TEATRO DEI CONCIATORI - Contemporary
Urban Theatre
Stagione 2013 – 2014
La prima stagione del Teatro dei Conciatori - Contemporary Urban Theatre, si è conclusa con la consapevolezza dell’affermazione
del teatro di Via dei Conciatori, come una delle realtà più importanti
nel panorama teatrale romano. E’ con questa consapevolezza che il
24 settembre avrà inizio la seconda stagione con 22 nuovi spettacoli
all’insegna della buona drammaturgia contemporanea e non solo!!!
La cultura
non è un supplemento, qualcosa di superfluo di cui si può
fare a meno. La cultura è uno dei fondamenti di una società. La base
del vivere insieme un futuro possibile, un'utopia da condividere.
E’ con questo pensiero di
utopia possibile che vogliamo presentare a tutti la seconda stagione teatrale e come un bambino che a due anni vuole dimostrare che
è cresciuto così il Teatro dei Conciatori vuole consolidare la fiducia
che si è guadagnata nel corso della passata Stagione proponendo un
nuovo, fresco, nutrito Cartellone che privilegia la drammaturgia contemporanea
e ribadisce la propria vocazione per un teatro di qualità ospitando
compagnie di assoluto valore.
Tutti gli artisti presenti
in cartellone, che ci facciano ridere oppure piangere, ci apriranno
comunque nuove finestre sul mondo.
Il Teatro dei Conciatori è
un luogo di confine dove il pubblico può scoprire nuovi artisti
oltre a rivedere quelli già affermati.
Viviamo in un tempo in cui
il teatro è forse uno degli ultimi luoghi dove prendersi del tempo,
indispensabile, per pensare, per non soccombere al vuoto dilagante del qualunquismo.
Un luogo catartico dove potersi incontrare per interrogarsi e riflettere
su quanto resta della nostra umanità.
“Tutti quelli che sono stati
da noi nella prima stagione, sia pubblico che compagnie, ci hanno manifestato il loro entusiasmo e la loro soddisfazione e questo
per noi è motivo di grande gioia – affermano Antonio Serrano e Gianna Paola
Scaffidi, Direttori Artistici del Teatro dei Conciatori – Significa
che tutti sono stati ben accolti, e si sono trovati a loro agio e che
le loro aspettative sono rimaste soddisfatte. Per questa nuova stagione
ci aspettiamo che i pochi che ancora a Roma non ci conoscono "rimedino"
a questa loro mancanza!!! Scegliendo i lavori per il prossimo cartellone
abbiamo continuato a dare lo spazio più ampio alla drammaturgia contemporanea
cercando di affrontare importanti tematiche di attualità trattate a
volte in situazioni e con toni più drammatici, a volte con i toni più
leggeri della commedia. Ma non manca un tocco di “classico”. Siamo
sempre alla ricerca della novità, sempre con la più grande curiosità
per ciò che ci circonda, sempre nell’ottica di essere “punto di
riferimento” per la nuova drammaturgia di qualità.
Si apre la
stagione dal 24 settembre
al 06 ottobre 2013, con OCEAN TERMINAL dal romanzo Ocean Terminal di Piergiorgio
Welby edito da Castelvecchi Editore , adattamento Francesco
Lioce e Luca Morricone, diretto e interpretato da Emanuele Vezzoli. Dall’ 08 al 13 0ttobre 2013 è
di scena HAMLETELIA, scritto diretto ed interpretato da Caroline Pagani.
Dal 15 al 27 ottobre 2013
è la volta dello spettacolo AL NOSTRO AMORE, testo e regia di Luca de Bei , con Fabrizio Apolloni
e Pia Lanciotti. Dal 29 ottobre al 10 novembre 2013
è di scena STATO DI GRAZIA testo di Silvia Falabella regia Enzo Masci,
con Angela D’Onofrio, Ramona Gargano e Silvia Falabella. Dal 12 al 24 novembre 2013, BUCA DI SABBIA di Micha Walczak regia di Gabriele
Linari, con Sabrina Todaro e Tony Allotta. Dal 26 novembre all’ 8 dicembre
2013 in scena TERAPIA DI COPPIA, testo di Paolo De Vita regia Antonio Serrano, con
Paolo De Vita e Anita Zagaria. Dal 10 al 22 dicembre 2013, LA DISFATTA testo di Gianni Guardigli regia
Francesco Branchetti e Isabella Giannone; con Francesco Branchetti.
Si conclude il 2013 dal 27 – 31 dicembre con COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA
RELOADED. Si apre il 2014
dal 3 – al 12 gennaio con UN AMORE DA INCUBO, testo e regia di Francesca Draghetti. Dal 14 al 26 gennaio con L’OBELISCO liberamente tratto dal racconto di
Edward M. Forster – regia Luca De Bei, con Gianna Paola Scaffidi e Antonio Serrano. Dal 28 gennaio al 02 febbraio 2014, LE ROVINE DI ADRIANO, testo di Nello Trocchia - regia di
Giuseppe Marini - con Urbano Barberini. Dal 04 al 09 febbraio
2014, CIMBELINO testo di W. Shakespeare traduzione
e regia di Valerio Vittorio Garaffa
con Riccardo
Bocci, Chiara Cimmino Sander, Valerio Vittorio Garaffa, Mario Pietramala.
Dall’11 al 16 febbraio
2014, DUE PER UNO testo di Gianluca Tocci regia di Gianni Corsi, con
Federico Tocci. Dal 18 febbraio al 02 marzo 2014, LE TATE testo e regia di Alessandra Panelli,
con Barbara Porta, Sofia Diaz, Maria Roveran, Costanza Castracane.
Dal 04 al 16 marzo 2014 AMORE E RESTI UMANI testo di Brad Fraser, regia di Giacomo Bisordi, con
Dimitri Galli Rohl e Cristina Poccardi. Dal 18 al 23 marzo 2014 AMORE A TRE drammaturgia e regia di Enoch Marrella da
F. Dostoevskij, con Enoch Marrella e Edoardo Ripani. Dal 25 al 30 marzo 2014, FRATELLO MIO testo e regia di Gianni Corsi, con Leandro Amato, Marco Funaro e Josafat Vagni. Dal 02 al 12 aprile 2014 COME UN SORCETTO NEL CAMEMBERT, regia Cristina Noci, con Barbara Lo Gaglio, Simona
Meola, Elisa Panfili. Dal 22 aprile al 04 maggio 2014 7 PEZZI DI CARNE, testo e regia di Riccardo Reim, con Valentina Ardinzone,
Letizia Barone Ricciardelli, Emanuela Cacciaguerra, Valerio Cerasoli,
Chiara Di Pietro, Federica Lamedica, Maria Santirocco; musiche originali
Raffaele Nicolì. Dal 06 al 25 maggio 2014 IL GRANDE FLEBOSKI tratto dal libro STORIE DI ORDINARIA CORSIA di Fabrizio
Blini - regia di Gigi Piola
con Nicola
Pistoia. Dal 27 maggio al 1
giugno 2014 NEI SECOLI INFEDELI, testo di Cristina Mascitelli - regia di Eugeni –
Mascitelli, con Anna Teresa Eugeni. Dal 03 al 15 giugno 2014 LA SVOLTA, testo di Moran Beaumer adattamento di Alberto Oliva
e Mino Manni - regia Alberto Oliva con Mino Manni.
24 settembre - 06 ottobre 2013
OCEAN TERMINAL
dal romanzo
Ocean Terminal di Piergiorgio Welby edito da Castelvecchi Editore
adattamento
Francesco Lioce e Luca Morricone
diretto e
interpretato da Emanuele Vezzoli
movimenti
scenic Gabriella Borni
contributi
aiudiovisivi Francesco Andreotti e Livia Giunti
disegno luci
Marco Zara
Ocean Terminal
è un insieme di prose spezzate che si riannodano a distanza o
si interrompono proprio quando sembrano preannunciare altri sviluppi:
dall’infanzia cattolica alla scoperta della malattia, fino all’immaginario
hippy e alla tossicodipendenza, passando attraverso gli squarci di una
Roma vissuta nelle piazze o nel chiuso di una stanza. In un continuo
susseguirsi di toni lucidi e febbrili, poetici e volgari, Welby riavvolge
il nastro della propria vita, adottando un linguaggio babelico (stream
of consciousness) che colpisce per originalità e potenza.
Un condannato
a vita in cui forte è il conflitto tra l’abbandono della speranza e l’inno
alla vita, in un corpo che diviene ogni giorno di più un abito sgualcito
e che esprime l’insofferenza di colui che assiste da spettatore a
un dibattito di cui è, invece, involontario protagonista.
Emanuele Vezzoli,
attore e regista dello spettacolo, si è
reso il tramite attraverso cui trasferire la ricchezza del tesoro Piergiorgio
Welby agli altri uomini, raccogliendo la promessa fatta a Mina Welby
ed in accordo con quanto egli stesso afferma: “non esiste un’arte
privata, un artista ha l’obbligo morale di incidere sulla realtà”.
La stessa
Mina Welby ha dichiarato: “Ogni fibra del corpo dell’attore esprime
emozioni in armonia con la voce, i silenzi, i gesti, gli sguardi, il
respiro. In pochi attimi percepisco un concentrato di dolore infinito o di meraviglia
e piacere vissuti insieme. Il linguaggio espressivo corporeo di Emanuele
fa rivivere allo spettatore un vissuto intimo di una persona speciale
quale era stata Piergiorgio”.
08 - 13 0ttobre 2013
HAMLETELIA
Scritto, diretto ed interpretato da Caroline Pagani
Una riscrittura dall’Amleto di William Shakespeare
Plenilunio. In un cimitero,
un’ombra intona un canto nella notte. È Ofelia che risorge. Il suo
spirito ha ancora qualcosa da dire. In vita troppi l’hanno zittita,
a cominciare da Amleto, tutte le parole strozzate ora
la torturano nella tomba, Dopo le sue rivelazioni molti segreti di Elsinore
potrebbero non essere più tali, a cominciare dal suo stesso suicidio.
Questa volta è lei, Ofelia, il centro del plot, l’ombra giovanile
e archetipica di ognuno di noi, il personaggio amletico che sbobina
la propria coscienza davanti al pubblico. È Hamletelia. Attraverso
questo personaggio poliedrico Caroline Pagani ripercorre in controcampo
l’intrigo di Amleto, e compie un omaggio
alla poetica shakespereana intrisa di ironia, erotismo, incanto linguistico
e sonoro, un mondo dove si mescolano terra e cielo, divinità e follia,
sacro e profano. Ofelia agisce, canta, balla, riallaccia il dialogo
interrotto con Amleto, con Gertrude, con la vita. Cerca di rispondere
alle domande che la assillano, di colmare gli spazi bianchi del capolavoro
shakespeariano: Perché Amleto le urlò di andare in convento? Perché
Gertrude, che l’ha vista nel fiume, non l’ha salvata? Perché un
capricco dell’ispirazione le ha impedito di essere una donna coraggiosa
come Giulietta, ardita come Lady Macbeth, sensuale come Cleopatra? Perché
le è toccato in sorte questo sciagurato karma? Perché, William, perché?
Una vicenda tragicomica d’ amore e morte, un omaggio alla storia delle
rappresentazioni di Amleto, in teatro, cinema
e pittura.
Premi:
Spettacolo vincitore dell'Internationales
Regie Festival Lipsia 2009
Premio Fersen alla Drammaturgia
2013
Miglior spettacolo, miglior
regia, miglior attrice, premio del pubblico, Festival Corte della Formica, Napoli 2010
Premio SinestesiaTeatro, miglior
spettacolo, miglior regia, Roma, 2010
Segnalazione miglior attrice
Festival Teatri Riflessi, Catania 2011
Premio Martucci miglior attrice,
Bari 2012
Premio Migliore Attrice al Fringe di Roma 2013
15- 27 0ttobre 2013
AL NOSTRO AMORE
testo e regia
di Luca de Bei
con Fabrizio
Apolloni e Pia Lanciotti
Un uomo e
una donna si sono dati appuntamento al tavolino di un bar. Non si conoscono:
questa è la prima volta che si vedono e si parlano. Sono entrambi nervosi,
entrambi sulle difensive. Lei, una giovane madre borghese separata dal
marito, ha fatto dell’educazione del figlio il suo scopo di
vita. Il figlio però ormai è maggiorenne, e davanti a lei appare ora
lo spettro della solitudine.
Lui, vicino
alla mezza età, è un insegnate di scuola superiore deluso
dalla sua vita privata e professionale ma pieno di speranza per una
recente, inaspettata, relazione sentimentale. Lei è estroversa,
narcisista, passionale, un po’ mitomane, con il terrore degli anni che passano.
Lui è riservato, ingenuo, umorale, un po’ fragile psicologicamente,
ma nonostante tutto ottimista. Niente sembra unirli. Nessun legame sembra
possibile. Eppure, queste due anime alla ricerca di affetto e di sicurezza,
hanno in comune qualcosa che riuscirà a farli incontrare: un grande,
fulgido, accecante amore.
29 0ttobre –
10 novembre 2013
STATO DI GRAZIA
testo di Silvia
Falabella regia Enzo Masci
con
Angela D’Onofrio, Ramona Gargano e Silvia Falabella
scene Katia
Titolo
Una storia
a due divertente e delicata, nella quale nulla è come sembra e
le apparenze lasciano spazio alla sorpresa. In un modesto appartamento,
Virginia, una giovane affittuaria, introversa e avvilita, incappa nella
più improbabile delle inquiline: Clara, una festaiola eccentrica
e folle che porta il trambusto nella casa. La convivenza tra le due
sconfina in un gioco delle parti spassoso e instancabile, tollerato
a fatica dalla chiusa Virginia e fomentato da Anna, cinica e bizzarra
padrona di casa. Ma Clara e Virginia hanno un segreto, doloroso e pesante,
difficile da nascondere quanto da confessare. Nella cornice leggera
di una commedia due storie profondamente umane si rincorrono e si incontrano
ai confini delle loro solitudini, dove colpa e redenzione hanno lo stesso
colore.
12 - 24 novembre 2013
BUCA DI SABBIA
Di Micha Walczak
regia di Gabriele Linari
con
Sabrina Todaro e Tony Allotta
movimento
scenico Elisabetta di Fonzo
Una messa
in scena divertente ma anche cruda e diretta sulla non comunicazione...
Nel fosso
si va consumando il gioco più complesso di tutti, un gioco di
intese e contese, un gioco in cui regole e confini sono fatti per essere
infranti. Un bimbo e una bimba in una fossa si dividono lo spazio complesso
di una guerra il cui fine è unirsi per sempre o per sempre
dividersi. Il fosso dei giochi è per noi una camera dove sezionare
un rapporto di coppia, dal primo incontro alle conseguenze estreme del
conoscersi, per capire che, forse, l'unico vero confine non è tra uomo
e donna ma tra condivisione e solitudine…
26 novembre – 8 dicembre 2013
TERAPIA DI COPPIA
testo di Paolo
De Vita. Regia Antonio Serrano
con Paolo
De Vita e Anita Zagaria
Scene Dario
Dato, Costumi Rita Forzano
La coppia
di per sé è un punteggio basso…
La crisi della
coppia è un passo fondamentale di ogni unione che si rispetti,
un “must“ sociale che nessuno ha il diritto di negarsi.
In un appartamento di un qualsiasi stabile di una qualsiasi
città di un qualsiasi livello sociale, un Lui ed una Lei ingaggiano
un duello di parole, gesti, consuetudini violate, di inganni, sorprese
e colpi bassi. Tutto in nome della verità, della insondabile esigenza
di “capire”, di dare una scossa alla routine, inceppando meccanismi
ormai assodati, auto proclamandosi portatori di nuova linfa ad una unione
che se non vacilla sa di stantio...
“Perché
così non si può più andare avanti... Perché non mi guardi più, non mi tocchi più, non ti interessi di me, perché...
non ci sei.”
Lui o lei?
Chi vorreste sopprimere? Lei o Lui? Chi buttereste senza esitazione
e senza alcun rimorso dalla torre più alta? O tutti e due?
La terapia
della coppia è un fidanzamento che si rinnova; una “ prima volta” ma
davanti a testimoni, mettendosi a nudo con saggezza e sicuramente con
una straordinaria ipocrisia.
La nuova strada
della convivenza si basa su tecniche moderne, su teorie mutuate da riviste
specializzate, ma più di tutto, si fonda sul dogma che uno dei due deve,
vuole, esige ottenere quella supremazia che sente mancare al suo paniere.
La coppia
non è un asse di equilibrio. Somiglia di più al Tetris.
Ed è una bellissima esperienza.
A patto che
siate voi a gestire le mosse e gli incastri dei pezzi.
10 - 22 dicembre 2013
LA DISFATTA
testo di Gianni
Guardigli regia Francesco Branchetti e Isabella Giannone
con Francesco
Branchetti
Il 30 aprile
1945 a Berlino, asserragliato nel bunker costruito sotto il palazzo
della Cancelleria, Adolf Hitler si suicida insieme ad
Eva Braun appena sposata. Poco dopo Joseph Goebbels, ministro della
propaganda e gauleiter della Capitale, insieme alla moglie Magda avvelena
i suoi bambini e con lei anch’egli si toglie la vita. Sparsi qua e
là per la metropoli in fiamme si danno volontariamente la morte capi
politici e militari. Altri, come Hermann Goering, condannati a Norimberga
all’impiccagione per crimini di guerra, si suicideranno in carcere.
Pochi epiloghi
di foschi periodi della storia hanno tanto somigliato alla rappresentazione
teatrale di una tragedia, immaginata e addirittura in qualche modo provata
per giungere all’immagine scenica voluta.
La materia
del racconto, benché calata nei fatti veri della storia, mi ha
riportato alla crudeltà e alla violenza del dramma elisabettiano.
Ma il dramma
non è rappresentato, è raccontato, rivissuto, puntigliosamente
rievocato da una mente che è rimasta chiusa nella prigione di
una follia lucida che le suggerisce parole quasi “indicibili”.
E’ anche
vero che nessun comandante militare in nessun
conflitto ha mai avuto la pazzesca idea di situare il proprio quartier
generale in prima linea, la linea del fuoco, con il rischio di venir
catturato o ucciso.
Il mio Fritz,
il personaggio da me inventato per dar voce a questa quasi inspiegabile follia
che riassume l’abbaglio di un intero popolo comincia a parlare osservando
il mucchietto di terra che indica il luogo dove “tutto è avvenuto”,
dove “la tragedia si è consumata”.
27 – 31 dicembre 2013
COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA RELOADED
da Dario Fo e Franca Rame, Adattamento Antonella Carone e Giusy Frallonardo
Regia di Giusy Frallonardo
con Antonella Carone e Davide Mancini
Scene Enrico Romita - Disegni Marco Romita - Costumi Mariella Seripierri
Regia di Giusy Frallonardo
con Antonella Carone e Davide Mancini
Scene Enrico Romita - Disegni Marco Romita - Costumi Mariella Seripierri
da Dario Fo
e Franca Rame – adattamento di Antonella Carone
e Giusy Frallonardo
regia Giusy
Frallonardo – con Antonella Carone e Davide Mancini
scene Enrico
Romita – disegni Marco Romita – costumi Mariella Seripierri
In un mondo
di plastica, dove la dimensione virtuale surclassa la vita reale, una coppia di giovani
sposi si confronta e si scontra.
Immediatamente
secoli di lotte, emancipazione culturale, progressi sociali svelano
il loro inganno, perché nel rapporto uomo-donna tutto sembra immutato.
“Coppia
Aperta RELOADED” affronta l’eterno tema della coppia in
cui il giovane marito, impietoso ritratto del maschio medio e la giovane
moglie - vittima non incolpevole dell’infedeltà dell’uomo - discutono
tra maldestri tentativi di suicidio. Una coppia malassortita come tante,
due persone provenienti da mondi diversi che, chissà per quali alchimie,
si sono incontrati, piaciuti, innamorati. E poi… la routine, il calo
di desiderio (da parte dell’uomo, beninteso), le due realtà socialmente
e culturalmente distanti e inavvicinabili. Per dare una svolta alla
fase di stallo coniugale, l’uomo convince la donna a sperimentare
la coppia aperta: nuove avventure, scappatelle, perfino confidenze sui
rispettivi amanti. Tra litigi accesissimi, battute cariche di ironia,
grotteschi tentativi di rendersi desiderabili a tutti i costi, gelosie
mai apertamente dichiarate, si rappresenta la parabola di questa coppia
attraverso la stilizzazione delle situazioni e i flash back che i protagonisti
ricostruiscono come divertenti siparietti col pubblico ora chiamato
a prendere posizione, ora lasciato alla sua distanza critica per riflettere
sull’attualità. Ma cosa succede se anche lei confida di aver incontrato
un nuovo compagno? Sarà ancora valida la teoria della “coppia aperta”?
3 – 12 gennaio 2014
UN AMORE DA INCUBO
Testo e regia
di Francesca Draghetti.
Lo spettacolo
avrà un doppio cast:
Primo week
end: Roberto Stocchi, Ughetta D’Onorascenzo, Simone Crisari.
Seconda settimana:
Antonella Alessandro, Roberto Draghetti, Roberto Stocchi
In una fredda
notte d'inverno, che cosa può succedere ad un
ladro dilettante?
Per cominciare,
di sbagliare appartamento e non trovare la refurtiva.
Poi, d'imbattersi
nella padrona di casa, una ragazza talmente miope da non vedere gli
oggetti reali, e così stramba da vedere ciò che non esiste, per esempio gli Incubi.
Perché
lo sanno tutti che gli Incubi non esistono nella realtà, lo sa bene
anche il Ladro. Per questo, quando si trova di fronte ad un Incubo in
carne ed ossa, ha qualche problema…
Come se non
bastasse, quest'Incubo è irascibile, pasticcione, geloso ed
ha il brutto vizio di fare troppe domande.
Così, un
furto fallito si trasforma in un divertente carosello di equivoci e
sorprese, dove può succedere di tutto, anche di innamorarsi…
E visitando
il mondo degli Incubi, ogni spettatore potrebbe trovare qualche
"vecchia conoscenza"…
Ecco quindi
la ricetta per una serata speciale
INGREDIENTI:
UNA DONNA - UN LADRO - UN INCUBO
TEMPO DI COTTURA:
1h 20’ circa - DIFFICOLTA’: restare seri
14 – 26 gennaio 2014
L’OBELISCO
Di Luca De Bei
liberamente
tratto dal racconto di Edward M. Forster
Regia Luca
De Bei
con Gianna
Paola Scaffidi e Antonio Serrano costumi Lucia Mariani – scene Francesco
Ghisu, Valeria Mangiò
Una coppia:
un uomo e una donna ingabbiati in un matrimonio che vive ormai di routine, di sotterranei rancori, di noia, di
insofferenza, di inconfessabili desideri.
Una relazione
che sbanda alla ricerca di un punto di rottura, di un afflato di libertà.
L’occasione per una breve, illusoria fuga si presenta durante una
vacanza al mare in seguito all’incontro,
tra le dune di sabbia di una spiaggia, con due giovani marinai.
È così che
una piccola gita alla ricerca di un obelisco discretamente conosciuto
nella zona, diventa per la coppia borghese un momento di curiosità,
di brivido, di eccitazione, di trasgressione.
Edward M.
Forster, scrittore britannico (1879-1970) è diventato celebre
dopo gli adattamenti cinematografici dei suoi principali romanzi: “Camera
con Vista”, “Passaggio In India”, “Maurice”.
28 gennaio – 02 febbraio 2014
LE ROVINE DI ADRIANO
testo di Nello
Trocchia - regia di Giuseppe Marini - con Urbano Barberini
"Le rovine
di Adriano. Così potere e malaffare volevano distruggere la villa
dell'Imperatore patrimonio dell Umanità. Una storia di rifiuti e soldi
che ha fatto il giro del mondo rischiando
di diventare la Caporetto della cultura italiana e che invece ha segnato
una importante vittoria della società civile sulla "politica
degli affari" raccontata da uno dei protagonisti. Dopo le intimidazioni
ricevute il teatro come risposta civile".
04 - 09 febbraio 2014
CIMBELINO
testo di W.
Shakespeare traduzione e regia di Valerio Vittorio Garaffa
con Riccardo
Bocci, Chiara Cimmino Sander, Valerio Vittorio Garaffa, Mario Pietramala
scena Paola
Castrignanò - costumi Simona Cimmino - maschere Riccardo Rossi
Il Cimbelino
è, innanzitutto, un inno al Teatro; una grande favola in cui Shakespeare
sembra giocare con il teatro e i suoi generi, spaziando dal comico al
drammatico e inserendo elementi disparati senza soluzione di continuità: amanti divisi, selvaggi che vivono in
una grotta, intrighi di corte, astuti seduttori, finti veleni, legionari
romani, ecc.
Innocenza,
giovane principessa, è innamorata del povero Postumo, che viene
cacciato da corte e si rifugia a Roma, dove l’incontro con un italiano sconvolgerà
la sua esistenza. La Britannia, nel frattempo, dichiara guerra all’Impero
romano per conquistare la propria indipendenza. Apparentemente lontani
da tutto ciò, vivono nei boschi tre selvaggi dalla misteriosa identità.
Questi gli ingredienti della favola.
Nello spettacolo
quattro attori ‘inseguono’ i circa trenta personaggi della storia
con cambi di costume continui e, in alcuni casi, indossando maschere
ispirate alla Commedia dell’Arte, in un parossismo di trasformazioni che fa eco alla complessità dell’opera, usando
una traduzione che ricalca non solo il senso letterale del testo, ma
anche e soprattutto la forza della musicalità del testo originale,
laddove la melodia delle parole e del loro scorrere insieme disegna
caratteri e situazioni, e addirittura affanni fisici e aneliti dei personaggi.
11 - 16 febbraio 2014
DUE PER UNO
testo di Gianluca
Tocci regia di Gianni Corsi
con Federico
Tocci
Quale momento
migliore, nella vita di una coppia, se non quello in cui si decide di concepire un figlio? Purtroppo però, in alcuni
casi, mettere al mondo un bambino può risultare un vero e proprio percorso
ad ostacoli. Ed è proprio questa la situazione che si trovano
ad affrontare in nostri protagonisti Enzo(Federico Tocci) e Luna, che
tentano ormai da tempo di dare vita al loro sogno più grande, il loro
traguardo prezioso. L’ennesimo tentativo andato a rotoli però mette
quasi a repentaglio la loro relazione, questo anche dovuto al fatto
che, improvvisamente, nella vita di Enzo irrompe Giulia, giovane stagista
in carriera. La verve della nuova collaboratrice fa vacillare Enzo,
questo mentre Luna prende la decisione di passare un pò di tempo da
sola, per riflettere un po’. A dare manforte ai due protagonisti troviamo
il dott.r Polline, lo specialista che aiuta i due ragazzi nella difficile
strada verso il concepimento. Sarà proprio lui, dall’alto della sua
esperienza, a dare i giusti consigli affinchè tutto si sistemi e vada
per il meglio. Enzo si trova ben presto nel pieno di una vera e propria
crisi sentimentale, ma verrà il momento in cui si troverà costretto
di fronte ad una scelta di vita dalla quale non si torna indietro. Per
tutto il resto vi aspettiamo a teatro!
18 febbraio – 02 marzo 2014
LE TATE
testo e regia
di Alessandra Panelli
con
Barbara Porta, Sofia Diaz, Maria Roveran, Costanza Castracane
Sulla scena
tre sedie, tre disegni stilizzati di alberi genealogici e nient’altro
che la recitazione di tre attrici per raccontare piccoli frammenti di
vita di tre nonne, tre bambine, tre madri ma soprattutto tre tate,
figure fondamentali dell’infanzia di una certa generazione. Un lasso
di tempo che va dal 1930 ad oggi, fra risate, giochi magici, pianti
e dolci malinconie.
“Tempo fa
mi capitò di leggere il diario scritto in gioventù dalla mia nonna materna e ne fui molto impressionata. Era
lo scorcio interessante di un’epoca ma quello che mi colpì in modo
particolare fu la descrizione dei miei parenti, soprattutto di mia madre,
da bambini. La lettura di questo diario mi fece riflettere sull’intricata
tessitura di relazioni umane che legano, inevitabilmente, i membri di
ogni famiglia e che, in qualche modo, possono modellare le generazioni
future. Rimuginando fra passato e presente, fra presenze amorose ma
anche ingombranti, o gelide assenze, mi resi conto di quanto fondamentali
fossero state, per alcuni di noi, le Tate, ovvero quelle persone che
avevano dedicato, a volte con generosità disarmante, la loro vita a
noi bambini.
Questo spettacolo
nasce come un gioco e per un lungo periodo, complici le mie amiche attrici, lo abbiamo
provato fra noi con l’unico scopo di curiosare fra le pieghe dell’animo
umano. Ho cercato ispirazione dai ricordi delle vere nonne e tate di
ognuna di noi, ripercorrendo i nostri pieni e i nostri vuoti fino a
trovare una forma drammaturgica. Un testo che nasce da una ricerca interiore,
da un flusso di memorie e che vive di essenzialità.” Alessandra Panelli
04 – 16 marzo 2014
AMORE E RESTI UMANI
testo di Brad
Fraser - regia di Giacomo Bisordi
con (in o.a.)
Dimitri Galli Rohl e Cristina Poccardi - resto
del cast in via di definizione
scena Cosimo
Lorenzo Pancini - costumi Roberta Goretti
Orientamento.
Parola che
suggerisce, nel suo etimo, il volgersi ad oriente, dove sorge il sole.
Forse in senso più ampio, l'unico orientamento della vita è la sua fine.
In amore e resti umani, testo del canadese Brad Fraser, i personaggi
sono smarriti in una grande città non meglio identificata alla ricerca
di un orientamento, come mosche impazzite attorno ad un cadavere.
Ci sono David, attore fallito ora cameriere.
Candy, la
sua coinquilina, che caccia disperatamente l'uomo ideale e che si ritrova
tra le braccia di una donna.
C'è
Bernie, in transito da un matrimonio distrutto all'omosessualità. Kane,
l'adolescente, che abbandona un Game Boy per scoprire i suoi più intimi
desideri.
C'è
Ben barista mai sazio di incontri.
E Jerry, lesbica
romantica vittima del suo stesso istinto.
Su tutti,
cala lo sguardo di Benita, puttana sensitiva.
E tutto questo,
mentre un brutale assassino senza nome fa a pezzi vittime innocenti
in una notte metropolitana d'amore e morte.
18 - 23 marzo 2014
L’AMORE A TRE
drammaturgia
e regia di Enoch Marrella da F. Dostoevskij
con Enoch
Marrella e Edoardo Ripani
scena Selena
Garau – costume Stefania Ponselè – musiche Angela Bruni e Maurizio Blanco
Nottibianche
è la storia di due personaggi, tra i più lirici di tutta
la letteratura – Nastenka e il Sognatore: lui di ritorno dai suoi
vagabondaggi notturni, lei invece piange addossata al parapetto del
canale.
Tutto inizia e finisce nell’arco di quattro notti. Si
incontrano per caso sotto le luci del manto stellato. La gelida panchina
al centro della scena è la piccola ribalta sulla quale si susseguono
convulsamente il torrenziale monologo del Sognatore e la lievissima
storia di Nastenka.
La Pietroburgo
deserta a causa delle vacanze estive di Nottibianche si fonde con i
festeggiamenti per il capodanno pietroburghese di Cuoredebole. Cuoredebole
è la storia di due amici e colleghi che vivono sotto lo stesso
tetto – Vassja Sciumkòv ed Arkadi Ivànovic.
La vigilia di capodanno Vassja annuncia all'amico Arkadi “Io prendo
moglie”, ma una trama di ostacoli – più mentali che reali – si
frappone fra Vassja e la sua stessa felicità. Il cuore debole
è quello di Vassja Sciumkòv mentre Arkadi Ivànovic con il suo sguardo
quadrato è lo straordinario testimone di questa singolare vicenda.
Attraverso il suo punto di vista di uomo semplice possiamo ridere dei
contorcimenti mentali di Vassja ma allo stesso tempo afferrarne l’estrema
complessità.
“L’idea
svalutata di sé” – tema carissimo alla psicologia moderna – si
scatena in tutta la sua portata tragicomica nel momento in cui si traduce in azione
drammatica. Questo è il fil rouge che s’intesse tra le due storie.
Nel passaggio da forma racconto a forma dramma rivive in due tempi un
ragazzo pietroburghese di ventisette anni che si chiamava Fëdor Michajlovič
Dostoevskij.
25 – 30
marzo 2014
FRATELLO MIO
testo e regia di Gianni Corsi
con Leandro Amato, Marco Funaro e Josafat Vagni
scene Stefania Savioli
Periferia romana, giorni nostri.
Due fratelli ormai adulti vivono ancora sotto lo stesso tetto: Niccolò
è uno che si alza la mattina presto e va a lavorare, oggi fa
il cameriere, domani il commesso, ma bene o male è lui che manda avanti
la baracca. Saverio invece è un ex-comico di successo, ormai senza
ingaggi a causa del suo carattere fin troppo schietto e cinico, va comunque
avanti nella sperimentazione comica tra le quattro mura di casa, per
la gioia di Niccolò.
In questo “quieto” microcosmo
casalingo piomba Marsilio, abito elegante, valigetta ventiquattrore
e una insolita proposta di lavoro per Niccolò, di quelle che cambiano la vita, ma chiedono l’anima.
Chi è Marsilio? Da dove
viene e perché vuole proprio Niccolò?
I due fratelli vengono così
coinvolti in una trattativa dai toni misteriosi, ma che a contatto con
la loro realtà diventano esilaranti. Tra colpi di scena, dubbi esistenziali e test attitudinali, di questo passo… Fratello mio, dove andremo a finire!?
02 – 12 aprile 2014
COME UN SORCETTO NEL CAMEMBERT
regia Cristina
Noci
con Barbara
Lo Gaglio, Simona Meola, Elisa Panfili
costumi Mariella
D'Amico - scena Elisa Panfili
Nella trappola
si mette un pezzetto di formaggio. Zac. No, lui lo ruba il formaggio,
così la scampa. Ma se noi cari signori prendiamo un formaggio
"esoticamente" francese, eh sì, ha il suo fascino, allora
lui, il nostro roditore tutto rosa, ci rimane voluttuosamente invischiato.
Oh, sì gli piace, è una specie d'amore, ma come molte storie da batticuore
non sapremo fino alla fine che cosa succederà, chi lo sa se faremo
scattare la trappola...
Per quel che
riguarda possibili note di regia devo ammettere che ci siamo divertite
da matti, la protagonista a tirare fuori la sua nascosta vena di pazzia,
io a comandare a bacchetta tutti, una cosa è certa, desideravo per
ogni collaboratore un momento di gloria felice. Sono fortunata, ho trovato
soltanto dei sì, che bello, mi piace, d'accordo, mi fido di te, dai
costumi alla coreografia, dalle luci alle creazioni musicali, dalle
scene alla bravura degli attori/trici, come dice Mel Brooks, "si
può faare!!!" Quando lavori con gente in gamba sei davvero spalmato
sul camembert!!!
22 aprile – 04 maggio 2014
7 PEZZI DI CARNE
testo e regia
di Riccardo Reim
con Valentina
Ardinzone, Letizia Barone Ricciardelli, Emanuela Cacciaguerra, Valerio
Cerasoli, Chiara Di Pietro, Federica Lamedica, Maria Santirocco.
musiche originali
Raffaele Nicolì - effetti e ricerche sonore Guido
Gaito
Con SETTE
PEZZI DI CARNE Riccardo Reim torna a scandagliare il tema del volto
segreto della notte metropolitana già felicemente esplorato in
passate occasioni (basti pensare allo storico I mignotti, realizzato
in collaborazione con Antonio Veneziani,
che nel 1997 fece letteralmente esplodere il Todifestival) e oggetto
anche del suo recentissimo volume di racconti Segnali notturni (Gaffi
2011).
In SETTE PEZZI
DI CARNE, sette personaggi “border line”, nel raccontarsi, testimoniano, più o meno in filigrana, un brutale,
gratuito omicidio il cui autore resterà probabilmente impunito. In
questo bizzarro mosaico la storia viene a evincersi a strappi, a brandelli
dai vari racconti, costituendone il sottile, misterioso “filo rosso”:
un filo continuamente spezzato e ripreso, come le vite dei sette protagonisti
(sei donne e un ragazzo: “pezzi di carne”, per l’appunto, dai
volti intercambiabili, imprecisi e sfocati come una fototessera). Spettacolo
saturnino e claustrofobico, grottesco e segreto, dove il pubblico viene
a trovarsi gomito a gomito con gli interpreti, in una sorta di imbarazzante
coinvolgimento.
Voci e confessioni
dal sottosuolo, dunque: gesti liberatori, ossessioni, paranoie, fantasie,
ritualismi superstiziosi, incubi di un’umanità “saturnina”
che vive passioni gelide, rese dei conti identitarie, paradossi, sdoppiamenti.
Un bestiario
umano che si scopre immorale, infelice, segreta, irraccontabile, buffa
e tragica, in vena di confessioni anche recitate, anche doppie, triple o senza fondo.
06 - 25
maggio 2014
IL GRANDE FLEBOSKI
tratto dal
libro STORIE DI ORDINARIA CORSIA di Fabrizio Blini - regia di Gigi Piola
- con Nicola Pistoia
Questo spettacolo
non punta l’indice contro il sistema sanitario e non vuole aggiungere l’ennesima denuncia a un faldone già straripante
di lamentele. Si sa che molti ospedali italiani non versano in buone
condizioni e ogni tanto alcuni sono dichiarati fuorilegge, ma l’intenzione
non è gridare allo scandalo e fare demagogia.
Il piano concettuale è diverso, è più profondo.
Questa rappresentazione
non tratta gli ospedali nella loro realtà sostanziale ma in quella
essenziale; non vuole evidenziare le deficienze di singole strutture
ma provare a spiegare i problemi che qualsiasi ospedale causa inevitabilmente in quanto ospedale, a prescindere
dalla sua efficienza.
Non è
un problema di funzionamento del sistema ma della sua concezione, è
come se si ricercassero le origini socioculturale della malasanità.
Il tema non riguarda l’operato degli ospedali ma la loro idea.
Statisticamente,
la percentuale di persone che hanno subìto almeno un ricovero è
davvero molto alta, ma il punto non è definire quanti siano i
ricoverati, il problema è che le persone - qualunque sia il numero
- non sono affatto preparate all’evento e non sanno a
cosa stanno andando incontro.
La malattia
è solo la punta dell’iceberg e chi sta male... ci sta seduto
sopra.
L’argomento
è serio e questa pièce vorrebbe essere un antidoto contro la tristezza.
In poche parole:
COME TRASFORMARE UNO SPIACEVOLE RICOVERO IN UN
UTILE SOGGIORNO
27 maggio – 1 giugno 2014
NEI SECOLI INFEDELI
testo di Cristina
Mascitelli - regia di Eugeni - Mascitelli
con Anna Teresa
Eugeni
Una nuova
“Posta del cuore?”… ne esistono già tante! ma solo questa è
capace di dialogare con chi (per “età“
o per paura che vengano spiati i suoi piccoli segreti su Facebook) non
si” sfoga” a cuore aperto…
“Vorrei
e non vorrei
Mi batte forte
il cuor“… così canta Zerlina prima di cadere nelle braccia di Don
Giovanni.
Così
dice in cuor suo l’impiegata “Cuoricino“
prima di cadere nelle braccia del suo Capufficio.
L’una si
esprime con le note di Mozart, l’altra scrivendo a questa “Posta
del cuore“ e, poiché la poesia aiuta a spiegare gli enigmi dell’animo
umano, le viene la curiosità di vedere come i grandi autori
del passato hanno trattato il tema dell’adulterio… così rilegge
e ci fa ricordare tante grandi “peccatrici“: Anna Karenina, Emma
Bovary, Elena di Troia, l’assassina Clitennestra etc..
A questa “Posta
del cuore“ scrivono anche “peccatrici“ e “peccatori“
moderni perché i problemi sono sempre gli stessi... e anche i cuori…!!
M.Cristina
Mascitelli e Anna Teresa Eugeni hanno già collaborato con successo
agli Spettacoli
“VILLA FOLLIA“
e “LA FILANDA: EMMA BOVARY ERA MIA MADRE“. Dopo la pubblicazione del libro “NEI
SECOLI INFEDELI“ decidono ora di ”portare in scena” alcune lettere
edite e… inedite raccontate dal vivo e in Video in un grande “Teleromanzo“
affidato ad una giornalista che gli “anta“ non li aspetta…
03 – 15 giugno 2014
LA SVOLTA
testo di Moran Beaumer adattamento
di Alberto Oliva e Mino Manni - regia Alberto Oliva
con Mino Manni
La disoccupazione
è un nemico sociale. La solitudine è un nemico sociale.
L'Alzheimer è un nemico sociale. Quando combatti su tre fronti forse puoi essere un eroe, ma in genere sei destinato
a perdere. Gli eroi giocano sempre a tutto o niente. E niente è la
variabile che esce di più.
Nelle ultime
pagine de L’uomo in rivolta, Albert Camus scrive “...Al di là del
nihilismo, noi, tutti, tra le rovine, prepariamo una rinascita.
Ma pochi lo sanno.”
Ecco, la rivolta
come unica possibilità che l’uomo ha per dare un senso all’assurdità
dell’esistenza. Spesso una rivolta solitaria. E, ancora più spesso,
capita unicamente da chi la concepisce. Ma pur sempre l’unica vera occasione
di riscattare la propria energia vitale e il proprio passaggio sulla
terra.
Devo avere
visto quadri e film dove qualcuno si prendeva una pallottola in camicia
bianca. Il sangue sta meglio sul bianco. Allora vada per questa camicia bianca.
La tolgo dal cassetto. La infilo.
Aderisce alla pelle senza cambiarmi. È complice di ciò che
sono. Uomini e camicie si scelgono, si riconoscono, mostrano l’uno
all’altra il reciproco talento e decidono di unirsi.”
Quasi una architettura da thriller,
unita a un umorismo di sapore anglosassone, per un monologo ricco di
sensibilità contemporanea, figlia della crisi e del fallimento delle
ambizioni e dei sogni della generazione del ’68. Protagonista è Sébastien
Galesy, uomo di mezza età fresco di licenziamento dall’agenzia pubblicitaria
in cui ha lavorato per anni, in aria di divorzio dalla moglie e alla
rincorsa dell’amore dei due piccoli figli che sembrano diventati l’unica
sua speranza di futuro.
E allora l’idea: uno strambo riscatto
all’onore della vita, svaligiare una banca e fuggire con il denaro.
TEATRO
DEI CONCIATORI - Via dei conciatori, 5 – 00154 ROMA
Tel. 06.45448982 – 06.45470031
- info@teatrodeiconciatori.it
Direzione Artistica: Antonio Serrano
– Gianna Paola Scaffidi
Dove siamo: (clicca qui per vedere la mappa)
Costo biglietti: intero 15 euro, ridotto 12 euro;
tessera associativa 2 euro.
Orario spettacoli: martedì, mercoledì venerdì
e sabato ore 21,00 – giovedì e domenica ore 18,00
Riduzioni
per gli studenti universitari, gli over 65, tutti
coloro che si presentano in teatro come lettori di Saltinaria.it e Mercuzio
Il Teatro ha il patrocinio gratuito
del Municipio VIII (ex XI)
Uff. Stampa Teatro dei Conciatori:
Maya Amenduni
mayaamenduni@gmail.com - +39 3928157943
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