ROMA SCENA APERTA
Culture, visioni, forme d’arte
Conversazioni di scena
Drammatizzazioni
Proiezioni
Lezioni/spettacolo
Mise en espace
dal 14 febbraio al 26 aprile 2024
ingresso gratuito
In occasione dell’Avviso Pubblico “Raccolta di Proposte progettuali per la realizzazione di
eventi, manifestazioni, iniziative e progetti di interesse per l’Amministrazione capitolina di
rilevanza cittadina” promosso da Roma Capitale in collaborazione con Zètema Progetto
Cultura, Fondamenta Teatro e Teatri presenta ROMA SCENA APERTA culture, visioni, forme
d’arte. Dal 14 febbraio al 26 aprile 2024, presso il Teatro di Villa Lazzaroni, presidio culturale e
Teatro di Comunità del Municipio Roma VII, si svilupperà un ciclo di Conversazioni di scena,
drammatizzazioni, proiezioni, lezioni/spettacolo, mise en espace e sguardi sulle visioni di Roma e i
suoi artisti, sul Teatro, sul Cinema e sulla Musica e sui loro protagonisti, su temi e personalità. Un
itinerario fatto di racconti, testimonianze, immagini, filmati per ricostruire i percorsi segreti, le
innovazioni compositive, la sperimentazione controcorrente nella tradizione europea dell’arte
dell’Attore, della regia, della drammaturgia, del cinema, della musica. Un laboratorio permanente
concepito per sperimentare percorsi innovativi di divulgazione dei saperi, aprire officine alternative
per l’ideazione artistica e culturale e condividere le significative occasioni formative e ricreative che
le relazioni urbane possono produrre. Incontri aperti alla curiosità di un pubblico attento al lavoro
della scena, alle sue forme, al suo valore d’arte, ai territori romani che ha interessato. Molte saranno
le personalità coinvolte: il Direttore Artistico del Teatro di Villa Lazzaroni Giancarlo
Sammartano, Massimo Wertmüller, Pippo Di Marca, Nicola Fano, Ernesto Bassignano,
Amedeo Fago, Lia Francesca Morandini, Francesco Sala, Mariano Rigillo, Daniele Costantini,
Rosario Galli, Giuseppe Manfridi.
Di seguito il programma delle Conversazioni di scena:
MERCOLEDÌ 14 FEBBRAIO ORE 18
Roma e i suoi attori. Una città incarnata
Petrolini, Fabrizi, Magnani, Manfredi, Sordi, Proietti
a cura di Massimo Wertmüller
Che Roma sia probabilmente una delle più prolifiche fabbriche di cinema del mondo è fuor di
dubbio. L’accostamento della Capitale alla settima Arte è dovuto alla fama che Cinecittà a partire
dagli anni ‘30 ha raggiunto, diventando il simbolo dell’industria cinematografica italiana. Alcuni
dei grandi interpreti del cinema, da Alberto Sordi ad Anna Magnani, devono i loro natali proprio a
Roma e provengono dalle tavole del teatro. Hanno frequentato tutti i generi di spettacolo, dalla
rivista al teatro di prosa, prima di assurgere alla fama e al successo di pubblico e critica. Veri e
propri simboli di Roma e della romanità.
MERCOLEDÌ 21 FEBBRAIO ORE 18
Federico Fellini. Roma, e poi ancora Roma. Dal Teatrino della
Barafonda al mondo
a cura di Giancarlo Sammartano
Il giovanissimo Federico Fellini, pochi mesi dopo il suo arrivo a Roma, nell'aprile 1939, esordisce
sul “Marc'Aurelio”, la principale rivista satirica italiana, come disegnatore satirico, ideatore di
numerose rubriche, vignette, e delle celebri Storielle di Federico, strisce che raccontano la sua
esperienza romana. Comincia poi a scrivere copioni, sceneggiature e gag per gli spettacoli dal vivo
di Aldo Fabrizi, nell'ambito di un'amicizia consolidata prima dell'esordio nel mondo dello
spettacolo. Il mondo e Roma sono per Fellini un immenso palcoscenico. È la spettacolarizzazione
della realtà della città eterna deformata dal ricordo e dall'immaginario dell'autore, dalla sua
compassionevole empatia per la variegata schiera di attori, ballerini e soubrette, guitti, comici
maldestri, acrobati, attempati artisti di varietà, figuranti e caratteristi, giullari e saltimbanchi, in film
come Lo sceicco bianco, La Strada, La dolce vita, I Clowns, Roma, Prova d’Orchestra, Ginger e
Fred.
MERCOLEDÌ 28 FEBBRAIO ORE 18
Storie Romane. La rivolta in cantina. Geografia del teatro di
ricerca a Roma negli anni ’60 e ’70
a cura di Pippo Di Marca
La storia del teatro di ricerca italiano degli anni ’60 e ’70, il teatro delle “cantine”, ha la sua data
simbolicamente fondativa a Roma nel 1959, con la provocatoria messa in scena di Carmelo Bene di
Caligola di Albert Camus. A seguire, con progressione geometrica, senza alcuna concertazione di
identità di poetiche e di stile (a parte, forse, il riconoscersi tutti nelle esperienze del Living Theatre
di Julian Beck e Judith Malina), cominceranno ad aprirsi spazi teatrali nei luoghi più improbabili -
garage, officine dismesse, scantinati-, luoghi disadorni e misteriosi, che per aggirare le normative
sull'agibilità dei locali pubblici, coinvolgeranno il loro pubblico come socio privato della loro
attività. Eppure di privato non avranno che le tessere di associazione: un pubblico crescente,
motivato e curioso le affollerà, quelle cantine, per oltre due decenni. Nascono i primi spettacoli di
avanguardia. Adattamenti -spesso letterari- riduzioni, scritture drammaturgiche, ispirazioni
figurative, tradimenti coraggiosi: una ricerca spregiudicata e una sperimentazione dissacrante, che
provoca, irride e prende di mira il teatro maggiore, la prosa del suo repertorio, i suoi attori
"accademici". Giovani attori, registi, motivatori di gruppi spesso all'inizio inesperti, ma sempre
espressivi, originali, ribelli. Leo de Berardinis e Perla Peragallo, Carlo Quartucci e Carla Tatò,
Giancarlo Nanni e Manuela Kustermann, Giuliano Vasilicò, Memè Perlini, Cosimo Cinieri,
Valentino Orfeo, Simone Carella, Lisi Natoli, Franco Molé, Luciano Meldolesi, Nino De Tollis. E
molti altri. Come tanti saranno i loro piccoli teatri tascabili: Il Beat 72, il Metateatro, La Fede, La
Ringhiera, L'Alberico, L'Orologio, In Trastevere, Spazio Zero, Spazio Uno, L'Armadio, La Sala
Margutta, e altri spazi en plen air.
Tutta la Città ha febbre da Teatro. Una stagione irripetibile, che nel suo spegnersi (la diaspora di
Carlo Quartucci a Genazzano e poi con Camion; di Leo de Berardinis a Marigliano) lascerà un
segno indelebile nella memoria di chi ha visto, ma anche di chi l’ha sentita raccontare. Una vera
Tradizione del ‘900.
MERCOLEDÌ 6 MARZO ORE 18
Folkstudio dove sei? Storie e memorie di Ernesto Bassignano
a cura di Ernesto Bassignano
Mezzo secolo di vita fra teatro politico con Gian Maria Volontè, dieci anni di critica musicale a
Paese Sera e venti in Rai come giornalista, conduttore e autore satirico di programmi di successo.
Ernesto Bassignano racconta cantando gli anni del Folkstudio e le sue quattro vite musicali con
ricordi e aneddoti di avventure. “Io mi ricordo quattro ragazzi con la chitarra e un pianoforte sulla
spalla…” Ma chi erano quei famosi quattro ragazzi cantati da Antonello Venditti? Erano i giovani
del Folkstudio, ossia Giorgio Lo Cascio, Francesco De Gregori, Ernesto Bassignano e lo stesso
Venditti. E poi c’era Rino Gaetano che dissacrava continuamente il pop.
“C’erano poi Claudio Baglioni e Riccardo Cocciante, da una parte, che erano i melensi, c’era
Battisti, che nessuno di noi valutava un granché. C’era chi come me si rifaceva alla Francia e a
Tenco, chi si rifaceva a Dylan, e chi come Antonello Venditti a Elton John”
MERCOLEDÌ 13 MARZO ORE 18
La Roma di Pasolini. Da Gordiani a Pietralata e Cecafumo
a cura di Francesco Sala
Pier Paolo Pasolini arriva a Roma nel 1950 abbandonando Casarza e le campagne friulane e vi
resterà fino alla morte nel 1975. La sua Roma è quindi quella vissuta in età adulta, una città in
completa trasformazione, negli anni del grande cinema ma anche della speculazione edilizia. Dal
cuore della città alle periferie, il rapporto di Pier Paolo Pasolini con Roma è sempre stato segnato
dai sentimenti contrastanti di una storia d’amore. La Roma delle borgate - Accattone, Mamma
Roma, Uccellacci e uccellini - ma anche quella di quartieri più borghesi come l’Eur ha influenzato
radicalmente Pasolini traversando tutte le forme espressive da lui sperimentate.
MERCOLEDÌ 20 MARZO ORE 18
Il Politecnico. Una storia romana degli anni ‘70
a cura di Amedeo Fago, Lia Francesca Morandini
Il Politecnico nacque nei locali di una vecchia fabbrica nel quartiere Flaminio, fu fondato nel 1973
come “associazione culturale”, su iniziativa di Amedeo Fago. È stato l'unico spazio a Roma, e forse
in Italia, in cui, accanto ad una sala teatrale, una sala cinematografica e uno spazio espositivo,
avevano sede una serie di laboratori – di architettura, di scultura, di pittura, di ceramica, di
fotografia, di musica - ai quali era stato aggiunto, nei primi anni '80, un bistrot, luogo di incontro
conviviale e di discussioni culturali per coloro che al Politecnico lavoravano e per coloro che lo
frequentavano come pubblico. È rimasto attivo per quasi quarant'anni, fino al 2013, e specialmente
nei primi due decenni della sua esistenza, è stato uno dei motori dell'avanguardia culturale romana
sia attraverso la produzione interna, che attraverso l'apertura a esperienze artistiche nazionali e
internazionali. Fondamentale fu la collaborazione, dal 1977 in poi, con Renato Nicolini e
l'Assessorato alla Cultura del Comune di Roma, per l'ideazione e la realizzazione di progetti per
"l'Estate Romana". La conversazione prende spunto da un documentario sul Politecnico di Amedeo
Fago, con la collaborazione del Dipartimento di Architettura e Progetto dell'Università di Roma "La
Sapienza".
MERCOLEDÌ 27 MARZO ORE 18
Palchetti romani di Alberto Savinio. La critica teatrale si fa
spettacolo
a cura di Nicola Fano
Le tante firme delle recensioni teatrali italiane - intellettuali e artisti spesso prestati alla critica -
dagli anni ’30 al ’70, costituiscono oggi un ulteriore e straordinario spettacolo, una ricchezza di
prospettive diverse e sfrenata inventività. Una salutare apertura ai temi della regia, dell’attore, della
nuova drammaturgia. Su tutte, le recensioni di Alberto Savinio sul teatro del Varietà e della Rivista.
Un occhio attento e sorridente sulla malinconica leggerezza di quel mondo.
MERCOLEDÌ 3 APRILE ORE 18
Generazione Fellini. Letteratura, cinema, teatro degli anni ’50.
Da Via Veneto, a Cinecittà, al mondo
a cura di Rosario Galli
Il clima culturale della Roma felliniana attraverso le figure e le storie di intellettuali e artisti quali
Giovannino Russo, Ennio Flaiano, Tullio Pinelli, Carletto Mazzarella, Mario Soldati, Sandro De
Feo, Mario Pannunzio, Aldo Fabrizi, Carlo Levi, Alberto Moravia, Luigi Barzini, Renato Guttuso,
Giancarlo Fusco, Pier Paolo Pasolini, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Tullio Kezich,
Michelangelo Antonioni.
MERCOLEDÌ 10 APRILE ORE 18
In principio era il Teatro. L’avventura del Teatro Tenda di
Piazza Mancini a Roma
a cura di Mariano Rigillo
Proiezione del docufilm con regia di Carlo Molfese e Carlo Conversi "Se non ci fosse stato il
Teatro Tenda di Piazza Mancini non ci sarebbe stato l’Auditorium Parco della Musica, né le case
del cinema, del teatro, della letteratura, del jazz che animano la vita culturale romana". Walter
Veltroni
Il Teatro Tenda di Piazza Mancini a Roma era nato nel 1976 dalla fantasia di Carlo Molfese: "tengo
’na tenda usata", aveva detto a qualche amico in un angolo del Caffè Canova. Sei pilastri reggevano
l’enorme tendone che ogni sera accoglieva centinaia di spettatori, sei pilastri che rimasero in piedi
fino alla grandinata del 1979. Ci volle molto impegno, ci volle molta forza di volontà, ci volle anche
Eduardo De Filippo che recitò per diciotto sere consecutive con la sua compagnia perché quel
tendone tornasse a svettare su Piazza Mancini. E lo spettacolo riprese, fino al 1984. Oggi in quella
piazza c’è un parcheggio di autobus. Ma il ricordo di quegli anni è ancora lì. In principio era il
Teatro è dunque un tuffo nel passato, un tuffo nella memoria, reso possibile dalla disponibilità di
RAI Teche. Ne è venuto fuori un lungometraggio che ripercorre quei dieci anni. Anfitrione di
questo percorso è Federico Fellini, esperto di tendoni circensi, che ricorda con passione quella
"costruzione aerea e palpitante", quel "dirigibile in un futuro futuribile" che investì, con coraggio e
un pizzico di follia, sui giovani e lo spettacolo. In molti sono passati di lì. Gigi Proietti, Vittorio
Gassman, Massimo Troisi (che proprio lì esordì, con Lello Arena e Enzo Decaro con "La smorfia"),
anche Eduardo De Filippo a cui, proprio sotto quel tendone, fu dedicata un'indimenticabile serata,
con il ricordo di Titina in Filumena Marturano e una giovanissima Carla Fracci. Ci si emoziona con
Pupella Maggio e Salvo Randone, si ride con Monica Vitti, Luca De Filippo e l’adolescente
Vincenzo Salemme, ci si appassiona con Mariano Rigillo e Angela Pagano nel primissimo
Masaniello e Isa Danieli in Amore e magia. E ancora Mario Scaccia, Dario Fo e Franca Rame,
Roberto Benigni, Marcello Mastroianni e Domenico Modugno. Un percorso non solo attraverso il
teatro italiano, ma anche attraverso gli interpreti più interessanti dell'arte internazionale, da Victoria
Chaplin a La classe morta di Kantor, da Les Troubadours del Centre dramatique de la Courneuve di
Parigi a Marcel Marceau. Un tuffo nel passato dunque, un ritorno al mondo dello spettacolo nel suo
farsi, nella sua immediatezza, con la consapevolezza dell’importanza dell’artista e del suo lavoro;
un’idea di spettacolo diversa, più genuina e palpitante, senza tante sicurezze ma con il desiderio e il
coraggio di mettersi in gioco. In principio era il Teatro, una lezione ancora viva, per non perdere di
vista la strada da percorrere, per continuare ad interrogarsi e a confrontarsi con la realtà di ieri, per
trovare risposte alle domande di domani.
MERCOLEDÌ 17 APRILE ORE 18
Roma nel Cinema
a cura di Daniele Costantini
Roma sembra nata per il cinema. E al cinema ha dato tanto. Meravigliosa, unica, straripante,
bellissima, aristocratica, borghese, popolare, cinica, segreta, papale: madre e matrigna.
Antichissima, stratificata nella storia, nei quartieri, nelle classi sociali, nell’alto e nel basso. Nei
colori magnifici e nelle periferie degradate. Roma romana, rinascimentale, barocca, ottocentesca.
Roma che il cinema ha rappresentato con immagini indelebili, di bellezza assoluta ma anche di
povertà disperante. Roma città aperta di Roberto Rossellini, Ladri di biciclette di Vittorio De Sica,
La dolce vita e Roma di Federico Fellini, Accattone e Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini, Vacanze
romane di William Wyler, I soliti ignoti di Mario Monicelli, Fantasmi a Roma e Io la conoscevo
bene di Antonio Pietrangeli, Brutti sporchi e cattivi di Ettore Scola, Caro Diario di Nanni Moretti,
Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, La grande bellezza di Paolo Sorrentino. Perché a
Roma tutto può succedere, e Roma tutto assorbe e tutto tramuta. Una città che tra realtà e
immaginazione, è spesso inafferrabile.
MERCOLEDÌ 24 APRILE 2024 ORE 18
Ennio Flaiano. Un marziano a Roma tra racconto e teatro
a cura di Giancarlo Sammartano
Non ci potremmo immaginare le opere di Dickens senza Londra, né quelle di Balzac e Zola senza
Parigi. Il legame tra Flaiano e Roma è della stessa natura. La capitale è il teatro in cui si affila il suo
ingegno, il suo esclusivo oggetto di amore, di rimpianto, di derisione. Il suo Marziano a Roma è
un'anticipazione profetica della difficoltà contemporanea a stupirsi, ad immaginare, ad uscire dal
conformismo del quotidiano. È la prefigurazione dello stordimento indotto dalla babele televisiva,
dal web, dall'orgia dell'informazione, perché come scriveva Flaiano: "Tra trent'anni l'Italia non sarà
come l'avranno fatta i governi, ma come l'avrà fatta la televisione". Il celebre racconto di Ennio
Flaiano –e il testo teatrale che ne seguirà- è l'occasione per anticipare, e poi celebrare amaramente
la Roma della Dolce Vita con tutti i personaggi del tempo: da noti cineasti, famosi giornalisti,
spregiudicate aspiranti attrici. Il Marziano di Ennio Flaiano non solo non invaderà Roma, ma verrà
egli stesso fagocitato, digerito e condannato alla derisione e alla marginalità da una società
indolente, cinica e priva di qualsiasi empatia, In definitiva Flaiano sembra insinuare che in fondo i
marziani siamo noi.
VENERDÌ 26 APRILE ORE 21
SUBURRA IMPERIALE
Epigrammi assassini in punta di fioretto
di Marco Valerio Marziale
Un affresco poderoso - una vera street art - una saga impietosa sui vizi, gli umori, le stravaganze
della Roma dei Flavi - la Roma del I secolo dopo Cristo - inscenata attraverso gli epigrammi di
Marco Valerio Marziale. Poeta spagnolo (inurbato nella Roma popolare della Suburra, eppure cólta:
la Roma di Stazio, Quintiliano, Giovenale) dallo spietato realismo, che sa comprimere in pochi
versi un intero mondo, còlto nelle pose più lubriche e paradossali: il potente, l’avaro, l’ambizioso,
l’arricchito, il debole, il carnefice. Una carica di beffarda spettacolarità, un’invettiva sorridente, una
satira amara sui mali di una società che ha imboccato a precipizio la sua discesa.
mise en espace di Giancarlo Sammartano
con la partecipazione degli attori di Fondamenta La Scuola dell’Attore
Ludovica Alvazzi Del Frate, Andrea Lami, Antonio Magliaro, Alessandro Zinna
a seguire TALK con il regista e gli attori
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DA SABATO 2 MARZO A SABATO 13 APRILE ORE 10.30
Cinque lezioni/spettacolo sul Teatro
a cura di Giuseppe Manfridi
Da Aristotele a oggi, il termine “Teatro” ha subito diverse interpretazioni e sviluppi, ed è certo che
il dibattito intorno a una definizione radicale dell'evento teatrale continuerà in futuro. Sintetizzando
i punti di convergenza delle diverse visioni che hanno attraversato il teatro contemporaneo nel ‘900
e fino ad oggi, si può trovare un semplice elemento comune per definirlo: il teatro è quell'evento che
si verifica ogni qual volta ci sia una relazione tra almeno un attore che agisca dal vivo in uno spazio
scenico e uno spettatore che dal vivo ne segua le azioni. Cinque incontri per analizzare i vari aspetti
di questa forma d’Arte antichissima e così necessaria, con uno dei più autorevoli drammaturghi del
teatro italiano contemporaneo.
SABATO 2 MARZO ORE 10.30
L’attore e il personaggio
È nato prima l’attore o il personaggio? Dilemma senza risposta, perché sono l’uno fondamentale
alla vita dell’altro. Non esiste attore senza un personaggio da interpretare, così come non esiste
personaggio senza attore che lo interpreti.
SABATO 9 MARZO ORE 10.30
La composizione scenica e la regia
La regia teatrale ha reso il ‘900 uno dei secoli d’oro per le arti sceniche. È da datarsi proprio agli
inizi di quegli anni, infatti, la rivoluzione che ha portato alla luce l’importanza della composizione
scenica con una figura, esterna al palcoscenico, capace di guidare la macchina dello spettacolo: il
regista.
SABATO 16 MARZO ORE 10.30
La scrittura drammaturgica
Abbiamo un’idea, un sentimento, un intreccio da raccontare e un attore sapiente che può farlo… ma
come lo rappresentiamo? Il teatro ha acquisito nel tempo innumerevoli forme: dal teatro di parola,
al teatro di figura, al teatro-danza, al teatro corporeo, a molte altre. Forme diverse che appartengono
tutte di diritto alla stessa radice scenica.
SABATO 6 APRILE ORE 10.30
Forme e linguaggi del Teatro
Tanti modi diversi di scrivere, ma un solo obiettivo: comunicare creativamente con lo spettatore. Il
teatro è la via privilegiata per ogni messaggio: un mezzo potente, capace di sovvertire la
quotidianità, entrando in contatto con la parte più intima di ognuno.
SABATO 13 APRILE ORE 10.30
Analisi di un capolavoro. Romeo e Giulietta di William Shakespeare
La storia d’amore più famosa di ogni tempo è il tema della lezione/spettacolo tesa a indagarne le
origini, datate in età ellenistica e il cui sviluppo, attraversando la grande novellistica italiana (da
Boccaccio a Matteo Bandello), giunge in Francia e in Inghilterra dove, alla fine del XVI secolo, per
mano di Shakespeare diviene il capolavoro che conosciamo. Ma il percorso di questa storia
conoscerà, nei secoli successivi, ulteriori metamorfosi traducendo la vicenda dei due amanti
veronesi in melodramma, in balletto, in musical, in cinema: nonché in altre versioni sia letterarie
che drammaturgiche, a significare come una storia non conosca mai approdi definitivi ma sia
destinata a rigenerarsi in diverse forme. Sarà, in questa occasione, la versione somma di Romeo e
Giulietta di Shakespeare, il testo analizzato per valutare e comprendere in quali forme il grande
drammaturgo abbia saputo trasformare i tanti prestiti degli autori precedenti. Una favola divenuta
insuperabile icona dell'amore contrastato.
Alla fine di tutte le attività è previsto un TALK con i protagonisti intervenuti per permettere al
pubblico di esprimere le proprie curiosità e proporre approfondimenti sui temi trattati.
Tutti gli incontri saranno trasmessi anche in streaming sulle piattaforme:
https://www.facebook.com/teatrovillalazzaroni
https://www.facebook.com/fondamentateatroeteatri
https://www.facebook.com/scuolafondamenta
https://www.youtube.com/@teatrovillalazzaroni
Il progetto è vincitore dell’Avviso Pubblico “Raccolta di Proposte progettuali per la
realizzazione di eventi, manifestazioni, iniziative e progetti di interesse per l’Amministrazione
capitolina di rilevanza cittadina” promosso da Roma Capitale in collaborazione con Zètema
Progetto Cultura ed è patrocinato dal Municipio Roma VII.
Ufficio stampa Teatro di Villa Lazzaroni
Federica Guidozzi (+39) 347 7749976
comunicazione@fondamentateatroeteatri.it
federica.guidozzi05@gmail.com
Teatro di Villa Lazzaroni
Via Appia Nuova, 522 – Via Tommaso Fortifiocca, 71 (parcheggio gratuito) - 00181 Roma
Info e prenotazioni: 392 4406597 - info@teatrovillalazzaroni.com
www.teatrovillalazzaroni.com
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