GIANFRANCO JANNUZZO
IL BERRETTO A SONAGLI da Luigi Pirandello
con EMANUELA MUNI
FRANCO MIRABELLA CARMEN DI MARZO
FRANCO MIRABELLA CARMEN DI MARZO
ALESSANDRA FERRARA ESMERALDA CALCULLO
e con GAETANO ARONICA nel ruolo di Fifì
e la partecipazione ANNA MALVICA
e con GAETANO ARONICA nel ruolo di Fifì
e la partecipazione ANNA MALVICA
scene CARMELO GIAMMELLO | costumi THE ONE | musiche MARIO D'ALESSANDRO
voce solista FRANCESCA GAMBINA
adattamento di Francesco Bellomo, Moreno Burattini, Pino Caruso
assistente alla regia Giulio Guarino
organizzazione e produzione Roberta Valentini e Clizia Di Blasio
produzione esecutiva Fabrizio Iorio
adattamento di Francesco Bellomo, Moreno Burattini, Pino Caruso
assistente alla regia Giulio Guarino
organizzazione e produzione Roberta Valentini e Clizia Di Blasio
produzione esecutiva Fabrizio Iorio
regia
FRANCESCO BELLOMO
produzione L’isola trovata
22 NOVEMBRE – 4 DICEMBRE 2016
NOTE DI REGIA
IL BERRETTO A SONAGLI in scena alla Sala Umberto dal 22 novembre al 4 dicembre 2016 per la regia di Francesco Bellomo è uno dei testi pirandelliani appartenenti al periodo della cosiddetta produzione umoristica/grottesca dell'opera del maestro agrigentino, in cui vengono presentati personaggi che incrinano le certezze di quel mondo borghese dove il drammaturgo siciliano era nato, personaggi che rovesciando i modelli consueti di comportamento mettono in luce la vera vita, in contrapposizione con la forma, fanno cadere la maschera dell'ipocrisia e delle convenzioni sociali. il copricapo del titolo è quello del buffone, quello della vergogna , o che si indossa per far ridere. Alla base di tutto c'è la profonda analisi che Luigi Pirandello fece della società, partendo già dall'infanzia, dove riscontro una difficoltà di comunicazione con gli adulti che lo spinse ad un primo studio sul comportamento degli altri per meglio entrarci in contatto. Questo tipo di studi vennero poi approfonditi dallo scrittore in età adulta grazie ad una tragedia: sua moglie Antonietta Portulano impazzì e nel 1919 il drammaturgo fu costretto a ricoverarla in un ospedale psichiatrico, in quegli anni Pirandello si avvicinò agli studi di Sigmund Freud e ad approfondire l'analisi del comportamento sociale nei confronti della malattia mentale.
Lo spettacolo si avvale di una scenografia degna di nota, sul palco è ricreata una perfetta sala da pranzo di una casa borghese di una città dell'entro terra del primo novecento, con le tende scure a nascondere agli occhi degli estranei ciò che accade in casa, per on tacere dei costumi bellissimi e curati indossati dagli attori che contribuiscono a portare lo spettatore dentro la vicenda e a palpitare con i protagonisti, a patteggiare per la protagonista Beatrice o per l'antagonista, che da sempre è il personaggio più conosciuto di questa commedia: Ciampa. Un testo che non finisce mai di essere interessante e attuale, non tanto per la vicenda del tradimento quanto per la reazione delle persone ad un problema. Se, forse, alcuni valori, sono meno forti adesso rispetto a un secolo fa, e l'individuo deve meno accudire il proprio"pupo" affinchè non venga calpestato da altri, o addirittura i "pupi" siano in via di estinzione, è assolutamente di stretta attualità il discorso sulle tre chiavi: quella seria, quella civile, e quella pazza. La prima, posta sualla tempia sinistra, si usa quando bisogna parlare davvero con qualcuno per cercare di risolvere qualche problema, la seconda ahimè la più usata è a centro della fronte e si usa in società, non si dice quello che si pensa ma quello che va detto, e poi c'è a terza, la pazza quella che se usi quella sragioni e dici la verità nuda e cruda. Quando sono girante più di una chiave c'è stridore, si dicono delle cose che appaiono stonate con il tono che si usa o con il modo in cui si mette la bocca quando si pronunciano. Per Pirandello solamente i pazzi dicevano la verità, non è stato il primo a sostenere questa tesi già i fools shakesperiani avevano questa funzione ma in modo meno tragico. L'operazione di portare, ancora, Pirandello in scena nel 2016 è un 'operazione vincente e stimolante credo per gli attori. Ieri Gianfranco Jannuzzo era visibilmente emozionato e commosso, della partecipazione del pubblico.
Miriam Comito
Il berretto a sonagli prende spunto da due novelle: “Certi obblighi” e “La verità”; in entrambi i casi si narra di un marito che, nonostante sia a conoscenza dell’adulterio della moglie, lo accetta con rassegnazione, ponendo come unica condizione la salvaguardia dell’onorabilità.
La società costringe gli individui ad apparire rispettabili, obbedendo a precisi codici di comportamento; in realtà tutto è permesso purché si salvino le apparenze.
La vicenda trascende, nel suo giuoco beffardo, la realtà dell’ambiente, ma non si sarebbe potuta realizzare al di fuori di quella. Ciampa, scrivano in una cittadina all’interno della Sicilia, è inserito in una società piccolo-borghese, condizionata dai “galantuomini”, ma non esclusa da un rapporto attivo, anche se subalterno, con la classe superiore.
La morale sessuale è pur sempre sofisticata, ma acquisisce, nel caso di Ciampa, il decoro convenzionale e ipocrita del codice borghese del perbenismo, un codice sul quale la beffarda rivalsa del subalterno gioca una sua partita arguta e teorizza il sistema pratico, socio-morale delle “tre corde”: la seria, la civile e la pazza.
l recupero del copione originale consente di evidenziare la spontaneità della vis comica pirandelliana. Inoltre il reinserimento di alcune scene tagliate permette di identificare meglio e la tematica dell’opera e i caratteri dei personaggi.
Per dare maggiore impatto emotivo si è anche aggiunto un prologo in flashback all’inizio dello spettacolo, dove gli amanti clandestini vengono colti in flagranza di reato ed arrestati, scena che non esisteva e di cui si sentirà il racconto durante la commedia.
L’ambientazione, collocata nell’immediato dopoguerra, permette di recuperare certe situazioni tipiche del mondo siciliano ed particolare agrigentino di quel tempo.
Le musiche di Mario D'Alessandro ci riportano a quelle sonorità forti e terragne che hanno caratterizzato la produzione cinematografica dei film di ispirazione siciliana degli anni ’50.
Francesco Bellomo
SALA UMBERTO
Via della Mercede, 50 Roma
Tel. 06 6794753
martedì, giovedì e venerdì ore 21, mercoledì ore 17, sabato ore 17 e 21, domenica ore 17
Prezzi da 32€ a 23€
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