6 / 7 / 8 marzoTORINO - TEATRO ASTRA - SALA GRANDE
DAL 27 MARZO SI REPLICA A MODENA
MALAFEMMINA
di Francesco Zarzana
con CATERINA VERTOVA
a cura di Lia Tomatis / video di Damiano Monaco / costumi di Brigida Sacerdoti
Marocco, Iraq, Russia, Medio Oriente, Europa. Un linguaggio universale. Quello delle donne. E quello delle madri. "Lo spettacolo Malafemmina" - spiega Francesco Zarzana nelle sue note - "racconta storie vere, che lo fanno diventare un vero e proprio teatro di servizio, ponendo allo spettatore spunti di riflessione, trasmettendo esperienze, immagini e sensazioni in una ricostruzione poetica che è quella tipica del palcoscenico." Nel racconto, "donne e storie di donne. Un'immagine speculare di ciò che hanno dentro. Raccontarsi. Riviversi. E rovistare dentro se stesse. Al limite tra pubblico e privato, lecito o illecito, malvagità e normalità. Una giornalista uccisa al ritorno dalla spesa nella sua quotidianità, il silenzio del deserto, lo sguardo nascosto di una madre dietro un burqa, la vita spezzata di una donna che ha amato in maniera completa, un barcone volutamente rovesciato nel Mediterraneo che infrange i sogni di chi sperava in un futuro migliore, una donna ebrea scampata ai campi di concentramento che diventa araba per amore, non rivelando a nessuno la sua vera identità. Sensazioni suscitate dai ricordi che si infrangono con una realtà che è mutata."
Madre sulla scena come nella vita, Caterina Vertova crede profondamente in questa nuova proposta: “Essere attrice, per me, vuol dire cercare un rapporto con il se più profondo. È necessario scavare dentro le proprie contraddizioni, per trovare ilcoraggio e la forza di restituire al pubblico un racconto emotivo davvero immersonella realtà e nella responsabilità del vivere sociale. E' un impegno importante, prima di tutto nei confronti delle nuove generazioni.”
Nei suoi 25 anni di carriera Caterina ha lavorato con grandi registi come Giorgio Strehler, Luigi Squarzina e Mario Missiroli . Fra i suoi successi, "Spettri" di Ibsen, "Macbeth" di Shakespeare e "Le tre sorelle" di Cechov, insieme a classici come "Elettra", "Didone" e "Medea". Al cinema ha debuttato con “Ginger e Fred” di Federico Fellini, e nel suo curriculum ci sono ilm come “Cuore Sacro” di Ferzan Ozpetek o “Lucrezia Borgia” di Florestano Vancini. Ma anche in televisione - dove è stata fra i protagonisti di tante fiction di successo (Commesse”, “Incantesimo”, “Il bello delle donne”, “Il Commissario”, “Io e Mio Figlio” “Gli Ultimi del Paradiso” e “Montalbano”) - ha accettato di interpretare soprattuttofigure di donne vive e palpitanti, spesso lacerate da conflitti, donne che nascondevano, dietro al rassicurante gioco delle convenzioni, l’ansia di vivere l’avventura della vita in tutte le sue più contraddittorie manifestazioni.
“Malafemmina” - prodotto dalla FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPAcon il patrocinio di ALDA Association of the Local Democracy - è al centro di un progetto didattico che sarà avviato il 24 febbraio al Circolo dei lettori di Torino.
info tel 011 563 4352
biglietti € 19,00 / € 14,00
ven/sab h 21.00 – dom h 18.00
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CATERINA VERTOVA
Caterina Vertova, attrice con una carriera
teatrale di oltre 40 spettacoli, dopo il diploma alla scuola "Piccolo Teatro” di Milano. Si è
specializzata attraverso laboratori con Lindsay
Kemp a Londra, training con Dominique De Fazio e Marilyn Fried dell'Actor's Studio di New
York e la scuola di acrobatica all’Ecole
Nationale du Cirque di Parigi.
Nei suoi 25 anni di carriera ha
lavorato con grandi registi italiani come Giorgio
Strehler ("La grande magia" di Eduardo De Filippo e "Come tu
mi vuoi" di Luigi Pirandello), Luigi Squarzina ("La vita che ti
diedi" di Luigi Pirandello e “La famiglia del Santolo" di Giacinto
Gallina” ) e Mario Missiroli
("Il Vittoriale degli italiani" di Tullio Kezich e "Lulù"
di Friedrich Wedekind), oltre a recitare grandi opere europee come "Spettri" di Ibsen, "Macbeth" di Shakespeare e "Le tre sorelle" di Cechov. Inoltre
ha interpretato alcuni personaggi classici come "Elettra", "Didone"
e "Medea" nei teatri greci
in Italia.
In ambito cinematografico ha debuttato nel classico film italiano “Ginger e Fred” con la regia di Federico Fellini, oltre a partecipare a
importanti produzioni cinematografiche come “Cuore Sacro” di Ferzan
Ozpetek e “Lucrezia Borgia” di Florestano
Vancini. Tra le produzioni di film di grande popolarità si segnala “Ho voglia di te” di Luis Prieto e “Natale a Miami” di Neri Parenti.
Noto volto protagonista di produzioni televisive distribuite anche
in Europa come “Commesse”, “Incantesimo”, “Il bello delle donne”, “Il
Commissario”, “Io e Mio Figlio”
e “Montalbano”.
Ciò che contraddistingue il lavoro
di Caterina Vertova, fin dagli inizi della sua carriera, è sempre stata la
consapevolezza che essere attrice non può essere disgiunta dalla ricerca di un
rapporto profondo con sé stessi, dalla necessità di scavare dentro le proprie
contraddizioni, e dal coraggio di restituire al pubblico del teatro o della
televisione un'immagine di donna profondamente immersa nella realtà e nella
responsabilità del vivere sociale anche nei confronti delle nuove generazioni.
I personaggi da lei interpretati
in teatro sono la testimonianza di questa ricerca. La sua personale
interpretazione delle grandi eroine tragiche del passato, Medea, Elettra, Saffo, Giocasta, Ecuba, Cleopatra, non è stata
soltanto un'esperienza di arricchimento professionale, ma un viaggio
appassionato dentro a ciò che di vivo e di contemporaneo i personaggi della
mitologia teatrale possono ancora offrirci, soprattutto il senso di una ricerca
profonda all'interno dell'animo femminile, colto là in quei momenti dove
massima è la tensione, perché frutto di una contraddizione non risolvibile se
non dentro le modalità del tragico.
Ma anche l’approccio con i
personaggi più popolari e diretti della fiction per Caterina Vertova sono
sempre stati occasioni di una ricerca continua. Non è un caso che abbia
accettato di interpretare figure di donne sempre vive e palpitanti, ma lacerate
da conflitti, o meglio che nascondevano dietro al volto rassicurante di donne
perfettamente inserite nelle convenzioni di una socialità di maniera, l’ansia
di vivere l’avventura della vita in tutte le più contraddittorie
manifestazioni.
E’ il caso di una delle
protagoniste de "Il bello delle
donne"; un ritratto di una donna di successo felicemente sposata con
un uomo di potere, che con coraggio affronta il richiamo forte di un amore
“diverso”. "Io e mio figlio"
in cui trasmette i sentimenti di una donna che convive con i propri timori e
pregiudizi nei confronti dell'omosessualità del figlio, trovando la chiave per
una reciproca conoscenza e comprensione. Ed è anche il caso della padrona del
negozio di “Commesse",
apparentemente fredda donna in carriera, in realtà donna fragile e aperta al
richiamo rischioso di un amore difficile. Di forte contenuto sociale ed emotivo
anche la fiction "Gli ultimi del
Paradiso" con un tema contemporaneo sulle morti bianche.
E’ necessario ricordare l’impegno
di teatro sociale con “Mia figlia vuole
portare il velo”, “Il fuoco di
Hanifa”, “Concilare Stanca”, “Grido delle madri dei desaparecidos”, “Gerusalemme - tre donne per un Dio solo”.
Il pubblico, sia quello più
selettivo del teatro, ma anche quello popolare della televisione, si è convinto
di essere entrato in contatto profondo con la sincerità di Caterina Vertova,
con la sua capacità di mostrarci senza veli la complessità dell’animo
femminile, e ha potuto riconoscere, attraverso la fragilità, la tenerezza, le
ansie dei suoi personaggi, le proprie fragilità, tenerezze ed ansie, e
riconosce a Caterina Vertova, per questo, la generosità della sua arte … come dire
l’arte di rendere chiara la complessità.
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