mercoledì 13 luglio 2016

CAFFÈ & SIGARETTE...PLEASE! - Attori e pazienti psichiatrici sul palco diretti da Capone Posta in arrivo

I.C.O. SALUS S.r.l. e la Famiglia Sarra
presentano
gli ospiti della Struttura Residenza Psichiatrica
in

CAFFÈ   &
SIGARETTE
... PLEASE!

uno spettacolo contro ogni pregiudizio, dove attori e pazienti psichiatrici si confondono sul palco

regia di
ALESSANDRO CAPONE

con la partecipazione amichevole di
ROBERTO D’ALESSANDRO   GIAMPIERO MANCINI   MASSIMILIANO VADO

Si terrà domenica 17 luglio alle ore 21:00 presso l’Anfiteatro Romano di Formia, lo spettacolo teatrale“Caffè & Sigarette… please!”, diretto da Alessandro Capone, regista di numerose serie tv e film di successo, e da lui scritto insieme a Luca D'Alisera. Il progetto è stato voluto e prodotto dalla Salus e dalla Famiglia Sarra: un laboratorio teatrale in prima istanza destinato agli ospiti dell’I.C.O. Salus di Formia ma con l’intento di poter poi essere agilmente adottato e replicato anche da altri istituti psichiatrici. Uno spettacolo, anzi un esperimento, che il regista Capone ha saputo cogliere al volo e dal quale si sta pensando di trarre anche un film per la TV.
Il regista ha preso ispirazione dal suo precedente film "L'Amore Nascosto", con Isabelle Huppert, dove già aveva affrontato il tema della psichiatria, tanto da essere presentato con successo, tra gli altri, al Festival dell'Arte e della Scienza di Bordeaux.
Lo spettacolo “Caffè e Sigarette… Please!” racconta di una mattina all’apparenza come tante altre, ma che invece nasconde un paradosso… Al loro risveglio, i pazienti dell’istituto si trovano inaspettatamente nella possibilità di “gestire” le proprie vite e di “giudicare” il mondo esterno. Istruiscono quindi un processo, anomalo e surreale, rovesciato, in cui sono i pazienti psichiatrici, parte lesa, a rivendicare i loro diritti e a mettere sotto accusa le loro famiglie, colpevoli di averli abbandonati e rimossi dal proprio universo affettivo e relazionale. Eccoli quindi assumere i ruoli di giudici, avvocati, giurati, testimoni, e dare inizio ad un’analisi sincera dove per la prima volta possono esprimersi con quella libertà che avevano perduto, e stavolta essere loro a “giudicare” noi.



“Il lavoro di questi mesi con gli ospiti della clinica è stato a momenti divertente e a momenti faticoso, ma sempre sorprendente. Ha offerto anche a noi una prospettiva diversa, più mobile, con cui guardare alla recitazione. È un percorso che verrà testimoniato e restituito anche attraverso un documentario.
Lavorando con gli ospiti dell’istituto psichiatrico, abbiamo inoltre avuto modo di scavare oltre la maschera del loro disagio - al quale invece si ferma spesso il pudore della società - e di scoprire la ricchezza delle loro esperienze umane. Tutto ciò ha costituito per noi un materiale incredibile, suggerendoci di costruire un progetto che vada oltre, pensando ad una serie televisiva  decisamente diversa e affascinante, progetto al quale stiamo lavorando con entusiasmo. Siamo sempre alla ricerca di storie, ma spesso non guardiamo nei posti giusti.”
Alessandro Capone

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