lunedì 7 marzo 2016

MODIGLIANI DALL'8 MARZO AL QUIRINO Recensione

8 / 20 marzo
Alessandro Longobardi per O.T.I.
Mario Minopoli per Pragma
Marco Bocci
MODIGLIANI
di Angelo Longoni
con
Romina Mondello
Claudia Potenza
Giulia Carpaneto
Vera Dragone
musiche Ryuichi Sakamoto
scene Gianluca Amodio
costumi Lia Morandini
contributi video Claudio Garofalo
regiaAngelo Longoni
si ringrazia per la collaborazione 
l’Istituto Amedeo Modigliani

personaggi e interpreti
Amedeo Modigliani Marco Bocci
Beatrice Hastings Romina Mondello
Jeanne Hébuterne Claudia Potenza
Anna Achmatova Vera Dragone
Kiki de Montparnasse Giulia Carpaneto


Lo spettacolo ha una durata di 2 ore 

Modigliani di Angelo Longoni racconta il periodo della  vita parigino del celebre pittore italiano, e lo fa attraverso le donne. Amedeo Modigliani, metà italiano e metà francese, si trasferì nella capitale francese nel 1906, che era in quel momento il centro dove tutto poteva succedere, grazie alla permanenza di pittori come Matisse  e Cezanne e all'arrivo di Pablo Picasso, esseri umani che hanno cambiato per sempre il modo di sentire l'arte. Amedeo Modigliani porta la sua italianità a Parigi, non a caso lo chiamavano "Il principe italiano". La sua arte che non voleva essere costretta in nessun "ismo" risente tantissimo delle sue origini. Il sogno divorante: questo è il centro dello spettacolo, il sogno di Amedeo, ovvero quello di arrivare con la sua arte non a diventare ricco,, nel senso economico del termine, ma ricco di riconoscimenti per la sua arte, e questo in lui sarà talmente forte e totalizzante da mettere la sua stessa vita a servizio dell'arte e non il contrario. La profondità psicologica, frammista ad una fragilità di fondo sia fisica, era, infatti, già minato nel fisico, fin da bambino, che mentale lo porterà a perdersi, in una città popolata da mille sirene. Le quattro donne più importanti della sua vita: Alice Prin in arte kikì de Montparnasse, (La reine), modella, prostituta, cantante, artista. Anna Achamatova, una poetessa russa, una donna  a tutto tondo, ma molto attaccata alla sua terra natale. Emily Alice Haigh in arte Beatrice Hastings, una giornalista, femminista, realista. E infine Jeanne Hébuterne la ragazzina innamorata, il massimo sacrificio.  Longoni ha scelto di narrarci il periodo parigino di Modigliani attraverso gli occhi di queste quattro donne, che sul palco si avvicendano, a volte anche sotto forma di coro narrando lo stato fisico di Modigliani negli ultimi mesi della sua vita, quando tutto era perduto, perchè la "malattia" dell'arte, insieme alla Ville Lumière avevano fagocitato l'uomo. Un uomo fragile istintivo, non maledetto come purtroppo è passato alla storia, grazie anche all'abbreviazione del suo cognome : Modì che  alla stessa pronuncia del termine francese maudit...maledetto.  Modigliani era un unicum un uomo libero, sensibile che non voleva essere coartato in nessun modo. Lo spettacolo di  Longoni riesce a dare un'idea precisa di  chi era davvero, Amedeo Modigliani. Il palcoscenico è diviso in due parti da una cortina fatta di nastri su cui vengono proiettate le immagini delle opere del pittore  livornese, o altre immagini che sottolineano emblematicamente alcune parti topiche della vicenda.Dietro questa cortina vediamo le scene più intime o casalinghe dello spettacolo. Per le scene esterne o per le agnizioni vediamo i personaggi varcare la soglia. MODIGLIANI è uno spettacolo capace di avvicinare il grande pubblico ad un'artista, oramai iper conosciuto di nome, iperconosciute le sue donne dal collo lungo, ma forse misconosciuto nella sua intimità. Amedeo Modigliani eraun uomo, un artista a cui interessava scandagliare, approfondire l'animo umano, per questo non dipingeva paesaggi o altro, ma solo esseri umani, cercando di penetrarne l'anima, la base, l'intimo e per questo sosteneva che i suoi quadri non dovevano somigliare alla realtà, ma che la realtà che come a tutte le anime sensibili, faceva orrore doveva somigliare ai suoi quadri.
Miriam Comito  

Raccontare la vita e l’opera di Amedeo Modigliani oggi, non significa solo rendere omaggio a uno dei nostri pittori più famosi e amati al mondo ma anche a un intero periodo storico: dietro all’autore delle donne dal collo lungo c’è una vita vissuta in uno dei momenti più dinamici, movimentati e stimolanti della storia del Novecento europeo.
Libertà - Bellezza - Verità – Amore: queste sono le parole chiave del movimento d’artisti provenienti da tutto il mondo e residenti nei quartieri parigini di Montmartre e Montparnasse.

Raccontare Modigliani significa rappresentare anche una delle storie d’amore più famose e commoventi che abbiano mai riguardato un artista.
Come in Romeo e Giulietta, l’amore tra Amedeo e la sua Jeanne Hébuterne non può sopravvivere agli amanti e il loro amore totalizzante, come la vita di Parigi in quel magico inizio di secolo, avrà un grande finale tragico e romantico.

Non si può raccontare Modigliani senza descrivere le donne che lui ha amato e dipinto, con la loro dolcezza, la loro impenetrabilità sensualità.
Ed è proprio il mondo femminile ad essere al centro di questo spettacolo che racconta la vita parigina del pittore attraverso quattro donne significative della sua vita, quattro personaggi reali ma anche simbolici che scandiscono i diversi periodi della sua arte e della sua vita affettiva.
Del primo periodo è protagonista Kiki de Montparnasse, prostituta e modella famosissima nell’ambiente artistico parigino conosciuta appena arrivato nella capitale francese.
La figura di Kiki è importante nella vita di Modì perché segna l’incontro con un mondo nuovo e sconosciuto per il giovane livornese, quello degli atteggiamenti liberi e disinibiti dell’ambiente artistico e bohémien di cui entrerà a far parte, frequentando, grazie a Kiki, gli artisti dell’epoca: Utrillo, Picasso, Soutine, Brancusi, Rivera. E sarà sempre Kiki che gli farà amare tutto ciò che lo porterà alla distruzione: hashish, oppio e assenzio- “la fata verde”.


Il secondo periodo è rappresentato dalla relazione con Anna Achmatova, poetessa russa, magra, alta, bel viso, capelli neri, occhi da cerbiatta, sposata col poeta Nikolaj Gumilev. L’intesa tra lei e Amedeo è altissima soprattutto dal punto di vista intellettuale: Anna lo calma, lo aiuta a contenere il consumo di alcol e droga.
Tra di loro nasce un amore spirituale e carnale, profondo e pieno di rispetto reciproco. La Achmatova sarebbe potuta diventare il vero grande amore della vita di Amedeo, la donna perfetta per lui ma era troppo legata alla sua terra di origine ed era sposata.
Anna fa emergere il meglio da Amedeo, lo fa parlare e riflettere ma sa anche contraddirlo, i loro discorsi sull’arte mettono in luce le sue convinzioni.
Quando Anna se ne va da Parigi, Amedeo ricade però nella disperazione e nei suoi vizi. Quando non è sostenuta dall’amore, la sua psiche non regge e lo spirito della sua arte si affievolisce.

Si fa strada nel terzo periodo,Beatrice Hastings, ricca, bella, colta, cinque anni più grande di lui, divorziata da un pugile, femminista e progressista. Una giornalista che scriveva da Parigi e inviava le “Impressions of Paris” al quotidiano britannico The New Age. Figura di primo piano nei circoli bohémiens della capitale francese. Beatrice e Amedeo imbastiscono una controversa relazione da conviventi. Lei posa per numerosi suoi dipinti e disegni. Il loro è un grande amore, caratterizzato anche da scenate furibonde. Beatrice ha un forte influsso su Modì ma, insieme, i due fanno scintille, entrambi sono passionali, litigiosi e rancorosi.
Beatrice crede nel talento di Amedeo, lo spinge a fare solo il pittore e a lasciar perdere la scultura per la quale Amedeo ha un’autentica passione. Il marmo è pesante ed è difficile da spostare e da scolpire, la polvere che produce fa malissimo ai suoi polmoni e gli causa tosse e crisi respiratorie. Beatrice lo aiuta in tutti modi, gli paga tele e pennelli, lo fa mangiare ma è anche troppo dominante e impositiva e non concepisce che l’arte non abbia uno sbocco commerciale immediato. I due, dopo una tormentata relazione, si scoprono incompatibili.

Finalmente nella vita di Amedeo, nel quarto periodo, entra la giovanissima Jeanne Hébuterne.Gli amici di Amedeo vedono un cambiamento in lui e dicono: “Quest’amore lo salverà”.
I genitori di Jeanne disapprovano l’amore della figlia per un ebreo, straniero, malato e povero in canna ma la ragazza, di fronte all’ennesimo aut aut della famiglia, lascia per sempre la casa paterna. Grazie a lei Amedeo migliora in tutto, sia come artista che come uomo.
Amedeo, vicino a Jeanne, sembra un altro ma la su salute è minata dalla tubercolosi. Quando Jeanne rimane incinta del secondo figlio, Amedeo muore all'Hôpital de la Charité È il 24 gennaio 1920.
Jeanne, all'indomani della morte di Amedeo, straziata si butta dalla finestra del quinto piano, uccidendo con sé anche la creatura che portava in grembo.










 









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