giovedì 31 marzo 2011

"456" di Mattia Torre al Piccolo Eliseo Patroni Griffi

In scena dal 22 marzo al 3 aprile 2011 al Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi "456" di Mattia Torre,  è una commedia ambientata in un luogo imprecisato del sud d'Italia: in una valle vive una famiglia, padre (Massimo De Lorenzo) madre (Cristina Pellegrino) e figlio ( Carlo De Ruggeri), i tre vivono in una situazione di costrizione, ognuno chiuso in se stesso, il padre è intento ad abbassare le inquietudini e i sogni della moglie e del figlio, ma coltiva dentro di se un sogno del tutto personale. La madre è ossessionata da tutto quello che riguarda la cucina, ma soprattutto, il suo pensiero corre ad una tiella, passata malauguratamente nelle mani di una donna francese in seguito ad una cena post funerale. Il figlio vorrebbe uscire dalla valle, andare a Roma, lavorare,avere una vita "normale", ma ciò gli è impedito dai pensieri paterni,fuori di quà ci sono i virus, i bacilli, c'è la morte, solo nel nostro territorio abbiamo tutto. In più il padre lo costringe a inscenare una pantomima davanti ad un misterioso personaggio, (Franco Ravera) marito della francese, e quindi atteso dalla madre solo perché potrebbe con lui tornare l'amata tiella.I tre si odiano, ciascuno è per gli altri due quanto di più ci possa essere di detestabile. La famiglia è una metafora dell 'Italia, ovvero una convenzione, non un vero popolo una nazione unita, ma una serie di individui messi a forza insieme, e che stanno uno contro l'altro, perché non hanno intenti  e aspirazioni comuni. E purtroppo, spesso, è proprio nella famiglia, che dovrebbe essere il nucleo, protettivo e aggregante delle persone, dove invece nascono i germi del conflitto, perché la famiglia vede la società come ostile, e reagisce con paura e cinismo. La famiglia è l'avamposto della nostra arretratezza culturale. La commedia è scritta in una lingua- dialetto che ricorda molto da vicino i dialetti del sud Italia, ma infarcita di latinismi , ricorda un po' quella usata da Mario Monicelli nell'Armata Brancaleone.
456
di
Mattia Torre
Regia
Mattia Torre
con : Carlo De Ruggeri, Massimo De Lorenzo, Cristina Pellegrino, Franco Ravera.
Prodotto da Maurizio Puglisi e Ninni Bruschetta
Teatro Piccolo Eliseo
dal 22 marzo al 3 aprile 2011
Via Nazionale 183 Roma
Miriam Comito

venerdì 25 marzo 2011

Finale di partita

Massimo Castri si cimenta, da regista, per la prima volta con l'opera  di Samuel Beckett e lo fa portando in scena al Teatro India di Roma dal 22 marzo al 3 aprile 2011 "Finale di partita". Il titolo dell'opera scritta dal drammaturgo irlandese nel 1957, fa chiaro riferimento al gioco degli scacchi, ma il " Finale di partita" non esiste in tutte gli incontri ma solo in quelli dove gli avversari si equivalgono, non si verifica quindi, nel caso in cui uno dei due giocatori vince facilmente sull'altro, in quel caso infatti la partita si può chiudere nel "mediogioco" o addirittura nella fase di apertura. Nel "finale di partita" non solo i pezzi sulla scacchiera sono rimasti pochi, ma il re non è più solo una figura da difendere, ma diventa anche da attacco. Beckett era un discreto giocatore, e lui stesso parlò di analogie tra il gioco degli scacchi e la sua seconda opera teatrale.
Il protagonista di questo atto unico è Hamm (Vittorio Franceschi) un vecchio signore cieco e paralitico che vive nella sua casa con il suo fedele servitore Clov (Milutin Dapcevic). Hamm sa che la sua vita sta finendo...la sta per perdere, ma come il re in un "finale di partita" non è solo più una pedina da difendere,può attaccare, l'opera fluisce in continuo botta e risposta tra il padrone e il servitore, che non può sedersi per una malformazione alle gambe, e che dopo una vita passata a chinare la testa tormenta il suo padrone, con cui c'è anche un evidente legame affettivo, con un "me ne vado- no resto". In uno scenario apocalittico: una grande stanza con due sole piccole finestre poste molto in alto, dalle quali si vede, con l'ausilio di una scala, da una parte solo terra e dall'altra solo acqua. Se non fosse per i due vecchissimi genitori di Hamm:  Nell (Diana Hobel) e Nagg (Antonio Giuseppe Peligra)  nascosti dal figlio in due bidoni della  spazzatura, senza gli arti inferiori, e che parlano come se fossero bambini, ricordando però i tempi felici del loro fidanzamento e anelando ad un biscottino. I due duellanti sembrerebbero gli unici sopravvissuti ad una catastrofe nucleare, come se fuori di quella casa non ci fosse più nulla. "Finale di partita" Specchio dell'umanita abbruttita dalla Seconda Guerra Mondiale, rimane un testo estremamente attuale, il nonsenso che permea le vicende del mondo e le azioni dei suoi abitanti purtroppo è molto vicino ai nostri tempi.
FINALE DI PARTITA
            di
   Samuel Beckett
         Regia
Massimo Castri
Personaggi            Interpreti
Hamm                  Vittorio Franceschi
Clov                     Milutin Dapcevic
Nell                      Diana Hobel
Nagg                    Antonio Giuseppe Peligra
Teatro India dal 22 marzo al 3 aprile 2011
Lungo tevere dei Papareschi
Miriam Comito

giovedì 17 marzo 2011

Giampaolo Morelli presenta il suo primo libro

L'attore Giampaolo Morelli, protagonista dei film "Dillo con parole mie", insieme a Stefania Montorsi, e "L'uomo perfetto" con Gabriella Pession, Riccardo Scamarcio, e Francesca Inaudi, nonché della celeberrima e amatissima serie TV "L'ispettore Coliandro" ha deciso di mettersi alla prova con la scrittura. "Un bravo ragazzo- storia di un prestigiatore erotomane, dislettico e disadattato" per la Fazi editore è il suo primo romanzo. Il protagonista del libro e Raimondo Ricci un adolescente un po' sfigato che rimbalzato dalle sue coetanee, che guardano i ragazzi più grandi e più fighi, avendo un'età tipica in cui si scatena la tempesta ormonale, fa sogni erotici sulle proprie professoresse, e si appassiona ai giochi di prestigio. Morelli ha scelto di descrivere l'adolescenza, perché lo ritiene (come molti) un periodo complicato, in cui i giovani si trovano a dover per forza decidere cosa fare da grandi, e magari non sono ancora preparati a farlo, o non hanno talenti particolari che li portino a determinare una scelta precisa, e quindi si può diventare dei disadattati. Raimondo Ricci potrebbe essere un Coliandro adolescente. L'ispettore Coliandro, serie seguitissima, punta di diamante di Rai 2, dal 2009 non viene più prodotta, Rai 2 ha deciso di non produrre più fiction ma solo reality e trasmissioni di approfondi mento e intrattenimento. Un vero peccato, perché L'ispettore Coliandro è diverso dagli altri polizieschi, faceva vedere oltre al poliziotto, l'uomo i suoi pensieri,le sue incertezze, le sue speranze.
 La prefazione del libro è di Carlo Lucarelli "Cercavo l'attore che scriveva un libro, e non l'ho trovato...!!"
Durante la presentazione del libro a Roma ho avuto occasione di fare una piccola intervista a Giampaolo Morelli, ma prima voglio scrivere la motivazione che una  sua fan giovane e educata mi ha dato per la sua presenza in libreria: Elisa Rinaldi "Principalmente mi ha spinto a venire il suo charme come attore, è irriverente e esilarante non scendendo mai nel volgare"
Piccola intervista:
D:Sarà possibile vedere Coliandro sul grande schermo, farne un film?
R: Non te lo so dire, noi speriamo, ma non dipende solo da noi.
D: Hai mai pensato di metterti dall'altra parte della cinepresa, di fare una regia?
R: Ho fatto due corto metraggi (Sceneggiatura), ma la regia, per ora, no.
D: Se potessi decidere tu che ruolo vorresti interpretare?
R: COLIANDRO!!!
D: Su i giochi di prestigio come ti è venuta la passione e se a volte eserciti ancora.
R: No non esercito più ringraziando Dio, perché è una cosa triste, a meno che non sei David Copperfield che fa sparire la Statua della Libertà, la vedo un po' triste giocare con i foularini e le colombe. Mi è nata...avevo 12 anni e invece di voler solo scoprire il trucco, mi piaceva anche farlo.
Miriam Comito

mercoledì 9 marzo 2011

BETRAYAL


IET – Independent English Theatre
             
con il Patrocinio dell’Ambasciata Britannica a Roma
PATRONS PUPI AVATI / DAME JUDI DENCH

presenta
                           
Betrayal

DAL VINCITORE DEL PREMIO NOBEL
 Harold Pinter
Regia di Donnacadh O’Briain
Scenografie Alessandro Bentivegna. Musiche di Philip Stewart.
Cast: Sandra Paternostro, Rinaldo Rocco, Gianpiero Cognoli & Ferdinando Schiavone.


Your wife and your best friend are having an affair/ Tua moglie e tuo migliore amico sono amanti.
You're not letting on you know / Tu fai finta di non sapere
Who's betraying who? / Chi tradisce chi?


Con uno sforzo coraggioso, Independent English Theatre, Natural Shocks e Iceni Productions producono Betrayal di Harold Pinter con il patrocinio dell’Ambasciata britannica a Roma. La bellissima pièce teatrale, celebrata come uno dei maggiori testi del Premio Nobel per la Letteratura, verrà allestita in lingua inglese al Teatro dell’Orologio-Sala Orfeo di Roma dall’9 al 20 marzo prossimi. L’allestimento, frutto della collaborazione di tre diverse esperienze teatrali - italiana, inglese ed irlandese -si rivolge al pubblico romano ed alla comunità internazionale della capitale, con l’obiettivo di diffondere e migliorare la conoscenza della letteratura, cultura e lingua inglese a Roma.  Attorno al progetto si è raccolto un gruppo di artisti entusiasti e di genio, tra i quali ricordiamo il regista Donnacadh O’Briain, talento promettente della scena teatrale  irlandese e membro della Royal Shakespeare Company, e Sandra Paternostro, figlia del giornalista Sandro Paternostro, che con la professione di attrice prosegue l’attività di divulgazione della cultura britannica del padre.


Così le repliche e i biglietti:

Dal 9 al 12 marzo e dal 17 al 19 marzo 2011 alle ore 21.00,
domenica 13 e 20 marzo alle ore 17 e 30 presso la Sala Orfeo del Teatro dell’Orologio - Via dei Filippini, 17  Roma.

sabato 5 marzo 2011

L'OPERA DELLE AZIONI

Fondazione di Venezia

TEATROPERSONA



dal 25 al 27 marzo 2011, Teatro Fondamenta Nuove, Venezia

Il poeta è un fingitore. / Finge così completamente / Che arriva a fingere che è dolore / Il dolore che davvero sente
(Fernando Pessoa)
Nell’ambito di una intensa residenza artistica al Teatro Fondamenta Nuove, che partirà dalla presentazione dello spettacolo "Trattato dei manichini", la compagnia Teatropersona terrà per Esperienze di Giovani a Teatro il laboratorio "L’opera delle Azioni", rivolto a giovani dai 18 ai 29 anni (massimo 15 partecipanti), che percorrerà alcuni temi e azioni in connessione con il nuovo progetto della compagnia, "A U R E".
Il laboratorio di Teatropersona focalizza la sua attenzione sul training atto alla preparazione fisica dell’attore e sulla drammaturgia delle azioni fisiche. La presenza dell’attore in scena è fondamentale, è qualcosa di arcaico: come la luce, il corpo dell’attore non si vede ma fa vedere. Gli elementi che permettono all’attore di  guidare lo spettatore nel buio della visione sono azioni, gesti, l’uso della voce e del ritmo. Il laboratorio introdurrà i partecipanti all’operare della compagnia: un lavoro fisico basato sull’improvvisazione e sulla costruzione della drammaturgia delle azioni: quelle azioni caratterizzano il personaggio, che possono condurci più a fondo nella sua costruzione. L’opera delle azioni è semplice e intestimoniabile, lascia aperto il dialogo tra scena e platea più di ogni parola.
Soggetto del laboratorio saranno le seguenti tematiche:

Le azioni

utilità e forma  -  posa e postura   -   forma ipocrita   -   pose dinamiche
composizione e costruzione   -   gesto, azione, atto   -   sostenere il vuoto -
 improvvisazione convenzionale   -   l’acme del personaggio   -   la figura
Il viso dalla faccia al viso   -   smorfia, espressione, maschera  -  costruire la maschera
La memoria fisica
memoria emotiva  -  memoria involontaria delle membra – vita vivente e vita vissuta  -  maturare verso l’infanzia.
La voceliberare il respiro dall’educazione fisica   –   individuazione del proprio grido originale
suono emotivo e suono musicale   -   emissione libera
gamma dei risuonatori e armonici   il canto (vibratorio, gregoriano, polifonico)
L’innato ridere e piangere
stimolazione sonora del plesso solare  -  gamma del riso e del pianto - improvvisazioni
Il ritmostrutture ritmiche numeriche   -   strutture ritmiche non numeriche –
il ritmo e la fatica
Compagnia Teatropersona, si affaccia alla scena teatrale circa dieci anni fa, partecipa al Premio Scenario e Scenario Infanzia 2008. Lavora intorno alla poetica di Beckett e Schulz per i primi due spettacoli della Trilogia del Silenzio, con BeckettBox vince il progetto Beckett &Puppet 2005/6, con Trattato dei Manichini il Premio scrittura di scena Lia Lapini e il Premio Nuove Creatività. Lo spettacolo conclusivo A U R E sarà presentato a Civitavecchia al Teatro Traiano il 15 e 16 Marzo 2011.
Video: http://www.youtube.com/watch?v=J_lkmOqy1Iw
Link: http://www.teatropersona.it/
Per chi: giovani dai 18 ai 29 anni iscritti a Giovani a Teatro, anche senza esperienza. Portare vestiti comodi, con abbigliamento sportivo adatto al traning teatrale.
Iscrizioni: inviare i propri dati a esperienze@giovaniateatro.it
Accessibilità: 30 euro
Per informazioni: Esperienze 041 2201934; esperienze@giovaniateatro.it

CELLULE

Dopo il debutto nell’edizione 2010 del Festival “Quartieri dell’Arte”,di nuovo in scena  questa volta al Teatro nuovo Colosseo di Roma, dal 19 febbraio al 6 marzo 2011 " Cellule"di Luca De Bei, autore pluripremiato (premio Flaiano, premio per la drammaturgia del Festival di Heidelberg, premio Fondi La Pastora)  e rappresentato da anni in Italia e all’estero (New York, Bruxelles)
 Cellule è il primo lavoro della compagnia “Asilo Molly Mariuccia”, composta da tutti giovani attori diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Genova, da dove proviene anche lo stesso De Bei.
Siamo tutti organismi unicellulari, che non hanno bisogno di nessuno per riprodursi, tutte monadi, autosufficenti chiuse nel loro mondo ristretto fatto di piccoli e grandi egoismi e meschinità. Un papà che stupra del donne in un parco ( Andreapietro Anselmi), una psicologa che abbandona il suo cane (Cristina Pasino), uno sceneggiatore che scopre di avere l'aids (Luca Terracciano), uno studente in contatto con gli alieni ( Manuel Zicarelli), una donna in carriere più preoccupata della sua auto che del bambino che ha in grembo ( Barbara Alesse), un poliziotto gay ( Maximilian Dirr). Tutti questi personaggi, che sembrano essere apparentemente scollegati tra loro, ci appaiono da prima sul palco come se fossero manichini nascosti da veli semi-trasparenti  e ci svelano a poco a poco i loro drammi personali, dovuti in gran parte all'incomunicabilità scaturita dall'egoismo, arrivato ormai, talmente a un punto di non ritorno, da trasformare i dialoghi in monologhi a due, come se fossero due linee parallele che pur andando verso la stessa direzione non  sono destinate ad incontrarsi mai, pur avendo tante cose in comune, e se le due linee, invece di proseguire dritte per la propria strada si girassero, anche solo per un attimo si incontrerebbero. Solamente il ragazzo che crede di essere in contatto con gli alieni ha capito che solo attraverso il dialogo, il rispetto per gli altri ci si può salvare dalla catastrofe imminente, ma mentre gli altri rimangono nei propri bozzoli, lui è l'unico ad essere colpito.
Note di regia di Dario Aita
“Chissà perché tutto va male […] Un acquario può diventare una zuppa di pesce, mentre una zuppa di pesce non può diventare un acquario”. Quando ho terminato la lettura di Cellule questa frase ha continuato a girare nella mia testa più di qualunque altra ergendosi a simbolo di un senso di catastrofe che si respira in tutto il testo. Un senso che non è una promessa grazie soltanto ad un semplice “può” che solo soletto lascia entrare un enorme spiraglio di luce che si riflette nelle torbide acque di quell’acquario. E non si tratta di una luce di speranza o di salvezza perché come diceva Mario Monicelli “la speranza è una trappola”. No. Nessuna speranza. Rileggendo quella frase mi è ritornato in mente l’ottimismo catastrofico –mutuato da Gramsci- di cui tanto parlava Sanguineti e in cui sempre mi sono riconosciuto: pessimismo della ragione e ottimismo della volontà. La consapevolezza che stiamo annegando, e malgrado ciò nuotare strenuamente per raggiungere la superficie e respirare un sorso d’aria. Quel “può”, quello spiraglio di luce significava la mia volontà nella catastrofe. Ma quelle parole significano pure e soprattutto che la perpetua catastrofe in cui sprofondiamo ha un punto di non ritorno oltrepassato il quale uno spruzzo irreversibile macchia indelebilmente le nostre esistenze. E sono spruzzi di sangue e sperma. Perché “tutta la storia è scritta con il sangue e con lo sperma” (G.N.), compresa quella dei personaggi di Cellule. Personaggi che sono vittime e carnefici allo stesso tempo, travolti da inspiegabili eventi di cui sono vittime inerti e inconsapevoli artefici e prosecutori, macchiati da quello sperma e da quel sangue, dal proprio e da quello altrui, che mi hanno confermato quanto la crudeltà nasca dall’amore, ma soprattutto che l’amore esiste, come una cellula piccola e invisibile persa nella catastrofe.
Dario Aita regista dello spettacolo, si sta facendo conoscere al grande pubblico come attore cinematografico (“La prima linea”, accanto a Riccardo Scamarcio e Giovanna Mezzogiorno) e televisivo (“Il segreto dell’acqua
CELLULE
      di
Luca De Bei
   Regia
Dario Aita
Con : Barbara Alesse, Andreapietro Anselmi, Maximilian Dirr, Cristina Pasino, Luca Terracciano, Manuel Zicarelli.
Teatro Nuovo Colosseo
dal 19 febbraio al 6 marzo 2011
dal martedi al sabato ore 20.30- domenica ore 17.00
Via Capo d'africa 29/a
06/7004932
Miriam Comito

venerdì 4 marzo 2011

BELLISSIME

In scena al Teatro Roma dal 2 al 20 marzo 2011 " Bellissime" scritto e diretto da Paola Tiziana Cruciani,  è una commedia noir, dove le speranze o le illusioni di 4 donne prendono forma nella clinica di chirurgia estetica Artemis. Qui approdano Laura (Paola Minaccioni) da anni sotto anti-depressivi, e con un rapporto difficile con gli oggetti di arredo, insieme al suo fidanzato ( Enzo Casertano) lui vorrebbe che lei avesse un sedere a bauletto. Patrizia detta Patty ( Michela Andreozzi) una bella ragazzotta di periferia che lavora in palestra, ha avuto tanti amori, ma nessun matrimonio e nessun figlio, tutta colpa del suo naso.... e poi c'è Francesca (Alessandra Costanzo) una di quelle belle donne siciliane piene di salute e di energia, Francesca ha un marito e ben sei figli, questi ultimi hanno preso i primi sostentamenti, ciascuno per ben 24 mesi dai suoi seni..che ora lei vorrebbe ridurre da una ottava, ad una quarta. Francesca è grande amica della dottoressa Marina (Paola Tiziana Cruciani) titolare della clinica. Le tre ricoverate, fino al giorno prima sconosciute si troveranno a confrontarsi tra di loro, a raccontarsi, e complice il vino si apriranno. Un'operazione di chirurgia estetica nasconde, spesso, dietro alla voglia di un cambiamento fisico il pensiero, spesso non combaciante con la realtà, che il cambiamento fisico porti ad un concreto miglioramento nella vita. La commedia improvvisamente si tinge di nero, si perché Marina, in seguito ad un colpo di pistola muore. Francesca che è un avvocato subito coadiuvata dalle sue nuove amiche si mette a indagare suicidio o omicidio? I sospetti di lei cadono sul giovane Rodrigo (Emiliano Luccisano) amante di Marina e bisognoso..di soldi. Non sempre tutto è come sembra....cosa ci sarà, davvero, dietro a questa storia?
Un cast quasi del tutto al femminile, che sa tenere benissmo la scena, seppur nello spettacolo si ride molto,sia per le battute che per la grande espressività delle attrici protagoniste " Bellissime" è uno spettacolo che porta anche a riflettere su quale siano i metodi giusti per migliorare la propria vita.
BELLISSIME
       di
Paola Tiziana Cruciani
    Regia
Paola Tiziana Cruciani
Con : Michela Andreozzi, Alessandra Costanzo, Paola Tiziana Cruciani, Paola Minaccioni, Enzo Casertano, Emiliano Luccisano.
Vestiti: Laura Biagiotti
Teatro Roma dal 2 al 20 marzo 2011
Via Umbertide 3
Miriam Comito

mercoledì 2 marzo 2011

IL GIOIELLINO

Andrea Molaioli dopo aver esordito alla regia con "La ragazza del lago" nel  2007, torna a dirigere un film ambientato nella provincia italiana: "Il gioiellino" che uscirà nelle nostre sale in 170 copie il 4 marzo.
La Leda, una grande azienda agro-alimentare, ramificata nei 5 continenti, quotata in borsa, in continua espansione verso nuovi mercati, e nuovi settori. quello che si dice un gioiellino. Il suo fondatore Amanzio Rastelli (Remo Girone), era partito salumiere, ma si ricordava bene che quando c'era la guerra, e lui era bambino, anche se le persone non potevano comprare quasi nulla per mancanza di soldi...al latte non rinunciava mai nessuno. Rastelli ha messo ai posti di comando il figlio, la nipote Laura Aliprandi (Sarah Felberbaum) una ragazza che ha studiato all'estero economia e che si fida molto dei poteri delle pietre dure. Braccio destro di Rastrelli è un tenace ragioniere Ernesto Botta (Toni Servillo), attaccato all'azienda come se fosse la sua unica ragione di vita. Si dice che quando il gioco si fa duro i duri inizino a giocare, appunto, le sfide che pone il mercato sono troppe e il management della Leda è inadeguato, il gruppo si indebita sempre di più, entra in gioco la " finanza creativa" quest'ultima turberà i sonni del nuovo assunto alla Leda :Filippo Magnaghi (Lino Guanciale).Colerà tutto a picco, i buchi si trasformeranno in voragini che inghiottiranno tutti, o quasi.
Lo spunto iniziale di questo film, dice Molaioli, nasce dall'interesse insieme ad una certa inquietudine, che mi ha ispirato la cronaca degli ultimi anni, quando sono iniziati i primi segnali della grande crisi globale, mi stavo interessando a ciò che ruotava intorno al mondo della finanza, che pare essere inaccessibile ai più ma che poi ricade, inaspettatamente e drasticamente su tutta la popolazione, i buchi neri, quando vengono scoperti finiscono con lo sconvolgere l'economia reale. Il regista non ha voluto solamente raccontare la storia di un crack finanziario, ma i singoli punti di vista  dei singoli personaggi coinvolti, mostrando il loro quotidiano, le loro vicende intime. Incredibile, l'espressione quasi sempre, bonaria sorridente voluta dare a Rastrelli, in fondo lui aveva dato lavoro a molte persone, era una persona da rispettare, se  si è colti in flagrante, e vengono fuori le magagne, ci possono stare, perché io ho aiutato il paese... ho aiutato la cittadinanza, la sua sfera sociale.
Dal punto di vista della scelta del cast "Il gioiellino" ha il pregio di unire attori di fama consolidata come Remo Girone e Toni Servillo, a giovani e bravi attori che si stanno facendo notare per le loro interpretazioni come Lino Guanciale ( Io Don Giovanni, di Carlos Saura 2008, La prima linea, di Renato De Maria 2009, e Vallanzasca gli angeli del male 2010di Michele Placido) e Sarah Felberbaum ( Due vite per caso di F. Aronadio 2009,  Maschi contro femmine 2010, e Femmine contro maschi 2011 di Fausto Brizzi.
IL GIOIELLINO
Regia                     Andrea Molaioli
Personaggi             Interpreti
Ernesto Botta         Toni Servillo
Amanzio Rastelli     Remo Girone
Laura Aliprandi       Sarah Felberbaum
Filippo Magnaghi    Lino Guanciale
Francesco Scianchi  Fausto Maria Sciarappa
Segretaria Carla       Lisa Galantini
Barbara Magnaghi    Vanessa Compagnucci
Giulio Fontana           Maurizio Marchetti
Igor Yashenko          Igor Chernevich 
Mr. Rothman             J. O. Sanders
Augusta Rastelli        Gianna Paola Scaffidi
Signora Rastelli         Adriana De Guilmi
Matteo Rastelli          Alessandro Adriano
Commercialista          Roberto Sbaratto
Attilio Pieri                 Alessandro Signetto
Senatore Crusco         Renato Carpentieri
Miriam Comito