Un'immersione totale, quella che ho vissuto domenica al Teatro Di Documenti, dove ho assistito ad un spettacolo teatrale, davvero, differente, da qualsiasi altro visto prima, senza dubbio la splendida cornice del luogo ha giocato la sua parte, un luogo particolare , quello del Teatro Di Documenti, progettato e costruito nel cuore del quartiere Testaccio da Luciano Damiani, considerato uno dei massimi scenografi del 900', grazie soprattutto alla sua carica innovativa. Questo teatro ribalta, tutte le convenzioni teatrali, ovvero, separazione tra palco e platea, inesistenza della quarta parete, assenza di separazione tra gli attori e il pubblico.
Un luogo del genere, quindi, ben si presta ad ospitare uno spettacolo tridimensionale come GLI ESCLUSI-INSANE SITUATION PROCEDURE
Non c'è scampo non si può rimanere inerti davanti ad un'opera tale, tanto densa è l'atmosfera che si crea, ascoltando le storie narrate dagli attori, personaggi riuniti in una sala, che dapprima dicono solo il proprio nome, e poi in un crescendo cadenzato da stimoli sonori di vario genere, piuttosto che interventi inniettivi del personale medico, fanno dipanare davanti ai corpi degli spettatori, le vicende di questi 6 esclusi, che a poco a poco ci narrano la loro storia, prima raccontandoci chi erano loro e poi deflagrando nell'identità negata loro dalle famiglie di appartenenza.
Il testo di Roberta Calandra dietro cui c'è un accurato studio, delle vite di queste 6 persone : due uomini e 4 donne, tutti appartenenti a famiglie o clan famosi, tutti con una fragilità emotiva, e oggi, forse nel 2024, sarebbe stata accolta e capita, se non compresa, ma che nella prima metà del secolo scorso, se da una parte poteva ancora far paura dall'altra veniva facilmente strumentalizzata per far restare candida l'immagine familiare o del clan.
Al testo già bellissimo si aggiunge la regia di Valentina Ghetti, che rende l'opera ancora più densa, di atmosfera ho parlato, di corpi, e non sono solo di occhi od orecchi, riferendomi ai spettatori, perchè questo spettacolo tocca non solo le parti del corpo normalmente vigili, in queste occasioni, ma anche quelle inedite, come la gola, lo stomaco, grazie alla densità di vita negata e restituita attraverso gli attori a queste persone sfortunate.
La scelta registica della INSANE SITUATION PROCEDURE prende spunto da un noto esperimento psicologico, uno dei pochi avallato dalla comunità scientifica: la “Strange Situation Procedure” della celebre psicologa Mary Ainsworth, che valuta il sistema di attaccamento dei bambini attraverso stimolazioni e osservazioni esterne, pone quindi lo spettatore come osservato esterno, ma allo stesso tempo interno, grazie al contenuto.
Rosemary Kennedy sorella di John e Robert lobotomizzata, senza anestesia, ridotta sulla sedia rotelle, solo perchè considerata una ragazza vivace, interpretata da una Caterina Gramaglia tenerissima, struggente tanto da spezzare il cuore, Lucia Joyce interpretata da Camilla Ferranti, si scoprì che era solo dislessica, ma la sua vita, seppur figlia di uno dei più grandi scrittori del 900', colui che viene considerato il padre del "Flusso di coscienza" in letteratura, non esitò a confinare la figlia in un manicomio. Eduard Einstein, un gigante buono, capitato nella famiglia sbagliata, sulla genialità di Albert Einstein c'è poco da dire, ovviamente, ma sulla sua figura umana non è il primo spettacolo teatrale, che ne stigmatizza l'aridità affettiva e la scarsa empatia, interpretato da un bravissimo Alessio De Persio che con la sua risata tragica fa venire un nodo alla gola.
Dario Masciello interpreta con puntuale nonchalance Giorgio il fratello di Gianni Agnelli, un dandy visionario che voleva rivoluzionare la Fiat che arrivò persino a sparare al fratello mancandolo, che morì suicida in un manicomio svizzero, e poi i due personaggi paralleli: non c'è destra non c'è sinistra, se si tratta di escludere chi può ledere la nostra carriera : Albino Mussolini, e Aldo Togliatti, il primo figlio di Ida Dalser e Benito Mussolini, morto di consunzione in un manicomio nel 1942, interpretato da Leonardo Zarra, il secondo figlio di Palmiro Togliatti, un uomo timido, che ha vissuto la sua gioventù all'ombra di un padre ingombrante ed assente, per poi passare ben 50 anni in un manicomio, interpretato da un bravissimo Luca Di Giovanni.
Miriam Comito
GLI ESCLUSI
Insane Situation Procedure
Un esperimento psico-teatrale
Di Roberta Calandra
Adattamento e Regia Valentina Ghetti
Con Caterina Gramaglia, Camilla Ferranti, Alessio De Persio,
Dario Masciello, Luca Di Giovanni, Leonardo Zarra
Fotografie Beniamino Finocchiaro
in collaborazione con Centro Culturale Mobilità delle Arti, Roberto D’Alessandro e Obiettivo Roma
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