mercoledì 30 novembre 2016

DONNE AL PARLAMENTO Ecclesiazuse Recensione

Compagnia
“Di necessità virtù”
Presenta


 Al Sala Uno Teatro
Dal 29 novembre al 4 dicembre

Donne al Parlamento
Ecclesiazuse
Di Aristofane



Una produzione Ferruccio Barone

Traduzione e adattamento Valeria e Lorenzo De Liberato
Regia Lorenzo De Liberato

Con (in O.A.)
Francesca Bellucci, Luisa Belviso, Ludovica Di Donato, Alessio Esposito, Tiziano Floreani, Lorenzo Garufo, Irene Vannelli

Costumi Giuseppe D’Andrea
Disegno luci Matteo Ziglio
Grafica Federica Nanni
Foto Riccardo Riande
Arrangiamenti musicali Tiziano Caputo

 Aristofane scrisse Ecclesiazuse nel 391 A. C. la commedia può collocarsi in quello spazio di transito tra un periodo e un altro più precisamente tra la commedia antica e quella di mezzo. La compagnia "Di necessità virtù" la porta in scena per la traduzione e adattamento di Valeria e Lorenzo De Liberato e la regia di quest'ultimo. Questo spettacolo senza dubbio divertente, può essere letto come una metafora del tempo che pur passando, e stiamo, in questo caso parlando di ben due millenni, poco cambia. Le rivoluzioni, necessarie hanno portato si sa ad una libertà che poi è andata a sfociare in ben note dittature o imperi nel migliore dei casi. Aristofane è stato il più grande commediografo della Grecia antica, le sue commedie avevano come bersaglio la democrazia ateniese e nelle Donne al parlamento in particolare mette in luce l'utopia che ci sia un gruppo in grado di cambiare, veramente, le cose nella gestione della cosa pubblica. Un gruppo che non è mai stato al potere, una minoranza, all'epoca non potevano che essere le donne. Un archetipo di comunismo estremo porta ad un caos totale. L'attualità di questo tema è contestabile nella misura in cui, le donne seppur in numero minino hanno, del corso dei scoli preso parte al governo basti pensare alla zarina di Russia Caterina II, e giungendo a  tempi a noi più vicini la Thatcher. Le minoranze di oggi quali potrebbero essere? i diversamente abili? I vegani? Al di là di queste considerazioni lo spettacolo è godibile, divertente, con degli inserti di dialetto, ho senito il pubblico più volte scoppiare in fragorose risate. I personaggi sono abbastanza caratterizzati. Nel complesso piacevole. L'attrice che mi ha più convinto per i personaggi da lei interpretati  ovvero. l'antagonista di Prassagora e la prima delle vecchie e per il modo come li ha interpretati è Ludovica Di Donato. Questo spettacolo ha un grande pregio di portare al pubblico odierno, una storia antica, si da stimolare, si spera curiosità.
Miriam Comito

Un gruppo di donne, travestite da uomini, con a capo Prassagora, decidono di infiltrarsi in assemblea per far approvare un decreto che trasferirebbe alle donne il potere della città di Atene. Dato che la città è da tempo in balia di persone che non sono più in grado di governare, Prassagora e le sue complici riescono facilmente nel loro intento e gli uomini votano a favore della proposta. Una volta al potere le donne deliberano una serie di provvedimenti di stampo "comunista" come la condivisione dei possedimenti e del denaro per il bene comune. Queste riforme valgono anche per i rapporti sessuali e così le donne hanno la libertà di andare a letto e fare figli con chiunque vogliano; tuttavia, siccome questo potrebbe favorire le persone fisicamente belle, si decide anche che ogni uomo, prima di andare con una donna bella, sia tenuto ad andare con quelle brutte, e viceversa. Queste delibere però creano una situazione assurda e paradossale sconvolgendo le vite degli abitanti della città.

Note di regia. Nelle “Ecclesiazuse” Aristofane non indirizza più la sua satira (come nella maggior parte delle precedenti commedie) verso uno o più uomini di potere specifici, bensì contro l’inadeguatezza dell’intero sistema di governo ateniese. L’utopia è al centro del suo lavoro: una minoranza (in questo caso le donne) riesce a salire al potere è a promulgare una serie di riforme che sconvolgono l’ordine sociale. Attraverso questo testo la compagnia “Di necessità virtù” vuole raccontare come, in qualsiasi epoca, luogo o sistema, il potere e l’ambizione possano avvelenare le menti più pure e corrompere i propositi migliori.
Decontestualizzando l’opera, lo spettacolo mostra in scena, allegoricamente, un capovolgimento al vertice del potere che, come nel quarto secolo A.C. così nel 2016, crea una realtà paradossale con la quale tutti, volenti o nolenti, si ritrovano a dover fare i conti.

Sala Uno Teatro – P.za Porta San Giovanni, 10
Tutti i giorni alle 21 e la domenica alle 18
BIGLIETTI: intero 15 euro, ridotto 10 euro, – tess. 2 euro
INFO E PRENOTAZIONI promozione@salaunoteatro.com Teatro Sala Uno
Telefono +39 06 86606211

martedì 29 novembre 2016

PIERFRANCESCO FAVINO SU STUDIO UNIVERSAL

MY STUDIO: PIERFRANCESCO FAVINO

Studio Universal (Mediaset Premium DT), presenta mercoledì 30 novembre a partire dalle 20.40, il secondo appuntamento di “MyStudio”, il programma che nasce da un evento live in cui attori, cantanti, musicisti e altre personalità del mondo dello spettacolo, cultura, scienza intervistati dalla giornalista Claudia Catalli, raccontano alle telecamere del Canale qual è il loro film americano preferito.
L’ospite d’eccezione è Pierfrancesco Favino che spiega al pubblico perché Quarto Potere di Orson Welles è stato il suo film del cuore e come ha influito sulla sua vita.
A seguire il film Quarto Potere di Orson Welles.

Repliche in onda:
-          Il 7 dicembre alle 23.35
-          L’11 dicembre alle 12.00

Considerazioni sul film che Pierfrancesco Favino ha scelto per parlare a My Studio:

Quarto Potere scandisce l’indimenticabile esordio alla regia di Orson Welles, premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale, universalmente considerato una pietra miliare della storia del cinema. La leggenda di Quarto Potere è stata alimentata in parte dal fatto che, quando lo diresse, Welles era giovanissimo e, dal confronto tra  il suo protagonista e il magnate dell’ editoria William Randolph Hearts che mosse mari e monti per fermare la realizzazione del film e, non riuscendovi, tentò di screditarlo.

“Quarto Potere è una pietra miliare del cinema americano che ha segnato generazioni di spettatori. Perché lo hai scelto?

E’ un film godibilissimo, quei 119 minuti ti passano volando. E’ un

 film totalmente narrativo. Molto complesso ma allo stesso tempo

 molto più semplice rispetto a quanto si è pensato che fosse. 

Estremamente coatto.

Perché “coatto”?

E’ stato coatto chi lo ha fatto. A Roma coatto significa uno che ha

 molta prosopopea e nel caso specifico aveva ragione ad averla. A 25

 anni fare una cosa del genere… Fare un capolavoro del cinema e

 farlo in questo modo non avendo paura, vuol dire che sei coatto.

 Orson Welles è coatto. Probabilmente ha anche avuto il problema di 

aver fatto come miglior film della sua vita, il suo primo film. Questo 

film è un grandissimo gioco, la macchina da presa è sempre

 presente, c’è un grandissimo desiderio di stravolgere e sconvolgere

, vedere il mondo sotto un’altra lente. In questa chiave diventa quasi 

un film sul cinema. A me non dispiace quando vedo il lavoro del 

regista. Quando il regista dichiara il suo punto di vista e quando

 questo punto di vista è giocosamente tecnico come può essere per

 Sorrentino o per Kubrick, quei registi che dichiarano il movimento di 

macchina ma che non sono mai fine a se stessi.


Ti ricordi la prima volta che lo hai visto?  Quante volte te lo sei rivisto?

L’ho visto per la prima volta a casa in videocassetta e l’ho visto

 perché che fai non sai parlare di Quarto Potere? Facciamo parte di

 una generazione in cui poter parlare di cinema faceva un po’ fico,

 andavi a cena e ti chiedevano “hai visto Quattrocento colpi”… eh

 ovvio! “hai visto Farenheit?” Eh certo!

Penso di averlo visto 10 o 12 volte, nel senso che a volte ti chiedi 

“che facciamo stasera? Ma perché non rivederci Quarto Potere?” Da 

solo naturalmente…perché quando lo propongo a casa c’è il fuggi,

 fuggi generale, mi dicono “ma no guarda adesso meglio di no che c’è Peppa Pig”.

Sono contento di non averlo visto troppo presto perché me lo sono goduto di più.

Ti sei mai ispirato a Orson Welles nella tua carriera, per uno spettacolo

 teatrale, per un film, per un provino o anche solo davanti allo specchio?

Credo che esistano eventi artistici come questo film che aggiungano 

vocaboli al vocabolario esistente, per cui il cinema prima e dopo 

Quarto potere sono due mondi diversi, come se lui avesse aggiunto 5 

pagine ad un vocabolario. Sarebbe presuntuoso da parte mia dire che 

mi sono ispirato ma sarebbe altrettanto cieco non sapere che questa 

posizione della camera da presa, questa frammentazione del

 racconto, ha fatalmente condizionato la mia crescita come uomo,

 come spettatore e quindi credo anche come attore.

Truffaut disse: Vedi questo film e ti viene voglia di passare alla regia. Ti è successo con Quarto Potere?

Lui il film lo ha fatto a 25 anni, io lo avrò visto a 22 e mi sono detto: 

c’ho ancora tre anni, poi a 27 ho detto vabbè ma lui sta in America, a 

29 ho detto si vabbè ma lui sta sempre in America, a 30 mi sono detto: 

Orson Welles è Orson Welles. Sicuramente non puoi ispirarti a lui, 

puoi sapere che esiste questa possibilità di racconto.

Qual è il momento della vita, della carriera in cui si smette di avere l’ansia di dover dimostrare quanto si vale?

Facendo l’attore firmi un contratto non scritto in cui dici che avrai 

sempre bisogno di un’approvazione. Secondo me cambia la qualità di 

questa cosa. Nel momento in cui ti rendi conto che questa cosa non 

la fai più per te e quindi non richiedi più a te stesso di essere 

all’altezza di un’approvazione ma essere all’altezza di lasciar libero lo 

spettatore di fare il suo film, di seguire la storia senza che tu possa 

essere intrusivo delle emozioni dello spettatore, allora quello è un 

passaggio di maturità importante. Benché in quanto uomini abbiamo 

sempre bisogno di tenere qualcosina per noi. L’ideale di un attore per 

me è essere puramente lo strumento di una storia.





Qual è il tuo Rosebud ovvero quell’elemento, oggetto, tratto 

caratteriale dell’infanzia che tutti pensano che hai perso ma non hai perso?

La curiosità e la positività. Sono uno che pensa sempre che gli

 uomini siano buoni. In fondo se faccio questo mestiere è perché 

sono molto attratto dagli esseri umani perché credo che siano delle 

persone meravigliose e questa è una cosa che mi è stata insegnata 

dal buon cuore dei miei genitori ed è una cosa che ho ancora dentro.

 E se devo scegliere tra non fidarmi e fidarmi, anche quando sospetto

 non essere giusto, spontaneamente mi fido. Ed è una cosa che avevo 

fin da bambino.

Che tipo di lezione può dare Orson Welles e questo film sul sonoro?

Il peso della radiofonia all’epoca era completamente diverso, il suono 

di questo film è meraviglioso proprio nel non essere verosimile. I 

supporti audio nonostante i restauri rimangono supporti audio che 

volutamente non ti fanno pensare alla realtà, quello schiacciamento 

della voce, ti porta immediatamente in un mondo che è il tuo mondo 

di fantasia, il tuo mondo di attenzione, è il mondo in cui hai deciso di 

vedere quel film e di dedicarti un tempo. Per quel che mi riguarda, più

 che la voce “potè” l’orecchio e sentire e ascoltare è il senso 

attraverso il quale io ho decodificato la realtà e di conseguenza la 

voce. Io ancora oggi mi sorprendo nel tentare di fare dei rumori 

bizzarri. Vivere con me non è facile.

Come hai fatto nel tempo a mantenere integra la tua vita privata?

Credo che l’equilibrio non sia uno soltanto e ho impiegato un po’ ad 

arrivarci perché io provengo da una famiglia in cui mamma e papà 

erano sempre lì. Per me quindi non è stato facile fare i conti col mio 

mestiere che mi porta a fare cose diverse. Quel modello di 

riferimento non è assolutamente attuabile. Esiste però un equilibrio 

della nostra vita, del fatto che ci sono delle scelte che puoi e devi fare, 

non è così vero che non puoi rinunciare. Sai che se rinunci a delle 

cose, c’è qualche altra cosa altrettanto importante. E’ vero che si batte

 il ferro finché è caldo ma è anche vero che se altri ferri si raffreddano 

fanno peggio. Allora dipende anche su cosa vuoi investire nella tua 

vita e l’investimento vale la pena quando è dedicato anche ai propri figli.

Parlando di rinunce, quanto conta nel percorso attoriale e nella carriera dire “no”?

Sicuramente ci sono dei no che si fa bene a dire, nel momento in cui 

hai la possibilità di poter scegliere però ci sono dei no che poi alla 

fine sconti. L’importante è che tu sappia perché stai dicendo quel no

 e che quella cosa ha un grande valore per te.

Quali sono le tue letture preferite?

Ho riscoperto il “fascino” dei saggi sulla fisica quantistica. Che leggo

 di notte cercando di non disturbare con la luce la mia signora. Forse 

sarà per questo che fatico a capirli.





C’è un ruolo che vorresti  interpretare e uno che invece non vorresti proprio?

Sai io ho sempre fatto gente col cerchio alla testa, della serie “non sai

 che mi è successo…” un po’ forse è la faccia che c’ho. Benché io ho 

sempre pensato che avrei fatto l’attore comico. Mi sembra limitante 

dire: vorrei fare San Francesco…o voglio fare Che Guevara. Per 

quanto riguarda il teatro ci sono cose che vanno fatte e chi non le fa, 

sa che non le ha fatte. Ad esempio se non hai mai fatto Amleto, non lo

 hai mai fatto e non ce ne sta un altro. Per quanto riguarda il cinema è 

un po’ diverso. Ci sono tante figure che mi interessano ma quello che 

mi piace dell’umanità  è l’incapacità di essere chiusa all’interno di 

una sola identità e non penso che un uomo sia una cosa sola ed è il 

motivo che mi spinge a cercare tutte le volte che ho materiale a 

disposizione quanti uomini in potenza può essere un essere umano.

Quale è stato il tuo impatto nel lavorare in una produzione americana? 

Quali sono le principali differenze con la realtà italiana?

Io sono andato a fare un provino per Cristoforo Colombo in Una Notte 

al Museo, faccio in realtà il tape e lo mando. Lo avevo detto ad un 

paio di amici che avevo fatto un provino per un film con Ben Stiller e

una sera a cena mi chiama un mio amico che secondo me, fa finta di 

parlare americano chiedendomi di presentarmi il giorno successivo 

etc.. e io rispondo si vabbè Fa’ basta e attacco. Mi richiamano, mi 

danno l’appuntamento e io chiamo la mia agente che mi conferma

 tutto. Mi dice solo: guarda che c’è un truccatore che viene e io tra me 

dicevo che strano dobbiamo girare a Vancouver e questo viene qui…

Mi fanno arrivare in un albergo romano e mi fanno un calco da capo a

 piedi, della faccia, del busto… e tra me e me dicevo sarà il loro modo 

di lavorare. Dopo di che arrivo lì e come avete visto o no, tanto non mi

 ha riconosciuto manco mia madre, stavo in questo scafandro di 

statua da Cristoforo Colombo. Per cui il primo passo nel cinema 

americano è stato di guardare senza poter essere visto. E’ stato però perfetto nel mio percorso perché non ho avuto nessuna

 responsabilità grande comunque c’è una differenza culturale 

nell’impostazione del lavoro.  Ambiente iper controllato con grandi 

possibilità. Apparentemente meno creativo con 350/400 persone che

 lavorano ad un film. Io sono abituato a set con al massimo 70 

persone e una creatività e una collaborazione diversa, se vogliamo

 più esplosiva. Detto questo tra azione e stop non è che ci sia una 

grande differenza.

Il cinema americano è l’investimento più grande della loro cultura nel 

mondo. Grazie al cinema stiamo qui a parlar di un film del 1941 che

vuol dire che ha segnato il nostro modo di pensare.


Biografia

Pierfrancesco Favino nasce a Roma il 24 agosto 1969.
Diplomato all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, ha poi seguito il corso di perfezionamento diretto da Luca Ronconi. È tra i fondatori dell'Actor's Center di Roma.
Tra i film che lo hanno messo più in evidenza: L'ultimo bacio Baciami ancora di Gabriele Muccino, Dazeroadieci di Luciano Ligabue, El Alamein di Enzo Monteleone, L'uomo che ama di Maria Sole Tognazzi, Le chiavi di casa di Gianni Amelio.
E inoltre: 
Romanzo Criminale di Michele Placido, La Sconosciuta di Giuseppe


Tornatore, Saturno Contro di Ferzan Ozpetek, Cosa voglio di più di Silvio Soldini e La vita facile di Lucio Pellegrini.
Tra le produzioni estere: Le Cronache di Narnia: il principe Caspian di Andrew Adamson, Miracolo a Sant’Anna di Spike Lee, Angeli e Demoni Rush di Ron Howard, World War Z di Marc Forster, Marco Polo (Netflix).
Nelle ultime stagioni è stato protagonista de L'industriale di Giuliano Montaldo, A.C.A.B. di Stefano Sollima, Posti in piedi in paradiso di Carlo Verdone, Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana, Senza nessuna pietà di Michele Alhaique, Suburra di Stefano Sollima.
Le produzioni televisive più popolari: Gino Bartali e Pane e libertà di Alberto Negrin, Liberi di giocare di Francesco Miccichè, Il generale Della Rovere di Carlo Carlei.
Tra i premi vinti: 3 Nastri d'argento, 3 Golden Graal, 2 David di Donatello, 2 Ciak d'oro, 2 Premi internazionali Flaiano, 2 Maximo award RomaFictionFest.


ORCHESTRA ITALIANA DEL CINEMA HARRY POTTER E LA PIETRA FILOSOFALE

ORCHESTRA ITALIANA DEL CINEMA
HARRY POTTER E LA PIETRA FILOSOFALE™
il Cine-Concerto
Per la prima volta in Italia il pubblico potrà ascoltare un'orchestra sinfonica che suonerà dal vivo per tutta la durata del film appartenente ad una delle saghe più amate nella storia del cinema
Venerdì 2 dicembre – ore 20
Sabato 3 dicembre – ore 15 e ore 20
Domenica 4 dicembre – ore 18

Auditorium Conciliazione
Via della Conciliazione, 4, 00193 Roma
Biglietti in vendita sul sito www.ticketone.it
infoline Ticketone: 892101
L’Orchestra Italiana del Cinema (O.I.C.) è lieta di annunciare in prima nazionale il Cine-Concerto Harry Potter e la Pietra Filosofale che si terrà nei giorni 2, 3 e 4 dicembre 2016 presso l’Auditorium Conciliazione di Roma. L’evento, presentato da Marco Patrignani e Forum Music Village, è realizzato grazie al sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT), con il patrocinio del Comune di Roma e della British Embassy Rome, in collaborazione con Mini Roma (mobility partner), Dimensione Suono Roma, (media partner) e l'Hotel Splendide Royal Roma della Roberto Naldi Collection (hotel partner).
Il film-concerto di Harry Potter è un'altra fantastica esperienza tratta dal mondo magico di J.K. Rowling: la prima opera della serie, realizzata nel 2001 e nominata per sette BAFTA e tre premi Oscar, tra cui Miglior colonna sonora originale al 74° Academy Awards, segna ora il debutto della “Harry Potter Film Concert Series” un tour mondiale di Cine-concerti lanciato da CineConcerts e Warner Bros. Consumer Products a partire dallo scorso giugno e che ha già fatto registrare il sold-out all’Hollywood Bowl e in tutti i più importanti teatri in cui è stato annunciato.
Il tour italiano, che vedrà coinvolti sul palco 80 musicisti della O.I.C., mostrerà al pubblico degli appassionati potteriani l’ambizioso progetto di ripresentare ogni pellicola della saga in funzione del format “Cine-Concerto”. La formazione eseguirà dal vivo la straordinaria colonna sonora delpremio Oscar John Williams, in sincrono con le immagini, i dialoghi e gli effetti speciali del film proiettato su uno schermo in alta definizione di ben 12 metri.
I biglietti per Harry Potter e la Pietra Filosofale sono in vendita sul sito www.ticketone.it
A dirigere l’Orchestra sarà Justin Freer, acclamato specialista del genere “film with live orchestra” nonché presidente e produttore della CineConcerts: “La serie di film di Harry Potter è uno di quei fenomeni culturali che capitano una volta nella vita e che continuano a deliziare milioni di fan in tutto il mondo. È con immenso piacere che offriamo, per la prima volta in assoluto, l'opportunità di ascoltare la premiata colonna sonora eseguita dal vivo da un'orchestra sinfonica, il tutto mentre l’adorato film viene proiettato in simultanea sul grande schermo. Sarà un evento indimenticabile”.
Per Brady Beaubien, co-produttore dell’intero progetto “Harry Potter è sinonimo di euforia in tutto il mondo. Speriamo che, eseguendo questa musica incredibile in simultanea con il film intero, il pubblico si diverta a fare ritorno in questo mondo e a riconfrontarsi con le tante, magnifiche personalità e avventure che lo abitano.”
In qualità di presidente della O.I.C. e produttore dello show in Italia, Marco Patrignani ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di portare per la prima volta in Italia una nuova ed emozionante forma di spettacolo cine-musicale dal vivo: The Harry Potter Film Concert Series. Il ruolo della musica nel film è cruciale e questa è un’occasione più unica che rara per scoprire come il talento di un grande compositore qual è John Williams abbia contribuito a dare vita a una storia. È anche sorprendente poter ammirare i singoli musicisti creare un suono straordinario unico e scoprire i colori e le suggestioni che ogni strumento è in grado di creare in relazione a ogni momento del film. Harry Potter è una delle maggiori saghe di successo nella storia e penso che la serie di film-concerto sia una meravigliosa opportunità per tutte le età, per rivivere o scoprire fin dall'inizio questa emozionante avventura e lasciarsi trasportare dalla magia della sua musica”.
CineConcerts è una delle maggiori società produttrici di esperienze musicali dal vivo accompagnate da mezzi visivi. Fondata dal produttore e direttore d'orchestra Justin Freer e dal produttore e scrittore Brady Beaubien, ha intrattenuto milioni di spettatori in tutto il mondo grazie a presentazioni musicali che ridefiniscono l'evoluzione delle live performance. Alcune delle recenti esperienze di musica dal vivo includono Il gladiatore, Il padrinoLa vita è meravigliosa, DreamWorks Animation In Concert, Star Trek: The Ultimate Voyage 50th Anniversary Concert Tour eColazione da Tiffany. Justin Freer è diventato in poco tempo uno dei direttori di colonne sonore più ricercati, con un lungo elenco che va dai grandi live sinfonici alle proiezioni olografiche. Ha fatto la propria comparsa in alcune delle maggiori orchestre del mondo, incluse la Chicago Symphony Orchestra, la London Philharmonic Orchestra, la New York Philharmonic, la Philadelphia Orchestra, la Philharmonia Orchestra, la San Francisco Symphony e la Sydney Symphony Orchestra. Dalle proiezioni di film con orchestre dal vivo agli eventi sportivi con musiche interattive, fino alle programmazioni di vacanze in ambientazioni originali 3D, CineConcerts si trova in testa all'intrattenimento dal vivo.
L’Orchestra Italiana del Cinema (O.I.C.) è il primo ensemble sinfonico italiano ad essersi dedicato esclusivamente all’interpretazione di colonne sonore.
L’Orchestra è nata nell’ambito del Forum Music Village, lo storico studio di registrazione fondato alla fine degli anni Sessanta da quattro pietre miliari della musica da film: Ennio Morricone, Piero Piccioni, Armando Trovajoli, Luis Bacalov. Suo obiettivo è quello di promuovere in tutto il mondo la straordinaria eredità musicale delle colonne sonore di film sia italiani che internazionali.
Impegnata su un vasto programma di colonne sonore, l’Orchestra presta una particolare attenzione al repertorio storico italiano, e grazie alla collaborazione di esperti del settore ha recuperato partiture non pubblicate e/o mai registrate: negli ultimi anni ha infatti effettuato il recupero e il restauro di capolavori con il sostegno di numerose associazioni, fondazioni e archivi pubblici e privati.
Nel corso della sua attività, l’O.I.C. è stata sostenuta da alcune prestigiosi istituzioni italiane, tra le quali Presidenza della Repubblica, Ministero degli Esteri, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Ministero dello Sviluppo economico, Fondazione Federico Fellini, Cinecittà Luce e Centro Sperimentale di Cinematografia.
Tra i lavori presentati, lo spettacolare concerto multimediale Il suono del Neorealismo, (Roma, Piazza del Campidoglio 2010), Cinematology (Beijing International Film Festival, 2011); The Artist (Ravello Festival, 2012); Beyond La Dolce Vita (UCLA Los Angeles, 2013); “In sin(TF)onia con il Futuro” (Arena di Verona, 2014); La febbre dell’oro di Charlie Chaplin (Roma, Auditorium Parco della Musica 2015).
Orchestra Italiana del Cinema
Marco Patrignani | Presidente e direttore artistico
Daniele Belardinelli | Direttore musicale
Roberto Volpe | Pubbliche relazioni & Rapporti Istituzionali
David Barsotti | Coordinamento orchestra
Giorgio Perri | Produzione
Jason Piccioni | Consigliere Artistico
Viviana Tomassini | Segreteria Generale
Piazza Euclide 34, 00197 Roma
Tel + 39 068084259 - Fax + 39 068074947
info@orchestraitalianadelcinema
Warner Bros. Consumer ProductsWarner Bros. Consumer Products, azienda gestita dalla Warner Bros. Entertainment, è una delle maggiori organizzazioni di licensing e retail merchandising a livello mondiale.
Responsabili Relazioni con i Media per l’Italia:
Elisabetta Castiglioni
Tel + 39 06 3225044 - + 39 328 4112014
info@elisabettacastiglioni.it
REGGI&SPIZZICHINO Communication
HARRY POTTER, tutti i personaggi, nomi e prodotti relativi sono marchi registrati di © & ™ Warner Bros. Entertainment Inc. J.K. ROWLING`S WIZARDING WORLD™ J.K. Rowling e Warner Bros. Entertainment Inc. Publishing Rights © JKR. (s16)

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"PER VOCE SOLA", il teatro di MARIA GRAZIA CALANDRONE: PRESENTAZIONE MONOGRAFIA TEATRALE E CONVERSAZIONE CON L'AUTRICE. EVENTO A CURA DI CHI PIU' NE ART

Chi Più Ne Art Edizioni
presenta la monografia teatrale
di Maria Grazia Calandrone
Per voce sola
quarto volume della collana Le nebulose diretta da Cecilia Bernabei

Enoteca Letteraria
Via delle Quattro Fontane, 130 – Roma

Domenica 4 dicembre ore 18

Conversazione con l’autrice Maria Grazia Calandrone, la curatrice Cecilia Bernabei,
il direttore editoriale Adele Costanzo e la co-direttrice artistica del DOIT Festival Angela Telesca


adesso c’è una gioia. una gioia seria, terrestre, profonda, fatta di corpo che chiede corpo. fatta di corpo che risponde a corpo. fatta di corpo che dice con tutto il corpo.

(da giardino della gioia di Maria Grazia Calandrone)

Dare voce alla voce di Maria Grazia Calandrone è un’esperienza del cuore. Dare poi voce a ciò che Maria Grazia scrive e pensa per una voce che è proprio la mia è un’esperienza così strana e felice da essere difficile da riferire. È come se la lingua poetica di quest’autrice raccontasse ancora più profondamente se stessa ogni volta che il suo sguardo si affaccia sull’altro.
Negli anni, ho imparato a riconoscere e scandire la pulsazione vitale della sua scrittura. Negli anni, la sua scrittura si è fatta più asciutta, ironica, imprevedibile. E mi pare che il suo tragitto segua le linee severe e intermittenti di un cuore che non si stanca mai di battere forte. Che con forza rinsalda il suo legame con un’immagine di mondo personalissima, sanguigna, matriarcale.
(dalla prefazione di Sonia Bergamasco)

Nel cuore di Roma, domenica 4 dicembre, nella tradizionale cornice dell’Enoteca Letteraria, Chi Più Ne Art Edizioni sarà orgogliosa di presentare la monografia teatrale di Maria Grazia Calandrone poetessa, performer e autrice Rai.
Per voce sola è il quarto volume della collana Le Nebulose, curata da Cecilia Bernabei, per la casa editrice Chi Più Ne Art Srls di Adele Costanzocoraggiosamente impegnata nella promozione e diffusione della drammaturgia contemporanea nella dimensione letteraria.
L’autrice ha affidato a questo prezioso volume quattro monologhi al femminile di raffinato valore letterario e sociale: lamammapiùbelladelmondopochi avvenimenti, felicità assolutala scimmia bianca dei miracolielle.
La monografia è impreziosita, inoltre, da sei disegni e dieci fotografie dell’autrice e dal CD audio del monologo Pochi avvenimenti, felicità assoluta, recitato dalla raffinata attrice Sonia Bergamasco, con musiche di Clara e Robert Schumann eseguite da EsTrio: Laura Gorna, Cecilia Radic, Laura Manzini.

Maria Grazia Calandrone: poetessa, artista visiva, performer, autrice e conduttrice per Rai Radio 3, scrive per “il manifesto”, il “Corriere della Sera” e “Poesia”. Tiene laboratori in scuole, DSM e carceri. Opere principali: Crocetti: La scimmia randagia (2003, premio Pasolini) La macchina responsabile (2007), Sulla bocca di tutti (2010 – premio Napoli) e Serie fossile (2015 – premi Marazza e Tassoni, rosa Viareggio) – e Come per mezzo di una briglia ardente (Atelier, 2005), Atto di vita nascente (LietoColle, 2010), L’infinito mélo, pseudoromanzo con il cd Vivavox (sossella, 2011), La vita chiara (transeuropa, 2011); Gli scomparsi – storie da “Chi l’ha visto?”(Gialla Oro pordenonelegge, 2016); è in Nuovi poeti italiani 6 (Einaudi, 2012) e in antologie e riviste di numerosi Paesi Europei e delle due Americhe. Collabora con Rai Letteratura e “Cult Book”. Sito: www.mariagraziacalandrone.it

Per voce sola
di Maria Grazia Calandrone
in Le Nebulose, collana teatrale diretta da Cecilia Bernabei
Chi Più Ne Art Edizioni S.r.l.s
Domenica 4 dicembre ore 18
Enoteca Letteraria
Via delle Quattro Fontane, 130 Roma (Metro Fermata Barberini)
Website: http://www.enolibreria.it/
Ingresso libero

Facebook. Incontro con l'autrice M.G. Calandrone - Chi Più Ne Art Edizioni

Chi Più Ne Art Edizioni srls
Direzione editoriale di Adele Costanzo
Website: http://www.chipiuneart.it/wordpress/editoria/
Contatti: chipiuneartedizioni@chipiuneart.it; tel. 06 5037 594
Direzione collana teatrale Le Nebulose Cecilia Bernabei
cecilia.bernabei@chipiuneart.it

DOMINIO PUBBLICO Quarta edizione

Martedì 6 Dicembre 2016| Sala Squarzina del Teatro Argentina

DOMINIO PUBBLICO_La città agli Under 25 Quarta edizione

Martedì 6 dicembre dalle ore 16:30 presso la Sala Squarzina del Teatro Argentina in Largo di Torre Argentina 52, si terrà l’incontro di  presentazione del progetto “Dominio Pubblico_la città agli Under 25”. E’ questo, un percorso di formazione giunto ormai alla quarta edizione, che si realizza a Roma da Dicembre 2016 a Maggio 2017.
Nel 2014 il manifesto che inaugurava la stagione recitava: "Nessuno può appropriarsi in maniera esclusiva di ciò che è di Dominio Pubblico, piuttosto ciascuno può prendere quel bene e goderne", rimane questa, una delle convinzioni di base e degli obiettivi del progetto. Nel periodo di programmazione dal 30 maggio al 5 giugno 2016, Gli Under della scorsa edizione hanno collezionato 5 Sold Out e 9 sale piene, dando visibilità a 80 artisti Under25 raggiungendo un pubblico di più di 1000 spettatori. Nel programma sono stati inseriti più di 30 eventi tra arte, musica, arti visive, cortometraggi, teatro e danza

Anche quest’anno, 50 spettatori Under25 verranno coinvolti in un’ indagine sulla creatività di una nuovissima generazione di loro coetanei attivi in diversi campi artistici (teatro, danza, performance, audiovisivi, musica, arti visive). Saranno chiamati a organizzare un festival che si terrà a Roma dal 30 Maggio al 4 Giugno 2017 negli spazi del Teatro India, dell’Argot Studio e del Teatro Orologio. Sottoscrivendo l’iscrizione potranno inoltre assistere a 12 spettacoli di teatro, musica e danza contemporanea, tra quelli programmati dai Teatri Argot, Orologio, Argentina e India grazie alla collaborazione con il Teatro di Roma. Gli incontri del Gruppo Under 25 si terranno ogni mercoledì dalle 17:30 alle 19:30.

Programma:

ore 16 :30
Introduzione
Intervento di Tiziano PaniciLuca Ricci e Fabio Morgan | Direzione artistica del progetto Dominio Pubblico

Proiezione video della giornata tipo dell'under 25

ore 17:00
Intervento di Antonio Calbi | Direttore artistico del Teatro di Roma

Intervento dei ragazzi che hanno partecipato al progetto Under 25 lo scorso anno