UN INCUBO
TEMPO DI COTTURA: 1h 20’ circa - DIFFICOLTA’: restare seri


14 – 26 gennaio 2014
L’OBELISCO
Di Luca De Bei
liberamente tratto dal racconto di Edward M. Forster
Regia Luca De Bei
con Gianna Paola Scaffidi e Antonio Serrano costumi Lucia Mariani – scene Francesco Ghisu, Valeria Mangiò

Una coppia: un uomo e una donna ingabbiati in un matrimonio che vive ormai di routine, di sotterranei rancori, di noia, di insofferenza, di inconfessabili desideri.
Una relazione che sbanda alla ricerca di un punto di rottura, di un afflato di libertà.  L’occasione per una breve, illusoria fuga si presenta durante una vacanza al mare in seguito all’incontro, tra le dune di sabbia di una spiaggia, con due giovani marinai.
È così che una piccola gita alla ricerca di un obelisco discretamente conosciuto nella zona, diventa per la coppia borghese un momento di curiosità, di brivido, di eccitazione, di trasgressione.
Edward M. Forster, scrittore britannico (1879-1970) è diventato celebre dopo gli adattamenti cinematografici dei suoi principali romanzi: “Camera con Vista”, “Passaggio In India”, “Maurice”.

28 gennaio – 02 febbraio 2014
LE ROVINE DI ADRIANO
testo di Nello Trocchia - regia di Giuseppe Marini - con Urbano Barberini

"Le rovine di Adriano. Così potere e malaffare volevano distruggere la villa dell'Imperatore patrimonio dell Umanità. Una storia di rifiuti e soldi che ha fatto  il giro del mondo rischiando di diventare la Caporetto della cultura italiana e che invece ha segnato una importante vittoria della società civile sulla "politica  degli affari" raccontata da uno dei protagonisti. Dopo le intimidazioni ricevute il teatro come risposta civile".

04 - 09 febbraio 2014
CIMBELINO
testo di W. Shakespeare traduzione e regia di Valerio Vittorio Garaffa
con Riccardo Bocci, Chiara Cimmino Sander, Valerio Vittorio Garaffa, Mario Pietramala
scena Paola Castrignanò - costumi Simona Cimmino - maschere Riccardo Rossi

Il Cimbelino è, innanzitutto, un inno al Teatro; una grande favola in cui Shakespeare sembra giocare con il teatro e i suoi generi, spaziando dal comico al drammatico e inserendo elementi disparati senza soluzione di continuità: amanti divisi, selvaggi che vivono in una grotta, intrighi di corte, astuti seduttori, finti veleni, legionari romani, ecc.
Innocenza, giovane principessa, è innamorata del povero Postumo, che viene cacciato da corte e si rifugia a Roma, dove l’incontro con un italiano sconvolgerà la sua esistenza. La Britannia, nel frattempo, dichiara guerra all’Impero romano per conquistare la propria indipendenza. Apparentemente lontani da tutto ciò, vivono nei boschi tre selvaggi dalla misteriosa identità. Questi gli ingredienti della favola.
Nello spettacolo quattro attori ‘inseguono’ i circa trenta personaggi della storia con cambi di costume continui e, in alcuni casi, indossando maschere ispirate alla Commedia dell’Arte, in un parossismo di trasformazioni che fa eco alla complessità dell’opera, usando una traduzione che ricalca non solo il senso letterale del testo, ma anche e soprattutto la forza della musicalità del testo originale, laddove la melodia delle parole e del loro scorrere insieme disegna caratteri e situazioni, e addirittura affanni fisici e aneliti dei personaggi.

11 - 16 febbraio 2014
DUE PER UNO
testo di Gianluca Tocci regia di Gianni Corsi
con Federico Tocci
Quale momento migliore, nella vita di una coppia, se non quello in cui si decide di concepire un figlio? Purtroppo però, in alcuni casi, mettere al mondo un bambino può risultare un vero e proprio percorso ad ostacoli. Ed  è proprio questa la situazione che si trovano ad affrontare in nostri protagonisti Enzo(Federico Tocci) e Luna, che tentano ormai da tempo di dare vita al loro sogno più grande, il loro traguardo prezioso. L’ennesimo tentativo andato a rotoli però mette quasi a repentaglio la loro relazione, questo anche dovuto al fatto che, improvvisamente, nella vita di Enzo irrompe Giulia, giovane stagista in carriera. La verve della nuova collaboratrice fa vacillare Enzo, questo mentre Luna prende la decisione di passare un pò di tempo da sola, per riflettere un po’. A dare manforte ai due protagonisti troviamo il dott.r Polline, lo specialista che aiuta i due ragazzi nella difficile strada verso il concepimento. Sarà proprio lui, dall’alto della sua esperienza, a dare i giusti consigli affinchè tutto si sistemi e vada per il meglio. Enzo si trova ben presto nel pieno di una vera e propria crisi sentimentale, ma verrà il momento in cui si troverà costretto di fronte ad una scelta di vita dalla quale non si torna indietro. Per tutto il resto vi aspettiamo a teatro!

18 febbraio – 02 marzo 2014
LE TATE
testo e regia di Alessandra Panelli
con  Barbara Porta, Sofia Diaz, Maria Roveran, Costanza Castracane

Sulla scena tre sedie, tre disegni stilizzati di alberi genealogici e nient’altro che la recitazione di tre attrici per raccontare piccoli frammenti di vita di tre nonne, tre bambine, tre madri ma soprattutto tre tate, figure fondamentali dell’infanzia di una certa generazione. Un lasso di tempo che va dal 1930 ad oggi, fra risate, giochi magici, pianti e dolci malinconie.
“Tempo fa mi capitò di leggere il diario scritto in gioventù dalla mia nonna materna e ne fui molto impressionata. Era lo scorcio interessante di un’epoca ma quello che mi colpì in modo particolare fu la descrizione dei miei parenti, soprattutto di mia madre, da bambini. La lettura di questo diario mi fece riflettere sull’intricata tessitura di relazioni umane che legano, inevitabilmente, i membri di ogni famiglia e che, in qualche modo, possono modellare le generazioni future. Rimuginando fra passato e presente, fra presenze amorose ma anche ingombranti, o gelide assenze, mi resi conto di quanto fondamentali fossero state, per alcuni di noi, le Tate, ovvero quelle persone che avevano dedicato, a volte con generosità disarmante, la loro vita a noi bambini.
Questo spettacolo nasce come un gioco e per un lungo periodo, complici le mie amiche attrici, lo abbiamo provato fra noi con l’unico scopo di curiosare fra le pieghe dell’animo umano. Ho cercato ispirazione dai ricordi delle vere nonne e tate di ognuna di noi, ripercorrendo i nostri pieni e i nostri vuoti fino a trovare una forma drammaturgica. Un testo che nasce da una ricerca interiore, da un flusso di memorie e che vive di essenzialità.” Alessandra Panelli

04 – 16 marzo 2014
AMORE E RESTI UMANI
testo di Brad Fraser - regia di Giacomo Bisordi
con (in o.a.) Dimitri Galli Rohl e Cristina Poccardi - resto del cast in via di definizione
scena Cosimo Lorenzo Pancini - costumi Roberta Goretti

Orientamento.
Parola che suggerisce, nel suo etimo, il volgersi ad oriente, dove sorge il sole. Forse in senso più ampio, l'unico orientamento della vita è la sua fine. In amore e resti umani, testo del canadese Brad Fraser, i personaggi sono smarriti in una grande città non meglio identificata alla ricerca di un orientamento, come mosche impazzite attorno ad un cadavere.
Ci sono David, attore fallito ora cameriere.
Candy, la sua coinquilina, che caccia disperatamente l'uomo ideale e che si ritrova tra le braccia di una donna.
C'è  Bernie, in transito da un matrimonio distrutto all'omosessualità. Kane, l'adolescente, che abbandona un Game Boy per scoprire i suoi più intimi desideri.
C'è  Ben barista mai sazio di incontri.
E Jerry, lesbica romantica vittima del suo stesso istinto.
Su tutti, cala lo sguardo di Benita, puttana sensitiva.
E tutto questo, mentre un brutale assassino senza nome fa a pezzi vittime innocenti in una notte metropolitana d'amore e morte.


18 - 23 marzo 2014
L’AMORE A TRE
drammaturgia e regia di Enoch Marrella da F. Dostoevskij
con Enoch Marrella e Edoardo Ripani
scena Selena Garau – costume Stefania Ponselè – musiche Angela Bruni e Maurizio Blanco 

Nottibianche è la storia di due personaggi, tra i più lirici di tutta la letteratura – Nastenka e il Sognatore: lui di ritorno dai suoi vagabondaggi notturni, lei invece piange addossata al parapetto del canale.
Tutto inizia e finisce nell’arco di quattro notti. Si incontrano per caso sotto le luci del manto stellato. La gelida panchina al centro della scena è la piccola ribalta sulla quale si susseguono convulsamente il torrenziale monologo del Sognatore e la lievissima storia di Nastenka.
La Pietroburgo deserta a causa delle vacanze estive di Nottibianche si fonde con i festeggiamenti per il capodanno pietroburghese di Cuoredebole. Cuoredebole è la storia di due amici e colleghi che vivono sotto lo stesso tetto – Vassja Sciumkòv ed Arkadi Ivànovic. La vigilia di capodanno Vassja annuncia all'amico Arkadi “Io prendo moglie”, ma una trama di ostacoli – più mentali che reali – si frappone fra Vassja e la sua stessa felicità.  Il cuore debole è quello di Vassja Sciumkòv mentre Arkadi Ivànovic con il suo sguardo quadrato è lo straordinario testimone di questa singolare vicenda. Attraverso il suo punto di vista di uomo semplice possiamo ridere dei contorcimenti mentali di Vassja ma allo stesso tempo afferrarne l’estrema complessità.
“L’idea svalutata di sé” – tema carissimo alla psicologia moderna – si scatena in tutta la sua portata tragicomica nel momento in cui si traduce in azione drammatica. Questo è il fil rouge che s’intesse tra le due storie. Nel passaggio da forma racconto a forma dramma rivive in due tempi un ragazzo pietroburghese di ventisette anni che si chiamava Fëdor Michajlovič Dostoevskij.


25 – 30 marzo 2014
FRATELLO MIO
testo e regia di Gianni Corsi
con Leandro Amato, Marco Funaro e Josafat Vagni
scene Stefania Savioli

Periferia romana, giorni nostri. Due fratelli ormai adulti vivono ancora sotto lo stesso tetto: Niccolò  è uno che si alza la mattina presto e va a lavorare, oggi fa il cameriere, domani il commesso, ma bene o male è lui che manda avanti la baracca. Saverio invece è un ex-comico di successo, ormai senza ingaggi a causa del suo carattere fin troppo schietto e cinico, va comunque avanti nella sperimentazione comica tra le quattro mura di casa, per la gioia di Niccolò.
In questo “quieto” microcosmo casalingo piomba Marsilio, abito elegante, valigetta ventiquattrore e una insolita proposta di lavoro per Niccolò, di quelle che cambiano la vita, ma chiedono l’anima.
Chi è Marsilio? Da dove viene e perché vuole proprio Niccolò?
I due fratelli vengono così  coinvolti in una trattativa dai toni misteriosi, ma che a contatto con la loro realtà diventano esilaranti. Tra colpi di scena, dubbi esistenziali e test attitudinali, di questo passo… Fratello mio, dove andremo a finire!?


02 – 12 aprile 2014
COME UN SORCETTO NEL CAMEMBERT
regia Cristina Noci
con Barbara Lo Gaglio, Simona Meola, Elisa Panfili
costumi Mariella D'Amico - scena Elisa Panfili

Nella trappola si mette un pezzetto di formaggio. Zac. No, lui lo ruba il formaggio, così la scampa. Ma se noi cari signori prendiamo un formaggio "esoticamente" francese, eh sì, ha il suo fascino, allora lui, il nostro roditore tutto rosa, ci rimane voluttuosamente invischiato. Oh, sì gli piace, è una specie d'amore, ma come molte storie da batticuore non sapremo fino alla fine che cosa succederà, chi lo sa se faremo scattare la trappola...
Per quel che riguarda possibili note di regia devo ammettere che ci siamo divertite da matti, la protagonista a tirare fuori la sua nascosta vena di pazzia, io a comandare a bacchetta tutti, una cosa è certa, desideravo per ogni collaboratore un momento di gloria felice. Sono fortunata, ho trovato soltanto dei sì, che bello, mi piace, d'accordo, mi fido di te, dai costumi alla coreografia, dalle luci alle creazioni musicali, dalle scene alla bravura degli attori/trici, come dice Mel Brooks, "si può faare!!!" Quando lavori con gente in gamba sei davvero spalmato sul camembert!!!



22 aprile – 04 maggio 2014
7 PEZZI DI CARNE
testo e regia di Riccardo Reim
con Valentina Ardinzone, Letizia Barone Ricciardelli, Emanuela Cacciaguerra, Valerio Cerasoli, Chiara Di Pietro, Federica Lamedica, Maria Santirocco.
musiche originali Raffaele Nicolì - effetti e ricerche sonore Guido Gaito

Con SETTE PEZZI DI CARNE Riccardo Reim torna a scandagliare il tema del volto segreto della notte metropolitana già felicemente esplorato in passate occasioni (basti pensare allo storico I mignotti, realizzato in collaborazione con Antonio Veneziani, che nel 1997 fece letteralmente esplodere il Todifestival) e oggetto anche del suo recentissimo volume di racconti Segnali notturni (Gaffi 2011).
In SETTE PEZZI DI CARNE, sette personaggi “border line”, nel raccontarsi, testimoniano, più o meno in filigrana, un brutale, gratuito omicidio il cui autore resterà probabilmente impunito. In questo bizzarro mosaico la storia viene a evincersi a strappi, a brandelli dai vari racconti, costituendone il sottile, misterioso “filo rosso”: un filo continuamente spezzato e ripreso, come le vite dei sette protagonisti (sei donne e un ragazzo: “pezzi di carne”, per l’appunto, dai volti intercambiabili, imprecisi e sfocati come una fototessera). Spettacolo saturnino e claustrofobico, grottesco e segreto, dove il pubblico viene a trovarsi gomito a gomito con gli interpreti, in una sorta di imbarazzante coinvolgimento.
Voci e confessioni dal sottosuolo, dunque: gesti liberatori, ossessioni, paranoie, fantasie, ritualismi superstiziosi, incubi di un’umanità “saturnina” che vive passioni gelide, rese dei conti identitarie, paradossi, sdoppiamenti.
Un bestiario umano che si scopre immorale, infelice, segreta, irraccontabile, buffa e tragica, in vena di confessioni anche recitate, anche doppie, triple o senza fondo.


06 - 25 maggio 2014
IL GRANDE FLEBOSKI
tratto dal libro STORIE DI ORDINARIA CORSIA di Fabrizio Blini - regia di Gigi Piola - con Nicola Pistoia

Questo spettacolo non punta l’indice contro il sistema sanitario e non vuole aggiungere l’ennesima denuncia a un faldone già straripante di lamentele. Si sa che molti ospedali italiani non versano in buone condizioni e ogni tanto alcuni sono dichiarati fuorilegge, ma l’intenzione non è gridare allo scandalo e fare demagogia.
Il piano concettuale è diverso, è più profondo.
Questa rappresentazione non tratta gli ospedali nella loro realtà sostanziale ma in quella essenziale; non vuole evidenziare le deficienze di singole strutture ma provare a spiegare i problemi che qualsiasi ospedale causa inevitabilmente in quanto ospedale, a prescindere dalla sua efficienza.
Non è  un problema di funzionamento del sistema ma della sua concezione, è  come se si ricercassero le origini socioculturale della malasanità. Il tema non riguarda l’operato degli ospedali ma la loro idea.
Statisticamente, la percentuale di persone che hanno subìto almeno un ricovero è  davvero molto alta, ma il punto non è definire quanti siano i ricoverati, il problema è che le persone - qualunque sia il numero - non sono affatto preparate all’evento e non sanno a cosa stanno andando incontro.
La malattia è solo la punta dell’iceberg e chi sta male... ci sta seduto sopra.
L’argomento è serio e questa pièce vorrebbe essere un antidoto contro la tristezza.
In poche parole: COME TRASFORMARE UNO SPIACEVOLE RICOVERO IN UN UTILE SOGGIORNO

27 maggio – 1 giugno 2014
NEI SECOLI INFEDELI
testo di Cristina Mascitelli - regia di Eugeni - Mascitelli
con Anna Teresa Eugeni

Una nuova “Posta del cuore?”… ne esistono già tante! ma solo questa è capace di dialogare con chi (per “età“ o per paura che vengano spiati i suoi piccoli segreti su Facebook) non si” sfoga” a cuore aperto…
 “Vorrei e non vorrei
Mi batte forte il cuor“… così canta Zerlina prima di cadere nelle braccia di Don Giovanni.
Così  dice in cuor suo l’impiegata “Cuoricino“ prima di cadere nelle braccia del suo Capufficio.
L’una si esprime con le note di Mozart, l’altra scrivendo a questa “Posta del cuore“ e, poiché la poesia aiuta a spiegare gli enigmi dell’animo umano, le viene la curiosità di vedere come i grandi autori del passato hanno trattato il tema dell’adulterio… così rilegge e ci fa ricordare tante grandi “peccatrici“: Anna Karenina, Emma Bovary, Elena di Troia, l’assassina Clitennestra etc..
A questa “Posta del cuore“ scrivono anche “peccatrici“ e “peccatori“ moderni perché i problemi sono sempre gli stessi... e anche i cuori…!!
M.Cristina Mascitelli e Anna Teresa Eugeni hanno già collaborato con successo agli Spettacoli
“VILLA FOLLIA“ e “LA FILANDA: EMMA BOVARY ERA MIA MADRE“. Dopo la pubblicazione del libro “NEI SECOLI INFEDELI“ decidono ora di ”portare in scena” alcune lettere edite e… inedite raccontate dal vivo e in Video in un grande “Teleromanzo“ affidato ad una giornalista che gli “anta“ non li aspetta…





03 – 15 giugno 2014
LA SVOLTA
testo di Moran Beaumer adattamento di Alberto Oliva e Mino Manni  - regia Alberto Oliva
con Mino Manni

La disoccupazione è un nemico sociale. La solitudine è un nemico sociale. L'Alzheimer è un nemico sociale. Quando combatti su tre fronti forse puoi essere un eroe, ma in genere sei destinato a perdere. Gli eroi giocano sempre a tutto o niente. E niente è la variabile che esce di più.
Nelle ultime pagine de L’uomo in rivolta, Albert Camus scrive “...Al di là del nihilismo, noi, tutti, tra le rovine, prepariamo una rinascita. Ma pochi lo sanno.”
Ecco, la rivolta come unica possibilità che l’uomo ha per dare un senso all’assurdità dell’esistenza. Spesso una rivolta solitaria. E, ancora più spesso, capita unicamente da chi la concepisce. Ma pur sempre l’unica vera occasione di riscattare la propria energia vitale e il proprio passaggio sulla terra.
Devo avere visto quadri e film dove qualcuno si prendeva una pallottola in camicia bianca. Il sangue sta meglio sul bianco. Allora vada per questa camicia bianca.
La tolgo dal cassetto. La infilo. Aderisce alla pelle senza cambiarmi. È complice di ciò che sono. Uomini e camicie si scelgono, si riconoscono, mostrano l’uno all’altra il reciproco talento e decidono di unirsi.”
Quasi una architettura da thriller, unita a un umorismo di sapore anglosassone, per un monologo ricco di sensibilità contemporanea, figlia della crisi e del fallimento delle ambizioni e dei sogni della generazione del ’68. Protagonista è Sébastien Galesy, uomo di mezza età fresco di licenziamento dall’agenzia pubblicitaria in cui ha lavorato per anni, in aria di divorzio dalla moglie e alla rincorsa dell’amore dei due piccoli figli che sembrano diventati l’unica sua speranza di futuro.
E allora l’idea: uno strambo riscatto all’onore della vita, svaligiare una banca e fuggire con il denaro.

TEATRO DEI CONCIATORI - Via dei conciatori, 5 – 00154 ROMA
Tel. 06.45448982 – 06.45470031   -   info@teatrodeiconciatori.it
Direzione Artistica: Antonio Serrano – Gianna Paola Scaffidi

Dove siamo: (clicca qui per vedere la mappa)
Costo biglietti: intero 15 euro, ridotto 12 euro; tessera associativa 2 euro.
Orario spettacoli: martedì, mercoledì venerdì  e sabato ore 21,00 – giovedì e domenica  ore 18,00
Riduzioni per gli studenti universitari, gli over 65, tutti coloro che si presentano in teatro come lettori di Saltinaria.it e Mercuzio

Il Teatro ha il patrocinio gratuito del Municipio VIII (ex XI)


Uff. Stampa Teatro dei Conciatori: Maya Amenduni   
 mayaamenduni@gmail.com  -    +39 3928157943