giovedì 5 marzo 2015

I TACCUINI DI MOSELLA FITCH CAPITOLO II Recensione


Rassegna con la direzione artistica di Francesca De Sanctis

Teatro Due Roma
teatro stabile d’essai


3 - 8 marzo 2015

I TACCUINI DI MOSELLA FITCH

Capitolo I e II (a sere alterne)

di Stefano Massini

regia di Pia Di Bitonto


con Barbara Valmorin

Teatro delle Donne




Seppur ho potuto assistere solamente al II capitolo di "I taccuini di Mosella Fitch" ne sono rimasta comunque affascinata, tanto da rimanere in me, persistente, la voglia di conoscere altri capitoli della vita di Mosella. Questa donna vera, senza edulcorazioni, racconta, o meglio fa raccontare ai suoi taccuini, la sua vita, una vita vissuta senza nascondersi agli altri e soprattutto a se stessa, che è ciò che maggiormente le interessa, avendo il coraggio di raccontare le cose così come stanno. Questo spettacolo si avvale di una scenografia essenziale e naturalistica, un albero secco, qualche sedile di legno, accolgono Mosella e fanno da cornice alla sua narrazione. Il dualismo anima/ corpo, dove per anima si può intendere anche: cervello, mente, ragione, e per corpo: istinto, combattono l'un con l'altro fin dall'adolescenza di Mosella, e ci presentano un personaggio davvero indimenticabile, una girovaga, affascinante già di per se in quanto girovaga,aggiunge fascino grazie alla sua schiettezza, e al  il suo sano cinismo, che la portano a vedere là dove non tutti arrivano a vedere, e a descrivere l'amore fisico per quello che realmente è una malattia, un morbo che colpisce e  che ti fa vedere l'oggetto del desiderio trasfigurato diverso da quello che è nella realtà,  e che ha necessariamente bisogno di appagamento per lasciare l'ospite, almeno momentaneamente libero, e che non conosce barriere temporali. 
Miriam Comito




In sei capitoli, di cui in scena i primi due a sere alterne.
Il primo capitolo de I taccuini di Mosella Fitch, nella magistrale interpretazione di Barbara Valmorin, è stato presentato al festival Avamposti – Teatro Manzoni di Calenzano lo scorso settembre.

Nel primo capitolo Mosella Fitch viene trovata morta nel giorno del suo ottantesimo compleanno. Accanto al suo corpo, una lettera per il garzone del droghiere, in cui si raccomanda di conservare i suoi taccuini. In paginette minuscole, Mosella ha scritto e descritto tutta la propria vita, nel terrore di perdere i ricordi. È la vita semplice e straordinaria di una donna marchiata a fuoco, fin dall'infanzia, da un animo cinico e da un'avversione istintiva all'ipocrisia del genere umano.
Nel secondo capitolo Mosella scrive di una “bestia zozza, schifosa, immonda” di cui tutti si riempiono la bocca e chiamano “amore”; non ne parla in termini mielosi e sdolcinati ma utilizzando la parola ‘ingorgo’.
“L’ingorgo è come una colica che si forma dentro e che devi buttare fuori oppure schiatti”.
Sarà il racconto di un triste ricordo a svelarci la ragione della sua pessimistica concezione sull’amore vissuto solo come legge di Natura, come la malattia, come il dolore e come la morte.





Stefano Massini “è l'autore di teatro italiano più richiesto e rappresentato in Europa. Suo il testo "Lehman trilogy" che ha debuttato il 29 febbraio con la regia di Luca Ronconi al Piccolo Teatro di Milano dove l'anno prossimo gli hanno già chiesto un altro testo. E in Francia la famiglia Peter e Irina Brook lo hanno chiamato come autore residente al Teatro di Nizza… Se c'è, come c'è, un'onda di risveglio e slancio di testi e nuovi autori nel teatro italiano, Massini sta sulla cresta, è un'eccellenza. E non solo in Italia: in questo momento ci sono in scena tredici suoi testi nel mondo” Anna Bandettini – La Repubblica 21 gennaio. 
Giovane drammaturgo fiorentino già molto apprezzato oltre i confini italiani, laureato in Lettere Antiche, si avvicina al teatro come assistente ospite di Luca Ronconi al Piccolo Teatro di Milano, nonché di altri importanti registi internazionali presso il Maggio Musicale Fiorentino.
Al 2000 risale la sua prima regia, invadendo con uno spettacolo-installazione le sale dell'armeria del Museo Stibbert di Firenze. Dal 2001, per alcuni anni, si dedica a regie da testi di drammaturgia contemporanea italiana e internazionale, fra cui una nuova edizione del celebre "Diario di Anne Frank" per il Teatro di Rifredi di Firenze. E' tuttavia nel 2005 che decolla la sua attività di drammaturgo, vincendo all'unanimità con "L'odore assordante del bianco" il Premio Pier Vittorio Tondelli, massimo riconoscimento per la scrittura teatrale in Italia. Da lì è un susseguirsi di allestimenti teatrali in tutta Italia per vari suoi testi: non solo "Processo a Dio" portato al successo da Ottavia Piccolo e Sergio Fantoni, ma altresì il testo vincitore del Premio Tondelli (prodotto dal Teatro Metastasio/Stabile della Toscana) e "Memorie del boia" con le scene di Emanuele Luzzati.
Già nel 2006 Massini è presente nei più importanti festival teatrali italiani con la prima parte del Trittico delle Gabbie, un progetto che verrà concluso solo 4 anni più tardi in collaborazione con il Centro di Drammaturgia Teatro delle Donne, con cui l'autore stringe un vivace rapporto di residenza. Nel 2007 al Piccolo Teatro di Milano riceve il Premio Nazionale della Critica, mentre la prestigiosa casa editrice Ubulibri di Franco Quadri pubblica in successione ben tre libri con i suoi testi teatrali: "Una quadrilogia", "Trittico delle gabbie" e "Donna non rieducabile", memorandum su Anna Politkovskaja. Quest'ultimo testo, scritto nel 2007, ha valso a Massini numerosi ulteriori riconoscimenti: è stato messo in scena nei massimi teatri europei (Parigi, Bruxelles, Marsiglia, Toulouse, Lussemburgo, Monaco), e in Italia è diventato anche un mediometraggio applaudito alla 66° Mostra del Cinema di Venezia e poi messo in onda sugli schermi RAI. Nel 2009 realizza una nuova versione di "Frankenstein" tratta dal romanzo di Mary Shelley, prodotta di nuovo dal Teatro Metastasio e destinata a girare alcuni dei più importanti teatri italiani per due stagioni. Intanto si infittiscono i rapporti con l'estero, e si moltiplicano i progetti editoriali in Italia, come quelli che vedono uscire per Promomusic i libri "Anna Politkovskaja" e "Io non taccio". Alcuni dei più importanti attori italiani - di diversa età e differenti stili – danno voce ai suoi testi, come dimostrano le collaborazioni con Fabrizio Gifuni, Giorgio Albertazzi, Massimo Dapporto, Anna Bonaiuto, Michele Placido, Gioele Dix, a testimonianza di un gusto teatrale aperto alle novità e agli incontri più inattesi.
Negli ultimi anni Massini non si è sottratto ad altre sfide importanti e curiose: da "L'Italia s'è desta" sui mali del Belpaese al monologo "Credo in un sol-odio" con l'Orchestra Multietnica di Arezzo, dalla gustosa commedia sui filosofi del '700 "La Commedia di Candido" alla versione scenica de "L'arte del Dubbio" di Gianrico Carofiglio (entrambi messi in scena con successo nel sodalizio con Ottavia Piccolo e Sergio Fantoni). Nel 2012 Stefano Massini porta in scena con la grande attrice Lucilla Morlacchi il monologo "Lo schifo", prima parte di un progetto sull'omicidio di Ilaria Alpi, progetto ultimato nel 2013 con "African Requiem" affidato a Isabella Ragonese. Notevole successo riscuote poi in tutta Italia il bizzarro "Balkan Burger" con Luisa Cattaneo, surreale racconto teatrale su una Jugoslavia contesa fra quattro religioni, monologo replicato nei maggiori teatri italiani per tre stagioni consecutive, mentre Massini è chiamato da Arca Azzurra a riscrivere il Principe di Machiavelli nel suo Cinquecentesimo Anniversario. Ma il più grande riconoscimento della drammaturgia di Stefano Massini giunge per una ambiziosa trilogia teatrale sulla storia della banca Lehman Brothers: il testo debutta a Parigi nel novembre 2013 (Premio della Critica miglior spettacolo francese 2013-2014), viene pubblicato in italiano da Einaudi e viene scelto dal Piccolo Teatro di Milano come nuova produzione 2015 diretta da Luca in una stagione in cui già debutta "7 minuti" con la regia di Alessandro Gassman e un cast di 11 attrici capitanate da Ottavia Piccolo.



Il Teatro delle Donne diretto da Maria Cristina Ghelli è un centro di drammaturgia che dal 1991 si occupa della scrittura teatrale contemporanea promuovendo un teatro al quale oggi si devono senza dubbio alcuni fra i fermenti più interessanti del panorama della nuova drammaturgia e del nuovo fare ed immaginare teatro. Dopo aver diretto vari teatri in Toscana, gestisce dal 2002 il Teatro Comunale Manzoni di Calenzano, una delle sale più propositive dell'area metropolitana fiorentina.
Il Teatro delle Donne è stato all'avanguardia nel creare un centro di produzione drammaturgica italiana, creando un archivio efficiente e molto ricco, che attualmente raccoglie più di 930 testi di autrici italiane contemporanee ed è consultabile sul sito www.teatrodelledonne.com.
Svolge un'ampia attività di documentazione, formazione e produzione.
Ha organizzato due festival storici: uno estivo e l'altro negli ultimi mesi dell'anno, AUTRICI A CONFRONTO festival nazionale sulla drammaturgia contemporanea delle donne, per 18 edizioni e STREGHE&MADONNE, festival estivo, per 12 edizioni.
Nel 2010 nasce AVAMPOSTI – Calenzano Teatro Festival iniziativa che raccoglie l'eredità degli altri due storici festival del Teatro delle Donne. Un festival che è luogo dove presentare progetti innovativi degli autori italiani, dove far nascere studi, laboratori e proposte che coinvolgano compagnie e altri spazi impegnati su questo fronte. L'obiettivo è quello di iniziare a dar vita ad un'immagine altra della donna proposta dalle stesse donne artiste che si rendano interpreti della realtà di tutte le donne "normali" che vivono, lavorano, studiano nel nostro paese e di promozione di una drammaturgia che affronti i temi più vicini alle donne, anche i più aspri, come quello della violenza, o i più difficili, come quello dell'immagine e del corpo delle donne, problematiche specificamente femminili: la maternità, la vita domestica, ma perché affrontano argomenti sociali e di attualità dal loro punto di vista, che è un punto di vista nuovo e che proprio per questo riscuote un meritato riscontro dalla critica e dagli organismi specializzati. Dal 2004 ha sede al Teatro Manzoni, la SCUOLA NAZIONALE DI SCRITTURA TEATRALE fondata da Dacia Maraini al suo settimo anno di corso, diretta negli ultimi anni da Stefano Massini, autore residente al Teatro Manzoni con cui il Teatro delle Donne ha realizzato produzioni di successo.





Per la rassegna A Roma! A Roma! A cura di Francesca De Sanctis

3 - 8 marzo 2015

I TACCUINI DI MOSELLA FITCH

Capitolo I e II (a sere alterne)

di Stefano Massini

regia di Pia Di Bitonto

con Barbara Valmorin

Luigi Fedele nel ruolo del garzone
Istallazione di Giancarlo Savino
Costumi di  Marco Nateri
Musiche a cura di Stefano De Meo

Produzione Teatro delle Donne

Teatro Due Roma teatro stabile d’essai
Vicolo dei due Macelli, 37
Per info e prenotazioni tel. 06/6788.259
Orari spettacoli: martedì  – sabato ore 21; domenica ore 18
Biglietti: intero: 15 euro, ridotto 12 euro; gruppi 8 euro

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