In occasione della presentazione alla stampa del film "Spaghetti story" di Ciro De Caro, in uscita il 19 dicembre ho avuto l'occasione di incontrare, e intervistare il protagonista Valerio Di Benedetto.
D. Ciao valerio so che hai frequentato la scuola Teatro Azione cosa ci puoi dire della validità di questa scuola,?
R.Nella scuola io mi sono trovato benissimo, ho avuto la fortuna di lavorare sia con Isabella Del Bianco che con Cristiano Censi, i famosi fondatori della scuola, al tempo c'era ancora anche Giancarlo Fares ( che è anche nel film SPAGHETTI STORY). Ogni scuola è buona ma allo stesso tempo è sempre un'arma a doppio taglio, dipende da chi insegna, io ho avuto validi insegnanti, ma prima di fare Teatro Azione avevo fatto un laboratorio teatrale all' Eur che si chiama Officine Teatro11, ma in realtà durante il laboratorio, dato il fatto che ero sempre presente, riuscì a fare una cosa che mi fu utilissima per la formazione: un'aiuto regia, per uno spettacolo teatrale al cui interno c'erano attori che nel panorama teatrale romano, e non solo sono formidabili, come Marco Bocci, per me lui è un esempio di rettitudine di dedizione al lavoro, e di un sogno che si può avverare, perchè ha fatto la gavetta vera. Io se penso a una metodologia, penso a quella di Marco Bocci, in questo spettacolo lui faceva 16 personaggi, e io spesso lo aiutavo con la memoria e per cui stavo molto a contatto con lui, poi in seguito l'ho fatto anche io questo spettacolo.
D In conferenza stampa è stato nominato il Neorealismo e tu hai detto "Il Neorealismo è finito!"
R Io ho detto questa cosa, perchè per me è molto importante che l'attore abbia una formazione classica di studio, perchè è un mestiere, e nel momento in cui in Italia non viene considerato come tale ma un hobby: A) Non viene rispettata la professione, B) C'è l'idea "Che ti devo pagare? Che è un lavoro?" C) Il Neorealismo veniva definito così soprattutto, perchè le persone erano prese dall strada poichè provenivano chi da una chi da due guerre mondiali, e avevano un bagagaglio culturale di sofferenza e di cose da dire, rispetto al quale quello di oggi è nulla. I primi piani di Pasolini raccontano senza dover dire niente altro, poi ovvio che c'è sempre il talento, la mosca bianca che seppur non avendo studiato è bravo, ma non si può generalizzare, il neorealismo veramente è finito, adesso ce ne è un altro tipo, più per un'esigenza di crisi, però la formazione deve essere presente.
D Il film "Spaghetti Story" parla di crisi, esistenziale, economica, il tuo personaggio si chiama Valerio è un caso?
R Si chiama Valerio percè il regista Ciro De Caro per scriverlo ha pensato, di getto, sia me che a Cristian Di Sante, e al fatto che noi due potessimo tirar fuori determinate cose, per facilitarsi il compito e avere un nome sempre familiare ha pensato Valerio. Il nome è un pretesto quello che è importante è il background con cui il personaggio si presenta nel film.
D Tu come ti sei approcciato al tuo personaggio in "Spaghetti story"?
R Io usato il metodo Strasberg, cioè io sono quella persona, e questa persona avendo questo background si comporta così.
D Ti sono capitate nella tua vita situazioni analoghe a quelle del Valerio del film?
R Onestamente no, ma non per fortuna ma perchè ho avuto poche occasioni di fare provini, nel senso che quelli che ho fatto non presentavano situazioni così estreme come quelle che vive il personaggio, mentre una cosa che mi è capitata molto sono le telefonate con l'agenzia.
D Un tuo parere sul personaggio che interpreti in "Spaghetti story"
R Purtroppo è quello che si vede spesso: è l'icona della paura, paura di non riuscire, di non farcela. Tutti i personaggi hanno lo stesso disagio, ma Valerio è il portavoce di questo disagio generale, che è un disagio contestualizzato alla società intera.
D Progetti per il futuro?
R Progetti per il futuro abbiamo girato questa puntata 0 su Dylan Dog. Non sono mai stato un lettore dei fumetti dedicati a lui. Per studiare il personaggio ho fatto un mega acquisto su e-bay per avere una visione generale. Il 60% di quello che era stato scritto su Dylan Dog per capire chi è effettivamente il personaggio, e mi sono imbattuto su: edizione originale, prima ristampa, seconda ristampa, costa di meno, costa di più, però è stato utile per quello che mi serviva,e adesso sono diventato anche un patito, mi piace il personaggio, mi piacciono le storie, non lo avevo mai considerato, ma perchè non avevo mai avuto l'occasione di leggerlo.
D "Spaghetti story" e "Dylan Dog vittima degli eventi" hanno qualcosa in comune secondo te?
R Si perché anche se sono due progetti completamente agli antipodi, sono fratelli dello stesso cambio culturale, nascono entrambe da un vuoto, portano avanti un disagio, ma rispecchiano anche un cambiamento culturale e il fatto che "Spaghetti story" esca il 19 dicembre, quindi sotto natale, è un segnale di questo cambiamento, che spero e credo profondamente ci sia, in maniera piccola, ma che comunque sia partito. E sono contento di avere preso parte a due progetti che secondo me possono essere due piccole rivoluzioni.
Miriam Comito
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