sabato 27 maggio 2017

Una capinera gothic style

PERCHÈ AMO IL MIO PECCATO
di Diego Placidi
libero adattamento di “Storia di una capinera”
con Ilaria Libianchi, Clara Raffuzzi, Mauro Tiberi, Marica Pace

TEATRO KOPÓ

regia Diego Placidi
dal 26 al 28 maggio 2017

Interessante l'adattamento teatrale in chiave Gotica che Diego Placidi fa di "Storia di una capinera" romanzo epistolare scritto da Giovanni Verga nel 1869. Lo spettacolo è immersivo, e punta sul destino di Maria Vizzini, la giovane e sfortunata protagonista del romanzo dello scrittore siciliano. La protagonista Ilaria Libianchi, vaga scarmigliata nell'oscurità, oscurità a tratti illuminata da luci feroci che mettono a nudo la sua fragilità, la fragilità di un'anima a cui non solo è stata negata una vita normale, ma le è stata imposta una tortura giornaliera, quella di scorgere la felicità che poteva essere sua dalla finestra di una cella.Il destino, il fato è ineluttabile, questo è il significato. Troviamo, infatti, Maria dimenarsi, per quel che può davanti agli avvenimenti che le accadono, forse se non fosse arrivato il colera, lei non si sarebbe mossa dal convento, quel convento in cui era stata mandata dalla matrigna per paura di disperdere il patrimonio di famiglia. Il colera che tante vittime ha mietuto le ha dato la possibilità di mettere la sue piccole zampine da capinera su un prato verde e rigoglioso, come poteva essere Nino il figlio maschio di amici di famiglia. L'epidemia finisce e lei deve tornare in convento, non importa se il suo amore per Nino è corrisposto, lei, per decisioni altrui deve essere una delle spose di Cristo. La pazzia, l'assoluta impossibilità di una ribellione compiuta, e che porterà la povera capinera alla morte, è ben resa da Placidi con le moire che tengono ben stretta, attraverso il filo della vita Maria.
Miriam Comito



Ritorna in scena “Perchè amo il mio peccato” diretto da Diego Placidi.
Al Teatro Kopó di Roma Ilaria Libianchi, Clara Raffuzzi, Mauro Tiberi e Marica Pace sono i protagonisti dal 26 al 28 maggio 2017 di una messa in scena surreale e di chiara ispirazione ghotic dark del libero adattamento di “Storia di una capinera.

Non più bambina e non ancora donna, Maria, che il solo peccato che abbia mai commesso è stato amare, cammina triste, spaurita, disperata e quasi folle, lungo il viale dei ricordi. Compagno di viaggio un destino quasi umano, ormai nemico. Entrambi sono diretti verso la sola certezza della vita…

Pur rimanendo aderente al testo dell’autore, è stata messa da parte la costruzione epistolare. In “Perché amo il mio peccato” sono stati aggiunti personaggi inesistenti nel testo originale che rendono la storia molto più discorsiva. Lo spettacolo è, ovviamente, incentrato sulla protagonista Maria, sulla sua scoperta di una vita differente da quella a cui è abituata, ad un amore diverso da quello che pensava di conoscere.
Ma in più, in questo viaggio dei ricordi, è accompagnata da un “Destino” che si concretizza con le figure mitologiche delle MOIRE.  In “Perché amo il mio peccato” gli attori sono padroni della scena, fatta eccezione per un unico elemento scenografico.
Una messa in scena cupa, piuttosto claustrofobica, quasi surreale e di chiara ispirazione ghotic dark.

NOTE DI REGIA
L' ambientazione gothic - dark è la scelta per lo spettacolo, facendo l'occhiolino a Tim Burton. Le luci fanno parte essenziale della messa in scena, scura, cupa a creare uno spazio surreale. L'adattamento trasforma la costruzione epistolare in un monologo/dialogo di Maria, la protagonista. In oltre c'è un destino fisico che segue Maria, rappresentato dalle figure delle Moire , inesistenti nel testo di Verga, e che sono REALMENTE legate alla protagonista, unico elemento scenico. Una messa in scena minimalista dove gli attori sono gli assoluti padroni della scena, diventando a tratti la scenografia stessa. Una rappresentazione a forte base fisica, dove i protagonisti sono difficilmente immobili. In fine la musica fa da compagna a tutta la rappresentazione, a voler sottolineare  l' interpretazione delle attrici/attore.



PERCHÈ AMO IL MIO PECCATO
libero adattamento di Storia di una capinera
Adattamento e regia Diego Placidi con Ilaria Libianchi, Clara Raffuzzi, Mauro Tiberi, Marica Pace

TEATRO KOPÓ
via Vestricio Spurinna 47/49 Dal 26 al 28 maggio 2017 Ore 21.00
Biglietti:
Venerdì 26: € 10.00; Sabato 27 e Domenica 28: € 12.00; Gruppi da 4 persone in sù: € 10.00
Info e prenotazioni: 06.45.65.00.52 _ 
botteghino@teatrokopo.it

Ufficio Stampa: Federico Larosa – 331.5848360 - larosapurpureapress@gmail.com  

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