domenica 27 gennaio 2019
L'otto e mezzo di Giulietta Masina all'Altrove Teatro Studio
https://video.repubblica.it/
ipensieridellaltrove@gmail.
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sabato 26 gennaio 2019
Morici e Talarico incantano l'Auditorium
Auditorium Parco della Musica – Sala Petrassi
Via Pietro de Coubertin, 30 - Roma
AUSGANG
presenta
CLAUDIO MORICI e IVAN TALARICO
in
FRESCHIBUFFI
E ALTRE TRASMIGRAZIONI DELL'ANIMA
NUOVO READING CON CANZONI
Ne avevo sentito parlare molto spesso di Claudio Morici e Ivan Talarico, ma ahimè non ero ancora mai andata ad un loro spettacolo, né separatamente né insieme. Ieri 25 gennaio 2019 oltre ad essere il loro debutto all'Auditorium Parco della Musica è stato anche il mio debutto. La sala Petrassi era piena, intorno a me vedevo varie persone che conoscevo almeno di vista, a quel punto non potevo che chiedermi...ma perché non sono andata prima? La risposta non conta, quello che conta è che lo spettacolo FRESCHIBUFFI E ALTRE TRASMIGRAZIONI DELL'ANIMA mi è davvero piaciuto molto. Tra monologhi e canzoni che definirei di odierna cultura urbana, Morici e Talarico si sono alternati o con performance in duetto, scardinando la pura realtà. Gli argomenti dei loro pezzi, almeno quelli che hanno eseguito ieri sera, seguono due registri che potrebbero essere considerati sia paralleli che concentrici, ovvero: l'incomunicabilità uomo - donna, e quel nonsense della vita contemporanea, piena di contraddizioni e soprattutto che ci dà l'illusione di essere liberi, mentre invece siamo tutti controllati. I due registri sono paralleli perché corrono uno acanto all'altro trainati dalla difficoltà di decifrare il linguaggio dell'altro anche se si parla la stessa lingua e concentrici, perché l'incomunicabilità sempre esistita, Luigi Pirandello docet, attualmente grazie allo spopolare dei social network, nonostante siano social si è acuita, a favore di un controllo di profilazione a scopo economico. I social network di cui tutti ci serviamo in abbondanza è la più grande invenzione del capitalismo? I loro interventi sia i monologhi di Morici che le canzoni di Talarico si caratterizzano per una spiccata aderenza alla realtà e capacità di analisi della stessa. Lo scopo è quello di destare la coscienza pubblica, hanno un seguito di pubblico molto esteso, che li segue fin dall'inizio. Personalmente sono molto contenta che l'Auditorium abbia aperto le porte a questi due artisti.
Miriam Comito
Sarà l'Auditorium Parco della Musica – Sala Petrassi, ad ospitare per la prima volta venerdì 25 gennaio 2019, il nuovo reading con canzoni di Claudio Morici e Ivan Talarico, dal titolo FRESCHIBUFFI e Altre Trasmigrazioni dell'Anima. Un'esperienza, quella dei due artisti, nata su palcoscenici di piccoli teatri e spazi d'avanguardia che hanno sempre accolto con grande partecipazione la loro inventiva, oggi pronta a più ampie scene.
Il duo da tempo collabora a spettacoli che uniscono lo storytelling alla canzone-teatro: da una parte Claudio Morici, autore, scrittore e monologhista, dall'altra Ivan Talarico, cantautore in bilico tra giochi di parole, storie d'umore e canzoni onomatopeiche.
Morici e Talarico nascono in luoghi come il Teatro Quarticciolo e il Nuovo Cinema Palazzo e si muovono ormai da anni verso spazi più o meno convenzionali in tutta Italia, (dai teatri, passando per i locali, fino a suggestive location alternative e legate al territorio). Luoghi conquistati dall'ironia dei reading, l'imprevedibilità delle canzoni e la forza dei contenuti che entrano subito in contatto con il pubblico. Un binomio d'inventiva che colleziona sold out ovunque, confermando il vivace panorama artistico romano, da cui la cultura nazionale sta traendo beneficio.
In Freschibuffi e altre trasmigrazioni dell'anima, la coppia racconta la sua storia incrociata. Dalle prime collaborazioni sporadiche in una Roma caotica e spaesante fino agli spettacoli comici a due, volti a sconfiggere apatie pubbliche e depressioni private. Esilaranti koan in forma di canzoni e brevissimi monologhi che narrano di amori, lavori e figli maschi attraverso pezzi come “Dio è uno stalker”, “Timo e timore”, racconti di stili di vita antibiotici e di abbracci che durano trentacinque minuti. Un percorso ironico e dissacrante per un unico scopo: mostrare come risate, riflessioni e sopravvivenza parlino la stessa strana lingua e quanto sia impossibile tenere l'anima ferma in un unico punto.
BIOGRAFIE:
CLAUDIO MORICI, scrittore, ha pubblicato 5 romanzi tra cui "La terra vista dalla Luna" (Bompiani, 2009), "L’uomo d’argento" (E/O, 2012) e "Confessioni di uno spammer" (E/O, 2015). Gran parte dei suoi reading hanno debuttato al Teatro Biblioteca Quarticciolo e hanno riempito diversi spazi culturali e centri sociali della capitale. Nel 2017 l’Angelo Mai ha ospitato la trilogia completa. L’ultimo spettacolo, “46 tentativi di lettera a mio figlio”, ha debuttato al Teatro Vascello (30-31 Marzo 2018), è stato selezionato per il Festival di Todi OFF ed è andato in scena anche a Carrozzerie Not. Ha pubblicato racconti su Il Venerdì, Il Manifesto, Nuovi Argomenti, Internazionale
IVAN TALARICO, cantautore, poeta, teatrante, ha pubblicato due libri di poesie con Gorilla Sapiens Edizioni, è stato ospite al Premio Tenco, vincitore e miglior testo a Musicultura 2015. Ha scritto e interpretato cinque spettacoli teatrali con la sua compagnia "DoppioSenso Unico", portandoli in scena in molti teatri e spazi italiani. Il suo ultimo concerto “Il mio occhio destro ha un aspetto sinistro” ha debuttato a gennaio al Teatro Vascello registrando un sold out ed è stato in tour in tutta Italia. Nel tempo libero scioglie ghiacciai a scopo ludico.
mercoledì 23 gennaio 2019
L'usignolo dall'ugola sanguinante torna a vivere al Teatro Della Cometa-Edith piaf l'usignolo non canta piu'
Stagione teatrale 2018 | 2019 #seguilacometa
22 GENNAIO | 3 FEBBRAIO 2019MELANIA GIGLIO, MARTINO DUANE in
ÉDITH PIAF L'usignolo non canta più
di Melania Giglio
regia Daniele Salvo
scene Fabiana Di Marco
costumi Giovanni Ciacci
assistente alla regia Luigi Di Raimo
assistente volontario Alessandro Guerra
EDITH PIAF-L'USIGNOLO non canta più è uno spettacolo incentrato su uno spirito che seppur incastrato in un corpo piegato dalla malattia, indebolito dagli incidenti, e de esso stesso provato dal dolore negli affetti più cari, non è domo. La sua forza quella di Edith Piaf la conosciamo tutti, nonostante le sciagure che si sono susseguite nella sua breve vita, mori a 47 anni, Edith fu una donna con una grande, grandissima energia. Questo spettacolo ne narra il momento in cui, nel 1960, edit pensava di essere finita, non perchè non avesse più la voce, assolutamente, ma perchè ilsuo fisico non era più quello di un tempo, ma è proprio in quel momento che i debiti ormai saliti alle stelle di Bruno Coquatrix lo portarono a Boulevard De Lannes, per svegliare l'usignolo. Lo spettacolo in se è molto suggestivo e commovente, già a vedere il lenzuolo steso sulla mobilia,e poi l'apparire di una sagoma al limite con le quinte che intona La vie en rose, ti porta in uno spazio temporale sospeso, 2019....1960!! Ho molto appezzato la scelta registica di introdurre nel testo non solo alcune delle canzoni più famose della Piaf, cantate dal vivo da Melania Giglio, ma di farle introdurre da una spiegazione all'interno della drammaturgia stessa e di rappresentarle anche teatralmente. Su tutte struggente L'accordeoniste, perchè la Piaf non aveva solo la voce, lei aveva anche quella ingenuità popolana,quell'essere grossolana, naturale, che le permetteva di cantare i sentimenti, le storie degli ultimi. Melania Giglio ha saputo ben rendere lo spirito del passerotto dall'ugola sanguinante, ben coadiuvata da un intenso e sempre preciso Martino Duane
Miriam Comito
Sarà in scena al Teatro della Cometa dal 22 gennaio al 3 febbraio 2019, ÉDITH PIAF L'usignolo non canta più di Melania Giglio, con Melania Giglio e Martino Duane, regia di Daniele Salvo.
Siamo nel 1960, nell'appartamento di Édith. Una serie di eventi si sono susseguiti nella vita di questa piccola donna: lutti, incidenti, amori, liti, solitudine, alcol, gioie, successi e canzoni. Tutto si è abbattuto sull'usignolo come un uragano. L'usignolo non canta più. L'artrite l'ha resa gobba, l'alcol e i medicinali l'hanno resa gonfia e senza capelli, i lutti hanno ferito la sua voglia di vivere.
Ma improvvisamente qualcuno bussa alla sua porta e arriva a profanare questo "buio". É Bruno Coquatrix, l'impresario dell'Olympia.
Lo spettacolo ripercorre attraverso un testo inedito e mai rappresentato i giorni che precedettero la storica esibizione di Édith Piaf sul palco dell'Olympia, dalla fine del 1960 sino alla primavera del 1961. Questo racconto, arricchito da canzoni eseguite rigorosamente dal vivo (tra le altreL'accordéoniste, La vie en rose, Milord), vuole essere un omaggio a una delle voci più belle e strazianti della canzone moderna.
Note di Regia
Scriveva B. Pasternak: "Il talento innato è una via che conduce al futuro. É un modello infantile dell'universo, di un universo fondato sin dalla tenera età nel nostro cuore, una specie di libro di testo per capire il mondo dal di dentro, dal suo lato migliore e più fulgido. Questo dono insegna l'onore e il coraggio, poiché rivela quale favolosa importanza abbia l'onore nel sentimento drammatico dell'esistenza. Un uomo di talento sa quanto si arricchisca la vita in una piena e giusta illuminazione e quanto perda nel buio. L'interesse personale gli impone di essere orgoglioso e di perseguire la verità. Questa posizione può significare nella vita anche la tragedia, ma questo ha un'importanza secondaria.
Édith Piaf portava in sé questa scintilla, questa meravigliosa fiamma inesauribile e dolorosa. Vogliamo ricordarla con semplicità e nitidezza. Non vogliamo imitarne le movenze o copiarne l'esteriorità. Tentiamo invece di avvicinarci alla sua anima con levità mozartiana, di raggiungere il centro del suo petto per evocare per un istante, con attenzione e rispetto, il suo incredibile talento. Oggi più che mai, in questi anni vuoti di impulsi e necessità, abbiamo bisogno del suo calore, della sua luce, della potenza della sua voce e del battito del suo piccolo cuore che ancora oggi, anche se non c'è più, batte instancabile. E quel suo piccolo cuore non si fermerà mai.
Daniele Salvo
Così la stampa
“A parte la presenza discreta di Martino Duane che è Bruno Coquatrix, lo spettacolo è un tesissimo e impegnativo assolo di Melania Giglio che ha scritto anche il testo dove si rappresenta non solo una follia, ma la vertiginosa discesa di una grande donna ed è in scena partecipe in modo profondo col personaggio a cui regala tic, gesti, dettagli di una identità nervosa, brava quando canta e quando recita”. Anna Bandettini,blogautore.repubblica.it
“Édith è qui con noi come è giusto che sia. Un artista non dovrebbe mai imitare, ma ricreare, mantenersi sulla soglia tra l’essere e non essere il personaggio, ed è quello che fa Melania Giglio, anche autrice di questo testo inedito”. Katia Ippaso, Il Messaggero
“La Giglio ha scelto di rappresentare di questa cantante speciale non solo la voce quanto la sofferenza, fisica e morale, che ne segna l’intera esistenza. Non rappresentazione realistica, documento narrativo, ma traccia lieve e su cui si innestano le canzoni che ne hanno segnato gli amori, le perdite, le speranze. E la regia di Daniele Salvo rende visive le situazioni che si animano in quello spazio esistenziale, con mano leggera e intuizioni poetiche”. Maricla Boggio, Critica Teatrale
DURATA 70 MINUTI
Mettetevi comodi e seguite la Cometa, vi aspettiamo nella nostra casa, nel Salotto Buono di Roma. #seguilacometa #teatrocometa
Teatro della Cometa - Via del Teatro Marcello, 4 – 00186 Orario prenotazioni, vendita biglietti e info per apericena: dal martedì al sabato, ore 10:00 -19:00 (lunedì riposto), domenica 14:30 – 17:00 - Telefono: 06.6784380
Orari spettacolo: dal martedì al venerdì ore 21.00. Sabato doppia replica ore 17,00 e ore 21,00. Domenica ore 17.00. Costo biglietti: platea 25 euro, prima galleria 20 euro, seconda galleria 18 euro.
Riduzioni per lettori di MEDIA&SIPARIO, CULTURAMENTE, SALTINARIA
sabato 19 gennaio 2019
I personaggi di Raymond Carver all'Off-Off Theatre. SCUSATE SE PARLIAMO D'AMORE
Dal 15 al 20 gennaio 2019
VIA GIULIA, 19, 20, 21 - ROMA
DIREZIONE ARTISTICA SILVANO SPADA
“Arthea” associazione culturale
presenta
SCUSATE SE PARLIAMO D'AMORE
(il teatro nelle storie di Raymond Carver)
con Barbara Rizzo, Andrea Mitri e Letizia Sacco
e con la partecipazione di Massimo Poggio
drammaturgia e regia Alberto Di Matteo
Quando il pubblico entra in sala, gli attori sono già in scena, seduti ad un tavolo apparecchiato di soli bicchieri e bottiglie. I 4 personaggi dapprima sono quasi immobili, poi piano piano in un crescendo,iniziano a muoversi: si guardano , si sorridono, spostano bicchieri da una parte all'altra del tavolo, cominciando poi a bisbigliare frasi che il pubblico non p ancora in grado di capire, ma tali frasi dette con un filo di voce sono accompagnate da eloquenti espressioni facciali e corporee, come se stessero scrutando ciò che hanno davanti.
SCUSATE SE PARLIAMO D'AMORE in scena all'Off Off Theatre fino a domenica 20 gennaio è uno spettacolo tratto dai racconti di Raymond Carver, uno di quegli scrittori statunitensi che non perdono di interesse con il passare degli anni, morto nel 1988 all'età di soli 50 anni, i suoi scritti sono ancora del tutto attuali. Lo sono perchè trattano di temi universali, e lo fanno in un modo particolare. In questo spettacolo che trae il nome da un suo racconto del 1981, sono stati messie come se fosse un contenitore : storie "carveriane". La drammaturgia di Alberto Di Matteo, che cura anche la regia dello spettacolo, è, infatti, improntata su monologhi letterari, dialoghi, racconti, i quattro interpreti in scena-due coppie- hanno ognuno un ruolo ben definito: Nick: Andrea Mitri, pur essendo legato da amore con la compagna Laura, e da amicizia con l'altra coppia, sembra auto riservarsi un ruolo da narratore dei fatti altrui, di se non parla, e se parla non dice la verità ma la sua pena la leggiamo sul suo viso. Laura: Letizia Sacco, una donna insoddisfatta, stregata dalla luna. Teresa: Barbara Rizzo, molto legata all'idea dell'amore, in particolare quello viscerale, che fa impazzire,e allo stesso tempo sarcastica, e poi Melvin: Massimo Poggio, un uomo che avrebbe potuto avere tutto dalla vita, un buon lavoro, di responsabilità, dei figli, ma un matrimonio fallito alle spalle, e uno in bilico attualmente. Melvin è l'unico che palesemente , cerca di darsi una spiegazione sulla natura dell'amore e sul mistero che ad esso è legato, partendo da una base spirituale, e arrivando da una parte alla consapevolezza del suo stato attuale, grazie anche all'esperienza di due vecchietti incidentati.
SCUSATE SE PARLIAMO D'AMORE è uno spettacolo di qualità che ha delle aspettative sul pubblico:va ascoltato, assimilato, per poi poterne discutere, magari essendo più liberi dei personaggi carveriani che pur essendo, almeno quelli rappresentati in questo spettacolo dei benestanti rimangono dei looser nella vita.
Miriam Comito
Da martedì 15 a domenica 20 gennaio 2019, all’Off/Off Theatre va in scena Scusate se parliamo d’amore (Il teatro nelle storie di Raymond Carver), con Massimo Poggio, Barbara Rizzo, Andrea Mitri e Letizia Sacco, per la regia di Alberto Di Matteo.
SCUSATE SE PARLIAMO D'AMORE in scena all'Off Off Theatre fino a domenica 20 gennaio è uno spettacolo tratto dai racconti di Raymond Carver, uno di quegli scrittori statunitensi che non perdono di interesse con il passare degli anni, morto nel 1988 all'età di soli 50 anni, i suoi scritti sono ancora del tutto attuali. Lo sono perchè trattano di temi universali, e lo fanno in un modo particolare. In questo spettacolo che trae il nome da un suo racconto del 1981, sono stati messie come se fosse un contenitore : storie "carveriane". La drammaturgia di Alberto Di Matteo, che cura anche la regia dello spettacolo, è, infatti, improntata su monologhi letterari, dialoghi, racconti, i quattro interpreti in scena-due coppie- hanno ognuno un ruolo ben definito: Nick: Andrea Mitri, pur essendo legato da amore con la compagna Laura, e da amicizia con l'altra coppia, sembra auto riservarsi un ruolo da narratore dei fatti altrui, di se non parla, e se parla non dice la verità ma la sua pena la leggiamo sul suo viso. Laura: Letizia Sacco, una donna insoddisfatta, stregata dalla luna. Teresa: Barbara Rizzo, molto legata all'idea dell'amore, in particolare quello viscerale, che fa impazzire,e allo stesso tempo sarcastica, e poi Melvin: Massimo Poggio, un uomo che avrebbe potuto avere tutto dalla vita, un buon lavoro, di responsabilità, dei figli, ma un matrimonio fallito alle spalle, e uno in bilico attualmente. Melvin è l'unico che palesemente , cerca di darsi una spiegazione sulla natura dell'amore e sul mistero che ad esso è legato, partendo da una base spirituale, e arrivando da una parte alla consapevolezza del suo stato attuale, grazie anche all'esperienza di due vecchietti incidentati.
SCUSATE SE PARLIAMO D'AMORE è uno spettacolo di qualità che ha delle aspettative sul pubblico:va ascoltato, assimilato, per poi poterne discutere, magari essendo più liberi dei personaggi carveriani che pur essendo, almeno quelli rappresentati in questo spettacolo dei benestanti rimangono dei looser nella vita.
Miriam Comito
Da martedì 15 a domenica 20 gennaio 2019, all’Off/Off Theatre va in scena Scusate se parliamo d’amore (Il teatro nelle storie di Raymond Carver), con Massimo Poggio, Barbara Rizzo, Andrea Mitri e Letizia Sacco, per la regia di Alberto Di Matteo.
Due coppie di amici, al tavolo di cucina, con quattro bicchieri, una bottiglia di gin e una di soda; è giorno di festa, bevono e chiacchierano e non si sa come e perché cominciano a parlare d'amore. Ma, per parafrasare il titolo di un famoso racconto di Carver, di cosa parliamo esattamente e veramente quando parliamo d'amore? Questa, in sintesi, la situazione di partenza del nostro spettacolo. Di quel famoso racconto abbiamo fatto il punto di partenza e il contenitore di altre storie tratte dai testi dello scrittore americano. A pensarci bene, i personaggi di Carver vivono costantemente tale condizione: agiscono, parlano, raccontano a proposito di cose importanti, oppure di cose normali, semplici, quotidiane, perfino banali, ma sembrano sempre alludere, più o meno coscientemente, a ben altro, a qualcosa di più grande, misterioso, assoluto. E non manca mai un sottile senso di inquietudine, una vena strisciante di tensione, come se da un momento all'altro stesse per succedere l'irreparabile.
Ecco allora che si spiega il senso della nostra scommessa: cercare, attraverso il nostro lavoro, il teatro nelle storie di Raymond Carver; una teatralità tutta contemporanea, quasi beckettiana, che ha dei tratti inquietanti, ma che contiene anche un imprevedibile e anomalo umorismo. I racconti di Carver si situano in quell'orizzonte che è anche il nostro, quello di esseri umani del 21° secolo, quello della quotidianità, della vita di tutti i giorni, fatta dalle 'solite cose'. In quello stesso orizzonte lo scrittore americano ha saputo lasciare tracce di poesia, di mistero, di trascendenza. Solo che Carver, come scrittore, è reticente, non dice tutto, dissemina le sue storie di vuoti, di buchi, di cose non spiegate e inspiegabili... Sta a noi allora, spettatori e interpreti, sta al teatro, in definitiva, il compito di rinvenire il brivido della poesia e delle emozioni in quelle storie di tutti i giorni.
OFF/OFF THEATRE
Via Giulia 19 – 20 – 21, Roma / DIREZIONE ARTISTICA SILVANO SPADA
Costo Biglietti: Intero 25€; Ridotto Over65 18€; Ridotto Under35 15€; Gruppi 10€ – info@altacademy,it
Dal Martedì al Sabato h.21,00 – Domenica h.17,00
Info e Prenotazioni: +39 06.89239515 - offofftheatre.biglietteria@ gmail.com
SITO: http://off-offtheatre.com/ - FB: https://www.facebook.com/ OffOffTheatreRoma/ - IG: https://www.instagram.com/ offofftheatre/?hl=it
mercoledì 16 gennaio 2019
LA SCARPETTA DI CRISTALLO SI FA PATTINO PER CENERENTOLA ON ICE AL BRANCACCIO
LUNCHBOX THEATRICAL PRODUCTIONS e TONY MERCER
in collaborazione con WEC – World Entertainment Company
presentano
in
LA MAGIA DEL PATTINAGGIO SU GHIACCIO A TEATRO
Teatro Brancaccio
dal 15 al 20 gennaio 2019 - Roma
Spinta dalla curiosità di vedere uno spettacolo on ice, ieri sono andata al Teatro Brancaccio di Roma, dove fino al 20 gennaio ci sarà in scena CENERENTOLA ON ICE.
Lo spettacolo è senza dubbio suggestivo, la ben nota favola di Cenerentola, che per altro ha radici antichissime, infatti pur essendo la versione più nota quella dei fratelli Grimm e di Perrault, la vicenda di Cenerentola è giunta in Europa sotto forma di Cennerentola o Gatta cenerentola di Giovan Battista Basile scritta e ambientata nella Napoli del 1600, ma andando ancora più di indietro nel tempo si viene a scoprire che esistono varie versioni della fiaba provenienti da tutte le parti del mondo, persino dalla Cina e che l'archetipo letterario risalga addirittura ad Esopo.
La realizzazione dell'Imperial Ice Star ha i suoi punti forti sulla bravura degli atleti/artisti, e sulla scenografia, quest'ultima è imperniata sulla figura centrale dell'orologio, in alcune versioni della fiaba, il padre di Cenerentola era orologiaio, e su delle decorazioni che sembrano prese dalla Casina delle civette a Villa Torlonia, proprio a rimembrare un'atmosfera fabiesca.
Il primo tempo trascorre in modo più soffice, nel secondo invece, quando gli atleti si sono scaldati, il ritmo si fa incalzante, tutto è un turbinare, in particolare la danza delle lancette che accerchiano la protagonista allo scocccare della mezzanotte. Qualche cambiamento tattico e atto al caso specifico di uno spettacolo di danza sul ghiaccio, alla versione più conosciuta.
Un esperienza da vivere almeno una volta nella vita.
Miriam Comito
Arriva in Italia un nuovo elettrizzante spettacolo di The Imperial Ice Stars, la più famosa compagnia di danza su ghiaccio: “Cenerentola On Ice” sarà dal 15 al 20 gennaio a Roma (Teatro Brancaccio) e dal 22 al 27 gennaio 2019 a Milano (Teatro Arcimboldi).
Lo show andrà in scena sul palco del teatro trasformato per l’occasione, grazie a un sofisticato impianto tecnico, in una grande pista di pattinaggio.
Dopo i consensi ottenuti con “Il Lago dei Cigni On Ice” (febbraio 2015), “La Bella Addormentata On Ice” (febbraio 2016) e “Lo Schiaccianoci On Ice” (gennaio 2017), tutti accolti con grande entusiasmo e partecipazione dal pubblico, The Imperial Ice Stars torna a gran richiesta con uno show che sarà una nuova indimenticabile esperienza per tutte le famiglie.
“Cenerentola On Ice” è un altro grande balletto riletto nel particolarissimo linguaggio che innesta la tradizione coreografica classica sul pattinaggio artistico più acrobatico.
Novità assoluta per il nostro paese, lo spettacolo ha già ottenuto ottime recensioni e grande approvazione nei suoi lunghi tour in Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito, e poi in Corea, Singapore, Hong Kong, Tailandia, Giappone e Sud Africa.
Interpretazione teatrale del racconto classico, “Cenerentola On Ice” è stata ideato e coreografato dal premiato regista di spettacoli su ghiaccio Tony Mercer in collaborazione con tre degli allenatori di pattinaggio più stimati al mondo: Evgeny Platov, doppia medaglia d'oro olimpica e quattro volte campionessa mondiale e i campioni mondiali di danza su ghiaccio 2006 e 2007 Albena Denkova e Maxim Staviski.
Acclamata dalla critica internazionale, The Imperial Ice Stars si conferma come la più importante compagnia di danza su ghiaccio: finora più tre milioni di persone in cinque continenti hanno accolto le adrenaliniche esibizioni di The Imperial Ice Stars con delle standing ovation. La compagnia si è esibita in alcuni delle più prestigiose location al mondo: dal Sadler's Wells nel West End di Londra all'Esplanade Theatre di Singapore, dalla Place des Arts di Montreal alla Piazza Rossa di Mosca e alla magnifica Royal Albert Hall di Londra. Imperial Ice Stars è stata l’unica compagnia di pattinaggio su ghiaccio ad aver vinto il premio teatrale: "Best Special Entertainment" del Manchester Evening News per la produzione di “Swan Lake on Ice” nel 2007.
Sinonimo di innovazione nel mondo del pattinaggio, The Imperial Ice Stars è nota per le spettacolari esibizioni all’interno delle sale teatrali e per lo stile unico del racconto. “Cenerentola On Ice”, terza produzione della compagnia, continua ad aprire nuovi orizzonti nel genere della danza sul ghiaccio. Stupende interpretazioni di pattinaggio e incredibili figure acrobatiche, alcune delle quali viste solo nelle arene olimpiche e altre mai tentate prima, vengono eseguite nello spazio di un palcoscenico teatrale ghiacciato. Non mancano salti estremi ad alta velocità, stupefacenti piroette e strabilianti acrobazie aeree. Un’elettrizzante combinazione di teatro e sport!
Il cast è composto da 24 campioni olimpici, mondiali ed europei e comprende grandi talenti del pattinaggio russo, molti dei quali preparati dai migliori allenatori della Russia. Alcuni di loro hanno iniziato il loro training all’età di tre-quattro anni.
Sono più di 300 le medaglie vinte da tutti gli atleti che compongono la compagnia!
Danzato su una pista di pattinaggio costruita sul palcoscenico del teatro appositamente congelato a -15 gradi, lo spettacolo vanta straordinari effetti speciali tra cui il fuoco e la pioggia, voli, magnifici paesaggi proiettati raffiguranti la piazza di una città siberiana e un teatro art deco nero e argento e sfarzosi costumi di Albina Gabueva, costumista del famoso Teatro Stanislavskij di Mosca. La produzione inoltre può vantare una delle scenografie più costose mai create per uno spettacolo di ghiaccio teatrale da uno dei migliori scenografi australiani, Eamon D'Arcy.
“Cenerentola On Ice” ha richiesto 18 mesi di allestimento pre-produzione, con una colonna sonora appositamente composta da Tim A Duncan e Edward Barnwell, entrambi apprezzati compositori contemporanei, e registrata dalla Moscow State Cinematic Orchestra e dalla Manchester Symphony Orchestra.
In questa originale versione su ghiaccio, Cenerentola è un’umile ballerina di fila che, spinta sotto i riflettori, affascina con la sua danza aggraziata il bel figlio di Lord Mayor, lo scapolo più ambito della città. Nonostante gli espedienti delle sorellastre di conquistare il cuore del giovane, il vero amore trionfa grazie ai poteri magici del Gypsy Fortune Teller e del gentile padre di Cenerentola, l'orologiaio della città.
Il direttore artistico, Tony Mercer afferma che: "La storia di Cenerentola è stata raccontata in molte culture diverse nel corso dei secoli. Volevo dare alla nostra versione una nuova ambientazione pur mantenendo gli ingredienti e le emozioni di questa storia senza tempo."
Un’incantevole fiaba per i bambini, uno straordinario spettacolo di danza su ghiaccio per gli adulti… il tutto sul palco di un teatro trasformato eccezionalmente in una pista di pattinaggio!
TEATRO BRANCACCIO di Roma
VIA MERULANA 244, 00185 ROMA · TEL 06 80687231/2 · TEATROBRANCACCIO.IT
Dal martedì al venerdì ore 20:45, sabato ore 16:00 e 20:45 domenica ore 16:00
Prezzi da 55 a 44 euro
martedì 15 gennaio 2019
Un viaggio iniziatico al Cometa Off. PFF-Piano Forte Forte
Stagione teatrale 2018 | 2019
Compagnia Cidda|Infuso
Presenta
_
PFF - Piano Forte Forte
Trisonata per corpo femminile e pianoforte
Scritto e diretto da Valentino Infuso
Interpretato e musicato da Valentina Cidda
Luci Giovanni Monzitta
"Prendete la forza espressiva di Jessica Biel, la carica devastata di Lana Del Rey, il rock di Sheryl Crow, la schiettezza di Alanis Morrissette, centrifugate... Ecco ci avviciniamo a questa interprete...
Il poderoso testo è un apertura a cuore sanguinante messa in prosa dal regista e drammaturgo con enorme sensibilità e allo stesso tempo crudezza..."
Tommaso Chimenti
PFF- Piano Forte Forte Trisonata per corpo femminile e pianoforte, vuole raccontare il viaggio di un'anima racchiusa dentro ad un corpo, un viaggio iniziatico alla scoperta della formula magica per trovare la propria posizione nel mondo, sia in senso fisico, ma soprattutto metaforico. La società ben sappiamo, non è di per se accogliente, essendo essa stessa formata ahimè da famiglie, che sono il nucleo centrale primigenio e propagatore della società, e che non sempre sono formate in modo corretto e completo, da persone adeguate e capaci di fare i genitori. Se sommiamo questo bug della società, alla pretesa della stessa che ciascun individuo debba essere omologato agli altri, e quindi che il singolo individuo cresca con sulle spalle già da piccolino aspettative non sue ecco che il singolo si ritrova affannosamente a cercare la posizione giusta da cui partire per ogni impresa gli si ponga davanti. In questo spettacolo, diviso in tre fasi, che rispecchiano le tre fasi alchemiche della Nigredo, Albedo, Rubedo. Quindi attraverso il dolore e la consapevolezza si raggiunge l'oro, quell'oro che è già in tutti noi, non dobbiamo cercare una posizione, fisica o metaforica che sia, qualsiasi posizione va bene, perchè da essa possiamo assumerne un'altra.
PFF, è quindi un viaggio, che l'interprete Valentina Cidda, compie insieme ad un pianoforte, che non verrà solo suonato, ma assumerà esso stesso, valenza fisica, diventa una casa, un letto, un rifugio, uno strumento, verrà spostato e rispostato di nuovo, come se fosse un secondo corpo della protagonista o una sua continuazione. L'uso che la Cidda fa del corpo in scena, già solo quello sarebbe sufficiente per annoverare questo spettacolo fra i migliori monologhi tenuti nei teatro off, il testo di Infuso, con la sua profondità lo completa.
Dobbiamo essere come siamo, e scoprire l'oro che c'è in noi stessi, non importano i dolori, o meglio essi vanno usati nel migliore dei modi per far risplendere la nostra luce interna.
Miriam Comito
Un'opera teatrale perfettamente compiuta che ti ferisce e ti accarezza, fusione ed equilibrio fra vena drammatica e comica, che arriva a vertici inaspettati e travolgenti in un turbinio di emozioni, il tutto impreziosito da momenti di grande virtuosismo interpretativo e brillantezza musicale. Uno spettacolo capace di coniugare con grande sensibilità artistica parole, musiche e movimento in un racconto intenso, sconvolgente. Tutto questo è PFF - Trisonata per corpo femminile e pianoforte, scritto e diretto da Valentino Infuso, con Valentina Cidda, che – oltre che interprete - ne compone anche le musiche originali.
Lo spettacolo che sarà in tournée fino a maggio 2019, e debutterà in prima nazionale a Roma al Cometa Off dal 15 al 20 gennaio.
PFF, pronunciato con la f prolungata, come un lungo sospiro che contiene ogni sfumatura emotiva, dal pianto al sollievo, dalla fatica alla resa, dalla disperazione alla speranza, dall' illusione al disincanto, dalla dolcezza al dolore, dall'inizio alla fine, dalla fine ad un nuovo inizio...è il racconto di una donna, è la storia di una vita, narrata per narrare tante vite...narrata per parlare a tutti, donne e uomini.
PFF è una favola tenebrosa e delicata, rude e dolcissima, spietata e amorevole...una favola i cui personaggi prendono vita plasmati dall’invisibile ad ogni istante, dove tutto è all’ultimo fiato, senza tregua, dove la storia di una vita si fa tessuto intrecciato di dolore e bellezza, un segreto di liberazione, un' affresco intimo e profondissimo sull'anima umana...
“PFF – Trisonata per corpo femminile e Pianoforte” è un opera alchemica, e, come tale, drammaturgicamente si compone appunto, di “tre sonate” che insieme incarnano una sinfonia complessa, coraggiosa, sfrontata. Tre parti, tre fasi dell’esistenza, i tre stadi di mutamento dal piombo esistenziale alla ricerca dell'oro che siamo e possiamo Essere…
Nella prima sonata, “Origini” (del male), si narra la nascita, “la caduta dell’angelo”, l’inizio del viaggio terrestre di una piccola donna che comincia a poco a poco ad essere piegata, logorata, congelata, dalle grandi bugie del mondo degli “adulti”: le aspettative, il giudizio, l’inganno, la prima violenza, la vergogna, la fuga da se stessi, lo smarrimento, la paura, il senso di colpa, la ricerca disperata di un respiro d’amore autentico che manca, manca sempre, manca ovunque, manca da sempre, …
La seconda sonata, “Inferno”, si apre con l’avvio verso la vita da “signorina”, e percorre, attraverso i passaggi del diventare donna, gli schemi che, dal primo germe di dolore originario, vanno a crearsi e ripetersi ostinatamente, sciami di demoni evocati e nutriti costantemente in un anelito inarrestabile di autodistruzione…la tensione alla vita, l’omicidio continuo di ognuno per mano di ognuno, il disincanto, il dolore, la fuga, la rabbia che salva dalla disperazione ma lo fa avvelenando inesorabilmente il cuore…
La terza sonata, è "Guarigione". La trasformazione. E’ la dissoluzione dell’ego, la fine di ogni pretesa, la consapevolezza incarnata, la responsabilità riconosciuta, l’accoglienza della Bellezza, la resa. E' un monologo muto, dove il vuoto purifica la parola…e la restituisce scarnificata e leggera, libera e solenne nella sua trasparenza inafferrabile.
PFF è uno spettacolo così perfettamente tessuto da sembrare un essere vivente di per sè, palpitante, bruciante, urgente, divorante e fecondo, fiero, vero.
"Avevo da tempo il sogno di mettere in scena un monologo che raccontasse una Vita, attraverso l’interazione unica con il pianoforte, ma non avrei mai potuto realizzarlo senza la geniale scrittura e la straordinaria, folle, pazzesca regia di Valentino Infuso…" dichiara l'attrice Valentina Cidda.
Il Pianoforte, si fa essere in carne ed ossa, fedele compagno di scena, vissuto, attraversato, suonato e suonato magicamente, con le mani, i piedi, il corpo, l'anima, penetrato, abitato, logorato dal sangue e dal sudore e glorificato dalla pace di una trasformazione che è catarsi reale, nuda, e senza filtri.
Note di Regia e drammaturgia.
Scrivere uno spettacolo per corpo (e anima) femminile e pianoforte. Ecco. Una bella scommessa in principio.
Il viaggio di Piano, Forte, Forte, è iniziato così, "semplicemente", da un "discorso" intorno all'essere umano. Che si tratti di un viaggio nel femminile, questo è un "dettaglio", è semplicemente un colore, una sfumatura, ma una sfumatura intensa, potente, di quelle che emanano odore proprio, che ha richiesto a me - e lo ha fatto senza mezzi termini - non la comprensione della sensibilità femminile ma l'emersione spudorata del mio femminile profondo. E di questo ringrazio tutte le donne che sono stato nelle vite precedenti. Ogni esperienza raccontata e rivissuta in scena da Valentina, infatti, è stata scritta attraverso la mia Verità, nulla di quello che racconto io in parole e lei in corpo, voce e sudore, è arrivato nelle sue vene senza che sia transitato per le mie, e, contemporaneamtne PFF è PFF proprio perché creato e vivente attraverso ciò che Valentina Cidda è, nel corpo, nella voce, nel sentire, nella musica. Nessun altro potrebbe interpretare questo testo ed incarnare questa regia.”
Valentino Infuso
durata: 105 minuti circa
Trailer di presentazione dello spettacolo:
https://youtu.be/eskL5MedPqo
Link al servizio e intervista a Valentina Cidda e Valentino Infuso per la trasmissione “Retroscena”:
Tournée
-Roma, Cometa off (15-20 gennaio da martedì a sabato 20,30 – domenica 18.00 biglietti 12 e 8 euro + tessera associativa)
-Ancona, Teatro Sperimentale (3 febbraio ore 20.30 biglietti 13 e 9 euro)
-Torino, Officine caos (16 febbraio ore 21.00 biglietti 13 e 9 euro)
-Verona, Modus (3-4 marzo ore 20.30 biglietti 13 e 9 euro)
-Firenze, Teatro delle spiagge (8 marzo ore 21.00 biglietti 13 e 9 euro)
- Bologna, Ateliersi (6-7 aprile sabato ore 21.00 domenica ore 18.00 biglietti 13 e 9 euro)
-Napoli, Nuovo teatro nuovo (10-11 maggio ore 21.00 biglietti 13 e 9 euro)
-Milano, Elfo-Puccini, Sala Bausch (28-30 maggio ore 20.00 biglietti 13 e 9 euro)
per info e prenotazione
cell. (anche Whatsapp): 328.14.83.528
prevendita sul circuito CiaoTicket (www.ciaoticket.com)
Biografie
Valentino Infuso, classe '76, attore, drammaturgo, regista e mascheraio. La sua formazione va dalla prosa al teatro-danza, dal mimo alla scherma teatrale, dalla danza butoh al canto. Studia con maestri quali Ettore Massarese, Raul Manso, Silvya Kanter, Hector Malamoud, Yves Lebreton, Antonio Fava, Danio Manfredini, Giorgio Rossi, Atsushi Takenouchi, Yumiko Yoshioka, Maria Consagra, Lindsay Kemp, collaborando con coreografi del calibro di Raffaella Giordano e Roberto Castello. Cofondatore, assieme alla coreografa Elisabetta Faleni, della compagnia Teatro in Polvere, realizza dal 2000, come ideatore e coautore, “Teatro-Cucina®”, spettacolo che, con oltre 500 repliche, ha dato nome ad un vero e proprio genere. Tra le sue scritture e regie teatrali “Sushidio®”, “Il Piccolo Attore”, “Dojo-Ji” (con la cantante giapponese Shinobu Kikuchi) e, attualmente sulle scene, “PFF” con Valentina Cidda. Alternando la creazione di spettacoli teatrali al lavoro d'attore (è Michelangelo nel “Giudizio Universale” di Marco Balich) e all'attività di formazione (in Italia e all'estero), è attualmente impegnato nella pubblicazione dei suoi testi teatrali (13 ad oggi) e nella scrittura del suo primo romanzo. La sua attività di ricerca teatrale è attualmente oggetto di una tesi di laurea presso l'Università di Bologna, col titolo “Il teatro di Valentino Infuso”.
Valentina Cidda, classe 1978, comincia fin da bambina, sia sul palcoscenico che in sala di doppiaggio al fianco del padre, Mario Maldesi prestando la sua voce in numerosi film. Comincia a scrivere fin da giovanissima e riceve numerosi premi e riconoscimenti.
La passione per la scrittura da ragazza la porterà a lavorare come dialoghista e adattatrice cinematografica firmando le versioni italiane di film quali: “L’estate di Kikugiro” di Takeshi Kitano, “Una storia vera” di David Linch, “La tigre e il dragone” di Ang Lee, “Regole d’onore” e “The Hunted”, di Wiliam Friedkin, “Eyes wide shut” di Stanley Kubrick. Studia pianoforte e composizione in conservatorio. Si distacca poi dall’ambiente classico attratta sempre più da ambiti di sperimentazione e ricerca e la musica diventa componente importante del proprio lavoro teatrale e performativo in generale. Studia e cresce come attrice con maestri quali: Danio Manfredini, Cezar Brie, Giorgio Rossi, Raffaella Giordano, Mitsuru sasaki, Kristin Linklater, Marcel Marceau e molti altri. Nel 2002 fonda la compagnia teatrale Il Guazzabugllio, attiva per anni in tutto il territorio italiano con spettacoli propri. Laureata in Filosofia della Comunicazione, 110 e lode, con una tesi dal titolo "Ai margini dell’evoluzione: spunti riflessivi sul corpo tra biologia e tecnologia", attento studio sul corpo, tra arte performativa e espressione comunicativa, e delle sue contaminazioni con la tecnologia. Nel 2005 istituisce il gruppo di ricerca e produzione teatrale Dulcamarateatro. Ancora nel 2006 aderisce alla fondazione della band indie-pop Kiddycar, riconosciuta e stimato da pubblico e critica italiana e internazionale. Nel 2008 diventa autrice e conduttrice radiofonica di Radio Rai. (Il Buongiorno di Radio1; “Music Club” su Radio 1; “Effetto Notte” Radio 2 di cui è anche ideatrice).
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